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Conte dice: “Dobbiamo dare una svolta alla società."

E come si fa a dare questa svolta se affidiamo la gestione di questi fondi ad una società (ENI) che non crede minimamente nella transizione visto che - citando i loro piani - punta ad avere l'85% di produzione di #GAS fossile al 2050?

Non solo ha dimostrato di non crederci, ma rischia di danneggiare gli interessi di tutti gli italiani:
- finanziando progetti per la cattura della CO2 (con 12 mld €), sconvenienti dal punto di vista economico e pure clamorosamente meno efficace rispetto alle ormai convenienti rinnovabili (come già altre aziende del fossile han fatto...)
- AUMENTANDO l'estrazione e la produzione di #gas e #petrolio, che al contrario delle rinnovabili dobbiamo importare sempre dall'estero, aumentando così la bolletta di tutti i cittadini

Il conflitto di interessi è grande quanto un giacimento, e non solo per #Descalzi, il manager di #ENI, ma anche per le altre società coinvolte: da #Snam a #Enel.

Il #NextGenerationEU deve avere solo un interesse: quello dei cittadini italiani e delle nuove generazioni, ossia #transizione ecologica ed energetica.

Questa è l'unica via per limitare la #CrisiClimatica e allo stesso tempo creare il TRIPLO dei posti di lavoro rispetto ai #CombustibiliFossili (cit. Stiglitz, premio Nobel per l'economia, Oxford, McKinsey, ...)

Ogni altra direzione danneggerà il nostro #futuro.
Non fate finta di non saperlo, perché se ieri potevate passare per ingenui, oggi si diventa colpevoli.

🗞 fonte
#NonFossilizziamoci #FridaysForFuture #ClimateStrike #RecoveryFund
PERCHÈ I NOSTRI FONDI DEL #NextGenerationEU FINISCONO DIRETTAMENTE AD #ENI?

Nelle ultime bozze del PNRR (Piano Nazionale Ripresa e Resilienza) alcuni capitoli sembrano dettati direttamente a macchina da #ENI - come denunciano Legambiente,
Greenpeace e WWF.

Capiamoci, siamo tutti d'accordo nel voler incentivare una transizione ecologica ed energetica, e devono assolutamente farlo anche le aziende del fossile.

Ma TUTTI i fondi devono essere vincolati a una reale #transizione, non tangibile consultando i piani di Eni.

Parliamo, infatti, di un’azienda che, nel 2050, continuerà ancora la sua produzione di petrolio e gas e che prevede di aumentare la produzione di idrocarburi fino al 2025, rallentando di fatto la transizione ecologica.

Nel 2025 ci resteranno solo 2 anni per cercare di limitare l’aumento della temperatura a 1.5°C!
Il cambiamento deve avvenire OGGI.

Non ci sono buoni e cattivi.
C'è solo chi crede davvero in una transizione, e chi fa finta, anche molto in malafede.
Da che parte vogliamo stare?

📝Fonti:

Domani
Legambiente
Wired
LA TRANSIZIONE CHE VOGLIAMO

💪 Ieri siamo sces* in piazza (offline e online) per chiedere al nuovo Governo Draghi di agire immediatamente e radicalmente per contrastare la #CrisiClimatica. A parole il nuovo Presidente del Consiglio ci fa ben sperare: «vogliamo lasciare un buon pianeta, non solo una buona moneta» è quanto ha dichiarato con il suo discorso al Senato.

🙅‍♀️ La scelta della sua squadra di Governo, però, va in tutt'altra direzione. A partire dal ministro Cingolani, messo a capo del nuovo e tanto atteso Ministero per la Transizione Ecologica, il cui passato non lascia intuire particolare esperienza in campo ecologico, né una particolare simpatia per le #rinnovabili, semmai più per il #GasFossile. Non ci rassicura nemmeno Giorgetti - le sue posizioni rasentano il negazionismo - allo Sviluppo Economico, ministero dove vengono prese decisioni che impattano moltissimo sul #clima.

Riusciranno i nostri eroi a non deluderci e a condurre l'Italia verso un futuro a #ZeroEmissioni?

🔥 Noi abbiamo le idee chiare sulla #transizione che vogliamo (e che trovate su https://ritornoalfuturo.org/): una transizione non solo tecnologica, ma che tenga conto dei nostri principi di #GiustiziaClimatica. Una transizione che dia una vera priorità all'ambiente e alle persone, e metta ai margini chi inquina speculando sulla nostro #futuro.

📣 BASTA SOLDI PUBBLICI A FONTI FOSSILI, ARMI E INDUSTRIE INQUINANTI. Unisciti a noi!
Ultimamente abbiamo parlato spesso di #CCS sulle nostre pagine, acronimo che indica gli impianti per la Cattura e lo Stoccaggio della CO2.

Come funziona veramente?

🎨 Grazie ai fantastici disegni di @alterales eccolo rappresentato in tutte le sue contraddizioni!

Il CCS si inserisce nella narrativa della lobby del #gas, che sta facendo pressione sulle istituzioni, a partire dall'Unione Europea, per promuovere l'idrogeno come il nuovo vettore per l'energia sostenibile, pur di non dover smantellare i propri impianti o ricevere l'approvazione per la costruzione di nuovi metanodotti, promettendo il trasporto di un 10% di #idrogeno a fronte di un 90% di gas.

📢 La campagna @noccs_ilfuturononsistocca in particolare si concentra sul progetto dell'impianto di Ravenna firmato #Eni, che potrebbe rappresentare un precedente per autorizzare altri progetti in tutto il paese.

È davvero questa la #transizione che vogliamo?
ATTENZIONE ⚠️ c'è stato un qui pro quo, il ministro Cingolani ha confuso "#Transizione Ecologica" con "#Trivellazione Ecologica"... che nemmeno esiste.

🚨 #Ministro, è ancora in tempo per correggere l'errore e tornare sulla retta V.I.A.!

Credit: @alterales
Nonostante la nascita ufficiale di un ministero dedicato, in Italia la #transizione ecologica resta un tema molto sfuggente a un dibattito concreto.

Con “transizione ecologica” si intende la necessità di trasformare il sistema produttivo, muovendosi verso un modello sostenibile per l’ecosistema circostante. Se gli #obiettivi Ue di puntare alla carbon neutralità entro il 2050 sono inferiori rispetto a quelli stabiliti dalla comunità scientifica, che punta al 2030, restano comunque difficili da raggiungere per l’Italia, al quarto posto fra i Paesi europei per quantità di gas a effetto serra immessi nell’atmosfera. I principali settori responsabili dell'80% delle emissioni italiane sono i trasporti (24,4%), il settore residenziale (19,5%), le industrie energetiche (24,0%) e quelle manifatturiere (12,4%).

Ora, il Piano nazionale di ripresa e resilienza permetterà all’Italia di rimettere in moto la propria economia, ma in ambito ambientale il piano presentato dalla #politica dimostra quanto l’impegno non sia ancora sufficiente.

Nell'attuale documento, infatti, l’obiettivo di generazione di #energia da fonti rinnovabili è fermo al 30% entro il 2030, ancora in linea con il precedente Piano energia e clima, mentre gli investimenti restano ridotti, limitati all’agro-voltaico e all’eolico off-shore. In totale, la proposta di aumento della potenza di generazione di energia da rinnovabili si ferma a 4.2 GW in 5 anni, mentre per decarbonizzare più velocemente necessiteremmo di 6 GW annui.

Inoltre, è dato grande spazio al biometano, per sostenere la produzione da allevamenti intensivi, e al fossile, necessario alla filiera dell’idrogeno.
Sebbene ci siano investimenti nel trasporto #pubblico regionale, un’ampia quota dei fondi è destinata all'alta velocità, non prioritaria in un Paese in cui il 50% degli spostamenti avviene entro 50 km.
Analizzando le singole voci, si nota come la composizione dei trasporti sia fondamentale: per esempio, più della metà degli autobus sono previsti a metano.
Infine, i tagli drastici al piano di efficientamento energetico degli edifici e i pochi fondi destinati alla tutela del territorio e dell’acqua pubblica rendono tutti i settori sottofinanziati.

Post in collaborazione con @thevisioncom
Oggi momento della verità e si capisce se il @MiTE_IT è ministero della #transizione o della #finzione ecologica. Ore 13.45 scopriremo ufficialmente se l'Italia entra in #BOGA, vietando nuove licenze e concessioni per nuove esplorazioni oil/gas su suolo italiano.

#COP26 
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E tu hai trovato il senso logico di queste affermazioni?

Scrivicelo nei commenti 🤫

#transizione #gas #crisiclimatica
Lanciamo insieme al Collettivo di Fabbrica Gkn due giornate di mobilitazioni convergenti: lo Sciopero Globale del 25 marzo per la giustizia climatica e la Mobilitazione Nazionale “Insorgiamo” del 26 marzo a Firenze.

Sfidiamo insieme ogni tentativo di contrapporre questione sociale e questione ambientale, attraverso due date esplicitamente collegate dal fil rouge della transizione ecologica e lavorativa.

E poichè non esiste processo più inquinante della #guerra -per il suo impatto ambientale e per come ridefinisce le priorità economiche e sociali dei paesi- non potrà che essere anche una scadenza contro la guerra.

Non permetteremo più di giustificare delocalizzazioni, licenziamenti, precariato con la scusa della crisi climatica.

Non permetteremo di giustificare con la difesa dei posti di lavoro una deviazione nella transizione ecologica.

La #transizione ecologica, se reale, deve misurare la propria efficacia anche sui tempi, e non è più concepibile alcun rallentamento.

Il pianeta è in fiamme, da ogni punto di vista, e ogni secondo sprecato è un crimine.

In una reale transizione ecologica il #lavoro inquinante cessa gradualmente di esistere: non si lavorerà più a discapito dei diritti, dell’ambiente, della salute e della pace, ma si passerà per una ridefinizione democratica di cosa è realmente necessario produrre.

E’ possibile lavorare meno e meglio, e lavorare tutti, ed è un diritto che ogni lavoratrice e lavoratore, di oggi o di domani, dovrebbe rivendicare.

Non è possibile portare avanti una vera transizione climatica mentre milioni di persone -per povertà salariale o per precarietà- sono concentrate sulla propria sopravvivenza economica.

La vicenda #Gkn ci insegna che essere salariati sotto ricatto limita la nostra possibilità come persone e cittadini di dedicarci alle lotte a cui teniamo, nonché di essere attivamente partecipi del cambiamento.

Liberarci dal ricatto significa riappropriarci del diritto di incidere sulla politica del paese e acquisire nuovo potere decisionale sulle nostre vite.

🔥 Invitiamo tutte e tutti allo Sciopero Globale per il clima del 25 marzo e invitiamo le stesse forze a partecipare al corteo di Firenze del 26 marzo.

👉👉Leggi il comunicato completo
cliccando qua👈👈

#PeopleNotProfit
🌱 È possibile un #lavoro a impatto zero?

Da oggi al 2023, ogni 5 nuovi posti di lavoro creati dalle imprese attive in Italia, 1 sarà generato da aziende eco-sostenibili.

Possiamo fare ancora tanto, e anche i sindacati hanno il compito di indicare la strada migliore.

E allora perchè il Mainsponsor del concerto del Primo Maggio sarà #Eni?

L'azienda opera in 69 paesi, compresi Stati accusati di abusi e violazioni sistematiche dei diritti umani (senza contare i disastri ambientali causati dal colosso del gas nel Delta del Niger).

Ricollocare i suoi 80.000 dipendenti può essere un ottimo punto di partenza per una vera #transizione ecologica ;)

#PrimoMaggio

Crediti foto 1: Moira Spitoni