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#ChildResQue

🌎 Marty, South Dakota 🇺🇸
🗓 26 luglio 2022

LA
#CHIESA ED I SUOI MISFATTI.
LE VOCI DEI
#NATIVI AMERICANI

🟣
#ABUSI_SESSUALI PERPETRATI SU #BAMBINI PER INTERE GENERAZIONI, NEI #COLLEGI FEDERALI INDIANI.

GLI STATI UNITI, A MAGGIO SCORSO, HANNO FINALMENTE AMMESSO E RICONOSCIUTO I DANNI.

Geraldine Charbonneau Dubourt, membro della Turtle Mountain Band di Chippewa, ora vuole giustizia: un risarcimento per gli stupri e gli abusi, che lei e le sue otto sorelle e decine di altri bambini nativi americani hanno subìto per anni, presso l'ex scuola missionaria indiana di St. Paul a Marty, South Dakota .

Una legge statale del 2010
ha, di fatto, sempre impedito alle vittime di abusi sessuali, che avessero 40 o più anni, di intentare delle cause contro le istituzioni.

Tale legislazione fu concepita al fine
di tutelare la Chiesa cattolica, i cui sacerdoti e suore gestivano la
St. Paul's ed almeno altre quattro scuole simili, nel South Dakota.

Normativa che i nativi americani intendono ribaltare, ad iniziare dalla nostra testimone nonché vittima agguerrita e motivata più che mai, dopo tante estenuanti battaglie intraprese ed una causa civile intentata nel 2008, che cita in giudizio numerosi ecclesiastici.

La sua storia è aberrante.
Ne ha fornito dettagli e sfumature a Reuters, riferendo di stupri ed aborti, che è stata obbligata a subire da parte di sacerdoti e suore, all'interno del collegio, nei seminterrati.

Gli avvocati della diocesi hanno sostenuto la tesi che l'allora vescovo aveva poca voce in capitolo su come era gestita la scuola: i vescovi hanno un'autorità limitata sugli ordini religiosi che operano all'interno delle loro diocesi e nessun potere di supervisione delle loro mansioni.

Pertanto, il vescovo
non aveva autorità di supervisione canonica o responsabilità riguardo a qualsiasi abuso verificatosi presso la St. Paul's Indian School.

Chiave di lettura erronea del diritto canonico, utilizzata, assai spesso, dalle autorità cattoliche per eludere la responsabilità per crimini sessuali commessi da sacerdoti e suore, nelle loro giurisdizioni.

Negli Stati Uniti, nel frattempo, leggi come quelle del South Dakota sottolineano le sfide che i nativi americani devono affrontare nel tentativo di ottenere un giudizio contro coloro che hanno gestito i
collegi statunitensi.

Dal 2003, ben 108 ex studenti del St. Paul's di Marty hanno denunciato gli abusi.

I nativi americani sopravvissuti che hanno subìto abusi da parte di sacerdoti, a livello globale, sono un numero spropositato: circa 25.000 membri in tutto il mondo.

Proprio in questi giorni, il Papa, si trova in Canada, per un pellegrinaggio inteso come "punizione spirituale" e percorso per formulare le scuse, a nome della chiesa cattolica, a tutti gli indigeni oggetti di violenze sessuali e maltrattamenti ma i traumi e le ferite riportate da chi ha dovuto accettare tali azioni riprovevoli non possono essere cancellati con una sorta di pentimento o di punizione spirituale.

Il danno è ingente, è grave ed ancora sopravvive, anzi, vive, lacera e crea sofferenza e dolore, sebbene sia trascorso del tempo perché certe fratture non potranno mai risanarsi.

🔗
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#News_USA_South_Dakota | #Danger |#Child_Abuse |#Child_Violence |#Church_And_Child_Abuse|

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