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L'attentato a #Trump è scioccante. E da condannare, indipendentemente da quelle che sono le appartenenze politiche.
Certo, restano tante domande ma non è ancora il momento.
Di certo, si tratta di un duro colpo per la democrazia, e non solo americana.
(Foto: @WSJ AFP Getty Images)
L'attentato a #Trump è scioccante. E da condannare, indipendentemente da quelle che sono le appartenenze politiche.
Certo, restano tante domande ma non è ancora il momento.
Di certo, si tratta di un duro colpo per la democrazia, e non solo americana.
(Foto: @WSJ AFP Getty Images)
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RT @CastigliMirella: Un attentato alla #democrazia. Polarizzazione e violenza generano instabilità democratica.
RT @CastigliMirella: Un attentato alla #democrazia. Polarizzazione e violenza generano instabilità democratica.
L'attentato a #Trump è scioccante. E da condannare, indipendentemente da quelle che sono le appartenenze politiche.
Certo, restano tante domande ma non è ancora il momento.
Di certo, si tratta di un duro colpo per la democrazia, e non solo americana.
(Foto: @WSJ AFP Getty Images)
- Franz Russo
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Questa è la foto di Evan Vucci, AP. Uno scatto storico, senza dubbio. Iconico.
L'attentato a #Trump riporta alla mente l'attentato di Reagan nel 1981. Solo che il clima è diverso.
Questo scatto ci ricorderà un clima estremamente teso, estremamente polarizzante. https://t.co/NB0mR0xJ41
Questa è la foto di Evan Vucci, AP. Uno scatto storico, senza dubbio. Iconico.
L'attentato a #Trump riporta alla mente l'attentato di Reagan nel 1981. Solo che il clima è diverso.
Questo scatto ci ricorderà un clima estremamente teso, estremamente polarizzante. https://t.co/NB0mR0xJ41
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Val la pena, alla luce di tutto, ribadire la condanna dell'attentato a #Trump e della violenza. Sempre e comunque.
La violenza è incompatibile in una vera democrazia. Quando la forza prova a far cessare il dialogo, quando l'intimidazione prende il posto del dibattito, la democrazia stessa viene messa in pericolo.
In una società civile, le idee devono confrontarsi attraverso il dibattito/confronto e il voto, non attraverso la coercizione o l'aggressione.
La vera forza della democrazia risiede nella capacità di risolvere i conflitti e le differenze attraverso processi pacifici e sempre inclusivi.
Quando la violenza entra nell'arena politica, non solo si perdono le voci moderate e ragionevoli, ma viene erosa la fiducia nel sistema democratico stesso. 'È facile rompere e distruggere. Gli eroi sono quelli che fanno la pace e costruiscono', ci ricorda Mandela.
La democrazia prospera nel rispetto reciproco, nel dialogo aperto e nella partecipazione pacifica. Solo così possiamo costruire una società più giusta e equa per tutti.
Val la pena, alla luce di tutto, ribadire la condanna dell'attentato a #Trump e della violenza. Sempre e comunque.
La violenza è incompatibile in una vera democrazia. Quando la forza prova a far cessare il dialogo, quando l'intimidazione prende il posto del dibattito, la democrazia stessa viene messa in pericolo.
In una società civile, le idee devono confrontarsi attraverso il dibattito/confronto e il voto, non attraverso la coercizione o l'aggressione.
La vera forza della democrazia risiede nella capacità di risolvere i conflitti e le differenze attraverso processi pacifici e sempre inclusivi.
Quando la violenza entra nell'arena politica, non solo si perdono le voci moderate e ragionevoli, ma viene erosa la fiducia nel sistema democratico stesso. 'È facile rompere e distruggere. Gli eroi sono quelli che fanno la pace e costruiscono', ci ricorda Mandela.
La democrazia prospera nel rispetto reciproco, nel dialogo aperto e nella partecipazione pacifica. Solo così possiamo costruire una società più giusta e equa per tutti.
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A chi pensa che lo scatto di @evanvucci dell'attentato di #Trump sia costruito, a chi pensa che la bandiera messa così sia un messaggio subliminale e altro ancora.
Guardate questo video in soggettiva di un fotoreporter. E vi renderete conto che non c'è nulla di costruito.
A chi pensa che lo scatto di @evanvucci dell'attentato di #Trump sia costruito, a chi pensa che la bandiera messa così sia un messaggio subliminale e altro ancora.
Guardate questo video in soggettiva di un fotoreporter. E vi renderete conto che non c'è nulla di costruito.
Washington Post photographer Jabin Botsford covered the Trump rally shooting on July 13 in Butler, Pa. Here's what he saw. https://t.co/V3bVUQPKis
- The Washington Post
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Musk ha deciso di finanziare #Trump, quali effetti su X
https://t.co/MmOAyeKOVH #socialmedia @InTime_Blog
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#ElonMusk, nonostante precedenti dichiarazioni, ha deciso di donare 45 milioni di dollari al mese all’America PAC per sostenere la campagna di Donald #Trump. Una scelta che avrà ripercussioni anche su X.
Il @WSJ Wall Street Journal sostiene, citando fonti, che Elon Musk è ormai pronto a donare 45 milioni di dollari al mese al “#AmericaPAC”, un comitato politico che sostiene la candidatura presidenziale di Donald Trump.
Si tratta di una cifra considerevole, la più alta promessa fino ad ora. Anche se al momento non si trova nella lista ufficiale dei donatori, tra questi figurano: Joe Lonsdale, fondatore di Palantir; i gemelli Winklevoss (Cameron e Tyler); Antonio Gracias, attuale direttore del consiglio di amministrazione di SpaceX ed ex Tesla; Ken Howery, uno dei co-fondatori di PayPal.
La donazione è degna di nota perché solo quattro mesi fa Musk sosteneva che non avrebbe donato denaro alla campagna di Trump né a nessun altro candidato presidenziale.
Da rilevare che, a suo modo, Musk ha cercato di smentire le notizie riportate dal WSJ.
Elon Musk e le donazioni ai candidati
Forse non tutti sanno che in realtà Musk ha sempre fatto donazioni ai candidati presidenziali, sia che fossero repubblicani sia che fossero democratici.
Di fatto non è mai stato un sostenitore dei finanziamenti elettorali, anche se in più di un’occasione in passato ha dichiarato che qualora lo avesse fatto sarebbe stato per avere un chiaro tornaconto.
Ed evidentemente per lui il 2024 è l’anno giusto.
Proprio perché è considerato uno degli uomini più ricchi al mondo, e alla guida di aziende come Tesla e SpaceX, solo per citarne un paio, le sue posizioni politiche hanno un certo peso. E lui ne è consapevole. Forse in passato non tanto, ma adesso ne è assolutamente consapevole.
In passato Musk ha donato anche ai democratici
Come detto, in passato Musk ha donato soldi a repubblicani e democratici. Ha finanziato Barack Obama, nel 2007. Anche se poi non ha effettuato donazioni a Trump o a Hillary Clinton nella campagna presidenziale del 2016.
Nel 2015 Musk in realtà si diceva molto scettico su Trump. Addirittura nell’ottobre 2015 sosteneva che sarebbe stato “imbarazzante” se Trump avesse vinto la nomination del GOP.
Ma poi c’è stato un cambio di rotta notevole.
Nel 2017 Musk ha cominciato a dirottare le sue donazioni verso i repubblicani, anche se le sue posizioni rispetto al clima era molto più vicine a quelle della Clinton e in contrasto con Trump.
Elon Musk e l’avvicinamento ai repubblicani
La convinzione di Musk verso il partito repubblicano arriva poi nel 2022, quando dichiara di aver votato per la prima volta un candidato repubblicano in Texas. Arrivò anche a dichiarare che sarebbe stato pronto a sostenere Ron DeSantis come futuro candidato presidenziale.
E sempre nel 2022 Musk decide di iniziare la scalata verso Twitter, la piattaforma che lui ha sempre apprezzato e che in quel momento, da tempo ormai, versava in una condizione complicata e vulnerabile.
La storia recente ci dice che dopo un lungo tira e molla, fatto di accuse reciproche, di tribunali e sentenze, Musk acquisisce Twitter. Poi la trasforma in X, la piattaforma attuale.
Ma forse vale la pena sottolineare una motivazione che ha spinto Musk a fare quel passo.
E in questo c’entra anche Twitter
Ovviamente, meglio acquisire una piattaforma come Twitter che pensare di costruirne una da zero. Poi con tutti i dati che quella piattaforma conteneva (e contiene ancora) rappresentava una vera occasione per Musk.
Ma forse c’è di più. Si tratta di un pensiero che ho già espresso ma che è necessario ribadire oggi.
Acquisendo Twitter, Musk voleva dimostrare al mondo il suo peso. Voleva sedersi al tavolo dei grandi media e far sentire la sua voce e far valere la sua influenza.
La donazione cospicua a Trump è la dimostrazione che X diventa un media a servizio di un pensiero politico dichiarato.
Continua la lettura su @InTime_Blog
#socialmedia #tech
#ElonMusk, nonostante precedenti dichiarazioni, ha deciso di donare 45 milioni di dollari al mese all’America PAC per sostenere la campagna di Donald #Trump. Una scelta che avrà ripercussioni anche su X.
Il @WSJ Wall Street Journal sostiene, citando fonti, che Elon Musk è ormai pronto a donare 45 milioni di dollari al mese al “#AmericaPAC”, un comitato politico che sostiene la candidatura presidenziale di Donald Trump.
Si tratta di una cifra considerevole, la più alta promessa fino ad ora. Anche se al momento non si trova nella lista ufficiale dei donatori, tra questi figurano: Joe Lonsdale, fondatore di Palantir; i gemelli Winklevoss (Cameron e Tyler); Antonio Gracias, attuale direttore del consiglio di amministrazione di SpaceX ed ex Tesla; Ken Howery, uno dei co-fondatori di PayPal.
La donazione è degna di nota perché solo quattro mesi fa Musk sosteneva che non avrebbe donato denaro alla campagna di Trump né a nessun altro candidato presidenziale.
Da rilevare che, a suo modo, Musk ha cercato di smentire le notizie riportate dal WSJ.
Elon Musk e le donazioni ai candidati
Forse non tutti sanno che in realtà Musk ha sempre fatto donazioni ai candidati presidenziali, sia che fossero repubblicani sia che fossero democratici.
Di fatto non è mai stato un sostenitore dei finanziamenti elettorali, anche se in più di un’occasione in passato ha dichiarato che qualora lo avesse fatto sarebbe stato per avere un chiaro tornaconto.
Ed evidentemente per lui il 2024 è l’anno giusto.
Proprio perché è considerato uno degli uomini più ricchi al mondo, e alla guida di aziende come Tesla e SpaceX, solo per citarne un paio, le sue posizioni politiche hanno un certo peso. E lui ne è consapevole. Forse in passato non tanto, ma adesso ne è assolutamente consapevole.
In passato Musk ha donato anche ai democratici
Come detto, in passato Musk ha donato soldi a repubblicani e democratici. Ha finanziato Barack Obama, nel 2007. Anche se poi non ha effettuato donazioni a Trump o a Hillary Clinton nella campagna presidenziale del 2016.
Nel 2015 Musk in realtà si diceva molto scettico su Trump. Addirittura nell’ottobre 2015 sosteneva che sarebbe stato “imbarazzante” se Trump avesse vinto la nomination del GOP.
Ma poi c’è stato un cambio di rotta notevole.
Nel 2017 Musk ha cominciato a dirottare le sue donazioni verso i repubblicani, anche se le sue posizioni rispetto al clima era molto più vicine a quelle della Clinton e in contrasto con Trump.
Elon Musk e l’avvicinamento ai repubblicani
La convinzione di Musk verso il partito repubblicano arriva poi nel 2022, quando dichiara di aver votato per la prima volta un candidato repubblicano in Texas. Arrivò anche a dichiarare che sarebbe stato pronto a sostenere Ron DeSantis come futuro candidato presidenziale.
E sempre nel 2022 Musk decide di iniziare la scalata verso Twitter, la piattaforma che lui ha sempre apprezzato e che in quel momento, da tempo ormai, versava in una condizione complicata e vulnerabile.
La storia recente ci dice che dopo un lungo tira e molla, fatto di accuse reciproche, di tribunali e sentenze, Musk acquisisce Twitter. Poi la trasforma in X, la piattaforma attuale.
Ma forse vale la pena sottolineare una motivazione che ha spinto Musk a fare quel passo.
E in questo c’entra anche Twitter
Ovviamente, meglio acquisire una piattaforma come Twitter che pensare di costruirne una da zero. Poi con tutti i dati che quella piattaforma conteneva (e contiene ancora) rappresentava una vera occasione per Musk.
Ma forse c’è di più. Si tratta di un pensiero che ho già espresso ma che è necessario ribadire oggi.
Acquisendo Twitter, Musk voleva dimostrare al mondo il suo peso. Voleva sedersi al tavolo dei grandi media e far sentire la sua voce e far valere la sua influenza.
La donazione cospicua a Trump è la dimostrazione che X diventa un media a servizio di un pensiero politico dichiarato.
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#socialmedia #tech
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#ElonMusk, nonostante precedenti dichiarazioni, ha deciso di donare 45 milioni di dollari al mese all’America PAC per sostenere la campagna di Donald #Trump. Una scelta che avrà ripercussioni anche su X.
Il @WSJ Wall Street Journal sostiene, citando fonti, che Elon Musk è ormai pronto a donare 45 milioni di dollari al mese al “#AmericaPAC”, un comitato politico che sostiene la candidatura presidenziale di Donald Trump.
Si tratta di una cifra considerevole, la più alta promessa fino ad ora. Anche se al momento non si trova nella lista ufficiale dei donatori, tra questi figurano: Joe Lonsdale, fondatore di Palantir; i gemelli Winklevoss (Cameron e Tyler); Antonio Gracias, attuale direttore del consiglio di amministrazione di SpaceX ed ex Tesla; Ken Howery, uno dei co-fondatori di PayPal.
La donazione è degna di nota perché solo quattro mesi fa Musk sosteneva che non avrebbe donato denaro alla campagna di Trump né a nessun altro candidato presidenziale.
Da rilevare che, a suo modo, Musk ha cercato di smentire le notizie riportate dal WSJ.
Elon Musk e le donazioni ai candidati
Forse non tutti sanno che in realtà Musk ha sempre fatto donazioni ai candidati presidenziali, sia che fossero repubblicani sia che fossero democratici.
Di fatto non è mai stato un sostenitore dei finanziamenti elettorali, anche se in più di un’occasione in passato ha dichiarato che qualora lo avesse fatto sarebbe stato per avere un chiaro tornaconto.
Ed evidentemente per lui il 2024 è l’anno giusto.
Proprio perché è considerato uno degli uomini più ricchi al mondo, e alla guida di aziende come Tesla e SpaceX, solo per citarne un paio, le sue posizioni politiche hanno un certo peso. E lui ne è consapevole. Forse in passato non tanto, ma adesso ne è assolutamente consapevole.
In passato Musk ha donato anche ai democratici
Come detto, in passato Musk ha donato soldi a repubblicani e democratici. Ha finanziato Barack Obama, nel 2007. Anche se poi non ha effettuato donazioni a Trump o a Hillary Clinton nella campagna presidenziale del 2016.
Nel 2015 Musk in realtà si diceva molto scettico su Trump. Addirittura nell’ottobre 2015 sosteneva che sarebbe stato “imbarazzante” se Trump avesse vinto la nomination del GOP.
Ma poi c’è stato un cambio di rotta notevole.
Nel 2017 Musk ha cominciato a dirottare le sue donazioni verso i repubblicani, anche se le sue posizioni rispetto al clima era molto più vicine a quelle della Clinton e in contrasto con Trump.
Elon Musk e l’avvicinamento ai repubblicani
La convinzione di Musk verso il partito repubblicano arriva poi nel 2022, quando dichiara di aver votato per la prima volta un candidato repubblicano in Texas. Arrivò anche a dichiarare che sarebbe stato pronto a sostenere Ron DeSantis come futuro candidato presidenziale.
E sempre nel 2022 Musk decide di iniziare la scalata verso Twitter, la piattaforma che lui ha sempre apprezzato e che in quel momento, da tempo ormai, versava in una condizione complicata e vulnerabile.
La storia recente ci dice che dopo un lungo tira e molla, fatto di accuse reciproche, di tribunali e sentenze, Musk acquisisce Twitter. Poi la trasforma in X, la piattaforma attuale.
Ma forse vale la pena sottolineare una motivazione che ha spinto Musk a fare quel passo.
E in questo c’entra anche Twitter
Ovviamente, meglio acquisire una piattaforma come Twitter che pensare di costruirne una da zero. Poi con tutti i dati che quella piattaforma conteneva (e contiene ancora) rappresentava una vera occasione per Musk.
Ma forse c’è di più. Si tratta di un pensiero che ho già espresso ma che è necessario ribadire oggi.
Acquisendo Twitter, Musk voleva dimostrare al mondo il suo peso. Voleva sedersi al tavolo dei grandi media e far sentire la sua voce e far valere la sua influenza.
La donazione cospicua a Trump è la dimostrazione che X diventa un media a servizio di un pensiero politico dichiarato.
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RT @FiammaFrancesca: Dobbiamo veramente rimanere su X? Stiamo di fatto pagando l’oscena campagna elettorale di Trump"
#ElonMusk, nonostante precedenti dichiarazioni, ha deciso di donare 45 milioni di dollari al mese all’America PAC per sostenere la campagna di Donald #Trump. Una scelta che avrà ripercussioni anche su X.
Il @WSJ Wall Street Journal sostiene, citando fonti, che Elon Musk è ormai pronto a donare 45 milioni di dollari al mese al “#AmericaPAC”, un comitato politico che sostiene la candidatura presidenziale di Donald Trump.
Si tratta di una cifra considerevole, la più alta promessa fino ad ora. Anche se al momento non si trova nella lista ufficiale dei donatori, tra questi figurano: Joe Lonsdale, fondatore di Palantir; i gemelli Winklevoss (Cameron e Tyler); Antonio Gracias, attuale direttore del consiglio di amministrazione di SpaceX ed ex Tesla; Ken Howery, uno dei co-fondatori di PayPal.
La donazione è degna di nota perché solo quattro mesi fa Musk sosteneva che non avrebbe donato denaro alla campagna di Trump né a nessun altro candidato presidenziale.
Da rilevare che, a suo modo, Musk ha cercato di smentire le notizie riportate dal WSJ.
Elon Musk e le donazioni ai candidati
Forse non tutti sanno che in realtà Musk ha sempre fatto donazioni ai candidati presidenziali, sia che fossero repubblicani sia che fossero democratici.
Di fatto non è mai stato un sostenitore dei finanziamenti elettorali, anche se in più di un’occasione in passato ha dichiarato che qualora lo avesse fatto sarebbe stato per avere un chiaro tornaconto.
Ed evidentemente per lui il 2024 è l’anno giusto.
Proprio perché è considerato uno degli uomini più ricchi al mondo, e alla guida di aziende come Tesla e SpaceX, solo per citarne un paio, le sue posizioni politiche hanno un certo peso. E lui ne è consapevole. Forse in passato non tanto, ma adesso ne è assolutamente consapevole.
In passato Musk ha donato anche ai democratici
Come detto, in passato Musk ha donato soldi a repubblicani e democratici. Ha finanziato Barack Obama, nel 2007. Anche se poi non ha effettuato donazioni a Trump o a Hillary Clinton nella campagna presidenziale del 2016.
Nel 2015 Musk in realtà si diceva molto scettico su Trump. Addirittura nell’ottobre 2015 sosteneva che sarebbe stato “imbarazzante” se Trump avesse vinto la nomination del GOP.
Ma poi c’è stato un cambio di rotta notevole.
Nel 2017 Musk ha cominciato a dirottare le sue donazioni verso i repubblicani, anche se le sue posizioni rispetto al clima era molto più vicine a quelle della Clinton e in contrasto con Trump.
Elon Musk e l’avvicinamento ai repubblicani
La convinzione di Musk verso il partito repubblicano arriva poi nel 2022, quando dichiara di aver votato per la prima volta un candidato repubblicano in Texas. Arrivò anche a dichiarare che sarebbe stato pronto a sostenere Ron DeSantis come futuro candidato presidenziale.
E sempre nel 2022 Musk decide di iniziare la scalata verso Twitter, la piattaforma che lui ha sempre apprezzato e che in quel momento, da tempo ormai, versava in una condizione complicata e vulnerabile.
La storia recente ci dice che dopo un lungo tira e molla, fatto di accuse reciproche, di tribunali e sentenze, Musk acquisisce Twitter. Poi la trasforma in X, la piattaforma attuale.
Ma forse vale la pena sottolineare una motivazione che ha spinto Musk a fare quel passo.
E in questo c’entra anche Twitter
Ovviamente, meglio acquisire una piattaforma come Twitter che pensare di costruirne una da zero. Poi con tutti i dati che quella piattaforma conteneva (e contiene ancora) rappresentava una vera occasione per Musk.
Ma forse c’è di più. Si tratta di un pensiero che ho già espresso ma che è necessario ribadire oggi.
Acquisendo Twitter, Musk voleva dimostrare al mondo il suo peso. Voleva sedersi al tavolo dei grandi media e far sentire la sua voce e far val[...]
RT @FiammaFrancesca: Dobbiamo veramente rimanere su X? Stiamo di fatto pagando l’oscena campagna elettorale di Trump"
#ElonMusk, nonostante precedenti dichiarazioni, ha deciso di donare 45 milioni di dollari al mese all’America PAC per sostenere la campagna di Donald #Trump. Una scelta che avrà ripercussioni anche su X.
Il @WSJ Wall Street Journal sostiene, citando fonti, che Elon Musk è ormai pronto a donare 45 milioni di dollari al mese al “#AmericaPAC”, un comitato politico che sostiene la candidatura presidenziale di Donald Trump.
Si tratta di una cifra considerevole, la più alta promessa fino ad ora. Anche se al momento non si trova nella lista ufficiale dei donatori, tra questi figurano: Joe Lonsdale, fondatore di Palantir; i gemelli Winklevoss (Cameron e Tyler); Antonio Gracias, attuale direttore del consiglio di amministrazione di SpaceX ed ex Tesla; Ken Howery, uno dei co-fondatori di PayPal.
La donazione è degna di nota perché solo quattro mesi fa Musk sosteneva che non avrebbe donato denaro alla campagna di Trump né a nessun altro candidato presidenziale.
Da rilevare che, a suo modo, Musk ha cercato di smentire le notizie riportate dal WSJ.
Elon Musk e le donazioni ai candidati
Forse non tutti sanno che in realtà Musk ha sempre fatto donazioni ai candidati presidenziali, sia che fossero repubblicani sia che fossero democratici.
Di fatto non è mai stato un sostenitore dei finanziamenti elettorali, anche se in più di un’occasione in passato ha dichiarato che qualora lo avesse fatto sarebbe stato per avere un chiaro tornaconto.
Ed evidentemente per lui il 2024 è l’anno giusto.
Proprio perché è considerato uno degli uomini più ricchi al mondo, e alla guida di aziende come Tesla e SpaceX, solo per citarne un paio, le sue posizioni politiche hanno un certo peso. E lui ne è consapevole. Forse in passato non tanto, ma adesso ne è assolutamente consapevole.
In passato Musk ha donato anche ai democratici
Come detto, in passato Musk ha donato soldi a repubblicani e democratici. Ha finanziato Barack Obama, nel 2007. Anche se poi non ha effettuato donazioni a Trump o a Hillary Clinton nella campagna presidenziale del 2016.
Nel 2015 Musk in realtà si diceva molto scettico su Trump. Addirittura nell’ottobre 2015 sosteneva che sarebbe stato “imbarazzante” se Trump avesse vinto la nomination del GOP.
Ma poi c’è stato un cambio di rotta notevole.
Nel 2017 Musk ha cominciato a dirottare le sue donazioni verso i repubblicani, anche se le sue posizioni rispetto al clima era molto più vicine a quelle della Clinton e in contrasto con Trump.
Elon Musk e l’avvicinamento ai repubblicani
La convinzione di Musk verso il partito repubblicano arriva poi nel 2022, quando dichiara di aver votato per la prima volta un candidato repubblicano in Texas. Arrivò anche a dichiarare che sarebbe stato pronto a sostenere Ron DeSantis come futuro candidato presidenziale.
E sempre nel 2022 Musk decide di iniziare la scalata verso Twitter, la piattaforma che lui ha sempre apprezzato e che in quel momento, da tempo ormai, versava in una condizione complicata e vulnerabile.
La storia recente ci dice che dopo un lungo tira e molla, fatto di accuse reciproche, di tribunali e sentenze, Musk acquisisce Twitter. Poi la trasforma in X, la piattaforma attuale.
Ma forse vale la pena sottolineare una motivazione che ha spinto Musk a fare quel passo.
E in questo c’entra anche Twitter
Ovviamente, meglio acquisire una piattaforma come Twitter che pensare di costruirne una da zero. Poi con tutti i dati che quella piattaforma conteneva (e contiene ancora) rappresentava una vera occasione per Musk.
Ma forse c’è di più. Si tratta di un pensiero che ho già espresso ma che è necessario ribadire oggi.
Acquisendo Twitter, Musk voleva dimostrare al mondo il suo peso. Voleva sedersi al tavolo dei grandi media e far sentire la sua voce e far val[...]
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Prima uscita pubblica per Donald #Trump in Michihan, dopo l'attentato di una settimana fa. Senza benda all'orecchio.
E tra le tante cose dette, non poteva che elogiare lui, il proprietario di questa piattaforma.
#Musk ha infatti aderito al sostegno della campagna dell'ex presidente Usa donando una cifra enorme.
"Ma Elon mi ha sostenuto l'altro giorno e ho letto - non lo sapevo nemmeno - non me ne ha nemmeno parlato, ma mi dà 45 milioni di dollari al mese", ha detto Trump. "Un mese! Non 45 milioni-mi dà 45 milioni al mese!"
E in virtù di questo enorme finanziamento, ha aggiunto:
"Dobbiamo rendere la vita migliore alle nostre persone intelligenti, e lui è intelligente quanto te... mi dà 45 milioni di dollari al mese... è un bravo ragazzo, davvero. Non mi ha mai chiesro: 'perché stai colpendo le auto elettriche.'".
Ecco questo è il coinvolgimento di Musk nella campagna di Trump. Come ricordato, insieme a lui ci sono altri personaggi che stanno aderendo avendo tra loro un filo conduttore che li tiene insieme.
È la conferma che questa piattaforma sarà sempre più megafono di Trump e dei suoi sostenitori. A partire proprio dal suo proprietario.
E, oltre a questo, si aggiunge la continua denigrazione della parte avversa. Senza alcuna possibilità di dare luogo ad un confronto civile e costruttivo.
Tutto questo perché libertà di parola per Musk è un concetto molto diverso dalla realtà.
Prima uscita pubblica per Donald #Trump in Michihan, dopo l'attentato di una settimana fa. Senza benda all'orecchio.
E tra le tante cose dette, non poteva che elogiare lui, il proprietario di questa piattaforma.
#Musk ha infatti aderito al sostegno della campagna dell'ex presidente Usa donando una cifra enorme.
"Ma Elon mi ha sostenuto l'altro giorno e ho letto - non lo sapevo nemmeno - non me ne ha nemmeno parlato, ma mi dà 45 milioni di dollari al mese", ha detto Trump. "Un mese! Non 45 milioni-mi dà 45 milioni al mese!"
E in virtù di questo enorme finanziamento, ha aggiunto:
"Dobbiamo rendere la vita migliore alle nostre persone intelligenti, e lui è intelligente quanto te... mi dà 45 milioni di dollari al mese... è un bravo ragazzo, davvero. Non mi ha mai chiesro: 'perché stai colpendo le auto elettriche.'".
Ecco questo è il coinvolgimento di Musk nella campagna di Trump. Come ricordato, insieme a lui ci sono altri personaggi che stanno aderendo avendo tra loro un filo conduttore che li tiene insieme.
È la conferma che questa piattaforma sarà sempre più megafono di Trump e dei suoi sostenitori. A partire proprio dal suo proprietario.
E, oltre a questo, si aggiunge la continua denigrazione della parte avversa. Senza alcuna possibilità di dare luogo ad un confronto civile e costruttivo.
Tutto questo perché libertà di parola per Musk è un concetto molto diverso dalla realtà.
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Mi aspetto, per parità di free speech, concetto ormai tanto caro al proprietario di questa piattaforma, un evento simile con #KamalaHarris.
Ma so già che non avverrà mai.
Perché Elon Musk finanzia la campagna elettorale di #Trump. https://t.co/faxzaNtzjO
Mi aspetto, per parità di free speech, concetto ormai tanto caro al proprietario di questa piattaforma, un evento simile con #KamalaHarris.
Ma so già che non avverrà mai.
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RT @giammydorazio: Finalmente siamo alla prevenzione delle #fakenews perché sappiamo già che #Trump ne diffonderà a valanga. Vediamo ora che succede.
RT @giammydorazio: Finalmente siamo alla prevenzione delle #fakenews perché sappiamo già che #Trump ne diffonderà a valanga. Vediamo ora che succede.
In vista dell'intervista che il proprietario di X terrà con Trump, il commissario Breton ha inviato una lettera evidenziando gli elevati rischi di diffusione di contenuti d'odio e fake news. Rischi che riguardano anche i cittadini UE e per questo il richiamo al rispetto del DSA. https://t.co/2mKdrXxXTn
- Franz Russo
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RT @ClaudiaGiuIia: #Musk fissa oggi sul suo profilo Twitter un post in cui dice “Una #vittoria di #Trump è essenziale per la difesa del #FreeSpeech, per la #sicurezza dei confini, per la sicurezza delle città e per una spesa sensata!”
Devono esserci due Donald Trump, sennò non si spiega https://t.co/s0vPakhdad
RT @ClaudiaGiuIia: #Musk fissa oggi sul suo profilo Twitter un post in cui dice “Una #vittoria di #Trump è essenziale per la difesa del #FreeSpeech, per la #sicurezza dei confini, per la sicurezza delle città e per una spesa sensata!”
Devono esserci due Donald Trump, sennò non si spiega https://t.co/s0vPakhdad
Se lunedì notte avete seguito la lunga chiacchierata durata ben 2 ore in cui #Trump ha potuto dire a #Musk cose varie a ruota libera
Vi invito a guardare questo breve video in vengono smontate molte delle bugie raccontate da Trump in questi ultimi anni
https://t.co/OIrbVwkc5a
- Claudia Giulia 𝕏List '1397930001362657281' on X/Twitter
⚠️ #Trump eletto presidente: ecco le opportunità per noi europei⚠️
Ecco tutte le ragioni geopolitiche, economiche e sociali per cui possiamo essere soddisfatti del nuovo presidente eletto:
https://t.co/BzQfbFVxRS
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Ecco tutte le ragioni geopolitiche, economiche e sociali per cui possiamo essere soddisfatti del nuovo presidente eletto:
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La nostra analisi di ieri non è cambiata
#Trump #Trump2024 #Election2024
La nostra analisi di ieri non è cambiata
#Trump #Trump2024 #Election2024
⚠️ #Trump eletto presidente: ecco le opportunità per noi europei⚠️
Ecco tutte le ragioni geopolitiche, economiche e sociali per cui possiamo essere soddisfatti del nuovo presidente eletto:
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- Informa Pirata #PrivacyPride #FreeAssange
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Alla fine, #Trump vince grazie al proprietario di questa piattaforma, il super genio. Adesso potrà garantirsi un futuro spaziale, insieme al proprietario di Amazon. Quello che non si è schierato per via dei contratti milionari per lo spazio.
Contenti entrambi, Trump di più https://t.co/N1rwIfURqZ
Alla fine, #Trump vince grazie al proprietario di questa piattaforma, il super genio. Adesso potrà garantirsi un futuro spaziale, insieme al proprietario di Amazon. Quello che non si è schierato per via dei contratti milionari per lo spazio.
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RT @CastigliMirella: #ElonMusk ha vinto la partita riportando #Trump prima su X, poi alla Casa Bianca. Ora s’illude di diventare il #Kissinger di #TheDonald. E, qui, dipende. Forse utopia. Invece la piattaforma diventerà la WeChat degli americani, anche per pagamenti digitali? Probabile.
RT @CastigliMirella: #ElonMusk ha vinto la partita riportando #Trump prima su X, poi alla Casa Bianca. Ora s’illude di diventare il #Kissinger di #TheDonald. E, qui, dipende. Forse utopia. Invece la piattaforma diventerà la WeChat degli americani, anche per pagamenti digitali? Probabile.
L'ultima volta non portò benissimo. La piattaforma è stata stravolta per un #FreeSpeech tutto per sé. Appena arrivato licenzió quasi tutti. Ha finito per stravolgere tutto e far scappare tutti i grandi investitori. Se questo è il suo programma, allora c'è da attendere il peggio. https://t.co/jgG5w3g3ZP
- Franz Russo
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Elon Musk porta a vincere #Trump: alleanza controversa.
https://t.co/oOIO2hEznO @InTime_Blog
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Dopo aver portato Donald #Trump a diventare nuovamente presidente degli Usa, Elon Musk adesso attende la sua ricompensa. E tra ambizioni per lo spazio, conflitti di interesse e politiche governative, si profila un’alleanza controversa. https://t.co/FGVyAT3m1F
Dopo aver portato Donald #Trump a diventare nuovamente presidente degli Usa, Elon Musk adesso attende la sua ricompensa. E tra ambizioni per lo spazio, conflitti di interesse e politiche governative, si profila un’alleanza controversa. https://t.co/FGVyAT3m1F
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RT @borrillo62: 👇👇👇👇👇👇👇👇👇👇👇👇👇👇
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