Film Tv - CINETECA
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Caro Michele di Mario Monicelli è su Rete4 stanotte alle 4

Dal romanzo omonimo di Natalia Ginzburg, adattato da Suso Cecchi d’Amico e Tonino Guerra, uno strano Monicelli che sembra già appartenere - in leggerissimo anticipo sui tempi - alle esequie della commedia all’italiana. Eppure è difficile incasellare Caro Michele tra le griglie del genere, perché i registri sono in continua trasformazione, non si cerca mai la risata e neppure il ghigno funereo, anzi si tende a sfumare tutto, vicenda, personaggi, tic e impegno contestuale (il post-sessantotto, l’ideologia anarcoide, l’istituzione della famiglia, la deriva dei valori), in una lieve nostalgia un po’ cupa un po’ mesta, un po’ disillusa un po’ capricciosa.(continua a leggere la recensione di Pier Maria Bocchi: http://rebrand.ly/freeCT20210514)
Loving di Jeff Nichols è su Rai5 alle 21:15

Jeff Nichols (partendo, su suggerimento di Martin Scorsese, dal documentario HBO The Loving Story) se ne esce con un film che mette da parte l’epos della lotta politica, e si concentra sull’unica cosa che pertiene al suo cinema: l’uomo, punto, fuori da ogni retorica. È questo Loving. Un film letterale. La storia dei Loving. (continua a leggere la recensione di Giulio Sangiorgio: https://rebrand.ly/freeCT20210518)
Sole rosso di Terence Young è su RaiMovie alle 14:05

Nonostante l’aria da spaghetti western, con anche Luc Merenda tra i peones comprimari, Sole rosso è una produzione prevalentemente francese, cosa rara in questo genere (ma Une corde, un Colt - da noi Cimitero senza croci - diretto dal grande Robert Hossein e cosceneggiato da Dario Argento, è una felicissima eccezione). (continua a leggere la recensione di Mauro Gervasini: https://rebrand.ly/freeCT20210525)
L'infernale Quinlan di Orson Welles è su IRIS alle 17:10

Come è fatto il diavolo? Da Charles Foster Kane ad Hank Quinlan, nell’arco di 16 anni il corpo di Orson Welles diventa sempre di più un ingombrante spettro. La sua ombra supera la sua figura. Amplificata anche dai grandangoli, dalla figura imponente che giganteggia nella profondità di campo e inghiotte Charlton Heston. Esce dalle fiamme dell’inferno, quelle dell’auto esplosa che segna lo stacco, dopo poco più di 3 minuti, di uno dei piani-sequenza più celebri di tutta la storia del cinema. (continua a leggere la recensione di Simone Emiliani: http://rebrand.ly/freeCT20210527)
Lo sciacallo - The Nightcrawler di Dan Gilroy è su RaiMovie alle 23:30

Non c’è il legame così diretto tra sesso e morte di Crash di Cronenberg. Ma c’è un piacere perverso, erotico di Lou nei confronti delle proprie immagini, mentre filma e le riguarda. Negli occhi spiritati di Jake Gyllenhaal (qui anche produttore) si riflette ciò che riprende. Lo sciacallo si spinge anche oltre. (continua a leggere la recensione di Simone Emiliani: http://rebrand.ly/freeCT20210608)
Achille Tarallo di Antonio Capuano è su RaiMovie alle 23:10

Ogni film di Antonio Capuano irrompe e sorprende, è sempre un atto di coraggio commovente. C’è un’urgenza nel suo cinema che spiazza e disorienta; svelto e snello, febbrile e performativo, è così orgogliosamente fuori dalle convenzioni e dai canoni, dalle mode e dai tempi da sfuggire a qualsiasi definizione di stile. D’altronde come sosteneva Eduardo «chi cerca lo stile trova la morte, chi cerca la vita incontra lo stile». (continua a leggere la recensione di Matteo Marelli: https://rebrand.ly/freeCT20210609)
La calda amante di François Truffaut è su Rai3 stanotte all'1 e 20

Di caldo Françoise Dorléac non ha niente, ma la “peau douce” del titolo originale sì, e l’intellettuale dell’élite parigina la accarezza mentre lei dorme, come farà Jean-Paul Belmondo con Catherine Deneuve in La mia droga si chiama Julie. Ma non è lo splendore dell’attrice a muovere la cinepresa, il feticismo riguarda, in questo film di passaggio tra Jules e Jim e Fahrenheit 451, il cinema di Hitchcock che Truffaut in quel periodo sta intervistando. (continua a leggere la recensione di Mariuccia Ciotta: https://rebrand.ly/freeCT20210611)
Taipei Story di Edward Yang è su Rai3 stanotte all'1:20

Una sinfonia urbana ridotta all’essenziale, geometrica, analitica, ma al contempo sospesa e minacciosa, una composizione ingabbiante d’edifici specchianti d’imponente “scheletrezza”: così appare Taipei Story. «Il mio punto di partenza», racconta Edward Yang, «era essenzialmente concettuale. Volevo includere tutti gli elementi della città, quindi mi sono davvero dato da fare per costruire una storia dalle fondamenta». (continua a leggere la recensione di Matteo Marelli: https://rebrand.ly/freeCT20210618)
Le paludi della morte di Ami Canaan Mann è su Rai4 alle 21:20

L'indagine di Don Ferrarone, detective della Dea, sui misteriosi omicidi di donne nei paludosi Texas Killing Field (titolo originale) è all’origine di questa storia vera, trasferita sullo schermo da Ami Canaan Mann all’opera seconda dopo Morning (2001). Densi vapori come fantasmi che salgono dalle paludi, tomba di una cinquantina di ragazze, vittime di violenze non solo sessuali, molte senza nome, che «mi guardavano dritto negli occhi dalla mappa pubblicata su un giornale», dichiara la regista. (continua a leggere la recensione di Mariuccia Ciotta: https://rebrand.ly/freeCT20210629)
Piso Pisello di Peter Del Monte è su Rai3 stanotte all'1:45

Erano gli anni 80, il decennio degli “schermi opachi” (per riprendere il titolo di un saggio di Lino Miccichè), un periodo poco indagato e spesso trascurato, che, a dispetto di tutte le difficoltà (Quando la televisione provò a mangiarsi il cinema, così era sottotitolata la retrospettiva dedicata al cinema italiano di quella decade, curata, nel 2012, da Milano Film Festival), ha ridisegnato i contorni del panorama cinematografico nazionale, permettendo ad autori, festival e produzioni, indipendenti rispetto alle logiche corporative e romanocentriche, di tentare, al di là dei posizionamenti di mercato, nuove strade. (continua a leggere la recensione di Matteo Marelli: https://rebrand.ly/freeCT20210702)
Jane Eyre di Cary Fukunaga è su TV200 alle 20:50

Con Jane Eyre, suo esordio nel lungo, e ancor prima della consacrazione (con il primo True Detective), Fukunaga dimostra il suo senso per lo sfilarsi sinistro del tempo, per il sottrarsi e racchiudersi dello spazio, e per il loro alchemico trovarsi. L’incontro con il classico di Brontë, dunque, germoglia in un materiale filmico più rarefatto, epidermicamente scomposto e col fiato sospeso rispetto alla versione di Zeffirelli; è favola orrorifica nel racconto dell’infanzia e composizione dal profilo vibrante e ardente in quello dell’educazione sentimentale e, soprattutto, identitaria. (continua a leggere la recensione di Fiaba Di Martino: https://rebrand.ly/freeCT20210709)
Interno berlinese di Liliana Cavani è su Cielo alle 21:15

Liliana Cavani, cui la recente Mostra di Pesaro ha dedicato la retrospettiva, appare da tempo tra i cineasti italiani più capaci di impreviste accensioni. Troppo legata nella storiografia alla svolta generazionale con Bertolucci e Bellocchio, ne è molto più imprevedibile, e nel percorso televisivo si avvicina più a Olmi, Giraldi e all’impronta di Cottafavi e Rossellini. (continua a leggere la recensione di Sergio M. Grmek Germani: https://rebrand.ly/freeCT20210724)
Convoy - Trincea d'asfalto di Sam Peckinpah è su IRIS alle 12:40

Bisonti della strada al posto dei cavalli e “Highway Patrolmen” invece degli sceriffi. Per il resto anche Convoy è un western, genere anarchico per eccellenza almeno nell’accezione cara allo zio Sam. Non uno dei suoi capolavori ma comunque molto divertente, e con un duello tutto asfalto e lamiera tra Kris Kristofferson ed Ernest Borgnine che lascia il segno. (continua a leggere la recensione di Mauro Gervasini: https://rebrand.ly/freeCT20210728)
Boyhood di Richard Linklater è su IRIS alle 15:55

Ancor più ardito della trilogia “Before”, il film è stato girato, con gli stessi attori, dal maggio 2002 all’agosto 2013, superstar il tempo, come negli analoghi esperimenti di Apted e della coppia DDR Junge, primatista del mondo (I bambini di Golzow: dal 1961 al 2007!). Bambino e bambina crescono in un suburbio texano. Samantha, ovvio, “tortura” il fratellino, ma diventerà una pensosa adolescente turbata. E lui, Mason, tra sorprendenti rivelazioni, apprende, sbaglia, non è più il bimbo stupefatto della prima scena sedotto dalle nuvole in cielo, come Linus. (continua a leggere la recensione di Roberto Silvestri: http://rebrand.ly/freeCT20210803)
Velluto blu di David Lynch è alle 12:15 su IRIS

Bisognerebbe rivedere Velluto blu con i nostri occhi alla fine degli anni 80. Cancellando le immagini dalla mente, resta ancora una volta un impossibile musical già segnato dal titolo che riprende la canzone omonima di Bobby Vinton, Blue Velvet, che Isabella Rossellini canta nel night e poi danza tra In Dreams e Love Letters in un continuo, magnifico depistaggio, tra la voce vera e il playback, l’incubo e l’estasi. (continua a leggere la recensione di Simone Emiliani: https://rebrand.ly/freeCT20210810)
Rusty il selvaggio di Francis Ford Coppola è su IRIS alle 13:35

Uno dei piccoli grandi film di Francis Ford Coppola, lezioso, virtuosistico, che dà la linea a tanto suo cinema successivo, compreso quello strano oggetto “espressionista” che è Un’altra giovinezza (pensate solo ai titoli di testa) e pare strizzare l’occhio al barocchismo di certo Orson Welles (Coppola dirà poi di essersi ispirato a Murnau). (continua a leggere la recensione di Mauro Gervasini: https://rebrand.ly/freeCT20210812)
Ovosodo di Paolo Virzì è su Cine34 alle 00:50

Gran premio della giuria a Venezia nell’anno in cui vinse Hana-bi - Fiori di fuoco di Kitano. Molti storsero il naso: i soliti pregiudizi contro la commedia… Anche se Virzì dichiarava che il suo film (semiautobiografico) non è che fosse così poi spensierato: «Ovosodo non mi pare tanto allegro e non lo definirei un film comico. È una vicenda travagliata, un po’ melodramma e un po’ tragedia. Se ci si pensa bene, racconta di uno talmente sfigato…». Ecco la lezione della commedia all’italiana, mai assimilata così bene. (continua a leggere la recensione di Alberto Pezzotta: https://rebrand.ly/freeCT20210813)
I figli degli uomini di Alfonso Cuarón è su Italia1 alle 23:50

Uno dei migliori film di fantascienza distopica (ovvero che si immagina un avvenire cupo, non auspicabile) degli anni Zero, da un regista destinato a dimostrare, con Gravity (2013), di essere un nuovo maestro del genere. Diversificandosi, perché i due film sono molto diversi tra loro. (continua a leggere la recensione di Mauro Gervasini: https://rebrand.ly/freeCT20210830)
To the Wonder di Terrence Malick è su RaiMovie stanotte all'1:15

I gesti, le voci, le luci. L’erba di La sottile linea rossa. Il cielo di La rabbia giovane e I giorni del cielo. Malick si spinge oltre i limiti di ciò che il cinema può mostrare. Come in The Tree of Life cerca “la meraviglia” del titolo, la bellezza assoluta. La può trovare nelle foglie trascinate dal vento in un parco, dalla strada bagnata dalla pioggia, dal moto delle maree. Il suo cinema si fa trascinare dal movimento ondivago dei personaggi e da quello degli oggetti. Il dettaglio di un occhio, il suono della voiceoff, i volti che si incrociano, un flusso di pensieri e di coscienza inarrestabile. (continua a leggere la recensione di Simone Emiliani: https://rebrand.ly/freeCT20210901)
Il caso Spotlight di Tom McCarthy è su RaiMovie alle 23:25

Presentato a Venezia fuori concorso, il film ha vinto due Oscar, miglior film e miglior sceneggiatura, firmata dallo stesso regista Tom McCarthy (L’ospite inatteso), canditato alla statuetta d’oro anche per la bellissima storia di Up, il film d'animazione Pixar. C’è aria di The Post (diretto da Spielberg due anni dopo), di Tutti gli uomini del presidente di Alan J. Pakula (1976) e anche profumo d’inchiostro e dell’adrenalina che circolava nei quotidiani in quegli anni. (continua a leggere la recensione di Mariuccia Ciotta: https://rebrand.ly/freeCT20210903)