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Mobilitazione parziale in Russia: deterrente geopolitico o adesso si comincia a fare sul serio?

✑ Vladimir Putin in un discorso alla TV nazionale ⁽¹⁾ ha annunciato la mobilitazione parziale, che consiste nel richiamo di oltre 300.000 riservisti, ovvero uomini che hanno prestato servizio militare nella regione russa, questi incaricati di presidiare le zone sotto il controllo russo in Ucraina. È la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale, segnando l’imminente passaggio da ciò che fino a ieri era stata considerata una «operazione militare speciale» a una dichiarazione di guerra vera e propria. Ciò significa che se prima risultasse logico credere che fosse negli interessi della Russia consolidare il proprio dominio nei territori conquistati e mantenendoli tali durante tutta la stagione invernale, da oggi 21 Settembre la situazione sarà precipitosamente conclusiva. È difficile capire cosa accadrà, pur tuttavia balzandoci sotto al naso un dato di fatto: ci sono altissime probabilità che l’Ucraina sarà destinata a soccombere sanguinosamente e il motivo lo si deve a Washington. E a tutti quelli che gli sono andati appresso. @thearticolist
Il cono “elettorale”

✑ Il punto di questo post non sarà tanto quello di opinare le squadriglie del voto e il non-voto perché ne abbiamo già parlato - con largo anticipo - quasi due mesi fa. ⁽¹⁾ Lo scopo di questo post è di rammentare come e quali sono gli stratagemmi che il potere usa per ottenere un determinato effetto, in questo caso con gli stessi mezzi. La Gelateria “Tichetta” ha avuto in mente un’iniziativa commerciale dal nome “cono elettorale”: porti la scheda elettorale compilata e hai diritto a uno sconto di un euro. Quest’idea, se vista dalla punta dell’iceberg può risultare gradevole e simpatica. Per noi che abbiamo già assistito a giochetti simili in cambio di un’iniezione, ⁽²⁾ non ce ne vogliate, ma ci risulta dannatamente grottesca. Da la Repubblica definita un’iniziativa «golosa» ⁽³⁾ proprio come se stesse sponsorizzando un prodotto, il proposito su cui si fonda il cono elettorale, peraltro ribadito anche dai titolari della gelateria (Martina Serravento e Mattia Altobelli) è uno soltanto: abbassare la percentuale di astensionismo. E forse anche un bel po’ di marketing. Infatti, stando ai summenzionati «Siamo sempre stati interessati al mondo della politica, all’aspetto sociale che c’è dietro. Il voto si può sbagliare ma è un diritto e ci piace incentivare, nel nostro piccolo, le persone a esercitare questo diritto al voto. Volevamo stimolare la partecipazione, per quanto possibile, lo abbiamo già fatto in alcune tornate elettorali». Le reazioni? «Le persone magari venivano un po’ perplesse con la scheda elettorale, ma è stato bello accoglierle». Sarebbe interessante avere conferma dai cittadini circa la veridicità di quanto detto, ovvero se anche negli anni scorsi questa gelateria fece questo tipo di operazioni di marketing. Oppure se i titolari della gelateria hanno avuto e/o hanno contatti diretti o indiretti col mondo politico essendo in grado di scremare eventuali conflitti d’interesse nel nostro giudizio finale, che senza dati alla mano rimane incompleto. In tal senso però sappiamo soltanto di una visitina di Franco Locatelli, incentivato dal fatto che la gelateria offrisse le quarte iniezioni di vaccino anti-Covid. «Venite a immunizzarvi col gelato di tichetta! 😅🙃👍👍», si legge in un post datato il primo di Aprile. ⁽⁾ E no, non è uno scherzo. @thearticolist
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Il cono “elettorale” ⇱ ✑ Il punto di questo post non sarà tanto quello di opinare le squadriglie del voto e il non-voto perché ne abbiamo già parlato - con largo anticipo - quasi due mesi fa. ⁽¹⁾ Lo scopo di questo post è di rammentare come e quali sono gli…
La birra “elettorale”

✑ Credevamo che l’iniziativa commerciale della gelateria romana ⁽¹⁾ si trattasse soltanto di un caso isolato: siamo davvero degli ingenui. Se nei confronti della gelateria abbiamo avuto il dubbio che vi fossero condizionamenti di tipo politico, la birreria e uno dei giornali che la sponsorizza offrono degli indizi in più, ovvero che se la campagna elettorale alla quale tanto tiene la birreria non dovesse scalfire la roccia astensionista, almeno avrà i coperti pieni. ⁽²⁾ Onestà a parte, la logica è sempre la stessa: prima la tessera elettorale compilata, poi il prodotto gratuito o scontato. Ci ricorda qualcosa… ⁽³⁾ Secondo il titolare della birreria «Non chiederò certo ai clienti cosa abbiano votato, il punto non è certo questo: birra gratis purché abbiano esercitato il prezioso diritto di voto. Visto l'interesse molto basso in occasione delle ultime tornate elettorali ho ritenuto di contribuire a mio modo per richiamare l'importanza della libera espressione del consenso. La birra in omaggio – bionda o rossa a scelta del cliente, con un bel boccale da 25 cc – non sarà limitata ai residenti. Qualsiasi cittadino che abbia votato potrà venirmi a trovare, finché avrò birra domenica la distribuirò anche in questo modo. Con la consapevolezza che, in ogni caso, se un elettore non vuole recarsi alle urne non sarà certo una birra a convincerlo». ⁽⁾ Eh sì, non sarà mica per la tua ‘birrozza. Chissà se l’hai fatto anche durante le altre tornate elettorali. Sarebbe davvero interessante saperne di più: chiediamo ai cittadini di zona se negli anni precedenti avessero notato tutto questo gran interesse da parte della birreria verso il cosiddetto senso civico. Noi abbiamo già fatto le nostre ricerche e ci siamo fatti un’idea. In conclusione, le speculazioni possono essere tante ma ci rincuora il fatto che dopo il 25 di Settembre non troveremo altre “trovate” elettorali come questo duetto. Speriamo, ovviamente. @thearticolist
Quando l’auto elettrica NON conviene (e diventa un potenziale strumento di controllo): la piattaforma Enel X tocca 1€ per kWh

✑ Ancora oggi mi fa sorridere l’aneddoto dello zio di un mio vecchio amico, il quale riassunse egregiamente il rapporto tra istituzioni e cittadino: “che sia da un verso o dall’altro, il cetriolo ha sempre un simile diametro”. Da tatuarselo. Davvero. «Lavoriamo ogni giorno per sostenere la mobilità elettrica attraverso soluzioni flessibili, innovative e sostenibili. Per questo, malgrado il continuo aumento dei costi dell’energia, Enel X Way ha deciso di mantenere invariati i prezzi dei propri abbonamenti e della tariffa Pay-per-Use in AC. Verranno invece applicati nuovi prezzi per le ricariche DC a partire dall’8 ottobre». ⁽¹⁾ Già reduci da un altro ritocchino a Marzo ⁽²⁾ con questa ‘supercazzola ENEL fa capire che il mito dell’auto elettrica sostenibile inizia ad avere più “però” del previsto. Le ricariche (“lente”) in AC - e fino a 22 kW - restano ferme a 0,58€ al kWh. Quelle in corrente continua vengono invece raggruppate in due sole fasce di prezzo: le ricariche in DC (“veloci”) fino a 150 kW costeranno 0,89€/kWh; quelle HPC (“ultra-veloci”) oltre i 150 kW arrivano a 0,99€. Prima di questo cambio, le fasce erano tre: 0,68€ fino a 100 kW; 0,75€ fino a 150kW e 0,79€ per le HPC oltre i 150 kW. ⁽³⁾ Uno si chiederà: perché le auto elettriche possono diventare un potenziale strumento di controllo? Basti vedere quanto tempo possono arrivare a impiegare le auto elettriche a ricaricarsi: soprattutto l’enorme differenza che c’è tra la ricarica AC e DC. ⁽⁾, ⁽⁾ Bene: ora immaginiamo se tutti i cittadini italiani avessero un’auto elettrica. Dunque, se prima le auto elettriche - per quanto rendano superflue molte componenti delle auto a combustione - risultassero già rinomatamente insostenibili anche da chi promuove l’agenda climatica, ⁽⁾ ciò è oggi suffragato anche dalle dichiarazioni degli stessi colossi dell’industria automobilistica: tra cui il CEO di Stellantis ⁽⁾ e dal CEO di Toyota e presidente del Japan Automobile Manufacturers Association che, spingendosi oltre il politicamente corretto, ha definito il concetto di auto elettrica come «un business immaturo con costi energetici e sociali insostenibili». ⁽⁾ Morale: l’incentivo ad acquistare queste soluzioni “green” diventa sempre più opinabile. Infondo… cos’hanno mai avuto di green se non il nome, mero strumento della sporca propaganda ambientalista? @thearticolist
Primo di Ottobre la resa dei conti

✑ Proprio così. Le elezioni fatte qualche giorno prima di questa data sembrerebbero essere nient’altro che una strana coincidenza che salva le chiappe ai partiti politici che hanno corso alle elezioni il 25 di Settembre. Insomma, questa data sarà l’inizio del disastro economico e sociale che andremo a vedere nel corso dei prossimi mesi; pur tuttavia essendo necessari soltanto una manciata di giorni per capire sulla nostra pelle di cosa stiamo parlando. Infatti, da Sabato 1° Ottobre, il nostro supporto all’Ucraina ci ringrazierà con un costo di luce e gas per famiglie e attività che aumenterà abbastanza da far incazzare qualcuno di brutto: o questo è ciò che ci aspettiamo. Dal primo di Ottobre si aggiornerà il costo dell’energia deciso da ARERA che, eufemisticamente, adeguerà i costi delle tariffe per i consumatori. ⁽¹⁾ A proposito di ARERA: è proprio l’azienda che oggi ci dice che, in sostanza, la sicurezza sulle forniture di gas è finita. ⁽²@thearticolist
#CITAZIONI 💬

✑ Più attuale di così non si può. A volte anche i guardiani del sistema, questi incaricati di mantenere il mite - quanto grottesco - equilibrio socioeconomico a causa dell’ottemperanza al quieto vivere dei più, si lasciano sfuggire delle verità. Come potremmo riassumere l’intera storia politica oggi? Ci sarebbero tanti modi per farlo… ma potremmo benissimo partire con il caposaldo per eccellenza: un insieme di promesse non mantenute.
Cosa sarebbe cambiato?

✑ Escludendo eventuali manipolazioni dei dati, ⁽¹⁾, ⁽²⁾ oltre la cosiddetta astensione di massa ⁽³⁾ e la totalizzazione del ± 4% di tutte le reali e/o presunte forze “anti-sistema”, sembrerebbe un buon inizio, certo… ma adesso come adesso, tutto ciò conta esattamente il nulla. Che vincesse il “centro-destra” o il “centro-sinistra” o qualsiasi altro tipo di partito, non sarebbe cambiato nulla: ce lo dicono anche, tra l’altro. E ce lo hanno sempre detto. ⁽⁾, ⁽⁾ E lo sappiamo benissimo. ⁽⁾, ⁽⁾ A meno che per i più la parola “cambiamento” significhi ricalibrare le questioni di contorno. Beh… in quel caso che ognuno faccia il suo percorso. Al netto di queste considerazioni si deduce dunque, che il vero problema non è mai stato al vertice - questo grottescamente coerente nei suoi scopi - ma alla base della piramide, questa fatta di ogni singolo blocco, che siamo noi. Noi che con la nostra fatica, salute e denaro teniamo su questa piramide demoniaca: con il valore che produciamo e consumiamo. C’è sostanzialmente un solo problema, ed è che i più vivono in un vero e proprio universo parallelo ove la responsabilizzazione di sé si relega a qualcun altro: sarà pure il principio democratico che Churchill tanto opinava ⁽⁾, ⁽⁾ ma all’attuale stato dell’arte mai potrebbe esistere atto più infantile che starsene seduti a fare nulla perché ci pensa qualcun altro. È da sempre che è in questo modo. ⁽¹⁰⁾ Non è più il tempo di pensare così e per questione di logica non dovrebbe mai esserlo. È giunto il momento di dire basta di farci ingannare dalla politica, oggi soltanto parole. Inserite in continui cortocircuiti ideologici, tra l’altro: fenomeno conosciuto come “Neolingua”. ⁽¹¹⁾ Non c’è molto altro da dire, se non che rammentare che noi, quei singoli blocchi che compongono quella piramide, la teniamo perfettamente in equilibrio. Lo stesso Hans-Gert Pöttering, di cui è indubbia la propria adesione al potere, disse che «il compito della politica non è di dare le risposte, ma fornire la cornice che permetta a ognuno di cercare e trovare la sua risposta». ⁽¹²⁾ Lui, schierato dalla parte del potere, intendeva l’indirizzamento del proprio pensiero in un bacino ideologico, dunque contro l’individualismo e contro quei singoli mattoni. Noi invece, da questa frase potremmo trarne una grande conclusione: se la politica non funziona e non siamo d’accordo con la maggioranza, va cambiata. Molti chiedono come. La risposta è molto semplice: partendo dalla responsabilizzazione di sé. E no: la violenza non è quasi mai la soluzione perché ciò garantisce al potere di mantenere un perenne stato marziale. Ciò che immagino è più qualcosa di simile a una Marcia del Sale. ⁽¹³@thearticolist
«Bentornati»

✑ Queste le dichiarazioni ⁽¹⁾ dell’ex Presidente e Primo ministro della Federazione Russa e attualmente Vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Russia Dmitrij Anatol'evič Medvev: il falco 57enne che invoca un giorno sì e uno no lo spettro dell’impiego di armi nucleari. ⁽²⁾ Da Venerdì 23 a Martedì 27 Settembre 2022 si è svolto un referendum nelle - ormai - ex regioni ucraine di Kherson, Zaporizhzia, nella DPR e nella LPR circa l’adesione alla Federazione Russa, cui i risultati sono ben noti. ⁽³⁾, ⁽
Ciò che sono meno chiari invece, i futuri risvolti di questa vicenda: tanto vale elencare i dati più rilevanti. Immediata la risposta di Zelensky che sinteticamente afferma che «Kiev non può più negoziare con Mosca dopo i referendum di annessione» ⁽⁾ seguito poi da una condanna unanime da parte dei territori sotto il controllo atlantico, che definiscono i referendum sull’annessione, non è chiaro con quali prove, come «farsa» e «illegali» ⁽⁾, ⁽⁾ e che l’ONU, attraverso un’iniziativa di USA e Albania, provvederà con una «risoluzione contro i referendum farsa». ⁽⁾ Anche la Cina, seppure con toni più pacati, sembra proseguire su questa strada, sottolineando che «La posizione della Cina sulla questione dell'Ucraina è stata sempre chiara: abbiamo sempre sostenuto che l'integrità sovrana e territoriale di tutti i Paesi dovrebbe essere rispettata, così come gli scopi e i principi della Carta dell'Onu». ⁽⁾ La Russia con le sue ragioni, si pronuncia pronta a trattare con Kiev, anche se a condizioni differenti. O questo è quel che sarebbe emerso attraverso un colloquio con il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. ⁽¹⁰⁾ Al netto di tutti questi fatti e dalle nostre considerazioni sulla mobilitazione parziale in Russia ⁽¹¹⁾ è chiaro che c’è stato un netto passo avanti della Federazione Russa sulla questione ucraina. Un vero e proprio scacco matto. L’unica cosa da capire è se all’Ucraina o all’intera Europa. A ogni modo, possiamo dire che oggi sono più che evidenti le differenze tra quella che è una stata definita “operazione militare speciale” e uno scenario bellico vero e proprio. Giocando di vera e propria astuzia, tra l’altro. Se i territori soggetti a referendum venissero formalmente annessi alla Russia, ogni azione militare non autorizzata in quei territori verrebbero considerati un attacco diretto alla Russia. A meno che l’anglo-sfera non si sia letteralmente bevuta il cervello, si dovrà per forza di cose trovare un compromesso, che piaccia o meno agli utenti con la bandiera dell’Ucraina nel nickname. A meno che lo scacco matto citato pocanzi non fosse da sempre rivolto verso tutti i pedoni sulla scacchiera internazionale. @thearticolist
Prova del nove per i “politidioti”: per quanto tempo Meloni e UE non andranno d’accordo sul reddito di cittadinanza?

✑ Questa nuova nomenclatura, “politidiota”, sarà per noi l’aggettivo che andrà a definire tutti coloro che (ancora) credono nel sistema politico: questo composto dai “vecchi” partiti o da individui politici che fanno parte del “sistema”; esclusi da questa lista savonaroliana quelli anti-sistema o presunti, per il momento. Se c’è qualcosa di positivo nelle elezioni del 25 Settembre, è vedere come i media imbastiscano il ruolo di marker di tutte le possibili future incongruenze dei propri “avversari” politici, per poi andare ironicamente ad attaccarli. Ironicamente, perché non esistono avversari se tutti fanno capo agli stessi poteri transnazionali.

Per quanto tempo Meloni e UE la penseranno in modo diverso? Il titolo di questo post è del tutto provocante verso i politidioti. In chiave anti-RDC, la leader di FDI pubblicò un video ⁽¹⁾ sui social titolante “Pronti a combattere la povertà investendo sul lavoro”: un vero e proprio flusso di coscienza che impastocchia e omette gran parte delle cause che realmente hanno portato i cittadini sul baratro, facendone un vero e proprio cavallo da battaglia elettorale. O di Troia, aggiungeremmo. A ogni modo, da questo e tante altre occasioni è chiaro lo schieramento ideologico contro la misura quale è il reddito di cittadinanza, perlomeno così com’è. ⁽²⁾ Condivisibile o meno che sia, è proprio quel reddito di cittadinanza che recentemente la Commissione UE invita gli Stati Membri a rafforzare perché «svolge un ruolo chiave durante i periodi di recessione». ⁽³⁾ Dal comunicato stampa ufficiale della Commissione Europea non sembrano esserci limiti su eventuali modifiche della percezione di un reddito minimo: l’importante è che sia possibile percepirlo in una qualsiasi forma. ⁽⁾ È chiaro però che si dovrà trovare un compromesso, che vede i cavalli di battaglia elettorali di un leader del proprio partito politico scontrarsi con l’alta burocrazia europea e anche con la stessa coalizione. ⁽⁾ Si è parlato di un “nuovo strumento” + supercazzola e non vediamo l’ora di sapere quale, dato che milioni di italiani saranno finiti in miseria per leggi che la stessa Meloni ha votato. A patto che questa legislatura rimanga a galla almeno per un paio di mesi passando la patata bollente a un altro governo tecnico. @thearticolist
Una strana inversione di rotta

✑ O forse l’unica per non tornare a usare il cavallo come mezzo di trasporto. La Germania, nazione che ipso-facto ha agito spesso solo ed esclusivamente per i propri interessi, oggi continua a farlo ⁽¹⁾ con una sola differenza: non come piace agli Stati Uniti d’America. E guarda caso iniziano a succedere cose molto strane, tra cui il sabotaggio dei gasdotti Nord-Stream e Nord-Stream 2: proprio quei ‘tubi che eufemisticamente non piacevano a Joe Biden, ⁽²⁾ Presidente degli Stati Uniti e Victoria Nuland, ⁽³⁾ attuale Sottosegretario di Stato per gli affari politici nell'amministrazione Biden. Adesso, al netto delle accuse reciproche ⁽⁾, ⁽⁾, ⁽⁾ basterebbe collegare due punti. Giusto un paio. ⁽⁾ Aldilà di questo gravissimo scenario internazionale, vediamo una BCE che passa il cerino in mano agli Stati ⁽⁾ e un Bundestag che vota nettamente contro (179 a favore - 477 contro - 1 astenuti) la mozione che prevedeva un «aumento immediato e notevole del sostegno in termini di quantità e qualità», ⁽⁾ riferendosi a un sostegno in fatto di armamenti all’Ucraina. Ci è difficile saper interpretare questa strana virata della Germania, se non che è stata oltrepassata una linea rossa. O così sembra. @thearticolist
+59% sulle bollette energetiche, ma poteva andare “peggio”: ecco come stanno cercando di infinocchiarci

✑ Morale del post: chi cade sotto una simile sottigliezza, la bolletta se la merita quintuplicata. Se la supposta - precisamente da 59cm di diametro - fosse ricoperta d’oro, rimarrebbe sempre una supposta, no? Ecco. Un gran bel ‘suppostone, per l’esattezza. L’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente ha da pochissimo reso note le tariffe del prezzo dell’elettricità, comunicando ⁽¹⁾ che il quarto trimestre 2022 il costo della luce per le fasce in tutela aumenterà del 59%: dunque dal famoso primo di Ottobre. ⁽²⁾ Oltre alla cifra precisa, di aumenti «mai visti prima» ⁽³⁾ eravamo già stati (r)avvisati per tempo: quindi in realtà, nulla che tutti quanti non sapessimo già. Il problema è un altro: con l’assist e la complicità di Governo e stampa, l’ARERA ha indorato la suppostona. Nel rapporto, l’autorità per la regolazione dei prezzi sottolinea che senza un intervento «straordinario» il costo dell’energia sarebbe stato del «+100%». Infatti, si legge dal rapporto che «Con un intervento straordinario, ritenuto necessario per le condizioni di eccezionale gravità della situazione, ARERA limita l’aumento dei prezzi dell’energia elettrica per le famiglie ancora in tutela e, pur rimanendo su livelli molto alti, evita il raddoppio». Raddoppio, eh? Paraculi. Lasciamo stare. Si continua a leggere nella nota che «L’intervento eccezionale dell’Autorità per il quarto trimestre del 2022, che si somma agli interventi del Governo, pur non essendo in grado di limitare gli aumenti, ha ridotto al +59% l’aumento del prezzo di riferimento dell’energia elettrica per la famiglia tipo in tutela». Molti si chiederanno come avrebbe fatto l’ARERA a compiere questa idillica impresa di “salvataggio”, per cui tutti noi italiani, cuocendo la pasta senza gas, ⁽⁾ il pollo nella lavastoviglie e le meringhe sul cruscotto dell’auto ⁽⁾ dovremo essergliene grati. Ebbene… l'Autorità, «per limitare ulteriormente gli aumenti dei prezzi su famiglie e imprese, ha deciso di posticipare eccezionalmente il necessario recupero della differenza tra i prezzi preventivati per lo scorso trimestre e i costi reali che si sono verificati, anch'essi caratterizzati da aumenti straordinariamente elevati». ⁽
Dunque, chiunque stia leggendo questo post, ha capito bene; non abbiamo bevuto prima di scrivere e avete inteso perfettamente: non è che le bollette sono aumentate del 59% ma sono diminuite del 41%. Per fortuna, qualcuno dentro ⁽⁾ e fuori ⁽⁾ il Bel Paese sta già iniziando a incazzarsi. @thearticolist
Erdoğan tiene (ancora) per le palle la NATO

✑ Come abbiamo ripetuto più volte, se c’è qualcosa che all’indomani del conflitto russo-ucraino ci ha stupiti, è il potere che la Turchia si è guadagnata in fatto di diplomazia sulla scacchiera internazionale ⁽¹⁾, ⁽²⁾ nonostante sia (paradossalmente) ai ferri corti con la Grecia: questa è un’altra situazione da tenere sotto controllo. ⁽³⁾, ⁽⁾ Ma torniamo a noi. Le dichiarazioni di Erdoğan all’Assemblea nazionale turca sono state piuttosto chiare: «Seguiamo con estrema meticolosità il rispetto delle condizioni da parte di Svezia e Finlandia. Abbiamo mostrato la nostra posizione nella lotta al terrorismo nell'ultimo vertice NATO sull'allargamento e spiegato che non è negoziabile. Continueremo con decisione su questa strada per mantenere la parola data al nostro Paese», ⁽⁾ concludendo che fino a quando Svezia e Finlandia non manterranno le promesse mantenute Ankara di conseguenza «manterrà la sua posizione di principio», ⁽⁾ ovvero che la Turchia porrà nuovamente il veto sull’adesione di Svezia e Finlandia nell’Alleanza atlantica. ⁽⁾ Sin dall’inizio ci siamo dimostrati davvero molto scettici ⁽⁾ sulla, diciamo, fattibilità tecnica circa l’adesione dei paesi scandinavi al grande carrozzone atlantico - almeno per il breve/medio periodo - azzardando che «questo ci basta e avanza per definire il tanto osannato “vertice di Madrid” in due possibili modi: o un totale asservimento alle richieste della Turchia o una tigre di carta pesta». Ebbene… oggi abbiamo trovato la risposta al quesito: una tigre di carta pesta asservita alla Turchia. @thearticolist
#CITAZIONI 💬

✑ Con queste parole Kierkegaard fa una riflessione dalla quale si può denocciolare uno spunto interessante. La sintesi è che non può esistere libertà di parola senza libertà di pensiero, ma come ci si è arrivati? L’uomo nasce in apparenza libero. Questi si tenterà di uniformarlo allo spettro della collettività con dei limiti, con i quali gli sarà insegnato che oltrepassarli lo renderà irresponsabile e dunque isolato. Cosa succede però, se l’uomo capisce che molti di questi limiti imposti portano, in realtà, all’assoggettamento del pensiero di tutti noi? Due piste: mettere in discussione i propri convincimenti con gli altri o auto-censurarsi. Chi sceglie la prima comprenderà per forza di cose che il primo bersaglio in questa guerra psicologica è lo sviluppo della propria e individuale consapevolezza di sé. È in quel momento che comprendiamo quanti piccoli aspetti in apparenza innocui mirano alla capacità di dialogo tra persone che la pensano in modo diverso.
Il nostro punto di vista sul caso di Giulia Torelli

Hanno fatto discutere le dichiarazioni di questa Giulia Torelli: una sorta di “influencer” o creator di contenuti digitali focalizzati sul mondo della moda. O qualcosa del genere. In sintesi: una poverina. Si vede proprio che è stata più volte sfiorata dal fallo dell’alta borghesia, motivo per cui le priorità di questa guardiana del fashion sono ben lungi dalle questioni sociali che hanno travolto, travolgono e travolgeranno il Bel Paese. Al massimo vestirà bene chi opprime i più deboli. Ciò che questo individuo afferma è di una gravità assoluta, oltre che essere un flusso di coscienza a matrice cognitivamente dissociata che però, si incastra con certa precisione alla visione neoliberista della società. Infatti, questa influencer si chiede «Perché i vecchi votano? Hanno già esercitato il diritto di voto nella loro vita lunghissima: basta votare, non sanno niente, quello che sanno lo vedono al TG. I vecchi non devono fare niente, neanche votare: devono stare in casa fermi e immobili con quelle mani. Sono completamente rincoglioniti: in giro ancora con le mascherine sulla bocca, sono passati tre anni cosa non è chiaro ancora? Che non serve a niente se non la tieni sul naso. Eppure sono lì, vivi e attaccati alla vita». ⁽¹⁾ Non sappiamo se fa più ridere il pezzo che BUTAC le ha dedicato ⁽²⁾ oppure che nel 2022 possano esistere persone così dissociate.

✑ Torelli, partiamo col fatto che non sei nessuno per dire cosa gli altri debbono fare. Poi, se è vero che l’Italia è il paese con il tasso d’anzianità più alto in Europa, ⁽³⁾ asserire che è a causa di questi che abbiamo ottenuto tali risultati elettorali - anche solo statisticamente - è una panzana assoluta. Piuttosto, è a causa dei politidioti, ovvero individui che ancora sostengono i partiti politici tradizionali: dal “centro-destra” al “centro-sinistra”. E il motivo è tanto semplice, quanto fattuale: oltre che essere de-facto etero-diretti, nessuno tra questi ha mai fatto, fa e farà gli interessi degli italiani perché il loro scopo è l’esatto opposto. «Quello che sanno lo vedono al TG» poi, è un altro luogo comune. Anche solo conoscendo le sigle di tutte le emittenti televisive italiane, è chiarissimo il fatto che: o sono legate al Governo e/o alla politica, o a editori cui la narrazione va a braccetto con gli stessi che segui anche tu. Dirai: “come fai a sapere chi seguo?” Semplice: tutto il mainstream ha detto e dice le stesse cose. Motivo per cui, cara Torelli, ti sarai iniettata tre, quattro dosi di “vaccino” per proteggere gli anziani: come fai a mettere insieme la (falsa) morale della stampa che segui, con l’amore per gli anziani professata da questa? Non ci aspettiamo tue obiezioni sulla presunta efficacia dei “vaccini” perché sennò non lavoreresti con chi lavori. La ciliegina sulla torta è che definisci «rincoglioniti» chi porta la mascherina sulla bocca. È vero, ma ci sarebbe da aggiungere una cosa: c’è chi è ancora più rincoglionito di chi mette la mascherina sotto la bocca, ed è chi dopo tre anni crede che le mascherine siano mai servite a qualcosa. È buffo constatare come sei più rincoglionita tu che sei nel fiore degli anni di chi potrebbe avere più difficoltà. La scienza (quella un po’ più seria e scevra da conflitti d’interesse) da sempre dimostra che le mascherine non sono mai servite a nulla. Questo perchè non c’è nessuna dimostrazione che l’utilizzo porti a una riduzione del rischio relativo (RRR) e che anzi, come riportato dai colleghi di Der Einzige, le suddette potrebbero essere una possibile concausa dell’aumento dei contagi, oltre che riportare effetti collaterali gravi e indesiderati. ⁽⁾ Paradossalmente, è più «attaccato alla vita» chi la pensa come te. Abbiamo letto circa le tue “scuse” e del fatto che sei stata minacciata. ⁽⁾ Se però il nostro post ti arrivasse, avresti tutti i mezzi per dimostrare ai tuoi seguaci qual è la verità. Ah, giusto… se la dicessi non finiresti più in copertina su VanityFair. ⁽@thearticolist
L’Ucraina definisce «impossibili» le trattative di pace con la Russia

✑ A meno che non si tratti della (solita) propaganda ucraina, delle ipotetiche trattative circa la risoluzione del conflitto russo-ucraino in atto sembrano mettersi per il verso peggiore possibile. Zelensky ha da poco ratificato la scelta del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale del 30 Settembre in cui si rammenta, letteralmente, l’impossibilità di negoziazione con la Federazione Russa ma si posiziona «sull'ovvia disponibilità dell'Ucraina ai negoziati con la Federazione Russa - ma con un altro presidente della Russia, che capirà cosa sta succedendo». ⁽¹⁾ Mosca replica che «ora attenderemo un cambiamento della posizione dell’attuale presidente, o aspetteremo il futuro presidente dell’Ucraina, che cambierà la sua posizione nell’interesse del popolo ucraino». ⁽²⁾ Così facendo, possiamo dire con assoluta certezza che le cose possono soltanto che peggiorare. C’è poi una strana coincidenza, e sono le dichiarazioni di Stoltenberg di Giugno il quale ha detto che «la guerra durerà anni e costerà molto». Costerà “molto” a tutto il mondo, tranne che ai produttori di armi: soprattutto in America, dove stanno facendo affari d’oro. ⁽³⁾ Eh, Stoltenberg? @thearticolist
Da Dagospia qualcuno si è posto il dubbio (ma non basta)

✑ Sono giorni che sui gasdotti Nord Stream e Nord Stream 2 si è parlato di possibili sabotatori: inutile dire verso chi sono rivolte le accuse. C’è tuttavia qualcuno che sembra proporre una versione diametralmente opposta, e questo qualcuno è Dagospia. In un articolo pubblicato il 5 di Ottobre, la creatura de D’agostino si domanda, utilizzando la logica del cui prodest: «Che interesse avrebbe Putin a danneggiare un’infrastruttura che è costata miliardi di euro e che fino a ieri ha arricchito la Russia? I sospetti vanno indirizzati nel senso opposto: gli Stati Uniti». Una frase che oltre ad addizionarsi alle passate dichiarazioni di Biden quasi sembra esser stata messa così: tanto per, dato che l’ipotesi avanzata conclude sbrigativamente e subito dopo viene aggiunto un articolo del Corriere che prosegue in una ricostruzione dei fatti a senso unico. Avremmo gradito se Dagospia avesse esposto anche i motivi PRECISI per cui il sabotaggio potrebbe essere negli interessi degli Stati Uniti, e ce ne sono alcuni in particolare che meriterebbero dei seri approfondimenti, come quello fatto dall’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale circa il “mare di gas” che allaccia i rapporti tra Usa ed Europa. ⁽¹
Ma forse questo è chiedere troppo. Eh, @DagospiaNews? Noi e tutti quelli con un po’ di sale in zucca gradiremmo una risposta in merito. @thearticolist
Tra i due litiganti…

✑ Il terzo… se la prende in quel posto, con la complicità dei litiganti. Questa è la morale che oggi vediamo tra il susseguirsi di accuse reciproche ⁽¹⁾ tra Russia, Ucraina e Stati Uniti circa l’attentato a Daria Dugina nel corso di questo mese e mezzo. Quelle che prima erano «solo fantasie e propaganda» o un «attacco» da parte di «separatisti russi del Donbass contrari a Putin» ⁽²⁾ sembrano essere ipotesi dissolte come neve al sole, dato che ora sono gli stessi Stati Uniti a puntare il dito su Kiev. ⁽³⁾ Ci sarebbe da dire che è interessante come nessun organo di stampa ripeschi fuori le carte con cui ci hanno tartassato, ma c’è qualcosa che ci ha lasciato più che interdetti. Fino a poco fa sul versante russo trovavamo dichiarazioni come quelle dell’editorialista di Ria Novosti, ovvero che «l'attacco è stato quasi certamente organizzato dai servizi speciali ucraini, ma non c'è dubbio che hanno agito su istruzioni e nell'interesse delle agenzie anglosassoni», ⁽⁾ mentre oggi troviamo il Portavoce del Cremlino Peskov che seppure con dichiarazioni ben pesate, definisce «positivo» ⁽⁾ che gli Stati Uniti ipotizzino la mano di Kiev. O questi signori hanno la memoria corta, o pensano che noi abbiamo la memoria corta. Ci pare incredibile che l’editorialista di un giornale che fa capo alla Federazione Russa ⁽⁾ abbia apertamente accusato l’Ucraina di aver agito negli interessi anglosassoni per poi ritrovarci questo mite, ma definibile come un vero e proprio avvicinamento diplomatico tra Russia e Stati Uniti; questo scaricando le responsabilità sull’Ucraina: sin da subito l’utile idiota in questa inutile operazione. Oltre che tutti quelli che stanno pagando le conseguenze di questo conflitto. O meglio, sempre più “conflitto”. @thearticolist
Kiev augura “buon compleanno” a Putin compiendo un (altro) atto terroristico

✑ Subito dopo che Washington ha puntato il dito verso Kiev ⁽¹⁾ circa le responsabilità dell’attentato a Daria Dughina, ecco qua che salta in aria un camion-bomba ⁽²⁾ sul ponte nello stretto di Kerch, il quale collega Russia e Crimea; al momento le vittime accertate sono 3. Stavolta non sembra che ci saranno tutte queste grandi indagini perché a “rivendicare” l’attentato è nientemeno che Kiev, tant’è che su un tweet di Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente dell'Ucraina, si legge: «Crimea, il ponte, l'inizio. Tutto ciò che è illegale deve essere distrutto […]». ⁽³⁾ Ma non è il solo. Un tweet proveniente dal Ministero della Difesa ucraino recita invece che «L'incrociatore Moskva e il ponte di Kerch - due noti simboli del potere russo nella Crimea ucraina - sono stati abbattuti. Russi, quale sarà il prossimo nella lista?». ⁽⁾ In conclusione, è quel “l’inizio” che ci preoccupa. Cos’hai in mente, Zelensky? @thearticolist
Qualcuno ce l’ha con la Germania?

✑ Non è passata nemmeno una settimana dal sabotaggio dei gasdotti Nord Stream e Nord Stream 2 ⁽¹⁾ che la Germania ha affrontato un altro “inconveniente”. L’8 Ottobre il funzionamento delle ferrovie della Germania del nord è stato interrotto a causa di un problema al sistema internazionale di telefonia mobile per le comunicazioni ferroviarie, la Global System for Mobile Communications (GSM); per tre ore migliaia di treni nelle zone di Brema, Amburgo, Bassa Sassonia e Schleswig-Holstein sono rimasti fermi. ⁽²⁾ La ministra dell'Interno tedesca Nancy Faeser ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: «Dobbiamo ritenere che le circostanze che hanno bloccato per diverse ore il traffico ferroviario siano dipese da un fatto premeditato. In due posti i cavi indispensabili per la circolazione ferroviaria sono stati danneggiati. La matrice dell'accaduto non è ancora chiara. La polizia federale indaga sotto forte pressione». ⁽³⁾ Questi non sembrano proprio bei tempi per la Germania. È lecito pensare che a qualcuno non piacciano affatto le “strane virate” del Bundestag. @thearticolist
#CITAZIONI 💬

✑ Se Mann con “vittoria per l’umanità” intendeva la vittoria delle consorterie a cui aderì, ⁽¹⁾ noi lo sfigureremo intendendo tutt’altro. Chiunque abbia capito qual è la posta in gioco, sa bene che oggi è chiamato a fare tutto ciò che è possibile per far sì che sempre più persone diffondano lo stesso verbo: qualcuno vuole (s)opprimerci e per riuscire nell’intento hanno preparato una serie di strategie. Casomai ci riuscissero, quei pochi che non vorranno soccombere alle “vittorie” saranno destinati a nascondersi: nascondersi dallo spettro dalla collettività, nascondersi da un impero fondato sulle menzogne, nascondersi da tutto ciò che è inconsistenza. Dobbiamo riprenderci ciò che è nostro partendo dal principio che una delle armi su cui il sistema conta di più è propugnare incessantemente l’illusione che ognuno di noi, nel suo singolo, non conti nulla. Una volta disillusi, siamo sicuri che questo troverebbe molti, molti più ostacoli di quelli che siamo riusciti a piazzare finora.
Sui social pensi che la “battaglia” al clima non sia corretta? Meriti la censura

✑ Era proprio il passo che aspettavamo. Adesso è chiaro come tutta la ‘storiella del Covid non fosse stata nient’altro che l’atrio di ciò che questi individui hanno in serbo per noi. O meglio spererebbero di avere, dato che noi ci opporremo con tutte le nostre forze a queste derive ideologiche. In data 4 Ottobre 2022 le Civil Society Groups Concerned with Climate Disinformation, ovvero le società che fanno capo al totem di quella che loro chiamano «crisi climatica» (e su questo ci torneremo nel futuro prossimo) inviano congiuntamente una lettera agli amministratori delegati di Facebook, TikTok, Google e YouTube, Twitter e Pinterest. La lettera ha come oggetto: “It’s Time for Platforms to Count the Climate e ciò che leggiamo è un vero e proprio delirio. Infatti, secondo queste società della strumentalizz-ehm, difesa del clima:

«La crisi climatica è diventata sempre più evidente quando l’ondata di caldo di luglio in tutta Europa ha battuto i record in Spagna e abbiamo visto inondazioni mortali nel Kentucky orientale distruggere le comunità locali e bruciare incendi dalla Francia alla California. Sfortunatamente, la diffusione della disinformazione sul clima mina la capacità dei governi di rispondere in modo efficiente ed efficace. Il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici ha persino definito la disinformazione climatica come una minaccia per la capacità del mondo di affrontare efficacemente il cambiamento climatico. Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha recentemente menzionato la minaccia di disinformazione, proliferata dalle società di social media, in un recente discorso e tweet dell’Assemblea generale.

Le società di social media sono responsabili del loro ruolo nell’amplificare e perpetuare la disinformazione climatica, ma la trasparenza, che quantificherebbe l’esatta portata, è mancata da tutte le piattaforme. La legge sui servizi digitali è stata approvata nell’UE e i suoi obblighi per le piattaforme entreranno in vigore molto presto. Stiamo scrivendo per chiedere ai leader della piattaforma di adempiere agli obblighi stabiliti nel DSA e di impegnarsi a includere la disinformazione climatica come categoria riconosciuta separatamente nelle sue politiche di segnalazione e moderazione dei contenuti all’interno e all’esterno dell’UE. Più specificamente, esortiamo le piattaforme a impegnarsi a riconoscere la disinformazione climatica come motivo specifico all’interno della dichiarazione richiesta ai sensi dell’articolo 15, paragrafo 1, della DSA e a includere dati sulle decisioni di moderazione dei contenuti relative alla disinformazione climatica come indicato all’articolo 23.

Le piattaforme devono ai loro utenti e al pianeta smettere di amplificare la disinformazione climatica che mina la nostra capacità di combattere la crisi climatica. Chiediamo alle vostre aziende di attuare queste azioni il prima possibile e chiediamo una risposta scritta indirizzata ai firmatari di seguito.

Cordiali saluti,

● 350org
● Accountable Tech
● Action for the Climate Emergency
● Center for Countering Digital Hate
● Check My Ads
● ClimateVoice
● Digital Climate Coalition
● Exposure Labs
● Friends of the Earth
● Greenpeace
● Green Latinos
● Institute for Strategic Dialogue
● Stop Funding Heat
● Union of Concerned Scientists
». ⁽¹

Queste 14 associazioni hanno dichiarato guerra alla libertà di espressione e di pensiero di chiunque opini la narrazione climatica. Ebbene come col Covid lo schema è lo stesso. Letteralmente lo stesso. Non è cambiato nulla se non la narrazione in oggetto. Ieri come oggi, tutti noi siamo chiamati a opporci, disarticolando le loro ‘supercazzole. Come sempre, tra l’altro. È ormai impossibile soffocare le centinaia di migliaia, se non milioni di persone che hanno capito con chi hanno a che fare, ovvero dei truffatori. L’unico modo che avranno di soffocarci è di farlo nel sangue. @thearticolist