La crisi climatica e ambientale è la diretta conseguenza di un sistema produttivo che sfrutta le risorse naturali, animali, umane.
La ripartenza post coronavirus non dovrà essere un semplice ritorno alla normalità. Le conseguenze della #crisi climatica, già in atto, sfuggiranno al nostro controllo se non la affronteremo tempestivamente, elaborando e condividendo #strategie di breve e lungo termine.
Chiediamo alla #politica italiana di predisporre un piano di programmazione economica che affronti insieme la crisi economica e la crisi climatica.
Una drastica riduzione delle emissioni è necessaria ORA e non sarà possibile ottenerla senza un importante intervento #pubblico.
🌍 La campagna Ritorno Al Futuro, lanciata da Fridays For Future Italia e sottoscritta da scienziat_, espert_ ed associazioni, compie un anno.
Leggi tutte le proposte dal sito https://ritornoalfuturo.org/le-proposte/
Grazie Francesco Palmiotto per le grafiche!
#ritornoalfuturo
La ripartenza post coronavirus non dovrà essere un semplice ritorno alla normalità. Le conseguenze della #crisi climatica, già in atto, sfuggiranno al nostro controllo se non la affronteremo tempestivamente, elaborando e condividendo #strategie di breve e lungo termine.
Chiediamo alla #politica italiana di predisporre un piano di programmazione economica che affronti insieme la crisi economica e la crisi climatica.
Una drastica riduzione delle emissioni è necessaria ORA e non sarà possibile ottenerla senza un importante intervento #pubblico.
🌍 La campagna Ritorno Al Futuro, lanciata da Fridays For Future Italia e sottoscritta da scienziat_, espert_ ed associazioni, compie un anno.
Leggi tutte le proposte dal sito https://ritornoalfuturo.org/le-proposte/
Grazie Francesco Palmiotto per le grafiche!
#ritornoalfuturo
Nonostante la nascita ufficiale di un ministero dedicato, in Italia la #transizione ecologica resta un tema molto sfuggente a un dibattito concreto.
Con “transizione ecologica” si intende la necessità di trasformare il sistema produttivo, muovendosi verso un modello sostenibile per l’ecosistema circostante. Se gli #obiettivi Ue di puntare alla carbon neutralità entro il 2050 sono inferiori rispetto a quelli stabiliti dalla comunità scientifica, che punta al 2030, restano comunque difficili da raggiungere per l’Italia, al quarto posto fra i Paesi europei per quantità di gas a effetto serra immessi nell’atmosfera. I principali settori responsabili dell'80% delle emissioni italiane sono i trasporti (24,4%), il settore residenziale (19,5%), le industrie energetiche (24,0%) e quelle manifatturiere (12,4%).
Ora, il Piano nazionale di ripresa e resilienza permetterà all’Italia di rimettere in moto la propria economia, ma in ambito ambientale il piano presentato dalla #politica dimostra quanto l’impegno non sia ancora sufficiente.
Nell'attuale documento, infatti, l’obiettivo di generazione di #energia da fonti rinnovabili è fermo al 30% entro il 2030, ancora in linea con il precedente Piano energia e clima, mentre gli investimenti restano ridotti, limitati all’agro-voltaico e all’eolico off-shore. In totale, la proposta di aumento della potenza di generazione di energia da rinnovabili si ferma a 4.2 GW in 5 anni, mentre per decarbonizzare più velocemente necessiteremmo di 6 GW annui.
Inoltre, è dato grande spazio al biometano, per sostenere la produzione da allevamenti intensivi, e al fossile, necessario alla filiera dell’idrogeno.
Sebbene ci siano investimenti nel trasporto #pubblico regionale, un’ampia quota dei fondi è destinata all'alta velocità, non prioritaria in un Paese in cui il 50% degli spostamenti avviene entro 50 km.
Analizzando le singole voci, si nota come la composizione dei trasporti sia fondamentale: per esempio, più della metà degli autobus sono previsti a metano.
Infine, i tagli drastici al piano di efficientamento energetico degli edifici e i pochi fondi destinati alla tutela del territorio e dell’acqua pubblica rendono tutti i settori sottofinanziati.
Post in collaborazione con @thevisioncom
Con “transizione ecologica” si intende la necessità di trasformare il sistema produttivo, muovendosi verso un modello sostenibile per l’ecosistema circostante. Se gli #obiettivi Ue di puntare alla carbon neutralità entro il 2050 sono inferiori rispetto a quelli stabiliti dalla comunità scientifica, che punta al 2030, restano comunque difficili da raggiungere per l’Italia, al quarto posto fra i Paesi europei per quantità di gas a effetto serra immessi nell’atmosfera. I principali settori responsabili dell'80% delle emissioni italiane sono i trasporti (24,4%), il settore residenziale (19,5%), le industrie energetiche (24,0%) e quelle manifatturiere (12,4%).
Ora, il Piano nazionale di ripresa e resilienza permetterà all’Italia di rimettere in moto la propria economia, ma in ambito ambientale il piano presentato dalla #politica dimostra quanto l’impegno non sia ancora sufficiente.
Nell'attuale documento, infatti, l’obiettivo di generazione di #energia da fonti rinnovabili è fermo al 30% entro il 2030, ancora in linea con il precedente Piano energia e clima, mentre gli investimenti restano ridotti, limitati all’agro-voltaico e all’eolico off-shore. In totale, la proposta di aumento della potenza di generazione di energia da rinnovabili si ferma a 4.2 GW in 5 anni, mentre per decarbonizzare più velocemente necessiteremmo di 6 GW annui.
Inoltre, è dato grande spazio al biometano, per sostenere la produzione da allevamenti intensivi, e al fossile, necessario alla filiera dell’idrogeno.
Sebbene ci siano investimenti nel trasporto #pubblico regionale, un’ampia quota dei fondi è destinata all'alta velocità, non prioritaria in un Paese in cui il 50% degli spostamenti avviene entro 50 km.
Analizzando le singole voci, si nota come la composizione dei trasporti sia fondamentale: per esempio, più della metà degli autobus sono previsti a metano.
Infine, i tagli drastici al piano di efficientamento energetico degli edifici e i pochi fondi destinati alla tutela del territorio e dell’acqua pubblica rendono tutti i settori sottofinanziati.
Post in collaborazione con @thevisioncom