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Forwarded from Catalan Revolution Press Room - CRPR
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#PR002
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Comunicato 9N - Tsunami Democràtic

3 di novembre

🌊Tsunami Democràtic chiama a una giornata di disobbedienza alla Giunta Elettorale il 9 di Novembre, e chiama a scendere in piazza tra le 16h e le 22h a tutto il paese, per una giornata politica, culturale e festiva. Se la repressione dello Stato non si ferma per la giornata di riflessione, non si fermerà neanche la gente. In contra della repressione e in contra del bavaglio: libere parole, cittadini e cultura. Pacificamente, rispettosamente, in modo chiaramente nonviolento.

♻️L’azione vuole ripetere delle iniziative di rivendicazione dello spazio pubblico, come quelle che fese il movimento degli indignati e dil 15M alle giornate di riflessione del 2011 e dil 2015.

💡Adesso, l'obiettivo della convocazione è far riflettere lo Stato, ricordargli che non può restringere né il diritto alla libertà d’espressione, né il diritto alla libertà di riunione e manifestazione. E ricordargli che i conflitti politici si devono risolvere politicamente: né per mezzo della polizia, né per mezzo dei giudici, ne con minacce costante alla popolazione. C’è una soluzione democratica al conflitto, attraverso del dialogo e la negoziazione.

📝Tsunami Democràtic incoraggia dell’entità, gruppi, associazioni e particolari ad organizzare delle attività e mandarle sulla mail 9N@desobeimlajec.org per poter integrarle al programma e comunicarle in modo comune.

📍À Barcellona, l’invito è a Piazza Catalunya alle 16h, dove ci saranno delle attuazioni musicali, parlamenti e interventi diversi. L’iniziativa si estende a tutte le città del paese.

📯Si chiama a tutti a partecipare di questa giornata, dove si può già annunciare che si proverà per la prima volta l’app di Tsunami Democràtic come preparazione della prima grande azione che si svolgerà attraverso l’app i giorni 11, 12 e 13 di novembro.

🕹Per finire: questa azione si convoca soltanto per la giornata di riflessione, il 9 di novembro. Il 10, Tsunami defende l'esercizio del voto, come i altri diritti fondamentali. Le urne non ci fanno paura, tutto il contrario: è quello che reclama la maggioranza della popolazione catalana. Più urne. Più democrazia.

❤️Nel frattempo, organizziamoci. Proteggiamoci. Abbiamo cura di noi stessi.

https://t.me/tsunamid/159
Forwarded from Catalan Revolution Press Room - CRPR
#pressrelease #PR004 #italian

Tsunami Democràtic - 8/11/19

Nota stampa sulle azione previste il 9N e dall'11N al 13N

1. Al giorno d’oggi ci sono centinaia di azione programmate in più di 300 municipi durante la giornata
di riflessione. Questa chiamata, al di là di avere l’obiettivo di disobbedire la Giunta Elettorale Centrale,
comporterà la prima volta che l’app di Tsunami sia usata. Si userà per piccole comunicazione che
saranno essenziale per provarla tecnicamente e che tutti si abitueno al suo funzionamento. Sarà,
allora, un giorno di proteste ma anche una prova prima delle tre giornate di proteste continuate dall’11
al 13 di novembre.

2. È molto importante scaricarsi la scorsa versione dell'app, che è la più sicura davanti i attachi. Se
avete l’app convalidata, avetela pronta il 9N. Chi non ce l'abbia convalidata, porrà trovare dei QR
durante le attività del sabato. Troverete il link per scaricare l’app su i social media di Tsunami
Democràtic.

3. Cosa succederà dall’11 al 13 novembre? Questi tre giorni comporteranno l’azione più ambiziosa
proposta per Tsunami Democràtic fino ad oggi. Siamo pronti per un 11s* di 3 giorni. Mentre non ci sia
una soluzione politica all'esercizio del diritto di autodeterminazione, la libertà dei presi, esiliati e
rapressagliatti e il libero esercizio di diritti fondamentali, la gente seguirà mobilizzata e dimostrando la
sua forza. Sia quale sia il risultato delle elezioni e le volte che si ripetano.

4. Di cosa ai bisogno per partecipare alle giornate dall’11 al 13N? Chiere feria al lavoro almeno uno
dei giorni. Essere disposto a spostarti sul territorio e, se puoi, passare la notte fuori; avere pronti
vestiti pesanti, batterie extre per il cellulari, cibo, sacco a pelo e tenda e una attitudine ostinatamente
non violenta.

5. A partire dal sabato 9 di novembre tutte le azione di Tsunami saranno messe in viste attraverso
l’app, Telegram, Twitter e Instagram. Seguite Tsunami su tutte queste piattaforme per essere
aggiornati.

*fa referenza a l’11 settembre di 2017

https://t.me/tsunamid/164
Forwarded from Catalan Revolution Press Room - CRPR
#news #italian

Diari Ara, 10/11/2019

ERC retrocede, ma torna a vincere le elezioni a Catalunya

• I partiti indipendentisti ottengono 23 degli 48 deputati in gioco,una cifra storica.
• I contrari alla giudiziarizzazione della politica ottengono 30 deputati e il blocco del 155, 18.

Esquerra Republicana (Sinistra repubblicana) a perso sostegni, ma è riuscito a mantenere il primo posto in Catalunya, ripetendo così il suo trionfo storico del 28-A. ERC ottene 13 deputati e la seconda posizione è per il PSC (Partito Socialista di Catalunya), che è rimasto con 12, soltanto a uno dei repubblicani. Junts per Catalunya (Insieme per Catalunya) toglie la terza posizione a En Comú Podem (In comune possiamo): JxCat ottiene 8 deputati, mentre che i comuni rimangono con 7. La CUP (Candidatura di Unità Popolare), che debutta in un elezioni generale, ottiene 2 deputati. Rispetto alle formazione della destra spagnolista, le tre hanno pareggiato in numero di deputati: sia Ciutadans (Cittadini), sia il PP (Partito Popolare), sia Vox, hanno ottenuti 2 deputati ognuna.

Se gli compariamo con i risultati del 28-A, ci sono variazioni, ma poco significative. Esquerra vince di nuovo ma perde sostegni (passa di 15 seggi a 13). Il PSC rimane sulla seconda posizione, con dei risultati identici (conserva i 12 seggi del 28-A) e anche ripete risultati En Comú Podem, con 7 seggi. Junts per Catalunya suma un seggio ai 7 che già avevano e la CUP entra al Congreso con 2 seggi. La variazione più importante è sperimentata per Ciutadans, che perde tre dei cinque seggi del 28-A. Invece, sia il PP che Vox doppiano la sua ripresentazione e ottengono 2 seggi ognuno. La debacle di Ciutadans è storica, mentre che il PP si recupera (anche se è simbolicamente) del suo peggior risultato. Sia il PP che Vox ottengono più voti di Cs.

La sentenza delle urne
Queste elezione avevano un interesse aggiunto, al di là di sapere chi può governare Spagna, e era sapere la risposta del paese in un'elezione che arrivavano subito dopo le condanne dei presi politici. I partiti sovranisti e contrari alla giudiziarizzazione della politica (ERC, JxCat, En Comú Podem e CUP) ottengono la maggiorità assoluta dei seggi catalani: 30 dei 40 seggi sono per i contrari all’abuso giudiziale e poliziale che soffre l'indipendentismo. Invece, il blocco del 155 ottiene solo 18 seggi.

Se si fa una lettura in chiave indipendentista/unionista, lo scrutinio disegna un panorama storico: l’indipendentismo vince di nuovo in uni elezioni generale e lo fa raggiungendo 23 seggi dei 48 in gioco. Il 28-A, ,ERC e JxCat avevano ottenuto 22 seggi, un risultato che già allora era storico in une generale, dove tradizionalmente hanno più voti i partiti spagnoli. Questa volta la campagna non è stata facile, già che i gruppi indipendentisti hanno dovuto affrontare molte critiche per la sua incapacità di mettersi d'accordo e fare un fronto comune sul Congresso. La posizione d’ERC a partire dal 28-A, con la mano stesa a un Sánchez che aveva iniziato a disprezzare gli indipendentisti e è finito attacandogli, può spiegare perché i repubblicani non hanno potuto ripetere i risultati della primavera. Ma il congiunto dell’indipendentismo si vede rinforzato.

Fonte: https://www.ara.cat/politica/resultats-escrutini-eleccions-generals-2019-10-novembre-catalunya-erc-jxcat-cup-comu-podem-psc-pp-ciutadans-vox_0_2340366102.html
Forwarded from Catalan Revolution Press Room - CRPR
#news #italian

El Nacional - 11/11/19

Tsunami blocca la frontiera da Francia eludendo la polizia

Dalle 8.35h che diverse macchine hanno passato il pedaggio del
Voló, da Perpignan,e hanno tagliato la frontiera da la Catalunya
Nord. Tsunami a schivato la polizia ed è riuscito a preservare l'effetto sorpresa per bloccare l'accesso a Catalunya in un intento di catturare l'attenzione della comunità internazionali
davanti la sentenza del giudizio al processo di indipendenza.
L’AP-7 è adesso tagliata per Tsunami Democràtic e anche per la polizia francesa in direzione Girona, che a già iniziato a deviare i veicoli perché non entrino alla autostrada. Tsunami a fatto una chiamata perchè tutti quanti salgano fino alla Junquera. Sul punto frontaliero si sta installando uno scenario dove si faranno dei concerti e diverse attività durante i tre giorni che
si prevede far durare il blocco stradale.

Tutto succede nell’altro lato della frontiera, sulla Catalunya
Nord. Di un lato, per mettere insieme le comunità di catalani
al nord e al sud dei Pirenei. Ma anche, e soprattutto, perché
le competenze poliziale e giudiziarie sono fuori del quadro giuridico spagnolo. Qui le competenze appartengono alla Gendarmerie e delle autorità francese. Sul lato di Catalunya, le competenze le hanno i Mossos, il CNP e il partito giudiziario di Figueres.
Qui ci sono i mediatori e osservatori legali per garantire la sicurezza legale.

Strade collassate
Un equipo d’El Nacional si è spostato al punto zero della
mobilizacione. Una migliaia di veicoli sono fermi sulla
frontiera, a l’AP-7, che collassa anche le strade secondarie.
Concretamente, è difficile accedere a Catalunya dalla
Catalunya Nord, sia per l’autostrada A-9, sia per la strada secondaria D-900 dal Pertús. Per questo motivo, cittadini che rispondono alla chiamata di Tsunami Democràtic hanno deciso di
andare a piede fino all’epicentro della mobilizzazione.

Dalle otto e mezza dei camion di mercanzie sono rimasti
intrappolati sulla autostrada in direzione Francia. Dal Pertús, la Gendarmeria è pronta per dare spazio sull’antico valico di frontiera.

Sebbene per adesso l’N-II è pulita è si può circolare, poco dopo il pedaggio principale dell’AP-7 in sentito nord ci sono macchine intrappolate. Molti dei suoi occupanti sono manifestanti che volevano aggiungere a l’azione, ma non possono arrivare più su
perchè un cordone di polizia dei Mossos non gli permette.

*Questa notizia sarà prolungatta durante la giornatta.

Fonte: https://www.elnacional.cat/ca/politica/tsunami-talla-la-frontera-des-de-franca-burlant-la-policia_440346_102.html
Forwarded from Catalan Revolution Press Room - CRPR
#pressrelease #PR006 #italian

Nota stampa Tsunami Democràtic

Tutti à La Jonquera

Questa mattina Tsunami Democràtic a fatto una nuova chiamata alla mobilitazione per chiedere alla comunità internazionale che faccia capire a Spagna che l’unica via a seguire è sedersi e parlare su l'autodeterminazione, diritti fondamentali e libertà dei presi, esiliati e rappresagliati. Catalani di entrambe lati della frontiera vogliono sottolinearlo: oppure lo Stato Spagnolo capisce che “sit and talk” è la via democratica per risolvere il conflitto o il suo isolamento sarà ogni volta più grande.

Il blocco stradale tra lo Stato Spagnolo e Francia à La Jonquera significa anche un nuovo paradigma. Tsunami Democratic mette sul tavolo una nuova modalità di disobbedienza civile pacifica. Lo Stato a chiarito che se la popolazione mette il suo corpo in gioco per difendere i suoi diretti, risponderà con violenza della polizia diretta contra le persone. In l’azione all'aeroporto del Prat (aeroporto di Barcellona) questo è rimasto più che chiaro. È per questo che Tsunami propone cambiare il corpo per il veicolo. Propone essere massivi, effettivi e precisi. Esercitare diritti e disattivare la violenta repressione allo stesso tempo.

Con il conocimiento che tutte le proteste fate con veicoli statici a lo Stato sono finite senza nessuna conseguenza né penale né amministrativa, Tsunami assume che questa è una via da esplodere.

Per farlo si serve della tecnologia. Gli strumenti che stati e grandi corporazioni utilizzano per controllare la popolazione, Tsunami le mette al servizio di tutti per difendere diritti e libertà collettive. Invece di repressione e controle, liberazione e opertura di future possibilità. È per questo che i tre giorni di protesta si faranno usando in modo complementario l’app per a cellullari e anche i social media.

Tsunami Democratic chiama a aggiungersi alle mobilizzazione iniziate questa mattina con tutte le precauzione: portare vestiti pesanti, utensili di igiene personale, batterie esterne per il cellulare, sacco a pelo, cibo e l’attitude ostinatamente non violenta che a caratterizzato la mobilitazione in favore dell’autodeterminazione.

La giornata di oggi è la prima di un totale di tre in cui questa protesta può ampliarsi e rafforzarsi. Come in tutte le azione di Tsunami, una volta assoluto l’obiettivo, si tralascerà. L'adattamento al momento, l’assoluzione d’obiettivi e l’empatia con tutte le persone cha fanno il Tsunami dove essere una costante.

Perquè niente pùo fermare la forza della gente.

https://t.me/tsunamid/205
Forwarded from Catalan Revolution Press Room - CRPR
#pressrelease #PR007 #italian

Nota stampaTsunami Democràtic

Collassiamo la frontiera à Behobia


Tsunami Democràtic chiama a chiudere le frontiere tra lo Stato Spagnolo e lo Stato Francese il 12 novembre. Catalunya ed Euskal Herria vivono un conflitto politico insoluto con lo Stato Spagnolo, tranne i cittadini lottano e rivendicano dei diritti democratici e fondamentali, lo Stato offre solo imposizione e repressione.

È i momento di offrire una soluzione democratica a Catalunya ed Euskal Herria, è il momento che lo stato assuma la idea “Spain sit and talk”. Per questo serve fermare la repressione e chiedere la libertà di tutte le persone rappresagliate ed esiliate. Il problema non è né Catalunya né Euskal Herria; il problema è uno Stato Spagnolo incapace di offrire una soluzione democratica al conflitto che lui stesso a creato. Questa soluzione politica e democratica dove rispettare il diritto di autodeterminazione dei popoli e accettare il referendum come processo di normalità democratica.

La chiamata che facciamo va oltre la solidarietà. I popoli, quando lavoriamo insieme per i nostri diritti, siamo più forti. Quando si difendono dei diritti, si fa per a tutti. Quando si accetta la repressione, questo ci affetta tutti, prima o poi. Questi scorsi mesi abbiamo imparato che quando un popolo scende sulle strade, come un'onda, è capace di traboccare perfino lo stato più repressore dell’Europa occidentale.

Come dice la canzone (referenza a “La Estaca”, di Lluís Llach): “se tiriamo tutti caderà, e molto tempo non può durare”.

Operazione chiocciola:
• Ora: alle 18h.
• Percorso:
- Inizio: dopo il pedaggio dell’AB d’Oiartzun = 43.318325,- 1.836529.
Urruña: 43.370717,-1.679531.
- Finale: Dopo il pedaggio di Hendaia = 43.341438.-1.747635.
• Criteria:
- guidiamo a 60km/h sulle due corse
- durante il percorso porteremo le luce di emergenzia accese

https://t.me/tsunamid/230
Forwarded from Catalan Revolution Press Room - CRPR
#media #italian

Diversi colettivi hanno assistito questo lunedì alla chiamata di Tsunami Democràtic per bloccare la strada a La Jonquera. Dopo tutta una giornataa di blocco e una notte di freddo e festa, la polizia francesa ha evacuato il blocco al Portús, e in coordinazione con la Guardia Civile e i Mossos hanno sciolto la manifestazione fuori l'AP-7.

È stato in questo momento, quando, da Tsunami Democràtic, si è convocata una operazione coordinata tra il Paese Basco e i catalani. Mentre chiamavano a una marcia lenta tra la frontiera d'Irun e Hendaia, i miglioni de persone che erano a La Jonquera si spostavano verso un nuovo blocco, che è avvenuto dopo una nuova chiamata di Tsunami Democràtic. Questo blocco ha colpito l'AP-7 di nuovo, a Girona, ed è durato fino a mercoledì mattina, quando una operazione comune di PN (Polizia Nazionale) e Mossos ha sfrattato il blocco dopo 15 ore, con delle identificazione arbitrarie e utilizzando una forza sproporzionata. L'autostrada è stata riaperta al traffico ieri 13 novembre di 2019, dopo quasi 48 ore occupata e une altre 6 ore in più bloccata.

https://twitter.com/marcbejar/status/1194662192567799808
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#news #italian

Nació Digital, 14 novembre 2019

Gli osservatori internazionali concludono che il giudizio di l’1-O ha “violato” i diritti umani

International Trial Watch sostiene che la sentenzia è “ideologica” e a “pretensione di sostituire la necessaria soluzione politica del conflitto” che si vive a Catalunya.

“Gli osservatori internazionali e nazionali rapportano la violazione di diritti umani, la rottura dei principi penali e processuali, al di là del principio di frammentazione, di proporzionalità e di ultima ratio del diritto penale, per parte del processo di riferimento [il giudizio di l’1-O] e la sentenza che gli porre fine”. Questa è la conclusione alla quale è arrivata l'organizzazione International Trial Watch (ITW) sulla vista orale al Tribunale Supremo e la condanna per sedizione contra i dirigenti indipendentisti.
Il documento, presentato questo giovedì à Madrid, assicura che la “massiva violazione” di questi diritti “impedisce” che la sentenza possa essere letta da parametri “strettamente giuridici”. “Qualsiasi intento serio di interpretarla d'accordo a concepti tecnico-giuridici, come la sedizione, colpo di stato, violenza o diritto fondamentale risulta infruttuoso. Sicuramente perché si tratta di una risoluzione chiaramente ideologica che pretende sostituire la necessaria soluzione politica del conflitto che si vive a Catalunya”, sottolineano.

La condanna per sedizione centra i argomenti tecnici degli osservatori. Non essendo “dimostrata”, secondo loro, il verdetto “rompe il diritto fondamentale della legalità della pena” e, quindi, “affetta in modo diretto il diritto di libertà” dei dirigenti indipendentisti, che sono in prigione da due anni fa “per la non dimostrata commissione del reato di sedizione”. La sentenza non valuta precedentemente se le concentrazioni dei giorni 20 di settembre e 1 d'ottobre rappresentavano lo esercizio “legittimo” del diritto alla riunione e libertà d’espressione.

Il ruolo del tribunale
“La condanna penale non c’entra se quello esercito sono diritti fondamentali”, puntano gli osservatori. In questo ha influenzato un giudice che non è imparziale che non ha offerto garanzie sulla pratica della prova con la negativa di guardare i video che proponevano le difese sulla fase di dichiarazione. “Questo era essenziale per le difese”, sottolinea la relazione d’ITW, che deplora il tratto ineguale alle parti interessate nel giudizio, che si prolungó 52 sedute.
Marchena, secondo gli osservatori, “ha interrotto” intervenzione dei testimoni delle difese. Criticano anche che la sentenza non abbia nessuna referenza sulla pronuncia del Gruppo di Arresti Arbitrari delle Nazione Unite in relazione alla libertà di Jordi Sànchez, Jordi Cuixart, Oriol Junqueras, Josep Rull, Joaquim Forn, Dolors Bassa i Carme Forcadell. L’omissione è particolarmente grave, sottolineano.

Fonte:
https://www.naciodigital.cat/noticia/191023/tg
Forwarded from Catalan Revolution Press Room - CRPR
#News #Italian Catalunya Radio 15/11/19

Il giudice della Audiència Nacional, Manuel García-Castelló, sta studiando per raggruppare tutti i fatti e le mobilitazioni relazionati alle sentenze in Catalogna e convertirli in una macrocausa per terrorismo.

García-Castelló è il giudice che indaga sui detenuti dei CDR del 23 settembre nell'operazione cosiddetta “Giuda”, 7 dei quali sono passati a prigione preventiva.

Secondo La Vanguardia, ora si vogliono aggiungere le indagini in corso contro lo tsunami democratico e anche altre cause aperte nei tribunali catalani per i disturbi durante manifestazioni post-sentenza.

Al momento, per tutti questi fatti ci sono una ventina di persone in prigione preventiva, più altre in libertà con carichi.

Fonti legali spiegano che le indagini giudiziarie vorrebbero raggiungere i leader di queste mobilitazioni, che alla Audiència Nacional non escludono si tratti di leader di formazioni politiche sovraniste.

Aveva già ordinato la chiusura del sito web di Tsunami Democràtic

Di fatto, García-Castellón è il giudice che il 18 ottobre ordina la chiusura del sito web di Tsunami Democràtic motivandola col fatto che vedeva in esso "indizi di terrorismo".

Lo fa dopo aver ricevuto un rapporto dalla Fiscalia riguardo questa piattaforma anonima rilasciata quattro giorni prima, in coincidenza con la sentenza del processo.

Allora Tsunami Democràtic aveva convocato la cittadinanza a bloccare l'aeroporto di El Prat e organizzato un tentativo di bloccare la strada da Barajas.

Alla fine di ottobre, la Guardia Civile chiede alla piattaforma informatica GitHub di tagliare l'accesso ai programmi dello Tsunami sostenendo che era stata "confermata" come organizzazione terroristica.

GitHub in un primo momento gli dà ascolto, ma dopo una denuncia del partito Pirates de Catalunya contro la Spagna e l'UE ha riaperto il suo accesso questo mercoledì.


Tamara Carrasco, il primo caso

E’ sempre García-Castellón il giudice che relaziona per la prima volta le mobilitazioni dei CDR al terrorismo, un tipo di crimine che storicamente è sempre stato di competenza dell’Audiència Nacional.

Era l'aprile 2018 quando viene fermata e poi carcerata l'attivista Tamara Carrasco, accusata di terrorismo e ribellione e a cui fu vietato di lasciare la sua città, Viladecans, per più di un anno.

L’Audiència Nacional finì per rimuovere queste accuse, le sostituì con una di disordine pubblico e il caso passò a un tribunale di Barcellona. https://www.ccma.cat/324/laudiencia-nacional-vol-una-macrocausa-per-terrorisme-pels-aldarulls-postsentencia/noticia/2963354/