Matteo Brandi - Canale Ufficiale
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Canale di Matteo Brandi con le ultime novità
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Il nostro Ministro degli Esteri (ebbene sì, tocca ricordarlo, è il nostro Ministro degli Esteri) Luigi Di Maio invoca un'azione comune europea per fronteggiare l'ondata migratoria dall'Afghanistan.

Una delle caratteristiche della nostra scarsa, scarsissima classe politica, di cui i grillini sono fulgido esempio, è questa tendenza ad invocare la sacra UE per ogni cosa. Crisi migratoria? Ci vuole più Europa. Crisi economica? Ci vuole più Europa. Crisi politica? Ci vuole più Europa. E così via.

La politica estera europea, sbandierata dagli adoratori dello straccio blu, non esiste. Ogni stato europeo persegue i propri interessi e conosce il proprio ruolo nello scacchiere mondiale, soppesando costi e benefici di ogni azione. Ogni stato europeo? Per la verità no. C'è una nazione, potenzialmente molto influente e in una posizione strategicamente unica, che invece ha cessato da tempo di pensare al proprio bene: l'Italia.

Così, anche dinnanzi a questa emergenza afghana, vedremo accadere le solite cose. Francia, Germania, Olanda ecc. agiranno secondo le proprie necessità. L'Italia delegherà tutto a Bruxelles, facendosi fregare ancora una volta da promesse che, puntualmente, non verranno mantenute. Un po' come i mirabolanti accordi di Malta, ricordate?

E mentre da noi questi pupazzi del vincolo esterno attenderanno gioiosi una "risposta europea" che non arriverà mai, il resto del Paese continuerà a sprofondare nel caos. In attesa, ovviamente, di un'altra fregatura targata Bruxelles: i mirabolanti soldi del Recovery Fund.

Matteo Brandi
Forwarded from Giubbe Rosse
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L'ex comandante delle forze britanniche in Afghanistan, il colonnello Richard Kemp, intervistato da Fox News, chiede che Biden non sia semplicemente sottoposto a impeachment, come chiede qualcuno, ma sia "processato dalla corte marziale per aver tradito gli Stati Uniti d'America e le forze armate degli Stati Uniti". Letteralmente.

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Interessante intervista di Fabio Dragoni alla dottoressa Balanzoni.
Alle ore 3:36 del 24 Agosto 2016, una tremenda scossa di terremoto di magnitudo 6.0 colpì il Centro Italia. La terra tremò per pochi, interminabili secondi. Io mi trovavo a letto con mia moglie, a Roma, e ricordo come il violento tremore ci fece sobbalzare. Finita la scossa, ci guardammo sconvolti: se si era sentita così forte nella capitale, zona non particolarmente sismica, cosa mai poteva essere accaduto nell'epicentro?

A questa domanda risposero le immagini strazianti provenienti da Amatrice, Accumuli e Arquata del Tronto: un disastro. Sembrava che una grossa mano avesse schiacciato centinaia di case riducendole in macerie. “Amatrice non c'è più” disse ancora sotto shock Sergio Pirozzi, sindaco del piccolo paese. Nei giorni successivi, arrivarono nuove scosse di assestamento che fecero ulteriori danni. Alla fine, l'Italia pianse 299 vittime.

Oggi, a cinque anni esatti da quella tragedia, la ricostruzione dei paesi distrutti dal terremoto è ancora in corso. Sono stati stanziati fondi ed è stato nominato un commissario speciale (Giovanni Legnini), ma molte famiglie ancora vivono in alloggi temporanei ed i lavori vanno avanti lentamente. La politica ha riempito i malcapitati di promesse e si è concessa varie passerelle, tra fanfare e lacrime a comando. Eppure, nel 2021, il lavoro è lontano dall'essere finito. Il paragone con L'Aquila è inevitabile: tredici anni dopo il terremoto del 2009 che devastò il capoluogo abruzzese, molte famiglie terremotate aspettano ancora di lasciare i loro container.

Legnini stesso lamenta la lentezza della ricostruzione pubblica ad Amatrice rispetto a quella privata. Ennesima prova, qualora ce ne fosse bisogno, della totale assenza di visione e progettualità da parte di uno Stato troppo impegnato a farsi del male. Anche qui, si invoca la truffaldina pioggia di miliardi del Recovery Fund e il salvifico PNRR, come se non si potesse proprio fare a meno dei soldi a strozzo della UE, prestati in cambio di condizioni suicide. Di tutto abbiamo bisogno, tranne che di nuovi sacrifici in cambio di un aiuto effimero.

Se esistesse ancora uno straccio di interesse nazionale, chiunque sedesse al Governo avrebbe affrontato con piglio deciso la questione, convertendo L'Aquila, Amatrice, Accumuli e tutte le città colpite dai sismi in un laboratorio a cielo aperto per la ricostruzione, il restauro e la rigenerazione urbana, nel rispetto degli abitanti e nell'amore verso i luoghi. Un'opportunità di lavoro e di progetto collettivo, con la quale chiamare a raccolta giovani ed esperti di vari settori. Così agisce un paese che rifiuta di vivere alla giornata ed è proiettato in avanti, ponendo il proprio benessere prima di ogni cosa.

Ma forse è chiedere troppo. In fondo, anche l'amor patrio è in macerie. E va ricostruito.

Matteo Brandi
Da qualche settimana si assiste nel nostro Paese a una crescente pressione su adolescenti e genitori, invitati a fidarsi della scienza e a mettere da parte qualunque dubbio o perplessità sulla vaccinazione dei giovanissimi. Eppure i dati parlano chiaro...
https://sfero.me/article/vaccinazione-minori-scienza-etica
Come può essere definito uno Governo che, pur di imporre una follia sociopatica a bambini e ragazzi, devasta la scuola?
Ecco. La parola a cui avete pensato è perfetta per descrivere la situazione che va avanti da quasi due anni.
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Questo è Klaus Schwab, fondatore del World Economic Forum che si tiene annualmente a Davos con i grandi nomi della finanza e delle multinazionali. È colui che disse, sin dall'inizio della pandemia "nulla tornerà come prima". E qui parla della "quarta rivoluzione industriale" (Great Reset) in cui l'ingegneria genetica la farà da padrona. Chi ha orecchie per intendere...
Forwarded from Byoblu
LA SCUOLA ITALIANA, SOTTO ATTACCO DA 25 ANNI - Calogero Burgio

Calogero Burgio è un insegnante "per vocazione". Ha dedicato la sua intera vita alla formazione degli studenti all'interno della scuola pubblica.
Da settembre, però, Burgio rischia di rimanere senza impiego e senza stipendio perché, come molti suoi colleghi, non è disposto a sottostare all'imposizione del green pass.
Con lui parliamo proprio del rientro in classe e delle condizioni in cui versa la scuola pubblica italiana, che, secondo Burgio, è sotto attacco da 25 anni…

https://go.byoblu.com/CalogeroBurgio
Forwarded from BECCIOLINI NETWORK (Stefano Becciolini Blog FAHRENHEIT912)
🎙GIOVEDÌ 26/08/2021 - IL PUNT🔴 DI VISTA DI MATTEO BRANDI🎙
I FATTI DEL GIORNO COMMENTATI SENZA CENSURA


https://www.spreaker.com/episode/46243621
*Lettera aperta del professor Alessandro La Fortezza ai suoi studenti*
"Cari ragazzi,
a giugno ci eravamo salutati con un “arrivederci”, invece oggi devo dirvi che forse a settembre a scuola non ci vedremo.
Se le disposizioni attuali non saranno modificate, io sarò sospeso dall’insegnamento perché non avrò presentato il green pass.
Forse, anche se non vi ho mai nascosto le mie idee riguardo alla gestione dell’epidemia, può sembrarvi strano o esagerato che non mi voglia munire del passaporto verde. Se però pensate a quante cose il vostro professore di italiano e storia vi ha raccontato su tessere di partito senza le quali non si poteva lavorare, o sui tanti marchi di infamia che dispotismi di tutti i tempi facevano cucire sugli abiti di chi era discriminato, o ancora su una ragazzina nascosta in un retro-casa che ha riempito un suo quaderno con la sua fitta calligrafia, allora potrete capire la mia scelta.
Sento già levarsi gli scudi di alcuni di voi: “Ma prof.! Non è la stessa cosa!”. Lo so bene. Non è mai la stessa cosa. Magari se le cose sbagliate si presentassero nella storia sempre nello stesso modo: le sapremmo riconoscere e ce ne sapremmo difendere! Invece spesso il male cerca di ingannarci travestendosi di colori cangianti.
Il vero bene però, vi svelo un trucco, lo riconoscete subito per la sua semplicità, la sua apparente piccolezza, la sua umiltà.
Eccolo quando vi ho lasciato respirare liberamente senza la mascherina e voi avete fatto altrettanto con me. Eccolo quando ci siamo rispettati nei nostri tempi e nei nostri spazi reciproci, quando io sono entrato con la DAD nelle vostre case solo dopo aver bussato e chiesto permesso, così come quando voi avete capito quando ero stanco ed avevo bisogno della vostra comprensione.
Ora forse non potrò più esserci io a vegliare su di voi in questo difficile momento storico, ma, comprendetemi, non avrei più nulla da insegnarvi se diventassi corresponsabile, seppure passivo, di uno strumento di discriminazione come il green pass; una discriminazione che non si fonda sulla religione, l’etnia, il colore della pelle o gli orientamenti sessuali, bensì sulle scelte e sulle convinzioni individuali.
Farò il vaccino quando e se sarò convinto che sia la cosa giusta da fare, non certo per andare al ristorante, ad un concerto o dove che sia. Nemmeno per conservare il posto di lavoro. Ricordiamoci che “non di solo pane vivrà l’uomo” (Mt. 4,4) e che ancora sta scritto: “Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro” (Mt. 6, 28). Il Signore, poi, “non turba mai la gioia de’ suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande” (I promessi sposi, cap. VIII). Inoltre, se anche un domani dovessi decidere di vaccinarmi, oppure se sentissi la necessità di sottopormi ad un tampone diagnostico, non scaricherei comunque il passaporto verde, affinché le mie scelte individuali, quali che siano, non diventino motivo di discriminazione per chi avesse fatto scelte differenti.
Speriamo invece che vi sia un ravvedimento nelle coscienze e che si abbandoni la china pericolosa che è stata imboccata e che conduce a tristezze e infamità che credevamo superate.
In tal caso ci abbracceremmo di nuovo, proseguiremmo insieme il nostro cammino, come svegliandoci da un brutto sogno, e potrei dirvi ancora: “Arrivederci, ragazzi!”.
Il vostro prof. Alessandro La Fortezza
https://www.lascuolacheaccoglie.org/2021/08/lettera-aperta-ai-miei-studenti.html
Ave Pfizer piena di grazia...
Piange, Biden.
Uno dei più feroci sostenitori delle guerre "umanitarie" con cui sono stati devastati popoli e nazioni, assieme a quella pazza sanguinaria della sua amica Hillary Clinton (colei che cinguettò tutta contenta "we came, we saw, he died!", all'indomani della morte di Gheddafi).

Piange Biden.
L'eroe dei globalioti, colui che secondo i grandi media ha salvato il mondo dal cattivone Trump, ovvero il nuovo Hi**Er colpevole di tutto. Sono passati pochi mesi dal suo insediamento, a seguito di un'elezione che definire "opaca" sarebbe un eufemismo, e milioni di americani si stanno già mangiando le mani.

Piange Biden.
Un rimbambito che ha regalato agli USA una delle più clamorose figuracce della loro Storia. E per cosa? Lo sapremo presto, dato che questa gentaglia non improvvisa nulla e ad ogni mossa ci avvicina sempre più al peggior futuro distopico.

Piange Biden, a favore di telecamera, per una platea di presstitutes e lobotomizzati. Lacrime finte a cui contrapporremo sempre una genuina risata.
AVE VACCINO
Il film che vi terrà incollati al lettino.
ANATOMIA DEL GIOVANE GLOBALIOTA
Il giovane adepto del credo globalista possiede una serie di caratteristiche, di marker si potrebbe dire, che lo rendono facilmente individuabile. Eccole.

CONFORMISMO
Il soggetto pensa, agisce e parla sempre e solo come gli viene indicato dal mainstream. Le sue parole e le sue azioni sono eterodirette e perfettamente allineate all'agenda mediatica del giorno. Qual è il refrain che rimbalza su tutti i tg e su tutti i giornali? Vi basterà guardare le bacheche del giovane globaliota per saperlo, perché troverete sempre le stesse affermazioni. E le stesse "analisi". C'è da inginocchiarsi per BLM e tacciare di razzismo chi non lo fa? Il giovane globaliota eseguirà all'istante. C'è da supportare il DDL Zan senza se e senza ma, strillando all'omofobia in caso di dissenso? Idem. C'è da rinchiudersi in casa senza fiatare e vomitare odio contro chi pone domande sulla gestione della pandemia? Uguale. E così via, in un copia e incolla acritico, automatico, quasi militare.

OICOFOBIA
Addestrato da serie tv, giornaloni e influencer vari a considerarsi "cittadino del mondo", il giovane globaliota occidentale sviluppa una fortissima allergia a tutto ciò che concerne la propria cultura di provenienza. Il disprezzo verso la propria nazionalità e la propria Storia arriva a toccare estremi patologici, in cui il soggetto si vergogna del colore della propria pelle e si scaglia contro i propri simili. Ogni concetto che sappia anche solo lontanamente di "identità", diventa tossico e irricevibile. A questo segue un'irrefrenabile voglia di dissolversi in una melma indistinguibile dal resto, sull'onda di un assurdo senso di colpa e sbandierando il tutto come una conquista civile. Il migrante, in quanto persona sradicata per eccellenza, diventa un punto di riferimento. La minoranza, in quanto entità separata dall'originario senso comune, si trasforma in un culto.

CLASSISMO
Quante volte avete sentito questi individui augurarsi la fine del suffragio universale, lamentarsi della presunta ignoranza dell'elettorato avverso, considerare inferiori coloro che non sfoggiano titoli o riconoscimenti accademici? Quante volte avete sentito costoro elogiare i magnati dell'alta finanza o i padroni delle potenti multinazionali, veri "filantropi" e "illuminati" dinnanzi alla plebaglia che "non dovrebbe decidere"? Il giovane globaliota è un feroce classista ed è convinto di appartenere ad una sorta di élite intellettuale circondata da milioni di buzzurri. La realtà è ben diversa ma, analizzando quest'ultima esclusivamente attraverso gli schieratissimi canali ufficiali, il soggetto non matura alcun dubbio.

BIPENSIERO
Accogliere senza se e senza ma chiunque sbarchi sulle nostre coste perché bisogna "rimanere umani", ma massacrare di tagli alla spesa pubblica famiglie ed imprese perché "ce lo chiede l'Europa". Piangere per il clandestino tunisino e ridere del disoccupato greco, invocare la tolleranza e augurare la morte al proprio avversario, strillare al fascismo e supportare la censura... Sono solo alcuni esempi del bipensiero orwelliano a cui il giovane globaliota va incontro con la massima naturalezza: credere in una cosa e nel suo esatto opposto allo stesso tempo, con la certezza incrollabile di non dover rendere conto a nessuno in quanto individuo appartenente alla schiera dei buoni, a cui tutto deve essere concesso.

Il giovane globaliota è il parto di una non-cultura, l'espressione massima di un Occidente che corre ad occhi chiusi e col sorriso sulla faccia verso un dirupo, ripetendo a se stesso “me lo merito.” È il servo perfetto, immaturo quanto basta per non mettersi in discussione, debole e fanatico quanto serve per aiutare il sistema.

Va detto che non tutti i giovani sono così e in tanti, con coraggio, rifiutano una tale follia. Per fortuna. Perché, se non fosse così, saremmo già fottuti.

Matteo Brandi
ANATOMIA DEL GIOVANE GLOBALIOTA
Il giovane adepto del credo globalista possiede una serie di caratteristiche, di marker si potrebbe dire, che lo rendono facilmente individuabile. Eccole.
https://sfero.me/article/anatomia-giovane-globaliota