Il terzo, eventuale risvolto //
Esiste un terzo risvolto, in considerazione di strumenti come ChatGPT e similari.
Alla luce della diffusione di questa tecnologia, è presumibile che siano le stesse piattaforme citate a volersi tutelare da leggi territoriali, sentenze e similari, anticipando leggi e regole (per il proprio tornaconto, ça va sans dire, introducendo:
- Dinamiche subordinate ad un profilo tracciabile (qualcosa di simile a Midjourney con profilazione più attenta, stile Facebook o LinkedIn). La distribuzione di software/app "a porte chiuse" -soprattutto come quella di Stable Diffusion- come dico da tempo, è assai pericolosa in più direzioni.
Quella della tutela degli artisti è, paradossalmente, la meno preoccupante, se si pensa al contesto "deep fake" ed a quello della diffusione dei dati personali ed al revenge porn.
- Blocchi e filtri di termini a rischio e di ogni richiamo ad eventuali proprietà intellettuali (testi e brani audio inclusi). Automatismo possibile con la stessa tecnologia AI di fondo.
Ovvero, Integrazione di altre AI al solo scopo di certificare/controllare i contenuti usati per addestrare librerie personali.
Andiamo oltre //
Il panorama iniziale è ancora caotico ma limitato.
E' chiaro per chiunque studi davvero le Intelligenze Artificiali ed il loro impatto social-sociale.
Ricordiamo che siamo ancora in attesa dell'avvento delle AI "stile Midjourney" in casa Adobe (annunciate e poi -sibillinamente- ritirate in parte) e di quelle lato Web+Social estese ai contenuti generati dagli utenti e su scala planetaria.
Ai "big" basta poco; basta loro introdurre, al momento giusto, dei nuovi termini di licenza che nessuno leggerà mai, autorizzando sé stesse, de-facto, a replicare il meccanismo aggirando eventuali sentenze attraverso zone d'ombra e cavilli.
Il "silenzio-assenso" (per così dire), figlio della scarsa cultura all'uso del digitale, è la comodità di tante aziende e di tutto l'indotto, temo.
Ma una sentenza ad-hoc, estesa e condivisa territorialmente (USA ed Europa, in primis), potrebbe invece arginare future implicazioni, spingendo persino alla rieducazione di utenti, artisti ed entità verso una maggiore consapevolezza che spinga tutti alla soglia di attenzione necessaria sia nella fase della condivisione online, sia in quella della pubblicazione.
Sarebbe una bella ventata di responsabilità generale, soprattutto per gli addetti ai lavori.
Non dimentichiamoci, infatti, che tanti "paladini del giusto" che oggi strepitano vomitando odio e maleducazione, sono tra i primi ad aver beneficiato di freebooting, violazioni della proprietà intellettuale e speculazioni note.
Quindi attenzione a questa venefica ventata di #ethicswashing, fa comodo a tanti.
Per concludere //
Conviene, dunque, scommettere ancora sulle piattaforme AI più note come Midjourney, laddove esista un abbonamento o un sistema a crediti?
Certo che si, se l'intento non è di natura speculativa.
Anche perché la tecnologia delle AI ha un potenziale sociale enormemente utile ma è come il primordiale, classico "fuoco": puoi accenderne uno per cucinare le patate o puoi dar fuoco ad una foresta perché sei un criminale.
Dipende dal singolo.
Dipende da ciascuno di noi, in effetti.
Ma conosciamo bene quanto la natura umana, votata volentieri ai peggiori istinti, richieda comunque regole severe e meccanismi di controllo che ne arginino l'avidità.
Art
#aivsarts #ArtlandisLearning #Arte #AI #aisociety
Nota a margine: il contenuto integrale dello screenshot allegato si trova qui: stablediffusionlitigation.com
Esiste un terzo risvolto, in considerazione di strumenti come ChatGPT e similari.
Alla luce della diffusione di questa tecnologia, è presumibile che siano le stesse piattaforme citate a volersi tutelare da leggi territoriali, sentenze e similari, anticipando leggi e regole (per il proprio tornaconto, ça va sans dire, introducendo:
- Dinamiche subordinate ad un profilo tracciabile (qualcosa di simile a Midjourney con profilazione più attenta, stile Facebook o LinkedIn). La distribuzione di software/app "a porte chiuse" -soprattutto come quella di Stable Diffusion- come dico da tempo, è assai pericolosa in più direzioni.
Quella della tutela degli artisti è, paradossalmente, la meno preoccupante, se si pensa al contesto "deep fake" ed a quello della diffusione dei dati personali ed al revenge porn.
- Blocchi e filtri di termini a rischio e di ogni richiamo ad eventuali proprietà intellettuali (testi e brani audio inclusi). Automatismo possibile con la stessa tecnologia AI di fondo.
Ovvero, Integrazione di altre AI al solo scopo di certificare/controllare i contenuti usati per addestrare librerie personali.
Andiamo oltre //
Il panorama iniziale è ancora caotico ma limitato.
E' chiaro per chiunque studi davvero le Intelligenze Artificiali ed il loro impatto social-sociale.
Ricordiamo che siamo ancora in attesa dell'avvento delle AI "stile Midjourney" in casa Adobe (annunciate e poi -sibillinamente- ritirate in parte) e di quelle lato Web+Social estese ai contenuti generati dagli utenti e su scala planetaria.
Ai "big" basta poco; basta loro introdurre, al momento giusto, dei nuovi termini di licenza che nessuno leggerà mai, autorizzando sé stesse, de-facto, a replicare il meccanismo aggirando eventuali sentenze attraverso zone d'ombra e cavilli.
Il "silenzio-assenso" (per così dire), figlio della scarsa cultura all'uso del digitale, è la comodità di tante aziende e di tutto l'indotto, temo.
Ma una sentenza ad-hoc, estesa e condivisa territorialmente (USA ed Europa, in primis), potrebbe invece arginare future implicazioni, spingendo persino alla rieducazione di utenti, artisti ed entità verso una maggiore consapevolezza che spinga tutti alla soglia di attenzione necessaria sia nella fase della condivisione online, sia in quella della pubblicazione.
Sarebbe una bella ventata di responsabilità generale, soprattutto per gli addetti ai lavori.
Non dimentichiamoci, infatti, che tanti "paladini del giusto" che oggi strepitano vomitando odio e maleducazione, sono tra i primi ad aver beneficiato di freebooting, violazioni della proprietà intellettuale e speculazioni note.
Quindi attenzione a questa venefica ventata di #ethicswashing, fa comodo a tanti.
Per concludere //
Conviene, dunque, scommettere ancora sulle piattaforme AI più note come Midjourney, laddove esista un abbonamento o un sistema a crediti?
Certo che si, se l'intento non è di natura speculativa.
Anche perché la tecnologia delle AI ha un potenziale sociale enormemente utile ma è come il primordiale, classico "fuoco": puoi accenderne uno per cucinare le patate o puoi dar fuoco ad una foresta perché sei un criminale.
Dipende dal singolo.
Dipende da ciascuno di noi, in effetti.
Ma conosciamo bene quanto la natura umana, votata volentieri ai peggiori istinti, richieda comunque regole severe e meccanismi di controllo che ne arginino l'avidità.
Art
#aivsarts #ArtlandisLearning #Arte #AI #aisociety
Nota a margine: il contenuto integrale dello screenshot allegato si trova qui: stablediffusionlitigation.com