Cristiani Cattolici Nel Mondo
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Preghiera al Sacro Cuore di Gesù per le anime afflitte da mali, dispiaceri, contrarietà
Gesù
nel Tuo Cuore squarciato,
metto questa mia pena,
la copro con la Tua Passione e Morte,
con le Tue Sacre Piaghe,
col Tuo Preziosissimo Sangue,
con i dolori e le lacrime di Maria SS.
coi menti di S. Michele Arcangelo
e di tutta la Corte Celeste,
con i meriti di S. Giuseppe
e di tutti i Santi e Beati del Cielo
e con i meriti di tutti i Santi e Giusti
della terra e delle Anime purganti.
Pater, Ave, Gloria
 
Atto di consacrazione al Sacro Cuore
Il tuo Cuore, o Gesù, è asilo di pace,
il soave rifugio nelle prove della vita,
il pegno sicuro della mia salvezza.
A Te mi consacro interamente, senza riserve, per sempre.
Prendi possesso, o Gesù, del mio cuore,
della mia mente, del mio corpo, dell’anima mia, di tutto me stesso.
I miei sensi, le mie facoltà, i miei pensieri ed affetti sono tuoi.
Tutto ti dono e ti offro; tutto appartiene a Te.
Signore, voglio amarti sempre più, voglio vivere e morire di amore.
Fa o Gesù, che ogni mia azione, ogni mia parola,
ogni palpito del mio cuore siano una protesta di amore;
che l’ultimo respiro sia un atto di ardentissimo e purissimo amore per Te.
Si narra di una Suora Clarissa che comparve dopo la sua morte e disse: «Sono salva!!!
e non ho toccato le fiamme del purgatorio, perché ogni sera ho recitato questa offerta. Giorno per giorno ho così pagati i miei debiti con la Divina Giustizia».

«Eterno Divin Padre, io vi offro il Sacro Cuore di Gesù con tutto il suo amore e con tutti i suoi meriti e con tutte le sue sofferenze:
1 per espiare tutti i miei peccati commessi in questo giorno e tutti i giorni della mia vita. Gloria al Padre... ecc.

2. per purificare il bene che ho mal fatto in questo giorno e tutti i giorni della mia vita. Gloria al padre...ecc.

3. per supplire alle opere che dovevo fare e che ho trascurato in questo giorno ed in tutto il tempo della mia vita. Gloria al Padre.. ecc.

( Beato Giacomo Alberione)
MESE DI LUGLIO dedicato al Preziosissimo Sangue di Gesù - Coroncina.
O Sangue Preziosissimo del Nostro Redentore, in questo giorno di festa noi Ti adoriamo e umilmente ci prostriamo dinanzi alla Tua sublime maestà: prezzo infinito del riscatto dell’universo e mistico lavacro delle anime nostre, per i Tuoi infiniti meriti domandiamo all'Altissimo di essere purificati dal peccato e salvati dalle insidie del maligno, che massimamente in questi nostri tempi dissoluti congiurano contro la nostra salvezza, sicchè osiamo sperare che alla fine della vita, non per nostro merito ma per l'immensa fiducia ed abbandono che nutriamo nelle Tue eccelse virtù, possiamo ottenere mite giudizio ed essere ammessi così a cantare in eterno la lode perenne "Ci hai redenti, o Signore, con il tuo Sangue e hai fatto di noi un regno per il nostro Dio".

3 Gloria Patri
LA SANTITÀ NON SI IMPROVVISA

La vita di S. Maria Goretti è stata illuminata dalla fede, dalla speranza e dalla carità. Non ha fatto grandi gesta, ma è stata fedele al suo dovere quotidiano ed ella ci conferma ancora che quello che ha detto Gesù è sempre vero ed attuale: «Chi è fedele nelle piccole cose lo è anche nelle grandi» (Lc 16, 10). Così Maria nella prova più grande, aiutata dalla grazia soprannaturale, non ha voluto offendere il suo Redentore.
Ella, con la sua famiglia, ha anche molto da insegnare a tutti, specialmente ai genitori, che hanno la responsabilità della salvezza delle anime dei loro figli. San Carlo Borromeo diceva: «Allevare, educare i figli, vuol dire condurli a Gesù». Tutti i genitori, come fecero i genitori di Maria, devono insegnare ai figli a pregare, ad aver e conservare il timor di Dio, ricordandosi che esso è un dono dello Spirito Santo e che come dice la S. Scrittura: «...è l'inizio della Sapienza» (Ecl 1, 16; Prov 9, 10). Tra l'altro nell'antifona della Comunione della Messa per la Santa (il 6 luglio), leggiamo: «Il timore del Signore è il suo tesoro» (Is 33,6).

La madre affermò: «Che fosse brava lo sapevo, che sarebbe diventata Santa non me l'aspettavo... è vero che feci di tutto per darle un'educazione cristiana, ma non avrei mai creduto che fosse così eroica da dare la sua vita». Dio è sempre stato al primo posto nella vita di Maria ed Egli ha orientato tutta sua vita. Qualsiasi tentativo di raccontare la vita della Santa escludendo questo valore è una manipolazione che non tiene conto della verità e della storia. La fede di Maria si è manifestata nel quotidiano, nelle faccende concrete della vita, nell'accettazione del dolore e della gioia, nel servizio degli altri, nell'abbandono alla Provvidenza, nell'amore alla Vergine e alla Santa Eucaristia.

Sulla tomba di Marietta avvennero guarigioni prodigiose, la Chiesa quindi prese in esame la documentazione presentata dal passionista P Mauro Liberati e il 31 maggio 1935 iniziò il Processo canonico ad Albano Laziale.

Il 25 marzo 1945 Pio XII riconobbe l'autenticità del suo martirio.

Il 27 aprile 1947 fu dichiarata beata. Ecco un estratto del discorso del Papa in quell'occasione: «Maria Goretti che dovette così giovane, dodicenne, lasciare questa terra, è un frutto maturo del focolare domestico, ove si prega, ove i figli sono educati nel timore di Dio, nell'ubbidienza verso i genitori, nell'amore della verità, nella verecondia, nella illibatezza; ove essi fin da fanciulli si abituano a contentarsi di poco, ad essere ben presto di aiuto nella fattoria... La nostra Beata fu una forte. Ella sapeva e comprendeva, e precisamente per ciò preferì morire. Non aveva ancora compiuto dodici anni, quando cadde martire... No, non è un'anima piccola e debole, è un'eroina, che sotto la stretta del ferro del suo uccisore, non pensa alla sua sofferenza, ma alla bruttezza del peccato, che risolutamente respinge...».
🌺PREGHIERA A SANTA MARIA
GORETTI🌺


Salve, o soave ed amabile santa! Martire sulla terra ed Angelo in cielo! Dalla tua gloria volgi lo sguardo su questo popolo che ti ama, che ti venera, che ti glorifica, che ti esalta. Sulla tua fronte tu porti chiaro e fulgente il nome vittorioso di Cristo; sul tuo volto virgineo è la forza dell’amore, la costanza della fedeltà allo sposo divino; tu sei sposa di sangue, per ritrarre in te l’immagine di Lui. A te, potente presso l’agnello di Dio, affidiamo questi i nostri figli e figlie. Essi ammirano il tuo eroismo, ma anche vogliono essere tuoi imitatori nel fervore della fede e nella incorruttibile illibatezza dei costumi. A te i padri e le madri ricorrono, affinché tu li assista nella loro missione educativa. In te per le nostre mani trova rifugio la fanciullezza, e la gioventù tutta, affinchè sia protetta da ogni contaminazione e possa incedere per il cammino della vita nella serenità e nella letizia dei puri di cuore. Così sia.

Papa Pio XII
Forwarded from Daniele Cunego
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Che bravi
Alessandro Serenelli (2 giugno 1882 – 16 maggio 1970) fu colui che all'età di 20 anni, tentando di violentare la bambina Maria Goretti, per il rifiuto di questa a concedersi, la pugnalò più volte, lasciandola agonizzante, il 5 luglio 1902 nella celebre cascina alle Ferriere di Conca, nell'agro pontino.
Maria, dopo una lenta agonia, sarebbe morta il giorno dopo all'ospedale di Nettuno, non prima di averlo perdonato.
Serenelli, a seguito del perdono ricevuto da lei in punto di morte si convertì e, dopo aver scontato 27 anni di carcere speciale (sui 30 comminatigli dalla Corte d'Assise, visto che non si potè condannarlo all'ergastolo, essendo minorenne all'epoca del crimine), aver svolto lavori di fatica e chiesto perdono alla madre della vittima, prima si ritirò come domestico presso i PP. Passionisti, e poi chiese di entrare a far parte dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini.
Visse come confratello laico, svolgendo umili mansioni, in diversi conventi, l'ultimo dei quali a Macerata, sempre toccato da una grazia speciale che Santa Maria Goretti evidentemente gli ottenne.
Scrisse nel testamento olografo del 1961: "Consumai a vent’anni il delitto passionale, del quale oggi inorridisco al solo ricordo. Maria Goretti, ora santa, fu l’angelo buono che la Provvidenza aveva messo avanti ai miei passi. Ho impresse ancora nel cuore le sue parole di rimprovero e di perdono. Pregò per me, intercedette per me, suo uccisore. Seguirono trent’anni di prigione. Se non fossi stato minorenne, sarei stato condannato a vita. Accettai la sentenza meritata; rassegnato espiai la mia colpa. Maria fu veramente la mia luce, la mia Protettrice; col suo aiuto mi diportai bene e cercai di vivere onestamente, quando la società mi riaccettò tra i suoi membri. "
Le vie della Provvidenza sono infinite e agli uomini quasi sempre misteriose.
Riposi in pace!
😇 Santa del giorno: Maria Teresa Goretti

Martire della purezza beatificata 27 aprile 1947 e canonizzata nel 1950.
Perdonò al suo assassino dicendo:
“ Si per amore di Gesù gli perdono; voglio che venga con me in Paradiso”. 


Dice Gesù:

«E qui l’Opera che il mio amore per voi ha dettata, e che voi avete ricevuta per l’amore che una creatura ha avuto per Me e per voi, è finita».
[...]
«E ancora è finita oggi, giorno nel quale la Chiesa eleva agli altari il puro giglio dei campi Maria Teresa Goretti, dallo stelo spezzato mentre ancor la corolla era un boccio.
E da chi spezzato se non da satana, invido di quel candore, splendente più del suo antico aspetto d’angelo? Spezzato perché sacro all’Amatore divino.
Vergine e martire, Maria, di questo secolo d’infamie, nel quale si vilipende anche l’onore della Donna, sputando la bava dei rettili a negare il potere di Dio di dare una dimora inviolata al suo Verbo incarnantesi per opera di Spirito Santo a salvare coloro che credono in Lui.
Anche Maria-Giovanni è martire dell’Odio, che non vuole celebrate le mie meraviglie con l’Opera, arma potente a strappargli tante prede.
Ma anche Maria-Giovanni sa, come sapeva Maria-Teresa, che il martirio, qualunque nome e aspetto abbia, è chiave per aprire senza indugio il Regno dei Cieli a quelli che lo patiscono per continuare la mia Passione».

(Maria Valtorta, "L'Evangelo come mi è stato rivelato", 640.6)
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"E ora ascoltate anche il tenero sfogo di un pio innamorato del nome di Maria:

Il cielo esulta e la terra stupisce,
quando dico Ave Maria!
Satana fugge, l'inferno trema,
quando dico: Ave Maria!
Il mondo si fa spregevole, la carne manda cattivo odore,
quando dico: Ave Maria!
La tristezza sparisce e la gioia ritorna,
quando dico: Ave Maria!
La tiepidezza scompare e il cuore si infiamma d'amore,
quando dico: Ave Maria!
La devozione aumenta, la compunzione nasce, quando dico: Ave Maria!
La speranza cresce, la consolazione aumenta, quando dico: Ave Maria!
L'animo si rinnova e l'impegno si rafforza nel bene,
quando dico: Ave Maria!".

(De Imitatione Mariæ)
*UNA PREGHIERA AL SANTO NOME DI MARIA*
 di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori
"O potente Madre di Dio e Madre mia Maria, è vero che non sono degno neppure di nominarti, ma Tu mi ami e desideri la mia salvezza. Concedimi, benché la mia lingua sia immonda, di poter sempre chiamare in mia difesa il tuo santissimo e potentissimo nome, perché il tuo nome è l’aiuto di chi vive e la salvezza di chi muore.
 
Maria purissima, Maria dolcissima, concedimi la grazia che il tuo nome sia da oggi in poi il respiro della mia vita. Signora, non tardare a soccorrermi ogni volta che Ti chiamo, poiché in tutte le tentazioni e in tutte le mie necessità non voglio smettere di invocarti ripetendo sempre: Maria, Maria. Così voglio fare durante la mia vita e spero particolarmente nell’ora della morte, per venire a lodare eternamente in Cielo il tuo amato nome: “O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria”.
 
Maria, amabilissima Maria, che conforto, che dolcezza, che fiducia, che tenerezza sente l’anima mia anche solo nel pronunciare il tuo nome, o soltanto pensando a Te! Ringrazio il mio Dio e Signore che Ti ha dato per mio bene questo nome così amabile e potente.
 
O Signora, non mi basta nominarti qualche volta, voglio invocarti più spesso per amore; voglio che l’amore mi ricordi di chiamarti ad ogni ora, in modo tale da poter esclamare anch’io insieme a Sant’Anselmo: “O nome della Madre di Dio, tu sei l’amore mio!”.
 
Mia cara Maria, mio amato Gesù, i vostri dolcissimi Nomi vivano sempre nel mio ed in tutti i cuori. La mia mente si dimentichi di tutti gli altri, per ricordarsi solo e per sempre di invocare i vostri Nomi adorati.
 
Mio Redentore Gesù e Madre mia Maria, quando sarà giunto il momento della mia morte, in cui l’anima dovrà lasciare il corpo, concedetemi allora, per i vostri meriti, la grazia di pronunciare le ultime parole dicendo e ripetendo: “Gesù e Maria vi amo, Gesù e Maria vi dono il cuore e l’anima mia".
Ti adoro, o Croce Santa, che fosti ornata del Corpo Sacratissimo del mio Signore, coperta e tinta del Suo Preziosissimo Sangue.
Ti adoro, mio Dio, posto in croce per me.
Ti adoro, o Croce Santa, per amore di Colui che è il mio Signore. Amen.
***
Adoro te, Croce preziosa, che con le venerabili membra del mio Signore Gesù Cristo foste adornata, e col suo preziosissimo sangue tinta. Adoro te mio Dio, posto su quella Croce per amor mio.
***
Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero. Amen.
POEMA DELLA CROCE - dagli scritti di Luisa Piccarreta

“La CROCE sofferta da Voi mi liberò dalla schiavitù del demonio, e mi sposò alla Divinità con nodo indissolubile; la CROCE è feconda, e mi partorisce la grazia; la CROCE è luce e mi disinganna del temporale, e mi svela l’eterno; la CROCE è fuoco e mette in cenere tutto ciò che non è di Dio, fino a svuotarmi il cuore d’un minimo filo d’erba che possa starci.
La CROCE è moneta d’inestimabile prezzo, e se io avrò, Sposo Santo, la fortuna di possederla mi arricchirò di monete eterne, fino a rendermi la più ricca in Paradiso, perché la moneta che corre in Cielo è la croce sofferta in terra.
La CROCE, poi, non solo mi fa conoscere me stessa, ma mi dà anche la conoscenza di Dio. La CROCE mi innesta tutte le virtù.
La CROCE è la nobile Cattedra dell’increata Sapienza, che mi insegna le dottrine più elevate, sottili e sublimi.
La CROCE, da sola, mi svelerà i misteri più na-scosti, le cose più recondite, la perfezione più perfetta, tutto ciò essendo nascosto ai dotti ed ai sapienti del mondo.
La CROCE è acqua benefica che non solo mi purifica, ma mi somministra anche il nutrimento per le vir-tù, facendomele crescere, e mi lascia soltanto quando sarò ricondotta alla Eterna Vita. La CROCE è rugiada celeste che mi conserva ed abbellisce il bel giglio della purità. La CROCE è l’alimento della Speranza.
La CROCE è la fiaccola della Fede operante.
La CROCE è legno asciutto che conserva e mantiene sempre acceso il fuoco della Carità. La CROCE è legno asciutto che fa svanire e mette in fuga tutti i fumi di superbia e di vanagloria e produce nell’anima l’umile viola dell’umiltà.
La CROCE è l’arma più potente che offende i demoni e mi difende da tutti i loro artigli. L’anima, che possiede la CROCE, è invidiata ed ammirata dagli stessi Angeli e Santi e suscita rabbia e sdegno nei demoni.
La CROCE è il mio Paradiso in terra; se nel Paradiso dei Beati ci sono i godimenti, nel Paradiso in terra ci sono i patimenti.
La CROCE è la catena d’oro purissimo che mi congiunge con Voi, mio Sommo Bene, formando l’unione più intima possibile, fino a fare scomparire l’essere mio, tramutandomi in Voi e vivente della stessa Vostra Vita”.
Dai «Discorsi» di san Bernardo, abate


     Il martirio della Vergine viene celebrato tanto nella profezia di Simeone, quanto nella storia stessa della passione del Signore. Egli è posto, dice del bambino Gesù il santo vegliardo, quale segno di contraddizione, e una spada, dice poi rivolgendosi a Maria, trapasserà la tua stessa anima (cfr. Lc 2, 34-35).
     Una spada ha trapassato veramente la tua anima, o santa Madre nostra! Del resto non avrebbe raggiunto la carne del Figlio se non passando per l'anima della Madre. Certamente dopo che il tuo Gesù, che era di tutti, ma specialmente tuo, era spirato, la lancia crudele non potè arrivare alla sua anima. Quando, infatti, non rispettando neppure la sua morte, gli aprì il costato, ormai non poteva più recare alcun danno al Figlio tuo. Ma a te sì. A te trapassò l'anima. L'anima di lui non era più là, ma la tua non se ne poteva assolutamente staccare. Perciò la forza del dolore trapassò la tua anima, e così non senza ragione ti possiamo chiamare più che martire, perché in te la partecipazione alla passione del Figlio, superò di molto, nell'intensità, le sofferenze fisiche del martirio.
     Non fu forse per te più che una spada quella parola che davvero trapassò l'anima ed arrivò fino a dividere anima e spirito? Ti fu detto infatti: «Donna, ecco il tuo figlio» (Gv 19, 26). Quale scambio! Ti viene dato Giovanni al posto di Gesù, il servo al posto del Signore, il discepolo al posto del maestro, il figlio di Zebedeo al posto del figlio di Dio, un semplice uomo al posto del Dio vero. Come l'ascolto di queste parole non avrebbe trapassato la tua anima tanto sensibile, quando il solo ricordo riesce a spezzare anche i nostri cuori, che pure sono di pietra e di ferro?
     Non meravigliatevi, o fratelli, quando si dice che Maria è stata martire nello spirito. Si meravigli piuttosto colui che non ricorda d'aver sentito Paolo includere tra le più grandi colpe dei pagani che essi furono privi di affetto. Questa colpa è stata ben lontana dal cuore di Maria, e sia ben lontana anche da quello dei sui umili devoti.
     Qualcuno potrebbe forse obiettare: Ma non sapeva essa in antecedenza che Gesù sarebbe morto? Certo. Non era forse certa che sarebbe ben presto risorto? Senza dubbio e con la più ferma fiducia. E nonostante ciò soffrì quando fu crocifisso? Sicuramente e in modo veramente terribile. Del resto chi sei mai tu, fratello, e quale strano genere di sapienza è il tuo, se ti meravigli della solidarietà nel dolore della Madre col Figlio, più che del dolore del Figlio stesso di Maria? Egli ha potuto morire anche nel corpo, e questa non ha potuto morire con lui nel suo cuore? Nel Figlio operò l'amore superiore a ogni altro amore. Nella Madre operò l'amore, al quale dopo quello di Cristo nessun altro amore si può paragonare.