IL GIUSNATURALISTA
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Canale pubblico ispirato al pensiero giusnaturalistico classico.
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Uscito il I video sul mio canale Youtube "Il Giusnaturalista"
L'ANGOLO DEL GIUSNATURALISTA:

L'ANIMA PUÓ ESSERE FORMA DEL CORPO?

San Tommaso d'Aquino (1224/1275), il più grande teologo e filosofo cristiano di tutti i tempi, si chiede, nella sua celebre opera "Summa contra Gentiles" scritta in lingua latina, se una sostanza spirituale, incorruttibile possa essere forma del corpo corruttibile, costituendo con essa una reale unità di essere. Ora, per il "Dottor Angelico" l'anima è la forma che possiede e conferisce la sostanzialità. Detto diversamente, l'anima razionale è forma sostanziale, perchè il suo essere spirito si identifica con il suo essere forma (cfr. san Tommaso d'Aquino, "De veritate"). Essa, cioè, in tanto è anima, in quanto è forma del corpo. Pertanto, quando Tommaso afferma che l'anima è l'unica forma del corpo, intende sostenere che quello che chiamiamo corpo è la materia informata dall'anima. L'uomo, dunque, non è composto da due sostanze, ma è una sostanza complessa risultante dall'unione di due con/principi. Lo spirito, nella persona umana, non è uno spirito puro, bensì uno spirito incarnato, una forma della materia. Quest'ultima, nell'uomo, non è "materia bruta", ma la materia informata dall'anima. In conclusione, quindi, nel pensiero tomista l'uomo concreto è totalmente spirituale e totalmente corporale: con questi termini non ci si riferisce ad una parte distinta dell'essere umano, ma a tutto l'uomo. La grandezza di Tommaso, dunque, è quella di aver elaborato una antropologia fedele alla concezione biblica ed, al contempo, aver utilizzato concetti e categorie di derivazione aristotelica. Da rilevare che il Concilio Ecumenico Vaticano II (1962/1965), aperto da Papa Giovanni XXIII e chiuso da Papa Paolo VI, in particolare nella "Gaudium et spes", proprio per sottolineare l'unità della persona umana non muove da principi metafisici, preferendo, viceversa, l'espressione dell'uomo come "immagine di Dio". Da un lato l'agire concreto della condizione corporale, dall'altro l'interiorità dell'uomo diventano i presupposti "conciliari" per una antropologia unitaria espressa con "parole nuove" che, peró, appaiono vaghe ed indeterminate, quasi assumenti (pensiamo al concetto di interiorità) una valenza "psicanalitica". Non deve stupire, allora, se il Catechismo della Chiesa cattolica del 1992 (la cui stesura deve moltissimo al futuro Benedetto XVI, pontefice dal 2005 al 2013) abbia ripreso i termini propri del pensiero filosofico scolastico.
Forwarded from Idee&Azione
L’ideologia delle élite non è soltanto il liberismo globalista tendente alla privatizzazione del mondo e all’unificazione planetaria sotto il dominio di un’oligarchia padrona di tutti i mezzi. Il vero obiettivo è il transumanesimo, ovvero la volontà di superare la creatura uomo cambiandone irrevocabilmente la natura biologica.
(di Roberto Pecchioli)

#ideeazione
https://telegra.ph/Luomo-inutile-e-larca-delloligarchia-01-01
Forwarded from Byoblu
MIGRANTI, NUOVI SBARCHI E NAVI ONG SEQUESTRATE: IL 2024 INIZIA COME FINISCE IL 2023

Ancora sbarchi a Lampedusa nella notte di capodanno, mentre a Bari la nave Ocean Viking è stata sequestrata. Ecco perché.

➡️ https://www.byoblu.com/2024/01/02/migranti-nuovi-sbarchi-e-navi-ong-sequestrate-il-2024-inizia-come-finisce-il-2023/
Forwarded from Antonio Bianco
La Dichiarazione papale sulle benedizioni alle coppie in una condizione contraria agli insegnamenti contenuti nel vangelo (e che non intendono interrompere la relazione) sta suscitando reazioni fra diversi episcopati nazionali e anche singoli vescovi e cardinali di altri paesi. Per ora, sono:
tutti i vescovi
1. del Ghana;
2. dello Zambia
3. del Malawi
4. della Nigeria;
5. del Togo;
6. del Benin;
7. dell' Ucraina;
8. del Camerun;
9. della Polonia;
10. dello Zambia;
11. del Ruanda ;
12. del Gabon;
13. Di Sao Tomé;
14. del Mozambico;
15. dell' Angola;
16. dell' Ungheria.

A questi si sono aggiunte le voci de:

1. i vescovi di Astana in Kazakistan;
2. il Patriarca della Chiesa greco cattolica Ucraina, Mons. Sviatoslav Shevchuk;
3. Il Vescovo della diocesi brasiliano di Formosa mons. Adair José Guimarães;
4. l'arcivescovo emerito di Filadelfia mons. Chaput;
5. l'arcivescovo Emerito di La Plata (Argentina), mons. Hector Aguer;
6. il Card. Gerhard Ludwig Müller, già Prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede;
7. l'arcivescovo di Nairobi, Philip Anyolo;
8. l'arcivescovo di Montevideo (Uruguay), cardinale Daniel Sturla;
9. cinquecento sacerdoti britannici della Confraternita del Clero Cattolico
10. il Card. Jeanne Pierre Kutwa (Costa d’Avorio), arcivescovo di Abidjan.
L'ANGOLO DEL GIUSNATURALISTA:

SIAMO IN PIENA "BUBBLE DEMOCRACY"

Il prof. Damiano Palano, acuto filosofo della politica e direttore del Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha pubblicato nel 2020 un interessantissimo saggio dal titolo "Bubble Democracy: la fine del pubblico e la nuova polarizzazione". L'opera mette molto bene in evidenza come, a partire dalla crisi delle masse degli anni '60 e '70 del secolo scorso che iniziano, in quel periodo, a perdere progressivamente la loro centralità politica, sia emerso un nuovo soggetto, il "pubblico", formato dalla sterminata platea televisiva che oggi, con il dominio schiacciante dei social media, ha subito una profonda frammentazione in una pluralità di segmenti privi di radicamento nell'ambito di una sfera comunicativa comune. L'espressione "bubble democracy" indica, pertanto, che, dopo la democrazia dei partiti e la democrazia del pubblico, si è affermato un assetto caratterizzato da una miriade di "bolle" in buona parte autoreferenziali. È ovvio che lo stabilizzarsi di questa realtà va inevitabilmente ad incidere sui concetti stessi di democrazia e di rappresentanza politica. In primo luogo, si viene a determinare una forte cyber/polarizzazione ove ciascuno sente unicamente l'eco amplificato della propria "bolla di riferimento". Questo inevitabilmente porta non solo alla conferma delle proprie posizioni di partenza, ma anche alla loro estremizzazione con contestuale chiusura pregiudiziale rispetto alle possibili alternative. In secondo luogo, grazie alla pervasività dei social media nella vita degli utenti, non solo si riesce a porre in essere un'informazione giornaliera personalizzata, ma addirittura la si supera pervenendo ad un'informazione passiva che viene offerta all'utente dall'intelligenza artificiale sulla base del profilo personale designato dall'algoritmo. Tutto questo richiede ai partiti nuove indagini sulle modalità di comunicazione con i potenziali elettori, il progettare e gestire campagne di indagine etc. Ovviamente, il tutto è più semplice per le forze politiche di maggiori dimensioni, dotate di più risorse, rispetto ai partiti più piccoli che vengono penalizzati in partenza in termini di costruzione del consenso, benchè tutti si trovino di fronte ad un sistema social quale vero censore e controllore dell'agorà digitale. Nel ordinamento italiano manca una disciplina organica del fenomeno, al di là di alcune decisioni dell'AGCOM (come la delibera 05 aprile 2019, n. 109 adottata in vista delle elezioni europee) che, peró, non sono cogenti, lasciando la soluzione dei problemi alla autoregolamentazione degli stessi social networks. Pure il recente regolamento UE n. 2065/2022 (c.d. Digital Service Act) presenta più profili critici rispetto a quelli che risolve, soprattutto per la lotta alla disinformazione che si rivela una sorta di censura nascosta. Ci si deve, allora, rassegnare ad una proliferazione delle "bolle" con sempre maggiore inadeguatezza della democrazia rappresentativa (ove molte decisioni sono sottratte al decisore politico sia per la presenza di Autorità amministrative indipendenti, sia per la allocazione a livello di Unione Europea di molte decisioni) oppure si possono avanzare alcune proposte? Sicuramente la necessità di ritornare ad un pensiero forte, roccioso, fondato sull'ordine naturale che respinga, con la forza dell'argomentazione razionale, le "bolle ideologiche" che permeano il sistema, incrementando la conflittualità sociale; ripensare gli istituti di democrazia diretta e la legge elettorale; affrontare le diverse tipologie di rappresentanza con il problema endemico del "quantum" di rappresentanza stessa etc.