Pubblichiamo un breve approfondimento sulle ipotetiche cumulate pluviometriche di rilievo (>50mm) attese nelle prossime 24 ore (indicativamente da adesso fino a venerdì sera) in regione alpino-prealpina lombarda. Sia ben chiaro che si tratta di una STIMA su base modellistica in alta risoluzione, tuttavia passibile di errore anche importante (si spera al ribasso). Abbiamo tre settori d’attenzione.
Settore A: medio-alto Lario occidentale e Val Chiavenna;
Da monitorare in particolare il rischio idro-geologico nei versanti vallivi lariani del settore comasco. La Val Chiavenna, di solito, è un territorio più resiliente a cumulate di questa portata, essendone maggiormente avvezza.
Settore B: Orobie BG / SO e Valcamonica;
Prestare generale attenzione a tutto il comprensorio della Valli Brembana/Seriana e afferenti. Tuttavia poniamo l’accento sui possibili effetti nel versante valtellinese (Val Gerola, Val Tartano, etc.) giacché è verosimile una significativa estensione delle cumulate anche ben oltre i crinali orobici. I settori valtellinesi, infatti, a differenza delle Orobie Bergamasche, sono meno “abituati” a ricevere accumuli così significativi.
Settore C: Retiche centro-orientali;
Questo è in assoluto il settore che ci desta maggiore apprensione, perché si tratta di porzioni montane in cui piogge estese così abbondanti sono molto insolite, dunque il territorio per sua natura è geomorfologicamente più vulnerabile. La speranza è che vi sia una netta sovrastima delle piogge attese in quest’area da parte della modellistica numerica. Diversamente – senza troppi giri di parole – con 150/200 millimetri diffusi in meno di 24h siamo di fronte a numeri potenzialmente alluvionali, in particolar modo per le valli valtellinesi confinanti con la Svizzera (Val Masino, Valmalenco, Val Poschiavo, Bormiese/Livignasco).
Per queste zone raccomandiamo di osservare il massimo grado di attenzione e predisporre ogni opportuna azione di prevenzione e auto-protezione per mitigare i possibili danni a cose e persone.
Settore A: medio-alto Lario occidentale e Val Chiavenna;
Da monitorare in particolare il rischio idro-geologico nei versanti vallivi lariani del settore comasco. La Val Chiavenna, di solito, è un territorio più resiliente a cumulate di questa portata, essendone maggiormente avvezza.
Settore B: Orobie BG / SO e Valcamonica;
Prestare generale attenzione a tutto il comprensorio della Valli Brembana/Seriana e afferenti. Tuttavia poniamo l’accento sui possibili effetti nel versante valtellinese (Val Gerola, Val Tartano, etc.) giacché è verosimile una significativa estensione delle cumulate anche ben oltre i crinali orobici. I settori valtellinesi, infatti, a differenza delle Orobie Bergamasche, sono meno “abituati” a ricevere accumuli così significativi.
Settore C: Retiche centro-orientali;
Questo è in assoluto il settore che ci desta maggiore apprensione, perché si tratta di porzioni montane in cui piogge estese così abbondanti sono molto insolite, dunque il territorio per sua natura è geomorfologicamente più vulnerabile. La speranza è che vi sia una netta sovrastima delle piogge attese in quest’area da parte della modellistica numerica. Diversamente – senza troppi giri di parole – con 150/200 millimetri diffusi in meno di 24h siamo di fronte a numeri potenzialmente alluvionali, in particolar modo per le valli valtellinesi confinanti con la Svizzera (Val Masino, Valmalenco, Val Poschiavo, Bormiese/Livignasco).
Per queste zone raccomandiamo di osservare il massimo grado di attenzione e predisporre ogni opportuna azione di prevenzione e auto-protezione per mitigare i possibili danni a cose e persone.
⚠️ AVVISO PER VENTO FORTE
Carissimi meteo-appassionati! Ben ritrovati.
A differenza degli (sfigatissimi) anni passati, già a fine novembre la Mitteleuropa è teatro d'un bel viavai di masse d’aria artiche. Rieccoci dunque per un avviso previsionale, che riguarda l’unico fenomeno degno di nota che può regalarci un fronte che da nord-ovest impatta le Alpi: qualche nevicata a Livigno e dintorni e vento forte da Nord su (quasi) tutto il resto della regione.
Nella giornata di VENERDÌ 24 novembre 2023 un bel fronte freddo nord-atlantico, che trasporta un bel carico d’aria gelida dal Nord Europa verso i Balcani (https://cml.to/sat), scodando contro le Alpi attiverà ventilazione intensa nel settore alpino e prealpino lombardo e – con effetti localmente significativi – nelle pianure centro-occidentali.
La buona novella è che la perturbazione forzerà un deciso ricambio d’aria nello stantio catino padano, disperdendo le nostre schifezze inquinanti tra il Ligure e l'Adriatico (chissà i locals come saranno entusiasti di questo omaggio!). Per contro dovremo fare i conti con qualche oretta di raffiche localmente tempestose. Precipitazioni? A questo giro non se ne parla, fatte salve le piccole porzioni di territorio confinali (Val di Lei e Livignasco, comunque poca roba).
Tornando al buon Eolo: a determinare gli effetti più importanti al suolo in sede padana sarà la locale distensione nei bassi strati del fronte di tramontana, atteso indicativamente tra le ore 18 e le 22 locali. Oltre alle consuete zone d’attenzione (Verbano-Luganese-Lario) evidenziamo un potenziale picco di criticità nella fascia di territorio padano compreso tra Basso Varesotto, Milanese, Monza-Brianza, Bassa Bergamasca, Pavese, Lodigiano e forse Cremasco. In queste zone, nelle ore serali, potrebbero aver luogo raffiche fino a 70-90 km/h. Molto meno movimento, invece, nelle pianure centro-orientali, dove il vento forte difficilmente oltrepasserà il gomito altimetrico pedemontano BG-BS.
Pillola tecnica a margine: come di solito si osserva in occasione di maestosi sfondamenti alpini frontali pilotati da una corrente a getto nord-occidentale, il vento nei fondovalle più stretti e in prima fascia pedemontana può per assurdo risultare meno irruento rispetto a quello successivamente trasportato al piano in fascia medio-padana. Immaginatelo un po’ come un fiume d’aria, forzato al “salto” dello scalino orografico, il cui picco eolico al suolo corrisponde al fronte in cui la “cascata” d’aria artica riesce finalmente a sfogarsi nei bassi strati dopo aver superato le Alpi. Più il fronte corre, più la cascata è meridiana. Di base è una dinamica abbastanza diversa rispetto alla "classica" tempesta di Föhn, dove sono i rotori a farla da padrone e il picco del vento è principalmente appannaggio del territorio prealpino-pedemontano con direttrici di sfogo padano lungo le principali valli longitudinali (Ticino-Adda).
Ad ogni modo: chi fosse interessato a dettagli più spiccioli può andare a rivedersi la sinottica in quota e al suolo occorsa nel mattino del 7 febbraio 2022, evento molto simile nell’impianto barico (pur con le ovvie distinzioni di stagionalità). I dati registrati dalla Rete CML sono sempre disponibili qui (click sulla data in alto a sinistra per consultare l’archivio): https://cml.to/realtime.
A seguire: già dalla tarda serata di venerdì la ventilazione andrà attenuandosi su tutti i settori, con raffiche residue nottetempo, viepiù di minore importanza. Un successivo (moderato) rinforzo del vento da nord è atteso anche nella parte centrale di sabato 25 un po’ su tutti i settori, ma senza criticità particolari.
Carissimi meteo-appassionati! Ben ritrovati.
A differenza degli (sfigatissimi) anni passati, già a fine novembre la Mitteleuropa è teatro d'un bel viavai di masse d’aria artiche. Rieccoci dunque per un avviso previsionale, che riguarda l’unico fenomeno degno di nota che può regalarci un fronte che da nord-ovest impatta le Alpi: qualche nevicata a Livigno e dintorni e vento forte da Nord su (quasi) tutto il resto della regione.
Nella giornata di VENERDÌ 24 novembre 2023 un bel fronte freddo nord-atlantico, che trasporta un bel carico d’aria gelida dal Nord Europa verso i Balcani (https://cml.to/sat), scodando contro le Alpi attiverà ventilazione intensa nel settore alpino e prealpino lombardo e – con effetti localmente significativi – nelle pianure centro-occidentali.
La buona novella è che la perturbazione forzerà un deciso ricambio d’aria nello stantio catino padano, disperdendo le nostre schifezze inquinanti tra il Ligure e l'Adriatico (chissà i locals come saranno entusiasti di questo omaggio!). Per contro dovremo fare i conti con qualche oretta di raffiche localmente tempestose. Precipitazioni? A questo giro non se ne parla, fatte salve le piccole porzioni di territorio confinali (Val di Lei e Livignasco, comunque poca roba).
Tornando al buon Eolo: a determinare gli effetti più importanti al suolo in sede padana sarà la locale distensione nei bassi strati del fronte di tramontana, atteso indicativamente tra le ore 18 e le 22 locali. Oltre alle consuete zone d’attenzione (Verbano-Luganese-Lario) evidenziamo un potenziale picco di criticità nella fascia di territorio padano compreso tra Basso Varesotto, Milanese, Monza-Brianza, Bassa Bergamasca, Pavese, Lodigiano e forse Cremasco. In queste zone, nelle ore serali, potrebbero aver luogo raffiche fino a 70-90 km/h. Molto meno movimento, invece, nelle pianure centro-orientali, dove il vento forte difficilmente oltrepasserà il gomito altimetrico pedemontano BG-BS.
Pillola tecnica a margine: come di solito si osserva in occasione di maestosi sfondamenti alpini frontali pilotati da una corrente a getto nord-occidentale, il vento nei fondovalle più stretti e in prima fascia pedemontana può per assurdo risultare meno irruento rispetto a quello successivamente trasportato al piano in fascia medio-padana. Immaginatelo un po’ come un fiume d’aria, forzato al “salto” dello scalino orografico, il cui picco eolico al suolo corrisponde al fronte in cui la “cascata” d’aria artica riesce finalmente a sfogarsi nei bassi strati dopo aver superato le Alpi. Più il fronte corre, più la cascata è meridiana. Di base è una dinamica abbastanza diversa rispetto alla "classica" tempesta di Föhn, dove sono i rotori a farla da padrone e il picco del vento è principalmente appannaggio del territorio prealpino-pedemontano con direttrici di sfogo padano lungo le principali valli longitudinali (Ticino-Adda).
Ad ogni modo: chi fosse interessato a dettagli più spiccioli può andare a rivedersi la sinottica in quota e al suolo occorsa nel mattino del 7 febbraio 2022, evento molto simile nell’impianto barico (pur con le ovvie distinzioni di stagionalità). I dati registrati dalla Rete CML sono sempre disponibili qui (click sulla data in alto a sinistra per consultare l’archivio): https://cml.to/realtime.
A seguire: già dalla tarda serata di venerdì la ventilazione andrà attenuandosi su tutti i settori, con raffiche residue nottetempo, viepiù di minore importanza. Un successivo (moderato) rinforzo del vento da nord è atteso anche nella parte centrale di sabato 25 un po’ su tutti i settori, ma senza criticità particolari.
Per quanto riguarda il weekend (soleggiato): grazie a questa irruzione, che pur interessandoci marginalmente (e senza veicolare precipitazioni) infiltrerà comunque una discreta dose d’aria nord-alpina sulle nostre capocce, erediteremo un contesto un po’ più freddo (e soprattutto secco!) della norma, con massime diurne al piano attorno ai 10/13°C e minime di poco sopra lo zero. Con l’inizio della prossima settimana, tuttavia, la successiva stratificazione della massa d’estrazione artica in bassa troposfera potrebbe ulteriormente abbassare le temperature di qualche grado. Ci avviciniamo insomma all’inverno come non capitava da un bel po’. Che sia un evento prodromico a un inverno d'antan? Che sia di buon auspicio per evitare l’ennesimo Natale con fiorellini e lucertole? Sperém.
Questo è quanto. Raccomandiamo di prestare molta attenzione al forte vento di venerdì sera. Conoscenza e prevenzione fanno SEMPRE la differenza.
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L’associazione CML è una realtà privata, composta da soli volontari meteo-appassionati, che prestano servizio gratuitamente nel tempo libero. Questi temerari tengono insieme la baracca con olio di gomito extravergine e spremitura di portafogli. Se apprezzi il nostro folle impegno puoi aiutarci richiedendo una copia del CALENDARIO 2024 ➡️ https://cml.to/calendario
Questo è quanto. Raccomandiamo di prestare molta attenzione al forte vento di venerdì sera. Conoscenza e prevenzione fanno SEMPRE la differenza.
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Carissimi meteo-appassionati, eccoci per un breve avviso previsionale relativo alla (moderata) perturbazione attesa per la mattinata di domani, GIOVEDÌ 30 NOVEMBRE 2023.
La principale area d’attenzione per neve a bassa quota è la VALTELLINA: fiocchi attesi fino a fondovalle con possibilità di qualche cm di accumulo (in particolare dal Sondriese a salire, molto meno in bassa valle verso il Lario, dove anzi le precipitazioni potrebbero essere quasi inconsistenti).
Nevicate deboli o moderate, a carattere sparso, sono altresì attese su tutte le aree montane alpine e prealpine lombarde, specie centro-orientali, indicativamente fin da quote collinari (ossia 300/500m slm). Già dalla tarda mattinata, tuttavia, aria molto più mite in risalita dai quadranti meridionali comporterà rapida fusione con risalita della quota neve, con le precipitazioni che diverranno sporadiche o assenti al piano, mentre persisteranno sui rilievi, in particolare quelli centro-orientali (in ombra parziale i settori occidentali).
Da segnalare, inoltre, il rischio di gelicidio (pioggia congelantesi) nelle vallate d’alto Oltrepò Pavese già dal primo mattino.
Per il resto pioggia a carattere sparso, ma non si esclude una breve fase coreografica nevosa o di pioggia mista a neve (SENZA accumuli, senza criticità) nelle prime ore del mattino nei settori di pianura centro-occidentale e in generale in tutta la fascia pedemontana.
A seguire?
VENERDÌ 1 DICEMBRE persisteranno precipitazioni relegate ai rilievi alpino-prealpini, sporadiche o del tutto assenti altrove. Quota neve stellare (zero termico in impennata fino a 2500m slm sulle Orobie, 2000 circa sulle Retiche).
SABATO 2 DICEMBRE ingresso mattutino di un prepotente fronte freddo, con nuove precipitazioni sparse e quota neve in rapido calo fino a quote di media montagna o localmente collinare al canto del cigno (dinamica ancora da definire, per dettagli dovremo riaggiornarci a riguardo).
DOMENICA 3 DICEMBRE probabilmente asciutta (residue precipitazioni possibili su est regione), con un “Gran Frècc” in travaso padano dalle Alpi, a preparare il terreno per un inizio di settimana termicamente invernale dai monti al piano.
Questo è quanto. Prudenza domattina sulla SS38 e in generale in tutte le strade montane interessate dalle precipitazioni.
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La principale area d’attenzione per neve a bassa quota è la VALTELLINA: fiocchi attesi fino a fondovalle con possibilità di qualche cm di accumulo (in particolare dal Sondriese a salire, molto meno in bassa valle verso il Lario, dove anzi le precipitazioni potrebbero essere quasi inconsistenti).
Nevicate deboli o moderate, a carattere sparso, sono altresì attese su tutte le aree montane alpine e prealpine lombarde, specie centro-orientali, indicativamente fin da quote collinari (ossia 300/500m slm). Già dalla tarda mattinata, tuttavia, aria molto più mite in risalita dai quadranti meridionali comporterà rapida fusione con risalita della quota neve, con le precipitazioni che diverranno sporadiche o assenti al piano, mentre persisteranno sui rilievi, in particolare quelli centro-orientali (in ombra parziale i settori occidentali).
Da segnalare, inoltre, il rischio di gelicidio (pioggia congelantesi) nelle vallate d’alto Oltrepò Pavese già dal primo mattino.
Per il resto pioggia a carattere sparso, ma non si esclude una breve fase coreografica nevosa o di pioggia mista a neve (SENZA accumuli, senza criticità) nelle prime ore del mattino nei settori di pianura centro-occidentale e in generale in tutta la fascia pedemontana.
A seguire?
VENERDÌ 1 DICEMBRE persisteranno precipitazioni relegate ai rilievi alpino-prealpini, sporadiche o del tutto assenti altrove. Quota neve stellare (zero termico in impennata fino a 2500m slm sulle Orobie, 2000 circa sulle Retiche).
SABATO 2 DICEMBRE ingresso mattutino di un prepotente fronte freddo, con nuove precipitazioni sparse e quota neve in rapido calo fino a quote di media montagna o localmente collinare al canto del cigno (dinamica ancora da definire, per dettagli dovremo riaggiornarci a riguardo).
DOMENICA 3 DICEMBRE probabilmente asciutta (residue precipitazioni possibili su est regione), con un “Gran Frècc” in travaso padano dalle Alpi, a preparare il terreno per un inizio di settimana termicamente invernale dai monti al piano.
Questo è quanto. Prudenza domattina sulla SS38 e in generale in tutte le strade montane interessate dalle precipitazioni.
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Carissimi! Eccoci per un aggiornamento sulla situazione meteo corrente e futura.
Come da attese, lo zero termico è schizzato alle stelle (attorno ai 2600/2800m slm in Orobie, poco più in basso sulle Retiche) e dunque le nostre montagne sono dilavate da pioggia battente.
Siccome nel dedalo orografico aria fredda e calda si mescolano molto a fatica (quella fredda, più densa, “più pesante”, tende a resistere negli avvallamenti), in questi casi si assiste a uno scenario termico surreale: in alcuni fondovalle può persistere una temperatura più bassa rispetto a quella che registriamo in una vetta posta a 2000 metri (tutti i dati della Rete CML sono sempre consultabili in tempo reale qui: https://cml.to/realtime).
Magie del microclima lombardo, da sempre presenti ma esaltate dai più recenti contesti sinottici, esacerbati termicamente al rialzo quando si parla di correnti meridionali in sede mediterranea.
Orbene (anzi, ormale!): il nevicidio ad ampia quota proseguirà almeno fino a sabato all’alba, anche se – proprio in ultima fase della perturbazione, dal mattino – il travaso d’aria molto più fredda dai quadranti settentrionali ricondurrà la quota neve sui 1000m slm e localmente più in basso (forse fino a quote collinari) nel pomeriggio di sabato tra Orobie BG e Prealpi Bresciano-Gardesane.
E’ il classico canto del cigno della perturbazione, in seno all’ingresso frontale nord-atlantico, che tanto mite mai non è. Non che 10cm di neve siano di consolazione dopo 100mm di pioggione, ma questo c’è… e questo portiamo a casa. Poteva andare peggio, con un anticiclone in pianta stabile da 1045 hPa.
Per quanto riguarda la Val Padana: come avrete notato, sono assai più modeste – o addirittura assenti – le precipitazioni lontano dai rilievi, com’è prassi sotto correnti in quota così tese, che accollano i picchi di condensazione ai versanti montuosi (stau). In serata di oggi, venerdì 1 dicembre 2023, qualche rovescio più convinto potrà prendere piede nelle pianure di nord-ovest (VA-MI-CO-LC-MB), mentre nella parte centrale di domani il transito dell’occlusione frontale porterà idem qualche pioggia a macchia di leopardo anche in pianura (comunque poca roba).
IMPORTANTE: attenzione alla ventilazione nord-occidentale, che potrebbe risultare localmente un po’ intensa (50-60 km) già dal mattino di sabato lungo le direttrici vallive di Ticino-Adda, pedemontane e pianure incluse (VA-CO-LC-MB e MI ovest), quindi coinvolgendo anche l’asse del Po (LO-CR-MN) nel primo pomeriggio di sabato.
Ad ogni modo, nonostante il vento, sabato i cieli andranno liberandosi dalle nubi non prima del tramonto, o poco prima a partire da ovest.
DOMENICA generalmente soleggiata dai monti al piano, fatto salvo qualche banco di nebbia padano o nube bassa errante a distribuzione impredicibile, dunque se volete la certezza assoluta del sole in occasione della vostra passeggiata… alzatevi un ciccinino di quota (> 250/300m slm).
A SEGUIRE?
Saremo verosimilmente interessati da una nuova perturbazione nella giornata di martedì 5 dicembre, con neve fino a quote pedecollinari o di pianura su Emilia Romagna e basso Piemonte. Per quanto riguarda la Lombardia: la possibilità di neve a quote pianeggianti appare consistente sul Pavese e in generale nelle aree confinali meridionali di Lodigiano, Cremonese ed Ovest Mantovano. Altrove è questionabile assai. Ci riaggiorniamo a riguardo. Le nevicate a bassa quota, in onestà, si prevedono – e comunque con alto margine di errore – al più con 24/36 ore di anticipo. Il resto è quaquaraquà.
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Come da attese, lo zero termico è schizzato alle stelle (attorno ai 2600/2800m slm in Orobie, poco più in basso sulle Retiche) e dunque le nostre montagne sono dilavate da pioggia battente.
Siccome nel dedalo orografico aria fredda e calda si mescolano molto a fatica (quella fredda, più densa, “più pesante”, tende a resistere negli avvallamenti), in questi casi si assiste a uno scenario termico surreale: in alcuni fondovalle può persistere una temperatura più bassa rispetto a quella che registriamo in una vetta posta a 2000 metri (tutti i dati della Rete CML sono sempre consultabili in tempo reale qui: https://cml.to/realtime).
Magie del microclima lombardo, da sempre presenti ma esaltate dai più recenti contesti sinottici, esacerbati termicamente al rialzo quando si parla di correnti meridionali in sede mediterranea.
Orbene (anzi, ormale!): il nevicidio ad ampia quota proseguirà almeno fino a sabato all’alba, anche se – proprio in ultima fase della perturbazione, dal mattino – il travaso d’aria molto più fredda dai quadranti settentrionali ricondurrà la quota neve sui 1000m slm e localmente più in basso (forse fino a quote collinari) nel pomeriggio di sabato tra Orobie BG e Prealpi Bresciano-Gardesane.
E’ il classico canto del cigno della perturbazione, in seno all’ingresso frontale nord-atlantico, che tanto mite mai non è. Non che 10cm di neve siano di consolazione dopo 100mm di pioggione, ma questo c’è… e questo portiamo a casa. Poteva andare peggio, con un anticiclone in pianta stabile da 1045 hPa.
Per quanto riguarda la Val Padana: come avrete notato, sono assai più modeste – o addirittura assenti – le precipitazioni lontano dai rilievi, com’è prassi sotto correnti in quota così tese, che accollano i picchi di condensazione ai versanti montuosi (stau). In serata di oggi, venerdì 1 dicembre 2023, qualche rovescio più convinto potrà prendere piede nelle pianure di nord-ovest (VA-MI-CO-LC-MB), mentre nella parte centrale di domani il transito dell’occlusione frontale porterà idem qualche pioggia a macchia di leopardo anche in pianura (comunque poca roba).
IMPORTANTE: attenzione alla ventilazione nord-occidentale, che potrebbe risultare localmente un po’ intensa (50-60 km) già dal mattino di sabato lungo le direttrici vallive di Ticino-Adda, pedemontane e pianure incluse (VA-CO-LC-MB e MI ovest), quindi coinvolgendo anche l’asse del Po (LO-CR-MN) nel primo pomeriggio di sabato.
Ad ogni modo, nonostante il vento, sabato i cieli andranno liberandosi dalle nubi non prima del tramonto, o poco prima a partire da ovest.
DOMENICA generalmente soleggiata dai monti al piano, fatto salvo qualche banco di nebbia padano o nube bassa errante a distribuzione impredicibile, dunque se volete la certezza assoluta del sole in occasione della vostra passeggiata… alzatevi un ciccinino di quota (> 250/300m slm).
A SEGUIRE?
Saremo verosimilmente interessati da una nuova perturbazione nella giornata di martedì 5 dicembre, con neve fino a quote pedecollinari o di pianura su Emilia Romagna e basso Piemonte. Per quanto riguarda la Lombardia: la possibilità di neve a quote pianeggianti appare consistente sul Pavese e in generale nelle aree confinali meridionali di Lodigiano, Cremonese ed Ovest Mantovano. Altrove è questionabile assai. Ci riaggiorniamo a riguardo. Le nevicate a bassa quota, in onestà, si prevedono – e comunque con alto margine di errore – al più con 24/36 ore di anticipo. Il resto è quaquaraquà.
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Carissimi meteo-appassionati! Come anticipatovi lo scorso venerdì, la prima perturbazione della settimana entrante, agli effetti ben poco strutturata, apporterà qualche modesta precipitazione tra la serata di lunedì 4 dicembre 2023 e la mattinata di martedì 5.
Benché sia possibile osservare fiocchi tra la pioviggine anche al piano (a favor di lampione, cuor coraggioso ed occhio allenato), l’eventualità di accumuli di neve a quote padane è remota, fatta eccezione per le aree lombarde confinali con l’Alessandrino e l’Emilia, ossia: Lomellina e Oltrepò Pavese, Basso Lodigiano, Cremonese, Ovest Mantovano e (forse forse) Bassa Bresciana, dove tecnicamente non è da escludere una fugace sbiancata (0-2 cm) entro martedì mattina.
Parimenti, una breve nevicata coreografica appare probabile, già dal pomeriggio lunedì, in fascia prealpino-pedemontana con velo di neve già da quote collinari (300/400m slm).
L’accumulo di neve atteso per Milano città e hinterland è ZERO, ma ciò non toglie che si possa comunque annusare qualche fiocco.
Accumuli nevosi non rilevanti (< 5cm) sui rilievi alpini e prealpini tutti, stante un contesto generalmente deficitario di precipitazioni.
Qualcosa in più (5-8 cm) in alto Oltrepò Pavese.
Ad ogni modo ci riaggiorniamo domattina, dopo il voto di Borghese. Buona serata.
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Benché sia possibile osservare fiocchi tra la pioviggine anche al piano (a favor di lampione, cuor coraggioso ed occhio allenato), l’eventualità di accumuli di neve a quote padane è remota, fatta eccezione per le aree lombarde confinali con l’Alessandrino e l’Emilia, ossia: Lomellina e Oltrepò Pavese, Basso Lodigiano, Cremonese, Ovest Mantovano e (forse forse) Bassa Bresciana, dove tecnicamente non è da escludere una fugace sbiancata (0-2 cm) entro martedì mattina.
Parimenti, una breve nevicata coreografica appare probabile, già dal pomeriggio lunedì, in fascia prealpino-pedemontana con velo di neve già da quote collinari (300/400m slm).
L’accumulo di neve atteso per Milano città e hinterland è ZERO, ma ciò non toglie che si possa comunque annusare qualche fiocco.
Accumuli nevosi non rilevanti (< 5cm) sui rilievi alpini e prealpini tutti, stante un contesto generalmente deficitario di precipitazioni.
Qualcosa in più (5-8 cm) in alto Oltrepò Pavese.
Ad ogni modo ci riaggiorniamo domattina, dopo il voto di Borghese. Buona serata.
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Confermata l’ANALisi previsionale emessa ieri.
La seconda perturbazione della settimana, nuova occasione di (non) neve a basse quote con sbiancata di farina tra Piemonte ed Emilia su letto d’invidia riccia e retrogusto amaro in bocca, è attesa per venerdì 8 dicembre 2023.
Seguiteci per altre ricette.
La seconda perturbazione della settimana, nuova occasione di (non) neve a basse quote con sbiancata di farina tra Piemonte ed Emilia su letto d’invidia riccia e retrogusto amaro in bocca, è attesa per venerdì 8 dicembre 2023.
Seguiteci per altre ricette.
Ultimamente tanto si chiacchiera di NEVE IN PIANURA, elfi, folletti, unicorni ed altre creature fantastiche. Ma come nasce (e come muore) una previsione di nevicate a quote padane?
Segue qualche (s)punto esplicativo, mai esaustivo. Buona lettura.
SUB NIVE QUOD TEGITUR, DUM NIX PERIT, OMNE VIDETUR
1) LE PRECIPITAZIONI
Potrebbe sembrarvi un’ovvietà, ma senza precipitazioni difficilmente può nevicare. E se le idrometeore sono deboli e/o intermittenti, possono pregiudicare la consistenza della nevicata in termini di accumulo (leggi: solo coreografia).
Parlando di neve al piano il primo, fondamentale ed imprescindibile fattore da quantificare è sempre e comunque la quantità e la distribuzione delle precipitazioni nello spazio e nel tempo. Questa valutazione, da sola, rappresenta il 75% della previsione, sicché l’ampia maggioranza degli errori previsionali – specie nel medio-lungo termine – hanno radici nell’errore di (sovra)stima dei millimetri equivalenti precipitabili.
2) ARIA DI MEDIA QUOTA (500m -> 2000m)
Requisito fondamentale per l’avvento di neve al piano è, giocoforza, una perturbazione che si inserisca in un catino d’aria padana sufficientemente fredda alle medie quote (d’inverno, di solito, a parte bizzarre eccezioni tardo-autunnali tipo la rovente libecciata di venerdì scorso, sopra i 2000 metri queste condizioni sono sempre verificate). In questo strato è importante analizzare l’eventuale infiltrazione d’aria umida a temperatura positiva dai quadranti meridionali e/o sud-orientali.
Per assurdo, un contesto generale ampiamente sottozero, dapprima favorevole alla caduta del fiocco fino a bassa quota, può essere vanificato dal successivo scorrimento d’aria mite (+1/+2°C) attorno ai 1500-1800m slm, con esitazione in pioggia (che poi, localmente, può congelare al suolo). E’ capitato più volte nei recenti inverni.
3) ARIA DI BASSA QUOTA (<500m)
Il fiocco di neve è una creatura affascinante quanto delicata. Non sopravvive – se non per poche decine di metri – quando immerso in aria satura d’umidità a temperatura positiva. Immaginate quindi l’importanza di studiare il contesto termo-igrometrico degli ultimi 200/300/400 metri di troposfera, ultima fatica di viaggio dei cristalli di ghiaccio, che per imbiancare il paesaggio devono conservarsi tali al traguardo del terreno.
La valutazione del contesto di bassa quota richiede sopraffina esperienza previsionale, perché l’orografia alpino-appenninica e persino quella padana (anche la Val Padana è una… valle!) ha un ruolo cruciale nel modellare il calore negli strati prossimi al suolo, con dinamiche assai differenti tra i settori lombardi occidentali e quelli centro-orientali. I più recenti e performanti modelli matematici ad alta risoluzione possono aiutare parecchio in tal senso.
4) TEMPERATURA AL SUOLO
Questo fattore, che i meno avvezzi al tema tendono a sopravvalutare, in realtà ha una importanza marginale sulla natura della precipitazione nevosa, ma ne ha molta in termini di accumulo potenziale.
Abbondanti nevicate padane hanno avuto luogo partendo inizialmente da temperature al suolo diversi gradi sopra lo zero. Viceversa, è capitato piovigginasse a oltranza con temperature padane diffusamente prossime agli 0°C o persino leggermente negative, perché “la partita” si gioca sopra le nostre teste (vedi punti 2-3).
All’audace fiocco di neve, che “sopravvive” fino agli ultimi metri dal terreno, la condizione al traguardo interessa esclusivamente per posarsi senza fondere. Se la nevicata è consistente, è la fusione stessa di parte dei fiocchi ad abbattere la temperatura di superficie quanto basta per il candore. Un eccesso di calore in prossimità del suolo, dunque, determina fatica (o impossibilità) di accumulo.
E’ per questa ragione che, a Milano e dintorni, potentissima isola metropolitana di calore, sbiancare il paesaggio urbano è un lavoro energeticamente mastodontico e quasi sempre necessita di importanti irruzioni artico-continentali, che predispongano un sufficiente letto-freezer alla Dama Bianca.
Segue qualche (s)punto esplicativo, mai esaustivo. Buona lettura.
SUB NIVE QUOD TEGITUR, DUM NIX PERIT, OMNE VIDETUR
1) LE PRECIPITAZIONI
Potrebbe sembrarvi un’ovvietà, ma senza precipitazioni difficilmente può nevicare. E se le idrometeore sono deboli e/o intermittenti, possono pregiudicare la consistenza della nevicata in termini di accumulo (leggi: solo coreografia).
Parlando di neve al piano il primo, fondamentale ed imprescindibile fattore da quantificare è sempre e comunque la quantità e la distribuzione delle precipitazioni nello spazio e nel tempo. Questa valutazione, da sola, rappresenta il 75% della previsione, sicché l’ampia maggioranza degli errori previsionali – specie nel medio-lungo termine – hanno radici nell’errore di (sovra)stima dei millimetri equivalenti precipitabili.
2) ARIA DI MEDIA QUOTA (500m -> 2000m)
Requisito fondamentale per l’avvento di neve al piano è, giocoforza, una perturbazione che si inserisca in un catino d’aria padana sufficientemente fredda alle medie quote (d’inverno, di solito, a parte bizzarre eccezioni tardo-autunnali tipo la rovente libecciata di venerdì scorso, sopra i 2000 metri queste condizioni sono sempre verificate). In questo strato è importante analizzare l’eventuale infiltrazione d’aria umida a temperatura positiva dai quadranti meridionali e/o sud-orientali.
Per assurdo, un contesto generale ampiamente sottozero, dapprima favorevole alla caduta del fiocco fino a bassa quota, può essere vanificato dal successivo scorrimento d’aria mite (+1/+2°C) attorno ai 1500-1800m slm, con esitazione in pioggia (che poi, localmente, può congelare al suolo). E’ capitato più volte nei recenti inverni.
3) ARIA DI BASSA QUOTA (<500m)
Il fiocco di neve è una creatura affascinante quanto delicata. Non sopravvive – se non per poche decine di metri – quando immerso in aria satura d’umidità a temperatura positiva. Immaginate quindi l’importanza di studiare il contesto termo-igrometrico degli ultimi 200/300/400 metri di troposfera, ultima fatica di viaggio dei cristalli di ghiaccio, che per imbiancare il paesaggio devono conservarsi tali al traguardo del terreno.
La valutazione del contesto di bassa quota richiede sopraffina esperienza previsionale, perché l’orografia alpino-appenninica e persino quella padana (anche la Val Padana è una… valle!) ha un ruolo cruciale nel modellare il calore negli strati prossimi al suolo, con dinamiche assai differenti tra i settori lombardi occidentali e quelli centro-orientali. I più recenti e performanti modelli matematici ad alta risoluzione possono aiutare parecchio in tal senso.
4) TEMPERATURA AL SUOLO
Questo fattore, che i meno avvezzi al tema tendono a sopravvalutare, in realtà ha una importanza marginale sulla natura della precipitazione nevosa, ma ne ha molta in termini di accumulo potenziale.
Abbondanti nevicate padane hanno avuto luogo partendo inizialmente da temperature al suolo diversi gradi sopra lo zero. Viceversa, è capitato piovigginasse a oltranza con temperature padane diffusamente prossime agli 0°C o persino leggermente negative, perché “la partita” si gioca sopra le nostre teste (vedi punti 2-3).
All’audace fiocco di neve, che “sopravvive” fino agli ultimi metri dal terreno, la condizione al traguardo interessa esclusivamente per posarsi senza fondere. Se la nevicata è consistente, è la fusione stessa di parte dei fiocchi ad abbattere la temperatura di superficie quanto basta per il candore. Un eccesso di calore in prossimità del suolo, dunque, determina fatica (o impossibilità) di accumulo.
E’ per questa ragione che, a Milano e dintorni, potentissima isola metropolitana di calore, sbiancare il paesaggio urbano è un lavoro energeticamente mastodontico e quasi sempre necessita di importanti irruzioni artico-continentali, che predispongano un sufficiente letto-freezer alla Dama Bianca.
5) LA VENTILAZIONE DI BASSA QUOTA
Questo elemento difficilmente riceve l’attenzione che merita, ma i meteo-appassionati che vivono nei settori pedemontani e d’alta pianura (specie occidentale) ben conoscono l’effetto nevicida del vento dai quadranti nord-orientali. Come mai?
Spesso la caduta di neve a quote padane o di fondovalle avviene con temperature inchiodate attorno agli zero gradi in tutto il primo kilometro d’atmosfera (in termini tecnici si definisce “omotermia”). Questo significa che, ipotizzandoci su una mongolfiera, osserveremmo (esempio) 0.6°C alla partenza dal suolo, 0.3°C a 500m sopra la nostra testa, e -0.5°C a 1000m slm. L’eventuale attivazione di ventilazione nei bassi strati, con richiamo d’aria dai monti verso il piano, altera al rialzo questo gradiente quasi nullo: moti d’aria discendenti generano calore!
Ne consegue che le temperature a fondovalle si alzano di quel grado o due, sufficiente a compromettere (localmente) la nevicata.
Chi vive a Lecco e dintorni, città pedemontana che più di tutte soffre questo tipo di ventilazione da nord, saprà di cosa si sta parlando: neve a Mandello e Abbadia Lariana, asciutta fino al lago, ma pioggia a Lecco sotto ventaccio da nord.
Analogo fenomeno è tipicamente osservabile, con particolari effetti in termini di accumuli, nella cintura nord-occidentale di Milano, sottovento ai colli del Bresciano-Gardesano e a ridosso dei Monti Lessini (Veronese).
6) TRASPORTO EMOTIVO
Questo argomento potrà farvi sorridere, ma potete star certi che è uno dei fattori più critici. NON domandate previsioni nevose a un appassionato di neve! Il soggetto, per quanto preparatissimo e super esperto di microclimi, tenderà inesorabilmente ad inquinare la previsione, mescolandola con le proprie aspettative (e i propri timori!) per l’evento atteso.
L’appassionato facilmente sovrastima o sottostima, manca proprio di lucidità. Una previsione equilibrata di neve al piano necessita di una (temporanea) alienazione totale dalla propria passione per la meteorologia.
7) BIG SHOW
Annunciare nevicate in pianura genera enorme visibilità mediatica, in particolare attraverso i canali social che consentono interazione tra l’utenza. Tira più un fiocco di neve che un carro di buoi.
Chi percepisce introiti pubblicitari grazie alla “viralità” di queste notizie difficilmente concentra le proprie risorse sull’affidabilità della previsione, che in onestà è sempre bassa oltre le 36/48 ore anche per il previsore più abile.
________________________
L’associazione CML è una realtà privata, composta da onesti volontari meteo-appassionati che prestano servizio gratuitamente nel tempo libero. Se apprezzi il nostro impegno puoi aiutarci richiedendo una copia del CALENDARIO 2024 ➡️ https://cml.to/calendario
Questo elemento difficilmente riceve l’attenzione che merita, ma i meteo-appassionati che vivono nei settori pedemontani e d’alta pianura (specie occidentale) ben conoscono l’effetto nevicida del vento dai quadranti nord-orientali. Come mai?
Spesso la caduta di neve a quote padane o di fondovalle avviene con temperature inchiodate attorno agli zero gradi in tutto il primo kilometro d’atmosfera (in termini tecnici si definisce “omotermia”). Questo significa che, ipotizzandoci su una mongolfiera, osserveremmo (esempio) 0.6°C alla partenza dal suolo, 0.3°C a 500m sopra la nostra testa, e -0.5°C a 1000m slm. L’eventuale attivazione di ventilazione nei bassi strati, con richiamo d’aria dai monti verso il piano, altera al rialzo questo gradiente quasi nullo: moti d’aria discendenti generano calore!
Ne consegue che le temperature a fondovalle si alzano di quel grado o due, sufficiente a compromettere (localmente) la nevicata.
Chi vive a Lecco e dintorni, città pedemontana che più di tutte soffre questo tipo di ventilazione da nord, saprà di cosa si sta parlando: neve a Mandello e Abbadia Lariana, asciutta fino al lago, ma pioggia a Lecco sotto ventaccio da nord.
Analogo fenomeno è tipicamente osservabile, con particolari effetti in termini di accumuli, nella cintura nord-occidentale di Milano, sottovento ai colli del Bresciano-Gardesano e a ridosso dei Monti Lessini (Veronese).
6) TRASPORTO EMOTIVO
Questo argomento potrà farvi sorridere, ma potete star certi che è uno dei fattori più critici. NON domandate previsioni nevose a un appassionato di neve! Il soggetto, per quanto preparatissimo e super esperto di microclimi, tenderà inesorabilmente ad inquinare la previsione, mescolandola con le proprie aspettative (e i propri timori!) per l’evento atteso.
L’appassionato facilmente sovrastima o sottostima, manca proprio di lucidità. Una previsione equilibrata di neve al piano necessita di una (temporanea) alienazione totale dalla propria passione per la meteorologia.
7) BIG SHOW
Annunciare nevicate in pianura genera enorme visibilità mediatica, in particolare attraverso i canali social che consentono interazione tra l’utenza. Tira più un fiocco di neve che un carro di buoi.
Chi percepisce introiti pubblicitari grazie alla “viralità” di queste notizie difficilmente concentra le proprie risorse sull’affidabilità della previsione, che in onestà è sempre bassa oltre le 36/48 ore anche per il previsore più abile.
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L’associazione CML è una realtà privata, composta da onesti volontari meteo-appassionati che prestano servizio gratuitamente nel tempo libero. Se apprezzi il nostro impegno puoi aiutarci richiedendo una copia del CALENDARIO 2024 ➡️ https://cml.to/calendario
GUIDA AL METEO DEI PROSSIMI GIORNI
Cari meteo-appassionati! Come anticipatovi nell'amara ricetta pubblicata lunedì scorso, VENERDÌ 8 DICEMBRE 2023 una nuova perturbazione lambirà la nostra regione portando qualche debole precipitazione sparsa, in larga maggioranza nei settori meridionali.
A basse quote osserveremo prevalente carattere di PIOGGIA su tutti i settori, tranne quelli basso-padani confinanti con l’Alessandrino e il Piacentino.
Una leggera sbiancata (0-2cm) fino al piano è infatti possibile tra Lomellina, Oltrepò Pavese (con fiocchi tra la pioggia o brevi fasi nevose, al più solo scenografiche, possibili anche fino a Pavia) e a carattere fugace anche tra Basso Lodigiano ed Ovest Cremonese, in quest’ultime zone però verosimilmente senza possibilità di accumulo.
L’accumulo di neve previsto a Milano ed Hinterland è ZERO.
Vabè, è chiaro che questa frase non serviva metterla, ma fa sempre sorridere e dunque provvederemo a riproporla saltuariamente anche in estate, per il gusto sottile di creare confusione. Quando si ventilano fiocchi goliardici sul capoluogo, da "Big Snow" a "Big Snever" è davvero un attimo.
Tornando seri: possibili criticità per neve sono dunque relegate ai settori della Val Padana adiacenti all’appennino (già da quote collinari), dove si attende qualcosa in più (3-5cm). Attenzione alle direttrici per la Liguria (A7-A26) perché con ogni probabilità il traffico veicolare – che in quelle lande a ridosso delle feste è già critico di suo – potrebbe ulteriormente rallentarsi (in autostrada raccomandiamo pneumatici invernali).
Deboli precipitazioni nevose, ma quantitativamente irrilevanti, sono altresì possibili nel settore alpino-prealpino solo da quote collinari (300-500m).
A seguire?
SABATO 9 DICEMBRE
Mattina asciutta ma nebbiosa al piano, cieli un po’ più soleggiati in montagna, presto rovinati dal transito di nubi medio-alte già da metà giornata. Deboli nevicate dalla serata in Alta Valtellina (specie Livignasco).
DOMENICA 10 DICEMBRE
Asciutto ma idem con rischio nebbie padane nottetempo e anche al mattino, generalmente soleggiato invece su rilievi e pedemontane.
Nota a margine: per quanto riguarda la Lombardia, con la giornata di domani ha (temporaneamente?) termine la finestra di possibili precipitazioni nevose anche al piano, giacché farà il suo ingresso una circolazione in quota più mite. Pertanto nuove eventuali perturbazioni (forse mercoledì 13), con ogni probabilità risulteranno nevose solo sui monti.
Un caro saluto a tutti voi e buone festività dell’Immacolata. Concezione. Di Maria.
________________________
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Cari meteo-appassionati! Come anticipatovi nell'amara ricetta pubblicata lunedì scorso, VENERDÌ 8 DICEMBRE 2023 una nuova perturbazione lambirà la nostra regione portando qualche debole precipitazione sparsa, in larga maggioranza nei settori meridionali.
A basse quote osserveremo prevalente carattere di PIOGGIA su tutti i settori, tranne quelli basso-padani confinanti con l’Alessandrino e il Piacentino.
Una leggera sbiancata (0-2cm) fino al piano è infatti possibile tra Lomellina, Oltrepò Pavese (con fiocchi tra la pioggia o brevi fasi nevose, al più solo scenografiche, possibili anche fino a Pavia) e a carattere fugace anche tra Basso Lodigiano ed Ovest Cremonese, in quest’ultime zone però verosimilmente senza possibilità di accumulo.
L’accumulo di neve previsto a Milano ed Hinterland è ZERO.
Vabè, è chiaro che questa frase non serviva metterla, ma fa sempre sorridere e dunque provvederemo a riproporla saltuariamente anche in estate, per il gusto sottile di creare confusione. Quando si ventilano fiocchi goliardici sul capoluogo, da "Big Snow" a "Big Snever" è davvero un attimo.
Tornando seri: possibili criticità per neve sono dunque relegate ai settori della Val Padana adiacenti all’appennino (già da quote collinari), dove si attende qualcosa in più (3-5cm). Attenzione alle direttrici per la Liguria (A7-A26) perché con ogni probabilità il traffico veicolare – che in quelle lande a ridosso delle feste è già critico di suo – potrebbe ulteriormente rallentarsi (in autostrada raccomandiamo pneumatici invernali).
Deboli precipitazioni nevose, ma quantitativamente irrilevanti, sono altresì possibili nel settore alpino-prealpino solo da quote collinari (300-500m).
A seguire?
SABATO 9 DICEMBRE
Mattina asciutta ma nebbiosa al piano, cieli un po’ più soleggiati in montagna, presto rovinati dal transito di nubi medio-alte già da metà giornata. Deboli nevicate dalla serata in Alta Valtellina (specie Livignasco).
DOMENICA 10 DICEMBRE
Asciutto ma idem con rischio nebbie padane nottetempo e anche al mattino, generalmente soleggiato invece su rilievi e pedemontane.
Nota a margine: per quanto riguarda la Lombardia, con la giornata di domani ha (temporaneamente?) termine la finestra di possibili precipitazioni nevose anche al piano, giacché farà il suo ingresso una circolazione in quota più mite. Pertanto nuove eventuali perturbazioni (forse mercoledì 13), con ogni probabilità risulteranno nevose solo sui monti.
Un caro saluto a tutti voi e buone festività dell’Immacolata. Concezione. Di Maria.
________________________
L’associazione CML è una realtà privata, composta da onesti volontari meteo-appassionati che prestano servizio gratuitamente nel tempo libero. Se apprezzi il nostro impegno puoi aiutarci richiedendo una copia del CALENDARIO 2024 ➡️ https://cml.to/calendario
Carissimi meteo-appassionati! Capodanno 2024 è alle porte. Seguono sei buoni propositi per l’imminente anno nuovo.
1) Scrivervi più spesso. E’ vero, siamo volontari, in associazione abbiamo mille attività di cui occuparci e sempre troppo poco tempo, spesso rubato alla famiglia, ma che ciò non sia un alibi per giustificare la pigrizia di redazione.
2) Parlare, parlare, parlare! La condivisione del pensiero è la ricetta per l’arricchimento collettivo. Nessuno abbia timore di comunicare. A proposito: noi leggiamo volentieri tutti i commenti – nessuno escluso, anche i meno opportuni – e cerchiamo di rispondere con garbo alle domande, perché la moderazione è il pretesto arrogante di chi non è in grado di ospitare il confronto.
3) Mandare a quel paese lo scientismo. L’atteggiamento sfacciatamente dogmatico e fideistico della "scienza" ammanicata al potere ha davvero fracassato le balle. Questa ubiquitaria presunzione a libro paga sta minando le sane radici galileiane di cui la Scienza – quella “vera”, quella fondata sul dubbio – gode presso i sempre più rari individui liberi, onesti e consapevoli, gli unici di cui è conveniente fidarsi.
4) Seguir virtute e canoscenza. Il sapere è un diritto universale e non dobbiamo mai arrenderci all’ignoranza, consapevoli che un metodo didattico funziona se sa educare alla bellezza in tutte le sue declinazioni, se insegna ad ammaestrare le emozioni e sa fornire gli strumenti per distinguere la verità dalla menzogna.
5) Mai perdersi d’animo! La pazienza è il sentimento più potente e mai come in quest’epoca è fondamentale esercitarsi a digerire l’attesa.
6) Se stai leggendo queste parole mentre sei in compagnia di qualcuno, riponi quel dannato smartphone! La tecnologia può regalarci cose meravigliose, ma il social network più importante è quello oltre lo schermo e chi ci dedica del tempo in carne ed ossa merita il massimo rispetto.
6bis) Il proposito bisestile è dedicato a Voi, che da sempre ricambiate la nostra passione con la vostra fiducia. L’affetto di chi ci sostiene è la riconoscenza più sublime. Vi vogliamo bene.
Che sia un felice 2024 per tutti, dai monti al piano.
1) Scrivervi più spesso. E’ vero, siamo volontari, in associazione abbiamo mille attività di cui occuparci e sempre troppo poco tempo, spesso rubato alla famiglia, ma che ciò non sia un alibi per giustificare la pigrizia di redazione.
2) Parlare, parlare, parlare! La condivisione del pensiero è la ricetta per l’arricchimento collettivo. Nessuno abbia timore di comunicare. A proposito: noi leggiamo volentieri tutti i commenti – nessuno escluso, anche i meno opportuni – e cerchiamo di rispondere con garbo alle domande, perché la moderazione è il pretesto arrogante di chi non è in grado di ospitare il confronto.
3) Mandare a quel paese lo scientismo. L’atteggiamento sfacciatamente dogmatico e fideistico della "scienza" ammanicata al potere ha davvero fracassato le balle. Questa ubiquitaria presunzione a libro paga sta minando le sane radici galileiane di cui la Scienza – quella “vera”, quella fondata sul dubbio – gode presso i sempre più rari individui liberi, onesti e consapevoli, gli unici di cui è conveniente fidarsi.
4) Seguir virtute e canoscenza. Il sapere è un diritto universale e non dobbiamo mai arrenderci all’ignoranza, consapevoli che un metodo didattico funziona se sa educare alla bellezza in tutte le sue declinazioni, se insegna ad ammaestrare le emozioni e sa fornire gli strumenti per distinguere la verità dalla menzogna.
5) Mai perdersi d’animo! La pazienza è il sentimento più potente e mai come in quest’epoca è fondamentale esercitarsi a digerire l’attesa.
6) Se stai leggendo queste parole mentre sei in compagnia di qualcuno, riponi quel dannato smartphone! La tecnologia può regalarci cose meravigliose, ma il social network più importante è quello oltre lo schermo e chi ci dedica del tempo in carne ed ossa merita il massimo rispetto.
6bis) Il proposito bisestile è dedicato a Voi, che da sempre ricambiate la nostra passione con la vostra fiducia. L’affetto di chi ci sostiene è la riconoscenza più sublime. Vi vogliamo bene.
Che sia un felice 2024 per tutti, dai monti al piano.
Cari amici meteo-appassionati! Eccoci per un avviso che riguarda la giornata di domani, MERCOLEDÌ 15 MAGGIO 2024.
Già dalla notte si prevedono piogge localmente abbondanti, anche a carattere di rovescio temporalesco, concentrate in larga prevalenza tra VCO e settori lombardi nord-occidentali (Va-Co-Mi-Mb).
Si attende rischio idro-geologico nelle aree prealpine sopracitate, mentre nei settori padani è verosimile che andremo incontro a qualche locale criticità idraulica, ossia allagamenti nei centri urbani laddove il deflusso delle acque è più complicato per via delle basse pendenze. Stante il rischio di rovesci semi-stazionari, ci sono condizioni per rischio esondazione nei bacini Olona-Seveso-Lambro.
Benché anche nei settori di nord-ovest siano possibili temporali, è bassa l’eventualità di grandine (al più di piccole dimensioni) e idem è contenuto il rischio di vento forte. Occhi aperti sugli accumuli importanti di pioggia.
Nel corso del pomeriggio-sera attendiamo inoltre una possibile fase temporalesca a lambire i nostri territori sud-orientali, dunque Mantovano e al più Cremonese orientale. In queste zone, a partire da metà pomeriggio di mercoledì, sono possibili fenomeni temporaleschi localmente intensi, che localmente potrebbero determinare accumuli molto significativi.
Giovedì 16 giornata ancora instabile, con nuove occasioni di piogge e rovesci sparsi, già dal mattino nei settori occidentali a propagarsi poi su tutti i settori entro il pomeriggio-sera, con criticità tuttavia mitigate. Visti i quantitativi pluviometrici attesi nel bacino del Verbano, il cui livello idrometrico è già alto, entro venerdì mattina è lecito attendersi fenomeni di esondazione paragonabili a quelli già occorsi a inizio aprile.
Considerazione a margine: si tratta di una perturbazione (cml.to/sat) che in autunno avrebbe determinato problemi molto seri. La stagionalità la rende assai meno pericolosa, perché a metà maggio la disponibilità di calore in sede mediterranea è ancora molto modesta (per fortuna). Fatta salva questa attenuante, la sinottica è senz’altro una di quelle che merita alto grado d’attenzione, in particolar modo per la possibilità che insistano rovesci semi-stazionari in pianura.
Senza girarci troppo intorno: il nostro territorio (in particolare quello urbano padano) è sempre più sfruttato-cementato-asfaltato-costipato e dunque più vulnerabile alla caduta di tanta pioggia in poco tempo. Per questa ragione il "maltempo" che nel secolo scorso poteva provocare qualche moderato danno, oggi fa più casini assai.
La coperta è corta: se abbassiamo la resilienza del nostro territorio, dobbiamo necessariamente alzarne il monitoraggio e potenziare l’auto-prevenzione.
Occhi aperti nei sottopassi e prudenza sulle strade.
Già dalla notte si prevedono piogge localmente abbondanti, anche a carattere di rovescio temporalesco, concentrate in larga prevalenza tra VCO e settori lombardi nord-occidentali (Va-Co-Mi-Mb).
Si attende rischio idro-geologico nelle aree prealpine sopracitate, mentre nei settori padani è verosimile che andremo incontro a qualche locale criticità idraulica, ossia allagamenti nei centri urbani laddove il deflusso delle acque è più complicato per via delle basse pendenze. Stante il rischio di rovesci semi-stazionari, ci sono condizioni per rischio esondazione nei bacini Olona-Seveso-Lambro.
Benché anche nei settori di nord-ovest siano possibili temporali, è bassa l’eventualità di grandine (al più di piccole dimensioni) e idem è contenuto il rischio di vento forte. Occhi aperti sugli accumuli importanti di pioggia.
Nel corso del pomeriggio-sera attendiamo inoltre una possibile fase temporalesca a lambire i nostri territori sud-orientali, dunque Mantovano e al più Cremonese orientale. In queste zone, a partire da metà pomeriggio di mercoledì, sono possibili fenomeni temporaleschi localmente intensi, che localmente potrebbero determinare accumuli molto significativi.
Giovedì 16 giornata ancora instabile, con nuove occasioni di piogge e rovesci sparsi, già dal mattino nei settori occidentali a propagarsi poi su tutti i settori entro il pomeriggio-sera, con criticità tuttavia mitigate. Visti i quantitativi pluviometrici attesi nel bacino del Verbano, il cui livello idrometrico è già alto, entro venerdì mattina è lecito attendersi fenomeni di esondazione paragonabili a quelli già occorsi a inizio aprile.
Considerazione a margine: si tratta di una perturbazione (cml.to/sat) che in autunno avrebbe determinato problemi molto seri. La stagionalità la rende assai meno pericolosa, perché a metà maggio la disponibilità di calore in sede mediterranea è ancora molto modesta (per fortuna). Fatta salva questa attenuante, la sinottica è senz’altro una di quelle che merita alto grado d’attenzione, in particolar modo per la possibilità che insistano rovesci semi-stazionari in pianura.
Senza girarci troppo intorno: il nostro territorio (in particolare quello urbano padano) è sempre più sfruttato-cementato-asfaltato-costipato e dunque più vulnerabile alla caduta di tanta pioggia in poco tempo. Per questa ragione il "maltempo" che nel secolo scorso poteva provocare qualche moderato danno, oggi fa più casini assai.
La coperta è corta: se abbassiamo la resilienza del nostro territorio, dobbiamo necessariamente alzarne il monitoraggio e potenziare l’auto-prevenzione.
Occhi aperti nei sottopassi e prudenza sulle strade.
Cari amici meteo-appassionati, eccoci con un AGGIORNAMENTO per l’evoluzione attesa per GIOVEDÌ 16 MAGGIO 2024.
Le precipitazioni residue ancora presenti in regione andranno scemando entro sera-notte, dunque le attendiamo occasionali e senza criticità tra VCO e settori alpino-prealpini.
Idem la mattina di giovedì 16, fila via tranquilla.
Nel corso del pomeriggio di giovedì, invece, indicativamente a partire dalle 14 in Oltrepò Pavese e con propagazione verso Nord-NordEst verso pianure e Prealpi tra le 15 e le 18 circa, si prevede la rapida attivazione di più sistemi temporaleschi a impegnare tutta l’area rossa in mappa.
A differenza del contesto odierno (mercoledì 15), la maggiore mobilità della perturbazione sarà garanzia di un diminuito rischio sotto il profilo idraulico e idro-geologico. In altri frangenti non avremo emesso avvisi. Riteniamo tuttavia opportuno farlo perché buona parte del territorio padano lombardo è sotto scacco dalle abominevoli cumulate odierne (100-150mm), e quindi le eventuali piogge di domani, laddove localmente abbondanti, assumono una criticità potenziale aumentata per via del contesto in cui si inseriscono.
Oltre a questo: domani c'è aria più fredda in quota e maggiori contrasti, dunque il contributo convettivo in senso stretto è più alto rispetto a oggi, il che si traduce in cumulate medie più basse ma puntualmente più vivaci.
Circa i rovesci e temporali attesi: evitiamo di fornire dettagli su eventuali zone più o meno interessate, perché la sinottica di domani non lo consente.
Per quanto riguarda la fenomenologia attesa:
1) è possibile la grandine, tuttavia di piccole dimensioni (anche localmente abbondante in quantità);
2) rinforzi di ventilazione sono localmente possibili ma non tali da determinare rischi particolari, fatte salve le medio-basse pianure centro-orientali (a est dell’Oglio) dove entro il tardo pomeriggio potrebbe transitare qualche temporale un po’ più significativo;
Trattandosi di una dinamica abbastanza lineare, può essere molto utile monitorare l’evoluzione con il radar meteorologico (centrometeolombardo.com/radar) per intuire anzitempo la propagazione dei temporali.
Generale esaurimento dei fenomeni già entro sera di giovedì, tuttavia attenzione perché di solito in coda a questi sistemi perturbati vanno a generarsi alcune (modeste) piogge post-frontali a carattere isolato, dunque non è detto che in serata sia ovunque asciutto (lo sarà in prevalenza).
Con questo episodio si chiude la fase critica per la nostra regione. Non ha però termine il periodo instabile che, con ogni probabilità, ci farà compagnia almeno fino alla fine del mese.
Come sempre raccomandiamo la massima prudenza sulle strade, in particolare laddove già sapete che ricorrono allagamenti in occasioni come queste. Nessuno meglio di voi stessi conosce il contesto in cui vive. Fate tesoro della vostra esperienza: conoscere i punti deboli del proprio territorio e ragionare d’anticipo è la strategia più efficace per limitare i danni.
Le precipitazioni residue ancora presenti in regione andranno scemando entro sera-notte, dunque le attendiamo occasionali e senza criticità tra VCO e settori alpino-prealpini.
Idem la mattina di giovedì 16, fila via tranquilla.
Nel corso del pomeriggio di giovedì, invece, indicativamente a partire dalle 14 in Oltrepò Pavese e con propagazione verso Nord-NordEst verso pianure e Prealpi tra le 15 e le 18 circa, si prevede la rapida attivazione di più sistemi temporaleschi a impegnare tutta l’area rossa in mappa.
A differenza del contesto odierno (mercoledì 15), la maggiore mobilità della perturbazione sarà garanzia di un diminuito rischio sotto il profilo idraulico e idro-geologico. In altri frangenti non avremo emesso avvisi. Riteniamo tuttavia opportuno farlo perché buona parte del territorio padano lombardo è sotto scacco dalle abominevoli cumulate odierne (100-150mm), e quindi le eventuali piogge di domani, laddove localmente abbondanti, assumono una criticità potenziale aumentata per via del contesto in cui si inseriscono.
Oltre a questo: domani c'è aria più fredda in quota e maggiori contrasti, dunque il contributo convettivo in senso stretto è più alto rispetto a oggi, il che si traduce in cumulate medie più basse ma puntualmente più vivaci.
Circa i rovesci e temporali attesi: evitiamo di fornire dettagli su eventuali zone più o meno interessate, perché la sinottica di domani non lo consente.
Per quanto riguarda la fenomenologia attesa:
1) è possibile la grandine, tuttavia di piccole dimensioni (anche localmente abbondante in quantità);
2) rinforzi di ventilazione sono localmente possibili ma non tali da determinare rischi particolari, fatte salve le medio-basse pianure centro-orientali (a est dell’Oglio) dove entro il tardo pomeriggio potrebbe transitare qualche temporale un po’ più significativo;
Trattandosi di una dinamica abbastanza lineare, può essere molto utile monitorare l’evoluzione con il radar meteorologico (centrometeolombardo.com/radar) per intuire anzitempo la propagazione dei temporali.
Generale esaurimento dei fenomeni già entro sera di giovedì, tuttavia attenzione perché di solito in coda a questi sistemi perturbati vanno a generarsi alcune (modeste) piogge post-frontali a carattere isolato, dunque non è detto che in serata sia ovunque asciutto (lo sarà in prevalenza).
Con questo episodio si chiude la fase critica per la nostra regione. Non ha però termine il periodo instabile che, con ogni probabilità, ci farà compagnia almeno fino alla fine del mese.
Come sempre raccomandiamo la massima prudenza sulle strade, in particolare laddove già sapete che ricorrono allagamenti in occasioni come queste. Nessuno meglio di voi stessi conosce il contesto in cui vive. Fate tesoro della vostra esperienza: conoscere i punti deboli del proprio territorio e ragionare d’anticipo è la strategia più efficace per limitare i danni.
⚠️ AVVISO DI PRECIPITAZIONI LOCALMENTE INTENSE E ABBONDANTI
Cari amici meteo-appassionati! Rieccoci per segnalarvi una possibile criticità temporalesca per la nostra regione, con fenomeni localmente intensi nelle ore serali di GIOVEDÌ 30 MAGGIO 2024 e successiva notte su VENERDÌ 31.
Subito una precisazione, trattandosi di un tema sensibile a ferite ancora aperte: nella grafica mostriamo il rischio grandine, ma sia chiaro che il contesto generale (tardo-primaverile) consente la genesi di chicchi in prevalenza di piccole dimensioni, al più localmente di medie dimensioni. Insomma: è grandine che può dare fastidio più che altro a coltivazioni/orti e giardini.
Ciò detto: una prima passata prodromica di rovesci, con qualche colpo di tuono, è attesa già dall’alba in tutta la fascia prealpino-pedemontana, dal Varesotto al Garda, senza particolari criticità. Idem nel comparto alpino, piogge sparse e al più qualche rovescio.
La finestra di attenzione è quella che va dal tardo pomeriggio/sera di giovedì e notte inoltrata su venerdì, quando un nocciolo d’aria fredda in quota da nord-ovest – avvicinandosi alle Alpi Occidentali – attiverà condizioni di spiccata instabilità nelle pianure lombarde, con rovesci e temporali a carattere diffuso, che localmente potrebbero manifestarsi intensi, dunque con associata grandine e locali rinforzi di ventilazione. Attenzione dunque a non dimenticare i panni stesi in terrazza nottetempo.
A seguire? Venerdì nel pomeriggio avremo nuova instabilità su centro-est regione, con temporali sparsi, di nuovo localmente intensi e arricchiti da grandine di piccole dimensioni (anche abbondante) nella fascia pedemontana e di medio-alta pianura che si trova a est dell’Adda (dunque indicativamente BG-BS-LO e parte di CR-MN). In tutti gli altri settori la probabilità di precipitazioni è molto minore, fino a risultare quasi nulla nei settori più occidentali, territori battuti da ventilazione secca dai quadranti settentrionali.
Ci riaggiorniamo eventualmente per qualche dettaglio in più sull’evoluzione pomeridiana di venerdì.
Un caro saluto e prudenza, sempre.
Cari amici meteo-appassionati! Rieccoci per segnalarvi una possibile criticità temporalesca per la nostra regione, con fenomeni localmente intensi nelle ore serali di GIOVEDÌ 30 MAGGIO 2024 e successiva notte su VENERDÌ 31.
Subito una precisazione, trattandosi di un tema sensibile a ferite ancora aperte: nella grafica mostriamo il rischio grandine, ma sia chiaro che il contesto generale (tardo-primaverile) consente la genesi di chicchi in prevalenza di piccole dimensioni, al più localmente di medie dimensioni. Insomma: è grandine che può dare fastidio più che altro a coltivazioni/orti e giardini.
Ciò detto: una prima passata prodromica di rovesci, con qualche colpo di tuono, è attesa già dall’alba in tutta la fascia prealpino-pedemontana, dal Varesotto al Garda, senza particolari criticità. Idem nel comparto alpino, piogge sparse e al più qualche rovescio.
La finestra di attenzione è quella che va dal tardo pomeriggio/sera di giovedì e notte inoltrata su venerdì, quando un nocciolo d’aria fredda in quota da nord-ovest – avvicinandosi alle Alpi Occidentali – attiverà condizioni di spiccata instabilità nelle pianure lombarde, con rovesci e temporali a carattere diffuso, che localmente potrebbero manifestarsi intensi, dunque con associata grandine e locali rinforzi di ventilazione. Attenzione dunque a non dimenticare i panni stesi in terrazza nottetempo.
A seguire? Venerdì nel pomeriggio avremo nuova instabilità su centro-est regione, con temporali sparsi, di nuovo localmente intensi e arricchiti da grandine di piccole dimensioni (anche abbondante) nella fascia pedemontana e di medio-alta pianura che si trova a est dell’Adda (dunque indicativamente BG-BS-LO e parte di CR-MN). In tutti gli altri settori la probabilità di precipitazioni è molto minore, fino a risultare quasi nulla nei settori più occidentali, territori battuti da ventilazione secca dai quadranti settentrionali.
Ci riaggiorniamo eventualmente per qualche dettaglio in più sull’evoluzione pomeridiana di venerdì.
Un caro saluto e prudenza, sempre.