The Articolist
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+59% sulle bollette energetiche, ma poteva andare “peggio”: ecco come stanno cercando di infinocchiarci

✑ Morale del post: chi cade sotto una simile sottigliezza, la bolletta se la merita quintuplicata. Se la supposta - precisamente da 59cm di diametro - fosse ricoperta d’oro, rimarrebbe sempre una supposta, no? Ecco. Un gran bel ‘suppostone, per l’esattezza. L’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente ha da pochissimo reso note le tariffe del prezzo dell’elettricità, comunicando ⁽¹⁾ che il quarto trimestre 2022 il costo della luce per le fasce in tutela aumenterà del 59%: dunque dal famoso primo di Ottobre. ⁽²⁾ Oltre alla cifra precisa, di aumenti «mai visti prima» ⁽³⁾ eravamo già stati (r)avvisati per tempo: quindi in realtà, nulla che tutti quanti non sapessimo già. Il problema è un altro: con l’assist e la complicità di Governo e stampa, l’ARERA ha indorato la suppostona. Nel rapporto, l’autorità per la regolazione dei prezzi sottolinea che senza un intervento «straordinario» il costo dell’energia sarebbe stato del «+100%». Infatti, si legge dal rapporto che «Con un intervento straordinario, ritenuto necessario per le condizioni di eccezionale gravità della situazione, ARERA limita l’aumento dei prezzi dell’energia elettrica per le famiglie ancora in tutela e, pur rimanendo su livelli molto alti, evita il raddoppio». Raddoppio, eh? Paraculi. Lasciamo stare. Si continua a leggere nella nota che «L’intervento eccezionale dell’Autorità per il quarto trimestre del 2022, che si somma agli interventi del Governo, pur non essendo in grado di limitare gli aumenti, ha ridotto al +59% l’aumento del prezzo di riferimento dell’energia elettrica per la famiglia tipo in tutela». Molti si chiederanno come avrebbe fatto l’ARERA a compiere questa idillica impresa di “salvataggio”, per cui tutti noi italiani, cuocendo la pasta senza gas, ⁽⁾ il pollo nella lavastoviglie e le meringhe sul cruscotto dell’auto ⁽⁾ dovremo essergliene grati. Ebbene… l'Autorità, «per limitare ulteriormente gli aumenti dei prezzi su famiglie e imprese, ha deciso di posticipare eccezionalmente il necessario recupero della differenza tra i prezzi preventivati per lo scorso trimestre e i costi reali che si sono verificati, anch'essi caratterizzati da aumenti straordinariamente elevati». ⁽
Dunque, chiunque stia leggendo questo post, ha capito bene; non abbiamo bevuto prima di scrivere e avete inteso perfettamente: non è che le bollette sono aumentate del 59% ma sono diminuite del 41%. Per fortuna, qualcuno dentro ⁽⁾ e fuori ⁽⁾ il Bel Paese sta già iniziando a incazzarsi. @thearticolist
Erdoğan tiene (ancora) per le palle la NATO

✑ Come abbiamo ripetuto più volte, se c’è qualcosa che all’indomani del conflitto russo-ucraino ci ha stupiti, è il potere che la Turchia si è guadagnata in fatto di diplomazia sulla scacchiera internazionale ⁽¹⁾, ⁽²⁾ nonostante sia (paradossalmente) ai ferri corti con la Grecia: questa è un’altra situazione da tenere sotto controllo. ⁽³⁾, ⁽⁾ Ma torniamo a noi. Le dichiarazioni di Erdoğan all’Assemblea nazionale turca sono state piuttosto chiare: «Seguiamo con estrema meticolosità il rispetto delle condizioni da parte di Svezia e Finlandia. Abbiamo mostrato la nostra posizione nella lotta al terrorismo nell'ultimo vertice NATO sull'allargamento e spiegato che non è negoziabile. Continueremo con decisione su questa strada per mantenere la parola data al nostro Paese», ⁽⁾ concludendo che fino a quando Svezia e Finlandia non manterranno le promesse mantenute Ankara di conseguenza «manterrà la sua posizione di principio», ⁽⁾ ovvero che la Turchia porrà nuovamente il veto sull’adesione di Svezia e Finlandia nell’Alleanza atlantica. ⁽⁾ Sin dall’inizio ci siamo dimostrati davvero molto scettici ⁽⁾ sulla, diciamo, fattibilità tecnica circa l’adesione dei paesi scandinavi al grande carrozzone atlantico - almeno per il breve/medio periodo - azzardando che «questo ci basta e avanza per definire il tanto osannato “vertice di Madrid” in due possibili modi: o un totale asservimento alle richieste della Turchia o una tigre di carta pesta». Ebbene… oggi abbiamo trovato la risposta al quesito: una tigre di carta pesta asservita alla Turchia. @thearticolist
#CITAZIONI 💬

✑ Con queste parole Kierkegaard fa una riflessione dalla quale si può denocciolare uno spunto interessante. La sintesi è che non può esistere libertà di parola senza libertà di pensiero, ma come ci si è arrivati? L’uomo nasce in apparenza libero. Questi si tenterà di uniformarlo allo spettro della collettività con dei limiti, con i quali gli sarà insegnato che oltrepassarli lo renderà irresponsabile e dunque isolato. Cosa succede però, se l’uomo capisce che molti di questi limiti imposti portano, in realtà, all’assoggettamento del pensiero di tutti noi? Due piste: mettere in discussione i propri convincimenti con gli altri o auto-censurarsi. Chi sceglie la prima comprenderà per forza di cose che il primo bersaglio in questa guerra psicologica è lo sviluppo della propria e individuale consapevolezza di sé. È in quel momento che comprendiamo quanti piccoli aspetti in apparenza innocui mirano alla capacità di dialogo tra persone che la pensano in modo diverso.
Il nostro punto di vista sul caso di Giulia Torelli

Hanno fatto discutere le dichiarazioni di questa Giulia Torelli: una sorta di “influencer” o creator di contenuti digitali focalizzati sul mondo della moda. O qualcosa del genere. In sintesi: una poverina. Si vede proprio che è stata più volte sfiorata dal fallo dell’alta borghesia, motivo per cui le priorità di questa guardiana del fashion sono ben lungi dalle questioni sociali che hanno travolto, travolgono e travolgeranno il Bel Paese. Al massimo vestirà bene chi opprime i più deboli. Ciò che questo individuo afferma è di una gravità assoluta, oltre che essere un flusso di coscienza a matrice cognitivamente dissociata che però, si incastra con certa precisione alla visione neoliberista della società. Infatti, questa influencer si chiede «Perché i vecchi votano? Hanno già esercitato il diritto di voto nella loro vita lunghissima: basta votare, non sanno niente, quello che sanno lo vedono al TG. I vecchi non devono fare niente, neanche votare: devono stare in casa fermi e immobili con quelle mani. Sono completamente rincoglioniti: in giro ancora con le mascherine sulla bocca, sono passati tre anni cosa non è chiaro ancora? Che non serve a niente se non la tieni sul naso. Eppure sono lì, vivi e attaccati alla vita». ⁽¹⁾ Non sappiamo se fa più ridere il pezzo che BUTAC le ha dedicato ⁽²⁾ oppure che nel 2022 possano esistere persone così dissociate.

✑ Torelli, partiamo col fatto che non sei nessuno per dire cosa gli altri debbono fare. Poi, se è vero che l’Italia è il paese con il tasso d’anzianità più alto in Europa, ⁽³⁾ asserire che è a causa di questi che abbiamo ottenuto tali risultati elettorali - anche solo statisticamente - è una panzana assoluta. Piuttosto, è a causa dei politidioti, ovvero individui che ancora sostengono i partiti politici tradizionali: dal “centro-destra” al “centro-sinistra”. E il motivo è tanto semplice, quanto fattuale: oltre che essere de-facto etero-diretti, nessuno tra questi ha mai fatto, fa e farà gli interessi degli italiani perché il loro scopo è l’esatto opposto. «Quello che sanno lo vedono al TG» poi, è un altro luogo comune. Anche solo conoscendo le sigle di tutte le emittenti televisive italiane, è chiarissimo il fatto che: o sono legate al Governo e/o alla politica, o a editori cui la narrazione va a braccetto con gli stessi che segui anche tu. Dirai: “come fai a sapere chi seguo?” Semplice: tutto il mainstream ha detto e dice le stesse cose. Motivo per cui, cara Torelli, ti sarai iniettata tre, quattro dosi di “vaccino” per proteggere gli anziani: come fai a mettere insieme la (falsa) morale della stampa che segui, con l’amore per gli anziani professata da questa? Non ci aspettiamo tue obiezioni sulla presunta efficacia dei “vaccini” perché sennò non lavoreresti con chi lavori. La ciliegina sulla torta è che definisci «rincoglioniti» chi porta la mascherina sulla bocca. È vero, ma ci sarebbe da aggiungere una cosa: c’è chi è ancora più rincoglionito di chi mette la mascherina sotto la bocca, ed è chi dopo tre anni crede che le mascherine siano mai servite a qualcosa. È buffo constatare come sei più rincoglionita tu che sei nel fiore degli anni di chi potrebbe avere più difficoltà. La scienza (quella un po’ più seria e scevra da conflitti d’interesse) da sempre dimostra che le mascherine non sono mai servite a nulla. Questo perchè non c’è nessuna dimostrazione che l’utilizzo porti a una riduzione del rischio relativo (RRR) e che anzi, come riportato dai colleghi di Der Einzige, le suddette potrebbero essere una possibile concausa dell’aumento dei contagi, oltre che riportare effetti collaterali gravi e indesiderati. ⁽⁾ Paradossalmente, è più «attaccato alla vita» chi la pensa come te. Abbiamo letto circa le tue “scuse” e del fatto che sei stata minacciata. ⁽⁾ Se però il nostro post ti arrivasse, avresti tutti i mezzi per dimostrare ai tuoi seguaci qual è la verità. Ah, giusto… se la dicessi non finiresti più in copertina su VanityFair. ⁽@thearticolist
L’Ucraina definisce «impossibili» le trattative di pace con la Russia

✑ A meno che non si tratti della (solita) propaganda ucraina, delle ipotetiche trattative circa la risoluzione del conflitto russo-ucraino in atto sembrano mettersi per il verso peggiore possibile. Zelensky ha da poco ratificato la scelta del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale del 30 Settembre in cui si rammenta, letteralmente, l’impossibilità di negoziazione con la Federazione Russa ma si posiziona «sull'ovvia disponibilità dell'Ucraina ai negoziati con la Federazione Russa - ma con un altro presidente della Russia, che capirà cosa sta succedendo». ⁽¹⁾ Mosca replica che «ora attenderemo un cambiamento della posizione dell’attuale presidente, o aspetteremo il futuro presidente dell’Ucraina, che cambierà la sua posizione nell’interesse del popolo ucraino». ⁽²⁾ Così facendo, possiamo dire con assoluta certezza che le cose possono soltanto che peggiorare. C’è poi una strana coincidenza, e sono le dichiarazioni di Stoltenberg di Giugno il quale ha detto che «la guerra durerà anni e costerà molto». Costerà “molto” a tutto il mondo, tranne che ai produttori di armi: soprattutto in America, dove stanno facendo affari d’oro. ⁽³⁾ Eh, Stoltenberg? @thearticolist
Da Dagospia qualcuno si è posto il dubbio (ma non basta)

✑ Sono giorni che sui gasdotti Nord Stream e Nord Stream 2 si è parlato di possibili sabotatori: inutile dire verso chi sono rivolte le accuse. C’è tuttavia qualcuno che sembra proporre una versione diametralmente opposta, e questo qualcuno è Dagospia. In un articolo pubblicato il 5 di Ottobre, la creatura de D’agostino si domanda, utilizzando la logica del cui prodest: «Che interesse avrebbe Putin a danneggiare un’infrastruttura che è costata miliardi di euro e che fino a ieri ha arricchito la Russia? I sospetti vanno indirizzati nel senso opposto: gli Stati Uniti». Una frase che oltre ad addizionarsi alle passate dichiarazioni di Biden quasi sembra esser stata messa così: tanto per, dato che l’ipotesi avanzata conclude sbrigativamente e subito dopo viene aggiunto un articolo del Corriere che prosegue in una ricostruzione dei fatti a senso unico. Avremmo gradito se Dagospia avesse esposto anche i motivi PRECISI per cui il sabotaggio potrebbe essere negli interessi degli Stati Uniti, e ce ne sono alcuni in particolare che meriterebbero dei seri approfondimenti, come quello fatto dall’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale circa il “mare di gas” che allaccia i rapporti tra Usa ed Europa. ⁽¹
Ma forse questo è chiedere troppo. Eh, @DagospiaNews? Noi e tutti quelli con un po’ di sale in zucca gradiremmo una risposta in merito. @thearticolist
Tra i due litiganti…

✑ Il terzo… se la prende in quel posto, con la complicità dei litiganti. Questa è la morale che oggi vediamo tra il susseguirsi di accuse reciproche ⁽¹⁾ tra Russia, Ucraina e Stati Uniti circa l’attentato a Daria Dugina nel corso di questo mese e mezzo. Quelle che prima erano «solo fantasie e propaganda» o un «attacco» da parte di «separatisti russi del Donbass contrari a Putin» ⁽²⁾ sembrano essere ipotesi dissolte come neve al sole, dato che ora sono gli stessi Stati Uniti a puntare il dito su Kiev. ⁽³⁾ Ci sarebbe da dire che è interessante come nessun organo di stampa ripeschi fuori le carte con cui ci hanno tartassato, ma c’è qualcosa che ci ha lasciato più che interdetti. Fino a poco fa sul versante russo trovavamo dichiarazioni come quelle dell’editorialista di Ria Novosti, ovvero che «l'attacco è stato quasi certamente organizzato dai servizi speciali ucraini, ma non c'è dubbio che hanno agito su istruzioni e nell'interesse delle agenzie anglosassoni», ⁽⁾ mentre oggi troviamo il Portavoce del Cremlino Peskov che seppure con dichiarazioni ben pesate, definisce «positivo» ⁽⁾ che gli Stati Uniti ipotizzino la mano di Kiev. O questi signori hanno la memoria corta, o pensano che noi abbiamo la memoria corta. Ci pare incredibile che l’editorialista di un giornale che fa capo alla Federazione Russa ⁽⁾ abbia apertamente accusato l’Ucraina di aver agito negli interessi anglosassoni per poi ritrovarci questo mite, ma definibile come un vero e proprio avvicinamento diplomatico tra Russia e Stati Uniti; questo scaricando le responsabilità sull’Ucraina: sin da subito l’utile idiota in questa inutile operazione. Oltre che tutti quelli che stanno pagando le conseguenze di questo conflitto. O meglio, sempre più “conflitto”. @thearticolist
Kiev augura “buon compleanno” a Putin compiendo un (altro) atto terroristico

✑ Subito dopo che Washington ha puntato il dito verso Kiev ⁽¹⁾ circa le responsabilità dell’attentato a Daria Dughina, ecco qua che salta in aria un camion-bomba ⁽²⁾ sul ponte nello stretto di Kerch, il quale collega Russia e Crimea; al momento le vittime accertate sono 3. Stavolta non sembra che ci saranno tutte queste grandi indagini perché a “rivendicare” l’attentato è nientemeno che Kiev, tant’è che su un tweet di Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente dell'Ucraina, si legge: «Crimea, il ponte, l'inizio. Tutto ciò che è illegale deve essere distrutto […]». ⁽³⁾ Ma non è il solo. Un tweet proveniente dal Ministero della Difesa ucraino recita invece che «L'incrociatore Moskva e il ponte di Kerch - due noti simboli del potere russo nella Crimea ucraina - sono stati abbattuti. Russi, quale sarà il prossimo nella lista?». ⁽⁾ In conclusione, è quel “l’inizio” che ci preoccupa. Cos’hai in mente, Zelensky? @thearticolist
Qualcuno ce l’ha con la Germania?

✑ Non è passata nemmeno una settimana dal sabotaggio dei gasdotti Nord Stream e Nord Stream 2 ⁽¹⁾ che la Germania ha affrontato un altro “inconveniente”. L’8 Ottobre il funzionamento delle ferrovie della Germania del nord è stato interrotto a causa di un problema al sistema internazionale di telefonia mobile per le comunicazioni ferroviarie, la Global System for Mobile Communications (GSM); per tre ore migliaia di treni nelle zone di Brema, Amburgo, Bassa Sassonia e Schleswig-Holstein sono rimasti fermi. ⁽²⁾ La ministra dell'Interno tedesca Nancy Faeser ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: «Dobbiamo ritenere che le circostanze che hanno bloccato per diverse ore il traffico ferroviario siano dipese da un fatto premeditato. In due posti i cavi indispensabili per la circolazione ferroviaria sono stati danneggiati. La matrice dell'accaduto non è ancora chiara. La polizia federale indaga sotto forte pressione». ⁽³⁾ Questi non sembrano proprio bei tempi per la Germania. È lecito pensare che a qualcuno non piacciano affatto le “strane virate” del Bundestag. @thearticolist
#CITAZIONI 💬

✑ Se Mann con “vittoria per l’umanità” intendeva la vittoria delle consorterie a cui aderì, ⁽¹⁾ noi lo sfigureremo intendendo tutt’altro. Chiunque abbia capito qual è la posta in gioco, sa bene che oggi è chiamato a fare tutto ciò che è possibile per far sì che sempre più persone diffondano lo stesso verbo: qualcuno vuole (s)opprimerci e per riuscire nell’intento hanno preparato una serie di strategie. Casomai ci riuscissero, quei pochi che non vorranno soccombere alle “vittorie” saranno destinati a nascondersi: nascondersi dallo spettro dalla collettività, nascondersi da un impero fondato sulle menzogne, nascondersi da tutto ciò che è inconsistenza. Dobbiamo riprenderci ciò che è nostro partendo dal principio che una delle armi su cui il sistema conta di più è propugnare incessantemente l’illusione che ognuno di noi, nel suo singolo, non conti nulla. Una volta disillusi, siamo sicuri che questo troverebbe molti, molti più ostacoli di quelli che siamo riusciti a piazzare finora.
Sui social pensi che la “battaglia” al clima non sia corretta? Meriti la censura

✑ Era proprio il passo che aspettavamo. Adesso è chiaro come tutta la ‘storiella del Covid non fosse stata nient’altro che l’atrio di ciò che questi individui hanno in serbo per noi. O meglio spererebbero di avere, dato che noi ci opporremo con tutte le nostre forze a queste derive ideologiche. In data 4 Ottobre 2022 le Civil Society Groups Concerned with Climate Disinformation, ovvero le società che fanno capo al totem di quella che loro chiamano «crisi climatica» (e su questo ci torneremo nel futuro prossimo) inviano congiuntamente una lettera agli amministratori delegati di Facebook, TikTok, Google e YouTube, Twitter e Pinterest. La lettera ha come oggetto: “It’s Time for Platforms to Count the Climate e ciò che leggiamo è un vero e proprio delirio. Infatti, secondo queste società della strumentalizz-ehm, difesa del clima:

«La crisi climatica è diventata sempre più evidente quando l’ondata di caldo di luglio in tutta Europa ha battuto i record in Spagna e abbiamo visto inondazioni mortali nel Kentucky orientale distruggere le comunità locali e bruciare incendi dalla Francia alla California. Sfortunatamente, la diffusione della disinformazione sul clima mina la capacità dei governi di rispondere in modo efficiente ed efficace. Il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici ha persino definito la disinformazione climatica come una minaccia per la capacità del mondo di affrontare efficacemente il cambiamento climatico. Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha recentemente menzionato la minaccia di disinformazione, proliferata dalle società di social media, in un recente discorso e tweet dell’Assemblea generale.

Le società di social media sono responsabili del loro ruolo nell’amplificare e perpetuare la disinformazione climatica, ma la trasparenza, che quantificherebbe l’esatta portata, è mancata da tutte le piattaforme. La legge sui servizi digitali è stata approvata nell’UE e i suoi obblighi per le piattaforme entreranno in vigore molto presto. Stiamo scrivendo per chiedere ai leader della piattaforma di adempiere agli obblighi stabiliti nel DSA e di impegnarsi a includere la disinformazione climatica come categoria riconosciuta separatamente nelle sue politiche di segnalazione e moderazione dei contenuti all’interno e all’esterno dell’UE. Più specificamente, esortiamo le piattaforme a impegnarsi a riconoscere la disinformazione climatica come motivo specifico all’interno della dichiarazione richiesta ai sensi dell’articolo 15, paragrafo 1, della DSA e a includere dati sulle decisioni di moderazione dei contenuti relative alla disinformazione climatica come indicato all’articolo 23.

Le piattaforme devono ai loro utenti e al pianeta smettere di amplificare la disinformazione climatica che mina la nostra capacità di combattere la crisi climatica. Chiediamo alle vostre aziende di attuare queste azioni il prima possibile e chiediamo una risposta scritta indirizzata ai firmatari di seguito.

Cordiali saluti,

● 350org
● Accountable Tech
● Action for the Climate Emergency
● Center for Countering Digital Hate
● Check My Ads
● ClimateVoice
● Digital Climate Coalition
● Exposure Labs
● Friends of the Earth
● Greenpeace
● Green Latinos
● Institute for Strategic Dialogue
● Stop Funding Heat
● Union of Concerned Scientists
». ⁽¹

Queste 14 associazioni hanno dichiarato guerra alla libertà di espressione e di pensiero di chiunque opini la narrazione climatica. Ebbene come col Covid lo schema è lo stesso. Letteralmente lo stesso. Non è cambiato nulla se non la narrazione in oggetto. Ieri come oggi, tutti noi siamo chiamati a opporci, disarticolando le loro ‘supercazzole. Come sempre, tra l’altro. È ormai impossibile soffocare le centinaia di migliaia, se non milioni di persone che hanno capito con chi hanno a che fare, ovvero dei truffatori. L’unico modo che avranno di soffocarci è di farlo nel sangue. @thearticolist
Il TAR del Lazio annulla l’ordinanza di abbattimento degli animali della “Sfattoria degli Ultimi

✑ Morale del post: quando si è tutti consapevoli, l’unione fa la vera forza. Sperando sempre che questa vicenda non faccia parte di uno dei tasselli della cosiddetta agenda climatica, ovviamente. Facciamo un piccolo ricapitolando. La decisione di abbattere gli animali (maiali e cinghiali) all’interno della struttura sarebbe dovuta rientrare nel piano “standard” della Regione Lazio circa l’abbattimento dei suini della zona, questo in risposta alla diffusione della cosiddetta peste suina africana: malattia che colpisce gli omonimi. La Sfattoria rientrava nella “zona rossa” all’interno della quale è obbligatorio, per “prassi”, l’abbattimento dissimulato di tutti i suini. I gestori della Sfattoria hanno mandato avanti una battaglia legale perché la loro ragione è stata quella che l’ASL non tenesse conto della casistica peculiare della struttura: il luogo non è un normale allevamento che ospita animali per la macellazione, bensì un rifugio per animali “di affezione”: una definizione che va ad omogeneizzarsi con la categoria che comprende i cosiddetti animali da compagnia. L’avv.ssa Angelita Caruocciolo, stretta collaboratrice, ha dichiarato che «Il ricorso ha colto nel segno. Il provvedimento di abbattimento è stato annullato, ritenendolo privo di istruttoria e manifestamente infondato. Il TAR ha condiviso le nostre teorie tanto che è stato annullato non solo il provvedimento di abbattimento di ASL 1 ma anche il parere del Ministero della Salute del 22 agosto 2022. Alla luce di questo evento importante, la strada è aperta per una rivisitazione dell’approccio verso la prevenzione della peste suina, con la quale siamo ovviamente d’accordo, ma che deve essere fatta in modo diverso, assumendo provvedimenti proporzionali e relativi al reale stato di salute degli animali». ⁽¹⁾ Che bella questa solidarietà per gli animali… sarebbe ancora più bella se non fosse per il fatto che i cinghiali, come tanti altri animali, continuano ad essere uccisi per puro divertimento. Oppure se ci fosse questa solidarietà anche tra gli esseri umani. Sarebbe interessante sapere a quanti della Sfattoria è stato imposto il “vaccino anti-Covid” per accudire questi begli animaletti bisognosi. Perché nessuno se lo chiede e si continua a prendere le difese di qualcuno che magari non le prenderebbe per noi? A ogni modo non ci meraviglieremmo: d’altronde, come qualcuno ben ci rammentò, «tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali di altri». ⁽²@thearticolist
Asia Benetti: la vittima sacrificale dei mass-media per rilanciare la farsa pandemica (?)

✑ Oggi - come molte altre volte - i media-mainstream hanno giocato sporco: tremendamente sporco. Questi hanno infatti rilanciato il decesso (scatenato da una miocardite fulminante) di una quattordicenne, includendo le parole-chiave “Covid” e “Coronavirus” nel titolo dei loro articoli; proprio perché UNO dei nodi della questione è che questa ragazza fosse risultata positiva al cosiddetto Covid: dando quindi la parvenza che non solo il “mostro invisibile” non se ne sia mai andato, bensì che potrebbe (ancora) colpire e uccidere chiunque, anche una giovanissima come la povera Asia: nonostante le tre dosi inoculate, ovviamente. Quale messaggio migliore se non quello di un tentativo disperato per rilanciare (l’ennesima) campagna vaccinale? Andando a fondo nel caso, scopriamo invece una realtà un po’ diversa dai titoloni. Su IlRestoDelCarlino si legge che l’ospedale avrebbe addirittura affermato che il Covid «non c’entra nulla». ⁽¹⁾ Tralasciata la ricostruzione dei fatti, è interessante notare come la pista di eventuali effetti avversi dai “vaccini” anti-Covid sia stata immediatamente scartata, dato che il primario precisa che «la bambina era stata sottoposta a questa vaccinazione a novembre dello scorso anno, quindi non c’entra il vaccino. Siamo in contatto con il centro d’igiene di Bari per la ricerca di altri agenti eziologici. Penso che l’esito delle indagini lo avremo entro due giorni»: una vera e propria via di mezzo tra un depistaggio e una supercazzola. Senza un qualsiasi tipo di referto sarebbe azzardato titolare un articolo come quelli di Open²
(in questo caso i più furbi)
e le edizioni pugliesi de la Repubblica³⁾ e il Corriere della Sera. ⁽⁾ Il motivo? Basta mettere in risalto la fallacia logica dei titoli degli articoli succitati: senza referti, come possiamo dare priorità a una causa e ometterne un’altra senza risultare parziali? Un modo serio per esporre il caso sarebbe stato quello di non arrogarsi il diritto di escludere alcuna ipotesi rilevante come invece ha fatto Open: un vero e proprio caso di “cherry-picking” (altra fallacia logica) che se da una parte lo critica, ⁽⁾ in questo caso lo utilizza. ⁽⁾ Per il resto, oltre che augurarci che venga reso noto il REALE fattore scatenante, auspichiamo che la famiglia della giovanissima si adoperi almeno per combattere la strumentalizzazione di questi giornali. A patto che l’irresponsabilità di aver fatto inoculare tre dosi di quell’acqua di fogna⁾ non faccia parte di una punizione “divina”, diciamo. @thearticolist
«Non chiamatelo più cambiamento climatico»

✑ Ah no? E come dovremmo chiamarlo? A questo quesito avremmo trovato varie risposte, ma per il momento abbiamo scelto di portare la parte più… marcia. Per esempio, abbiamo trovato interessante un articolo che riporta parte di un intervento di Enrico Giovannini. “Interessante” nel senso che guardacaso, nel 2019 la propaganda climatica è passata a uno step successivo: quello decisivo, azzarderemmo. Giovannini, allora portavoce dell'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) in occasione della divulgazione del rapporto Eco media 2019 rilasciò le seguenti dichiarazioni: «Non chiamatelo più cambiamento climatico: si tratta di una crisi climatica». L’autrice dell’articolo in questione replica che «Usare le parole corrette è il primo passo per dare la giusta visibilità al tema come hanno evidenziato diversi dei protagonisti presenti al dibattito». ⁽¹⁾ Alla conclusione di quanto scritto, ci rimane in testa il pallino fisso che il modo più efficace per abbindolare quante più persone possibili sia nientemeno che l’utilizzo scientifico della parola. Arrivati a queste considerazioni, uno “dell’altra sponda” potrebbe pensare che le nostre possano essere considerazioni fuorvianti, stucchevoli o addirittura “complottiste”. Ma cosa succederebbe se a dire ciò - tra l’altro in modo molto più marcato - fosse nientemeno che uno dei giornali più “autorevoli” al mondo? Stiamo parlando del The Guardian: precisamente delle considerazioni dell’ancora caporedattrice Katharine Viner, sempre nel 2019. Un articolo riprende infatti il cambio delle linee guida del linguaggio giornalistico (in gergo “style guide”) dello stesso Guardian. La scelta di sostituire “cambiamento climatico” con “crisi climatica” proviene dalle considerazioni di Viner, secondo la quale «il termine “climate change» o insomma, il cosiddetto cambiamento climatico, «risulta avere sfumature troppo gentili e passive, quando invece siamo di fronte a un fenomeno potenzialmente catastrofico per l’intera umanità». Tutto ciò riprende dalle affermazioni di Guterres l’anno precedente, ovviamente. ⁽²⁾ Non vi è molto altro da dire, se non che questi signori hanno fatto l’errore di aver spiegato per filo e per segno come funzionino le emergenze. O meglio, “emergenze”: che siano economiche, pandemiche, belliche o appunto climatiche… la parola è la più grande alleata di questi criminali. @thearticolist
15 Ottobre: il giorno della VERGOGNA.

✑ Questo è uno di quei giorni che saranno ricordati come uno dei più vergognosi della storia italiana: al pari delle inquisizioni o delle leggi razziali. ⁽¹⁾ Sempre che qualcuno se ne ricordi ancora, ovviamente. Tra connotazioni esoteriche ⁽²⁾ e speculazioni, 365 giorni fa entrava in vigore il DECRETO-LEGGE 21 Settembre 2021, n. 127, titolante: “Misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l’estensione dell’ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening”. ⁽³⁾ Queste parole hanno segnato in modo indelebile come la natura gesuitica ⁽⁾, ⁽⁾ del Governo presieduto da Mario Draghi ⁽⁾ abbia portato a termine l’inserimento di logiche facenti capo a quegli spettri del passato che ritenevamo impensabile rivedere ai giorni nostri. ⁽⁾ Ebbene questo è falso. ⁽⁾ Queste parole hanno creato cittadini di serie A e di serie B con il presupposto di metterli «in sicurezza», si legge. In sicurezza da cosa? Oggi come un anno fa, è appurato SCIENTIFICAMENTE che:

• Le MASCHERINE sono INUTILI e DANNOSE, se non CONTROPRODUCENTI; ⁽¹⁰

• I LOCKDOWN sono INUTILI, DANNOSI e CONTROPRODUCENTI; ⁽¹¹⁾, ⁽¹²

• I TAMPONI (nella migliore delle ipotesi) sono usati MALE e CONTROPRODUCENTI. ⁽¹³

• TUTTI i “vaccinianti-Covid sono INUTILI, ⁽¹⁴⁾ DANNOSI ⁽¹⁵⁾, ⁽¹⁶
e CONTROPRODUCENTI. ⁽¹⁷⁾, ⁽¹⁸
Non solo per noi, ma anche per i più piccoli: le vittime più innocenti di questo disegno. ⁽¹⁹⁾, ⁽²⁰

Motivo per cui, la “certificazione verde Covid” è stata imposta con presupposti FALSI, ⁽²¹⁾ utilizzando strategie ⁽²²⁾ con il fine ultimo di cambiare irreversibilmente il nostro stile di vita, soffocando nella grande culla della collettività il senso critico di ognuno di noi. Tutto questo non può e non deve essere dimenticato. Non può perché oggi il sistema ha dovuto definitivamente gettare la maschera: questo era l’unico modo per fare il passo decisivo. Quel passo così decisivo che non possiamo permetterne un altro. Sia chiaro, qui non si è mai trattato di portare il mantra buonista della “libertà di scelta” o altre cazzate del genere, perché professare quanto appena detto significherebbe ignorare tutti i meccanismi che comportano la matrice dittatoriale che hanno utilizzato questi signori. ⁽²³⁾ E signore, precisiamo. ⁽²⁴⁾ Con l’avvento di quel 15 di Ottobre è stato permesso alla setta dei pro-vax di: insultarci, isolarci, non farci lavorare, non farci studiare, di non farci andare seduti a un bar o addirittura farci provare un paio di scarpe fuori dal negozio. ⁽²⁵⁾ Tutto questo è stato permesso partendo con dei presupposti FALSI, nonostante la verità sia stata sempre sotto gli occhi di tutti. ⁽²⁶⁾ Per questo motivo non dobbiamo mai dimenticare questa data. Per quanto il 15 di Ottobre non sarà una data poi così bella da ricordare, sappiamo che da questo giorno tutto l’apparato mediatico e scientifico mainstream si è dimostrato terribilmente goffo, maldestro e grottesco. Se così non fosse, il loro agire sarebbe stato impeccabile. Non è andata così. Questo, a dimostrazione del fatto che il potere non è così invulnerabile e perfetto come si crede, bensì composto anch’esso da esseri umani che commettono errori: clamorosi, tra l’altro. Il più grande di tutti? Mario Draghi il 22 Luglio 2021 disse: «il GreenPass è una misura con cui gli italiani possono continuare a esercitare le proprie attività […] con la garanzia però, di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose». ⁽²⁷⁾ Questa è la più grande “fake news” sparata durante la pandemia. Ah sì, una “pandemia” simile all’influenza stagionale. ⁽²⁸@thearticolist

post realizzato con l’ausilio del background scientifico e filosofico di @dereinzigeitalia
Antonello De Pierro: un provocatore (?)

✑ È da un po’ di tempo che osserviamo questo individuo e possiamo dire che nell’arco di questo periodo non ci è parso di tutta questa eccellenza, se non per un fatto. Il giornalista Antonello de Pierro e Presidente del movimento politico “Italia dei Diritti” (non è uno scherzo si chiama così) prova un certo astio per quelli che definisce «#novax» su Twitter: probabilmente un bacino indefinito di persone che si vedono contrarie ai diktat governativi che hanno favorito la farsa pandemica. Ebbene quest’uomo cita incessantemente questo bacino di persone, sembrandone quasi ossessionato: l’unica stranezza è che si comporta in questo modo soltanto su Twitter, ⁽¹⁾ appunto. Su Instagram ⁽²⁾ per esempio, pare una persona quasi normale mentre su Facebook ⁽³⁾ non solo parla di tutt’altro, ma un anno fa presentava un atteggiamento diplomatico sulla differenza di vedute con Nunzia Alessandra Schilirò, rispettandola per le sue scelte e proponendo addirittura un confronto del tutto civile. ⁽⁾ Diciamo “addirittura” perché rispetto a un anno fa, oggi questo De Pierro sembra un talebano. Proprio perché il motivo di questa estrema virata autoritaria e discriminatoria come queste ⁽⁾, ⁽⁾ non ci è chiaro, abbiamo preferito osservarlo per poi riportare queste strane incongruenze. A noi sembra più che evidente che questo individuo non cerchi dialogo bensì uno scontro: criminalizzando chiunque si spinga oltre il “consentito”, traendo vantaggio dal giocoforza costituzionale che identificherebbe una vittima (lui) e un aggressore. Sarà pur vero che le (reali) vittime saremmo noi, ma questo non vede l’ora che lo minacciamo di torcergli un singolo capello per denunciarci. Tuttavia non possiamo nemmeno ignorarlo, dato che il pensiero che divulga è violento e vessatorio, nonché ghettizzante e repressivo di vedute differenti da quella mainstream. Forse nemmeno questa, dato che ormai dovrebbe essere chiaro anche ai sassi che chi continuerà a sostenere misure inutili prima o poi sarà quello che rimarrà col cerino in mano, come nel caso di De Pierro. Non possiamo fare altro che invitare chiunque - soprattutto chi ha una visibilità analoga o superiore alla sua - di confrontarsi ad armi pari e zittire questo individuo convertendolo a un minimo di ragione, prima che il tempo - o qualcuno che se ne sbatte della legge - gli presenti il conto. E con gli interessi. @thearticolist
#CITAZIONI 💬

✑ Tratto ⁽¹⁾ dal celebre romanzo ⁽²⁾ de Giuseppe Tomasi di Lampedusa, la frase completa pronunciata del nipote prediletto del principe Fabrizio Salina è: «se non ci siamo anche noi, quelli ti combinano la repubblica in quattro e quattr'otto. Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi». ⁽³⁾ I nostri cari amici borghesi intendevano che se tutto fosse cambiato esteriormente, tutto sarebbe potuto rimanere così com’è, quindi in una situazione che garantisse il controllo sui governati; riconoscendo però il rischio che se tutto fosse rimasto così com’è - e quindi non fosse cambiato nulla - tutto sarebbe potuto cambiare interiormente. Questo è il cosiddetto gattopardismo: un vero e proprio prerequisito della politica.
La “contro-informazione” dà risalto a Marcello Foa

✑ Se prima abbiamo compatito le “gaffe” fatte da parte dei più grandi canali “contro-informativi”, oggi riteniamo che alcune linee rosse sono state oltrepassate. Lungi dall’attribuirci la nomea di coloro «che dividono», in questo post faremo nomi e cognomi soltanto perché stanno rendendo il fronte del dissenso non così differente da quello mainstream. Molti conosceranno Marcello Foa: un nome che, in fatto di delusioni, si potrebbe affiancare a quello di Beppe Grillo. Foa è stato Presidente della RAI per tre anni e, in questi tre anni (dal 2018 al 2021) avrebbe «combattuto» il cosiddetto “pensiero unico” all’interno dell’organo di stampa statale; notevole l’intervista rilasciata a Massimo Mazzucco. ⁽¹⁾ “Notevole” nel senso che gran parte degli utenti che hanno commentato sotto il video della suddetta evidenziano come quello di Foa fosse stato un vero e proprio arrampicarsi sugli specchi: punto di vista che sottoscriviamo. E fin qui nulla di strano: non ce ne sono pochi di individui di questo calibro. Ciò che ci ha lasciati interdetti è stata prima di tutto l’accomodante intervista condotta da Virginia Camerieri di ByoBlu, ⁽²⁾ per poi seguire quella de La Verità ⁽³⁾ - purtroppo su entrambe le piattaforme disponibili se si sottoscrive un piano a pagamento ma riportata una parte della seconda sul Sussidiario⁾ - Nicola Porro ⁽⁾ e altri ⁽⁾, ⁽⁾ allo stesso Foa. Con oggetto il nuovo saggio dell’ex Presidente della RAI, nessuna delle realtà che lo hanno intervistato si sono permesse di fare una qualsivoglia domanda scomoda a Foa, come quella di chiedergli conto circa il suo essersene stato per ben tre anni a prendere un mega-stipendio pagato con i nostri soldi in cambio di una fumosa presa per il culo. ⁽⁾ Sempre che qualcuno non creda che la RAI sia il tempio del pluralismo e che il sistema si possa cambiare da dentro, ovviamente. @thearticolist
PayPal e la sanzione (rimangiata) di 2.500$ per chiunque avesse diffuso “disinformazione”

✑ Credevamo si trattasse di una bufala, ma se così fosse stata ci avrebbero già pensato gli ultra-galattici fact-checkers. «È davvero difficile per me criticare apertamente una compagnia che ho amato e a cui ho dato tanto… ma le nuove politiche di PayPal vanno contro qualsiasi cosa in cui credo: una società privata ora può decidere di prendere i tuoi soldi se dici qualcosa in disaccordo con la loro opinione. È una follia»: queste le dichiarazioni in data 8 Ottobre ⁽¹⁾ di David Marcus, ex-Presidente di PayPal, commentando la nuova policy dell’azienda. Ormai è stata cancellata, ⁽²⁾ e nonostante abbiamo cercato la pagina originale su ArchiveOrg non siamo riusciti a trovarla. ⁽³⁾ Confidiamo in un problema tecnico. A ogni modo, in quella pagina sembrava proprio esserci scritto quello che potremmo definire orwelliano tanto quanto le figurazioni illustrate nel celebre romanzo del ‘49: una tassa sul pensiero. Non che i tamponi e le mascherine fossero qualcosa di così diverso, in effetti.

Stando al quotidiano The Daily Wire, PayPal aveva aggiunto, tra gli atteggiamenti perseguibili dall’azienda di pagamenti online, anche «l'invio, la pubblicazione o la diffusione di messaggi, contenuti o materiali che promuovono la disinformazione o presentano un rischio per la sicurezza o il benessere dell'utente». ⁽⁾ Non sarebbe passato nemmeno un giorno dall’eliminazione di questa dicitura, dato che PayPal ha perso oltre il 5% di valore delle proprie azioni. La cosa più interessante però, è il comunicato della stessa PayPal secondo la quale la nuova policy sarebbe stata inserita «per errore». Infatti, Caitlin Girouard, direttore degli affari aziendali di PayPal ha dichiarato che «Un avviso AUP è stato recentemente pubblicato per errore che includeva informazioni errate. PayPal non sta multando le persone per disinformazione e questo linguaggio non è mai stato inteso per essere inserito nella nostra politica. I nostri team stanno lavorando per correggere le nostre pagine politiche. Siamo spiacenti per la confusione che questo ha causato». ⁽⁾ Questa, oltre ad essere una risposta a cui personalmente avrei risposto con una sediata tra capo e collo, è una risposta che non ha davvero alcun senso e non siamo i soli ad essercene accorti. Brendan Carr, commissario della Federal Communications Commission (FCC) twitta che «PayPal dice che la sua politica di disinformazione "è uscita per errore". Perché, chi di noi non ha fatto una nuova politica di 7 pagine che toglierebbe i soldi alla gente che "disinforma" - e poi ha rilasciato quella nuova politica per puro caso?». ⁽⁾ Bel colpo, commissario! Infatti, siamo dell’idea che nulla di ciò che esce fuori dalla mente di queste bestie faccia irruzione nella società per puro caso. A spiegare meglio questo concetto è un pezzo pubblicato da Brendan O’Neill su Spiked: «La policy è stata pubblicata. Chiaramente ne hai discusso. Chiaramente hai pensato davvero molto seriamente di prendere soldi dai wrongthinkers per punire la loro moralità inquinata. Possiamo concederti il beneficio del dubbio e accettare che la tua idea sia stata pubblicata per “errore”, ma ciò non toglie il fatto che hai avuto l’idea, che hai preso in considerazione l’idea di sottrarre denaro ai criminali del pensiero». ⁽

Questa vicenda è un (ulteriore) segnale che i termini “informazione” e “denaro” debbano essere il più distanti possibile: per quelli che vivono di donazioni sembrerà opinabile, certo… tuttavia, è proprio quando non è possibile ricattarci che il sistema perde lo strumento più comodo per indurre i dissidenti al silenzio. Invitiamo chiunque riceva donazioni diffondendo “disinformazione” di considerare il nostro pensiero. E per tutti gli altri ovviamente, di chiudere qualsiasi conto aperto e vendere le azioni di quella cagata di azienda chiamata PayPal. @thearticolist
«Vaccini in vena o le 120 giornate di Sodoma»

✑ Sostituendo la parola “Salò” ⁽¹⁾ con “vaccini in vena”, l’ex-Presidente della Calabria ⁽²⁾ Nino Spirlì (2020-2021) scrive un post su Facebook che ci ha lasciato quantomeno interdetti. Dopo tre dosi inoculate di “vaccino anti-Covid” in sei mesi, a Spirlì non sembrano proprio essergli andati giù gli effetti secondari delle inoculazioni, dedicandogli una vera e propria esternazione dai tratti poetici che comincia con il titolo del nostro post. Poi, continua dicendo che il cosiddetto vaccino «era merda. E ci hanno obbligati a mangiarla. Proni e schiavi, come nelle scene più raccapriccianti del film capolavoro di PPP.
Convinti con forza coercitiva costituzionale, che si trattasse di ambrosia.
Era merda e scorre nelle nostre vene. A noi, e solo a noi, piove nel corpo e nello spirito una tempesta di dolori mai conosciuto. Dalle cardiopatie ai reumatismi. Dai chiodi nelle ossa alle confusioni nella testa. E quelle maledette vertigini, che ti terremotano le gambe e il petto! Il sughero nelle mani ha sostituito la carne. Cedono gli equilibri e si affanna il petto. Dicono che sia normale, ma normale non è!!! Prima di questa farsa satanica, non c’era! Li chiamano vaccini, nei laboratori dell’inferno, ma sono solo aggiustamento di tiro! In peggio! Della serie: “se non crepano col virus, ci pensiamo noi con la cura”.
Ci siamo cascati in molti. Per amore, spesso. Per salvare, spaventati dalla possibilità che potesse accadere l’irreparabile. Nonni. Figli. Amori. Oggi, invece che in panetteria, facciamo code in farmacia. A consumare i loro confetti di vario colore! E il veleno continua.

Triste, questa lunga fine del mondo! Venti di guerra provocata e imposta. Oceani di veleni sintetici. Invasioni di virus alieni. L’Umanità buona NON ce la farà! Chissà, Quei Segreti… forse, e non forse, l’unico farmaco buono resta la preghiera. Almeno, rilassa…». ⁽³
La sua sarà pure una versione romanzata… tuttavia, in molti aspetti Spirlì riporta una versione che si avvicina di molto alla realtà dei fatti. “Di molto”, rispetto a prima di essersi inoculato tre dosi, essendo un Leghista. Sembrerà paradossale, ma non ci fa riflettere che piano piano sempre più persone inizino a pentirsi e/o a vuotare il sacco: ciò che ci fa riflettere è la stampa che si ostina a non volersi convertire alla ragione. Non ha più senso ormai. Per esempio, il giornale locale “Calabria News” riporta le dichiarazioni del post di Spirlì tentando di ridicolizzarlo attraverso alcune punzecchiate nell’articolo, questo titolante: Il ritorno da novello virologo di Nino Spirlì che si scaglia contro i vaccini anti-covid: “…farsa satanica”. ⁾ Nessuna vera e propria contestazione, se non un atteggiamento sovrapponibile a un «marameo» pronunciato da un bambino. Seguito da una pernacchia, tra l’altro. L’articolo non l’ha firmato nessuno. Sarà per questo motivo. Oppure sarà perché, come recitava l’Eccellenza nell’opera scimmiottata da Spirlì, «non c'è niente di più contagioso del male». Sarà pure condivisibile… ma finché ogni singolo individuo dell’umanità non sarà sottomesso, c’è ancora speranza. @thearticolist