Da qualche parte al di là dell’oceano, negli anni della conquista e dell’esplorazione delle Indie, un mozzo di quindici anni viene catturato da una tribù di indios. Scoprirà subito che sono cannibali ma che lui, a differenza dei suoi compagni, non è destinato alla graticola. Anno dopo anno la sua cattività si prolunga, monotona e tranquilla, mentre davanti ai suoi occhi si dispiegano gli usi, i costumi e la visione del mondo di quegli indios. Lui riferisce tutto fedelmente al lettore, minuzioso nei particolari, anche i più inquietanti, anche i meno comprensibili. Poi un giorno, all’improvviso, gli indios lo mettono su una canoa carica di regali e lo abbandonano alla corrente; più tardi una nave lo raccoglie. Solo con il passare del tempo, però, quel mozzo capirà le ragioni di quella strana avventura e, alla fine della sua lunga vita, potrà finalmente portare a termine ciò che gli indios si aspettavano da lui.
Juan José Saer (1937-2005) è stato uno dei grandi scrittori argentini della seconda metà del Novecento. Trasferitosi a Parigi nel 1968, ha lavorato come professore di letteratura all’Università di Rennes.
Juan José Saer (1937-2005) è stato uno dei grandi scrittori argentini della seconda metà del Novecento. Trasferitosi a Parigi nel 1968, ha lavorato come professore di letteratura all’Università di Rennes.
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Oggi un Buon Incipit Di Settimama speciale. La lettura è a cura di Serena Bianchi, traduttrice del romanzo scelto per questo lunedì, che è stata subito contenta di partecipare al nostro appuntamento e noi la ringraziamo di cuore per questo suo regalo. Buon ascolto e buon lunedì 📚
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Sylvia Aguilar Zéleny
Spazzatura
(Traduzione di Serena Bianchi)
Una storia di frontiera, quella molto più che geografica tra il Messico e gli Stati Uniti. Un romanzo polifonico e al femminile che si muove tra Ciudad Juárez ed El Paso, terre di transito e di crimine, ferita ancora aperta di un colonialismo che continua a plasmare identità e desideri. Il confine respinge, eppure tutto si mescola: le speranze, i valori, le paure. L’ american dream è a portata di mano, basta attraversare il ponte e arrivare “dall’altra parte”. Ma a Juárez, dalla parte dei poveri, c’è un’umanità che abita in una discarica comunale dove finiscono i rifiuti e il respiro tossico di due città, di due mondi. E dove tutto è spazzatura, comprese le persone. Seguiamo il racconto di tre donne: Alicia, cresciuta nella discarica, che adesso comanda su altri come lei; Griselda, una ricercatrice che ogni giorno arriva da El Paso per studiare chi vive in mezzo ai rifiuti; Reyna, una donna trans che dell’immondizia sente solo il fetore quando il vento lo trascina fino al marciapiede sul quale batte, insieme a un gruppo di prostitute unite come una famiglia. Le loro vite si sfiorano, si incrociano, si sovrappongono. Non senza sorprese.
Sylvia Aguilar Zéleny è nata nel 1973 a Hermosillo (Sonora, Messico).
Scrittrice e traduttrice, dopo la laurea in letteratura ispanica all’Università di Sonora ha iniziato una carriera accademica e attualmente insegna all’Università del Texas, a El Paso.
Tra i suoi titoli Gente menuda, Uno no habla de esto, Nenitase i sei romanzi di Coming Out, collana LGBT per giovani adulti che lei stessa ha creato negli Stati Uniti per Epic Press.
Le opere di Sylvia Aguilar Zéleny hanno ottenuto diversi riconoscimenti, tra i quali il Concurso de Cuento Cristina Rivera Garza nel 2005 e il Tamaulipas National Book Award nel 2015.
Il suo nuovo romanzo, Una falsa diarista, uscirà per Random House nel 2026.
Ventanas torna a pubblicare Sylvia Aguilar Zéleny, dopo averla fatta conoscere ai lettori con Il libro di Aisha, la sua prima traduzione italiana.
Spazzatura
(Traduzione di Serena Bianchi)
Una storia di frontiera, quella molto più che geografica tra il Messico e gli Stati Uniti. Un romanzo polifonico e al femminile che si muove tra Ciudad Juárez ed El Paso, terre di transito e di crimine, ferita ancora aperta di un colonialismo che continua a plasmare identità e desideri. Il confine respinge, eppure tutto si mescola: le speranze, i valori, le paure. L’ american dream è a portata di mano, basta attraversare il ponte e arrivare “dall’altra parte”. Ma a Juárez, dalla parte dei poveri, c’è un’umanità che abita in una discarica comunale dove finiscono i rifiuti e il respiro tossico di due città, di due mondi. E dove tutto è spazzatura, comprese le persone. Seguiamo il racconto di tre donne: Alicia, cresciuta nella discarica, che adesso comanda su altri come lei; Griselda, una ricercatrice che ogni giorno arriva da El Paso per studiare chi vive in mezzo ai rifiuti; Reyna, una donna trans che dell’immondizia sente solo il fetore quando il vento lo trascina fino al marciapiede sul quale batte, insieme a un gruppo di prostitute unite come una famiglia. Le loro vite si sfiorano, si incrociano, si sovrappongono. Non senza sorprese.
Sylvia Aguilar Zéleny è nata nel 1973 a Hermosillo (Sonora, Messico).
Scrittrice e traduttrice, dopo la laurea in letteratura ispanica all’Università di Sonora ha iniziato una carriera accademica e attualmente insegna all’Università del Texas, a El Paso.
Tra i suoi titoli Gente menuda, Uno no habla de esto, Nenitase i sei romanzi di Coming Out, collana LGBT per giovani adulti che lei stessa ha creato negli Stati Uniti per Epic Press.
Le opere di Sylvia Aguilar Zéleny hanno ottenuto diversi riconoscimenti, tra i quali il Concurso de Cuento Cristina Rivera Garza nel 2005 e il Tamaulipas National Book Award nel 2015.
Il suo nuovo romanzo, Una falsa diarista, uscirà per Random House nel 2026.
Ventanas torna a pubblicare Sylvia Aguilar Zéleny, dopo averla fatta conoscere ai lettori con Il libro di Aisha, la sua prima traduzione italiana.
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Anche oggi non poteva mancare l'appuntamento del lunedì che a noi piace tanto. E anche questo Buon incipit di settimana è un po' speciale. Infatti, la lettura è a cura del fantasiologo e scrittore Massimo Gerardo Carrese, a cui siamo molto affezionati. Ci ha regalato una lettura tratta dal suo SpuntiSunti, edito da @dèclic.
Non possiamo che essere contenti e lo ringraziamo con tutto il nostro affetto.
Non possiamo che essere contenti e lo ringraziamo con tutto il nostro affetto.
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Con il loro umorismo sgrammaticato, gli SpuntiSunti illuminano sfumature insolite di un’esistenza piuttosto comune: quella dell’autore, che decide di osservare sé stesso, gli altri e il suo ambiente per mezzo di numeri, anagrammi, riflessioni enigmatiche, situazioni incompiute, ripetizioni ossessive, inappagamenti, epifanie e improvvise esultanze.
Racconti solo apparentemente confusi e separati, gli SpuntiSunti collocano il lettore in una quotidianità riconoscibile ma non del tutto, filtrata da un’agitata curiosità: luoghi narrativi affidati al caso più scrupoloso e alla regola più disordinata.
In questo libro, in cui gli eventi e le parole si incartano in sensi altri, si avverte la necessità di abbandonare il legame abituale con le faccende di tutti i giorni, senza la pretesa di comprendere o spiegare la vita che ci assale a ogni ora. Anche fuori di qui.
massimo gerardo carrese è nato a thun nel 1978.
dal 2001 è studioso di fantasiologia. fantasiologo di professione, analizza gli aspetti scientifici e umanistici, ludici e artistici della fantasia, dell’immaginazione e della creatività. sulla fantasiologia ha scritto saggi e progettato strumenti formativi (giochi linguistici, numerici, artistici) per fondazioni e istituti pubblici e privati.
promuove incontri e laboratori di fantasiologia presso università, scuole di ogni ordine e grado e ambiti sociali.
è musicista autodidatta, ideatore del panassurdismo, anagrammista, direttore artistico del festival fantasiologico e socio fondatore dell’associazione l.a.b.i.s. laboratori arte biblioteca inclusioni scoperte. di recente uscita il grande libro della fantasia per il saggiatore.
vive in provincia di caserta.
il suo sito è www.fantasiologo.com.
Racconti solo apparentemente confusi e separati, gli SpuntiSunti collocano il lettore in una quotidianità riconoscibile ma non del tutto, filtrata da un’agitata curiosità: luoghi narrativi affidati al caso più scrupoloso e alla regola più disordinata.
In questo libro, in cui gli eventi e le parole si incartano in sensi altri, si avverte la necessità di abbandonare il legame abituale con le faccende di tutti i giorni, senza la pretesa di comprendere o spiegare la vita che ci assale a ogni ora. Anche fuori di qui.
massimo gerardo carrese è nato a thun nel 1978.
dal 2001 è studioso di fantasiologia. fantasiologo di professione, analizza gli aspetti scientifici e umanistici, ludici e artistici della fantasia, dell’immaginazione e della creatività. sulla fantasiologia ha scritto saggi e progettato strumenti formativi (giochi linguistici, numerici, artistici) per fondazioni e istituti pubblici e privati.
promuove incontri e laboratori di fantasiologia presso università, scuole di ogni ordine e grado e ambiti sociali.
è musicista autodidatta, ideatore del panassurdismo, anagrammista, direttore artistico del festival fantasiologico e socio fondatore dell’associazione l.a.b.i.s. laboratori arte biblioteca inclusioni scoperte. di recente uscita il grande libro della fantasia per il saggiatore.
vive in provincia di caserta.
il suo sito è www.fantasiologo.com.
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Tra le, forse poche, cose belle del lunedì, quando si torna alla routine del lavoro, degli studi e magari non si è riusciti a fermarsi neanche un po', c'è il Buon Incipit di settimana. L'appuntamento della Libreria 101 con cui condividiamo una piccola lettura tratta dall'incipit di un romanzo, per cominciare insieme una nuova settimana. Oggi scoprirete una piccola lettura da Poveri a noi (Ventanas) direttamente dalla voce dell'autore Elvio Carrieri che è stato più che felice di partecipare e noi come lui e per questo lo ringraziamo con un grazie pieno di affetto.
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Nel cortile di una scuola media della periferia barese uno studente viene massacrato di botte da un compagno e ricoverato in prognosi riservata. A distanza di pochi metri, inerme, un altro ragazzo osserva la scena. Passano quasi vent’anni. Nel frattempo, dopo quel momento tragico, Plinio (la vittima) e Libero (il testimone defilato del pestaggio) sono diventati amici. Un’amicizia basata sulla protezione reciproca. Ma quando Libero, professore in un carcere, incontra Letizia, una psicologa originaria della Valle d’Itria, il rapporto con Plinio si trasforma. Sullo sfondo di una città, Bari, ormai ridotta cinicamente alla sua anima scheletrica e post-industriale, tormentata da scandali locali e da losche manovre politiche, non c’è dramma che le tre giovani figure urbane non possano esorcizzare. Non importa quanto dolore vi sia in gioco. Vincitore del premio Giorgione Giovani 2025
Elvio Carrieri (Bari, 2004) è un poeta e un musicista. I suoi testi poetici sono pubblicati per la prima volta sulle pagine baresi di “La Repubblica” quando ha quindici anni. Dal 2022 appaiono su siti letterari e giornali, tra cui “Nazione Indiana”, “Menabó”, “Limina Mundi”, “SUD”. Nel marzo 2023 è finalista al Premio Poeti Oggi e un suo testo è selezionato come poesia del mese sul sito-laboratorio “Poesia del nostro tempo”. Nel settembre 2023 vince il Concorso Amici di Nicco, intitolato alla memoria del giovanissimo poeta Niccolò Bizzarri.
Poveri a noi è il suo primo romanzo. Lo ha scritto in una sola settimana, un capitolo ogni notte (arrivava all’alba via mail allo scrittore Francesco Forlani), nell’estate del 2023 mentre sosteneva l’esame di maturità.
Elvio Carrieri (Bari, 2004) è un poeta e un musicista. I suoi testi poetici sono pubblicati per la prima volta sulle pagine baresi di “La Repubblica” quando ha quindici anni. Dal 2022 appaiono su siti letterari e giornali, tra cui “Nazione Indiana”, “Menabó”, “Limina Mundi”, “SUD”. Nel marzo 2023 è finalista al Premio Poeti Oggi e un suo testo è selezionato come poesia del mese sul sito-laboratorio “Poesia del nostro tempo”. Nel settembre 2023 vince il Concorso Amici di Nicco, intitolato alla memoria del giovanissimo poeta Niccolò Bizzarri.
Poveri a noi è il suo primo romanzo. Lo ha scritto in una sola settimana, un capitolo ogni notte (arrivava all’alba via mail allo scrittore Francesco Forlani), nell’estate del 2023 mentre sosteneva l’esame di maturità.
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Che bello il lunedì tornare al nostro appuntamento Buon incipit di settimana. Oggi con un pizzico di poesia. Infatti, abbiamo chiesto a @giovanni magliocco di leggere una poesia tratta dal suo libro intitolato Craco, e ce ne ha regalate diverse tra cui quella che condividiamo con voi. Ringraziamo Giovanni con tanto affetto per la sua solita gentilezza e dolcezza e vi auguriamo un bellissimo inizio di settimana.
Le poesie di Craco ripercorrono un’esplorazione dell’irrivelato che assume spesso i contorni di un’iniziazione. Sotto la luce abbagliante del mezzogiorno, un’altra realtà sembra crescere in un borgo ormai defunto. Per le diverse voci che prendono corpo nei versi, Craco incarna uno spazio liminale, dove il tempo orizzontale si è annullato definitivamente, facendosi evento onirico. È un luogo/non-luogo in cui vita e morte, presenza e assenza, sacro e profano, si fronteggiano in una spirale infinita. La densità di questa scrittura, visionaria e surreale, erige un palazzo di specchi dove s’intersecano la via notturna, lunare e onirica delle Vedute di Craco e la via diurna, solare e talismanica delle Formule di Craco, itinerario segreto e perturbante, ricerca affascinante e senza fine.
Giovanni Magliocco è Professore Associato di Lingua e Letteratura Rumena presso l’Università di Bari. Ha pubblicato vari studi dedicati alla letteratura rumena moderna e contemporanea, in una prospettiva comparatistica che privilegia l’analisi degli archetipi, dei miti e dell’immaginario. Traduce poesia dal rumeno e dal francese. Dalla fine degli anni ’90 ha scritto varie raccolte di poesie, tuttora inedite. Nell’estate del 2023 scrive Craco
Giovanni Magliocco è Professore Associato di Lingua e Letteratura Rumena presso l’Università di Bari. Ha pubblicato vari studi dedicati alla letteratura rumena moderna e contemporanea, in una prospettiva comparatistica che privilegia l’analisi degli archetipi, dei miti e dell’immaginario. Traduce poesia dal rumeno e dal francese. Dalla fine degli anni ’90 ha scritto varie raccolte di poesie, tuttora inedite. Nell’estate del 2023 scrive Craco
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