“Occorre analizzare i conflitti e ascoltare tutte le voci, anche le più lontane.
Non possiamo metterci da una parte contro l’altra ma essere aperti a punti di vista molto diversi.
Quello che mi preoccupa è che in questa fase è diventato molto difficile se non impossibile discutere con persone che non sono già d'accordo.”

Con queste parole di pacato buonsenso Lucio Caracciolo, direttore di Limes, risponde alle polemiche sollevate dopo che quattro membri del Consiglio Scientifico della rivista hanno dato le dimissioni accusando il mensile di essere troppo filorusso.

Negli ultimi quattro anni, abbiamo assistito a più di una trasmissione televisiva in cui Caracciolo, unico fra i presenti, cercava di parlare di interesse italiano in mezzo a orde starnazzanti di antitaliani guerrafondai, cioè di europeisti. Noi non siamo stati sempre stati d'accordo con le sue analisi, ma una cosa è certa: i detrattori che in questo momento attaccano Caracciolo e la sua redazione parlano di “filorussi” per non ammettere il proprio odio per i “filoitaliani”.

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C'è una parte d'Italia, e d'Occidente, convinta che la popolazione vada forzatamente "rieducata". Questi depravati accoglieranno sempre con estremo piacere qualsiasi limitazione delle libertà personali, tifando per una sempre maggiore ingerenza dello Stato nella vita privata.

È quello che accade quando si sposa un'idea di potere totalitaria e prevaricatrice. Uno Stato-maestrina, come lo chiamiamo noi di Pro Italia, che vuole piegare al suo volere la cittadinanza entrando a gamba tesa in ogni aspetto della nostra esistenza.

Ma la soluzione a questa deriva non è invocare tagli e privatizzazioni. Perché? Perché allo stesso tempo lo Stato oggi è già un assente ingiustificato: non si vede quando dovrebbe manutenere le infrastrutture, non si vede quando dovrebbe offrire servizi dignitosi, non si vede quando dovrebbe reprimere la criminalità.

Lo Stato che vogliamo noi di Pro Italia è UMILE. È un cavalier servente, presente ma non onnipresente, forte ma non arrogante. Riconosce dei LIMITI al suo agire.
Le mura domestiche? Sono un limite.
L'educazione dei figli? È un limite.
La libertà d'impresa? È un limite.
Oltre il quale lo Stato umile NON VA.

L'Italia può e deve diventare il laboratorio per questa nuova idea di Stato, mostrando la via al resto del mondo, come ha già fatto altre volte nella sua Storia.

O possiamo perdere tempo a cercare soluzioni altrove, finendo sempre per pagarne le conseguenze.

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POV: sei un bambino italiano e hai appena scoperto che nel tuo Paese è VIETATO DIVERTIRSI. Specialmente sotto Natale.

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In Italia a 13 anni non si viene considerati sufficientemente maturi per farsi un tatuaggio. In compenso, secondo i #giudicicontrolagiustizia, una ragazzina di 13 anni può compromettere per sempre il suo sviluppo sessuale con terapie ormonali irreversibili e far cambiare ufficialmente i propri dati anagrafici.

La società delle maestrine è la società dell'etica anti-etica.

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Il regalo più bello che Babbo Natale possa portarci quest'anno è la distruzione di quella gabbia infame chiamata Unione europea.

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Con il Natale alle porte, Mattarella ha concesso la grazia a cinque condannati. Fra questi spiccano i nomi di Hamad Abdelkarim, lo "scafista per caso" condannato per violazione delle norme sull'immigrazione e concorso in omicidio plurimo, e Bardhyl Zeneli, condannato per evasione dai domiciliari "a propria insaputa".

Nessuna novità invece per quanto riguarda Alessandro Patelli, giovane bergamasco condannato a 21 anni di carcere per essersi difeso sotto casa da un aggressore e avergli disgraziatamente tolto la vita.

Nella società in cui vige l'etica anti-etica, la giustizia è sempre ingiusta.

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