Forwarded from Russian MFA 🇷🇺
#Opinion by Maria #Zakharova
A deep dive into the genesis of the Nazi comeback in Ukraine & how the West nurtured Nazi collaborators & their descendants.
💬 May 9, 1945. Berlin has surrendered, and the Nazi Reich has been condemned by the peoples liberated by Soviet soldiers and allied nations. Soon, the Nuremberg Trials will begin, condemning Nazism as a criminal and misanthropic ideology. Collaborators and Nazi accomplices in Ukraine are facing a difficult choice: should they continue fighting the Soviet regime on the liberated territory, or escape to the West?
<...>
Ukrainian Nazis that fled from fair trial 75 years ago have returned to the place they were expelled from by Soviet soldiers via their children and with direct support from the West.
👉 https://vk.cc/cbW1Jp
A deep dive into the genesis of the Nazi comeback in Ukraine & how the West nurtured Nazi collaborators & their descendants.
💬 May 9, 1945. Berlin has surrendered, and the Nazi Reich has been condemned by the peoples liberated by Soviet soldiers and allied nations. Soon, the Nuremberg Trials will begin, condemning Nazism as a criminal and misanthropic ideology. Collaborators and Nazi accomplices in Ukraine are facing a difficult choice: should they continue fighting the Soviet regime on the liberated territory, or escape to the West?
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Ukrainian Nazis that fled from fair trial 75 years ago have returned to the place they were expelled from by Soviet soldiers via their children and with direct support from the West.
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Media is too big
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❗️La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria #Zakharova, commenta la polemica suscitata in #Italia dall’intervista del direttore del Primo Dipartimento Europeo, Alexey Paramonov.
📃 L’intervista di Paramonov: cutt.ly/rSMG3tT
📃 L’intervista di Paramonov: cutt.ly/rSMG3tT
⚠️ All'attenzione dei nostri cari amici e follower pubblicchiamo la traduzione di alcuni passaggi del briefing della Portavoce del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa Maria #Zakharova del 06.04.2022
💬«Della reazione degli italiani all'operazione speciale russa in #Ucraina
Non dappertutto, non ovunque e non completamente russofobia ha potuto invadere il mondo. Gli esempi sono numerosi. Ne citerò uno.
Dopo che sono entrati in azione gli «ingranaggi» della campagna russofobica ed è stato dichiarato il rifiuto di tutto ciò che è russo, tramite la nostra ambasciata riceviamo un'enorme quantità di lettere di sostegno e di telefonate.
🇮🇹I cittadini italiani esprimono solidarietà al nostro paese e al nostro popolo. Un'altra raccolta di simili appelli è giunta anche dal Consolato generale della #Russia a Milano. Si tratta di centinaia di lettere indirizzate al Presidente della Federazione Russa Vladimir #Putin provenienti da semplici cittadini italiani: giornalisti indipendenti, giuristi di diritto internazionale, rappresentanti del mondo accademico, imprenditori, esponenti del mondo della cultura e del sociale.
Tali messaggi contengono non solo genuine emozioni ma anche un'analisi profonda di quanto sta avvenendo che non viene mostrato da coloro che sarebbero tenuti a farlo: l'establishment politico.
Citerò solo alcuni questi messaggi: «non tutti gli italiani sono puppazi degli americani», «ho sempre considerato quello russo un popolo fratello, proprio questo popolo mi ha restituito nel 1945 mio padre, militare italiano fatto prigioniero». Tanto più che l'Italia era dall'altra parte, «Esprimo solidarietà al popolo russo e ai suoi vertici e la mia contrarietà a questa vergognosa campagna russofobica», «farò ogni possibile sforzo per dimostrare che solo sanzioni contro l'Ucraina, in mano nazista, avrebbero fondamento», «ll governo criminale dell'Ucraina è responsabile delle inevitabili vittime tra la popolazione civile», «la propadanda di odio, fomentata dai mass media italiani, offende il mio paese e denigra la grande civiltà russa», «prendo le distanze dalle misure politiche ed economiche del governo italiano, lavorerò anche in futuro con gli ospiti russi», «continueremo a sviluppare progetti che testimoniano della grandezza della cultura russa».
⛔️Le sanzioni sono la chiave per comprendere l'intera situazione. Perché il 24 febbraio è stato dichiarato che tutte le altre opzioni erano esaurite? Vediamo oggi come l'Occidente «collettivo» con «l'arrangiamento» degli #USA non solo adotta, ma addirittura inventa sanzioni più sofisticate: personali elenchi, divieti, minacce, assedi economici, espropri, sequestri, rapine, blocchi, congelamenti. Si usa qualsiasi cosa. Sanno e possono farlo. Non serve molto per bloccare un conto corrente, entrare illegalmetne nella proprietà di qualcuno, addirittura dei cittadini dello stato dove questo avviene, tanto più che sono anche cittadini russi oppure hanno legami o affari con il nostro paese. I paesi occidentali non si fermano davanti a nessun tipo di restrizione pur di raggiungere il loro obiettivo politico.
❓Perché in otto anni non è stata applicata neanche una miliardesima parte di tutto questo al regime ucraino al fine di spingerlo ad applicare gli accordi di Minsk che sono stati firmati anche dal presidente ucraino? Si poteva fare. Bastava non mandargli una volta i soldi che non gli sono dovuti e che costituiscono uno stimolo dello sviluppo del regime kieviano. I soldi venivano mandati semplicemente così ed evaporavano. Si poteva una volta dire che i soldi sarebbero stati inviati in tranche miliardarie solo nella misura in cui fosse stato implementato un punto dell'accordo e avviata l'attuazione del successivo. Conosciamo bene i rappresentanti del regime kieviano del XXI secolo. Persone disposte a strangolarsi per un centesimo e a strangolare chiunque. Avrebbero attuato interamente gli accordi di #Minsk. Avrebbero fatto qualsiasi cosa per rivedere i soldi sui propri conti bancari.
💬«Della reazione degli italiani all'operazione speciale russa in #Ucraina
Non dappertutto, non ovunque e non completamente russofobia ha potuto invadere il mondo. Gli esempi sono numerosi. Ne citerò uno.
Dopo che sono entrati in azione gli «ingranaggi» della campagna russofobica ed è stato dichiarato il rifiuto di tutto ciò che è russo, tramite la nostra ambasciata riceviamo un'enorme quantità di lettere di sostegno e di telefonate.
🇮🇹I cittadini italiani esprimono solidarietà al nostro paese e al nostro popolo. Un'altra raccolta di simili appelli è giunta anche dal Consolato generale della #Russia a Milano. Si tratta di centinaia di lettere indirizzate al Presidente della Federazione Russa Vladimir #Putin provenienti da semplici cittadini italiani: giornalisti indipendenti, giuristi di diritto internazionale, rappresentanti del mondo accademico, imprenditori, esponenti del mondo della cultura e del sociale.
Tali messaggi contengono non solo genuine emozioni ma anche un'analisi profonda di quanto sta avvenendo che non viene mostrato da coloro che sarebbero tenuti a farlo: l'establishment politico.
Citerò solo alcuni questi messaggi: «non tutti gli italiani sono puppazi degli americani», «ho sempre considerato quello russo un popolo fratello, proprio questo popolo mi ha restituito nel 1945 mio padre, militare italiano fatto prigioniero». Tanto più che l'Italia era dall'altra parte, «Esprimo solidarietà al popolo russo e ai suoi vertici e la mia contrarietà a questa vergognosa campagna russofobica», «farò ogni possibile sforzo per dimostrare che solo sanzioni contro l'Ucraina, in mano nazista, avrebbero fondamento», «ll governo criminale dell'Ucraina è responsabile delle inevitabili vittime tra la popolazione civile», «la propadanda di odio, fomentata dai mass media italiani, offende il mio paese e denigra la grande civiltà russa», «prendo le distanze dalle misure politiche ed economiche del governo italiano, lavorerò anche in futuro con gli ospiti russi», «continueremo a sviluppare progetti che testimoniano della grandezza della cultura russa».
⛔️Le sanzioni sono la chiave per comprendere l'intera situazione. Perché il 24 febbraio è stato dichiarato che tutte le altre opzioni erano esaurite? Vediamo oggi come l'Occidente «collettivo» con «l'arrangiamento» degli #USA non solo adotta, ma addirittura inventa sanzioni più sofisticate: personali elenchi, divieti, minacce, assedi economici, espropri, sequestri, rapine, blocchi, congelamenti. Si usa qualsiasi cosa. Sanno e possono farlo. Non serve molto per bloccare un conto corrente, entrare illegalmetne nella proprietà di qualcuno, addirittura dei cittadini dello stato dove questo avviene, tanto più che sono anche cittadini russi oppure hanno legami o affari con il nostro paese. I paesi occidentali non si fermano davanti a nessun tipo di restrizione pur di raggiungere il loro obiettivo politico.
❓Perché in otto anni non è stata applicata neanche una miliardesima parte di tutto questo al regime ucraino al fine di spingerlo ad applicare gli accordi di Minsk che sono stati firmati anche dal presidente ucraino? Si poteva fare. Bastava non mandargli una volta i soldi che non gli sono dovuti e che costituiscono uno stimolo dello sviluppo del regime kieviano. I soldi venivano mandati semplicemente così ed evaporavano. Si poteva una volta dire che i soldi sarebbero stati inviati in tranche miliardarie solo nella misura in cui fosse stato implementato un punto dell'accordo e avviata l'attuazione del successivo. Conosciamo bene i rappresentanti del regime kieviano del XXI secolo. Persone disposte a strangolarsi per un centesimo e a strangolare chiunque. Avrebbero attuato interamente gli accordi di #Minsk. Avrebbero fatto qualsiasi cosa per rivedere i soldi sui propri conti bancari.
❗️All’attenzione dei nostri amici e followers - l’intervista della Rappresentante ufficiale del Ministero degli Affari Esteri della Federazione #Russia Maria #Zakharova al programma televisivo #ZonaBianca del canale #Rete4 di #Mediaset del 24.04.2022.
Buona visione!
📹🔗 https://www.mediasetplay.mediaset.it/video/zonabianca/parla-marija-zacharova-la-voce-del-cremlino_F311546901017C03
Buona visione!
📹🔗 https://www.mediasetplay.mediaset.it/video/zonabianca/parla-marija-zacharova-la-voce-del-cremlino_F311546901017C03
#Opinione di Maria #Zakharova:
💬Dmytro Kuleba ha twittato: “PR russo sulla fame. Mosca promette di trasferire gratuitamente 500mila tonnellate di grano (molto probabilmente rubate dall'Ucraina) ad altri paesi nei prossimi 4 mesi. Ma, dopo aver distrutto il corridoio del grano, la Russia sta bloccando 2 milioni (!) di tonnellate di grano per Algeria, Yemen, Vietnam, Bangladesh e altri PROPRIO IN QUESTO MOMENTO”.
Ora la verità:
1️⃣ La Russia offre da molto tempo il trasferimento gratuito dei PROPRI fertilizzanti nei paesi bisognosi. Lo avevano proposto più volte sia il Presidente (1, 2) che il Ministro degli Affari Esteri.
2️⃣ Inoltre, la Russia è pronta a fornire gratuitamente ai paesi più poveri fino a 500mila tonnellate del PROPRIO grano.
3️⃣ Il regime di Kiev, per la sua intrinseca avidità, è riluttante a dare tutto a tutti, anche quando gli altri danno agli altri.
4️⃣ L'accordo sul grano è stato sventato da Zelensky e dai suoi terroristi, guidati da specialisti britannici, per aggiungere il ricatto sul cibo a quello nucleare. Hanno pochi soldi e armi. Hanno bisogno di più morti. Il regime di Kiev si siede su questo trono infernale: denaro, armi, morte.
💬Dmytro Kuleba ha twittato: “PR russo sulla fame. Mosca promette di trasferire gratuitamente 500mila tonnellate di grano (molto probabilmente rubate dall'Ucraina) ad altri paesi nei prossimi 4 mesi. Ma, dopo aver distrutto il corridoio del grano, la Russia sta bloccando 2 milioni (!) di tonnellate di grano per Algeria, Yemen, Vietnam, Bangladesh e altri PROPRIO IN QUESTO MOMENTO”.
Ora la verità:
1️⃣ La Russia offre da molto tempo il trasferimento gratuito dei PROPRI fertilizzanti nei paesi bisognosi. Lo avevano proposto più volte sia il Presidente (1, 2) che il Ministro degli Affari Esteri.
2️⃣ Inoltre, la Russia è pronta a fornire gratuitamente ai paesi più poveri fino a 500mila tonnellate del PROPRIO grano.
3️⃣ Il regime di Kiev, per la sua intrinseca avidità, è riluttante a dare tutto a tutti, anche quando gli altri danno agli altri.
4️⃣ L'accordo sul grano è stato sventato da Zelensky e dai suoi terroristi, guidati da specialisti britannici, per aggiungere il ricatto sul cibo a quello nucleare. Hanno pochi soldi e armi. Hanno bisogno di più morti. Il regime di Kiev si siede su questo trono infernale: denaro, armi, morte.
#Opinione di Maria Zakharova
💬 Qualche giorno fa, sui quotidiani italiani "La Repubblica" e "La Stampa", Kuleba per l'ennesima volta si è concesso uno sfogo. Ha definito "ipocriti" gli italiani che si pronunciano in favore di una risoluzione del conflitto con la Russia mediante i negoziati e non "sul campo di battaglia".
A suo avviso, questo punto di vista non fa che riflettere il desiderio che il suo Paese sia sconfitto e che cessi di esistere: "non vogliono la pace, ma un epitaffio sulla tomba dell'Ucraina: 'riposa in pace'".
Vi prego di tenere a mente la formula di sapore necrofilo, brillantemente espressa da Kuleba in relazione al proprio Paese.
Con ciò, Kuleba stesso sembra concordare sul fatto che ci sia "sempre spazio" per i negoziati, pur non vedendo, semplicemente, alcun anelito in tal senso da parte della Russia. Grandiosa menzogna, visto che proprio il regime che lui stesso rappresenta ha vietato a livello legislativo qualsiasi negoziato con la Russia .
Kuleba ha poi commentato le notizie apparse sulla stampa svizzera riguardo ad alcuni contatti con Ginevra atti a cercare un accordo di pace: "Se a Ginevra ci sono ucraini che parlano con i russi, non rappresentano lo Stato ucraino".
La cosa è particolarmente buffa, visto che l'intero "governo ucraino post-Maidan" è pieno zeppo di stranieri che non rappresentano alcun ucraino, ma gli esclusivi interessi delle lobby occidentali. Del resto, di rappresentanze spesso non c'è stato alcun bisogno: tutti ricordano molto bene una riunione del governo di Kiev gestita da Biden.
Kuleba ha avuto l’arroganza di chiedere: “A quale compromesso dovrebbe piegarsi l'Ucraina? Gli stessi italiani sarebbero disposti a rinunciare alla Calabria, alla Sardegna, al Piemonte o all'Alto Adige? Se è così, allora hanno il diritto morale di chiedere lo stesso agli ucraini". Peccato che il rappresentante del Comico non abbia precisato quando mai gli italiani avrebbero messo in ginocchio le legittime amministrazioni di queste regioni, quando avrebbero spedito carri armati in Piemonte e in Alto Adige o definito sardi e calabresi "capi (di bestiame)", quando avrebbero esiliato le autorità regionali dalla loro terra.
Alla domanda su cosa succederebbe se gli Stati Uniti smettessero di sostenere l'Ucraina, Kuleba ha rilasciato una dichiarazione sensazionale: "Combatteremo senza Biden!" Come sarebbe a dire senza Biden? D'altra parte, Zelensky ha delineato chiaramente la prospettiva che gli USA debbano mandare figli e figlie del popolo americano a combattere per lui.
Kuleba ha seriamente perso il controlloa Kvartal-95 e ha predetto che un'ipotetica sconfitta dell'Ucraina implicherà inevitabilmente la "fine dell'Europa" nella sua forma attuale. Ma che ottimista! Infatti, nella sua forma attuale, l'Europa è già finita ed esattamente nel momento in cui l'Unione Europea ha permesso a Washington di gestire le sue istituzioni politiche e, in definitiva, si è sottomessa alla NATO.
🇷🇺 https://t.me/MariaVladimirovnaZakharova/4975
#Zakharova #SpecialeUcraina
💬 Qualche giorno fa, sui quotidiani italiani "La Repubblica" e "La Stampa", Kuleba per l'ennesima volta si è concesso uno sfogo. Ha definito "ipocriti" gli italiani che si pronunciano in favore di una risoluzione del conflitto con la Russia mediante i negoziati e non "sul campo di battaglia".
A suo avviso, questo punto di vista non fa che riflettere il desiderio che il suo Paese sia sconfitto e che cessi di esistere: "non vogliono la pace, ma un epitaffio sulla tomba dell'Ucraina: 'riposa in pace'".
Vi prego di tenere a mente la formula di sapore necrofilo, brillantemente espressa da Kuleba in relazione al proprio Paese.
Con ciò, Kuleba stesso sembra concordare sul fatto che ci sia "sempre spazio" per i negoziati, pur non vedendo, semplicemente, alcun anelito in tal senso da parte della Russia. Grandiosa menzogna, visto che proprio il regime che lui stesso rappresenta ha vietato a livello legislativo qualsiasi negoziato con la Russia .
Kuleba ha poi commentato le notizie apparse sulla stampa svizzera riguardo ad alcuni contatti con Ginevra atti a cercare un accordo di pace: "Se a Ginevra ci sono ucraini che parlano con i russi, non rappresentano lo Stato ucraino".
La cosa è particolarmente buffa, visto che l'intero "governo ucraino post-Maidan" è pieno zeppo di stranieri che non rappresentano alcun ucraino, ma gli esclusivi interessi delle lobby occidentali. Del resto, di rappresentanze spesso non c'è stato alcun bisogno: tutti ricordano molto bene una riunione del governo di Kiev gestita da Biden.
Kuleba ha avuto l’arroganza di chiedere: “A quale compromesso dovrebbe piegarsi l'Ucraina? Gli stessi italiani sarebbero disposti a rinunciare alla Calabria, alla Sardegna, al Piemonte o all'Alto Adige? Se è così, allora hanno il diritto morale di chiedere lo stesso agli ucraini". Peccato che il rappresentante del Comico non abbia precisato quando mai gli italiani avrebbero messo in ginocchio le legittime amministrazioni di queste regioni, quando avrebbero spedito carri armati in Piemonte e in Alto Adige o definito sardi e calabresi "capi (di bestiame)", quando avrebbero esiliato le autorità regionali dalla loro terra.
Alla domanda su cosa succederebbe se gli Stati Uniti smettessero di sostenere l'Ucraina, Kuleba ha rilasciato una dichiarazione sensazionale: "Combatteremo senza Biden!" Come sarebbe a dire senza Biden? D'altra parte, Zelensky ha delineato chiaramente la prospettiva che gli USA debbano mandare figli e figlie del popolo americano a combattere per lui.
Kuleba ha seriamente perso il controllo
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#Zakharova #SpecialeUcraina
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Мария Захарова
На днях в итальянских газетах «Репубблика» и «Стампа» в очередной раз несло Кулебу. Он обозвал «лицемерами» тех итальянцев, кто выступает за урегулирование конфликта с Россией путём переговоров, а не «на поле боя».
В его понимании, эта точка зрения не что…
В его понимании, эта точка зрения не что…
🎙Maria Zakharova, Rappresentante Ufficiale del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa:
💬 Il portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite, Stéphane Dujarric: "Non possiamo commentare la questione del Monastero delle grotte (Pecherska Lavra) di Kiev perché abbiamo solo informazioni limitate, ma vale la pena ricordare che il Segretario generale delle Nazioni Unite crede che ogni Stato debba garantire l'effettivo esercizio del diritto alla libertà di religione e di credo, nonché la protezione dei luoghi di culto”.
Se, dopo l’appello dei monaci diretto in diverse lingue alla comunità internazionale, non può commentare, Stéphane, ammetta di essere di parte e non comprometta le Nazioni Unite: è assolutamente squalificante. Oppure si tratta di una scelta politica su commissione. Affermare regolarmente di non sapere nulla di ciò che accade in Ucraina quando il Suo capo si reca regolarmente a Kiev (l'ultima volta appena l'8 marzo) significa generare sfiducia nei confronti dell'ONU e del suo Segretariato.
Ricordo che quando bruciò Notre Dame de Paris - che, come la Pecherska Lavra di Kiev, tra l'altro è patrimonio dell'umanità dell'UNESCO, - il giorno immediatamente successivo fu reso noto il Suo commento con la promessa di aiutare la ricostruzione. E allora erano stati danneggiati solo i beni della chiesa. Oggi non stiamo nemmeno parlando dei monaci e della loro sorte (anche se non è cosa da poco, perché si presenta una semplice questione di vita quotidiana: dove dovrebbero vivere dopo lo sfratto?), ma della Chiesa come istituzione divina.
Non vorrei pensare che Lei, Stéphane, professi un approccio segregazionista, dividendo le religioni del mondo in base all'importanza: i cattolici possono essere compatiti, mentre gli ortodossi non sono degni di reazione. Anche se bisogna riflettere, però. La segregazione è evidente su tutti i fronti.
Se il lavoro di informazione del Segretariato non sarà equilibrato, solleveremo la questione alla sessione del Comitato per l'informazione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
#Zakharova #SpecialeUcraina
💬 Il portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite, Stéphane Dujarric: "Non possiamo commentare la questione del Monastero delle grotte (Pecherska Lavra) di Kiev perché abbiamo solo informazioni limitate, ma vale la pena ricordare che il Segretario generale delle Nazioni Unite crede che ogni Stato debba garantire l'effettivo esercizio del diritto alla libertà di religione e di credo, nonché la protezione dei luoghi di culto”.
Se, dopo l’appello dei monaci diretto in diverse lingue alla comunità internazionale, non può commentare, Stéphane, ammetta di essere di parte e non comprometta le Nazioni Unite: è assolutamente squalificante. Oppure si tratta di una scelta politica su commissione. Affermare regolarmente di non sapere nulla di ciò che accade in Ucraina quando il Suo capo si reca regolarmente a Kiev (l'ultima volta appena l'8 marzo) significa generare sfiducia nei confronti dell'ONU e del suo Segretariato.
Ricordo che quando bruciò Notre Dame de Paris - che, come la Pecherska Lavra di Kiev, tra l'altro è patrimonio dell'umanità dell'UNESCO, - il giorno immediatamente successivo fu reso noto il Suo commento con la promessa di aiutare la ricostruzione. E allora erano stati danneggiati solo i beni della chiesa. Oggi non stiamo nemmeno parlando dei monaci e della loro sorte (anche se non è cosa da poco, perché si presenta una semplice questione di vita quotidiana: dove dovrebbero vivere dopo lo sfratto?), ma della Chiesa come istituzione divina.
Non vorrei pensare che Lei, Stéphane, professi un approccio segregazionista, dividendo le religioni del mondo in base all'importanza: i cattolici possono essere compatiti, mentre gli ortodossi non sono degni di reazione. Anche se bisogna riflettere, però. La segregazione è evidente su tutti i fronti.
Se il lavoro di informazione del Segretariato non sarà equilibrato, solleveremo la questione alla sessione del Comitato per l'informazione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
#Zakharova #SpecialeUcraina
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Звернення Намісника Лаври з братією до народу і влади України
Обращение Наместника Лавры с братией к народу и властям Украины
10 марта 2023 г. стало известно о письме руководства Национального заповедника «Киево-Печерская лавра» в адрес Киево-Печерской обители с требованием о выселении монашествующих из стен православной…
10 марта 2023 г. стало известно о письме руководства Национального заповедника «Киево-Печерская лавра» в адрес Киево-Печерской обители с требованием о выселении монашествующих из стен православной…
#Opinione di Maria #Zakharova:
In relazione all'oscurantismo e agli intrighi occidentali attorno alla Corte Penale Internazionale e alle sue false accuse - in particolare contro la Garante per i Diritti dell’Infanzia della Federazione Russa, Maria Lvova-Belova - vorrei ricordare come Washington abbia perpetrato le sue manipolazioni nei confronti dei bambini:
👉 https://telegra.ph/Opinione-di-Maria-Zakharova-La-Corte-Penale-Internazionale-e-le-sue-false-accuse-03-23
In relazione all'oscurantismo e agli intrighi occidentali attorno alla Corte Penale Internazionale e alle sue false accuse - in particolare contro la Garante per i Diritti dell’Infanzia della Federazione Russa, Maria Lvova-Belova - vorrei ricordare come Washington abbia perpetrato le sue manipolazioni nei confronti dei bambini:
👉 https://telegra.ph/Opinione-di-Maria-Zakharova-La-Corte-Penale-Internazionale-e-le-sue-false-accuse-03-23
#Opinione di Maria #Zakharova:
💬 I bambini «evacuati» dall’Ucraina che si sono ritrovati in Europa si scontrano costantemente con problemi legati a diverse forme di emarginazione, finanche lo sfruttamento e il traffico a fini sessuali.
Ho già scritto precedentemente che siffatte affermazioni sono state fatte da funzionari ufficiali dell’UE; in particolare, in Svezia, Olivia Wiegzell, Direttore Generale dell’Agenzia per la Tutela Sociale della popolazione, si è vista costretta ad avvertire tutti i rifugiati che registrarsi presso l’Agenzia Nazionale d’Immigrazione era indispensabile, sottolineando nello specifico perché dovessero farlo i bambini: «per non cadere vittime di sfruttamento».
Alle autorità di Stoccolma è noto che i minori giunti nel Paese senza i genitori sono come minimo alcune centinaia. Già l’anno scorso, nessuno si era preso la briga di comunicare quanti bambini e adulti si trovassero in Scandinavia illegalmente, senza essere stati registrati. Nel complesso, la situazione non è migliorata.
Un’analoga situazione si verifica in Francia, uno dei Paesi più ambìti dai rifugiati ucraini. Anche di questo ho già parlato: il Prefetto Joseph Limet, in un’intervista a Le Monde, lamentava di non aver idea di dove sistemare 100.000 ucraini, di cui ad avere un lavoro erano al massimo tre migliaia. Nella stessa intervista, ammetteva di aver «perso» metà dei rifugiati, ovvero che le autorità francesi non abbiano idea di dove costoro si trovino, di cosa facciano e di dove vivano. Dopo aver passato il controllo di frontiera sono semplicemente… «spariti».
Tutti questi problemi hanno costretto alcuni Paesi, in particolare l’Estonia, a chiudere le frontiere ai rifugiati poco tempo dopo l’inizio dell’esodo.
Intanto, in Germania - che, stando ai soli dati ufficiali, ha accolto più di un milione di ucraini - i Servizi per l’Infanzia sottraggono regolarmente i bambini alle famiglie dei rifugiati, privando per via legale i genitori della patria potestà. Per di più, l’intervento degli organi di tutela si è verificato su segnalazione delle famiglie presso cui vivevano gli ucraini: tra le ragioni per cui si può sottrarre un bambino ai genitori è, ad esempio, il fatto che abbiano alzato la voce.
Considerati i problemi catastrofici di migliaia di minori ucraini nei Paesi dell’UE, problemi che non solo non vengono risolti, ma giorno dopo giorno si acuiscono, la falsa apprensione degli euro-atlantisti per il destino dei bimbi che la Russia ha evacuato dalle zone del conflitto risulta ipocrita e particolarmente cinica.
🇷🇺 https://t.me/MariaVladimirovnaZakharova/5084
#SpecialeUcraina
💬 I bambini «evacuati» dall’Ucraina che si sono ritrovati in Europa si scontrano costantemente con problemi legati a diverse forme di emarginazione, finanche lo sfruttamento e il traffico a fini sessuali.
Ho già scritto precedentemente che siffatte affermazioni sono state fatte da funzionari ufficiali dell’UE; in particolare, in Svezia, Olivia Wiegzell, Direttore Generale dell’Agenzia per la Tutela Sociale della popolazione, si è vista costretta ad avvertire tutti i rifugiati che registrarsi presso l’Agenzia Nazionale d’Immigrazione era indispensabile, sottolineando nello specifico perché dovessero farlo i bambini: «per non cadere vittime di sfruttamento».
Alle autorità di Stoccolma è noto che i minori giunti nel Paese senza i genitori sono come minimo alcune centinaia. Già l’anno scorso, nessuno si era preso la briga di comunicare quanti bambini e adulti si trovassero in Scandinavia illegalmente, senza essere stati registrati. Nel complesso, la situazione non è migliorata.
Un’analoga situazione si verifica in Francia, uno dei Paesi più ambìti dai rifugiati ucraini. Anche di questo ho già parlato: il Prefetto Joseph Limet, in un’intervista a Le Monde, lamentava di non aver idea di dove sistemare 100.000 ucraini, di cui ad avere un lavoro erano al massimo tre migliaia. Nella stessa intervista, ammetteva di aver «perso» metà dei rifugiati, ovvero che le autorità francesi non abbiano idea di dove costoro si trovino, di cosa facciano e di dove vivano. Dopo aver passato il controllo di frontiera sono semplicemente… «spariti».
Tutti questi problemi hanno costretto alcuni Paesi, in particolare l’Estonia, a chiudere le frontiere ai rifugiati poco tempo dopo l’inizio dell’esodo.
Intanto, in Germania - che, stando ai soli dati ufficiali, ha accolto più di un milione di ucraini - i Servizi per l’Infanzia sottraggono regolarmente i bambini alle famiglie dei rifugiati, privando per via legale i genitori della patria potestà. Per di più, l’intervento degli organi di tutela si è verificato su segnalazione delle famiglie presso cui vivevano gli ucraini: tra le ragioni per cui si può sottrarre un bambino ai genitori è, ad esempio, il fatto che abbiano alzato la voce.
Considerati i problemi catastrofici di migliaia di minori ucraini nei Paesi dell’UE, problemi che non solo non vengono risolti, ma giorno dopo giorno si acuiscono, la falsa apprensione degli euro-atlantisti per il destino dei bimbi che la Russia ha evacuato dalle zone del conflitto risulta ipocrita e particolarmente cinica.
🇷🇺 https://t.me/MariaVladimirovnaZakharova/5084
#SpecialeUcraina
🎙Commento della Rappresentante Ufficiale del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa, Maria #Zakharova, sulla preoccupazione espressa da un certo numero di Paesi occidentali riguardo alla cooperazione russo-bielorussa nella sfera nucleare
💬 La reazione inappropriata di alcune capitali occidentali alle decisioni riguardanti lo sviluppo della nostra cooperazione con la Bielorussia nella sfera del nucleare militare non può che provocare sconcerto. Sembra che la preoccupazione espressa in questo contesto dai Paesi occidentali sia rivolta a un pubblico ignaro che non è a conoscenza delle esercitazioni pluriennali di sedicenti mentori occidentali in questo campo.
❗️Fatti indiscutibili indicano che sono stati i Paesi della NATO a introdurre il concetto delle cosiddette "missioni nucleari congiunte" che continuano a seguire per molti decenni. Al centro di questo concetto ci sono le armi nucleari di proprietà statunitense dispiegate in Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Turchia, e il personale militare di questi Paesi è sistematicamente e sempre più intensamente addestrato all'uso delle armi nucleari e alla partecipazione alle operazioni per il loro impiego in combattimento.
Non è un segreto che la modernizzazione su larga scala in corso delle bombe nucleari americane e dei loro vettori utilizzati in queste missioni porta alla transizione di questo potenziale a un nuovo livello qualitativo. Allo stesso tempo, la natura esplicitamente anti-russa dei corrispondenti programmi militari statunitensi e della NATO non viene assolutamente celata.
Anche il fatto ovvio da parte di Washington dell'abbassamento dottrinale della soglia per l'uso delle armi nucleari negli ultimi anni, con uno spostamento dell'attenzione verso "scenari limitati" del loro uso, è di pubblico dominio.
Prendiamo atto con preoccupazione dei recenti appelli per espandere la distribuzione geografica dello stoccaggio delle bombe nucleari americane in Europa con la promozione delle relative infrastrutture fino ai confini dello Stato dell'Unione di Russia e Bielorussia.
In tutti questi anni la Russia ha mostrato la massima moderazione. Negli anni '90 nello spirito dei nostri sforzi per ritirare tutte le armi nucleari dai Paesi dell'ex URSS in territorio russo e trasferirle in uno stato non schierato, abbiamo costantemente sottolineato la necessità che tutte le armi nucleari statunitensi dall'estero fossero riportate negli USA e si mettesse fine al coinvolgimento dei Paesi non nucleari nello sviluppo delle applicazioni. Tutto ciò è stato ignorato o addirittura rifiutato.
☝️ Nel contesto della guerra ibrida a tutto campo scatenata dall'Occidente contro la Russia e dell'intenzione dichiarata di Stati Uniti e NATO di infliggerci una "sconfitta strategica", sarebbe ingenuo continuare a contare sulla totale assenza di qualsiasi forza militare - contromisure tecniche da parte nostra in questo settore. Ci siamo riservati e ci riserviamo tuttora il diritto di adottare le misure aggiuntive necessarie per garantire la sicurezza della Russia e dei suoi alleati.
Questo problema continuerà ad essere affrontato. Allo stesso tempo, a differenza della NATO, che è un conglomerato di Paesi subordinati agli Stati Uniti, nel nostro caso si tratta dello Stato dell'Unione, che ha ufficialmente una dottrina militare comune. Si tratta, quindi, di misure di sicurezza adottate dallo Stato dell'Unione sul proprio territorio nazionale. Tutte le decisioni necessarie in materia sono state prese e saranno rigorosamente attuate.
#Commenti
💬 La reazione inappropriata di alcune capitali occidentali alle decisioni riguardanti lo sviluppo della nostra cooperazione con la Bielorussia nella sfera del nucleare militare non può che provocare sconcerto. Sembra che la preoccupazione espressa in questo contesto dai Paesi occidentali sia rivolta a un pubblico ignaro che non è a conoscenza delle esercitazioni pluriennali di sedicenti mentori occidentali in questo campo.
❗️Fatti indiscutibili indicano che sono stati i Paesi della NATO a introdurre il concetto delle cosiddette "missioni nucleari congiunte" che continuano a seguire per molti decenni. Al centro di questo concetto ci sono le armi nucleari di proprietà statunitense dispiegate in Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Turchia, e il personale militare di questi Paesi è sistematicamente e sempre più intensamente addestrato all'uso delle armi nucleari e alla partecipazione alle operazioni per il loro impiego in combattimento.
Non è un segreto che la modernizzazione su larga scala in corso delle bombe nucleari americane e dei loro vettori utilizzati in queste missioni porta alla transizione di questo potenziale a un nuovo livello qualitativo. Allo stesso tempo, la natura esplicitamente anti-russa dei corrispondenti programmi militari statunitensi e della NATO non viene assolutamente celata.
Anche il fatto ovvio da parte di Washington dell'abbassamento dottrinale della soglia per l'uso delle armi nucleari negli ultimi anni, con uno spostamento dell'attenzione verso "scenari limitati" del loro uso, è di pubblico dominio.
Prendiamo atto con preoccupazione dei recenti appelli per espandere la distribuzione geografica dello stoccaggio delle bombe nucleari americane in Europa con la promozione delle relative infrastrutture fino ai confini dello Stato dell'Unione di Russia e Bielorussia.
In tutti questi anni la Russia ha mostrato la massima moderazione. Negli anni '90 nello spirito dei nostri sforzi per ritirare tutte le armi nucleari dai Paesi dell'ex URSS in territorio russo e trasferirle in uno stato non schierato, abbiamo costantemente sottolineato la necessità che tutte le armi nucleari statunitensi dall'estero fossero riportate negli USA e si mettesse fine al coinvolgimento dei Paesi non nucleari nello sviluppo delle applicazioni. Tutto ciò è stato ignorato o addirittura rifiutato.
☝️ Nel contesto della guerra ibrida a tutto campo scatenata dall'Occidente contro la Russia e dell'intenzione dichiarata di Stati Uniti e NATO di infliggerci una "sconfitta strategica", sarebbe ingenuo continuare a contare sulla totale assenza di qualsiasi forza militare - contromisure tecniche da parte nostra in questo settore. Ci siamo riservati e ci riserviamo tuttora il diritto di adottare le misure aggiuntive necessarie per garantire la sicurezza della Russia e dei suoi alleati.
Questo problema continuerà ad essere affrontato. Allo stesso tempo, a differenza della NATO, che è un conglomerato di Paesi subordinati agli Stati Uniti, nel nostro caso si tratta dello Stato dell'Unione, che ha ufficialmente una dottrina militare comune. Si tratta, quindi, di misure di sicurezza adottate dallo Stato dell'Unione sul proprio territorio nazionale. Tutte le decisioni necessarie in materia sono state prese e saranno rigorosamente attuate.
#Commenti
#Opinione di Maria #Zakharova
💬 È interessante come coesistano contemporaneamente nei “cervelli collettivi” delle dittature liberali occidentali due ideologemi incompatibili: la presunta preoccupazione per i bambini ucraini e il desiderio maniacale di contaminare con l'uranio impoverito i terreni della regione.
Penseranno che sarà come una «festa della varicella», quando si mettono insieme bambini sani e bambini affetti da varicella in modo che tutti si contagino e sviluppino l'immunità?
Ma le radiazioni non sono la varicella.
Ed è improbabile che in linea di principio siano in grado di prendersi cura dei figli degli altri, dato che non provano empatia nemmeno per i propri.
BBC Northern Ireland ha pubblicato i risultati di un'indagine scioccante. Si scopre che gli inglesi - la polizia e le forze armate - durante il conflitto (o, come viene chiamato lì, «i disordini» - «The Troubles» in inglese) nell'Irlanda del Nord, hanno sparato ai bambini con munizioni mortali - proiettili di plastica e gomma. Si sa della morte di almeno otto minori, alcuni dei quali avevano circa dieci anni (ad esempio, il ragazzo irlandese Stephen Geddis).
Lo ripeto ancora una volta.
Le autorità sapevano che era altamente probabile che l'uso di tali munizioni avrebbe portato alla morte. La relativa istruzione fu diffusa nel 1971 alle forze di terra britanniche, ma i militari britannici si rifiutarono deliberatamente di trasferirne il contenuto alle unità sottoposte: era più facile soffocare nel sangue le proteste di coloro che volevano pregare in un'altra chiesa e parlare un'altra lingua, compreso il sangue dei bambini cattolici.
Proiettili all'uranio, proiettili di plastica contro i bambini, cambio di sesso da parte di minori con terapia ormonale sostitutiva: queste sono le "regole" del nuovo ordine mondiale.
Sono contro!
💬 È interessante come coesistano contemporaneamente nei “cervelli collettivi” delle dittature liberali occidentali due ideologemi incompatibili: la presunta preoccupazione per i bambini ucraini e il desiderio maniacale di contaminare con l'uranio impoverito i terreni della regione.
Penseranno che sarà come una «festa della varicella», quando si mettono insieme bambini sani e bambini affetti da varicella in modo che tutti si contagino e sviluppino l'immunità?
Ma le radiazioni non sono la varicella.
Ed è improbabile che in linea di principio siano in grado di prendersi cura dei figli degli altri, dato che non provano empatia nemmeno per i propri.
BBC Northern Ireland ha pubblicato i risultati di un'indagine scioccante. Si scopre che gli inglesi - la polizia e le forze armate - durante il conflitto (o, come viene chiamato lì, «i disordini» - «The Troubles» in inglese) nell'Irlanda del Nord, hanno sparato ai bambini con munizioni mortali - proiettili di plastica e gomma. Si sa della morte di almeno otto minori, alcuni dei quali avevano circa dieci anni (ad esempio, il ragazzo irlandese Stephen Geddis).
Lo ripeto ancora una volta.
Le autorità sapevano che era altamente probabile che l'uso di tali munizioni avrebbe portato alla morte. La relativa istruzione fu diffusa nel 1971 alle forze di terra britanniche, ma i militari britannici si rifiutarono deliberatamente di trasferirne il contenuto alle unità sottoposte: era più facile soffocare nel sangue le proteste di coloro che volevano pregare in un'altra chiesa e parlare un'altra lingua, compreso il sangue dei bambini cattolici.
Proiettili all'uranio, proiettili di plastica contro i bambini, cambio di sesso da parte di minori con terapia ormonale sostitutiva: queste sono le "regole" del nuovo ordine mondiale.
Sono contro!
🎙 Commento della Rappresentante Ufficiale del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa, M.#Zakharova, in relazione all'iniziativa organizzata dagli Stati Uniti che avrebbe come obiettivo la promozione della democrazia nel mondo
💬 Dal 28 al 30 marzo, gli Stati Uniti 🇺🇸 intendono organizzare un evento internazionale, titolato «Summit for Democracy». Un summit simile è stato organizzato nel dicembre 2021.
Cioè, siamo già al secondo tentativo dell'attuale amministrazione americana di convocare una conferenza al fine – così la presenta Washington – di dare vita a una coalizione di stati democratici. Ovviamente, sotto la guida degli stessi Stati Uniti.
Nel momento in cui la reputazione delle autorità statunitensi in questo campo non è nemmeno dubbia, ma totalmente distrutta, rivendicare la leadership nella promozione dei valori democratici su scala globale è il massimo dell'ipocrisia. I fatti rilevanti sono ampiamente noti. Alcuni di essi si trovano, in particolare, nella dichiarazione del Ministero degli Esteri russo pubblicata il 1° dicembre 2021. Da allora la situazione non è migliorata.
👉 I cosiddetti «vertici per la democrazia» sono una chiara manifestazione delle pratiche neocoloniali nella politica estera statunitense. Dietro gli sforzi per organizzarli e convocarli si nasconde il desiderio di rinnovare e legittimare gli strumenti americani di controllo esterno e ingerenza negli affari interni degli Stati sovrani.
👉 Allo stesso tempo, si tratta della formazione di una piattaforma ideologica per la lotta contro coloro che l'élite politica americana tenta di etichettare come «autocrazie».
☝️ Deploriamo inoltre profondamente la decisione del Segretario generale delle Nazioni Unite A. Guterres di prendere parte a questo indegno spettacolo.
❗️I partecipanti responsabili alla comunicazione internazionale non dovrebbero impegnarsi nella "democratizzazione" e tracciare nuove linee di divisione. È giunto il momento che gli Stati Uniti e i loro alleati tornino a rispettare il diritto internazionale e uniscano gli sforzi per creare le condizioni per una coesistenza pacifica e una cooperazione reciprocamente vantaggiosa.
🔗 Leggere il testo intero
#Commenti
💬 Dal 28 al 30 marzo, gli Stati Uniti 🇺🇸 intendono organizzare un evento internazionale, titolato «Summit for Democracy». Un summit simile è stato organizzato nel dicembre 2021.
Cioè, siamo già al secondo tentativo dell'attuale amministrazione americana di convocare una conferenza al fine – così la presenta Washington – di dare vita a una coalizione di stati democratici. Ovviamente, sotto la guida degli stessi Stati Uniti.
Nel momento in cui la reputazione delle autorità statunitensi in questo campo non è nemmeno dubbia, ma totalmente distrutta, rivendicare la leadership nella promozione dei valori democratici su scala globale è il massimo dell'ipocrisia. I fatti rilevanti sono ampiamente noti. Alcuni di essi si trovano, in particolare, nella dichiarazione del Ministero degli Esteri russo pubblicata il 1° dicembre 2021. Da allora la situazione non è migliorata.
👉 I cosiddetti «vertici per la democrazia» sono una chiara manifestazione delle pratiche neocoloniali nella politica estera statunitense. Dietro gli sforzi per organizzarli e convocarli si nasconde il desiderio di rinnovare e legittimare gli strumenti americani di controllo esterno e ingerenza negli affari interni degli Stati sovrani.
👉 Allo stesso tempo, si tratta della formazione di una piattaforma ideologica per la lotta contro coloro che l'élite politica americana tenta di etichettare come «autocrazie».
☝️ Deploriamo inoltre profondamente la decisione del Segretario generale delle Nazioni Unite A. Guterres di prendere parte a questo indegno spettacolo.
❗️I partecipanti responsabili alla comunicazione internazionale non dovrebbero impegnarsi nella "democratizzazione" e tracciare nuove linee di divisione. È giunto il momento che gli Stati Uniti e i loro alleati tornino a rispettare il diritto internazionale e uniscano gli sforzi per creare le condizioni per una coesistenza pacifica e una cooperazione reciprocamente vantaggiosa.
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#Commenti
#Opinione di Maria #Zakharova:
Michail Brodsky, Ambasciatore d’Israele in Ucraina (originario di Leningrado, dove è sopravvissuto all’assedio), in un’intervista al portale internet israeliano ITON-TV ha dichiarato, peraltro in un russo ineccepibile, quanto segue:
«Il nostro approccio a figure come Bandera, Shukevich, Mel’nik ecc. si distingue nettamente da quello della maggioranza degli ucraini. In effetti, costoro sostenevano l’ideologia del nazismo. Nell’ambito della loro lotta per l’indipendenza dell’Ucraina, volevano vedere l’Ucraina priva di ebrei, così come di polacchi, di comunisti e probabilmente di chissà quant’altro […] Anche l’Ucraina, naturalmente, è alla ricerca della propria identità, alla ricerca dei propri eroi. A noi, naturalmente, questi eroi non piacciono, ma, per la maggioranza degli ucraini, sono gli eroi che si sono battuti per l’indipendenza […] Io credo, però, guardando realisticamente alle cose, che fermare questo processo oggi sia impossibile. [...] Non sarebbe corretto che vincolassimo il nostro appoggio e il nostro supporto all’Ucraina alla richiesta che la smettano di cambiare i nomi alle strade o di definire “eroi” Bandera e Mel’nik. Perché, se si guarda realisticamente alle cose, naturalmente questo non accadrà».
Non c’è neanche un’organizzazione che abbia battuto ciglio in difesa delle vittime dell’Olocausto. Ehi, gente, voi che ricevete miliardi per le vostre tasche e per alimentare la narrativa all’ultimo grido, non è che per caso vi siete persi qualcosa? L’Olocausto non va ricordato solo perché c’è stato, ma anche perché non si ripeta. E non solo nei confronti di un’etnia o di una religione, ma nei confronti di tutti.
Visto che, tranne noi, non resta nessuno a difendere le vittime dell’Olocausto, ricorderò al Signor Brodsky quale fosse la politica etnica dell’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini di cui era a capo Stepan Bandera. Dalla seconda risoluzione dell’Assemblea generale dell’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini nell’aprile del 1941: «L’Organizzazione combatte contro i giudei in quanto sostengono il regime bolscevico-moscovita». Ecco, ad esempio, una citazione di Jaroslav Stec’ko, commilitone di Bandera e Mel’nik: «Condivido l’idea che i giudei vengano distrutti e che sia opportuno importare in Ucraina i metodi tedeschi per sterminare i giudei, escludendone l’assimilazione».
Nell’Ucraina occupata dai nazisti, cui questi inumani anti-eroi prestavano il proprio solerte aiuto, gli ebrei sono stati davvero sterminati in massa, bruciati e messi sotto terra senza tomba, né un segno di riconoscimento. Si è trattato in tutto di circa un milione e quattrocentomila persone.
Di che «eroi» può mai venire a parlarci Michail Brodsky?
<…>
Se Michail Brodsky è dell’idea che Kiev abbia diritto ad avere questi eroi e questa identità, il problema riguarda anche il Ministero degli Esteri d’Israele.
Nessuno ha diritto a eroi del genere. Infatti, non sono eroi, ma una progenie infernale, e non rappresentano l’identità dell’Ucraina, ma la sua vergogna. Questo è il sembiante del nazismo.
Quanto al fatto, poi, che su questo non ci sarebbe nulla da fare, è una vera e propria bestemmia. Così ragionavano quelli che sponsorizzavano Hitler negli anni Trenta. A proposito, erano per lo più anglosassoni.
Se i soldati sovietici avessero ragionato così, semplicemente oggi non ci sarebbe alcun Brodsky, né una memoria dell'Olocausto.
Come cantava il grande Vladimir Vysockij, «i nostri soldati, tenendosi con un piede agli Urali», hanno cambiato il corso della storia, restituendo all’umanità la sua autentica immagine. Vero è, a quanto è emerso oggi, che è stato solo per un po’. Ora ci risiamo di nuovo.
🔗 https://is.gd/ElIWWf
Michail Brodsky, Ambasciatore d’Israele in Ucraina (originario di Leningrado, dove è sopravvissuto all’assedio), in un’intervista al portale internet israeliano ITON-TV ha dichiarato, peraltro in un russo ineccepibile, quanto segue:
«Il nostro approccio a figure come Bandera, Shukevich, Mel’nik ecc. si distingue nettamente da quello della maggioranza degli ucraini. In effetti, costoro sostenevano l’ideologia del nazismo. Nell’ambito della loro lotta per l’indipendenza dell’Ucraina, volevano vedere l’Ucraina priva di ebrei, così come di polacchi, di comunisti e probabilmente di chissà quant’altro […] Anche l’Ucraina, naturalmente, è alla ricerca della propria identità, alla ricerca dei propri eroi. A noi, naturalmente, questi eroi non piacciono, ma, per la maggioranza degli ucraini, sono gli eroi che si sono battuti per l’indipendenza […] Io credo, però, guardando realisticamente alle cose, che fermare questo processo oggi sia impossibile. [...] Non sarebbe corretto che vincolassimo il nostro appoggio e il nostro supporto all’Ucraina alla richiesta che la smettano di cambiare i nomi alle strade o di definire “eroi” Bandera e Mel’nik. Perché, se si guarda realisticamente alle cose, naturalmente questo non accadrà».
Non c’è neanche un’organizzazione che abbia battuto ciglio in difesa delle vittime dell’Olocausto. Ehi, gente, voi che ricevete miliardi per le vostre tasche e per alimentare la narrativa all’ultimo grido, non è che per caso vi siete persi qualcosa? L’Olocausto non va ricordato solo perché c’è stato, ma anche perché non si ripeta. E non solo nei confronti di un’etnia o di una religione, ma nei confronti di tutti.
Visto che, tranne noi, non resta nessuno a difendere le vittime dell’Olocausto, ricorderò al Signor Brodsky quale fosse la politica etnica dell’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini di cui era a capo Stepan Bandera. Dalla seconda risoluzione dell’Assemblea generale dell’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini nell’aprile del 1941: «L’Organizzazione combatte contro i giudei in quanto sostengono il regime bolscevico-moscovita». Ecco, ad esempio, una citazione di Jaroslav Stec’ko, commilitone di Bandera e Mel’nik: «Condivido l’idea che i giudei vengano distrutti e che sia opportuno importare in Ucraina i metodi tedeschi per sterminare i giudei, escludendone l’assimilazione».
Nell’Ucraina occupata dai nazisti, cui questi inumani anti-eroi prestavano il proprio solerte aiuto, gli ebrei sono stati davvero sterminati in massa, bruciati e messi sotto terra senza tomba, né un segno di riconoscimento. Si è trattato in tutto di circa un milione e quattrocentomila persone.
Di che «eroi» può mai venire a parlarci Michail Brodsky?
<…>
Se Michail Brodsky è dell’idea che Kiev abbia diritto ad avere questi eroi e questa identità, il problema riguarda anche il Ministero degli Esteri d’Israele.
Nessuno ha diritto a eroi del genere. Infatti, non sono eroi, ma una progenie infernale, e non rappresentano l’identità dell’Ucraina, ma la sua vergogna. Questo è il sembiante del nazismo.
Quanto al fatto, poi, che su questo non ci sarebbe nulla da fare, è una vera e propria bestemmia. Così ragionavano quelli che sponsorizzavano Hitler negli anni Trenta. A proposito, erano per lo più anglosassoni.
Se i soldati sovietici avessero ragionato così, semplicemente oggi non ci sarebbe alcun Brodsky, né una memoria dell'Olocausto.
Come cantava il grande Vladimir Vysockij, «i nostri soldati, tenendosi con un piede agli Urali», hanno cambiato il corso della storia, restituendo all’umanità la sua autentica immagine. Vero è, a quanto è emerso oggi, che è stato solo per un po’. Ora ci risiamo di nuovo.
🔗 https://is.gd/ElIWWf
❗️Maria #Zakharova, Rappresentante Ufficiale del Ministero degli Esteri della Federazione Russa, il 23 luglio 2023:
💬 Il Ministro degli Esteri dell’Ucraina Dmitry Kuleba ha notato che questa notte i russi hanno attaccato luoghi di culto ed edifici a Odessa, che sono sotto la protezione dell'UNESCO.
In primo luogo, dopo quello che il regime di Kiev ha combinato con decine di chiese ortodosse, con il Monastero delle Grotte di Kiev, con reliquie, monumenti e memoriali, non ha alcun diritto di appellarsi alla legalità.
A proposito, pure i danni alla Cattedrale della Trasfigurazione sono sulla coscienza del regime di Kiev e degli operatori incompetenti dei sistemi della difesa antiaerea, che le Forze armate dell’Ucraina collocano deliberatamente nelle zone residenziali — questo è già stato confermato dal Ministero della Difesa.
In secondo luogo, il segretariato dell'UNESCO assume una posizione parziale riguardo alla situazione in Ucraina.
I rappresentanti della burocrazia di questa organizzazione si rifiutano di notare l'illegalità che dura da tanti anni in Ucraina. Per di più, quando la banda di Kuleba ha ordinato che il monumento a Caterina II la Grande fosse rimosso dal piedistallo e trascinato via da qualche parte, l'UNESCO è rimasta di nuovo in silenzio, e subito dopo ha deciso di iniziare a "tutelare culturalmente" il centro storico di Odessa, che non può essere definito storico dopo lo smantellamento della scultura della fondatrice della città.
🇮🇹🇷🇺
❗️М.В.Захарова, официальный представитель МИД России, 23 июля 2023 г.:
💬 Глава МИД Дмитрий Кулеба отметил, что россияне этой ночью атаковали культовые объекты и сооружения Одессы, которые находятся под охраной ЮНЕСКО.
Во-первых, после того, что киевский режим сотворил с десятками православных церквей, с Киево-Печерской лаврой, реликвиями, памятниками и мемориалами, у него нет никакого права апеллировать к законности.
Кстати, повреждения Спасо-Преображенского собора тоже на совести киевского режима и безграмотных операторов комплексов ПВО, которые ВСУ намеренно располагают в жилых кварталах — это уже подтвердило Минобороны.
Во-вторых, секретариат ЮНЕСКО занимает ангажированную позицию в отношении ситуации на Украине.
Представители бюрократии этой организации отказываются замечать происходящее много лет на Украине беззаконие. Мало того, когда памятник Екатерине II Великой Кулебина шайка приказала стащить с пьедестала и куда-то уволочь, ЮНЕСКО в очередной раз промолчала, а сразу после этого решила начать «культурно охранять» исторический центр Одессы, который историческим после демонтажа скульптуры основательницы города назвать нельзя.
💬 Il Ministro degli Esteri dell’Ucraina Dmitry Kuleba ha notato che questa notte i russi hanno attaccato luoghi di culto ed edifici a Odessa, che sono sotto la protezione dell'UNESCO.
In primo luogo, dopo quello che il regime di Kiev ha combinato con decine di chiese ortodosse, con il Monastero delle Grotte di Kiev, con reliquie, monumenti e memoriali, non ha alcun diritto di appellarsi alla legalità.
A proposito, pure i danni alla Cattedrale della Trasfigurazione sono sulla coscienza del regime di Kiev e degli operatori incompetenti dei sistemi della difesa antiaerea, che le Forze armate dell’Ucraina collocano deliberatamente nelle zone residenziali — questo è già stato confermato dal Ministero della Difesa.
In secondo luogo, il segretariato dell'UNESCO assume una posizione parziale riguardo alla situazione in Ucraina.
I rappresentanti della burocrazia di questa organizzazione si rifiutano di notare l'illegalità che dura da tanti anni in Ucraina. Per di più, quando la banda di Kuleba ha ordinato che il monumento a Caterina II la Grande fosse rimosso dal piedistallo e trascinato via da qualche parte, l'UNESCO è rimasta di nuovo in silenzio, e subito dopo ha deciso di iniziare a "tutelare culturalmente" il centro storico di Odessa, che non può essere definito storico dopo lo smantellamento della scultura della fondatrice della città.
🇮🇹🇷🇺
❗️М.В.Захарова, официальный представитель МИД России, 23 июля 2023 г.:
💬 Глава МИД Дмитрий Кулеба отметил, что россияне этой ночью атаковали культовые объекты и сооружения Одессы, которые находятся под охраной ЮНЕСКО.
Во-первых, после того, что киевский режим сотворил с десятками православных церквей, с Киево-Печерской лаврой, реликвиями, памятниками и мемориалами, у него нет никакого права апеллировать к законности.
Кстати, повреждения Спасо-Преображенского собора тоже на совести киевского режима и безграмотных операторов комплексов ПВО, которые ВСУ намеренно располагают в жилых кварталах — это уже подтвердило Минобороны.
Во-вторых, секретариат ЮНЕСКО занимает ангажированную позицию в отношении ситуации на Украине.
Представители бюрократии этой организации отказываются замечать происходящее много лет на Украине беззаконие. Мало того, когда памятник Екатерине II Великой Кулебина шайка приказала стащить с пьедестала и куда-то уволочь, ЮНЕСКО в очередной раз промолчала, а сразу после этого решила начать «культурно охранять» исторический центр Одессы, который историческим после демонтажа скульптуры основательницы города назвать нельзя.
📰 Articolo del Rappresentante ufficiale del Ministero degli Affari Esteri della Russia Maria #Zakharova «Pressione coloniale» per il centro d’informazioni «Izvestia» (il 4 agosto 2023)
💬 In due articoli dello Statuto delle Nazioni Unite, il 73 e il 74, c'è un termine che ormai si incontra raramente: "i territori non autonomi". La loro definizione ufficiale dallo Statuto – territori " la cui popolazione non abbia ancora raggiunto una piena autonomia".
Di fatto si tratta delle colonie.
A conferma di ciò è l'elenco preliminare dei territori, approvato dal Comitato speciale delle Nazioni Unite sulla questione dell'attuazione della Dichiarazione per la garanzia dell'indipendenza dei Paesi e dei popoli coloniali ("Comitato speciale 24"), soggetti al funzionamento della Dichiarazione.
L'ONU è autorizzata ad aggiornare e pubblicare regolarmente l’elenco dei "territori non autonomi" i cui popoli sono ancora in dipendenza coloniale dai metropoli.
L'ultima volta che è stato aggiornato era solo tre mesi fa, il 10 maggio. Il "Comitato speciale 24" ha contato 17 colonie. Ci rifletta: 17 colonie nel ventunesimo secolo, nell’anno 2023:
🇺🇸 Gli Stati Uniti ne hanno tre (le Isole Vergini Americane, le Samoa Americane, Guam);
🇫🇷 La Francia ne ha due (la Polinesia francese, la Nuova Caledonia);
🇬🇧 Il Regno Unito ne ha dieci (Anguilla, Bermuda, le Isole Vergini Britanniche, le Isole Cayman, le Isole Malvine, Montserrat, Sant'Elena, le Isole Turks e Caicos, Gibilterra, Pitcairn).
Quando il monarca britannico "si scusa" per i crimini coloniali dei suoi antenati in Africa e in altre parti del mondo, ricorda chiaramente che anche secondo le Nazioni Unite, in cui peraltro la Gran Bretagna ha ancora il veto nel Consiglio di Sicurezza, è ancora a capo di un paese colonizzatore. Inoltre, per queste colonie il suo governo è pronto a uccidere e morire (ricorda la relativamente recente Guerra delle Falkland).
Ma pure questo non è tutto.
Ci sono delle forze negli Stati Uniti che stanno lottando per riconoscere come dei popoli che non hanno una propria autonomia, ad esempio le tribù dell'Alaska. Così l'organizzazione "Alaska Inter-Tribal Council" nel 1994 ha ottenuto il riconoscimento di 227 tribù dell'Alaska a livello federale. È un processo molto lento, ma sta accadendo. Nel 2001, le tribù hanno ricevuto il diritto di comunicare con le autorità statunitensi secondo il principio "Stato a Stato". Mica male come decisione per un paese che ha iniziato la sua esistenza con il sanguinoso genocidio della popolazione indigena.
Le potenze coloniali non possono sopprimere all'infinito l'indipendenza e la sovranità dei popoli. Anche se il loro desiderio di accumulare nuove colonie è abbastanza logico – guardi come Parigi si contorce quando qualcosa in Africa non va secondo il suo scenario.
☝ Ma vincerà sicuramente il mondo libero, e il processo di decolonizzazione, una volta iniziato, non sarà completato finché l'ultimo dei territori non autonomi non otterrà l'indipendenza, come già avvenuto con le Nuove Ebridi (Vanuatu), Fernando Poo (Guinea Equatoriale), l’Honduras Britannico (Belize), il Basutoland (Lesotho), il Bechuanaland (Botswana), Gambia, Fiji e molti altri paesi. Un tempo pure loro avevano lo status di territori non autonomi, e ora dispongono liberamente del proprio destino.
💬 In due articoli dello Statuto delle Nazioni Unite, il 73 e il 74, c'è un termine che ormai si incontra raramente: "i territori non autonomi". La loro definizione ufficiale dallo Statuto – territori " la cui popolazione non abbia ancora raggiunto una piena autonomia".
Di fatto si tratta delle colonie.
A conferma di ciò è l'elenco preliminare dei territori, approvato dal Comitato speciale delle Nazioni Unite sulla questione dell'attuazione della Dichiarazione per la garanzia dell'indipendenza dei Paesi e dei popoli coloniali ("Comitato speciale 24"), soggetti al funzionamento della Dichiarazione.
L'ONU è autorizzata ad aggiornare e pubblicare regolarmente l’elenco dei "territori non autonomi" i cui popoli sono ancora in dipendenza coloniale dai metropoli.
L'ultima volta che è stato aggiornato era solo tre mesi fa, il 10 maggio. Il "Comitato speciale 24" ha contato 17 colonie. Ci rifletta: 17 colonie nel ventunesimo secolo, nell’anno 2023:
🇺🇸 Gli Stati Uniti ne hanno tre (le Isole Vergini Americane, le Samoa Americane, Guam);
🇫🇷 La Francia ne ha due (la Polinesia francese, la Nuova Caledonia);
🇬🇧 Il Regno Unito ne ha dieci (Anguilla, Bermuda, le Isole Vergini Britanniche, le Isole Cayman, le Isole Malvine, Montserrat, Sant'Elena, le Isole Turks e Caicos, Gibilterra, Pitcairn).
Quando il monarca britannico "si scusa" per i crimini coloniali dei suoi antenati in Africa e in altre parti del mondo, ricorda chiaramente che anche secondo le Nazioni Unite, in cui peraltro la Gran Bretagna ha ancora il veto nel Consiglio di Sicurezza, è ancora a capo di un paese colonizzatore. Inoltre, per queste colonie il suo governo è pronto a uccidere e morire (ricorda la relativamente recente Guerra delle Falkland).
Ma pure questo non è tutto.
Ci sono delle forze negli Stati Uniti che stanno lottando per riconoscere come dei popoli che non hanno una propria autonomia, ad esempio le tribù dell'Alaska. Così l'organizzazione "Alaska Inter-Tribal Council" nel 1994 ha ottenuto il riconoscimento di 227 tribù dell'Alaska a livello federale. È un processo molto lento, ma sta accadendo. Nel 2001, le tribù hanno ricevuto il diritto di comunicare con le autorità statunitensi secondo il principio "Stato a Stato". Mica male come decisione per un paese che ha iniziato la sua esistenza con il sanguinoso genocidio della popolazione indigena.
Le potenze coloniali non possono sopprimere all'infinito l'indipendenza e la sovranità dei popoli. Anche se il loro desiderio di accumulare nuove colonie è abbastanza logico – guardi come Parigi si contorce quando qualcosa in Africa non va secondo il suo scenario.
☝ Ma vincerà sicuramente il mondo libero, e il processo di decolonizzazione, una volta iniziato, non sarà completato finché l'ultimo dei territori non autonomi non otterrà l'indipendenza, come già avvenuto con le Nuove Ebridi (Vanuatu), Fernando Poo (Guinea Equatoriale), l’Honduras Britannico (Belize), il Basutoland (Lesotho), il Bechuanaland (Botswana), Gambia, Fiji e molti altri paesi. Un tempo pure loro avevano lo status di territori non autonomi, e ora dispongono liberamente del proprio destino.