Avvocato Vercellotti | Avvocato del Digitale | Legal for Digital
3.99K subscribers
10 photos
5 videos
425 links
Unico Avvocato del Digitale®️ d’Italia

In questo canale troverai aggiornamenti legali relativi al mondo del Digitale come Gdpr, Copyright, Contest, Digital Contracts e gestione legale della Brand Reputation

Per una consulenza: studio@legalfordigital.it
Download Telegram
Avvocato Vercellotti | Avvocato del Digitale | Legal for Digital pinned «🎯 TUTELA TE E I TUOI CLIENTI Tag: #legaltech Sei un assistente virtuale e aspiri a scalare il business? Sei nel posto giusto! Se devi impostare le regole del rapporto di collaborazione con il tuo cliente o prevedi di avere dei colleghi collaboratori,…»
🎯 TI È MAI CAPITATO DI CONCLUDERE UN CONTRATTO TRA PIÙ PARTI?

Tag:
#contratti

Ad uno studente dell’academy sì.
Ci ha chiesto quindi un chiarimento sulla piattaforma:
una web agency è tutelata nei contratti multipli?

Abbiamo deciso di condividere la risposta anche con te, visto che questa prassi del contratto tra più parti è sempre più frequente:

📝Sempre più spesso le aziende collaborano insieme per chiedere delle prestazioni alla web agency.

Fino a qualche anno fa la prassi era che un’unica azienda si intestava il contratto, e poi veniva fatta una divisione interna per le varie prestazioni e pagamenti.

Oggi, invece, le aziende tendono a chiedere una contrattualizzazione diversificata per ognuna di esse. Questo consente anche di usufruire del piano di restituzione dei soldi a fondo perduto da parte dello Stato, il cosiddetto PNRR.

👀 Un aspetto da chiarire è la differenza tra “parti” e “soggetti” nel contratto. Normalmente in un contratto tra cliente e agenzia/freelance le parti sono due: da una parte abbiamo il fornitore del servizio (la web agency) e dall’altra il beneficiario dello stesso, vale a dire il cliente. Può succedere che da una parte o dall’altra i soggetti siano più di uno:

Ci sono più soggetti-fornitori: la parte contrattuale è una sola, ma all’interno della stessa ci sono più soggetti. Può esserci l’agenzia che sviluppa il sito, il freelance che si occupa dell’advertising su Google, e il grafico che realizza il logo. I soggetti sono molteplici, ma la parte è una.

Ci sono più clienti: spesso succede, come nel caso a noi proposto, che il fornitore è unico, ma i beneficiari del servizio sono più clienti. Se la prestazione è unica e va a beneficio di tutti e tre i soggetti, la cosa migliore è avere un unico contratto. Ma se ciascuno dei soggetti ha diritto a prestazioni diverse, la situazione è diversa. Pensiamo ad esempio allo sviluppo di tre siti web: la redazione di un unico contratto non ha senso, anche perché comporterebbe un appesantimento delle responsabilità del fornitore (la web agency). Mettiamo che i clienti siano soddisfatti per due dei tre siti. Per il terzo sito invece nascono delle discussioni. Essendo il contratto unico, quindi unica la prestazione del fornitore, quest’ultimo dovrà rispondere come se tutti e tre i siti web non rispondessero alle aspettative dei clienti. Questo perché la prestazione non è divisibile.

Quanto una web agency è tutelata nei contratti multipli?

Non si può dare una risposta univoca: bisogna valutare l’oggetto del contratto.

Questo è uno dei tanti contenuti pubblicati nella nostra academy. Il nostro obiettivo è rendere comprensibile le materie legali a tutti, dando consigli e rispondendo alle tue domande.

Ebbene sì: in academy puoi chiederci di approfondire le tematiche che più ti interessano e noi creeremo un contenuto ad hoc!

Cosa aspetti?

👇Candidati al link qui sotto!

😉 @avvocatovercellotti
🎯SE SEI UN ASSISTENTE VIRTUALE NON PUOI PERDERLO!

Tag:
#legaltech

Di cosa parlo?

Del corso che ho pensato per te!

Il termine per iscriverti alla live sta per scadere!

Partecipando alla diretta avrai una grande opportunità: fare le tue domande all’avvocato del digitale.

Infatti ben 30 minuti del corso sono dedicate ai Q&A!

Termine d’iscrizione:

🗓 26 giugno

👇Vai sulla landing per saperne di più!

P.s. Se fai parte di LFD academy vai nella sezione eventi dove puoi trovare la promo a te dedicata!
🔔 10+1 vere risposte legali su GA e Gdpr

Tag:
#GDPR

Google Analytics è illegale?
E GA4 è a norma di Gdpr?
Cosa dobbiamo fare adesso?
Quali sono le possibili soluzioni?

Quante domande, quante risposte discutibili in giro o almeno valutabili…

Noi di Legal For Digital abbiamo pensato di fare qualcosa in più o almeno di diverso e dare risposta alle 10+1 domande essenziali per comprendere tutta la questione davvero nel dettaglio.

Vogliamo fare qualcosa di diverso, una live per mettere tutti i puntini sulle i alla luce del provvedimento del Garante Italiano ma non solo.

Parleremo di CNIL (Garante Francese), parleremo di aspetti tecnici, di software alternativi e di molto altro..

In poche parole abbiamo cercato di fare del nostro meglio per darvi una visione completa e il più chiara possibile sulla questione.

Ti aspettiamo questa sera alle 17:00 con una live che era pensata solo per gli iscritti a Legal For Digital Academy ma abbiamo deciso di regalare gratuitamente a tutti.

Ah dimenticavo: se vieni in live puoi scoprire una super sorpresa che abbiamo deciso di fare a tutti!

👇Qui sotto il link per accedere
🎯SCOPRI LA NOSTRA SORPRESA PER TE PER LA QUESTIONE GA E GDPR!

Tag:
#legaltech

Ieri noi di Legal For Digital abbiamo tenuto una live sul tema dell’illecito utilizzo di Google Analytics..

Che dire se non: abbiamo fatto il botto!!!

Un sacco di gente, più di 340 iscritti e una media di 220 persone presenti cariche di domande e affamate di riposte.

Noi abbiamo fatto del nostro meglio, eravamo già pronti con le 10+1 domande essenziali per chiarire tutta la questione Analytics, ma ne sono uscite altre molto interessanti.

È stata più di un’ora e mezza intensa e densa di tanto, davvero tanto, a livello legale, a livello tecnico, a livello pratico. Una vera ora di Legal Tech.

E dopo aver fatto tutto ciò, ci siamo chiesti in studio cosa potessimo fare in più???

E abbiamo pensato di fare un regalo ai nostri migliaia di iscritti alla newsletter:
➡️ la registrazione integrale dell’intera live di ieri

Ma ancora non eravamo soddisfatti e quindi abbiamo pensato di fare di più…

➡️ Quindi da ieri sera stiamo lavorando su una MINI GUIDA nata dalla nostra live con tutto quello che sappiamo sulla questione illecito utilizzo di GA, soluzioni pratiche, alternative a GA, questione GA4, visione legale degli altri Garanti UE e molto altro ancora.

Tutti gli iscritti alla newsletter di Legal For Digital riceveranno tutto questo mercoledì alle 13:57

Ma attenzione non ti stiamo obbligando a iscriverti alla nostra newsletter, fallo solo se ti interessa essere sempre aggiornato sulle tematiche di Legal Tech.

Ora però sai anche quali esclusive hanno gli iscritti alla nostra newsletter. E vuoi essere dei nostri anche tu trovi il link qui sotto

Se vuoi rimanere nella disinformazione legale: NON ISCRIVERTI!!!
🎯 RISPOSTA AL VOSTRO QUESITO DI OGGI

Tag: #GDPR

Da questa mattina stanno arrivando a tantissimi di voi, mail di un certo Federico L. che richiede la cancellazione dei suoi dati dal vostro sito.

Decine di clienti di Legal For Digital ci hanno segnalato questa situazione e anche tanti di voi sui social con messaggi o tag nei vari gruppi.

Cerchiamo di fare un po’ chiarezza:
1️⃣ la richiesta di cancellazione dei propri dati personali è qualcosa di lecito e corretto ed è prevista dal Gdpr
2️⃣ consigliamo di non aprire link sospetti o di cui non conosciamo l’origine (la sicurezza non è mai troppa)
3️⃣ sicuramente Federico si è informato molto bene sul discorso Google Analytics e Gdpr di questi giorni (avrà mica visto la nostra live di lunedì: cita i proveddimenti del CNILL, la grande live di Scorza con Flora e Matomo 😏)
4️⃣ la richiesta di cancellazione dei dati non deriva direttamente dalla pronuncia su GA del Garante italiano, nel senso che, in astratto, Federico avrebbe potuto chiedere la cancellazione dei suoi dati per qualsiasi altro software utilizzato dal titolare del sito o senza neanche dover giustificare la richiesta
5️⃣ la cancellazione dei dati personali deve essere totale, quindi anche se questi siano salvati in altri database o piattaforme e non solo da Google
6️⃣ erroneamente Federico chiede di interrompere ogni trattamento futuro dei suoi dati con GA. Tuttavia, se procedessimo alla cancellazione dei suoi dati non potremmo poi impedirgli un nuovo consenso all’utilizzo degli strumenti di tracciamento (tra i quali magari GA) sul nostro sito. Inoltre non deve essere un terzo a vietarci l’utilizzo di un tool/software/ecc
7️⃣ la richiesta da parte di Federico di risposta con l’avvenuta cancellazione dei dati entro 1 mese dalla richiesta è corretta poiché è quanto previsto dal Gdpr
8️⃣ mi sembra che il buon Federico sia un attivista digitale e che odi abbastanza GA in ogni sua forma 😏

Quindi cosa fare:
se utilizzate Google Analytics non anonimizzato siete tenuti alla cancellazione dei dati di Federico. Nel caso fosse necessario potete richiedere specifiche sul suo Ip o sul giorno e ora di accesso al vostro sito. In caso contrario sareste passibili di sanzione per trattamento illecito di dati personali (ricordo che l’Ip completo è un dato personale)
se utilizzate Google Analytics anonimizzato non potete procedere alla cancellazione dei suoi dati personali perché essi non sono in vostro possesso (non disponete di un Ip completo) e quindi gli risponderei di conseguenza. È chiaro che se non disponete di questo dato non potete averlo neppure salvato in altri database. Consiglio comunque di rispondere per evitare eventuali sanzioni derivanti dalla mancata risposta alla richiesta dell’interessato

➡️ Permettetemi una battuta: se proprio il Federico odia tanto Google e non vuole essere tracciato usi una VPN e elimini il problema alla radice

In generale tutta la questione è una gran rottura di scatole, soprattutto se le mail dovessero moltiplicarsi per più utenti per ogni sito web 😓

Al solito tutto è in itinere e possiamo anche commettere qualche errore/inesattezza ma noi di Legal for Digital cerchiamo di darvi risposte legali corrette nel più breve tempo possibile, seppur in giornate lavorative full come oggi (e ieri e domani 😏)

➡️ Condividi e taggaci se ti è stato utile 🤗
🎯 Abbiamo fatto una cosa carina con i ragazzi di MARKETERS

Tag: #legaltech

Domani alle 10:00 esce la loro newsletter e ho avuto il piacere di condividerne una parte 😍

➡️ Se poi qualcuno di voi si è perso la guida di Legal For Digital sulla questione Google Analytics trovarete anche questa nella loro mail di domani.

Poter condividere le proprie competenze a favore di tutti fa proprio un bel effetto. Questo lavoro mi sta regalando anche questo 🤗
🎯 Nuova Guida mai vista prima su GA?

Tag:
#GDPR

È uscita una nuova guida mai vista prima sulla questione Google Analytics e Gdpr!!!

L’ho scoperto ieri sera grazie a una vostra segnalazione (siete mitici!).

Il titolo è minimamente clickbait o meglio leggermente ingannevole ma proseguite e capirete il perchè.

Appena mi girano il link vado per scaricarla e:

1️⃣Atterro su una pagina di un sito e il banner dei cookie si sembra un po’ strano: manca sia il pulsante per le preferenze che qualsiasi pulsante o X per rifiutare i cookie non tecnici;
2️⃣Mi sono detto, magari ci sono solo cookie tecnici e quindi non serve alcun consenso. Invece ci sono ben 41 cookie statistici e ben 53 di marketing. Direi che il consenso serve e come!
3️⃣Sia i cookie statistici che di marketing sono già tutti preselezionati. Perché?
4️⃣Poi si apre un typeform per la raccolta dati: nome, cognome, mail, numero di telefono. Tutti dati necessari per avere la guida?!? Quindi decido di proseguire usando tutti dati fake;
5️⃣Alla fine del form mi viene chiesto obbligatoriamente di accettare la privacy policy per proseguire (in più non viene indicata la finalità del trattamento) ma non c’è alcun link per visionarla. Il consenso informato e preventivo è sconosciuto qui?
6️⃣Mi viene data infine la conferma che avrei ricevuto la guida nella mia mail e aspetto;
7️⃣Controllo la privacy policy per sapere per quali finalità sono stati raccolti i miei dati. Cosa ci fanno con il mio numero di telefono???? Diciamo che le informazioni sono “scarne”
8️⃣Dopo molte ore di guide su GA neanche l’ombra (ecco perché il titolo Guida Mai Vista) ma in compenso avrei “regalato” i miei dati personali senza nulla in cambio e senza sapere cosa ne faranno…

Volutamente non ho messo alcun riferimento a chi ha organizzato questa “cosa” e non voglio cadere nella diffamazione esprimendomi in modo più diretto ;)

Volutamente ho solo riportato i fatti e posto domande alle quali non possiamo avere risposta.

Chiudo l’autopsia di questo contenuto (vedetevi anche le immagini) con un augurio: facciamo le cose per bene quando le facciamo, tutti sbagliano, ma questo non è un singolo errore ma uno Tsunami di problemi legali!

Poi la libertà di parola permette a tutti di parlare e scrivere di quello che si vuole, ed è giusto che sia così. Lascio a voi ogni altra valutazione.
🎯FAI LE GRAFICHE PER INSTAGRAM E POI LE USANO OVUNQUE

Tag:
#copyright

Il tuo cliente lo può fare, ma una soluzione per impedirlo c’è.

Prendiamo come riferimento i template degli account IG del nostro studio: sono stati creati da veri professionisti del digitale.
Hanno elaborato le grafiche per ogni tipologia di post: caroselli, recensioni, logo cliente, grafiche per post testuali, webinar, blog. Il tutto moltiplicato per tre account. Direi un bel po’!

Ma se il grafico realizza un template per Instagram, e poi vede che il cliente riutilizza lo stesso template anche su Linkedin o Facebook? Ci sono addirittura clienti che prendono lo stile identificato dal grafico nella realizzazione del template e lo applicano anche nelle grafiche del blog o del sito.

Sicuramente al grafico non fa piacere, visto che è un po’ come se gli venisse rubato il lavoro. In più, le grafiche vengono studiate per il social di destinazione, quindi il lavoro viene svalutato.

Di solito a questo punto ti do la soluzione legale del problema ma…
questa volta non ce l’ho!

Questo perché nei contratti standard dei grafici viene stabilito che i diritti di paternità dell’opera e la proprietà intellettuale dei contenuti rimarranno sempre in capo al grafico. Al contrario, il diritto di sfruttamento delle opere realizzate dovrà essere ceduto al cliente. Essendo questo diritto di sfruttamento ceduto al cliente, quest’ultimo sarà libero di farne ciò che vuole.

A dire il vero una soluzione a questo problema c’è, ma difficilmente viene applicata.

Infatti tramite una licenza potremmo porre una limitazione ai diritti di sfruttamento, ovvero un diritto di utilizzo delle grafiche circoscritto al social network concordato. Come le creative commons molto conosciute.

Perché è una soluzione poco comune? Quando mi ritrovo a parlare di questa problematica nel redigere il contratto al cliente/grafico, non riscontro un forte interesse, anzi.

Un’altra soluzione che non coinvolge il contratto c’è:

Il grafico può proporre al cliente una comunicazione per un social, e proporre l’up-selling per declinare la stessa grafica anche per gli altri social network, per una cifra appetibile per il cliente. Questo chiaramente tenendo conto che le grafiche hanno dimensioni leggermente diverse per i vari social network. Potrebbe essere una soluzione per monetizzare e non trovarci in una situazione critica?

E se dovesse capitare a te? Fatti trovare preparato!

Iscrivendoti alla nostra academy potrai confrontarti con altri professionisti del tuo settore, trovare case study e raccontarci la tua esperienza!

Che tema vuoi approfondire?

👇Candidati e scrivicelo nella sezione “dimmelo tu”!
🎯La mail di Federico Leva non sarà più un problema!

Tag:
#GDPR

L’abbiamo fatto di nuovo, dopo la Guida sul provvedimento del Garante e GA, abbiamo lavorato tutto sabato e metà domenica per creare un’altra Mini guida sul “problema” Federico Leva.

Già il giorno dopo l’inizio “tsunami Federico” avevamo creato un post puntuale qui su Telegram per mettere a terra una serie di punti pratici e utili fin da subito.

Ma non bastava ed ecco una Mini Guida per tutti i nostri iscritti alla newsletter di Legal for Digital che, oltre alla questione Federico, ci insegna come gestire tutte le richieste degli interessati.

Questi sono solo alcuni dei punti che troverete nella guida:
🔺Cosa è successo in concreto
🔺I due errori di Federico
🔺Cosa prevede il Gdpr sul tema
🔺Come potrebbe agire Federico in concreto
🔺Le 8 cose che non devi fare assolutamente
🔺Le azioni che devi compiere per rispettare il Gdpr
🔺Come comunicare in modo legale con Federico
🔺Quello che nessuno ti ha detto su questo tema!
Quest’ultima è una chicca grossa come un’anguria Daytona!

A dire il vero questo mattina, come un fulmine a ciel sereno, è arrivato il super video di Matteo Flora. Direi una vera e propria bomba, con in più anche l’intervista al buon Federico Leva.

Vi consigliamo inoltre di vederlo perché, tra l’altro, tratta alcuni punti come la possibilità di gestione dei dati da parte di siti ad uso non professionale e anche un altro possibile errore commesso da Federico.

Ecco qui il link: https://www.youtube.com/watch?v=1lUPak9qJkg

➡️ Domani alle 13:57, giusto dopo il tg sportivo e il tempo di un caffè, tutti gli iscritti alla newsletter di Legal for Digital potranno leggersi la nostra guida.

Non sei ancora iscritto?

😡 Allora PENTITI subito e rimedia al tuo peccato:
https://legalfordigital.ac-page.com/newsletter

Più di così, noi di Legal for Digital non potevamo fare ;)
🎯 Nell’occhio dei garanti europei sono cadute anche le fan page di Facebook!

Tag: #GDPR

Le fan page sono uno strumento utilissimo per il business ma pongono degli interrogartivi sul relativo trattamento dei dati dell’utente (interessato a livello privacy).

Il Garante tedesco ha pubblicato delle specifiche FAQ in merito, e a una prima lettura le informazioni non sono delle più rosee.

Le questioni in verità riguardano due aspetti fondamentali:

1️⃣ chi è il titolare del trattamento?

➡️ Come affermato dalla Corte di Giustizia Europa i titolari sono sia Meta che il titolare della fan page. Occorre pertanto un accordo specifico tra questi due soggetti che diventano cootitolari dei dati

2️⃣ il trasferimento dei dati extra UE

➡️ Alla luce delle recenti questioni che hanno investito GA questo elemento è più che mai sotto la lente dei Garanti europei. Direi che questo lo sapevamo già.

🫣Quindi cosa fare al momento?

In attesa di decisioni in merito per continuare ad utilizzare le fan page l’unica strada percorribile sembra quella di stipulare un accordo di cootitolarità specifico tra titolare e Meta fornendo informativa specifica agli interessati.
La mia opinione è ad oggi questo risulta molto difficile sia a livello pratico (potete immaginare il perché) che probabilmente a livello legale (dati extra UE?, modalità e finalità di trattamento dei dati?)

Qualcosa sta bollendo in pentola e speriamo che sia solamente un modo per spingere per un accordo USA-UE e non un modo per aprire la strada a sanzioni per noi.

Ultimo parere a titolo completamente personale: la dittatura dei dati americana è un dato di fatto e non si può pensare di recuperare 20 anni di pseudo abbandono delle società UE per certe tematiche in pochi anni in seguito a qualche sentenza dei garanti europei 😏
🎯TU HAI SEMPRE LA RISPOSTA PRONTA?

Tag:
#legaltech

L’avvocato no, e spesso e volentieri non ha nemmeno fonti a cui fare riferimento.

Questo contenuto vuole parlare della difficoltà di essere un avvocato, o meglio ancora: la difficoltà di essere un avvocato che si occupa di nuove tecnologie.

La sensazione spesso è quella di solitudine. Rispetto ad un avvocato classico non ci sono sentenze, non c’è dottrina a cui aggrapparsi, non ci sono articoli da cui prendere spunto.

😞 Non c’è assolutamente niente e ci si sente soli.

Tante volte non ci sono nemmeno delle norme di riferimento, ma bisogna interpretare normative generali.

Ti dirò di più: tante volte l’interpretazione è così profonda che ti rendi conto che stai creando qualcosa di nuovo, stai definendo una linea da seguire.

🤔 Il problema qual è?

La definizione di quella linea legale non è detto che sia giusta.

Allora bisogna capire a cosa affidarsi:
📌 esperienza: aver visto tanti altri casi in quell’ambito ha sicuramente arricchito la tua esperienza, che può essere verticale, e ti aiuta ad affrontare la situazione
📌 collaborazione: puoi contare su altri professionisti di studio verticale su queste materie e con cui può nascere una collaborazione duratura
📌 buon senso legale, e fidatevi è davvero importante.

La difficoltà rimane però un elemento limitante: non c’è quasi mai qualcosa di facile e tante volte ti ritrovi con le spalle al muro.

Ma poi…

Dall’altra parte ci sono grande orgoglio e soddisfazione: ti rendi conto che tante volte sei il primo studio ad aver realizzato per la prima volta un documento per una determinata attività legale.

👉 Ora come ora NFT e Metaverso la fanno da padroni, e anche qui le normative stentano ad arrivare.

Questo contenuto è un po’ particolare: non è un contenuto formativo su aspetti legali, non porta un case study e nemmeno una soluzione a una problematica legale.

Ma spesso si sente il bisogno di esternare i propri pensieri, e allora perchè non farlo con professionisti del tuo settore?

Il mondo del digitale è ancora tutto da scoprire, ma circondarsi delle persone giuste può fare la differenza.

In academy avrai la possibilità di confrontarti con i migliori del settore, ascoltare le loro esperienze e raccontare la tua!

Tocca con mano cosa vuol dire essere un passo avanti agli altri e iscriviti alla nostra academy!
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
🛋 MULTA DA 1 MILIONE PER POLTRONE E SOFA

Tag: #legaltech

Ti ricordi i doppi saldi? La supervalutazione del tuo divano usato? Le % iperboliche di sconti di Poltrone e Sofa?

Il Tar del Lazio ha confermato la sanzione da 1 milione di euro comminata dall’Agcm per pubblicità ingannevole.

Online si legge di tutto su questa multa ma nel video ti racconto cosa spesso chiedono le aziende e come una multa da 1 milione potrebbe essere un ottimo affare per l’azienda che la subisce.

È tutta questione di strategia aziendale e punti di vista! Ma niente spoiler, guarda il video

Fatemi sapere se vuoi sapere di più sulla pubblicità ingannevole e su come certi messaggi promozionali siano ingannevoli anche con Case Study specifici. Tappa due volte su questo contenuto e a 50 👍 ti preparo un contenuto bomba!!!

P.s.: sorry per la qualità del video ma c’è stato un problema della conversione 🤗
🎯MERCOLEDÌ PROSSIMO SARÀ NATALE

Tag:
#legaltech

Ogni giorno arrivano a me o a Legal for Digital su Linkedin, Fb e IG richieste di ogni tipo.

In questi casi si possono fare solo 2 cose:

1. Si può fare una consulenza (scelta da me più gradita)

2. Partecipare alle live di mercoledì prossimo di Legal for Digital Academy dove risponderò a tutte la vostre domande (legali)

📌Nel secondo caso si possono fare solo 2 cose:

1 -Essere uno dei quasi 200 iscritti alla prima Academy legali per professionisti del web (non avvocati e co)

2- Essere iscritti alla newsletter di Legal for Digital e ricevere l’accesso gratuito al Q&A di mercoledì prossimo

📌Nel secondo caso si possono fare solo 2 cose:

1) Essere già iscritto alla nostra newsletter con quale ricevere guide, check list legali, contenuti esclusivi e l’accesso gratuito formazioni a pagamento

2) Andare a iscriversi alla newsletter prima che sia troppo tardi (link qui sotto)

Questo è quanto, ora lo sai e ora soprattutto sai cosa ti perdi a non essere uno delle migliaia di iscritti alla newsletter di Legal For Digital ;)
BILANCIO DEL PRIMO SEMESTRE 2022

Tag: #legaltech

Penso che fare periodicamente il punto della situazione aziendale sia l’unico modo per capire come veramente stanno andando le cose.

Tutto questo è molto logico per non dire banale, ma quanti di noi lo fanno davvero e con costanza?

Mi riferisco in concreto a:
- Andamento fatturato
- Tipologia di prodotti venduti
- Tipologia di clienti
- Canale di acquisizione dei clienti
- % di conversione
- Rapporto costo/conversione per canale di acquisizione
- Impatto dei nuovi progetti
- … (lunga lista)

Tutto questo va poi confrontato con i dati di periodo dell’anno precedente.

Ebbene devo che sono abbastanza soddisfatto!

Legal for Digital è in crescita costante su tutto, non come vorrei (su certi servizi) ma io sono sempre quello del bicchiere mezzo vuoto

Comunque alcuni dei dati alla mano:
- 109 adeguamenti privacy siti web/ecommerce
- 56 marchi tra Italia/UE/internazionali
- 94 contratti di digital marketing
- 47 ecommerce/marketplace
- 39 gestioni di controversie stragiudiziali

Siamo delle piccole macchine da guerra, pensando che per ora siamo in 4 legali e ogni attività è personalizzata, certo che il processo lavorativo iper organizzato ci aiuta a performare bene e ridurre al minimo le ore uomo non investite in consulenza, redazione documentale e studio.

Per quanto riguarda le percentuali rispetto ai dati dello stesso periodo 2021, passiamo da un +34% dei marchi al +92% per gli adeguamenti privacy. Bene ma possiamo fare molto di più.

Senza troppi filtri, questo è quello che sento che mi manchi:
- un/una giovane legale con la fame e la voglia di crescere tanto (abbiamo fatto 4 tentativi in questi 6 mesi ma ahimè forse sono troppo esigente)
- finire il grande progetto 2022 che vedrà la luce a fine anno (questo è davvero grosso e ci lavoriamo da inizio anno, sarà il vero completamento di Legal for Digital)
- lanciare i 4 nuovi servizi in esclusiva per agenzie e freelance
- un po’ di ferie… si ma anche no, nel senso che quando il lavoro è una passione, alla fine ti piace proprio e fai fatica a staccare

E quindi?

Un grande grazie per gli oltre 300 (430 in tutto il 2021) che ci hanno scelto/confermato in questo 2022!

Il sogno è la scintilla, ma la benzina sono la costanza e determinazione.

Questo è un canale di formazione legale sul digitale ma oggi ci tenevo a condividere qualche riflessione un po’ più imprenditoriale e personale, sperando che sia utile agli altri imprenditori “in erba” come me. Proprio 12 mesi fa oggi aprivo la mia prima società.
🎯LA RIFATTURAZIONE AL CLIENTE

Tag:
#legaltech

Quanto ne sai di advertising su Facebook?

Le policy della piattaforma prevedono la necessità che l’advertiser o l’agenzia di comunicazione, siano inseriti come partner sul business manager del cliente.

🔺 Evitiamo di analizzare tutte le problematiche legate alla:
- mancanza di un business manager da parte del cliente
- mancanza degli accessi
- problematiche legate all’uso dell’advertising da agenzie o freelance poco corretti o poco preparati.

Oggi ci occupiamo di rifatturazione. Ovvero il momento in cui, in modo organizzato e con una strategia alle spalle, l’agenzia decide di rifatturare le campagne di advertising al cliente.

🤔Perché potrebbe succedere questo?

Sostanzialmente per due motivi:

1️⃣ Economico: quando l’agenzia si occupa di rifatturare al cliente l’advertising, normalmente viene chiesta una percentuale per le somme investite. Per esperienza posso dirti che, solitamente, la percentuale richiesta varia dal 5% al 15%, raggiungendo al massimo il 20%. Questo meccanismo, infatti, può essere un'ulteriore fonte di guadagno per l’agenzia marketing.

2️⃣Pratico: capita spesso che i tempi per autorizzare le attività si dilatano nel tempo per le aziende, specialmente se si tratta di una sede italiana con holding estera. Per cui è l’agenzia che procede alle attività di advertising, pagando direttamente la piattaforma.

In questo caso non c’è alcun problema legale, al di là delle indicazioni delle policy della piattaforma.

⚠️Ma possono esserci altri problemi. Infatti, se il cliente non vuole pagare alcune fatture, non solo avrai un mancato guadagno, ma avrai una perdita vera e propria. Questo perché le somme investite in advertising sono già state pagate dall’agenzia.

E quindi?

Non c’è una soluzione legale. Però all’interno del tuo contratto puoi definire nel dettaglio la rifatturazione con eventuali percentuali, valutando a livello strategico se ti conviene questo tipo di attività.

Questo è uno dei contenuti usciti in academy qualche settimana fa.

In academy vogliamo aiutarti a gestire al meglio il tuo business, fornendoti input sempre nuovi e rispondendo a tutti i tuoi dubbi.

Vuoi fare un salto di qualità?

Candidati e consolida le tue competenze!
🎯DOMANI È NATALE!

Tag:
#legaltech

In quasi 200 già lo sanno e tu?

Infatti venerdì scorso abbiamo deciso di aprire a tutti gli iscritti alla newsletter di Legal for Digital il Q&A periodico che facciamo in Legal for Digital Academy.

Perché?

Semplice, domani per me è il Natale estivo.

Se grandi aziende hanno deciso che esiste un Black Friday a luglio, perché non un Natale…

C’è poco da aggiungere…

➡️Quasi in 200 si sono aggiunti alle migliaia di iscritti alla newsletter

E tu vuoi rimanere nella nebbia legale del digitale o vuoi avere la risposta al tuo problema legale, dubbio o questione?

Domani alle 14:00 tutti gli iscritti alla nostra newsletter avranno questa possibilità!!!
🎯 INTERROGATIVI SUL GDPR CHE MERITANO UNA RIFLESSIONE

Tag:
#GDPR

Un tema tanto comune quanto ormai venuto a noia è quello dell’iscrizione alla newsletter.

🤔 Come si gestisce l’iter e il form di iscrizione alla newsletter???

Mi potreste rispondere è semplice:

1️⃣ si chiedono nome/cognome, mail;
2️⃣ si richiede un consenso per l’iscrizione alla newsletter.

Si ok e poi?

E poi capita che qualcuno richieda il NUMERO DI TELEFONO!

La cosa interessante è che il numero di telefono è anche un dato richiesto OBBLIGATORIAMENTE nel form di iscrizione alla newsletter

Il mio umile parere personale è che questo trattamento non sia corretto perché:

1️⃣ la newsletter non ha nulla a che fare con il numero di cellulare, il dato trattato è e deve essere la mail
2️⃣ se voglio utilizzare un altro dato personale, come il numero di cellulare, posso parlare di WhatsApp Marketing, Sms marketing, ecc ma non lo chiedo per l’iscrizione alla newsletter.

La cosa che poi mi lascia un po’ interdetto è che il cliente che mi ha segnalato il fatto mi ha riportato che dopo l'iscrizione alla newsletter NON È SUCCESSO NIENTE:

1️⃣ Nessuna mail per la conferma dell’iscrizione con il double opt-in.
2️⃣ Nessuna ricezione di newsletter.
3️⃣ Ma soprattutto, che fine hanno fatto i suoi dati. L’iscrizione è andata a buon fine oppure no?

Per essere precisi, il cliente mi ha mostrato uno screenshot della thank you page successivo all’iscrizione della newsletter in cui si diceva che a breve avrebbe ricevuto una mail, ma di questa mail neanche l’ombra.

A dire il vero i tool hanno spesso bug, problemi di ogni tipo anche nel caso in cui siano stati settati correttamente, come sono certo, sarà successo in questo caso.

Tuttavia, rimane il grande dilemma.

🤔 Ma il numero di telefono può o meno essere richiesto come dato obbligatorio per l’iscrizione alla newsletter???

A quanto scritto anche da alcuni colleghi in un bellissimo libro in tema privacy la risposta è coerente con la mia: NO, IL NUMERO DI TELEFONO NON PUÒ ESSERE RICHIESTO OBBLIGATORIAMENTE PER L’ISCRIZIONE ALLA NEWSLETTER!

La cosa che mi perplime è che proprio uno degli autori del libro sia associato allo studio titolare del sito di cui il mio cliente mi ha riferito e di cui stiamo parlando in questo post.

Sono sicuro che questo sia stato un errore in buona fede e solo chi non fa non commette errori, noi di Legal for Digital siamo i primi a farne, quindi va sicuramente scusato senza dubbio alcuno.

😉 Tuttavia, a titolo personale penso che sia importante per chi si dichiara esperto di Gdpr cercare di essere sempre impeccabile dal punto di vista privacy.
QUINDI GA4 NON È LA SOLUZIONE DI TUTTO!?!

Tag: #GDPR

I punti che mi sembrano confermati dal Garante della Privacy durante gli interventi di questi giorni sono questi:

1) Accordo USA-UE che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane
2) I titolari del trattamento hanno avuto quasi 2 anni per trovare soluzioni al trasferimento dati fuori UE e quindi molto prima della questione GA e la maggior parte di essi non ha fatto nulla.
3) Il Garante non può dire se un tool è a norma o no altrimenti potrebbe influenzare il mercato
4) GA4 potrebbe non essere la soluzione, poiché il problema potrebbe essere Google che ha una serie di dati, al di là dell'IP, da poter utilizzare per identificare gli utenti ed io aggiungo: come succede con GA3 anonimizzato
5) Se non ci sarà un accordo a breve, arriverà uno TZUNAMI legale (queste sono parole mie) per tutti: non si parla solo di GA3, GA4, non solo di prodotti Google come Drive, Gsuite, Gmail, ecc ma di tutti i tool che trasferiscono dati fuori UE, ripetuto TUTTI!

La conseguenza di un mancato accordo sarebbe una scelta tra continuare a violare il Gdpr come stiamo facendo tutti da due anni utilizzando questi tool oppure di tornare a mettere i cartelloni pubblicitari per la strada e a usare il fax, perché il digital muore senza tool americani.

Noi di Legal For Digital abbiamo scelto di non sponsorizzare uno strumento piuttosto che un altro come corretto a livello privacy se non ne eravamo certi, non salire su un carro e poi a scendere velocemente nel momento in cui non è più vincente, essere completamente trasparenti e disinteressati nelle indicazioni legali! Questo è un nostro punto di forza da 4 anni e non cambieremo mai!

Già dal 27 giugno con una live con più di 300 iscritti, appena 3 giorni dopo il provvedimento del Garante, abbiamo dichiarato il nostro manifesto e l’abbiamo confermato 2 giorni dopo con la nostra Guida su GA e GDPR scaricata da più di 2000 persone.

Per noi l’unica scelta possibile da parte del titolare del trattamento è decidere se giocare la partita con strumenti come GA4 che non sono sicuri al 100% a livello privacy o passare a strumenti di aziende non americane con server in UE. Abbiamo indicato come il problema GA fosse solo la punta dell’iceberg di chi tratta dati personali con tutti i tool che trasferiscono dati fuori UE e che l’unica vera soluzione non fosse il setting “corretto” di un tool ma un accordo USA-UE.

Ecco che in quest’ottica le parole del Garante ci confermano che la via tracciata era quella giusta e sapere di aver consigliato bene i nostri clienti e tutti quelli che ci seguono sui social ci riempie di gioia. Diciamo che oltre alla gioia c’è la responsabilità di chi quando comunica online a decine di migliaia di persone sa che la propria parola ha un peso e non vuole lanciare il sasso ritraendo poi la mano.

Ultima riflessione della quale non mi posso vantare poiché nasce dai vari programmatori, titolari di agenzia, web master, data analysis e consulenti marketing più in generale con cui ho parlato in queste settimane:

Questo benedetto GA4 server side quanto costa???

1) organizzare GA4 server side ha sicuramente un costo
2) parliamo di costo che non tutti i clienti possono comprendere visto che comunque si sta parlando di un servizio che fino a qualche tempo fa era praticamente gratis con GA3
3) un costo che non è detto sia necessario visto l’evoluzione degli eventi
4) un costo che comunque oggi non mi garantisce di essere Gdpr compliant. Lo ribadisco: oggi non mi garantisce nulla!
5) un costo che in caso di accordo USA-UE potrebbe essere superfluo con un’ “ottima figura” nei confronti del cliente

Detto questo, come dice il Garante, sono i titolari del trattamento a dover prendere le scelte sul proprio business e loro è la responsabilità delle azioni compiute, e io aggiungo, dopo aver ascoltato i consigli legali giusti o meno…
🎯FIRMARE IL CONTRATTO NON È UN'OPZIONE

Tag:
#contratti

Perchè non sai mai come si comporta chi c’è dall’altra parte…

Ecco cosa è successo.

Un advertiser che si occupa di lead generation viene contattato da una grande azienda per una collaborazione. Questa azienda chiede una collaborazione senza un corrispettivo fisso, ma solo con pagamento a performance.

Il potenziale cliente propone allora il suo contratto. Questo contratto però viene mandato allo studio legale dell’advertiser per essere analizzato. Proprio per questo motivo i tempi si allungano un po’ e intanto l’azienda spinge per far iniziare l’attività.

📝 Così, senza che sia stato firmato il contratto, l’attività inizia.

Dopo un mese di lavoro l’advertiser, avendo anche ottenuto dei risultati ottimi, chiede all’azienda il pagamento delle provvigioni.

😰 L’azienda nega qualsiasi tipo di pagamento con una serie di scuse tra cui che queste campagne erano state precedentemente impostate dall’ufficio marketing e quindi l’attività dell’advertiser non era stata così determinante. Ma è evidente che quelle fossero scuse.

Conclusione?
Non avendo un contratto firmato e neanche uno scambio di mail, nelle quali ci fosse la prova dell’accettazione del pagamento a performance e l’indicazione della percentuale (che sarebbe dovuta essere del 5%), la parola dell’advertiser ha lo stesso valore di quella del responsabile d’azienda.

Così l’advertiser si è trovato a dover interrompere la collaborazione dopo aver lavorato un mese gratis e aver perso qualche migliaio di euro.

👉 Ecco che un contratto non firmato non vale assolutamente niente!