🔎 CLIMATE QUIZ! 🔍
❓Qual è quel continente che inizia con "A" e finisce con "a", in cui c'è appena stata una #devastazione ecologico/ambientale, con numerose vittime umane ed animali, gravi danni a ecosistemi, colture e abitazioni, il tutto a causa del valore record di un macrofenomeno climatico nel vicino Oceano indiano?
✅ Esatto: è l'Africa!🌍
⛈ Eh sì: proprio mentre iniziava il grosso dei devastanti incendi australiani, favoriti dalla stagione di aridità estrema, piogge torrenziali fuori da ogni norma hanno flagellato il Corno d'Africa e i paraggi - Somalia, Etiopia, Kenya, ma anche Uganda, Burundi, Sud Sudan e oltre - causando 250 vittime, distruggendo innumerevoli paesi e piantagioni, impattando le vite di oltre 2,5 milioni di persone!
🔥 E non solo i media occidentali hanno scelto di parlare quasi solo dei danni nel continente "bianco", ma neanche hanno ritenuto di chiarire che la causa comune delle due opposte devastazioni ambientali era una: il potente dipolo dell'oceano indiano (IOD), fenomeno climatico accoppiato tra temperatura marina e atmosferica, quest'anno in fase "positiva" ad un livello estremo come mai da sei decenni. Nel mentre a est questo portava l'estrema siccità all'Australia, rendendo così estremi gli spaventosi incendi della sua estate, ad ovest ha portato all'accumulo di potentissime piogge record, che hanno devastato di frane ed inondazioni tutta la fascia orientale dell'Africa.
🌪 Adesso il dipolo dell'oceano è tornato in fase neutrale - ma non prima di condizionare il ritardo e l'estrema forza del monsone (nel quale Giacarta ha poi subito le sue di piogge torrenziali) e disturbato lo stagionale ITCZ, cosicché ora in Zimbabwe si teme grave siccità e carestia.
⚠️ E a tutte queste devastazioni, collegate tra loro da uno dei massimi sistemi climatici del pianeta, toccherà probabilmente abituarsi: è stato dimostrato nel 2014 che, con il surriscaldarsi del pianeta agli attuali tassi di emissione di CO2, valori estremi del dipolo IOD come visto quest'anno diventeranno tre volte più frequenti, praticamente la nuova norma.
‼️ Ma noi rifiutiamo questo "new normal", nel nome di tutti coloro per i quali questa normalità alterata significherà solo sofferenza, privazione, distruzione e sfollamento. La crisi climatica sta riunendo i continenti: continueremo a denunciare a gran voce l'inazione contro questa emergenza planetaria, e invitiamo ogni persona che si sia resa conto di quanto è in gioco il futuro di ognuno, ad unirsi a noi il 17 gennaio per protestare a sostegno delle vittime in entrambi i continenti alla mercé dell’IOD, e il 24 aprile durante il Quinto Sciopero Globale!
#AfricanLivesMatter
#ClimateJustice
#ClimateEmergency
#FridaysForFuture
📋Che cos'è l'IOD (e l'ITCZ)
Video-spiegazione australiana dell’IOD qui: https://bit.ly/307tsIW
Video-spiegazione kenyota dell’IOD qui: https://bit.ly/2R0CUtL
Andamento dell'IOD 2019: https://bit.ly/2FybDtc
ITCZ: https://bit.ly/2FFoSYY
📋Fonti principali
BBC: https://bbc.in/309uILD
UNOCHA: https://bit.ly/2uBOmEz
Meteogiornale: https://bit.ly/36HiiNA
Nature: https://go.nature.com/2tGJOfD
📋Per approfondire (in italiano):
Uganda: https://bit.ly/2QEs11B
Burundi: https://bit.ly/35GSIqN
Sud Sudan: https://bit.ly/37MzNw6
📋Per approfondire (in inglese):
IOD / East Africa: https://bit.ly/2sUSqiT
Kenya: https://bit.ly/2Nb2UkM / https://bit.ly/2NgbkYq
Zimbabwe: https://bit.ly/2tQ0Vvp
❓Qual è quel continente che inizia con "A" e finisce con "a", in cui c'è appena stata una #devastazione ecologico/ambientale, con numerose vittime umane ed animali, gravi danni a ecosistemi, colture e abitazioni, il tutto a causa del valore record di un macrofenomeno climatico nel vicino Oceano indiano?
✅ Esatto: è l'Africa!🌍
⛈ Eh sì: proprio mentre iniziava il grosso dei devastanti incendi australiani, favoriti dalla stagione di aridità estrema, piogge torrenziali fuori da ogni norma hanno flagellato il Corno d'Africa e i paraggi - Somalia, Etiopia, Kenya, ma anche Uganda, Burundi, Sud Sudan e oltre - causando 250 vittime, distruggendo innumerevoli paesi e piantagioni, impattando le vite di oltre 2,5 milioni di persone!
🔥 E non solo i media occidentali hanno scelto di parlare quasi solo dei danni nel continente "bianco", ma neanche hanno ritenuto di chiarire che la causa comune delle due opposte devastazioni ambientali era una: il potente dipolo dell'oceano indiano (IOD), fenomeno climatico accoppiato tra temperatura marina e atmosferica, quest'anno in fase "positiva" ad un livello estremo come mai da sei decenni. Nel mentre a est questo portava l'estrema siccità all'Australia, rendendo così estremi gli spaventosi incendi della sua estate, ad ovest ha portato all'accumulo di potentissime piogge record, che hanno devastato di frane ed inondazioni tutta la fascia orientale dell'Africa.
🌪 Adesso il dipolo dell'oceano è tornato in fase neutrale - ma non prima di condizionare il ritardo e l'estrema forza del monsone (nel quale Giacarta ha poi subito le sue di piogge torrenziali) e disturbato lo stagionale ITCZ, cosicché ora in Zimbabwe si teme grave siccità e carestia.
⚠️ E a tutte queste devastazioni, collegate tra loro da uno dei massimi sistemi climatici del pianeta, toccherà probabilmente abituarsi: è stato dimostrato nel 2014 che, con il surriscaldarsi del pianeta agli attuali tassi di emissione di CO2, valori estremi del dipolo IOD come visto quest'anno diventeranno tre volte più frequenti, praticamente la nuova norma.
‼️ Ma noi rifiutiamo questo "new normal", nel nome di tutti coloro per i quali questa normalità alterata significherà solo sofferenza, privazione, distruzione e sfollamento. La crisi climatica sta riunendo i continenti: continueremo a denunciare a gran voce l'inazione contro questa emergenza planetaria, e invitiamo ogni persona che si sia resa conto di quanto è in gioco il futuro di ognuno, ad unirsi a noi il 17 gennaio per protestare a sostegno delle vittime in entrambi i continenti alla mercé dell’IOD, e il 24 aprile durante il Quinto Sciopero Globale!
#AfricanLivesMatter
#ClimateJustice
#ClimateEmergency
#FridaysForFuture
📋Che cos'è l'IOD (e l'ITCZ)
Video-spiegazione australiana dell’IOD qui: https://bit.ly/307tsIW
Video-spiegazione kenyota dell’IOD qui: https://bit.ly/2R0CUtL
Andamento dell'IOD 2019: https://bit.ly/2FybDtc
ITCZ: https://bit.ly/2FFoSYY
📋Fonti principali
BBC: https://bbc.in/309uILD
UNOCHA: https://bit.ly/2uBOmEz
Meteogiornale: https://bit.ly/36HiiNA
Nature: https://go.nature.com/2tGJOfD
📋Per approfondire (in italiano):
Uganda: https://bit.ly/2QEs11B
Burundi: https://bit.ly/35GSIqN
Sud Sudan: https://bit.ly/37MzNw6
📋Per approfondire (in inglese):
IOD / East Africa: https://bit.ly/2sUSqiT
Kenya: https://bit.ly/2Nb2UkM / https://bit.ly/2NgbkYq
Zimbabwe: https://bit.ly/2tQ0Vvp
YouTube
Understanding the Indian Ocean Dipole
Improve your understanding of one of Australia's key climate drivers, the Indian Ocean Dipole, with our 'Understanding the Indian Ocean Dipole' video. This v...
🌍 IL DESTINO CLIMATICO DELL'AFRICA, VISTO DAL MOZAMBICO 🌍
🇲🇿 Il Mozambico è il settimo paese più povero del mondo. Uscito dalla schiavitù latifondista sotto i colonizzatori portoghesi, dopo una lunga guerra civile, il paese ha visto la distribuzione dei terreni e oggi ciascuno campa di quello che coltiva.
💧 Ma ora incombe un altro problema, imprevisto, pauroso: il ritardo sempre maggiore delle piogge, combinato alla loro intensità sempre crescente, quando finalmente arrivano, ha visto l'instaurarsi di un ciclo di lunghe carestie seguite da devastanti cicloni, e ciò che non viene seccato dalle prime, viene marcito dai secondi.
🌪 Nel 2019 di cicloni ne sono arrivati due, uno dopo l’altro: il primo, Idai, a marzo ha fatto centinaia di morti e sommerso migliaia di villaggi, con 700 mila ettari di campi con raccolti da buttare; un solo mese dopo ecco il secondo, Kenneth, a finire il lavoro di devastazione.
🔥 Quei tetti in lamiera, essenziali nella difesa dalle piogge torrenziali, appena riprende la stagione di caldo trasformano le capanne in prigioni a cinquanta gradi, e quel poco di coltivazioni sopravvissute alle intemperie anomale (ma che ormai ritornano inesorabili) rimane alla mercé delle voraci locuste, favorite dalla troppa umidità dei terreni, e che i contadini combattono avvelenando la terra con enormi quantità di pesticidi (quando hanno abbastanza soldi per procurarseli).
🚨 Di questo “day after” climatico ricorrente i contadini sono tutti consapevoli: dicono che tutto è iniziato a cambiare nei primi anni Novanta - proprio mentre stava finendo la guerra che aveva contato un milione di morti - ma pochissimi sanno a cosa è dovuto. Ecco il paradosso: il “riscaldamento globale” è vissuto maggiormente sulla pelle di chi non vi ha contribuito per nulla, e di fatto ne ignora del tutto la causa: «estamos nas mãos de Deus» dicono i più anziani, siamo nelle mani del Signore.
❌ Ma in verità quelle "mani", quel "signore", sono ben altro da quello che immaginano, e il Mozambico ne vedrà ben presto i duri colpi in diretta, sulle proprie coste: poco al largo di Pemba, centro provinciale dal mare corallino, costellato di isole tropicali, è stato trovato nel 2013 un colossale giacimento di gas naturale, secondo solo a quello del Qatar. I giganti del settore, ENI in primis, non si sono fatti attendere: sono pronti ad accompagnare il Mozambico fin dentro la fase più buia del suo paradossale destino climatico...
🗞Leggi il reportage QUI: http://espresso.repubblica.it/internazionale/2020/01/02/news/africa-locuste-inverno-1.342364
(di Alessandro Gilioli, foto di Alessandro Grassani)
👉🏻 Ulteriore approfondimento: Stato di giustizia climatica in Mozambico https://www.thenation.com/article/archive/mozambique-idai-climate-debt/
👉🏻 Segui l'attivista climatica di Maputo: Dipti Bhatnagar
#AfricanLivesMatter
#ClimateJustice
#ClimateEmergency
🇲🇿 Il Mozambico è il settimo paese più povero del mondo. Uscito dalla schiavitù latifondista sotto i colonizzatori portoghesi, dopo una lunga guerra civile, il paese ha visto la distribuzione dei terreni e oggi ciascuno campa di quello che coltiva.
💧 Ma ora incombe un altro problema, imprevisto, pauroso: il ritardo sempre maggiore delle piogge, combinato alla loro intensità sempre crescente, quando finalmente arrivano, ha visto l'instaurarsi di un ciclo di lunghe carestie seguite da devastanti cicloni, e ciò che non viene seccato dalle prime, viene marcito dai secondi.
🌪 Nel 2019 di cicloni ne sono arrivati due, uno dopo l’altro: il primo, Idai, a marzo ha fatto centinaia di morti e sommerso migliaia di villaggi, con 700 mila ettari di campi con raccolti da buttare; un solo mese dopo ecco il secondo, Kenneth, a finire il lavoro di devastazione.
🔥 Quei tetti in lamiera, essenziali nella difesa dalle piogge torrenziali, appena riprende la stagione di caldo trasformano le capanne in prigioni a cinquanta gradi, e quel poco di coltivazioni sopravvissute alle intemperie anomale (ma che ormai ritornano inesorabili) rimane alla mercé delle voraci locuste, favorite dalla troppa umidità dei terreni, e che i contadini combattono avvelenando la terra con enormi quantità di pesticidi (quando hanno abbastanza soldi per procurarseli).
🚨 Di questo “day after” climatico ricorrente i contadini sono tutti consapevoli: dicono che tutto è iniziato a cambiare nei primi anni Novanta - proprio mentre stava finendo la guerra che aveva contato un milione di morti - ma pochissimi sanno a cosa è dovuto. Ecco il paradosso: il “riscaldamento globale” è vissuto maggiormente sulla pelle di chi non vi ha contribuito per nulla, e di fatto ne ignora del tutto la causa: «estamos nas mãos de Deus» dicono i più anziani, siamo nelle mani del Signore.
❌ Ma in verità quelle "mani", quel "signore", sono ben altro da quello che immaginano, e il Mozambico ne vedrà ben presto i duri colpi in diretta, sulle proprie coste: poco al largo di Pemba, centro provinciale dal mare corallino, costellato di isole tropicali, è stato trovato nel 2013 un colossale giacimento di gas naturale, secondo solo a quello del Qatar. I giganti del settore, ENI in primis, non si sono fatti attendere: sono pronti ad accompagnare il Mozambico fin dentro la fase più buia del suo paradossale destino climatico...
🗞Leggi il reportage QUI: http://espresso.repubblica.it/internazionale/2020/01/02/news/africa-locuste-inverno-1.342364
(di Alessandro Gilioli, foto di Alessandro Grassani)
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#ClimateJustice
#ClimateEmergency
l'Espresso
Con il cambiamento climatico le locuste arrivano anche in inverno. Ed è una tragedia
Nell'Africa sudorientale la stagione secca è diventata lunghissima. Gli insetti divorano i raccolti e poi arrivano devastanti cicloni. I contadini non sanno più come fare, ma una Ong italiana, l’Avsi,
++LE LOCUSTE IN AFRICA? NON PROVATE A TIRARE IN CAUSA LA BIBBIA!++
🗣In questi giorni sui media sono comparse le prime notizie dell'ennesima conseguenza della #CrisiClimatica che sta affiggendo il continente africano da un anno a questa parte. Ai fenomeni di siccità e inondazioni si aggiunge un'invasione di #locuste di proporzioni epocali, che in #Etiopia e #Somalia non si vedeva da 25 anni e in #Kenya persino dagli anni '50.
🌪Ma questo flagello non arriva per mano del Signore! Come spiegano i climatologi Guleid Artan e Abubakr Salih Babiker dell'osservatorio climatico ICPAC di Nairobi, insieme ai responsabili locali della FAO e dell’IGAD (Ente di Sviluppo del Corno d'Africa), la piaga delle locuste è il più recente sintomo della #siccità estrema seguita da una #piovosità mai vista da quarant’anni. Il collegamento tra questa combinazione talmente anomala ed estrema e la crisi climatica è ormai conclamato.
📈Come documentato dal sito Locust Watch, l'invasione ha avuto origine nelle zone desertiche dello #Yemen per poi diffondersi a sud, coinvolgendo per prime Etiopia e Somalia, due paesi già duramente colpiti dalle #inondazioni: qui le locuste hanno distrutto oltre 70 mila ettari di coltivazioni. Con lo sfollamento in atto in Somalia - si parla di quasi un milione di persone che dalle campagne cercano rifugio a Mogadiscio - e l'aumento dei prezzi degli alimenti seguito alla distruzione dei raccolti, si preannuncia una stagione tragica. Stiamo di fatto assistendo a impatti climatici che si sommano uno sull’altro, una tragica escalation in diretta della realtà dell'#EmergenzaClimatica.
🌏E non è solo il Kenya a temere che questi miliardi di locuste si avventino sui suoi raccolti destinati a uomini e bestiame. La stessa piaga degli sciami originati nel deserto arabo del Rub' al-Khali è arrivata a colpire massicciamente le coltivazioni anche il #Pakistan e l'#India. Un’ulteriore dimostrazione che la crisi climatica non conosce #frontiere...
🌾Fino all’inizio della nuova stagione secca, verso giugno, gli sciami di locuste imperverseranno di regione in regione spinti dai venti (anch'essi rafforzati dallo squilibrio climatico causato dall'estremo dipolo dell'#IOD di quest'anno) provocando danni incalcolabili. Ed ecco quindi che la crisi climatica, attraverso i suoi molteplici #vettori - acqua, aria, popoli, e ora anche gli insetti - a partire da una minima differenza di temperatura dell’oceano, arriva a decimare intere #popolazioni già soggette a una cronica mancanza di sicurezza alimentare per l’impossibilita di potersi sviluppare in modo sostenibile.
❌Questo non è che un esempio concreto di come le nostre #emissioni insostenibili abbiano conseguenze prima di tutto, e in modo più devastante, su coloro che non ne hanno mai tratto beneficio alcuno.
📚Per saperne di più:
(in Italiano)
- Locuste Kenya https://bit.ly/2uFyssB https://bit.ly/2OiQ84D
- Inondazioni Somalia https://bit.ly/36xKt0F
- immagini Kenya https://bit.ly/2t1FebP
(in Inglese)
- Locust Watch https://bit.ly/3aKholX
- ICPAC Nairobi https://bit.ly/2RwEhSi
- Somaliland Siccità https://cnn.it/3aQJbRG
- Somalia Sfollamento https://bit.ly/2uGNwWX
- Corno d'Africa Rischio Alimentare https://bit.ly/36t7OQX
- Locuste e Crisi Climatica https://bit.ly/30VWU58
- Locuste nel Corno d'Africa https://bit.ly/2vtOAOF
- immagini Kenya https://bit.ly/38Nd8jX
💚Segui l’attivista climatica keniana Elizabeth Wathuti aka Liz Mazingira: https://www.facebook.com/lizmazingira/ https://twitter.com/lizwathuti
#AfricanLivesMatter
#ClimateJustice
#ClimateEmergency
#FridaysForFuture
🗣In questi giorni sui media sono comparse le prime notizie dell'ennesima conseguenza della #CrisiClimatica che sta affiggendo il continente africano da un anno a questa parte. Ai fenomeni di siccità e inondazioni si aggiunge un'invasione di #locuste di proporzioni epocali, che in #Etiopia e #Somalia non si vedeva da 25 anni e in #Kenya persino dagli anni '50.
🌪Ma questo flagello non arriva per mano del Signore! Come spiegano i climatologi Guleid Artan e Abubakr Salih Babiker dell'osservatorio climatico ICPAC di Nairobi, insieme ai responsabili locali della FAO e dell’IGAD (Ente di Sviluppo del Corno d'Africa), la piaga delle locuste è il più recente sintomo della #siccità estrema seguita da una #piovosità mai vista da quarant’anni. Il collegamento tra questa combinazione talmente anomala ed estrema e la crisi climatica è ormai conclamato.
📈Come documentato dal sito Locust Watch, l'invasione ha avuto origine nelle zone desertiche dello #Yemen per poi diffondersi a sud, coinvolgendo per prime Etiopia e Somalia, due paesi già duramente colpiti dalle #inondazioni: qui le locuste hanno distrutto oltre 70 mila ettari di coltivazioni. Con lo sfollamento in atto in Somalia - si parla di quasi un milione di persone che dalle campagne cercano rifugio a Mogadiscio - e l'aumento dei prezzi degli alimenti seguito alla distruzione dei raccolti, si preannuncia una stagione tragica. Stiamo di fatto assistendo a impatti climatici che si sommano uno sull’altro, una tragica escalation in diretta della realtà dell'#EmergenzaClimatica.
🌏E non è solo il Kenya a temere che questi miliardi di locuste si avventino sui suoi raccolti destinati a uomini e bestiame. La stessa piaga degli sciami originati nel deserto arabo del Rub' al-Khali è arrivata a colpire massicciamente le coltivazioni anche il #Pakistan e l'#India. Un’ulteriore dimostrazione che la crisi climatica non conosce #frontiere...
🌾Fino all’inizio della nuova stagione secca, verso giugno, gli sciami di locuste imperverseranno di regione in regione spinti dai venti (anch'essi rafforzati dallo squilibrio climatico causato dall'estremo dipolo dell'#IOD di quest'anno) provocando danni incalcolabili. Ed ecco quindi che la crisi climatica, attraverso i suoi molteplici #vettori - acqua, aria, popoli, e ora anche gli insetti - a partire da una minima differenza di temperatura dell’oceano, arriva a decimare intere #popolazioni già soggette a una cronica mancanza di sicurezza alimentare per l’impossibilita di potersi sviluppare in modo sostenibile.
❌Questo non è che un esempio concreto di come le nostre #emissioni insostenibili abbiano conseguenze prima di tutto, e in modo più devastante, su coloro che non ne hanno mai tratto beneficio alcuno.
📚Per saperne di più:
(in Italiano)
- Locuste Kenya https://bit.ly/2uFyssB https://bit.ly/2OiQ84D
- Inondazioni Somalia https://bit.ly/36xKt0F
- immagini Kenya https://bit.ly/2t1FebP
(in Inglese)
- Locust Watch https://bit.ly/3aKholX
- ICPAC Nairobi https://bit.ly/2RwEhSi
- Somaliland Siccità https://cnn.it/3aQJbRG
- Somalia Sfollamento https://bit.ly/2uGNwWX
- Corno d'Africa Rischio Alimentare https://bit.ly/36t7OQX
- Locuste e Crisi Climatica https://bit.ly/30VWU58
- Locuste nel Corno d'Africa https://bit.ly/2vtOAOF
- immagini Kenya https://bit.ly/38Nd8jX
💚Segui l’attivista climatica keniana Elizabeth Wathuti aka Liz Mazingira: https://www.facebook.com/lizmazingira/ https://twitter.com/lizwathuti
#AfricanLivesMatter
#ClimateJustice
#ClimateEmergency
#FridaysForFuture
Corriere della Sera
Kenya, invasione record di locuste L’allarme della Fao: «Agire subito»
Uno sciame divora in un giorno il cibo di 35 mila persone. Emergenza anche in Somalia e Etiopia. La causa: il caldo record. Quattro milioni di bambini a rischio
🌊 INONDAZIONI E LOCUSTE - QUANDO LA CRISI CLIMATICA ARRIVA DALL'OCEANO🦗
🦠 La pandemia da #coronavirus si sta espandendo nel continente Africano e trova le popolazioni già in ginocchio a causa di impatti climatici per noi inimmaginabili: nel Corno d'Africa stanno imperversando #alluvioni torrenziali di intensità epocale e un'invasione di #locuste di proporzioni mai viste sta mettendo a repentaglio la #SicurezzaAlimentare di centinaia di migliaia di persone.
⛈ Siamo abituati a pensare che questi fenomeni meteorologici estremi e queste piaghe esotiche siano "caratteristiche" di quei lontani continenti, o frutto di un loro avverso destino geografico.
😮 La verità, quasi paradossale, è invece un'altra: le devastanti inondazioni e l'inedita invasione di locuste che il Corno d'Africa sta subendo in questi mesi hanno un'#origine precisa, e comune: sono entrambe conseguenze dirette di uno stesso fenomeno climatico che si è prodotto... in un #oceano.
📊 Comprendere che impatti micidiali per centinaia di migliaia di vite hanno, già oggi, un'origine climatica, nel nostro stesso emisfero, è un modo per rendersi conto che l'emergenza climatica è qui, è già nelle nostre vite.
👨🦰 Le popolazioni vulnerabili che ora diventano #vittime, o sfollate, in cerca di cibo e rifugio, sono le vittime dirette di #ecosistemi stravolti. E sappiamo chi è stato a stravolgerli. Mettervi fine richiederà una risposta epocale, a quello stesso livello globale che in questi mesi è emerso così prepotentemente.
👉 La risposta riguarda tutti. Perché abbiamo tutt* il diritto a un #Futuro.
📑 Leggete l'articolo qui ⏩ https://www.fridaysforfutureitalia.it/inondazioni-e-locuste
foto: @shangarey_foto
#ClimateJustice
#FightEveryCrisis
#AfricanLivesMatter
#FridaysForFuture
🦠 La pandemia da #coronavirus si sta espandendo nel continente Africano e trova le popolazioni già in ginocchio a causa di impatti climatici per noi inimmaginabili: nel Corno d'Africa stanno imperversando #alluvioni torrenziali di intensità epocale e un'invasione di #locuste di proporzioni mai viste sta mettendo a repentaglio la #SicurezzaAlimentare di centinaia di migliaia di persone.
⛈ Siamo abituati a pensare che questi fenomeni meteorologici estremi e queste piaghe esotiche siano "caratteristiche" di quei lontani continenti, o frutto di un loro avverso destino geografico.
😮 La verità, quasi paradossale, è invece un'altra: le devastanti inondazioni e l'inedita invasione di locuste che il Corno d'Africa sta subendo in questi mesi hanno un'#origine precisa, e comune: sono entrambe conseguenze dirette di uno stesso fenomeno climatico che si è prodotto... in un #oceano.
📊 Comprendere che impatti micidiali per centinaia di migliaia di vite hanno, già oggi, un'origine climatica, nel nostro stesso emisfero, è un modo per rendersi conto che l'emergenza climatica è qui, è già nelle nostre vite.
👨🦰 Le popolazioni vulnerabili che ora diventano #vittime, o sfollate, in cerca di cibo e rifugio, sono le vittime dirette di #ecosistemi stravolti. E sappiamo chi è stato a stravolgerli. Mettervi fine richiederà una risposta epocale, a quello stesso livello globale che in questi mesi è emerso così prepotentemente.
👉 La risposta riguarda tutti. Perché abbiamo tutt* il diritto a un #Futuro.
📑 Leggete l'articolo qui ⏩ https://www.fridaysforfutureitalia.it/inondazioni-e-locuste
foto: @shangarey_foto
#ClimateJustice
#FightEveryCrisis
#AfricanLivesMatter
#FridaysForFuture
Fridays For Future Italia
Inondazioni e locuste – quando la crisi climatica arriva dall’oceano | Fridays For Future Italia
🌍 Dal Sudan al Mali: le guerre climatiche si stanno scatenando nel #Sahel 🌍
💥 Le violenze scoppiate in #Darfur dall’inizio degli anni 2000 hanno causato la morte di 300.000 persone, un vero e proprio genocidio (dati dall'#ONU). Queste violenze hanno rivelato la presenza di un conflitto più ampio che sta diventando sempre più urgente ben oltre i confini del Sudan: un conflitto transnazionale tra comunità di #pastori nomadi, che cercano spazio per i pascoli, e agricoltori legati alla terra.
☀️ Secondo molti analisti, il conflitto è riconducibile al noto fenomeno della #desertificazione, cioè l’invasione del deserto nello spazio sempre più ristretto usato dai pastori. Essi sono costretti ad entrare in conflitto con gli agricoltori per avere le risorse per vivere. In Africa Occidentale e nel Sahel non esistono meccanismi che possano proteggere le persone, sia i pastori che gli agricoltori, dagli effetti sempre più devastanti della siccità.
🚫 Molti di questi stessi conflitti, benché radicati in tensioni e competizioni presenti da molto tempo, sono stati letti dall'Occidente solo come questioni di "sicurezza" politica o militare. E queste ostilità di lunga data, causate dallo scarseggiare delle risorse, vengono militarizzate sia dai gruppi armati che dai governi, e oltrepassano i confini.
👥 Ma questa narrazione sul conflitto, incentrata solo sulla "sicurezza", spesso ritrae i pastori come aggressori. Ma anche se vengono incolpati per i soprusi, anche loro sono vittime di insicurezza sociale ed economica: quando le violenze impediscono ai pastori di raggiungere i luoghi adatti per il pascolo, i governi non riservano loro alcun tipo di garanzia, nonostante questo settore costituisca il 40% dell’economia agricola del Sahel.
♻️ Ancora una volta, una sola verità vale su ogni continente: non vi sarà risposta all'altezza della crisi climatica se questa non sarà improntata alla giustizia climatica. Nei conflitti, perdiamo tutti. Il diritto al #FUTURO o sarà comune a tutti, o non ci sarà!
#AfricaDay #AfricanLivesMatter
#FridaysForFuture #ClimateJustice
Fonte "Dal Sudan al Mali, come le guerre climatiche si stanno scatenando nel Sahel" di Kaamil Ahmed, traduzione di Eleonora Diamanti@MeltingPot
(immagine L. Tato / AFP)
💥 Le violenze scoppiate in #Darfur dall’inizio degli anni 2000 hanno causato la morte di 300.000 persone, un vero e proprio genocidio (dati dall'#ONU). Queste violenze hanno rivelato la presenza di un conflitto più ampio che sta diventando sempre più urgente ben oltre i confini del Sudan: un conflitto transnazionale tra comunità di #pastori nomadi, che cercano spazio per i pascoli, e agricoltori legati alla terra.
☀️ Secondo molti analisti, il conflitto è riconducibile al noto fenomeno della #desertificazione, cioè l’invasione del deserto nello spazio sempre più ristretto usato dai pastori. Essi sono costretti ad entrare in conflitto con gli agricoltori per avere le risorse per vivere. In Africa Occidentale e nel Sahel non esistono meccanismi che possano proteggere le persone, sia i pastori che gli agricoltori, dagli effetti sempre più devastanti della siccità.
🚫 Molti di questi stessi conflitti, benché radicati in tensioni e competizioni presenti da molto tempo, sono stati letti dall'Occidente solo come questioni di "sicurezza" politica o militare. E queste ostilità di lunga data, causate dallo scarseggiare delle risorse, vengono militarizzate sia dai gruppi armati che dai governi, e oltrepassano i confini.
👥 Ma questa narrazione sul conflitto, incentrata solo sulla "sicurezza", spesso ritrae i pastori come aggressori. Ma anche se vengono incolpati per i soprusi, anche loro sono vittime di insicurezza sociale ed economica: quando le violenze impediscono ai pastori di raggiungere i luoghi adatti per il pascolo, i governi non riservano loro alcun tipo di garanzia, nonostante questo settore costituisca il 40% dell’economia agricola del Sahel.
♻️ Ancora una volta, una sola verità vale su ogni continente: non vi sarà risposta all'altezza della crisi climatica se questa non sarà improntata alla giustizia climatica. Nei conflitti, perdiamo tutti. Il diritto al #FUTURO o sarà comune a tutti, o non ci sarà!
#AfricaDay #AfricanLivesMatter
#FridaysForFuture #ClimateJustice
Fonte "Dal Sudan al Mali, come le guerre climatiche si stanno scatenando nel Sahel" di Kaamil Ahmed, traduzione di Eleonora Diamanti@MeltingPot
(immagine L. Tato / AFP)