Fridays For Future • Italia
3.65K subscribers
3.11K photos
296 videos
989 links
Canale ufficiale di Fridays For Future Italia

🔸Instagram: https://www.instagram.com/fridaysforfutureitalia/
🔸Facebook: https://www.facebook.com/fffitalia/
🔸Twitter: https://twitter.com/fffitalia
Download Telegram
Media is too big
VIEW IN TELEGRAM
Al World Economic Forum di Davos è intervenuta anche Greta Thunberg 🌷 Per il terzo anno consecutivo ha ricordato ai ricchi e potenti della Terra che la nostra casa è in #fiamme e che abbiamo bisogno di #obiettivi più ambiziosi per poter affrontare la #crisi climatica, di cui già molte popolazioni stanno pagando le conseguenze🔥

<< Anzichè prendere azioni immediate come si farebbe in qualsiasi emergenza, si fissano obiettivi vaghi, ipotetici e distanti in un lontano futuro. Obiettivi basati su scappatoie e su conteggi incompleti. Obiettivi come emissioni zero nette nel 2050. Obiettivi che equivalgono ad una resa. [...] E il momento dei “piccoli passi nella giusta direzione” è finito da tempo. >>

🎞 Nel video l'intervento completo!

#WEF #davos #gretathunberg
Antonio Guterres, Segretario Generale ONU: CLIMA, È ALLARME ROSSO.

🚨 Nel #report pubblicato poche settimane fa dall'UNFCCC - la sezione delle Nazioni Unite che si occupa di cambiamenti climatici - dimostra che i governi non sono minimamente vicini all'obiettivo vitale di limitare il #riscaldamento globale a 1.5° C rispetto ai livelli pre-industriali

Nel 2015 la firma degli Accordi di Parigi affermava la volontà di ridurre del 45% le emissioni di #CO2 entro il 2030. E del 100% al 2050
Cinque anni dopo, i piani dei governi per ridurre le proprie emissioni (che vengono chiamati NDCs e sono stabiliti su base volontaria) permetteranno tutti insieme di raggiungere una riduzione delle emissioni... INFERIORE ALL'1 PER CENTO. Un risultato assolutamente inaccettabile secondo tutti i parametri scientifici!

Come afferma l'UNFCCC, il problema è che solo DUE tra i 18 maggiori emettitori al mondo hanno presentato un piano aggiornato. Dei restanti 16 #governi, alcuni hanno presentato piani con un aumento molto basso del loro livello di ambizione, mentre altri non hanno nemmeno presentato i loro piani.

Sottoscriviamo le parole di Greta: "finché tutto ciò non domina le prime pagine dei giornali, non abbiamo alcuna possibilità di raggiungere gli #obiettivi dell'accordo di Parigi e quindi di assicurare le future condizioni di vita dell'umanità."

Leggi il report completo qui o il comunicato stampa qui
Nonostante la nascita ufficiale di un ministero dedicato, in Italia la #transizione ecologica resta un tema molto sfuggente a un dibattito concreto.

Con “transizione ecologica” si intende la necessità di trasformare il sistema produttivo, muovendosi verso un modello sostenibile per l’ecosistema circostante. Se gli #obiettivi Ue di puntare alla carbon neutralità entro il 2050 sono inferiori rispetto a quelli stabiliti dalla comunità scientifica, che punta al 2030, restano comunque difficili da raggiungere per l’Italia, al quarto posto fra i Paesi europei per quantità di gas a effetto serra immessi nell’atmosfera. I principali settori responsabili dell'80% delle emissioni italiane sono i trasporti (24,4%), il settore residenziale (19,5%), le industrie energetiche (24,0%) e quelle manifatturiere (12,4%).

Ora, il Piano nazionale di ripresa e resilienza permetterà all’Italia di rimettere in moto la propria economia, ma in ambito ambientale il piano presentato dalla #politica dimostra quanto l’impegno non sia ancora sufficiente.

Nell'attuale documento, infatti, l’obiettivo di generazione di #energia da fonti rinnovabili è fermo al 30% entro il 2030, ancora in linea con il precedente Piano energia e clima, mentre gli investimenti restano ridotti, limitati all’agro-voltaico e all’eolico off-shore. In totale, la proposta di aumento della potenza di generazione di energia da rinnovabili si ferma a 4.2 GW in 5 anni, mentre per decarbonizzare più velocemente necessiteremmo di 6 GW annui.

Inoltre, è dato grande spazio al biometano, per sostenere la produzione da allevamenti intensivi, e al fossile, necessario alla filiera dell’idrogeno.
Sebbene ci siano investimenti nel trasporto #pubblico regionale, un’ampia quota dei fondi è destinata all'alta velocità, non prioritaria in un Paese in cui il 50% degli spostamenti avviene entro 50 km.
Analizzando le singole voci, si nota come la composizione dei trasporti sia fondamentale: per esempio, più della metà degli autobus sono previsti a metano.
Infine, i tagli drastici al piano di efficientamento energetico degli edifici e i pochi fondi destinati alla tutela del territorio e dell’acqua pubblica rendono tutti i settori sottofinanziati.

Post in collaborazione con @thevisioncom