The Articolist
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Le strane affermazioni di Valentina Nappi

✑ Tutto ci saremmo aspettati, tranne che avremmo parlato di un personaggio del genere. Purtroppo però - o per fortuna - questo lavoro ha anche i suoi difetti. Premessa: da quanto abbiamo trovato sul Web ed essendo del personalissimo parere che certi ragionamenti non possano davvero essere prodotti dalla mente umana, siamo dell’idea che Valentina Nappi - nella migliore delle ipotesi - abbia queste uscite solo ed esclusivamente per far parlare di sé: il fallo della fama sfiora tanto quanto basta per produrre risultati come quelli di cui andremo a parlare. Riporteremo una serie di tweet estremamente controversi a firma della pornoattrice, che per l’occasione rinomineremo Valentina Nep, figura pseudo-politica con una strana avversione allo sviluppo convenzionale dei bambini. Il primo tweet, degno del pensiero di una creatura bicefala Lenin-Stalin, recita che «I bambini non dovrebbero essere educati dai genitori o da piccole comunità, ma dallo Stato. Stato che non dovrebbe essere laico ma ateo, cioè dovrebbe avere come principi costituzionali l’ateismo di stato, il razionalismo radicale e il positivismo». ⁽¹⁾ Un’utente ha commentato «Lasciate stare i bambini, depravati», ⁽²⁾ che permetteci, sarebbe anche l’ora. Alche Nep sottolinea che «L’educazione dei bambini è politica. Anche quella dei tuoi figli lo è, e pertanto è affar mio. L’educazione dei tuoi figli è anche affar mio, la devo decider anche io». ⁽³⁾ Insomma, una di quelle belle stoccate alla dignità umana cui lei è più che abituata a scambiare con i propri interlocutori. Mettendo in secondo piano chimere sovietiche ma strizzando l’occhio all’eugenetica nazista, ci tuffiamo nel Mondo Nuovo di Huxley, dove la proposta della pornoattrice è spaventosamente analoga all’atmosfera proposta nel celebre romanzo, con l’aggiunta però di connotazioni edoniste. Infatti, Nep sembra ambire a un mondo dove: «eliminiamo il parto naturale, facciamo nascere tutti i bambini (in numero deciso dallo stato) in uteri artificiali a partire da embrioni con la migliore genetica (e una certa variabilità). I bambini non avranno famiglia e saranno educati da pedagoghi e IA in resort di lusso». ⁽⁾ Breve commento: indecente. @thearticolist
Protestare ‘all’olandese paga (?)

✑ Tralasciando l’Operazione London Bridge ⁽¹⁾, ⁽²⁾ forse questa è una delle poche buone notizie di questa settimana. L’estate volge al termine ed eravamo quasi certi che le proteste in Olanda di cui abbiamo parlato anche noi in un post ⁽³⁾ fossero finite nel dimenticatoio: ebbene ci sbagliamo. Ricapitolando: l’imponente, nonché caratteristico settore agricolo dei Paesi Bassi è a rischio estinzione dal momento in cui una sentenza del 29 Maggio 2019 ⁽⁾ ha costretto, diciamo, il Governo olandese a ridurre drasticamente le emissioni del “famigerato” ossido di azoto e ammoniaca, questi presuntivamente prodotti dal bestiame. I presupposti, le logiche, lo schieramento ideologico e la soluzione a questo problema si sono rivelati sin da subito antiscientifici, avallando gli interessi della casta economica e andando contro l’interesse popolare. ⁽⁾, ⁽⁾ Le proteste degli agricoltori sembrano aver prodotto un risultato: le dimissioni del Ministro all’Agricoltura Henk Stanghouver, proprio quel ministro a cui è stata irrorata casa del letame proveniente dal bestiame che voleva abbattere. ⁽⁾ Davvero simbolico. Con un breve comunicato su Twitter, l’ormai ex ministro dichiara che «Sono giunto alla conclusione che attualmente non sono la persona giusta per guidare i principali compiti dell'agricoltura, dell'orticoltura e della pesca come ministro. Per questo motivo, mi dimetto da Ministro dell'agricoltura, della natura e della qualità degli alimenti». ⁽⁾ Senz’altro le dimissioni del ministro non sono risolutive perché proprio in questi giorni ci viene ricordato come funziona: morta una regina si fa un altro re. Tuttavia, questa vicenda suggerisce che quando gli individui acquisiscono consapevolezza e si uniscono difendendosi dal nemico comune, le cose possono cambiare. E cosa ancora più importante, non necessariamente rappresentati da qualcuno. @thearticolist
Archiviate le responsabilità sulla violazione delle restrizioni Covid del “famoso” concerto di Salmo

✑ Nessun artista è un ribelle. Anzi, è più probabile che tra un po’ ce li ritroveremo in Senato. Il 13 Agosto 2021 Salmo, rapper sardo, allestì un concerto gratuito non autorizzato. La Procura di Olbia gli contestò la “presunta” violazione delle norme del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, con l’ipotesi di reato della violazione delle misure per la prevenzione del Covid-19, dalle immagini più che palese: cosa senz’altro ben gradita. Chi conosce da più vicino il mondo della musica e dello spettacolo sa benissimo come funziona e il periodo Covid ce lo ha mostrato in tutta la sua brutalità. Molte sono state le critiche ⁽¹⁾, ⁽²⁾ al rapper: spicca tra tutte quella di Fedez - con una certa connotazione piddina - che criticò il concerto dicendo: «Sfruttare la nostra condizione di privilegio, aggirare le regole per soddisfare capricci personali non aiuta [...] Avete sputato in faccia a migliaia di onesti lavoratori dello spettacolo che quest’anno cercano di tirare avanti facendo sacrifici, rispettando le regole» e che «Contribuire ad alzare il livello di rischio sanitario di una regione sostenendo pure di farlo per aiutarla non fa di te un artista, fa di te un narcisista e anche del tipo più pericoloso, perché evidenzia che in te mancano l’empatia e la maturità necessarie per difendere la collettività». ⁽³⁾ FedEnrico Letta, insomma. Alche Salmo replica agli artisti di Stato, sostanzialmente, che «Ad agosto il centro di Olbia è sempre affollato esattamente come le spiagge, gli assembramenti per la finale degli Europei andavano bene, il mio concerto gratuito no. Ora avete una persona con cui prendervela. Non definitevi artisti se poi non avete le palle di infrangere le regole [...] potevo andare a farmi la vacanza come Fedez invece sono sceso per strada e ho detto la mia. Se avessi voluto seguire le regole non avrei fatto l’artista». ⁽⁾ Questo ragionamento ci sembrò, per un attimo, quasi schierato dalla nostra parte ma è pura illusione. Infatti, Salmo è colui che prima di cominciare il concerto ha letto una lettera diretta allo “Stato” dove ha inneggiato ai vaccini anti-Covid. «Negli altri Paesi fanno concerti con centomila persone, perché sono tutti vaccinati. Come facciamo a spiegare che l’unico modo per tornare alla normalità è vaccinarsi?». ⁽⁾ L’unico modo per tornare alla normalità è vaccinarsi. Non l’avete già sentita? Bene. Poi, avviene lo sdoganamento della paura, ovvero che «Abbiamo paura che nel vaccino ci siano dei microchip per controllarci ma in realtà siamo già controllati: dai cellulari, per esempio. Abbiamo paura che nel vaccino ci sia veleno per topi, però ogni fine settimana ci beviamo anche l’acqua delle mozzarelle e ci buttiamo in corpo sostanze che boh, chi lo sa!» ⁽⁾ Da qui entra in gioco la politica. L’Assessore al Turismo del Comune di Olbia Marco Balata, rimase sorpreso sì, ma contento per un sol motivo, ovvero «per il messaggio importante: oggi parlare di vaccini ai giovani è argomento delicato, ma nessuno meglio di lui può aprire una breccia fra gli scettici. In fondo Olbia è casa sua, un piatto ogni tanto si merita di romperlo» ⁽⁾ Un piatto ogni tanto si merita di romperlo. Chissà se pensavano la stessa cosa di chi entrava nell’autobus per andare a lavoro ma senza mascherina. A ogni modo e non a caso, il grande trambusto scatenato dai fatti del 13 Agosto 2021 si sono conclusi con una multa da «solo» 5.000€ per l’artista solo per non aver comunicato lo svolgersi dell’evento. ⁽⁾ E la violazione delle norme Covid? Sparita. È chiaro dunque, che in buona o cattiva fede, Salmo con quella lettera pagò una clausola allo Stato. Nessun problema: se non fosse per il fatto che nello stesso momento lo contestava. @thearticolist
#CITAZIONI 💬

✑ Più attuale che mai, Agosti evidenzia come la definizione di essere “schiavi” si relega, prima di tutto, a una condizione mentale: ovvero, non essere in grado riconoscere cosa significhi essere liberi, portandoci a difendere quella falsa sensazione di sicurezza che, guarda caso, soltanto chi apparentemente “è” più di noi può darci. Certo, come è difficile trovare soluzioni per fuggire dalla “ruota” è anche difficilissimo immaginare cosa significhi essere liberi, dato che con tutte le probabilità non lo siamo mai stati. Ma non è impensabile. Davvero possiamo ritenere impossibile un mondo diverso da quello che viviamo oggi?
Rigassificator Calenda

✑ A volte ci fermiamo a pensare e siamo sempre più convinti del fatto che la differenza tra il termine “clown” e “politico” sia sempre più sottile. Stavolta però la differenza è impercettibile e rideremmo a crepapelle, se non fosse per la gravità di quanto affermato. La protagonista di questo post è un’affermazione di Carlo Calenda al Forum Ambrosetti di Cernobbio. Tralasciando il fatto di risultare un vero e proprio ventriloquo ‘draghiano e la soffocante propaganda politica, Calenda ha tirato in ballo il suo punto di vista riguardo i rigassificatori. È stato infatti molto chiaro: «Di rigassificatori ne servono tre: uno a Ravenna, uno a Piombino e l’altro al Sud. E se non si riescono a fare perché c’è una opposizione, ricordo che a un certo punto si militarizza e si fanno fare lo stesso». ⁽¹⁾ Davvero strano, data la vicenda del 2016. ⁽²⁾ Prima che il significato del termine “militarizzare” venga trasformato dalla Crusca in qualcosa di politically-correct oggi significa, letteralmente, «sottoporre temporaneamente, in tempo di guerra, cittadini o enti alla disciplina militare» e/od «organizzare secondo metodi militari, dare un carattere o imporre uno spirito militare». ⁽³
Adesso colleghiamo i punti con quanto voluto da Cingolani circa l’esenzione da controlli del rigassificatore di Piombino. ⁽⁾ e titoli come “la guerra del gas”. ⁽⁾ Con riferimento a Washington, ovviamente. ⁽⁾ Leggiamo sempre le stesse cose: una situazione di assoluta emergenza e l’impossibilità di fare altrimenti. Speriamo davvero in uno di quei risvegli collettivi, seppure fantozziani.
Specialità del giorno: pasta alla geopolitica!

✑ Son giorni che leggiamo circa il “consiglio” del Premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi: già tremendamente ligio a norme e diktat governativi sul Covid prima ⁽¹⁾, ⁽²⁾ e sponsor per i “vaccini” anti-Covid poi, ⁽³⁾ questi dati bastano e avanzano per delineare la caratura del personaggio. Fa notizia sui quotidiani la pasta a cottura passiva ⁽⁾ ma sui social Parisi si divincola dicendo di aver soltanto rilanciato le affermazioni di Dario Bressanini. ⁽⁾ Quest’ultimo ha poi recentemente pubblicato un video nominato “PastaGate”. ⁽
In sostanza, un vero e proprio caso da cronaca rosa dove tutti hanno da guadagnarci, essendo investiti di enorme visibilità: nella migliore delle ipotesi, per intenderci. C’è qualcosa in tutta questa storia che ci fa sorridere ed è la passività. Ovviamente, non quella della cottura della pasta - tecnica che noi dello staff non abbiamo mai provato che però sembra funzionare, nonostante abbia dei limiti in termini di formato e qualità⁾, ⁽⁾ - ma la passività tanto intellettuale quanto morale di questi due cervelloni. È davvero possibile credere che gli effetti delle speculazioni ⁽⁾ e di sanzioni pressoché inutili ⁽¹⁰⁾ possano essere mitigati cuocendo la pasta a fuoco spento? Ridicolo. Incredibilmente ridicolo. Sarebbe carino invece, se entrambi si mettessero a fare il VERO punto della situazione. Abbiamo poi trovato interessanti le dichiarazioni del pastificio Setaro, che replica alla proposta rilanciata da Parisi e Bressanini: «spegnere l'acqua dopo l'ebollizione non è idoneo per il nostro prodotto. Ne pagherebbe la qualità. Se proprio volete risparmiare fatelo in un altro modo, ossia comprando prodotti 100% italiani, con semola italiana e produzione locale, cosi si abbattono i costi di trasporto che tanto pesano sul costo del prodotto finale». ⁽¹¹@thearticolist
La maggior parte degli italiani non vuole che si continui con le sanzioni alla Russia

✑ Stando al sondaggio svolto da Termometro Politico ⁽¹⁾ con 5.500 interviste raccolte tra il 30 Agosto e il 2 Settembre 2022 e realizzato con il metodo CAWI ⁽²⁾ la metà degli italiani sembrano averne le bombole piene delle cosiddette sanzioni alla Russia, che però ben sappiamo c’entrano in modo relativo. ⁽³⁾ Alla domanda:
Difronte all’impennata del prezzo del gas e dell’inflazione, secondo lei si dovrebbero togliere le sanzioni alla Russia?

• Il 24,2% ha risposto: “No, vorrebbe dire cedere a un ricatto. Anzi, dovremmo essere più duri con Mosca”;
• Il 19,8% ha risposto: “No, sarebbe un cedimento. Le sanzioni devono rimanere al livello attuale”;
• Il 23,1% ha risposto: “Sì, è stato comprensibile a Febbraio reagire all’invasione dell’Ucraina, ma ora è meglio rivedere l’atteggiamento verso la Russia”;
• Il 28% ha risposto: “Sì, non avremmo dovuto imporre alcuna sanzione alla Russia”.
• il 4,9% ha risposto: “Non so/non ho intenzione di rispondere”.

Al netto degli astenuti, strumentalizzazioni politiche e ideologiche o eventuali conflitti d’interesse - caratteristiche che spesso rendono i sondaggi (soprattutto politici) poco attendibili - questo sondaggio, se genuino, dimostra che non è necessario essere “filo-russi” o “pro-Putin” per essere contrari alle politiche atlantiste, a meno che il 51,1% degli intervistati fossero “agenti del Cremlino” sotto copertura. @thearticolist
La legge si schiera con le “linee guida della Community”

✑ Non è che fosse una novità, ma oggi ne abbiamo la conferma assoluta. Attraverso l’ordinanza 1811 (che non siamo riusciti a trovare) il tribunale di Varese ha stabilito che i social network, in questo caso riferendosi a Facebook, possono sospendere gli account e rimuovere contenuti che veicolano, secondo le grandi big tech, la “disinformazione” in materia sanitaria. Insomma… sappiamo benissimo che per Big Data la “disinformazione” è qualsiasi versione all’infuori degli “Standard della Community” ⁽¹⁾, ⁽²⁾ ma diamo un’occhiata al caso in questione. L’8 Settembre salta fuori su IlSole24Ore, giornale partecipato da Confindustria, un articolo a firma di Marisa Marraffino titolato: “Facebook può cancellare i post no vax e sospendere gli account”. ⁽³⁾ L’articolo in questione evidenzia “l’inusuale” presa di posizione, raccontata come «una pronuncia che sembra andare controcorrente rispetto ai tanti precedenti giurisprudenziali intervenuti a tutela degli utenti ingiustamente bannati dal social network. In questo caso, però, il Tribunale è più rigido, perché – precisa – i diritti degli utenti trovano precisi limiti a fronte di situazioni di emergenza e di rischio». I diritti degli utenti trovano precisi limiti a fronte di situazioni di emergenza e di rischio. Non serviva altro. Ecco: ora immaginiamo se attraverso la strumentalizzazione dei fatti tu e gli amici tuoi generate uno scenario emergenziale e poi stabilite tutti insieme quali sono le regole ⁽⁾ da rispettare nel tuo spazio privato, che ormai accoglie centinaia di milioni di persone. Giustamente è casa tua e puoi fare quel che ti pare: il problema sono le persone che accettano le tue regole senza leggersele e poi pensano che puoi dargli opportunità o ancor peggio, che sei una brava persona. L’articolo de IlSole conclude raccontando le precise dinamiche, che vede una donna che «ha condiviso sul proprio profilo Facebook il video di una parlamentare che definiva i vaccini contro il Covid-19 come iniezioni letali e aveva incoraggiato gli altri utenti a rifiutare la somministrazione. La donna, che in precedenza aveva già condiviso contenuti contro i vaccini, non ha commentato il discorso della parlamentare ma lo ha condiviso anche nel gruppo che amministrava». Poi, Il social network «ha prima rimosso il post e poi sospeso l’account della donna per 30 giorni, bloccando la sua partecipazione ai gruppi. Per Facebook, infatti, i contenuti violavano le condizioni contrattuali (accettate dall’utente al momento della registrazione), che, tra l’altro,vietano la pubblicazione di contenuti dannosi e informazioni false sul Covid-19, perché pericolosi per la salute pubblica». Insomma: nulla di nuovo. Quello che stupisce è la pronuncia del tribunale italiano, che oggi si mostra totalmente in linea con delle aziende private che seguono i servizi d’intelligence statunitensi. ⁽⁾, ⁽⁾, ⁽⁾ Ovviamente, ciò costituisce un precedente importantissimo. La soluzione? Leggere i Termini&Condizioni di questi servizi e farsi la propria personalissima idea se continuare ad alimentare queste bestie virtuali. @thearticolist
Pensavate davvero di cavarvela con la stufa a legna (senza violare la legge) quest’inverno?

✑ Proprio così. A causa delle sopravvalutate ⁽¹⁾ politiche belliciste di quei disgraziati che ci governano ⁽²⁾ e degli speculatori sui mercati delle materie prime ⁽³⁾ il costo medio mensile della bolletta per famiglia europea sarà di circa 600€, ⁽⁾ stando a un rapporto ⁽⁾ di Goldman Sachs: non che sia la fonte della verità, certo; ma possiamo dire che la suddetta abbia un ruolo fondamentale nel comparto energetico all’interno della zona atlantica, se non in tutto il mondo. ⁽⁾ Ebbene… al netto di queste considerazioni un dato sembrerebbe essere chiaro, benché logico: superata una certa soglia di spesa, delle famiglie non riusciranno a mantenere lo stile di vita che avevano gli anni precedenti. Proprio qualche giorno fa avevamo parlato del rapporto CGIA circa l’imminente «povertà energetica». ⁽⁾ Addirittura sottostimato, tra l’altro. Ci auguriamo davvero che non sia così. Per chi avesse appunto pensato di risolvere con la tradizionale stufa a legna e/o camino dovrà ricredersi: soprattutto in Nord-Italia abbiamo letto delle norme che se ieri sembravano ragionevoli, oggi definire folli è poco. Si parla di multe da 500 a 5.000€ per chi accende un camino non a norma anche con qualche ‘zeppetto. ⁽⁾ Ci immaginiamo la nonnina con l’artrosi nel mentre che userà la stufa a legna per scaldarsi e gli agenti delle forze dell’ordine, a quanto pare autorizzati ai controlli a campione ⁽⁾ la multeranno e sarà così costretta a spegnere il fuoco? Le condizioni di salute peggioreranno e sarà costretta a recarsi presso strutture sanitarie sempre più al collasso. ⁽¹⁰⁾ Cosa risponderà un fact-checker a una domanda del genere? Ma è ovvio: “avrebbe potuto fare la scelta di investire su sé stessa acquistando una stufa a norma”. Giusto? A volte ci chiediamo se l’inferno tanto raccontato nel mito altro non è che il mondo in cui viviamo. @thearticolist
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Archiviate le responsabilità sulla violazione delle restrizioni Covid del “famoso” concerto di Salmo ⇱ ✑ Nessun artista è un ribelle. Anzi, è più probabile che tra un po’ ce li ritroveremo in Senato. Il 13 Agosto 2021 Salmo, rapper sardo, allestì un concerto…
«Onore a Salmo per la disobbedienza, la coerenza e il coraggio»

✑ Per noi de The Articolist scrivere questo post è un colpo al cuore, ma doveroso. Questa è una mia personale lettera aperta a @MatteoGracis che è stato ed è tutt’oggi una di quelle poche persone che tengono il punto della situazione, dal periodo pandemico al conflitto russo-ucraino e di sicuro lo farà anche in futuro: di questo gliene do e darò sempre atto. Matteo - oltre a pochi altri - è stata per me una fonte d’ispirazione, una tra le figure che mi hanno portato a pensare una realtà come la nostra. Senza girarci attorno, c’è un post sul suo canale Telegram che mi ha lasciato interdetto. Ha infatti postato un link de @lindipendente, testata giornalistica di cui risulta essere il fondatore. ⁽¹⁾ Il link contiene un articolo riguardo l’archiviazione delle violazioni delle norme di pubblica sicurezza del concerto di Salmo ad Agosto 2021: articolo che abbiamo letto e inserito tra le fonti nel pezzo che abbiamo dedicato alla stessa vicenda. ⁽²⁾ Ciò che mi era sfuggito è il commento di Gracis, ovvero «Un salutone ai vari Fedez, J.vAx, Pelù, Maneskin e compagnia cantante (il 99% degli "artisti" italiani) che sono stati zitti e buoni, a cuccia e testa bassa, ubbidienti e agli ordini dell'establishment nonché sostenitori accaniti del lascia passare come strumento per "tornare a suonare". Canzoni piene di ribellione, rock e anti-sistema... nella realtà marionette al servizio delle élite». E fin qui caro Matteo, son più che d’accordo con te: basti vedere con quali case discografiche i suddetti hanno firmato contratto: le stesse. ⁽³⁾, ⁽⁾, ⁽⁾, ⁽⁾ È l’ultima parte del tuo commento che non posso non opinare, tanto da meritarsi il titolo di questo post: «onore a Salmo per la disobbedienza, la coerenza e il coraggio». ⁽⁾ Da quest’affermazione si deduce che Salmo sia per te una figura rispettabile, perché disobbediente. Domanda: un disobbediente è colui che firma contratti per la stessa casa discografica ⁽⁾ che ingloba tutti gli artisti da te citati, oppure qualcuno come @poviaofficial? Che piaccia o meno sono gusti, ma per me essere disobbedienti all’establishment è senz’altro più evidente nel secondo caso. Disobbediente è chi pronuncia frasi come «il vaccino è l’unico modo per ritornare alla normalità»? Lo ha detto Salmo prima di cominciare il concerto, leggendo una lettera al cosiddetto ‘Stato. ⁽⁾ Oppure, disobbediente è qualcuno simpatizzato dai politici locali come ha fatto l’Assessore al Turismo di Olbia che ringrazia Salmo per «il messaggio importante: oggi parlare di vaccini ai giovani è argomento delicato, ma nessuno meglio di lui può aprire una breccia fra gli scettici. In fondo Olbia è casa sua, un piatto ogni tanto si merita di romperlo»? ⁽¹⁰⁾ Tutto ciò è accaduto durante e all’indomani dei fatti del 13 Agosto 2021, riportato in un nostro post. ⁽¹¹⁾ Sono sicuro che se fossi stato a conoscenza di questi fatti non avresti così stima del rapper sardo: soprattutto se predichi sul Web di informarsi in modo adeguato. Lo scopo di questo post non è quello di attaccarti, ledendo la tua immagine o quella de L’Indipendente che entrambi stimo e rispetto, nonostante la diversità di vedute. Lo scopo di questo post è di testare la tua onestà intellettuale. Proprio in un tuo post ti sei chiesto “dov’è finito il giornalismo” in cui sottolinei il ruolo del giornalista: quello di «verificare e riportare i fatti», di non «imporre la propria opinione ma di limitarsi a informare» perché il giornalismo, a tuo dire, non proverà mai a «convincervi di qualcosa»: due capisaldi che, parer personale, hai infranto. Resterebbe il terzo, ovvero che «se si sbaglia bisogna rettificare» precisando che «sbagliare è umano» e «può succedere», concludendo che «se capita bisogna correggere, aggiornare» e «chiedere scusa». ⁽¹²⁾ Nulla di più vero infatti. Salmo non merita onore perché chi disobbedisce lo fa contro tutto il sistema, non solo a una sua parte. Tutto il resto è opposizione controllata: consapevole o non. Matteo, ti seguono in 100.000 persone. Conto su una tua risposta. @thearticolist
Mobilitazione parziale in Russia: deterrente geopolitico o adesso si comincia a fare sul serio?

✑ Vladimir Putin in un discorso alla TV nazionale ⁽¹⁾ ha annunciato la mobilitazione parziale, che consiste nel richiamo di oltre 300.000 riservisti, ovvero uomini che hanno prestato servizio militare nella regione russa, questi incaricati di presidiare le zone sotto il controllo russo in Ucraina. È la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale, segnando l’imminente passaggio da ciò che fino a ieri era stata considerata una «operazione militare speciale» a una dichiarazione di guerra vera e propria. Ciò significa che se prima risultasse logico credere che fosse negli interessi della Russia consolidare il proprio dominio nei territori conquistati e mantenendoli tali durante tutta la stagione invernale, da oggi 21 Settembre la situazione sarà precipitosamente conclusiva. È difficile capire cosa accadrà, pur tuttavia balzandoci sotto al naso un dato di fatto: ci sono altissime probabilità che l’Ucraina sarà destinata a soccombere sanguinosamente e il motivo lo si deve a Washington. E a tutti quelli che gli sono andati appresso. @thearticolist
Il cono “elettorale”

✑ Il punto di questo post non sarà tanto quello di opinare le squadriglie del voto e il non-voto perché ne abbiamo già parlato - con largo anticipo - quasi due mesi fa. ⁽¹⁾ Lo scopo di questo post è di rammentare come e quali sono gli stratagemmi che il potere usa per ottenere un determinato effetto, in questo caso con gli stessi mezzi. La Gelateria “Tichetta” ha avuto in mente un’iniziativa commerciale dal nome “cono elettorale”: porti la scheda elettorale compilata e hai diritto a uno sconto di un euro. Quest’idea, se vista dalla punta dell’iceberg può risultare gradevole e simpatica. Per noi che abbiamo già assistito a giochetti simili in cambio di un’iniezione, ⁽²⁾ non ce ne vogliate, ma ci risulta dannatamente grottesca. Da la Repubblica definita un’iniziativa «golosa» ⁽³⁾ proprio come se stesse sponsorizzando un prodotto, il proposito su cui si fonda il cono elettorale, peraltro ribadito anche dai titolari della gelateria (Martina Serravento e Mattia Altobelli) è uno soltanto: abbassare la percentuale di astensionismo. E forse anche un bel po’ di marketing. Infatti, stando ai summenzionati «Siamo sempre stati interessati al mondo della politica, all’aspetto sociale che c’è dietro. Il voto si può sbagliare ma è un diritto e ci piace incentivare, nel nostro piccolo, le persone a esercitare questo diritto al voto. Volevamo stimolare la partecipazione, per quanto possibile, lo abbiamo già fatto in alcune tornate elettorali». Le reazioni? «Le persone magari venivano un po’ perplesse con la scheda elettorale, ma è stato bello accoglierle». Sarebbe interessante avere conferma dai cittadini circa la veridicità di quanto detto, ovvero se anche negli anni scorsi questa gelateria fece questo tipo di operazioni di marketing. Oppure se i titolari della gelateria hanno avuto e/o hanno contatti diretti o indiretti col mondo politico essendo in grado di scremare eventuali conflitti d’interesse nel nostro giudizio finale, che senza dati alla mano rimane incompleto. In tal senso però sappiamo soltanto di una visitina di Franco Locatelli, incentivato dal fatto che la gelateria offrisse le quarte iniezioni di vaccino anti-Covid. «Venite a immunizzarvi col gelato di tichetta! 😅🙃👍👍», si legge in un post datato il primo di Aprile. ⁽⁾ E no, non è uno scherzo. @thearticolist
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Il cono “elettorale” ⇱ ✑ Il punto di questo post non sarà tanto quello di opinare le squadriglie del voto e il non-voto perché ne abbiamo già parlato - con largo anticipo - quasi due mesi fa. ⁽¹⁾ Lo scopo di questo post è di rammentare come e quali sono gli…
La birra “elettorale”

✑ Credevamo che l’iniziativa commerciale della gelateria romana ⁽¹⁾ si trattasse soltanto di un caso isolato: siamo davvero degli ingenui. Se nei confronti della gelateria abbiamo avuto il dubbio che vi fossero condizionamenti di tipo politico, la birreria e uno dei giornali che la sponsorizza offrono degli indizi in più, ovvero che se la campagna elettorale alla quale tanto tiene la birreria non dovesse scalfire la roccia astensionista, almeno avrà i coperti pieni. ⁽²⁾ Onestà a parte, la logica è sempre la stessa: prima la tessera elettorale compilata, poi il prodotto gratuito o scontato. Ci ricorda qualcosa… ⁽³⁾ Secondo il titolare della birreria «Non chiederò certo ai clienti cosa abbiano votato, il punto non è certo questo: birra gratis purché abbiano esercitato il prezioso diritto di voto. Visto l'interesse molto basso in occasione delle ultime tornate elettorali ho ritenuto di contribuire a mio modo per richiamare l'importanza della libera espressione del consenso. La birra in omaggio – bionda o rossa a scelta del cliente, con un bel boccale da 25 cc – non sarà limitata ai residenti. Qualsiasi cittadino che abbia votato potrà venirmi a trovare, finché avrò birra domenica la distribuirò anche in questo modo. Con la consapevolezza che, in ogni caso, se un elettore non vuole recarsi alle urne non sarà certo una birra a convincerlo». ⁽⁾ Eh sì, non sarà mica per la tua ‘birrozza. Chissà se l’hai fatto anche durante le altre tornate elettorali. Sarebbe davvero interessante saperne di più: chiediamo ai cittadini di zona se negli anni precedenti avessero notato tutto questo gran interesse da parte della birreria verso il cosiddetto senso civico. Noi abbiamo già fatto le nostre ricerche e ci siamo fatti un’idea. In conclusione, le speculazioni possono essere tante ma ci rincuora il fatto che dopo il 25 di Settembre non troveremo altre “trovate” elettorali come questo duetto. Speriamo, ovviamente. @thearticolist
Quando l’auto elettrica NON conviene (e diventa un potenziale strumento di controllo): la piattaforma Enel X tocca 1€ per kWh

✑ Ancora oggi mi fa sorridere l’aneddoto dello zio di un mio vecchio amico, il quale riassunse egregiamente il rapporto tra istituzioni e cittadino: “che sia da un verso o dall’altro, il cetriolo ha sempre un simile diametro”. Da tatuarselo. Davvero. «Lavoriamo ogni giorno per sostenere la mobilità elettrica attraverso soluzioni flessibili, innovative e sostenibili. Per questo, malgrado il continuo aumento dei costi dell’energia, Enel X Way ha deciso di mantenere invariati i prezzi dei propri abbonamenti e della tariffa Pay-per-Use in AC. Verranno invece applicati nuovi prezzi per le ricariche DC a partire dall’8 ottobre». ⁽¹⁾ Già reduci da un altro ritocchino a Marzo ⁽²⁾ con questa ‘supercazzola ENEL fa capire che il mito dell’auto elettrica sostenibile inizia ad avere più “però” del previsto. Le ricariche (“lente”) in AC - e fino a 22 kW - restano ferme a 0,58€ al kWh. Quelle in corrente continua vengono invece raggruppate in due sole fasce di prezzo: le ricariche in DC (“veloci”) fino a 150 kW costeranno 0,89€/kWh; quelle HPC (“ultra-veloci”) oltre i 150 kW arrivano a 0,99€. Prima di questo cambio, le fasce erano tre: 0,68€ fino a 100 kW; 0,75€ fino a 150kW e 0,79€ per le HPC oltre i 150 kW. ⁽³⁾ Uno si chiederà: perché le auto elettriche possono diventare un potenziale strumento di controllo? Basti vedere quanto tempo possono arrivare a impiegare le auto elettriche a ricaricarsi: soprattutto l’enorme differenza che c’è tra la ricarica AC e DC. ⁽⁾, ⁽⁾ Bene: ora immaginiamo se tutti i cittadini italiani avessero un’auto elettrica. Dunque, se prima le auto elettriche - per quanto rendano superflue molte componenti delle auto a combustione - risultassero già rinomatamente insostenibili anche da chi promuove l’agenda climatica, ⁽⁾ ciò è oggi suffragato anche dalle dichiarazioni degli stessi colossi dell’industria automobilistica: tra cui il CEO di Stellantis ⁽⁾ e dal CEO di Toyota e presidente del Japan Automobile Manufacturers Association che, spingendosi oltre il politicamente corretto, ha definito il concetto di auto elettrica come «un business immaturo con costi energetici e sociali insostenibili». ⁽⁾ Morale: l’incentivo ad acquistare queste soluzioni “green” diventa sempre più opinabile. Infondo… cos’hanno mai avuto di green se non il nome, mero strumento della sporca propaganda ambientalista? @thearticolist
Primo di Ottobre la resa dei conti

✑ Proprio così. Le elezioni fatte qualche giorno prima di questa data sembrerebbero essere nient’altro che una strana coincidenza che salva le chiappe ai partiti politici che hanno corso alle elezioni il 25 di Settembre. Insomma, questa data sarà l’inizio del disastro economico e sociale che andremo a vedere nel corso dei prossimi mesi; pur tuttavia essendo necessari soltanto una manciata di giorni per capire sulla nostra pelle di cosa stiamo parlando. Infatti, da Sabato 1° Ottobre, il nostro supporto all’Ucraina ci ringrazierà con un costo di luce e gas per famiglie e attività che aumenterà abbastanza da far incazzare qualcuno di brutto: o questo è ciò che ci aspettiamo. Dal primo di Ottobre si aggiornerà il costo dell’energia deciso da ARERA che, eufemisticamente, adeguerà i costi delle tariffe per i consumatori. ⁽¹⁾ A proposito di ARERA: è proprio l’azienda che oggi ci dice che, in sostanza, la sicurezza sulle forniture di gas è finita. ⁽²@thearticolist
#CITAZIONI 💬

✑ Più attuale di così non si può. A volte anche i guardiani del sistema, questi incaricati di mantenere il mite - quanto grottesco - equilibrio socioeconomico a causa dell’ottemperanza al quieto vivere dei più, si lasciano sfuggire delle verità. Come potremmo riassumere l’intera storia politica oggi? Ci sarebbero tanti modi per farlo… ma potremmo benissimo partire con il caposaldo per eccellenza: un insieme di promesse non mantenute.
Cosa sarebbe cambiato?

✑ Escludendo eventuali manipolazioni dei dati, ⁽¹⁾, ⁽²⁾ oltre la cosiddetta astensione di massa ⁽³⁾ e la totalizzazione del ± 4% di tutte le reali e/o presunte forze “anti-sistema”, sembrerebbe un buon inizio, certo… ma adesso come adesso, tutto ciò conta esattamente il nulla. Che vincesse il “centro-destra” o il “centro-sinistra” o qualsiasi altro tipo di partito, non sarebbe cambiato nulla: ce lo dicono anche, tra l’altro. E ce lo hanno sempre detto. ⁽⁾, ⁽⁾ E lo sappiamo benissimo. ⁽⁾, ⁽⁾ A meno che per i più la parola “cambiamento” significhi ricalibrare le questioni di contorno. Beh… in quel caso che ognuno faccia il suo percorso. Al netto di queste considerazioni si deduce dunque, che il vero problema non è mai stato al vertice - questo grottescamente coerente nei suoi scopi - ma alla base della piramide, questa fatta di ogni singolo blocco, che siamo noi. Noi che con la nostra fatica, salute e denaro teniamo su questa piramide demoniaca: con il valore che produciamo e consumiamo. C’è sostanzialmente un solo problema, ed è che i più vivono in un vero e proprio universo parallelo ove la responsabilizzazione di sé si relega a qualcun altro: sarà pure il principio democratico che Churchill tanto opinava ⁽⁾, ⁽⁾ ma all’attuale stato dell’arte mai potrebbe esistere atto più infantile che starsene seduti a fare nulla perché ci pensa qualcun altro. È da sempre che è in questo modo. ⁽¹⁰⁾ Non è più il tempo di pensare così e per questione di logica non dovrebbe mai esserlo. È giunto il momento di dire basta di farci ingannare dalla politica, oggi soltanto parole. Inserite in continui cortocircuiti ideologici, tra l’altro: fenomeno conosciuto come “Neolingua”. ⁽¹¹⁾ Non c’è molto altro da dire, se non che rammentare che noi, quei singoli blocchi che compongono quella piramide, la teniamo perfettamente in equilibrio. Lo stesso Hans-Gert Pöttering, di cui è indubbia la propria adesione al potere, disse che «il compito della politica non è di dare le risposte, ma fornire la cornice che permetta a ognuno di cercare e trovare la sua risposta». ⁽¹²⁾ Lui, schierato dalla parte del potere, intendeva l’indirizzamento del proprio pensiero in un bacino ideologico, dunque contro l’individualismo e contro quei singoli mattoni. Noi invece, da questa frase potremmo trarne una grande conclusione: se la politica non funziona e non siamo d’accordo con la maggioranza, va cambiata. Molti chiedono come. La risposta è molto semplice: partendo dalla responsabilizzazione di sé. E no: la violenza non è quasi mai la soluzione perché ciò garantisce al potere di mantenere un perenne stato marziale. Ciò che immagino è più qualcosa di simile a una Marcia del Sale. ⁽¹³@thearticolist
«Bentornati»

✑ Queste le dichiarazioni ⁽¹⁾ dell’ex Presidente e Primo ministro della Federazione Russa e attualmente Vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Russia Dmitrij Anatol'evič Medvev: il falco 57enne che invoca un giorno sì e uno no lo spettro dell’impiego di armi nucleari. ⁽²⁾ Da Venerdì 23 a Martedì 27 Settembre 2022 si è svolto un referendum nelle - ormai - ex regioni ucraine di Kherson, Zaporizhzia, nella DPR e nella LPR circa l’adesione alla Federazione Russa, cui i risultati sono ben noti. ⁽³⁾, ⁽
Ciò che sono meno chiari invece, i futuri risvolti di questa vicenda: tanto vale elencare i dati più rilevanti. Immediata la risposta di Zelensky che sinteticamente afferma che «Kiev non può più negoziare con Mosca dopo i referendum di annessione» ⁽⁾ seguito poi da una condanna unanime da parte dei territori sotto il controllo atlantico, che definiscono i referendum sull’annessione, non è chiaro con quali prove, come «farsa» e «illegali» ⁽⁾, ⁽⁾ e che l’ONU, attraverso un’iniziativa di USA e Albania, provvederà con una «risoluzione contro i referendum farsa». ⁽⁾ Anche la Cina, seppure con toni più pacati, sembra proseguire su questa strada, sottolineando che «La posizione della Cina sulla questione dell'Ucraina è stata sempre chiara: abbiamo sempre sostenuto che l'integrità sovrana e territoriale di tutti i Paesi dovrebbe essere rispettata, così come gli scopi e i principi della Carta dell'Onu». ⁽⁾ La Russia con le sue ragioni, si pronuncia pronta a trattare con Kiev, anche se a condizioni differenti. O questo è quel che sarebbe emerso attraverso un colloquio con il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. ⁽¹⁰⁾ Al netto di tutti questi fatti e dalle nostre considerazioni sulla mobilitazione parziale in Russia ⁽¹¹⁾ è chiaro che c’è stato un netto passo avanti della Federazione Russa sulla questione ucraina. Un vero e proprio scacco matto. L’unica cosa da capire è se all’Ucraina o all’intera Europa. A ogni modo, possiamo dire che oggi sono più che evidenti le differenze tra quella che è una stata definita “operazione militare speciale” e uno scenario bellico vero e proprio. Giocando di vera e propria astuzia, tra l’altro. Se i territori soggetti a referendum venissero formalmente annessi alla Russia, ogni azione militare non autorizzata in quei territori verrebbero considerati un attacco diretto alla Russia. A meno che l’anglo-sfera non si sia letteralmente bevuta il cervello, si dovrà per forza di cose trovare un compromesso, che piaccia o meno agli utenti con la bandiera dell’Ucraina nel nickname. A meno che lo scacco matto citato pocanzi non fosse da sempre rivolto verso tutti i pedoni sulla scacchiera internazionale. @thearticolist
Prova del nove per i “politidioti”: per quanto tempo Meloni e UE non andranno d’accordo sul reddito di cittadinanza?

✑ Questa nuova nomenclatura, “politidiota”, sarà per noi l’aggettivo che andrà a definire tutti coloro che (ancora) credono nel sistema politico: questo composto dai “vecchi” partiti o da individui politici che fanno parte del “sistema”; esclusi da questa lista savonaroliana quelli anti-sistema o presunti, per il momento. Se c’è qualcosa di positivo nelle elezioni del 25 Settembre, è vedere come i media imbastiscano il ruolo di marker di tutte le possibili future incongruenze dei propri “avversari” politici, per poi andare ironicamente ad attaccarli. Ironicamente, perché non esistono avversari se tutti fanno capo agli stessi poteri transnazionali.

Per quanto tempo Meloni e UE la penseranno in modo diverso? Il titolo di questo post è del tutto provocante verso i politidioti. In chiave anti-RDC, la leader di FDI pubblicò un video ⁽¹⁾ sui social titolante “Pronti a combattere la povertà investendo sul lavoro”: un vero e proprio flusso di coscienza che impastocchia e omette gran parte delle cause che realmente hanno portato i cittadini sul baratro, facendone un vero e proprio cavallo da battaglia elettorale. O di Troia, aggiungeremmo. A ogni modo, da questo e tante altre occasioni è chiaro lo schieramento ideologico contro la misura quale è il reddito di cittadinanza, perlomeno così com’è. ⁽²⁾ Condivisibile o meno che sia, è proprio quel reddito di cittadinanza che recentemente la Commissione UE invita gli Stati Membri a rafforzare perché «svolge un ruolo chiave durante i periodi di recessione». ⁽³⁾ Dal comunicato stampa ufficiale della Commissione Europea non sembrano esserci limiti su eventuali modifiche della percezione di un reddito minimo: l’importante è che sia possibile percepirlo in una qualsiasi forma. ⁽⁾ È chiaro però che si dovrà trovare un compromesso, che vede i cavalli di battaglia elettorali di un leader del proprio partito politico scontrarsi con l’alta burocrazia europea e anche con la stessa coalizione. ⁽⁾ Si è parlato di un “nuovo strumento” + supercazzola e non vediamo l’ora di sapere quale, dato che milioni di italiani saranno finiti in miseria per leggi che la stessa Meloni ha votato. A patto che questa legislatura rimanga a galla almeno per un paio di mesi passando la patata bollente a un altro governo tecnico. @thearticolist