La Pre-Cop è finita, ma la festa è appena cominciata. ⚡️
Tra meno di un mese i nostri ospiti si incontreranno a Glasgow per il summit vero e proprio.
Tra loro ci sarà la lobby dell’industria agroalimentare, pronta ad assicurarsi che nulla cambi davvero. 👀
Siete prontə per la solita musica?
Segui @festafinedelmondo
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L’acronimo #MAPA, “most affected people and areas”, è stato coniato per identificare e raggruppare tutte quelle popolazioni e aree geografiche maggiormente colpite dalle conseguenze della crisi climatica. Contrariamente a una visione globalizzante e livellante, essa non agisce su tutti allo stesso modo: i suoi effetti sono vissuti in maniera ineguale e amplificata in contesti dove mancano le possibilità e le risorse materiali per contrastarla. Coloro che hanno contribuito in misura minore all’attuale catastrofe ambientale, saranno i primi a pagare il #prezzo più alto.
Il termine MAPA si riferisce principalmente ai Paesi del cosiddetto Sud del mondo insieme alle comunità marginalizzate, ovunque esse vivano, in un’ottica intersezionale che evidenzia come le varie identità politiche, culturali, sociali di una persona possano creare un sistema di privilegi e discriminazioni che aggravano le condizioni delle comunità marginalizzate.
Secondo il rapporto dell’IPCC dell’ONU, che ha definito l’attuale situazione un “codice rosso per l’umanità“, eventi climatici estremi come la siccità che sta colpendo l’Angola, le forti inondazioni che interessano le aree del Pakistan, India e Bangladesh e le tempeste tropicali come quella che ha investito Haiti saranno sempre più frequenti. Se a ciò si aggiungono poi le azioni di distruzione ed espropriazione sistemica di territori abitati dalle popolazioni indigene, come sta avvenendo in Amazzonia, il quadro è allarmante.
Tutto ciò avviene senza che le #voci delle persone maggiormente coinvolte in questi eventi siano ascoltate o assumano un peso nelle decisioni e negli accordi presi a livello internazionale. In uno scenario così preoccupante, dove molt* attivist* MAPA rischiano spesso la vita per difendere i propri diritti e territori - come accaduto al luglio all’attivista sessantasettenne Joanna Stutchburynon che da anni si batteva contro la distruzione delle foreste del Kenya – la lotta alla crisi climatica deve iniziare a incorporare un profondo senso di giustizia sociale.
Segui @fffmapa
#COP26
Il termine MAPA si riferisce principalmente ai Paesi del cosiddetto Sud del mondo insieme alle comunità marginalizzate, ovunque esse vivano, in un’ottica intersezionale che evidenzia come le varie identità politiche, culturali, sociali di una persona possano creare un sistema di privilegi e discriminazioni che aggravano le condizioni delle comunità marginalizzate.
Secondo il rapporto dell’IPCC dell’ONU, che ha definito l’attuale situazione un “codice rosso per l’umanità“, eventi climatici estremi come la siccità che sta colpendo l’Angola, le forti inondazioni che interessano le aree del Pakistan, India e Bangladesh e le tempeste tropicali come quella che ha investito Haiti saranno sempre più frequenti. Se a ciò si aggiungono poi le azioni di distruzione ed espropriazione sistemica di territori abitati dalle popolazioni indigene, come sta avvenendo in Amazzonia, il quadro è allarmante.
Tutto ciò avviene senza che le #voci delle persone maggiormente coinvolte in questi eventi siano ascoltate o assumano un peso nelle decisioni e negli accordi presi a livello internazionale. In uno scenario così preoccupante, dove molt* attivist* MAPA rischiano spesso la vita per difendere i propri diritti e territori - come accaduto al luglio all’attivista sessantasettenne Joanna Stutchburynon che da anni si batteva contro la distruzione delle foreste del Kenya – la lotta alla crisi climatica deve iniziare a incorporare un profondo senso di giustizia sociale.
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#COP26
🔥 VENERDÌ 22 SCENDIAMO DI NUOVO IN PIAZZA PER LA GIUSTIZIA CLIMATICA 🔥
Il prossimo venerdì tutto il mondo si mobiliterà per chiedere ai leader mondiali, che si riuniranno a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre per la #Cop26, di agire per fermare la #CrisiClimatica. Rimanere sotto 1,5 °C di aumento della temperatura media terrestre è già un obiettivo arduo, ma POSSIAMO FARCELA e dobbiamo pretendere che venga fatto tutto il possibile.
📢 Organizzeremo flash mob, cortei, aperitivi e proiezioni in piazza, cerca la pagina del gruppo locale più vicino e partecipa!
Ma non finisce qui: è un periodo caldo per le mobilitazioni e a fine mese si riuniranno a Roma i vertici del #G20. Anche in questa occasione non possiamo mancare. Stay tuned, per maggiori info segui la pagina di @fridaysforfuture_roma!
É cruciale far sentire la nostra voce: unisciti a noi 💪
Un altro mondo è possibile. Un altro mondo è necessario.
#UprootTheSystem
#FridaysForFuture
Il prossimo venerdì tutto il mondo si mobiliterà per chiedere ai leader mondiali, che si riuniranno a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre per la #Cop26, di agire per fermare la #CrisiClimatica. Rimanere sotto 1,5 °C di aumento della temperatura media terrestre è già un obiettivo arduo, ma POSSIAMO FARCELA e dobbiamo pretendere che venga fatto tutto il possibile.
📢 Organizzeremo flash mob, cortei, aperitivi e proiezioni in piazza, cerca la pagina del gruppo locale più vicino e partecipa!
Ma non finisce qui: è un periodo caldo per le mobilitazioni e a fine mese si riuniranno a Roma i vertici del #G20. Anche in questa occasione non possiamo mancare. Stay tuned, per maggiori info segui la pagina di @fridaysforfuture_roma!
É cruciale far sentire la nostra voce: unisciti a noi 💪
Un altro mondo è possibile. Un altro mondo è necessario.
#UprootTheSystem
#FridaysForFuture
💥 Manca un giorno alla Giornata Globale di Azioni per il #Clima 🌱
Sei prontə a tornare in #piazza?!?
Scorri per scoprire cosa hanno organizzato i gruppi locali di Fridays for future in #Italia📢
E tu, in che città manifesterai?
Scrivicelo nei commenti 👇🏼
#UprootTheSystem #crisiclimatica
Sei prontə a tornare in #piazza?!?
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E tu, in che città manifesterai?
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#UprootTheSystem #crisiclimatica