Tatiana Santi - Un ponte tra Italia e Russia
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Tatiana Santi, giornalista Italo-russa. Uno spazio di dialogo per costruire insieme un ponte di 3 mila chilometri, abbattendo stereotipi e pregiudizi.

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Storia di un #quadro

Non c'è niente di più interessante per me dei ritratti. Sono la fotografia di un tempo passato, dove degli occhi ti guardano fisso e ti emozionano oggi.

Vorrei dirvi due parole su uno dei miei quadri preferiti della Galleria Tretjakov.

"Ritratto di una contadina sconosciuta in costume russo"
di Ivan Argunov

L'abito etnograficamente accurato di una contadina della provincia di Mosca (un kokoshnik ricamato con fili d'oro, un sarafan rosso, una camicia bianca sottile, gioielli luminosi), così come l'ingenuità e l'assenza di ogni manierismo, parlano proprio dell'origine contadina del modello. I suoi lineamenti morbidi del viso, un sorriso amichevole, appena percettibile e una postura calma: tutto sottolinea la modestia, l'apertura e la gentilezza di una donna del popolo. Il ritratto si distingue per la chiarezza del disegno, la severità delle forme e il rapporto ponderato dei colori.

Questa tela è diventata un vero capolavoro della pittura russa del XVIII secolo.

Dettagli interessanti e molto russi:
📍kokoshnik: copricapo tradizionale russo delle ragazze. Potremmo definirlo come "una tiara russa". Si usa oggi nelle danze popolari.

📍sarafan: vestito tradizionale portato nell'antichità dalle contadine, ma usato anche nei giorni nostri. Prima veniva portato sopra ad una camicia bianca come nel quadro.

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Storia di un #quadro

Fra i dipinti più misteriosi e affascinanti della galleria Tretjakov vi è senz'altro la famosa "Sconosciuta" di Ivan Kramskoi del 1883.

Non sappiamo nulla di questa donna, ma il suo fascino con alle spalle un'innevata San Pietroburgo colpisce letteralmente tutti.

Vestita elegante, a focalizzare la nostra attenzione è la posa ovviamente, lo sguardo, le labbra piene e rosse, quelle ciglia e sopracciglia folte.

L'atteggiamento è orgoglioso, le perle e i tessuti meravigliosi.

Insomma, è fra i ritratti più misteriosi e magnetici di tutta la Galleria.

A voi cosa dice questo quadro?

Buona notte e sogni d'oro 🌚

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Storia di un #quadro

"Alla toletta" o "Al tavolo da toletta" (in russo За туалетом. Автопортрет) è un dipinto della pittrice russa Zinaida Evgen'evna Serebrjakova, realizzato nel 1909. Fa parte delle collezioni della galleria Tret'jakov di Mosca.

Tra il 1902 e 1903 trascorse un periodo in Italia. Viaggiò anche in Marocco.

Il quadro in foto è un autoritratto allo specchio: stupisce per i colori chiari, la luce e i dettagli, ma anche per la sua originalità, il sorriso.

Nel 1940, durante l'occupazione nazista della Francia Zinaida dovette rinunciare alla cittadinanza sovietica e divenne cittadina francese, fu solo dopo il disgelo ad opera di Chruščёv che il governo sovietico le permise di riprendere i contatti con la sua famiglia. Nel 1960, dopo 36 anni di separazione, fu finalmente permesso alla figlia Tat'jana di visitarla.

Zinaida Serebrjakova morì a Parigi il 19 settembre del 1967 all'età di 82 anni.

Che ve ne pare di questo quadro?
Sogni d'oro a tutti

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Vortice. Filipp Maliavin. 1906

Il dipinto "Vortice”, apparso nel 1906 alla terza mostra dell'”Unione degli artisti russi”, fece un'impressione sbalorditiva sul pubblico: “L'enorme tela di Maliavin abbaglia letteralmente... Qualcosa di elementare emana da queste potenti donne , correndo in un vortice di danza rapida. Come le eroine delle fiabe dei vecchi poemi epici russi.

I toni accesi e caldi dei colori, anch'essi come se corressero uno dopo l'altro in un folle vortice, sono inebrianti. L’imponente “vortice” affascina così tanto l’osservatore che il resto delle immagini rimangono completamente inosservate.

In una danza sfrenata, i tessuti colorati dei sarafan(tipici abiti russi) svolazzano, incorniciando i volti abbronzati delle ragazze del villaggio. Maliavin è affascinato dall'elemento colorato: un colore brillante, provocante ed emozionante, uno scintillio multicolore di rosso, viola, blu, verde, giallo. Il maestro ha cantato un inno entusiasta all'ampiezza della natura russa, alla sua abilità e portata con colori ricchi e caldi.

L'insegnante di Maliavin, Ilya Repin, ha scritto:

"Il vortice"... mi ha deliziato... Questo è il simbolo della vita negli anni 1905 e 1906!!! Eccolo qui: informe, assordante, squillante come campane e trombe, un'orgia di colori... Anche da lontano, l'intero quadro sembra un colossale diluvio sanguinante...

E voi amici, che ne dite di questa orgia di colori?

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"I vinti. Cerimonia funebre" di Vasilij Vereshagin
1878-1879

(ПОБЕЖДЕННЫЕ. ПАНИХИДА, ВЕРЕЩАГИН)


Vi propongo uno dei quadri che più mi colpiscono (ogni volta) alla Galleria Tretjakov di Mosca.

Il dipinto di Vereshagin del 1878-1879 raffigura una cerimonia funebre per i soldati russi uccisi, che si svolge a cielo aperto. Lo spettatore non distingue subito i corpi distesi a terra, non presta subito attenzione alla fossa comune appena scavata e alla croce di legno sul lato sinistro della tela. Ma guardando più da vicino, vede con orrore i cadaveri nudi mutilati dei soldati, le loro mani e teste mozzate, appena ricoperte di terra. Secondo i ricordi dell’artista, ad alcune persone vicino a Telish i turchi tagliarono le dita e le misero in bocca, mentre ad altri furono ritagliate croci ortodosse sulla fronte o sulla schiena. I vinti venivano spogliati deliberatamente: per rendere più facile nascondere queste atrocità disumane ricoprendo i cadaveri con la terra. Pertanto, sia l'artista stesso (in realtà) che lo spettatore (già secondo il piano dell'autore) nella foto non distinguono immediatamente i corpi umani nudi nel campo infinito. “Senza eccezione, tutti i nostri feriti vicino a Telish furono prima massacrati e mutilati dai turchi e, insieme ai morti, furono saccheggiati e denudati. I loro compagni raccolsero i corpi sparsi sul campo di battaglia e li deposero uno accanto all'altro davanti alla fossa comune. Il prete celebrò una cerimonia funebre…”, scrisse Vereshagin nel catalogo della mostra del 1883 a San Pietroburgo.

👉In questo giorno di Pasqua credo che tanti fra noi abbiano pensato e sperato che la guerra, tutte le guerre, finiscano al più presto.

Che ne pensate del quadro?


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