Cᴜᴍ Gʀᴀɴᴏ Sᴀʟɪs 𖦹𖦹𖦹
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ɢʀᴜᴘᴘᴏ ᴅɪ ʟᴀᴠᴏʀᴏ ᴅᴇʟ ᴍᴇᴅɪᴛᴇʀʀᴀɴᴇᴏ ᴏᴄᴄɪᴅᴇɴᴛᴀʟᴇ

🔻Metodologia 🔻Discernimento 🔻Visione alternativa

Mail: cumgranosaliscgs@gmail.com

Sito web: http://www.cumgranosalis.radicicomuni.org

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#cgs #NemesiMedica #IvanIllich

📖Quando una città viene costruita intorno ai veicoli, toglie valore ai piedi umani;
quando la scuola ha la prelazione sull'apprendimento svaluta l'autodidatta;
quando l'ospedale diventa il centro di raccolta obbligato di tutti quelli che si trovano in condizioni critiche impone alla società una nuova forma di agonia.

I monopoli comuni si accaparrano il mercato; i radicali rendono la gente incapace di fare da sé.

Il monopolio commerciale limita il flusso delle merci;
il monopolio sociale, più insidioso, paralizza la produzione di valori d'uso non commerciabili.

I monopoli radicali usurpano la libertà e l'indipendenza: rimodellando l'ambiente 'appropriandosi' di quelle sue caratteristiche generali che avevano fin lì permesso alla gente di cavarsela da sola, obbligano un'intera società a sostituire i valori d'uso con delle merci.

Il monopolio radicale va più a fondo di quello di una ditta o di un governo, si nutre di sé stesso.


👣 Autodeterminazione
@CumGrano_Salis
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📖 "La medicina iatrogena rafforza una società morbosa nella quale il controllo sociale della popolazione da parte del sistema medico diventa un'attività economica fondamentale; serve a legittimare ordinamenti sociali in cui molti non riescono ad adattarsi; definisce inabili gli handicappati e genera sempre nuove categorie di pazienti.

L'individuo che è irritato, nauseato e menomato dal lavoro e dallo svago industriali può trovare scampo solo in una vita sotto vigilanza medica e viene così distolto o escluso dalla lotta politica per un mondo più sano."


Il seguente articolo, inserito nelle note al paragrafo sopracitato, è estremamente interessante, lo approfondirò meglio in seguito.

📄Nota n. 11 p. 100
Quand la médecine rend malade
Michel Bosquet
⤵️

"Mostra come la iatrogenesi sociale sia fondamentalmente il risultato della funzione di alibi svolta dalla professione medica, attraverso il suo monopolio sulla definizione di malato."

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📖 Ogni cultura ha un proprio modo di concepire la malattia e quindi una sua peculiare maschera sanitaria.

La medicina è un'impresa morale e inevitabilmente perciò da contenuto al bene e al male.
In ogni società la medicina, al pari del diritto e della religione, definisce ciò che è normale, giusto o desiderabile.
Ha l'autorità di etichettare come malattia legittima ciò che lamenta un individuo, di dichiararne malato un altro anche se non si lamenta, e di rifiutare a un terzo il riconoscimento sociale della sua sofferenza, della sua invalidità e persino della sua morte.

Il giudice stabilisce cosa è legale e chi è colpevole, il prete dichiara che cosa è sacro e chi ha violato un tabù, il medico decide che cosa è un sintomo e chi è malato.

Come tutte le crociate la medicina crea un nuovo gruppo di diversi ogni volta che fa attecchire una nuova diagnosi.
La morale è altrettanto implicita nella malattia quanto nel diritto o nel peccato.


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📖Al di là di una certa incidenza sul bilancio, il denaro che espande il controllo medico su spazio, orari, istruzione, dieta, disegno di macchine e beni finisce inevitabilmente per scatenare "un incubo forgiato di buone intenzioni"
Il denaro può sempre minacciare la salute; troppo denaro la corrompe

Al di là di un certo punto, ciò che può produrre denaro o ciò che si può comprare col denaro

restringe l'ambito della
"vita" scelta autonomamente

Non soltanto la produzione ma anche il consumo accentua la scarsità di tempo, spazio e scelta
Il prestigio della merce medica non può quindi che insidiare la coltivazione della salute, la quale, all'interno di un ambiente dato, dipende in larga misura dal vigore innato
Quanto più tempo, fatica e sacrifici vengono spesi per produrre medicina-merce, tanto maggiore sarà il sottoprodotto, cioè la falsa idea che la società abbia una provvista di salute riposta che può esser tirata fuori e messa sul mercato


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📖 La falsa idea che la società sia prigioniera per sempre della civiltà farmaceutica è uno dei dogmi che ingombrano la politica sanitaria: si adatta infatti all'uomo industrializzato.
Questi ha imparato a cercare di acquistare tutto quello di cui ha voglia.

Senza un mezzo di trasporto o un titolo di studio non arriva da nessuna parte; l'ambiente in cui vive gli ha reso impossibile camminare, apprendere e sentirsi padrone del proprio corpo.

Prendere un farmaco, non importa quale e per quale motivo, è un'ultima possibilità di affermare il proprio dominio su di sé, di manipolare lui stesso il proprio corpo anziché lasciarlo manipolare dagli altri.

L'invasione farmaceutica lo porta alla medicazione, da parte sua o altrui, che riduce la sua capacità di padroneggiare un corpo di cui è ancora in grado di prendersi cura.


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📖 In una società medicalizzata l'influenza dei medici non si estende soltanto al portafogli o all'armadietto dei medicinali, ma anche alle categorie cui le persone sono assegnate

La burocrazia medica suddivide gli individui in quelli che possono guidare, quelli che possono assentarsi dal lavoro, quelli che debbono essere rinchiusi, quelli che possono fare il soldato, quelli che possono andare oltre frontiera, fare i cuochi o praticare la prostituzione, quelli che non possono aspirare alla vicepresidenza degli Stati Uniti, quelli che sono morti, quelli che sono in grado di commettere un delitto e quelli che sono responsabili di averlo commesso

Ognuno di questi certificati fornisce al titolare uno status speciale

In una società in cui la maggioranza della gente è dichiarata deviante, l'ambiente in cui vivono tali maggioranze devianti finirà per assomigliare a un ospedale

E ovviamente, passare la vita in un ospedale non fa bene alla salute


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📖 La supervisione medica permanente fa di tutta la vita una serie di episodi a rischio, ciascuno dei quali richiede una tutela speciale.

Dalla culla all'ufficio, dal Club Méditerranée al letto di morte, ogni fascia d'età è condizionata da un ambiente, il quale definisce la salute per conto di coloro che segrega.

La burocrazia igienica ferma il genitore alle porte della scuola e il minore alla soglia del tribunale, e porta via il vecchio da casa sua.
La scuola, il posto di lavoro, la casa, diventano luoghi specializzati, sono resi inadatti per i più.

Su questo ieratico scenario di devoti della salute si staglia l'ospedale, cattedrale dei tempi moderni.
Per il ricco come per il povero, la vita diventa un pellegrinaggio tra test e cliniche verso la corsia dove essa ebbe inizio.
Il vivere è così ridotto a un "lasso di tempo", a un fenomeno statistico che, nel bene e nel male, dev'essere pianificato e modellato con strumenti istituzionali.


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📖 Questo lasso di vita comincia a esistere con l'esame prenatale, quando il dottore decide se e come il feto dovrà essere partorito, e terminerà con un timbro su un grafico che prescriverà di sospendere la rianimazione.
Tra il parto e il termine estremo, questo fascio di interventi biomedici trova la sua migliore collocazione in una città che sia costruita come un utero meccanico.

A ogni stadio della sua vita l'individuo è reso inabile in specifico rapporto all'età.
L'esempio più ovvio, quello dei vecchi, vittime di cure impartite per una condizione incurabile.

Il fatto è che la medicina non può far molto per i mali associati alla senescenza e ancor meno per quanto riguarda il processo e l'esperienza della senescenza stessa.
Disgraziatamente...la grande maggioranza delle cure per i vecchi che richiedono l'intervento professionale non soltanto tende ad acuire le loro sofferenze ma, quando ha successo, anche a prolungarle.


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📖 La maggior parte dei disturbi dell'uomo consiste di indisposizioni allo stesso tempo acute e benigne che o si esauriscono da sole o si possono superare con qualche decina di forme d'intervento di ordinaria amministrazione.
Per tutta un'ampia gamma di stati morbosi, coloro che si riprendono meglio sono probabilmente quelli che meno vengono curati.

"Per il malato" diceva
Ippocrate
"il meno è meglio".
Il più delle volte, la cosa migliore che un medico colto e coscienzioso possa fare è convincere il paziente che egli può vivere con la sua menomazione, rassicurandolo che finirà per ristabilirsi o che nel momento in cui ne avrà bisogno ci sarà la morfina, fargli quello che avrebbe fatto la nonna, e per il resto rimettersi alla natura.

I nuovi trucchetti di frequente applicazione sono così semplici che l'ultima generazione di nonne li avrebbe imparati da un pezzo se non fosse stata intimidita fino all'inettitudine dalla mistificazione medica.


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@CumGrano_Salis
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📖 Quello che la catalogazione medica ha fatto all'ultima parte della vita l'ha fatto anche al suo inizio.
Come il potere del medico si affermò sulla vecchiaia e poi finì per invadere
il climaterio
[ho imparato con Illich questo vocabolo😅]
e i primi anni di pensionamento, così la sua iniziale autorità sulla sala-parto, a poco a poco si estese all'allevamento, all'asilo e alla scuola, finendo per medicalizzare l'infanzia, la fanciullezza e la pubertà.

Ma mentre si comincia ad ammettere l'idea di un limite alla sempre più costosa geriatria istituzionalizzata, la limitazione dei cosiddetti investimenti sanitari nell'infanzia è ancora un argomento tabù.

I genitori della società industriale, costretti a procreare manodopera per un mondo in cui nessuno riesce a inserirsi se non è stato macinato e modellato da 16 anni di istruzione regolamentare, si sentono incapaci di occuparsi personalmente della loro prole e, disperati, li coprono di medicine.


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