Come volevasi dimostrare. Repubblica oggi se ne esce con questa imbarazzante vignetta di Biani in cui una donna afghana sfoggia il pugno chiuso con tanto di Bella Ciao.
Hanno già messo il cappello sul dramma dell'Afghanistan e lo sfrutteranno a fini propagandistici, politici ed economici.
Il tutto con la solita retorica globaliota della guerra ai confini, della mistificazione antirazzista ecc.
Ci aspettano giorni di Murgia.
La cosa rivoltante è che Repubblica è stata uno dei giornali più fanatici nel difendere l'avventura occidentale in Afghanistan. E, assieme a tanta altra carta straccia italica, è impegnata ad insegnarci le meraviglie della cancel culture: un tripudio di statue abbattute, libri censurati e parole proibite. Una cosa molto "talebana". Ovviamente Repubblica appoggerà anche le prossime avventure dell'adorato Biden, un grande sostenitore assieme alla Clinton di ogni "guerra democratica", dall'Iraq alla Siria.
Ma in fondo chissenefrega. In alto i pugni chiusi e garriscano gli arcobaleni!
Hanno già messo il cappello sul dramma dell'Afghanistan e lo sfrutteranno a fini propagandistici, politici ed economici.
Il tutto con la solita retorica globaliota della guerra ai confini, della mistificazione antirazzista ecc.
Ci aspettano giorni di Murgia.
La cosa rivoltante è che Repubblica è stata uno dei giornali più fanatici nel difendere l'avventura occidentale in Afghanistan. E, assieme a tanta altra carta straccia italica, è impegnata ad insegnarci le meraviglie della cancel culture: un tripudio di statue abbattute, libri censurati e parole proibite. Una cosa molto "talebana". Ovviamente Repubblica appoggerà anche le prossime avventure dell'adorato Biden, un grande sostenitore assieme alla Clinton di ogni "guerra democratica", dall'Iraq alla Siria.
Ma in fondo chissenefrega. In alto i pugni chiusi e garriscano gli arcobaleni!
Il nostro Ministro degli Esteri (ebbene sì, tocca ricordarlo, è il nostro Ministro degli Esteri) Luigi Di Maio invoca un'azione comune europea per fronteggiare l'ondata migratoria dall'Afghanistan.
Una delle caratteristiche della nostra scarsa, scarsissima classe politica, di cui i grillini sono fulgido esempio, è questa tendenza ad invocare la sacra UE per ogni cosa. Crisi migratoria? Ci vuole più Europa. Crisi economica? Ci vuole più Europa. Crisi politica? Ci vuole più Europa. E così via.
La politica estera europea, sbandierata dagli adoratori dello straccio blu, non esiste. Ogni stato europeo persegue i propri interessi e conosce il proprio ruolo nello scacchiere mondiale, soppesando costi e benefici di ogni azione. Ogni stato europeo? Per la verità no. C'è una nazione, potenzialmente molto influente e in una posizione strategicamente unica, che invece ha cessato da tempo di pensare al proprio bene: l'Italia.
Così, anche dinnanzi a questa emergenza afghana, vedremo accadere le solite cose. Francia, Germania, Olanda ecc. agiranno secondo le proprie necessità. L'Italia delegherà tutto a Bruxelles, facendosi fregare ancora una volta da promesse che, puntualmente, non verranno mantenute. Un po' come i mirabolanti accordi di Malta, ricordate?
E mentre da noi questi pupazzi del vincolo esterno attenderanno gioiosi una "risposta europea" che non arriverà mai, il resto del Paese continuerà a sprofondare nel caos. In attesa, ovviamente, di un'altra fregatura targata Bruxelles: i mirabolanti soldi del Recovery Fund.
Matteo Brandi
Una delle caratteristiche della nostra scarsa, scarsissima classe politica, di cui i grillini sono fulgido esempio, è questa tendenza ad invocare la sacra UE per ogni cosa. Crisi migratoria? Ci vuole più Europa. Crisi economica? Ci vuole più Europa. Crisi politica? Ci vuole più Europa. E così via.
La politica estera europea, sbandierata dagli adoratori dello straccio blu, non esiste. Ogni stato europeo persegue i propri interessi e conosce il proprio ruolo nello scacchiere mondiale, soppesando costi e benefici di ogni azione. Ogni stato europeo? Per la verità no. C'è una nazione, potenzialmente molto influente e in una posizione strategicamente unica, che invece ha cessato da tempo di pensare al proprio bene: l'Italia.
Così, anche dinnanzi a questa emergenza afghana, vedremo accadere le solite cose. Francia, Germania, Olanda ecc. agiranno secondo le proprie necessità. L'Italia delegherà tutto a Bruxelles, facendosi fregare ancora una volta da promesse che, puntualmente, non verranno mantenute. Un po' come i mirabolanti accordi di Malta, ricordate?
E mentre da noi questi pupazzi del vincolo esterno attenderanno gioiosi una "risposta europea" che non arriverà mai, il resto del Paese continuerà a sprofondare nel caos. In attesa, ovviamente, di un'altra fregatura targata Bruxelles: i mirabolanti soldi del Recovery Fund.
Matteo Brandi
In questi giorni si ricomincia a parlare di "obbligo vaccinale" a Settembre. Cosa credete che accadrà?
Anonymous Poll
10%
Nulla, sono solo disperati.
33%
Fanno terrorismo per spaventare.
7%
Forse c'è del vero.
16%
È quello che faranno, ma gli andrà male.
34%
La deriva autoritaria continua...
Ottimo video di STEO dedicato agli Youtuber allineati e impegnati a difendere il pensiero unico. Seguite questo canale, merita!
https://www.youtube.com/watch?v=ODs1Ii9yMN4&t
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YouTube
Youtubers NON PERVENUTI: dove sono finiti ?
Ciao,
Avete notato anche voi come gli Youtubers più influenti del paese siano sempre pronti a combattere in prima linea per le cause più “comode” e di facile consenso popolare ?
Ma dove sono quando il nostro paese si trova in uno dei momenti storici e sociali…
Avete notato anche voi come gli Youtubers più influenti del paese siano sempre pronti a combattere in prima linea per le cause più “comode” e di facile consenso popolare ?
Ma dove sono quando il nostro paese si trova in uno dei momenti storici e sociali…
Forwarded from Giubbe Rosse
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L'ex comandante delle forze britanniche in Afghanistan, il colonnello Richard Kemp, intervistato da Fox News, chiede che Biden non sia semplicemente sottoposto a impeachment, come chiede qualcuno, ma sia "processato dalla corte marziale per aver tradito gli Stati Uniti d'America e le forze armate degli Stati Uniti". Letteralmente.
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Alle ore 3:36 del 24 Agosto 2016, una tremenda scossa di terremoto di magnitudo 6.0 colpì il Centro Italia. La terra tremò per pochi, interminabili secondi. Io mi trovavo a letto con mia moglie, a Roma, e ricordo come il violento tremore ci fece sobbalzare. Finita la scossa, ci guardammo sconvolti: se si era sentita così forte nella capitale, zona non particolarmente sismica, cosa mai poteva essere accaduto nell'epicentro?
A questa domanda risposero le immagini strazianti provenienti da Amatrice, Accumuli e Arquata del Tronto: un disastro. Sembrava che una grossa mano avesse schiacciato centinaia di case riducendole in macerie. “Amatrice non c'è più” disse ancora sotto shock Sergio Pirozzi, sindaco del piccolo paese. Nei giorni successivi, arrivarono nuove scosse di assestamento che fecero ulteriori danni. Alla fine, l'Italia pianse 299 vittime.
Oggi, a cinque anni esatti da quella tragedia, la ricostruzione dei paesi distrutti dal terremoto è ancora in corso. Sono stati stanziati fondi ed è stato nominato un commissario speciale (Giovanni Legnini), ma molte famiglie ancora vivono in alloggi temporanei ed i lavori vanno avanti lentamente. La politica ha riempito i malcapitati di promesse e si è concessa varie passerelle, tra fanfare e lacrime a comando. Eppure, nel 2021, il lavoro è lontano dall'essere finito. Il paragone con L'Aquila è inevitabile: tredici anni dopo il terremoto del 2009 che devastò il capoluogo abruzzese, molte famiglie terremotate aspettano ancora di lasciare i loro container.
Legnini stesso lamenta la lentezza della ricostruzione pubblica ad Amatrice rispetto a quella privata. Ennesima prova, qualora ce ne fosse bisogno, della totale assenza di visione e progettualità da parte di uno Stato troppo impegnato a farsi del male. Anche qui, si invoca la truffaldina pioggia di miliardi del Recovery Fund e il salvifico PNRR, come se non si potesse proprio fare a meno dei soldi a strozzo della UE, prestati in cambio di condizioni suicide. Di tutto abbiamo bisogno, tranne che di nuovi sacrifici in cambio di un aiuto effimero.
Se esistesse ancora uno straccio di interesse nazionale, chiunque sedesse al Governo avrebbe affrontato con piglio deciso la questione, convertendo L'Aquila, Amatrice, Accumuli e tutte le città colpite dai sismi in un laboratorio a cielo aperto per la ricostruzione, il restauro e la rigenerazione urbana, nel rispetto degli abitanti e nell'amore verso i luoghi. Un'opportunità di lavoro e di progetto collettivo, con la quale chiamare a raccolta giovani ed esperti di vari settori. Così agisce un paese che rifiuta di vivere alla giornata ed è proiettato in avanti, ponendo il proprio benessere prima di ogni cosa.
Ma forse è chiedere troppo. In fondo, anche l'amor patrio è in macerie. E va ricostruito.
Matteo Brandi
A questa domanda risposero le immagini strazianti provenienti da Amatrice, Accumuli e Arquata del Tronto: un disastro. Sembrava che una grossa mano avesse schiacciato centinaia di case riducendole in macerie. “Amatrice non c'è più” disse ancora sotto shock Sergio Pirozzi, sindaco del piccolo paese. Nei giorni successivi, arrivarono nuove scosse di assestamento che fecero ulteriori danni. Alla fine, l'Italia pianse 299 vittime.
Oggi, a cinque anni esatti da quella tragedia, la ricostruzione dei paesi distrutti dal terremoto è ancora in corso. Sono stati stanziati fondi ed è stato nominato un commissario speciale (Giovanni Legnini), ma molte famiglie ancora vivono in alloggi temporanei ed i lavori vanno avanti lentamente. La politica ha riempito i malcapitati di promesse e si è concessa varie passerelle, tra fanfare e lacrime a comando. Eppure, nel 2021, il lavoro è lontano dall'essere finito. Il paragone con L'Aquila è inevitabile: tredici anni dopo il terremoto del 2009 che devastò il capoluogo abruzzese, molte famiglie terremotate aspettano ancora di lasciare i loro container.
Legnini stesso lamenta la lentezza della ricostruzione pubblica ad Amatrice rispetto a quella privata. Ennesima prova, qualora ce ne fosse bisogno, della totale assenza di visione e progettualità da parte di uno Stato troppo impegnato a farsi del male. Anche qui, si invoca la truffaldina pioggia di miliardi del Recovery Fund e il salvifico PNRR, come se non si potesse proprio fare a meno dei soldi a strozzo della UE, prestati in cambio di condizioni suicide. Di tutto abbiamo bisogno, tranne che di nuovi sacrifici in cambio di un aiuto effimero.
Se esistesse ancora uno straccio di interesse nazionale, chiunque sedesse al Governo avrebbe affrontato con piglio deciso la questione, convertendo L'Aquila, Amatrice, Accumuli e tutte le città colpite dai sismi in un laboratorio a cielo aperto per la ricostruzione, il restauro e la rigenerazione urbana, nel rispetto degli abitanti e nell'amore verso i luoghi. Un'opportunità di lavoro e di progetto collettivo, con la quale chiamare a raccolta giovani ed esperti di vari settori. Così agisce un paese che rifiuta di vivere alla giornata ed è proiettato in avanti, ponendo il proprio benessere prima di ogni cosa.
Ma forse è chiedere troppo. In fondo, anche l'amor patrio è in macerie. E va ricostruito.
Matteo Brandi
Da qualche settimana si assiste nel nostro Paese a una crescente pressione su adolescenti e genitori, invitati a fidarsi della scienza e a mettere da parte qualunque dubbio o perplessità sulla vaccinazione dei giovanissimi. Eppure i dati parlano chiaro...
https://sfero.me/article/vaccinazione-minori-scienza-etica
https://sfero.me/article/vaccinazione-minori-scienza-etica
Sfero
La vaccinazione dei minori fra scienza ed etica · Sfero
Si assiste nel nostro Paese a una crescente pressione su adolescenti e genitori, invitati a fidarsi della scienza e a mettere da parte
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Questo è Klaus Schwab, fondatore del World Economic Forum che si tiene annualmente a Davos con i grandi nomi della finanza e delle multinazionali. È colui che disse, sin dall'inizio della pandemia "nulla tornerà come prima". E qui parla della "quarta rivoluzione industriale" (Great Reset) in cui l'ingegneria genetica la farà da padrona. Chi ha orecchie per intendere...
Alle 8.30 sarò in diretta nella chat vocale di Radio Becciolini Network. Potrete intervenire in live :)
https://t.me/canaleFAHRENHEIT912?voicechat=0f4310e86f9e1f6d7a
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BECCIOLINI NETWORK
BECCIOLINI NETWORK I CANALI DELLA NEO RESISTENZA
Forwarded from Byoblu
LA SCUOLA ITALIANA, SOTTO ATTACCO DA 25 ANNI - Calogero Burgio
Calogero Burgio è un insegnante "per vocazione". Ha dedicato la sua intera vita alla formazione degli studenti all'interno della scuola pubblica.
Da settembre, però, Burgio rischia di rimanere senza impiego e senza stipendio perché, come molti suoi colleghi, non è disposto a sottostare all'imposizione del green pass.
Con lui parliamo proprio del rientro in classe e delle condizioni in cui versa la scuola pubblica italiana, che, secondo Burgio, è sotto attacco da 25 anni…
https://go.byoblu.com/CalogeroBurgio
Calogero Burgio è un insegnante "per vocazione". Ha dedicato la sua intera vita alla formazione degli studenti all'interno della scuola pubblica.
Da settembre, però, Burgio rischia di rimanere senza impiego e senza stipendio perché, come molti suoi colleghi, non è disposto a sottostare all'imposizione del green pass.
Con lui parliamo proprio del rientro in classe e delle condizioni in cui versa la scuola pubblica italiana, che, secondo Burgio, è sotto attacco da 25 anni…
https://go.byoblu.com/CalogeroBurgio
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LA SCUOLA ITALIANA, SOTTO ATTACCO DA 25 ANNI – Calogero Burgio
Calogero Burgio è un insegnante "per vocazione", professore di scuola media in scienze e matematica e docente a contratto presso l'università di Palermo. Ha dedicato la sua intera vita alla formazione degli studenti all'interno della scuola pubblica. Da settembre…
Forwarded from BECCIOLINI NETWORK (Stefano Becciolini Blog FAHRENHEIT912)
🎙GIOVEDÌ 26/08/2021 - IL PUNT🔴 DI VISTA DI MATTEO BRANDI🎙
⭐I FATTI DEL GIORNO COMMENTATI SENZA CENSURA⭐
https://www.spreaker.com/episode/46243621
⭐I FATTI DEL GIORNO COMMENTATI SENZA CENSURA⭐
https://www.spreaker.com/episode/46243621
Spreaker
🎙GIOVEDÌ 26/08/2021 - IL PUNT🔴 DI VISTA DI MATTEO BRANDI🎙
⭐I FATTI DEL GIORNO COMMENTATI SENZA CENSURA⭐
*Lettera aperta del professor Alessandro La Fortezza ai suoi studenti*
"Cari ragazzi,
a giugno ci eravamo salutati con un “arrivederci”, invece oggi devo dirvi che forse a settembre a scuola non ci vedremo.
Se le disposizioni attuali non saranno modificate, io sarò sospeso dall’insegnamento perché non avrò presentato il green pass.
Forse, anche se non vi ho mai nascosto le mie idee riguardo alla gestione dell’epidemia, può sembrarvi strano o esagerato che non mi voglia munire del passaporto verde. Se però pensate a quante cose il vostro professore di italiano e storia vi ha raccontato su tessere di partito senza le quali non si poteva lavorare, o sui tanti marchi di infamia che dispotismi di tutti i tempi facevano cucire sugli abiti di chi era discriminato, o ancora su una ragazzina nascosta in un retro-casa che ha riempito un suo quaderno con la sua fitta calligrafia, allora potrete capire la mia scelta.
Sento già levarsi gli scudi di alcuni di voi: “Ma prof.! Non è la stessa cosa!”. Lo so bene. Non è mai la stessa cosa. Magari se le cose sbagliate si presentassero nella storia sempre nello stesso modo: le sapremmo riconoscere e ce ne sapremmo difendere! Invece spesso il male cerca di ingannarci travestendosi di colori cangianti.
Il vero bene però, vi svelo un trucco, lo riconoscete subito per la sua semplicità, la sua apparente piccolezza, la sua umiltà.
Eccolo quando vi ho lasciato respirare liberamente senza la mascherina e voi avete fatto altrettanto con me. Eccolo quando ci siamo rispettati nei nostri tempi e nei nostri spazi reciproci, quando io sono entrato con la DAD nelle vostre case solo dopo aver bussato e chiesto permesso, così come quando voi avete capito quando ero stanco ed avevo bisogno della vostra comprensione.
Ora forse non potrò più esserci io a vegliare su di voi in questo difficile momento storico, ma, comprendetemi, non avrei più nulla da insegnarvi se diventassi corresponsabile, seppure passivo, di uno strumento di discriminazione come il green pass; una discriminazione che non si fonda sulla religione, l’etnia, il colore della pelle o gli orientamenti sessuali, bensì sulle scelte e sulle convinzioni individuali.
Farò il vaccino quando e se sarò convinto che sia la cosa giusta da fare, non certo per andare al ristorante, ad un concerto o dove che sia. Nemmeno per conservare il posto di lavoro. Ricordiamoci che “non di solo pane vivrà l’uomo” (Mt. 4,4) e che ancora sta scritto: “Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro” (Mt. 6, 28). Il Signore, poi, “non turba mai la gioia de’ suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande” (I promessi sposi, cap. VIII). Inoltre, se anche un domani dovessi decidere di vaccinarmi, oppure se sentissi la necessità di sottopormi ad un tampone diagnostico, non scaricherei comunque il passaporto verde, affinché le mie scelte individuali, quali che siano, non diventino motivo di discriminazione per chi avesse fatto scelte differenti.
Speriamo invece che vi sia un ravvedimento nelle coscienze e che si abbandoni la china pericolosa che è stata imboccata e che conduce a tristezze e infamità che credevamo superate.
In tal caso ci abbracceremmo di nuovo, proseguiremmo insieme il nostro cammino, come svegliandoci da un brutto sogno, e potrei dirvi ancora: “Arrivederci, ragazzi!”.
Il vostro prof. Alessandro La Fortezza
https://www.lascuolacheaccoglie.org/2021/08/lettera-aperta-ai-miei-studenti.html
"Cari ragazzi,
a giugno ci eravamo salutati con un “arrivederci”, invece oggi devo dirvi che forse a settembre a scuola non ci vedremo.
Se le disposizioni attuali non saranno modificate, io sarò sospeso dall’insegnamento perché non avrò presentato il green pass.
Forse, anche se non vi ho mai nascosto le mie idee riguardo alla gestione dell’epidemia, può sembrarvi strano o esagerato che non mi voglia munire del passaporto verde. Se però pensate a quante cose il vostro professore di italiano e storia vi ha raccontato su tessere di partito senza le quali non si poteva lavorare, o sui tanti marchi di infamia che dispotismi di tutti i tempi facevano cucire sugli abiti di chi era discriminato, o ancora su una ragazzina nascosta in un retro-casa che ha riempito un suo quaderno con la sua fitta calligrafia, allora potrete capire la mia scelta.
Sento già levarsi gli scudi di alcuni di voi: “Ma prof.! Non è la stessa cosa!”. Lo so bene. Non è mai la stessa cosa. Magari se le cose sbagliate si presentassero nella storia sempre nello stesso modo: le sapremmo riconoscere e ce ne sapremmo difendere! Invece spesso il male cerca di ingannarci travestendosi di colori cangianti.
Il vero bene però, vi svelo un trucco, lo riconoscete subito per la sua semplicità, la sua apparente piccolezza, la sua umiltà.
Eccolo quando vi ho lasciato respirare liberamente senza la mascherina e voi avete fatto altrettanto con me. Eccolo quando ci siamo rispettati nei nostri tempi e nei nostri spazi reciproci, quando io sono entrato con la DAD nelle vostre case solo dopo aver bussato e chiesto permesso, così come quando voi avete capito quando ero stanco ed avevo bisogno della vostra comprensione.
Ora forse non potrò più esserci io a vegliare su di voi in questo difficile momento storico, ma, comprendetemi, non avrei più nulla da insegnarvi se diventassi corresponsabile, seppure passivo, di uno strumento di discriminazione come il green pass; una discriminazione che non si fonda sulla religione, l’etnia, il colore della pelle o gli orientamenti sessuali, bensì sulle scelte e sulle convinzioni individuali.
Farò il vaccino quando e se sarò convinto che sia la cosa giusta da fare, non certo per andare al ristorante, ad un concerto o dove che sia. Nemmeno per conservare il posto di lavoro. Ricordiamoci che “non di solo pane vivrà l’uomo” (Mt. 4,4) e che ancora sta scritto: “Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro” (Mt. 6, 28). Il Signore, poi, “non turba mai la gioia de’ suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande” (I promessi sposi, cap. VIII). Inoltre, se anche un domani dovessi decidere di vaccinarmi, oppure se sentissi la necessità di sottopormi ad un tampone diagnostico, non scaricherei comunque il passaporto verde, affinché le mie scelte individuali, quali che siano, non diventino motivo di discriminazione per chi avesse fatto scelte differenti.
Speriamo invece che vi sia un ravvedimento nelle coscienze e che si abbandoni la china pericolosa che è stata imboccata e che conduce a tristezze e infamità che credevamo superate.
In tal caso ci abbracceremmo di nuovo, proseguiremmo insieme il nostro cammino, come svegliandoci da un brutto sogno, e potrei dirvi ancora: “Arrivederci, ragazzi!”.
Il vostro prof. Alessandro La Fortezza
https://www.lascuolacheaccoglie.org/2021/08/lettera-aperta-ai-miei-studenti.html
SCA La Scuola Che Accoglie
LETTERA APERTA AI MIEI STUDENTI - SCA La Scuola Che Accoglie
Cari ragazzi, a giugno ci eravamo salutati con un “arrivederci”, invece oggi devo dirvi che forse a settembre a scuola non ci vedremo. Se le disposizioni attuali non saranno modificate, io sarò sospeso dall’insegnamento perché Leggi tutto…