The Articolist
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Il “disastro nazionale” delle tessere sanitarie senza chip che non è un disastro nazionale (anzi, forse un affare)

✑ Ormai basta una notizia che sembra mettere i bastoni tra le ruote all’agenda digitale che la “cabala crolla”. Ci saranno senz’altro rallentamenti, ma fino a una certa. Nulla da negare: ha fatto gran voce il fatto che, a causa dalla cosiddetta crisi dei semi-conduttori causata dal conflitto russo-ucraino ⁽¹⁾ e dalla tensione sino-taiwanese ⁽²⁾ le tessere sanitarie nazionali saranno «momentaneamente» ⁽³⁾ si dice, prive del chip che ne abilita la funzione di Carta Nazionale dei Servizi che renderebbe difficile o impossibile accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione. Secondo il mainstream si tratta di un «disastro nazionale», ⁽⁾ mentre per i più avvezzi a suggestioni la tremenda agenda digitale starebbe indietreggiando. Magari. Non è nessuna delle due e il motivo è molto semplice al punto ce lo spiegano pure: ovvero che «La CNS in realtà, potrebbe essere ottenuta anche altrove, come da un provider di firma digitale. Quella contenuta nella Tessera Sanitaria, non ha nessuna particolare valenza aggiuntiva», sostanzialmente strizzando l’occhio a CIE e SPID, ormai sostituibili anche all’olio per cucinare. ⁽⁾ L’unico caso in cui il problema si presenterebbe in modo “serio” sarebbe nei sistemi di gestione della raccolta differenziata di comuni che utilizzano la CNS come unico sistema di identificazione, ma capiamo benissimo che un problema non è, al punto da essere una condizione “non a norma”, stando al cosiddetto Codice dell’amministrazione digitale. ⁽⁾ Ma c’è di più. Tale disguido può essere ovviato prorogando la validità della tessera sanitaria fino al 31 dicembre 2023 «anche se riporta sul fronte una data di validità già scaduta»: ovviamente è una procedura più complessa, ma nell’era di internet essere ignoranti è una scelta. ⁽
In conclusione, crediamo davvero che i chip siano una componente così insostituibile? Secondo il blog AgendaDigitale infatti «Il consiglio, per cittadini e Pubbliche Amministrazioni, rimane quello di abbandonare il sistema CNS, complesso e - come si vede – fortemente legato alla componente “hardware” e passare al sistema SPID, che, funzionando su sola base software e online, è meno farraginoso e più resiliente». Detto, fatto. Così oltre ad abbattere i costi, viene servita su un piatto d’argento l’opportunità di totale abbandono dei servizi “semi-analogici”. Chissà, magari usando la nostra impronta digitale o direttamente i nostri parametri biometrici; oppure, questo è un modo maldestro per ottimizzare le risorse per i futuri apparecchi elettronici. O forse entrambe le cose. @thearticolist
9 milioni di italiani a rischio di «povertà energetica»

✑ Quando al G20 Joe Biden disse a Mario Draghi di aver fatto un «lavoro straordinario» ⁽¹⁾ intendeva proprio questo: ridurre in povertà relativa e assoluta il tasso più alto possibile degli italiani. Sulla base degli ultimi dati disponibili nel Rapporto Oipe 2020 e sui dati ISTAT, la CGIA di Mestre stima ⁽²⁾ che a patire le scelte ormai sempre più grottesche del Governo saranno ben in nove milioni di italiani, seppure è chiaro che si tratti di un dato sottostimato.

🔎 Ma cosa significa «povertà energetica»? Secondo l’elaborazione della CGIA ⁽³⁾ saranno i nuclei famigliari che non sono e/o saranno in grado di utilizzare con regolarità l’impianto di riscaldamento in inverno e di raffreddamento in estate e che non dispongono o utilizzano saltuariamente gli elettrodomestici ad elevato consumo di energia elettrica come: asciugatrici, aspirapolvere, forni elettrici e a microonde, lavastoviglie, eccetera. ⁽

Nel Mezzogiorno questa condizione sembra essere la più elevata d’Italia interessando tra il 24% e il 36% di tutti i residenti: un dato spaventoso. Sempre secondo il rapporto, la regione che ha il tasso più alto di famiglie in difficoltà è la Campania e stiamo parlando di una mole esorbitante: tra le 519mila e 779mila famiglie. ⁽⁾ Non a caso, la protesta che vede centinaia di cittadini del movimento 7 Novembre bruciare le bollette l’abbiamo vista tutti. ⁽⁾ Al secondo posto di questa straziante classifica troviamo la Sicilia, tra le 481mila e le 722mila famiglie e al terzo posto abbiamo la Calabria, che presenta un range tra i 191mila e i 287mila nuclei famigliari. ⁽

Al centro e a Nord della penisola la cosiddetta povertà energetica sembra essere ridotta, con un’incidenza tra il 6% e il 10% delle famiglie coinvolte. La regione meno colpita dalla “povertà energetica” sarà il Trentino Alto Adige, colpendo tra le 27mila e le 46mila famiglie; al secondo posto troviamo la Toscana con un tasso tra le 98mila e le 163mila famiglie colpite e al terzo posto troviamo l’Emilia-Romagna, con un range tra i 120mila e 201mila nuclei famigliari colpiti. ⁽

Jens Stoltenberg lo diceva che sarebbe stato un «inverno duro» per aver sostenuto l’Ucraina. ⁽
Adesso vogliamo proprio vedere quanti continueranno a mettere la bandierina giallo-blu nel proprio nickname sui social, quando il freddo peggiorerà la condizione di salute dei propri cari. Ecco: adesso relazioniamo questo fattore a tutte le persone residenti in Europa e diteci se non era meglio una resa incondizionata dell’Ucraina. In conclusione, se c’è una cosa di cui molti si dicono sicuri è che agli italiani puoi toccargli tutto tranne che la casa e i propri risparmi: il vero target di queste crisi artificiali. ⁽¹⁰⁾, ⁽¹¹⁾ Ci auguriamo che questa credenza sia vera perché se continuiamo così, assisteremo a un’enorme deindustrializzazione del Bel Paese, ⁽¹²⁾ forse la più grande e veloce della storia. @thearticolist
#CITAZIONI 💬

✑ Quella di Dario Fo è stata una figura controversa ⁽¹⁾, ⁽²⁾ nel panorama intellettuale italiano e mondiale. Chissà perché i Premi Nobel vengono conferiti soltanto a personaggi di questo calibro. Riferendosi alla proibizione da parte della Chiesa delle traduzioni in volgare della Bibbia, in modo voluto o meno, Fo è riuscito a far immortalare questa sua frase dando spazio ad interpretazioni più distanti dal significato originario e noi avremmo qualcosa da dire a riguardo. Oggi il potere non ha più bisogno di bruciare libri per fermare la conoscenza: nella maggior parte dei casi basta un pulsante. Oggi il potere si serve della censura attraverso il controllo totale sui media. Ci sono però altri arnesi che svolgono un lavoro eccellente in tal senso, e stiamo parlando dei “disturbatori”. I disturbatori sono coloro che volontariamente impediscono la diffusione della verità usando la manipolazione delle parole: il loro unico scopo è distorcerla.
Una svolta “inaspettata”

✑ Inaspettata per davvero. Ormai siamo abituati alle minimizzazioni da parte del mainstream di fatti inoppugnabili: stavolta però, sembra esserci stata un’inversione di rotta in tal senso. Su ilGiornale, quotidiano diretto dal non-amatissimo Augusto Minzolini, ha approvato un articolo che senza “ma” e senza “però”, delinea le responsabilità degli speculatori sul mercato del gas. Infatti, viene riportato che nella giornata in cui l'Europa e il G7 hanno starnazzaro sul price-cap per petrolio e gas, c’è una voce - per una volta - dissonante e proviene dall'amministratore delegato di Enel, Francesco Starace. «Bisogna mettere un tetto alla volatilità dell'indice TTF che ormai non riflette più da un bel po' la tensione tra domanda e offerta ma è diventato una valvola di sfogo sulla percentuale di rischi geopolitici». ⁽¹⁾ Insomma… è quello che chiameremmo “l’elefante nella stanza”. @thearticolist
Il fact-checking di BUTAC difende la (ahinoi) Premier Liz Truss

✑ Avendoci dedicato un post ⁽¹⁾ a riguardo, mi sono sentito preso in causa. Oggi parlerò di un articolo ⁽²⁾ apparso su BUTAC: noto blog che in molti casi riesce, quasi con maestria, a demistificare le cosiddette “bufale” diffuse sul Web, ma a volte non proprio. Riguardo l’articolo in questione, sono d’accordo con l’intento di disaminare il sensazionalismo dis/misinformatore come quello diffuso dalla stampa britannica, russa e certi blog che hanno poco a cuore la realtà dei fatti, ma permettetemi di fare alcune doverose precisazioni sul post a firma di Michelangelo Coltelli. Prima di tutto, molto banale, c’è un errore di battitura verso la fine di questa frase: «sui media in tanti […] stanno commentando […] quella che dovrebbe essere la dichiarazione del nuovo Primo ministro britannico sull’uso della armi nucleari» che invito a correggere. Seconda cosa, c’è della misinformazione nella traduzione della domanda di John Pieenar a Liz Truss: quelle che lui chiama «letters of last resort» non si chiamano «lettere di ultima RISORSA» come riportate da maicolengel, ma lettere di ultima ISTANZA. ⁽³⁾ Pieenar si riferisce in gergo militare, ovviamente. Poi vabbè… riportare la traduzione scrivendo «barca» del Tridente non lo ritengo un errore, ma di certo una presentazione del tutto informale di uno dei programmi di deterrenza nucleare più influenti al mondo. ⁽⁾ Infine, parer mio personale, ritengo opinabile il ragionamento fatto verso la fine, ovvero che quella di Truss fosse stata «la risposta che ci si deve aspettare da un politico durante una tribuna elettorale dove deve convincere la gente che lei è la migliore candidata possibile». Il conduttore è stato piuttosto chiaro: tant’è che con volto divertito dalla risposta, le replica che «ho chiesto come la farebbe sentire». Truss, oscillando durante gli applausi e balbettando ⁽⁾ nella seconda risposta, non ha per due volte risposto alla domanda di Pieenar: saremo d’accordo sul fatto che balbettare non sia il miglior modo di rispondere. Aver ribadito lo stesso concetto ma con meno parole, oscillando in quel modo e con quel gesto di mani, è secondo me indice di disagio, o perlomeno segnale di una Truss differente dalla quella che ha risposto alla prima domanda. Ci siamo poi accorti che la questione di premere il “bottone rosso” sia un po’ più complessa di quanto presentata sia dalla tribuna politica che da BUTAC: infatti, il capitano del Tridente, in ottemperanza ai Trattati internazionali (tra cui il Codice di Norimberga) risulta a tutti gli effetti essere l’unico diretto responsabile. ⁽
In conclusione c’è un’altra affermazione che ritengo anch’essa opinabile. Ovvero che «chiunque si fosse presentato come candidato al ruolo e si fosse trovato di fronte una domanda del genere avrebbe risposto in maniera simile, se davvero interessato a ricoprire la posizione»: e che dobbiamo fare, fidarci a occhi chiusi di BUTAC? Hanno mai fatto una domanda del genere agli altri aspiranti Premier nel corso degli anni nelle tribune politiche? E come hanno risposto? Perché non è riportato? E perché anziché riportarlo, dovrei fidarmi di un’affermazione non suffragata da fonti? Ma poi, era davvero l’unica risposta? Io ne avrei molte altre per stupire in modo del tutto politico: per esempio ribadire i lati positivi e negativi (seppur inesistenti) di una scelta del genere per rassicurare la folla. Oppure, utilizzare come cavallo di battaglia il malcontento dei cittadini CONTRO l’utilizzo di armi nucleari per rimodellare la struttura esecutiva stessa della Royal Navy: in un colpo solo avrebbe anteposto la sua figura di leader progressista a misure antiquate (applaudire per non essere gli unici annichiliti è obiettivamente orwelliano) e utilizzato il malcontento, testimoniato dal sondaggio del CND. ⁽⁾ O sono un genio, o c’è qualcosa che non va in quanto affermato da Coltelli. Gradirei una sua replica, anziché essere attaccato da qualche disturbatore ⁽⁾ che ultimamente prendono di mira i nostri colleghi. @thearticolist
Le strane affermazioni di Valentina Nappi

✑ Tutto ci saremmo aspettati, tranne che avremmo parlato di un personaggio del genere. Purtroppo però - o per fortuna - questo lavoro ha anche i suoi difetti. Premessa: da quanto abbiamo trovato sul Web ed essendo del personalissimo parere che certi ragionamenti non possano davvero essere prodotti dalla mente umana, siamo dell’idea che Valentina Nappi - nella migliore delle ipotesi - abbia queste uscite solo ed esclusivamente per far parlare di sé: il fallo della fama sfiora tanto quanto basta per produrre risultati come quelli di cui andremo a parlare. Riporteremo una serie di tweet estremamente controversi a firma della pornoattrice, che per l’occasione rinomineremo Valentina Nep, figura pseudo-politica con una strana avversione allo sviluppo convenzionale dei bambini. Il primo tweet, degno del pensiero di una creatura bicefala Lenin-Stalin, recita che «I bambini non dovrebbero essere educati dai genitori o da piccole comunità, ma dallo Stato. Stato che non dovrebbe essere laico ma ateo, cioè dovrebbe avere come principi costituzionali l’ateismo di stato, il razionalismo radicale e il positivismo». ⁽¹⁾ Un’utente ha commentato «Lasciate stare i bambini, depravati», ⁽²⁾ che permetteci, sarebbe anche l’ora. Alche Nep sottolinea che «L’educazione dei bambini è politica. Anche quella dei tuoi figli lo è, e pertanto è affar mio. L’educazione dei tuoi figli è anche affar mio, la devo decider anche io». ⁽³⁾ Insomma, una di quelle belle stoccate alla dignità umana cui lei è più che abituata a scambiare con i propri interlocutori. Mettendo in secondo piano chimere sovietiche ma strizzando l’occhio all’eugenetica nazista, ci tuffiamo nel Mondo Nuovo di Huxley, dove la proposta della pornoattrice è spaventosamente analoga all’atmosfera proposta nel celebre romanzo, con l’aggiunta però di connotazioni edoniste. Infatti, Nep sembra ambire a un mondo dove: «eliminiamo il parto naturale, facciamo nascere tutti i bambini (in numero deciso dallo stato) in uteri artificiali a partire da embrioni con la migliore genetica (e una certa variabilità). I bambini non avranno famiglia e saranno educati da pedagoghi e IA in resort di lusso». ⁽⁾ Breve commento: indecente. @thearticolist
Protestare ‘all’olandese paga (?)

✑ Tralasciando l’Operazione London Bridge ⁽¹⁾, ⁽²⁾ forse questa è una delle poche buone notizie di questa settimana. L’estate volge al termine ed eravamo quasi certi che le proteste in Olanda di cui abbiamo parlato anche noi in un post ⁽³⁾ fossero finite nel dimenticatoio: ebbene ci sbagliamo. Ricapitolando: l’imponente, nonché caratteristico settore agricolo dei Paesi Bassi è a rischio estinzione dal momento in cui una sentenza del 29 Maggio 2019 ⁽⁾ ha costretto, diciamo, il Governo olandese a ridurre drasticamente le emissioni del “famigerato” ossido di azoto e ammoniaca, questi presuntivamente prodotti dal bestiame. I presupposti, le logiche, lo schieramento ideologico e la soluzione a questo problema si sono rivelati sin da subito antiscientifici, avallando gli interessi della casta economica e andando contro l’interesse popolare. ⁽⁾, ⁽⁾ Le proteste degli agricoltori sembrano aver prodotto un risultato: le dimissioni del Ministro all’Agricoltura Henk Stanghouver, proprio quel ministro a cui è stata irrorata casa del letame proveniente dal bestiame che voleva abbattere. ⁽⁾ Davvero simbolico. Con un breve comunicato su Twitter, l’ormai ex ministro dichiara che «Sono giunto alla conclusione che attualmente non sono la persona giusta per guidare i principali compiti dell'agricoltura, dell'orticoltura e della pesca come ministro. Per questo motivo, mi dimetto da Ministro dell'agricoltura, della natura e della qualità degli alimenti». ⁽⁾ Senz’altro le dimissioni del ministro non sono risolutive perché proprio in questi giorni ci viene ricordato come funziona: morta una regina si fa un altro re. Tuttavia, questa vicenda suggerisce che quando gli individui acquisiscono consapevolezza e si uniscono difendendosi dal nemico comune, le cose possono cambiare. E cosa ancora più importante, non necessariamente rappresentati da qualcuno. @thearticolist
Archiviate le responsabilità sulla violazione delle restrizioni Covid del “famoso” concerto di Salmo

✑ Nessun artista è un ribelle. Anzi, è più probabile che tra un po’ ce li ritroveremo in Senato. Il 13 Agosto 2021 Salmo, rapper sardo, allestì un concerto gratuito non autorizzato. La Procura di Olbia gli contestò la “presunta” violazione delle norme del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, con l’ipotesi di reato della violazione delle misure per la prevenzione del Covid-19, dalle immagini più che palese: cosa senz’altro ben gradita. Chi conosce da più vicino il mondo della musica e dello spettacolo sa benissimo come funziona e il periodo Covid ce lo ha mostrato in tutta la sua brutalità. Molte sono state le critiche ⁽¹⁾, ⁽²⁾ al rapper: spicca tra tutte quella di Fedez - con una certa connotazione piddina - che criticò il concerto dicendo: «Sfruttare la nostra condizione di privilegio, aggirare le regole per soddisfare capricci personali non aiuta [...] Avete sputato in faccia a migliaia di onesti lavoratori dello spettacolo che quest’anno cercano di tirare avanti facendo sacrifici, rispettando le regole» e che «Contribuire ad alzare il livello di rischio sanitario di una regione sostenendo pure di farlo per aiutarla non fa di te un artista, fa di te un narcisista e anche del tipo più pericoloso, perché evidenzia che in te mancano l’empatia e la maturità necessarie per difendere la collettività». ⁽³⁾ FedEnrico Letta, insomma. Alche Salmo replica agli artisti di Stato, sostanzialmente, che «Ad agosto il centro di Olbia è sempre affollato esattamente come le spiagge, gli assembramenti per la finale degli Europei andavano bene, il mio concerto gratuito no. Ora avete una persona con cui prendervela. Non definitevi artisti se poi non avete le palle di infrangere le regole [...] potevo andare a farmi la vacanza come Fedez invece sono sceso per strada e ho detto la mia. Se avessi voluto seguire le regole non avrei fatto l’artista». ⁽⁾ Questo ragionamento ci sembrò, per un attimo, quasi schierato dalla nostra parte ma è pura illusione. Infatti, Salmo è colui che prima di cominciare il concerto ha letto una lettera diretta allo “Stato” dove ha inneggiato ai vaccini anti-Covid. «Negli altri Paesi fanno concerti con centomila persone, perché sono tutti vaccinati. Come facciamo a spiegare che l’unico modo per tornare alla normalità è vaccinarsi?». ⁽⁾ L’unico modo per tornare alla normalità è vaccinarsi. Non l’avete già sentita? Bene. Poi, avviene lo sdoganamento della paura, ovvero che «Abbiamo paura che nel vaccino ci siano dei microchip per controllarci ma in realtà siamo già controllati: dai cellulari, per esempio. Abbiamo paura che nel vaccino ci sia veleno per topi, però ogni fine settimana ci beviamo anche l’acqua delle mozzarelle e ci buttiamo in corpo sostanze che boh, chi lo sa!» ⁽⁾ Da qui entra in gioco la politica. L’Assessore al Turismo del Comune di Olbia Marco Balata, rimase sorpreso sì, ma contento per un sol motivo, ovvero «per il messaggio importante: oggi parlare di vaccini ai giovani è argomento delicato, ma nessuno meglio di lui può aprire una breccia fra gli scettici. In fondo Olbia è casa sua, un piatto ogni tanto si merita di romperlo» ⁽⁾ Un piatto ogni tanto si merita di romperlo. Chissà se pensavano la stessa cosa di chi entrava nell’autobus per andare a lavoro ma senza mascherina. A ogni modo e non a caso, il grande trambusto scatenato dai fatti del 13 Agosto 2021 si sono conclusi con una multa da «solo» 5.000€ per l’artista solo per non aver comunicato lo svolgersi dell’evento. ⁽⁾ E la violazione delle norme Covid? Sparita. È chiaro dunque, che in buona o cattiva fede, Salmo con quella lettera pagò una clausola allo Stato. Nessun problema: se non fosse per il fatto che nello stesso momento lo contestava. @thearticolist
#CITAZIONI 💬

✑ Più attuale che mai, Agosti evidenzia come la definizione di essere “schiavi” si relega, prima di tutto, a una condizione mentale: ovvero, non essere in grado riconoscere cosa significhi essere liberi, portandoci a difendere quella falsa sensazione di sicurezza che, guarda caso, soltanto chi apparentemente “è” più di noi può darci. Certo, come è difficile trovare soluzioni per fuggire dalla “ruota” è anche difficilissimo immaginare cosa significhi essere liberi, dato che con tutte le probabilità non lo siamo mai stati. Ma non è impensabile. Davvero possiamo ritenere impossibile un mondo diverso da quello che viviamo oggi?
Rigassificator Calenda

✑ A volte ci fermiamo a pensare e siamo sempre più convinti del fatto che la differenza tra il termine “clown” e “politico” sia sempre più sottile. Stavolta però la differenza è impercettibile e rideremmo a crepapelle, se non fosse per la gravità di quanto affermato. La protagonista di questo post è un’affermazione di Carlo Calenda al Forum Ambrosetti di Cernobbio. Tralasciando il fatto di risultare un vero e proprio ventriloquo ‘draghiano e la soffocante propaganda politica, Calenda ha tirato in ballo il suo punto di vista riguardo i rigassificatori. È stato infatti molto chiaro: «Di rigassificatori ne servono tre: uno a Ravenna, uno a Piombino e l’altro al Sud. E se non si riescono a fare perché c’è una opposizione, ricordo che a un certo punto si militarizza e si fanno fare lo stesso». ⁽¹⁾ Davvero strano, data la vicenda del 2016. ⁽²⁾ Prima che il significato del termine “militarizzare” venga trasformato dalla Crusca in qualcosa di politically-correct oggi significa, letteralmente, «sottoporre temporaneamente, in tempo di guerra, cittadini o enti alla disciplina militare» e/od «organizzare secondo metodi militari, dare un carattere o imporre uno spirito militare». ⁽³
Adesso colleghiamo i punti con quanto voluto da Cingolani circa l’esenzione da controlli del rigassificatore di Piombino. ⁽⁾ e titoli come “la guerra del gas”. ⁽⁾ Con riferimento a Washington, ovviamente. ⁽⁾ Leggiamo sempre le stesse cose: una situazione di assoluta emergenza e l’impossibilità di fare altrimenti. Speriamo davvero in uno di quei risvegli collettivi, seppure fantozziani.
Specialità del giorno: pasta alla geopolitica!

✑ Son giorni che leggiamo circa il “consiglio” del Premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi: già tremendamente ligio a norme e diktat governativi sul Covid prima ⁽¹⁾, ⁽²⁾ e sponsor per i “vaccini” anti-Covid poi, ⁽³⁾ questi dati bastano e avanzano per delineare la caratura del personaggio. Fa notizia sui quotidiani la pasta a cottura passiva ⁽⁾ ma sui social Parisi si divincola dicendo di aver soltanto rilanciato le affermazioni di Dario Bressanini. ⁽⁾ Quest’ultimo ha poi recentemente pubblicato un video nominato “PastaGate”. ⁽
In sostanza, un vero e proprio caso da cronaca rosa dove tutti hanno da guadagnarci, essendo investiti di enorme visibilità: nella migliore delle ipotesi, per intenderci. C’è qualcosa in tutta questa storia che ci fa sorridere ed è la passività. Ovviamente, non quella della cottura della pasta - tecnica che noi dello staff non abbiamo mai provato che però sembra funzionare, nonostante abbia dei limiti in termini di formato e qualità⁾, ⁽⁾ - ma la passività tanto intellettuale quanto morale di questi due cervelloni. È davvero possibile credere che gli effetti delle speculazioni ⁽⁾ e di sanzioni pressoché inutili ⁽¹⁰⁾ possano essere mitigati cuocendo la pasta a fuoco spento? Ridicolo. Incredibilmente ridicolo. Sarebbe carino invece, se entrambi si mettessero a fare il VERO punto della situazione. Abbiamo poi trovato interessanti le dichiarazioni del pastificio Setaro, che replica alla proposta rilanciata da Parisi e Bressanini: «spegnere l'acqua dopo l'ebollizione non è idoneo per il nostro prodotto. Ne pagherebbe la qualità. Se proprio volete risparmiare fatelo in un altro modo, ossia comprando prodotti 100% italiani, con semola italiana e produzione locale, cosi si abbattono i costi di trasporto che tanto pesano sul costo del prodotto finale». ⁽¹¹@thearticolist
La maggior parte degli italiani non vuole che si continui con le sanzioni alla Russia

✑ Stando al sondaggio svolto da Termometro Politico ⁽¹⁾ con 5.500 interviste raccolte tra il 30 Agosto e il 2 Settembre 2022 e realizzato con il metodo CAWI ⁽²⁾ la metà degli italiani sembrano averne le bombole piene delle cosiddette sanzioni alla Russia, che però ben sappiamo c’entrano in modo relativo. ⁽³⁾ Alla domanda:
Difronte all’impennata del prezzo del gas e dell’inflazione, secondo lei si dovrebbero togliere le sanzioni alla Russia?

• Il 24,2% ha risposto: “No, vorrebbe dire cedere a un ricatto. Anzi, dovremmo essere più duri con Mosca”;
• Il 19,8% ha risposto: “No, sarebbe un cedimento. Le sanzioni devono rimanere al livello attuale”;
• Il 23,1% ha risposto: “Sì, è stato comprensibile a Febbraio reagire all’invasione dell’Ucraina, ma ora è meglio rivedere l’atteggiamento verso la Russia”;
• Il 28% ha risposto: “Sì, non avremmo dovuto imporre alcuna sanzione alla Russia”.
• il 4,9% ha risposto: “Non so/non ho intenzione di rispondere”.

Al netto degli astenuti, strumentalizzazioni politiche e ideologiche o eventuali conflitti d’interesse - caratteristiche che spesso rendono i sondaggi (soprattutto politici) poco attendibili - questo sondaggio, se genuino, dimostra che non è necessario essere “filo-russi” o “pro-Putin” per essere contrari alle politiche atlantiste, a meno che il 51,1% degli intervistati fossero “agenti del Cremlino” sotto copertura. @thearticolist
La legge si schiera con le “linee guida della Community”

✑ Non è che fosse una novità, ma oggi ne abbiamo la conferma assoluta. Attraverso l’ordinanza 1811 (che non siamo riusciti a trovare) il tribunale di Varese ha stabilito che i social network, in questo caso riferendosi a Facebook, possono sospendere gli account e rimuovere contenuti che veicolano, secondo le grandi big tech, la “disinformazione” in materia sanitaria. Insomma… sappiamo benissimo che per Big Data la “disinformazione” è qualsiasi versione all’infuori degli “Standard della Community” ⁽¹⁾, ⁽²⁾ ma diamo un’occhiata al caso in questione. L’8 Settembre salta fuori su IlSole24Ore, giornale partecipato da Confindustria, un articolo a firma di Marisa Marraffino titolato: “Facebook può cancellare i post no vax e sospendere gli account”. ⁽³⁾ L’articolo in questione evidenzia “l’inusuale” presa di posizione, raccontata come «una pronuncia che sembra andare controcorrente rispetto ai tanti precedenti giurisprudenziali intervenuti a tutela degli utenti ingiustamente bannati dal social network. In questo caso, però, il Tribunale è più rigido, perché – precisa – i diritti degli utenti trovano precisi limiti a fronte di situazioni di emergenza e di rischio». I diritti degli utenti trovano precisi limiti a fronte di situazioni di emergenza e di rischio. Non serviva altro. Ecco: ora immaginiamo se attraverso la strumentalizzazione dei fatti tu e gli amici tuoi generate uno scenario emergenziale e poi stabilite tutti insieme quali sono le regole ⁽⁾ da rispettare nel tuo spazio privato, che ormai accoglie centinaia di milioni di persone. Giustamente è casa tua e puoi fare quel che ti pare: il problema sono le persone che accettano le tue regole senza leggersele e poi pensano che puoi dargli opportunità o ancor peggio, che sei una brava persona. L’articolo de IlSole conclude raccontando le precise dinamiche, che vede una donna che «ha condiviso sul proprio profilo Facebook il video di una parlamentare che definiva i vaccini contro il Covid-19 come iniezioni letali e aveva incoraggiato gli altri utenti a rifiutare la somministrazione. La donna, che in precedenza aveva già condiviso contenuti contro i vaccini, non ha commentato il discorso della parlamentare ma lo ha condiviso anche nel gruppo che amministrava». Poi, Il social network «ha prima rimosso il post e poi sospeso l’account della donna per 30 giorni, bloccando la sua partecipazione ai gruppi. Per Facebook, infatti, i contenuti violavano le condizioni contrattuali (accettate dall’utente al momento della registrazione), che, tra l’altro,vietano la pubblicazione di contenuti dannosi e informazioni false sul Covid-19, perché pericolosi per la salute pubblica». Insomma: nulla di nuovo. Quello che stupisce è la pronuncia del tribunale italiano, che oggi si mostra totalmente in linea con delle aziende private che seguono i servizi d’intelligence statunitensi. ⁽⁾, ⁽⁾, ⁽⁾ Ovviamente, ciò costituisce un precedente importantissimo. La soluzione? Leggere i Termini&Condizioni di questi servizi e farsi la propria personalissima idea se continuare ad alimentare queste bestie virtuali. @thearticolist
Pensavate davvero di cavarvela con la stufa a legna (senza violare la legge) quest’inverno?

✑ Proprio così. A causa delle sopravvalutate ⁽¹⁾ politiche belliciste di quei disgraziati che ci governano ⁽²⁾ e degli speculatori sui mercati delle materie prime ⁽³⁾ il costo medio mensile della bolletta per famiglia europea sarà di circa 600€, ⁽⁾ stando a un rapporto ⁽⁾ di Goldman Sachs: non che sia la fonte della verità, certo; ma possiamo dire che la suddetta abbia un ruolo fondamentale nel comparto energetico all’interno della zona atlantica, se non in tutto il mondo. ⁽⁾ Ebbene… al netto di queste considerazioni un dato sembrerebbe essere chiaro, benché logico: superata una certa soglia di spesa, delle famiglie non riusciranno a mantenere lo stile di vita che avevano gli anni precedenti. Proprio qualche giorno fa avevamo parlato del rapporto CGIA circa l’imminente «povertà energetica». ⁽⁾ Addirittura sottostimato, tra l’altro. Ci auguriamo davvero che non sia così. Per chi avesse appunto pensato di risolvere con la tradizionale stufa a legna e/o camino dovrà ricredersi: soprattutto in Nord-Italia abbiamo letto delle norme che se ieri sembravano ragionevoli, oggi definire folli è poco. Si parla di multe da 500 a 5.000€ per chi accende un camino non a norma anche con qualche ‘zeppetto. ⁽⁾ Ci immaginiamo la nonnina con l’artrosi nel mentre che userà la stufa a legna per scaldarsi e gli agenti delle forze dell’ordine, a quanto pare autorizzati ai controlli a campione ⁽⁾ la multeranno e sarà così costretta a spegnere il fuoco? Le condizioni di salute peggioreranno e sarà costretta a recarsi presso strutture sanitarie sempre più al collasso. ⁽¹⁰⁾ Cosa risponderà un fact-checker a una domanda del genere? Ma è ovvio: “avrebbe potuto fare la scelta di investire su sé stessa acquistando una stufa a norma”. Giusto? A volte ci chiediamo se l’inferno tanto raccontato nel mito altro non è che il mondo in cui viviamo. @thearticolist
The Articolist
Archiviate le responsabilità sulla violazione delle restrizioni Covid del “famoso” concerto di Salmo ⇱ ✑ Nessun artista è un ribelle. Anzi, è più probabile che tra un po’ ce li ritroveremo in Senato. Il 13 Agosto 2021 Salmo, rapper sardo, allestì un concerto…
«Onore a Salmo per la disobbedienza, la coerenza e il coraggio»

✑ Per noi de The Articolist scrivere questo post è un colpo al cuore, ma doveroso. Questa è una mia personale lettera aperta a @MatteoGracis che è stato ed è tutt’oggi una di quelle poche persone che tengono il punto della situazione, dal periodo pandemico al conflitto russo-ucraino e di sicuro lo farà anche in futuro: di questo gliene do e darò sempre atto. Matteo - oltre a pochi altri - è stata per me una fonte d’ispirazione, una tra le figure che mi hanno portato a pensare una realtà come la nostra. Senza girarci attorno, c’è un post sul suo canale Telegram che mi ha lasciato interdetto. Ha infatti postato un link de @lindipendente, testata giornalistica di cui risulta essere il fondatore. ⁽¹⁾ Il link contiene un articolo riguardo l’archiviazione delle violazioni delle norme di pubblica sicurezza del concerto di Salmo ad Agosto 2021: articolo che abbiamo letto e inserito tra le fonti nel pezzo che abbiamo dedicato alla stessa vicenda. ⁽²⁾ Ciò che mi era sfuggito è il commento di Gracis, ovvero «Un salutone ai vari Fedez, J.vAx, Pelù, Maneskin e compagnia cantante (il 99% degli "artisti" italiani) che sono stati zitti e buoni, a cuccia e testa bassa, ubbidienti e agli ordini dell'establishment nonché sostenitori accaniti del lascia passare come strumento per "tornare a suonare". Canzoni piene di ribellione, rock e anti-sistema... nella realtà marionette al servizio delle élite». E fin qui caro Matteo, son più che d’accordo con te: basti vedere con quali case discografiche i suddetti hanno firmato contratto: le stesse. ⁽³⁾, ⁽⁾, ⁽⁾, ⁽⁾ È l’ultima parte del tuo commento che non posso non opinare, tanto da meritarsi il titolo di questo post: «onore a Salmo per la disobbedienza, la coerenza e il coraggio». ⁽⁾ Da quest’affermazione si deduce che Salmo sia per te una figura rispettabile, perché disobbediente. Domanda: un disobbediente è colui che firma contratti per la stessa casa discografica ⁽⁾ che ingloba tutti gli artisti da te citati, oppure qualcuno come @poviaofficial? Che piaccia o meno sono gusti, ma per me essere disobbedienti all’establishment è senz’altro più evidente nel secondo caso. Disobbediente è chi pronuncia frasi come «il vaccino è l’unico modo per ritornare alla normalità»? Lo ha detto Salmo prima di cominciare il concerto, leggendo una lettera al cosiddetto ‘Stato. ⁽⁾ Oppure, disobbediente è qualcuno simpatizzato dai politici locali come ha fatto l’Assessore al Turismo di Olbia che ringrazia Salmo per «il messaggio importante: oggi parlare di vaccini ai giovani è argomento delicato, ma nessuno meglio di lui può aprire una breccia fra gli scettici. In fondo Olbia è casa sua, un piatto ogni tanto si merita di romperlo»? ⁽¹⁰⁾ Tutto ciò è accaduto durante e all’indomani dei fatti del 13 Agosto 2021, riportato in un nostro post. ⁽¹¹⁾ Sono sicuro che se fossi stato a conoscenza di questi fatti non avresti così stima del rapper sardo: soprattutto se predichi sul Web di informarsi in modo adeguato. Lo scopo di questo post non è quello di attaccarti, ledendo la tua immagine o quella de L’Indipendente che entrambi stimo e rispetto, nonostante la diversità di vedute. Lo scopo di questo post è di testare la tua onestà intellettuale. Proprio in un tuo post ti sei chiesto “dov’è finito il giornalismo” in cui sottolinei il ruolo del giornalista: quello di «verificare e riportare i fatti», di non «imporre la propria opinione ma di limitarsi a informare» perché il giornalismo, a tuo dire, non proverà mai a «convincervi di qualcosa»: due capisaldi che, parer personale, hai infranto. Resterebbe il terzo, ovvero che «se si sbaglia bisogna rettificare» precisando che «sbagliare è umano» e «può succedere», concludendo che «se capita bisogna correggere, aggiornare» e «chiedere scusa». ⁽¹²⁾ Nulla di più vero infatti. Salmo non merita onore perché chi disobbedisce lo fa contro tutto il sistema, non solo a una sua parte. Tutto il resto è opposizione controllata: consapevole o non. Matteo, ti seguono in 100.000 persone. Conto su una tua risposta. @thearticolist
Mobilitazione parziale in Russia: deterrente geopolitico o adesso si comincia a fare sul serio?

✑ Vladimir Putin in un discorso alla TV nazionale ⁽¹⁾ ha annunciato la mobilitazione parziale, che consiste nel richiamo di oltre 300.000 riservisti, ovvero uomini che hanno prestato servizio militare nella regione russa, questi incaricati di presidiare le zone sotto il controllo russo in Ucraina. È la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale, segnando l’imminente passaggio da ciò che fino a ieri era stata considerata una «operazione militare speciale» a una dichiarazione di guerra vera e propria. Ciò significa che se prima risultasse logico credere che fosse negli interessi della Russia consolidare il proprio dominio nei territori conquistati e mantenendoli tali durante tutta la stagione invernale, da oggi 21 Settembre la situazione sarà precipitosamente conclusiva. È difficile capire cosa accadrà, pur tuttavia balzandoci sotto al naso un dato di fatto: ci sono altissime probabilità che l’Ucraina sarà destinata a soccombere sanguinosamente e il motivo lo si deve a Washington. E a tutti quelli che gli sono andati appresso. @thearticolist
Il cono “elettorale”

✑ Il punto di questo post non sarà tanto quello di opinare le squadriglie del voto e il non-voto perché ne abbiamo già parlato - con largo anticipo - quasi due mesi fa. ⁽¹⁾ Lo scopo di questo post è di rammentare come e quali sono gli stratagemmi che il potere usa per ottenere un determinato effetto, in questo caso con gli stessi mezzi. La Gelateria “Tichetta” ha avuto in mente un’iniziativa commerciale dal nome “cono elettorale”: porti la scheda elettorale compilata e hai diritto a uno sconto di un euro. Quest’idea, se vista dalla punta dell’iceberg può risultare gradevole e simpatica. Per noi che abbiamo già assistito a giochetti simili in cambio di un’iniezione, ⁽²⁾ non ce ne vogliate, ma ci risulta dannatamente grottesca. Da la Repubblica definita un’iniziativa «golosa» ⁽³⁾ proprio come se stesse sponsorizzando un prodotto, il proposito su cui si fonda il cono elettorale, peraltro ribadito anche dai titolari della gelateria (Martina Serravento e Mattia Altobelli) è uno soltanto: abbassare la percentuale di astensionismo. E forse anche un bel po’ di marketing. Infatti, stando ai summenzionati «Siamo sempre stati interessati al mondo della politica, all’aspetto sociale che c’è dietro. Il voto si può sbagliare ma è un diritto e ci piace incentivare, nel nostro piccolo, le persone a esercitare questo diritto al voto. Volevamo stimolare la partecipazione, per quanto possibile, lo abbiamo già fatto in alcune tornate elettorali». Le reazioni? «Le persone magari venivano un po’ perplesse con la scheda elettorale, ma è stato bello accoglierle». Sarebbe interessante avere conferma dai cittadini circa la veridicità di quanto detto, ovvero se anche negli anni scorsi questa gelateria fece questo tipo di operazioni di marketing. Oppure se i titolari della gelateria hanno avuto e/o hanno contatti diretti o indiretti col mondo politico essendo in grado di scremare eventuali conflitti d’interesse nel nostro giudizio finale, che senza dati alla mano rimane incompleto. In tal senso però sappiamo soltanto di una visitina di Franco Locatelli, incentivato dal fatto che la gelateria offrisse le quarte iniezioni di vaccino anti-Covid. «Venite a immunizzarvi col gelato di tichetta! 😅🙃👍👍», si legge in un post datato il primo di Aprile. ⁽⁾ E no, non è uno scherzo. @thearticolist
The Articolist
Il cono “elettorale” ⇱ ✑ Il punto di questo post non sarà tanto quello di opinare le squadriglie del voto e il non-voto perché ne abbiamo già parlato - con largo anticipo - quasi due mesi fa. ⁽¹⁾ Lo scopo di questo post è di rammentare come e quali sono gli…
La birra “elettorale”

✑ Credevamo che l’iniziativa commerciale della gelateria romana ⁽¹⁾ si trattasse soltanto di un caso isolato: siamo davvero degli ingenui. Se nei confronti della gelateria abbiamo avuto il dubbio che vi fossero condizionamenti di tipo politico, la birreria e uno dei giornali che la sponsorizza offrono degli indizi in più, ovvero che se la campagna elettorale alla quale tanto tiene la birreria non dovesse scalfire la roccia astensionista, almeno avrà i coperti pieni. ⁽²⁾ Onestà a parte, la logica è sempre la stessa: prima la tessera elettorale compilata, poi il prodotto gratuito o scontato. Ci ricorda qualcosa… ⁽³⁾ Secondo il titolare della birreria «Non chiederò certo ai clienti cosa abbiano votato, il punto non è certo questo: birra gratis purché abbiano esercitato il prezioso diritto di voto. Visto l'interesse molto basso in occasione delle ultime tornate elettorali ho ritenuto di contribuire a mio modo per richiamare l'importanza della libera espressione del consenso. La birra in omaggio – bionda o rossa a scelta del cliente, con un bel boccale da 25 cc – non sarà limitata ai residenti. Qualsiasi cittadino che abbia votato potrà venirmi a trovare, finché avrò birra domenica la distribuirò anche in questo modo. Con la consapevolezza che, in ogni caso, se un elettore non vuole recarsi alle urne non sarà certo una birra a convincerlo». ⁽⁾ Eh sì, non sarà mica per la tua ‘birrozza. Chissà se l’hai fatto anche durante le altre tornate elettorali. Sarebbe davvero interessante saperne di più: chiediamo ai cittadini di zona se negli anni precedenti avessero notato tutto questo gran interesse da parte della birreria verso il cosiddetto senso civico. Noi abbiamo già fatto le nostre ricerche e ci siamo fatti un’idea. In conclusione, le speculazioni possono essere tante ma ci rincuora il fatto che dopo il 25 di Settembre non troveremo altre “trovate” elettorali come questo duetto. Speriamo, ovviamente. @thearticolist
Quando l’auto elettrica NON conviene (e diventa un potenziale strumento di controllo): la piattaforma Enel X tocca 1€ per kWh

✑ Ancora oggi mi fa sorridere l’aneddoto dello zio di un mio vecchio amico, il quale riassunse egregiamente il rapporto tra istituzioni e cittadino: “che sia da un verso o dall’altro, il cetriolo ha sempre un simile diametro”. Da tatuarselo. Davvero. «Lavoriamo ogni giorno per sostenere la mobilità elettrica attraverso soluzioni flessibili, innovative e sostenibili. Per questo, malgrado il continuo aumento dei costi dell’energia, Enel X Way ha deciso di mantenere invariati i prezzi dei propri abbonamenti e della tariffa Pay-per-Use in AC. Verranno invece applicati nuovi prezzi per le ricariche DC a partire dall’8 ottobre». ⁽¹⁾ Già reduci da un altro ritocchino a Marzo ⁽²⁾ con questa ‘supercazzola ENEL fa capire che il mito dell’auto elettrica sostenibile inizia ad avere più “però” del previsto. Le ricariche (“lente”) in AC - e fino a 22 kW - restano ferme a 0,58€ al kWh. Quelle in corrente continua vengono invece raggruppate in due sole fasce di prezzo: le ricariche in DC (“veloci”) fino a 150 kW costeranno 0,89€/kWh; quelle HPC (“ultra-veloci”) oltre i 150 kW arrivano a 0,99€. Prima di questo cambio, le fasce erano tre: 0,68€ fino a 100 kW; 0,75€ fino a 150kW e 0,79€ per le HPC oltre i 150 kW. ⁽³⁾ Uno si chiederà: perché le auto elettriche possono diventare un potenziale strumento di controllo? Basti vedere quanto tempo possono arrivare a impiegare le auto elettriche a ricaricarsi: soprattutto l’enorme differenza che c’è tra la ricarica AC e DC. ⁽⁾, ⁽⁾ Bene: ora immaginiamo se tutti i cittadini italiani avessero un’auto elettrica. Dunque, se prima le auto elettriche - per quanto rendano superflue molte componenti delle auto a combustione - risultassero già rinomatamente insostenibili anche da chi promuove l’agenda climatica, ⁽⁾ ciò è oggi suffragato anche dalle dichiarazioni degli stessi colossi dell’industria automobilistica: tra cui il CEO di Stellantis ⁽⁾ e dal CEO di Toyota e presidente del Japan Automobile Manufacturers Association che, spingendosi oltre il politicamente corretto, ha definito il concetto di auto elettrica come «un business immaturo con costi energetici e sociali insostenibili». ⁽⁾ Morale: l’incentivo ad acquistare queste soluzioni “green” diventa sempre più opinabile. Infondo… cos’hanno mai avuto di green se non il nome, mero strumento della sporca propaganda ambientalista? @thearticolist
Primo di Ottobre la resa dei conti

✑ Proprio così. Le elezioni fatte qualche giorno prima di questa data sembrerebbero essere nient’altro che una strana coincidenza che salva le chiappe ai partiti politici che hanno corso alle elezioni il 25 di Settembre. Insomma, questa data sarà l’inizio del disastro economico e sociale che andremo a vedere nel corso dei prossimi mesi; pur tuttavia essendo necessari soltanto una manciata di giorni per capire sulla nostra pelle di cosa stiamo parlando. Infatti, da Sabato 1° Ottobre, il nostro supporto all’Ucraina ci ringrazierà con un costo di luce e gas per famiglie e attività che aumenterà abbastanza da far incazzare qualcuno di brutto: o questo è ciò che ci aspettiamo. Dal primo di Ottobre si aggiornerà il costo dell’energia deciso da ARERA che, eufemisticamente, adeguerà i costi delle tariffe per i consumatori. ⁽¹⁾ A proposito di ARERA: è proprio l’azienda che oggi ci dice che, in sostanza, la sicurezza sulle forniture di gas è finita. ⁽²@thearticolist