The Articolist
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#CITAZIONI 💬

✑ Tratto ⁽¹⁾ dal celebre romanzo ⁽²⁾ de Giuseppe Tomasi di Lampedusa, la frase completa pronunciata del nipote prediletto del principe Fabrizio Salina è: «se non ci siamo anche noi, quelli ti combinano la repubblica in quattro e quattr'otto. Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi». ⁽³⁾ I nostri cari amici borghesi intendevano che se tutto fosse cambiato esteriormente, tutto sarebbe potuto rimanere così com’è, quindi in una situazione che garantisse il controllo sui governati; riconoscendo però il rischio che se tutto fosse rimasto così com’è - e quindi non fosse cambiato nulla - tutto sarebbe potuto cambiare interiormente. Questo è il cosiddetto gattopardismo: un vero e proprio prerequisito della politica.
La “contro-informazione” dà risalto a Marcello Foa

✑ Se prima abbiamo compatito le “gaffe” fatte da parte dei più grandi canali “contro-informativi”, oggi riteniamo che alcune linee rosse sono state oltrepassate. Lungi dall’attribuirci la nomea di coloro «che dividono», in questo post faremo nomi e cognomi soltanto perché stanno rendendo il fronte del dissenso non così differente da quello mainstream. Molti conosceranno Marcello Foa: un nome che, in fatto di delusioni, si potrebbe affiancare a quello di Beppe Grillo. Foa è stato Presidente della RAI per tre anni e, in questi tre anni (dal 2018 al 2021) avrebbe «combattuto» il cosiddetto “pensiero unico” all’interno dell’organo di stampa statale; notevole l’intervista rilasciata a Massimo Mazzucco. ⁽¹⁾ “Notevole” nel senso che gran parte degli utenti che hanno commentato sotto il video della suddetta evidenziano come quello di Foa fosse stato un vero e proprio arrampicarsi sugli specchi: punto di vista che sottoscriviamo. E fin qui nulla di strano: non ce ne sono pochi di individui di questo calibro. Ciò che ci ha lasciati interdetti è stata prima di tutto l’accomodante intervista condotta da Virginia Camerieri di ByoBlu, ⁽²⁾ per poi seguire quella de La Verità ⁽³⁾ - purtroppo su entrambe le piattaforme disponibili se si sottoscrive un piano a pagamento ma riportata una parte della seconda sul Sussidiario⁾ - Nicola Porro ⁽⁾ e altri ⁽⁾, ⁽⁾ allo stesso Foa. Con oggetto il nuovo saggio dell’ex Presidente della RAI, nessuna delle realtà che lo hanno intervistato si sono permesse di fare una qualsivoglia domanda scomoda a Foa, come quella di chiedergli conto circa il suo essersene stato per ben tre anni a prendere un mega-stipendio pagato con i nostri soldi in cambio di una fumosa presa per il culo. ⁽⁾ Sempre che qualcuno non creda che la RAI sia il tempio del pluralismo e che il sistema si possa cambiare da dentro, ovviamente. @thearticolist
PayPal e la sanzione (rimangiata) di 2.500$ per chiunque avesse diffuso “disinformazione”

✑ Credevamo si trattasse di una bufala, ma se così fosse stata ci avrebbero già pensato gli ultra-galattici fact-checkers. «È davvero difficile per me criticare apertamente una compagnia che ho amato e a cui ho dato tanto… ma le nuove politiche di PayPal vanno contro qualsiasi cosa in cui credo: una società privata ora può decidere di prendere i tuoi soldi se dici qualcosa in disaccordo con la loro opinione. È una follia»: queste le dichiarazioni in data 8 Ottobre ⁽¹⁾ di David Marcus, ex-Presidente di PayPal, commentando la nuova policy dell’azienda. Ormai è stata cancellata, ⁽²⁾ e nonostante abbiamo cercato la pagina originale su ArchiveOrg non siamo riusciti a trovarla. ⁽³⁾ Confidiamo in un problema tecnico. A ogni modo, in quella pagina sembrava proprio esserci scritto quello che potremmo definire orwelliano tanto quanto le figurazioni illustrate nel celebre romanzo del ‘49: una tassa sul pensiero. Non che i tamponi e le mascherine fossero qualcosa di così diverso, in effetti.

Stando al quotidiano The Daily Wire, PayPal aveva aggiunto, tra gli atteggiamenti perseguibili dall’azienda di pagamenti online, anche «l'invio, la pubblicazione o la diffusione di messaggi, contenuti o materiali che promuovono la disinformazione o presentano un rischio per la sicurezza o il benessere dell'utente». ⁽⁾ Non sarebbe passato nemmeno un giorno dall’eliminazione di questa dicitura, dato che PayPal ha perso oltre il 5% di valore delle proprie azioni. La cosa più interessante però, è il comunicato della stessa PayPal secondo la quale la nuova policy sarebbe stata inserita «per errore». Infatti, Caitlin Girouard, direttore degli affari aziendali di PayPal ha dichiarato che «Un avviso AUP è stato recentemente pubblicato per errore che includeva informazioni errate. PayPal non sta multando le persone per disinformazione e questo linguaggio non è mai stato inteso per essere inserito nella nostra politica. I nostri team stanno lavorando per correggere le nostre pagine politiche. Siamo spiacenti per la confusione che questo ha causato». ⁽⁾ Questa, oltre ad essere una risposta a cui personalmente avrei risposto con una sediata tra capo e collo, è una risposta che non ha davvero alcun senso e non siamo i soli ad essercene accorti. Brendan Carr, commissario della Federal Communications Commission (FCC) twitta che «PayPal dice che la sua politica di disinformazione "è uscita per errore". Perché, chi di noi non ha fatto una nuova politica di 7 pagine che toglierebbe i soldi alla gente che "disinforma" - e poi ha rilasciato quella nuova politica per puro caso?». ⁽⁾ Bel colpo, commissario! Infatti, siamo dell’idea che nulla di ciò che esce fuori dalla mente di queste bestie faccia irruzione nella società per puro caso. A spiegare meglio questo concetto è un pezzo pubblicato da Brendan O’Neill su Spiked: «La policy è stata pubblicata. Chiaramente ne hai discusso. Chiaramente hai pensato davvero molto seriamente di prendere soldi dai wrongthinkers per punire la loro moralità inquinata. Possiamo concederti il beneficio del dubbio e accettare che la tua idea sia stata pubblicata per “errore”, ma ciò non toglie il fatto che hai avuto l’idea, che hai preso in considerazione l’idea di sottrarre denaro ai criminali del pensiero». ⁽

Questa vicenda è un (ulteriore) segnale che i termini “informazione” e “denaro” debbano essere il più distanti possibile: per quelli che vivono di donazioni sembrerà opinabile, certo… tuttavia, è proprio quando non è possibile ricattarci che il sistema perde lo strumento più comodo per indurre i dissidenti al silenzio. Invitiamo chiunque riceva donazioni diffondendo “disinformazione” di considerare il nostro pensiero. E per tutti gli altri ovviamente, di chiudere qualsiasi conto aperto e vendere le azioni di quella cagata di azienda chiamata PayPal. @thearticolist
«Vaccini in vena o le 120 giornate di Sodoma»

✑ Sostituendo la parola “Salò” ⁽¹⁾ con “vaccini in vena”, l’ex-Presidente della Calabria ⁽²⁾ Nino Spirlì (2020-2021) scrive un post su Facebook che ci ha lasciato quantomeno interdetti. Dopo tre dosi inoculate di “vaccino anti-Covid” in sei mesi, a Spirlì non sembrano proprio essergli andati giù gli effetti secondari delle inoculazioni, dedicandogli una vera e propria esternazione dai tratti poetici che comincia con il titolo del nostro post. Poi, continua dicendo che il cosiddetto vaccino «era merda. E ci hanno obbligati a mangiarla. Proni e schiavi, come nelle scene più raccapriccianti del film capolavoro di PPP.
Convinti con forza coercitiva costituzionale, che si trattasse di ambrosia.
Era merda e scorre nelle nostre vene. A noi, e solo a noi, piove nel corpo e nello spirito una tempesta di dolori mai conosciuto. Dalle cardiopatie ai reumatismi. Dai chiodi nelle ossa alle confusioni nella testa. E quelle maledette vertigini, che ti terremotano le gambe e il petto! Il sughero nelle mani ha sostituito la carne. Cedono gli equilibri e si affanna il petto. Dicono che sia normale, ma normale non è!!! Prima di questa farsa satanica, non c’era! Li chiamano vaccini, nei laboratori dell’inferno, ma sono solo aggiustamento di tiro! In peggio! Della serie: “se non crepano col virus, ci pensiamo noi con la cura”.
Ci siamo cascati in molti. Per amore, spesso. Per salvare, spaventati dalla possibilità che potesse accadere l’irreparabile. Nonni. Figli. Amori. Oggi, invece che in panetteria, facciamo code in farmacia. A consumare i loro confetti di vario colore! E il veleno continua.

Triste, questa lunga fine del mondo! Venti di guerra provocata e imposta. Oceani di veleni sintetici. Invasioni di virus alieni. L’Umanità buona NON ce la farà! Chissà, Quei Segreti… forse, e non forse, l’unico farmaco buono resta la preghiera. Almeno, rilassa…». ⁽³
La sua sarà pure una versione romanzata… tuttavia, in molti aspetti Spirlì riporta una versione che si avvicina di molto alla realtà dei fatti. “Di molto”, rispetto a prima di essersi inoculato tre dosi, essendo un Leghista. Sembrerà paradossale, ma non ci fa riflettere che piano piano sempre più persone inizino a pentirsi e/o a vuotare il sacco: ciò che ci fa riflettere è la stampa che si ostina a non volersi convertire alla ragione. Non ha più senso ormai. Per esempio, il giornale locale “Calabria News” riporta le dichiarazioni del post di Spirlì tentando di ridicolizzarlo attraverso alcune punzecchiate nell’articolo, questo titolante: Il ritorno da novello virologo di Nino Spirlì che si scaglia contro i vaccini anti-covid: “…farsa satanica”. ⁾ Nessuna vera e propria contestazione, se non un atteggiamento sovrapponibile a un «marameo» pronunciato da un bambino. Seguito da una pernacchia, tra l’altro. L’articolo non l’ha firmato nessuno. Sarà per questo motivo. Oppure sarà perché, come recitava l’Eccellenza nell’opera scimmiottata da Spirlì, «non c'è niente di più contagioso del male». Sarà pure condivisibile… ma finché ogni singolo individuo dell’umanità non sarà sottomesso, c’è ancora speranza. @thearticolist
«Il Covid è una pagliacciata»

✑ Dopo il caso Spirlì ⁽¹⁾ assistiamo a un’altra figura politica che si allontana dalla narrazione pandemica, virando con dichiarazioni che il mainstream definisce “choc” e quant’altro. Per come la vediamo, ciò non lo deresponsabilizza affatto, anzi. Stavolta, a destare “scalpore” sono le dichiarazioni di Diego Lucianaz nel suo discorso d’insediamento nel Consiglio regionale valdostano, definite «negazioniste» dai quotidiani locali ⁽²⁾ e «strampalate» da quelli limitrofi. ⁽³⁾ Lucianaz era stato già consigliere regionale nel biennio 2018-2020 con la Lega, motivo per cui sarebbe azzardato definire Lucianaz uno dei “rinsaviti”. Sul Web non siamo riusciti a trovare il discorso d’insediamento in formato integrale, bensì soltanto stralci riportati qua e là dai giornali. Lucianaz avrebbe detto che «I vaccini non sono mai stati testati», che addirittura «La grande pagliacciata del caso Covid sta per terminare»; arrivando a dire «Fermate questa farsa, la più grande della storia dell’Unione Europea». Lucianaz avrebbe continuato dicendo che «Là fuori, dallo scorso anno quando il ‘green pass’ è stato introdotto anche da noi, ci sono sempre più cittadini valdostani che resistono, che non vogliono piegarsi alle menzogne ufficiali, che si informano, che hanno pagato personalmente per la loro determinazione. Hanno lottato per la propria libertà, per la libertà del proprio corpo, delle proprie idee. Oggi non siamo più di fronte a una pandemia, le persone che ragionano lo sanno bene. Da due anni e mezzo siamo assillati dall’infodemia. Anche in Valle d’Aosta abbiamo il telegiornale della Rai che non si ferma con il suo bollettino quotidiano degli infetti. I giornali locali ci danno notizia di una nonnina di 102 anni morta di Covid, mi chiedo dove sia la notizia! Fermate questo storytelling, per piacere, i malati continuano ad aspettare, come prima, di essere curati». ⁽⁾, ⁽⁾ Immediate le reazioni della maggioranza dell’Assemblea, la quale si è dissociata ⁽⁾ dalle dichiarazioni di Lucianaz chiedendo una risoluzione, per il momento non andata proprio come previsto. ⁽⁾ I sindacati definiscono quelle del neo-consigliere «parole insensate» ⁽⁾ e il Consiglio permanente degli enti locali valdostano esprime forte «sconcerto». ⁽⁾ Ma non è finita. L’Ordine dei Medici chiede, in uno stile che si potrebbe fraintendere con un’intimidazione, una «smentita» a Lucianaz circa le sue dichiarazioni. ⁽¹⁰⁾ L’intera macchina statale si è messa contro quest’uomo e potrebbe sembrare un buon segno, ma noi non ne saremo certi fino a quando non smonterà, con dati alla mano (e ce ne sono), quella che lui definisce «farsa» attraverso campagne di informazione come facciamo tutti noi, ma con molte più difficoltà. In caso ci fossero davvero figure istituzionali che hanno un minimo a cuore la verità, potrebbero avvicinarcisi partendo da questo punto: fondamentale per tentare di rinsavire quante più persone possibili. A patto che non si utilizzi la verità per servire il male. @thearticolist
Il muro di Marin

✑ Esclusa la chiusura dei confini finlandesi ai “turisti” russi in Finlandia, ⁽¹⁾ di Sanna Marin se ne è sentito parlare poco, dallo scandalo di Agosto. ⁽²⁾ E non vedevamo l’ora che questo individuo risaltasse fuori per toglierci un “sassolino” dalla scarpa. Il sassolino, è che all’indomani della serata passata in compagnia della “banda della farina” ⁽³⁾ la premier di Helsinki replicò in conferenza stampa, commossa, che «Sono umana e a volte ho bisogno di gioia e divertimento»: parole seguite da una cosiddetta “standing ovation”. ⁾ Che squallore. A ogni modo, appena ripresa dalla sbornia durata qualche mese, il primo ministro finlandese ha avuto la brillante idea di costruire un muro “anti-migranti”: questo in funzione antirussa. Definito nell’articolo del Corriere della Sera come “il muro anti-migranti di Sanna Marin che l’Europa non critica” ⁽⁾ e ora furbescamente modificato in “Il muro anti migranti di Sanna Marin (effetto collaterale dell’aggressione russa)” ⁽⁾ questa sarà «la prima barriera anti migranti in Europa voluta da un governo progressista». Che l’Europa non critica. Giusto, Alessandra Muglia? Chissà perché lo hai cancellato. O per caso scrivi sotto dettatura? Vabbè. Ritornando al muro, sarebbe un progetto proposto dalla Guardia di frontiera finlandese. Si estenderebbe per oltre 260km e questo si figurerebbe in una barriera con filo spinato, telecamere di sicurezza e supporto militare lungo il 20% del confine tra Russia e Finlandia, precisamente nel Sud-Est. Il progetto godrebbe di «ampio sostegno» nel parlamento finlandese e potrebbe essere approvato entro Aprile. Da alcune indiscrezioni, il muro verrebbe ultimato in quattro anni dall’inizio dei lavori. ⁽⁾, ⁽⁾, ⁽⁾, ⁽¹⁰⁾ Che questo muro venga fatto o meno, sarà deciso entro Aprile. Per il resto, siamo certi che funga (e/o fungerà) più da deterrente geopolitico che per altro: cioè, non per dire nulla… ma sarebbero 260 su 1.268km. ⁽¹¹⁾ Certo, sarà pure piazzato in un punto strategico, ma ci sarebbe un “buchino” di 1.000km. Quindi, a meno che ciò non serva per rompere il tabù delle meno recenti dichiarazioni della portavoce della Commissione europea Natasha Bertaud contro il muro pensato dall’Ungheria nel 2015: «Abbiamo da poco abbattuto tutti i muri in Europa, non dovremmo costruirne di nuovi» ⁽¹²⁾ questo muro servirà soltanto a dimostrare, oltre a constatare come la Finlandia sia passata da “paese neutrale da secoli” a “freccia avvelenata atlantista”, come il doppio-pesismo europeo ⁽¹³⁾ abbia ormai raggiunto livelli grotteschi. @thearticolist
Mediaset sospende la trasmissione “Fuori dal Coro”

✑ Come ogni volta che c’è di mezzo la censura, anche in questo caso siamo sicuri che nulla accada per puro caso. Per motivi di natura «economica» Mediaset avrebbe così deciso di sospendere la quinta edizione della trasmissione condotta da Mario Giordano su Rete4, a partire dal 15 Novembre 2022. ⁽¹⁾ Sul Fatto Quotidiano si legge che «fonti Mediaset ‘beninformate» avrebbero escluso la chiusura di “Fuori dal Coro”, pur ribadendo la durata della sospensione di tre mesi. ⁽²⁾ Sinceramente? A noi questa sospensione sembra piuttosto forzata. Se è vero che per via degli sketch c’è uno staff più grande da tenere su - in relazione all’attuale palinsesto - è anche vero che sarebbe possibile ridimensionare la trasmissione, dati i risultati. ⁽³⁾ Se a queste considerazioni inserissimo che la trasmissione di Giordano è considerata “borderline”, è plausibile pensare che per tre mesi nemmeno l’opposizione “soft” di Mario Giordano sarà ben gradita. @thearticolist
#CITAZIONI 💬

✑ Cosa rappresenta oggi il concetto di libertà, se non un grande totem composto da ideologie, principi e mete che non solo hanno come mezzo il compito di distorcere la realtà, ma ne fanno un prerequisito sociale che mina le fondamenta dello spirito critico umano? Per non parlare di chi tenta anche solamente di opinare la struttura di questo totem. Ed è lì che la libertà ci appare così vuota, lontana. Forse, nemmeno mai conosciuta, se non dentro di noi: l’unico luogo dove il tiranno non può entrare senza il nostro consenso.
«Ho il diritto di oppormi, non voglio piegarmi al sistema»

✑ Da chi potremmo mai aspettarci una frase del genere? Da chi conosce le leve principali del potere dinanzi all’obbligatorietà di accettare le riforme socialiste dei nostri tempi, per esempio. Magari, da chi ha sempre rifiutato la logica del passaporto vaccinale e per questo motivo non si è fatto nemmeno una dose, giusto? Oppure, da quei pochi che hanno riconosciuto l’inganno essendosi inoculati una, due, tre dosi e oltre. Nulla di tutto questo: sennò non avremmo scelto Open come copertina del giorno. ⁽¹⁾ Questa frase proviene da una ragazza che, studente quattordicenne in un liceo di Latina, si è opposta di consegnare il proprio cellulare perché temeva che non fosse al sicuro. ⁽²⁾ Ecco: ora, al netto degli esempi di chi al sistema tenta di opporvisi per davvero, immaginiamo per un attimo la circostanza di questa ragazza accompagnata dalla frase: «ho il diritto di oppormi, non voglio piegarmi al sistema». Fantozziano, come minimo. Ma riportiamo la cronistoria del caso. ⁽³⁾ La vicenda vuole che il Venerdì precedente viene emessa dal preside «senza il consenso del collegio dei docenti», questo stando alla versione della ragazza, ⁽⁾ una circolare che vieta l’uso dei cellulari in classe, questa in ottemperanza a dei provvedimenti contro il “cyberbullismo”. Lunedì viene chiesto agli alunni di consegnare i cellulari ma la ragazza si oppone: prende una nota, lei tenta di far valere le sue ragioni e viene così convocata dalla vice-preside, che non le riconosce a sua volta dicendole però che dovesse «piegarsi». La ragazza, ribadendo la sua cosiddetta «libertà di parola» ⁽⁾ e usando come pietra irremovibile il fatto che né la scuola né i docenti si sarebbero presi la responsabilità circa il danneggiamento, furto e smarrimento dei cellulari custoditi, provvede chiamando il padre ⁽⁾ e il fratello che, entrando nell’istituto, la situazione sarebbe degenerata con il preside della scuola. Tra urla e spintoni, arrivano le forze dell’ordine. E poi tutto il caos mediatico. La versione della vice-preside Marina Santoro vorrebbe che l’episodio si trasformasse in un’opportunità: «Abbiamo avviato un confronto con gli studenti nelle classi e presto ci sarà un incontro con i loro rappresentanti. È un evento che ci ha spinto a riflettere sulle dipendenze e abbiamo attivato corsi specifici sul tema. Lasciare il cellulare in uno scatolo non è un’imposizione ma è ritrovare l’appartenenza alla scuola, imparare a vivere le cose una alla volta, senza ansia. È la differenza tra un armadio stracolmo da cui cadono i vestiti e dei cassetti ordinati da cui prendere ciò che serve. Gli strumenti tecnologici per la didattica per fortuna li abbiamo, il cellulare è altro e la mente ha bisogno di ossigeno. Ai ragazzi che parlano di autoritarismo rispondo con l’autorità che riconoscono ai genitori. Con le quarte e le quinte va meglio, anche loro percepiscono gli studenti dei primi anni come una generazione diversa. La dad è stata una corsa in avanti da cui riprendersi. La ragazza? Aveva gli occhi lucidi, era rimasta la sola a rifiutarsi, l’ho invitata a spiegare. Mi ha detto che il suo telefono vale mille euro. Forse la famiglia, che pure ha firmato a inizio anno le liberatorie sulle regole della scuola, non l’ha aiutata a capire». Una storia che a noi ha fatto davvero pena. In tutto questo - e come al solito - Open tende a disarticolare quel minimo di buon senso che è rimasto nella società. ⁽@thearticolist
Il lento, subdolo, ma netto riposizionamento di Matteo Bassetti

✑ Sono un po’ di mesi che Matteo Bassetti presenta, quatto quatto, delle ambiguità nei suoi ragionamenti. Dopo aver invocato la clamorosa «commissione medica d’inchiesta» sui morti “Covid” ⁽¹⁾ e tweet tipo: «Molte sono le cose su cui il nuovo governo dovrà esprimersi nella gestione quotidiana del Covid. Alcune prioritarie come quella di rivedere le quarantene, oltre a una profonda revisione della burocrazia Covid.
Speriamo ci siano sia la volontà politica che le competenze per farlo
» ⁽²⁾ per poi passare a tweet tipo: «[…] Abituiamoci a continui alti e bassi di un virus ormai simil-influenzale. Avremo altre fiammate future, anche molto presto. Impariamo però a trattare Il Covid come tutti gli altri virus e batteri» ⁽³⁾ e dichiarazioni come «Mai piu obbligo di mascherina a scuola. Mai più!!!» ⁾ un (ennesimo) tweet pubblicato in data 20 Ottobre 2022 andrebbe a definire Matteo Bassetti come un cosiddetto “no-vax”. Infatti, leggiamo «Approvato da EMA vaccino covid19 per i bambini dai 6m ai 5 anni. Poteva servire nel 2020. Oggi è il vaccino sbagliato (non copre infatti nessuna variante omicron) nel momento sbagliato. Non lo raccomanderei a nessuno» ⁽⁾ La notizia qual è? Quel «non lo raccomanderei a nessuno». La notizia è che Bassetti si è opposto agli stessi enti che ha sostenuto anche quando c’erano meno dati disponibili. Quello di Bassetti è un lento, subdolo, ma netto riposizionamento ⁽⁾ secondo il quale “anche la scienza può sbagliare”. Ma tranquilli eh, quando i media lo interpellano le dichiarazioni sono sempre molto più morbide. ⁽⁾ Internet però ha una memoria, signor Bassetti. @thearticolist
Agitare lo spauracchio di una “Terza Guerra Mondiale” non è intellettualmente onesto

✑ Se c’è una cosa che ci fa davvero incazzare, è quando si utilizzano le emozioni delle persone per portare acqua al proprio mulino. Come nel caso di Foa, anche stavolta faremo nomi e cognomi di chiunque utilizzi strumentalmente situazioni tragiche come quelle che stiamo vivendo, col solo scopo di far condividere il proprio post. E attenzione: siamo i primi a dire di non avere la cosiddetta sfera di cristallo o di non essere in alcun modo certi del futuro che ci attende. Tutto parte dalle dichiarazioni di Papa Francesco, secondo il quale siamo «già» nella cosiddetta «Terza Guerra Mondiale». ⁽¹⁾ Abbiamo dato un’occhiata su internet e troviamo degli articoli su “Money” e “Forzeitaliane” che ci hanno fatto saltare dalla sedia. Il primo caso, più “soft”, è un pezzo a firma di Alessandro Cipolla ⁽²⁾ titolante: “Terza guerra mondiale nel 2023, perché Usa e Taiwan ne sono sicuri”; il secondo invece : “Terza guerra mondiale vicina: ecco quando e dove scoppierà”, questo vergato da Paola Gentile. ⁽³⁾ Entrambi gli articoli riportano come la questione sino-taiwanese si stia intensificando a causa delle dichiarazioni del neo-rieletto Xi-Jinping, secondo il quale «Insistiamo sulla prospettiva di una riunificazione pacifica con la massima sincerità e i nostri migliori sforzi, ma noi non prometteremo mai di rinunciare all’uso della forza e ci riserveremo di prendere tutte le misure necessarie soprattutto in risposta alle forze esterne. La riunificazione completa della nostra madrepatria deve essere realizzata e sarà sicuramente realizzata». ⁽⁾ Includendo prima quanto detto da Blinken presso l’Università di Stanford ⁽⁾ e poi le recenti parole dell’ammiraglio statunitense Mike Gilday all’Atlantic Council, secondo il quale la riconquista di Taiwan avverrà molto presto, ovvero «Quando parliamo della possibilità che avvenga entro il 2027, io penso che la data sia già il 2022 oppure il 2023». ⁽⁾ Le parole in formato originale sarebbero: «When we talk about the 2027 window, in my mind that has to be a 2022 window or a potentially a 2023 window. I can’t rule that out. I don’t mean at all to be alarmist by saying that, it’s just that we can’t wish that away». ⁽⁾ Da tutte queste tessere, Forzeitaliane trae la conclusione che «Quindi, se la Cina è disposta a tutto per “riprendersi Taiwan”, anche ad usare la forza, va da sé che la terza guerra mondiale è la soluzione che Pechino intende mettere in atto, a maggior ragione alla luce delle considerazioni tali per cui “la questione di Taiwan non può essere passata di generazione in generazione”» ⁽⁾ e Money che «[…] se Pechino dovesse attaccare Formosa, un soccorso militare degli Stati Uniti a Taipei sarebbe scontato come, a quel punto, lo scoppio di una terza guerra mondiale». ⁽⁾ Ciò che ci lascia davvero stupiti è avere la certezza assoluta nell’affermare uno scoppio di una guerra mondiale. C’è però un fatto sul quale punteremo, ovvero che quanto asserito da Cipolla e Gentile faccia parte di un “piccolo” equivoco. Il ‘piccolo equivoco starebbe nel considerare erroneamente quanto scritto nel Trattato che lega Taiwan e USA che, non solo vi è la cosiddetta “ambiguità strategica” ⁽¹⁰⁾ ma un’ipotetica occupazione cinese a Taiwan non preclude l’intervento diretto degli Stati Uniti, anzi: su Wikipedia leggiamo al massimo che gli «Stati Uniti metteranno a disposizione di Taiwan gli articoli e i servizi di difesa nella quantità necessaria per consentire a Taiwan di mantenere sufficienti capacità di autodifesa» e che il Taiwan Relations Act «non garantisce che gli Stati Uniti intervengano militarmente se la Repubblica Popolare Cinese attacca o invade Taiwan né la rinuncia, poiché il suo scopo principale è garantire che la politica di Taiwan degli USA non venga modificata unilateralmente dal presidente e garantire che qualsiasi decisione di difendere Taiwan sia presa con il consenso del Congresso». ⁽¹¹⁾ Un congresso che potrebbe, magari, ritenere una buona idea non far saltare in aria l’intero mondo. @thearticolist
ENI quadruplica i propri utili

✑ Da 2.6 a 10.81 miliardi, che si traducono in un +311%: questi gli utili NETTI dell’Ente Nazionale degli Idrocarburi (ENI) negli ultimi nove mesi, nonostante produca di meno (-12% petrolio e -2% di gas). ⁽¹⁾ Così l’amministratore delegato di ENI Claudio Descalzi commenta la pubblicazione del report trimestrale: «In un contesto di elevata volatilità e incertezza nei mercati, Eni ha continuato ad assicurare gli approvvigionamenti energetici cruciali per le nostre economie, portando avanti al contempo il percorso di decarbonizzazione. Già dal prossimo inverno saremo in grado di rimpiazzare il 50% dei flussi di gas russo facendo leva sul nostro ampio e diversificato portafoglio riserve, sulle partnership di lungo termine con i paesi produttori e sulla nostra crescente presenza nel business Gnl. Nel trimestre abbiamo rafforzato ulteriormente la nostra posizione nella catena del valore del gas grazie all’esplorazione e alle operazioni di acquisizione degli asset gas di Bp in Algeria e, nella fase midstream, della nave di liquefazione Tango Flng per la valorizzazione del progetto gas in Congo. La nostra strategia di decarbonizzazione raggiunge nuovi traguardi fondamentali. Entro l’anno la capacità installata di energia rinnovabile di Plenitude sarà raddoppiata superando i 2 Gw. Il nostro business di Sustainable Mobility cresce in scala e dimensioni facendo leva su un modello innovativo di integrazione verticale con il nascente agri-business per la fornitura di materie prime sostenibili alle nostre bioraffinerie. In E&P abbiamo proseguito nella nostra strategia di creazione di veicoli geograficamente focalizzati, driver di crescita e di ritorni, di cui ultimo esempio è Azule, la neocostituita Jv con Bp per la valorizzazione degli asset angolani. Nel terzo trimestre, nonostante la flessione del prezzo del petrolio e la rapida caduta dei margini di raffinazione, abbiamo continuato a generare risultati positivi grazie principalmente alla robusta performance dei nostri business internazionali. Nei nove mesi abbiamo integralmente coperto con l’autofinanziamento gli investimenti e i ritorni di cassa agli azionisti e siamo stati in grado di ridurre il leverage al livello di 0,11, quasi dimezzandolo rispetto alla fine dello scorso anno». ⁽²⁾ Parole che dovremmo tenere bene a mente. Seppure questi profitti di proporzioni inenarrabili, ENI avrebbe deciso comunque di sospendere i rifornimenti di metano ad Acciaierie d’Italia (ex-ILVA) attraverso SNAM a causa del mancato pagamento delle bollette: queste da un valore di oltre 300 milioni di euro. Così un settore così importante avrebbe soltanto tre mesi di tempo, ⁽³⁾ nonostante sul Web troviamo dichiarazioni contrastanti. ⁽@thearticolist
Io combatto contro tre giganti

✑ Io combatto contro tre giganti. Questi sono:

• La paura, che ha radici così forti da afferrare gli esseri umani e trattenerli affinché non oltrepassino il muro di ciò che è socialmente consentito o accettabile;

• L’ingiustizia, che sta alla base del mondo travestito da giustizia generale, ma che difatti è una giustizia istituita da pochi per difendere i propri interessi: questi meschini ed egoistici;

• L’ignoranza, vestita o travestita da conoscenza e che inganna uomini e donne facendogli credere di sapere, quando in realtà non sanno e credono di avere ragione quando non ce l’hanno. Questa ignoranza, travestita da conoscenza, fa molti danni, e impedisce agli esseri di andare oltre la linea del riconoscersi e conoscersi realmente. @thearticolist
YouTube certificherà i medici come “affidabili” per evitare i “ciarlatani

✑ Proprio loro, i «ciarlatani». Wired sembra annunciarlo con una certa enfasi: YouTube, precisiamo, piattaforma di Google, avrebbe così trovato una «nuova strategia» per contrastare la cosiddetta «disinformazione medica». Basterebbe leggere fino a questo punto per disinstallare questa applicazione ma prima, cerchiamo di capire quale stratagemma ha avuto il braccio meccanico più ipertrofizzato della Silicon Valley per politicizzare, ulteriormente, la Scienza: parola dal significato ormai stuprato fino all’ultimo poro. L’idea di YouTube è molto semplice: dal blog aziendale di YT troviamo un articolo - scritto con maestria Overtoniana - a firma di Garth Graham, responsabile della “divisione medica” di YouTube. Per la prima volta, «alcune categorie di operatori sanitari e divulgatori di informazioni sanitarie possono richiedere di rendere i loro canali idonei alle nostre funzionalità di prodotti sanitari», si legge nell’introduzione alla lettura dell’articolo. Graham continua poi dicendo che «Quando si tratta della nostra salute, le persone si fidano degli operatori sanitari per darci i migliori consigli. Ma l'opportunità che gli operatori sanitari hanno di informare ed educare i loro pazienti si ferma in gran parte alla porta della clinica. La realtà è che la maggior parte delle decisioni sanitarie vengono prese al di fuori dello studio medico, nella vita quotidiana dei nostri pazienti», continua. Ecco perché «YouTube Health ha lavorato su ulteriori modi per aiutare medici, infermieri, professionisti della salute mentale e fornitori di informazioni sanitarie a portare informazioni sanitarie di alta qualità negli spazi che le persone visitano durante la giornata […]». Oggi annunciamo che «per la prima volta, alcune categorie di operatori sanitari e fornitori di informazioni sanitarie possono fare domanda per rendere i loro canali idonei alle nostre funzionalità di prodotti sanitari, lanciate negli USA l'anno scorso. Ciò include pannelli informativi sulle fonti sanitarie che aiutano gli spettatori a identificare i video provenienti da fonti autorevoli e dagli scaffali dei contenuti sanitari che evidenziano i video di queste fonti quando si cercano argomenti sulla salute, in modo che le persone possano navigare e valutare più facilmente le informazioni sulla salute online». Fino ad ora, «queste funzionalità sono state disponibili solo per organizzazioni come istituzioni educative, dipartimenti di sanità pubblica, ospedali ed enti governativi. Questo nuovo passo ci consentirà di espanderci per includere informazioni di alta qualità da un gruppo più ampio di canali sanitari». I candidati «devono avere la prova della loro licenza, seguire le migliori pratiche per la condivisione delle informazioni sanitarie come stabilito dal Council of Medical Specialty Societies, dalla National Academy of Medicine e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, e avere un canale in regola su YouTube. I dettagli completi sui requisiti di ammissibilità sono qui». Tutti i canali che faranno domanda «saranno valutati in relazione a queste linee guida, e la licenza del professionista sanitario richiedente sarà verificata. Nei prossimi mesi, i canali idonei che hanno aderito attraverso questo processo riceveranno un pannello informativo sulla fonte sanitaria che li identifica come un operatore sanitario autorizzato e i loro video appariranno nei risultati di ricerca pertinenti negli scaffali dei contenuti sanitari. I creator negli Stati Uniti possono fare domanda a partire dal 27 Ottobre su health.youtube e continueremo ad espandere la disponibilità ad altri mercati e ulteriori specialità mediche in futuro […]». ⁽¹@thearticolist
Roberto Bernabei dice che l’eutanasia è la soluzione per gli anziani “di troppo nelle RSA

✑ Nel corso di questi anni abbiamo imparato a conoscere la figura di Roberto Bernabei. ⁽¹⁾ Nel corso dello svolgimento di un programma televisivo però, ha rilasciato delle dichiarazioni che noi riteniamo semplicemente SCANDALOSE. La conduttrice del programma (Re-Start) Annalisa Bruchi esordisce: «Benvenuto signor Bernabei; volevo chiederle di un tema importantissimo… cioè, ci siamo dimenticati dei nostri vecchi? Persone che non possono rimanere a casa, che hanno tantissime patologie e queste RSA che rischiano di chiudere (?)». Roberto Bernabei replica alla conduttrice che «no… non possono rimanere a casa perché, signori: oggi in Italia ci sono 805.000 ultra-novantenni; di questi, quasi 600.000 sono donne: la metà delle quali sono dementi. I letti nelle RSA in Italia sono 315.000: fatevi due conti… vista la de-natalità, queste donne sole e dementi possono solo che aumentare. Il rischio dell’eutanasia è quello che pavento fortissimo, perché è veramente complicato sostenere questi costi e cercare di mantenere queste povere RSA a un livello migliore […]». ⁽²⁾ Abbiamo capito quindi che secondo Bernabei, non sono le RSA che svolgono la funzione di assistere gli anziani ma l’esatto opposto. Ciò che ci lascia inorriditi di questo pensiero è di non considerare nessun’altra ipotesi, proponendo la soppressione di un individuo come soluzione a un problema: non importa se queste persone sono in condizioni di salute discrete oppure soffrono, l’importante è liberare spazio. È mostruoso, oltre che essere un’apologia all’omicidio. @thearticolist
Articolo 434-bis del Codice Penale: grimaldello per sopprimere il dissenso di piazza?

✑ Considerato com’è stata scritta questa legge, i fatti di Modena ⁽¹⁾ sembrano essere il pretesto imperfetto. Imperfetto, perché a noi risulta più che chiaro che questa legge sia stata scritta con più ambiguità possibili, e intenzionalmente. Infatti, nel D.L 162/2022 ⁽²⁾ sulla quinta disposizione, leggiamo che dopo l’articolo 434 del Codice penale ⁽³⁾ è inserito il seguente testo: «Art. 434-bis (Invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica). L’invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica consiste nell’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, commessa da un numero di persone superiore a cinquanta, allo scopo di organizzare un raduno, quando dallo stesso può derivare un pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica. Chiunque organizza o promuove l’invasione di cui al primo comma è punito con la pena della reclusione da tre a sei anni e con la multa da euro 1.000 a euro 10.000.
Per il solo fatto di partecipare all’invasione la pena è diminuita.
È sempre ordinata la confisca ai sensi dell’articolo 240, secondo comma, del codice penale, delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato di cui al primo comma nonché di quelle utilizzate nei medesimi casi per realizzare le finalità dell’occupazione
». Come ben è possibile notare, la parola “rave” non è scritta da nessuna parte, se non nella Relazione illustrativa, ovvero qual è il problema che si starebbe cercando di risolvere: «L'intervento normativo mira a rafforzare il sistema di prevenzione e di contrasto del fenomeno dei grandi raduni musicali, organizzati clandestinamente (c.d. rave party). I casi che si sono finora presentati hanno riguardato meeting, organizzati mediante un "passa parola" clandestino, realizzato attraverso il web e soprattutto attraverso i social network, che si sono tenuti in aree di proprietà pubblica o privata invase illecitamente dai partecipanti». ⁽⁾ Avete capito BENISSIMO: per questo motivo il genio che ha scritto questa legge sancisce che chiunque, in un gruppo di oltre 50 persone, invada terreni e/o edifici pubblici o privati per raduni definiti dallo Stato “pericolosi” per il cosiddetto “ordine pubblico” o “incolumità pubblica”, sarà punito a norma di legge. Non so nemmeno da dove cominciare. Un disastro. Un disastro che il Premier promette non toccherà il dissenso. ⁽⁾ Un disastro che qualcuno, ronzando, ha definito una norma da «stato di polizia». ⁽⁾ Proprio quel qualcuno che per primo ha rotto il tabù della farsa pandemica chiudendo in casa decine di milioni di italiani ⁽⁾ senza alcun fondamento scientifico. ⁽⁾, ⁽⁾, ⁽¹⁰⁾ La cosa più buffa di questa vicenda è che oggi vediamo indignarsi ⁽¹¹⁾ proprio quel “centro-sinistra” che, assieme al “centro-destra” e agli organi costituzionali hanno inserito uno stato di polizia già da tempo. Non ironicamente, abbiamo tutti i fattori per costruire una barzelletta. Che ne so: “49 jihadisti in piazza”… @thearticolist
FART-TAX | La Nuova Zelanda vuole tassare metano e azoto “prodotti” da mucche e pecore

✑ Vorremmo che si trattasse di uno scherzo. «Gli agricoltori della Nuova Zelanda sono destinati a essere i primi al mondo a ridurre le emissioni agricole, posizionando il nostro più grande mercato di esportazione per il vantaggio competitivo che porta in un mondo sempre più perspicace sulla provenienza del loro cibo»: così la “proposta” viene annunciata dal Primo ministro neozelandese Jacinda Ardern, da una fattoria di Wairarapa. ⁽¹⁾ In nome del totem dei cambiamenti climatici; o meglio, della volutissima “crisi climatica”, ⁽²⁾ la direzione del governo neozelandese, il quale rese note note queste intenzioni già da Giugno, ⁽³⁾ è quella di tassare il metano di rutti e peti e l’ossido di azoto dell’urina di bovini e caprini. ⁽⁾ Proprio così. Per fortuna però, sembra esserci stata opposizione dalla Federated Farmers. ⁽⁾ Insomma, dopo il caso in Olanda ⁽⁾, ⁽⁾ abbiamo capito che gli agricoltori e/o chiunque non vorrà sottostare a queste proposte folli sarà additato di essere, che ne so, “filo-carne”: rientrando in quegli schemi che la farsa pandemica e il conflitto russo-ucraino ci hanno insegnato. @thearticolist
Segni di “riconoscimento” sugli operatori sanitari reintegrati: (l’ennesimo) spettro del passato invocato da la Repubblica

✑ La questione che vede gli operatori sociosanitari rientrare nelle strutture da dove sono stati letteralmente cacciati ⁽¹⁾ ha suscitato in noi numerosi dubbi e due sole certezze: la prima, è che purtroppo per molti tutto sembrerà tornare “come prima”; la seconda, è che questi operatori reintegrati tenteranno di prenderli di mira, come già abbiamo cominciato a leggere nel corso di questi giorni, come «Non assegnare i medici e sanitari non vaccinati contro Covid-19, e reintegrati negli ospedali, ai reparti con pazienti fragili maggiormente a rischio», si legge in un comunicato dell’Anaao Assomed, precisamente sotto la voce di Pierino di Silverio. ⁽²⁾ Senza tralasciare tutte le altre polemiche suscitate, ovviamente. ⁽³⁾, ⁽⁾ Tra queste “polemiche”, troviamo atteggiamenti estremamente ghettizzanti. ⁽⁾ Ma quello più “nostalgico” di tutti lo troviamo in un articolo a firma di Elena Stancanelli, ⁽⁾ collaboratrice de La Stampa e il manifesto e tante altre riviste. E del quotidiano che più si è accanito con chi ha scelto di non vaccinarsi: la Repubblica. Infatti, è proprio su questo giornale che troviamo uno dei pensieri più perversi mai scritti sulla carta stampata. “Medici No Vax? No grazie”, titola il pezzo vergato dalla scrittrice. Stancanelli esordisce dicendo che i sanitari non vaccinati «Hanno professato il libero arbitrio contro la campagna di immunizzazione. Per lo stesso principio devono essere riconoscibili. E non voglio che siano loro a curarmi: io credo nella scienza». La scrittrice continua dicendo che «Mi è sembrato di capire, in questi ultimi due anni, che la posizione di medici e infermieri No Vax avesse come principio il libero arbitrio. Scegliere ostinatamente di adottare un comportamento diverso da quello della maggioranza, da quello ritenuto il più utile per salvare vite umane. Salvaguardarsi, mantenere puro il proprio corpo, considerare il proprio scetticismo più importante dello sforzo per non far morire deboli, anziani, milioni di persone a rischio». Aspetta un attimo… non saranno mica quegli anziani “di troppo” ⁽⁾ secondo Bernabei? Ah sì? Bene. Mettetevi d’accordo almeno… così è troppo facile. Stancanelli continua ribadendo il mantra mainstream, ovvero che «Il fatto che il vaccino fosse il rimedio a disposizione contro la pandemia, che se lo stesse iniettando più o meno l’intera popolazione della terra, non è stato per i No Vax ragione sufficiente per recedere dalle proprie convinzioni. I loro studi personali avevano stabilito infatti che il vaccino era il demonio e che 6 miliardi di persone avevano sacrificato la loro salute a Big Pharma, sperimentatori inconsapevoli o chissà cosa». Nulla a cui non siamo abituati già, se non fosse per quello che troviamo scritto dopo. Ovvero, che «In base allo stesso principio, opposto e speculare, io, oggi, non voglio farmi curare o assistere da nessuno di loro. Perché questo sia possibile chiedo che medici e infermieri No Vax, negli ospedali, si facciano riconoscere. Credo di incontrare in questo anche il loro desiderio, mi pare che negli ultimi due anni abbiano tenuto moltissimo a questa loro riconoscibilità, tanto da farsi allontanare dal posto di lavoro, lasciare fidanzate o fidanzati, perdere amici. Sono sicura che saranno fieri di farsi riconoscere ancora. […] Basterà un braccialettino colorato, la cuffia di un altro colore […] Un qualsiasi segno di riconoscimento che mi permetta di scegliere di evitarli, così come loro hanno evitato di contribuire al disperato e affannoso tentativo che abbiamo fatto tutti noi per limitare la strage del Covid-19». ⁽⁾ Parole semplicemente imperdonabili. @thearticolist
#CITAZIONI 💬

✑ Ah… la cosiddetta “scatola malefica”. ⁽¹⁾ Seppure la vediamo in modo leggermente diverso rispetto alla prima affermazione di Kusturica, ci troviamo del tutto d’accordo con la seconda; quelle immagini che lui definisce “preventive” sono qualcosa che, infondo, si estende su tutti gli schermi (e oltre). ⁽²⁾ Quante volte abbiamo visto l’utilizzo scientifico della parola per indurre gli individui a fare una determinata azione o a percepire la realtà in un certo modo? Innumerevoli. Nonostante alcune posizioni di Kusturica, ⁽³⁾ oggi sembra essersi dimenticato ⁽⁾ di ciò che ha scritto anni fa…
La Turchia boccia (per ora) l’ingresso della Svezia nella NATO

✑ E di conseguenza, anche la Finlandia. La questione che vede la Turchia assumere un’importanza geopolitica come pochi altri paesi al mondo non accenna a fermarsi, anzi. Dopo mesi di titubanza e incertezze circa l’adesione dei Paesi scandinavi nell’Alleanza atlantica ⁽¹⁾, ⁽²⁾, ⁽³⁾, ⁽⁾ assistiamo alle seguenti dichiarazioni: «Alcuni punti del memorandum sono stati pienamente attuati, ma non tutti. Bisogna essere molto chiari: ci sono stati degli sviluppi positivi; non siamo qui per ostacolare l’allargamento della NATO, ma vogliamo vedere che questi Paesi facciano passi concreti contro il terrorismo, perché uno dei compiti principali dell’Alleanza atlantica è la lotta al terrorismo. […] Ma è anche importante che, quando saranno fatti questi passi, non sia possibile tornare indietro. I tempi dell’adesione quindi dipendono da questi Paesi. La Turchia non ha problemi con la Finlandia, ma i due Paesi vogliono accedere insieme. Ci aspettiamo che il nuovo governo svedese faccia passi concreti, alcuni sono già agli atti ma vogliamo vederne altri in linea con gli obiettivi del Memorandum»; queste le parole del Ministro degli Esteri turco Mevlut Cavosoglu. ⁽⁾ Immancabile l’immediata contro-propaganda atlantista: nella stessa conferenza dove si è espresso Cavosoglu, il Segretario generale della NATO Jens Stoltenberg rammenta che è «importante finalizzare l'adesione all'Alleanza atlantica di Svezia e Finlandia. […] Riconosco le preoccupazioni di Ankara ma è chiaro che i due Paesi si sono impegnati nel memorandum». La Turchia rappresentata dal Ministro degli Esteri replica che gli Stati scandinavi «non hanno ancora mantenuto le promesse fatte». ⁽⁾ Insomma… un vero e proprio punto di stallo; tra l’altro più che pronosticato, dato che il nodo più importante da sciogliere rimane sempre lo stesso: l’impossibilità d’estradizione di quelli definiti da Ankara «terroristi» che per le costituzioni e sistemi giuridici scandinavi non lo sono. ⁽⁾ È inutile girarci attorno. L’unica condizione che permetterebbe l’ingresso di Svezia e Finlandia nella NATO è quella di rendere le costituzioni più liberali al mondo ⁽⁾ come le più sporche sulla faccia della terra. Anche se in effetti… ⁽@thearticolist
Firmato il decreto per piazzare un rigassificatore a Ravenna

✑ Al costo di circa un miliardo di euro e realizzato entro Settembre 2024, il Presidente della Regione Ravenna, nonché Commissario straordinario di governo, ovvero Stefano Bonaccini, firma il decreto autorizzativo ⁽¹⁾ per l’installazione di un rigassificatore al largo di Ravenna: questo stazionerà a 8,5km dalla costa e fornirà circa 5 miliardi di metri cubi di gas all’anno, pari al ± 8% del fabbisogno nazionale. ⁽²⁾, ⁽³⁾ Uno di quei famosi rigassificatori esentati da qualsivoglia controllo ambientale ⁽⁾ e citati da Calenda durante la tornata elettorale. Proprio quelli per cui fu invocata addirittura la militarizzazione, purché questi ammassi di ferraglia ⁽⁾ si piazzassero sulle nostre coste. ⁽⁾ Su questo progetto c’è chi si prona al dio GNL e chi in parte, almeno, sembra opporvisi. Delle associazioni, anch’esse prone ma all’agenda climatica “Per il Clima – Fuori dal Fossile” e “Rete Emergenza Climatica e Ambientale” fanno delle considerazioni con le quali noi, che riconosciamo la malafede degli uni e degli altri, possiamo capire dinamiche e retroscena di queste progettualità inquinanti. Secondo queste associazioni, «Per le procedure amministrative complesse, e l’impianto di rigassificazione è sicuramente fra queste, il concetto di “presto” non coincide con quello di “bene”. Sono necessari approfondimenti tecnici e valutazioni complesse da parte di numerosi soggetti qualificati, e la posta in gioco è un bene sancito dalla Costituzione della Repubblica: il diritto all'ambiente, alla salute e alla sicurezza degli abitanti di oggi e delle future generazioni. Aggirare la VIA (valutazione di impatto ambientale) e le usuali normative è una scorciatoia che tuttavia comporta, per arrivare prima al traguardo, danni all’ambiente, inquinamento dell’aria circostante, rischio per la salute e la vivibilità presenti e future, probabili danni all’economia costiera. E soprattutto ci lega per l’eternità alla schiavitù delle fonti fossili (con buona pace di chi aveva voluto credere alla favola della temporaneità dell’impianto) in totale contrasto con gli obiettivi di de-carbonizzazione e contenimento del cambiamento climatico di cui quasi tutti sembrano essersi già dimenticati. Il “traguardo raggiunto” con la firma del decreto di approvazione del provvedimento autorizzativo viene presentato come una tappa storica per Ravenna e per il Paese. Ma l'opinione pubblica deve sapere che questo risultato costa e costerà la sospensione della carta costituzionale: l'art. 41, infatti, stabilisce che “L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali”. A meno che la Giustizia Amministrativa, com’è auspicabile che avvenga, non ci metta un freno, costringendo gli attori di quest’impresa a tornare indietro e ad imboccare la strada giusta, quella che porta fuori e lontano dalla dipendenza energetica dalle fonti fossili». ⁾ Incredibile di come l’élite faccia il bello e il cattivo tempo. @thearticolist