Fortezza Europa
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Identità, Famiglia, Autarchia, Aristocrazia. Ci trovi in via San Giuseppe 28/a, quartiere San Zeno Verona
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Grande partecipazione alla serata di sabato al fortress pub. In una sala gremita in ogni ordine di posto si è tenuta l presentazione del libro “In viaggio senza Gandalf”. L’autore, incalzato dalle domande dei due moderatori della serata, Filippo Mistè ed Alessandro Cavallini, ha spaziato tra aneddoti ed interessanti prospettive riguardanti gli anni ‘90 in cui oltre al gruppo musicale han preso forma diversi laboratori di idee che sono arrivati fino ai giorni d’oggi. Passione ideologica, perseveranza, militanza senza sosta in un clima di grande sconvolgimento politico per la Nazione, sono gli ingredienti che hanno animato questo libro che sta riscuotendo un grandissimo successo. Un pubblico numeroso e variegato, formato da giovani e meno giovani, ha seguito con grande interesse l’evolversi della serata che si è conclusa con l’esibizione, per la prima volta dopo molti anni in acustico, degli
Hobbit, che ci hanno offerto un fantastico momento comunitario con le loro canzoni che hanno fatto cantare tutti i presenti .
Vi aspettiamo al prossimo evento!
Alla fine anche in Italia gli agricoltori hanno seguito l’esempio dei loro colleghi di mezza Europa e sono scesi nelle strade coi propri trattori per contestare le politiche (anti)agricole dei tecnocrati di Bruxelles. Oggi sono loro nel centro del mirino ma ben presto tutti i popoli europei rischieranno di perdere la propria identità alimentare. L'obiettivo è molto chiaro: solo i ricchi potranno continuare a godere del cibo tradizionale, la maggioranza della popolazione dovrà invece cibarsi con cavallette, carne sintetica e schifezze varie. Come al solito, utilizzano la scusa dei cambiamenti climatici per diminuire sempre più le libertà dei cittadini.
Per questo motivo non possiamo che sostenere le giuste rivendicazioni degli agricoltori e invitiamo tutti i cittadini a scendere in strada per dimostrare la propria solidarietà e vicinanza. Noi saremo al loro fianco mercoledì fuori da Fieragricola per urlare la nostra rabbia contro le imposizioni dell’Unione Europea e invitare gli agricoltori a non mollare nelle loro giuste rivendicazioni.
LA LORO LOTTA È LA NOSTRA LOTTA,
LA LORO VITTORIA SARÀ LA NOSTRA VITTORIA
L'ennesimo brutale stupro commesso da un gruppo di stranieri, "minori non accompagnati", parcheggiati dal business immigrazionista in strutture non controllate. Vittime due giovani di 13 anni Catanesi, fidanzato e fidanzata, inermi, sopraffatti dall'animalesca violenza del branco. Due vite segnate per sempre, nel nome della follia ideologica della sinistra immigrazionista, dei benpensanti dei buoni. La quale non genera altro che violenza.
Per questi due innocenti non ci sono prime pagine, espiazioni di colpe collettive, menzioni da parte del papa o dal capo dello stato. I soliti noti -l'intellighenzia rossa- dando prova di tutta la loro meschinità, provano con l'espediente del patriarcato, della mascolinità tossica e altre amenità. Ma la realtà è che il 40% degli accusati di stupro sono stranieri, 7 volte di più in percentuale alla popolazione, rispetto agli Italiani. Chiunque, ignorando questi fatti, continua ad agevolare l'immigrazione si rende complice della violenza contro il suo stesso popolo, e va perseguito di conseguenza.
E, se dalla sinistra non ci possiamo aspettare altro, se non appunto l'odio per la nostra Civiltà, dalla sedicente destra, attualmente al governo, pretendiamo l'abolizione della legge n. 47/2017; la quale fornisce maggiori tutele a questi "minori non accompagnati". La cronaca ha già ampiamente dimostrato come questi, auto dichiarati, minori siano una grave minaccia a livello Nazionale. Tali tutele vanno quindi abolite, senza compromessi. Un primo passo per iniziare a dare giustizia a questi giovani, ed a tutte le numerose altre vittime, che chiunque abbia a cuore il futuro del nostro popolo non dovrebbe neanche porsi il dubbio di compiere.
Non ci sarà pace senza giustizia.
Ci hai indicato la strada,
Ora sei stella polare.

MASSIMO VIVE!
ALLA RISCOSSA EUROPEA

75 anni di subalternità, di sottomissione e di asservimento. 75 anni in cui l'Europa non è più protagonista della Storia ma si limita ad essere oggetto di potenze ed interessi extraeuropei. Fin dal primo dopoguerra le classi politiche del "vecchio continente" sono succubi del despota americano, il quale maschera il proprio imperialismo spacciandolo per una politica di difesa continentale.

Un dominio che, oltre alla forte componente "geopolitica" che ben conosciamo, è riuscito a penetrare in primis nell'anima dei popoli europei, sfiancati dalla tragedia del secondo conflitto mondiale, corrompendoli.

Da 75 anni, infatti, l'uomo europeo è perennemente disorientato, ridotto ad homo economicus vittima dei più bassi vizi. Non più soggetto creatore e portatore della civiltà, ma oggetto dei suoi stessi desideri, disposto a concedere tutto pur di mantenere gli ormai pochi privilegi economici. Un dominio, quindi, spirituale, legato al singolo cittadino europeo, prima che amministrativo o politico.

La sfida che, su questo fronte, noi Identitari dobbiamo affrontare oggi è, forse, ancora più ardua rispetto a quella dei nostri padri e dei nostri nonni. Mentre ieri si aveva un contato vis a vis con il nemico, oggi quest'ultimo si nasconde e maschera i propri attacchi e la propria strategia di guerra, illudendoci con stili di vita che annientano il nostro essere.

Per spezzare queste catene immateriali, dobbiamo riscoprire il nostro essere europei. Essenza che giace, assopita, dentro ognuno di noi e che necessariamente deve riaffermarsi. Per smuovere concretamente le nostre anime da questo torpore possiamo affidarci alle opere che scrittori, artisti, filosofi, uomini e donne europei ci hanno lasciato nel tempo. Viaggiare, riscoprire le città, i monumenti, l'arte, la musica, i libri. Studiare e immergersi totalmente in queste produzioni, senza tempo, del genio europeo non potrà che aiutarci nel conoscere noi stessi, arrivando a rispondere alla domanda fondamentale del "chi siamo". Necessaria per lo scaturire in noi di una volontà nuova: un nuovo spirito aristocratico capace di risollevare le sorti e il destino dell'Europa.

Anche quando tutto sembra perduto, l'imperativo rimane: insorgere contro il fatalismo per il bene dei nostri popoli!
Dopo che nelle ultime ore si rincorrevano sempre più le voci di un imminente attacco dell'Iran a Israele, come ritorsione per il vile attacco compiuto dalla potenza sionista contro il consolato iraniano a Damasco, che ha provocato la morte di 13 persone tra cui l’ufficiale iraniano più anziano in Siria, Mohammad Reza Zahedi, e altri sei membri delle Guardie Rivoluzionarie, questa notte è infine partito un raid aereo. Sono stati circa seicento i bersagli diretti contro Israele, soprattutto le alture del Golan e le basi aeree del Negev, con l'utilizzo di droni e 150 missili da crociera e balistici. Appena partito l'attacco, caccia bombardieri statunitensi, francesi e britannici si sono alzati in volo a difesa di Israele. La maggior parte dei droni e dei missili sono stati intercettati ma l'azione di questa notte, al di là dell'aspetto militare, ha una rilevanza geopolitica notevole. Per la prima volta, dopo decenni di accuse reciproche, l’Iran ha colpito direttamente il territorio israeliano con armi partite dall'interno dei propri confini. È un vero e proprio cambio di paradigma della politica internazionale. Dopo questa notte Tel Aviv e i suoi alleati statunitensi hanno capito che il mondo unipolare ed imperialista è ormai morto. Sono molte le Nazioni stufe dell’arroganza occidentale, pronte a combattere per la propria sovranità ed indipendenza. Questa notte è avvenuto il primo passo verso la creazione di un mondo multipolare, finalmente libero e più giusto. Ci auguriamo che anche i leader europei si rendano conto di questo cambiamento e non trascinino il nostro continente in un baratro senza fine solo per assecondare i desiderata del padrone americano. In quel caso, saremmo destinati a soccombere e non avremmo alcun ruolo rilevante né indipendenza e sovranità nel nuovo mondo multipolare.
Sabato 4 maggio alle ore 17, presso la nostra sede di Verona, avremo il piacere di ospitare nuovamente i ragazzi di redazione Zenit. Redazione militante, che oltre alla tempestiva opera di informazione via social, ha reso fruibili numerose riflessioni e spunti, interni al nostro ambiente, anche all'esterno. Grazie soprattutto a tre riviste impeccabili, sia nella trattazione degli argomenti che nella realizzazione.

Tramite il loro nuovo quaderno, parleremo di Europa e delle sfide decisive per i prossimi anni:
- Le potenze emergenti stanno dando una nuova direzione alla storia? L'occidente sarà ancora il centro del mondo?
- Rispetto ai numerosi stravolgimenti degli ultimi anni, gli stati Europei si stanno dimostrando protagonisti o spettatori?
- Oltre l'attuale disastrosa unione europea, riflessioni riguardo una reale unità

Queste solo alcune delle tematiche che affronteremo, non mancare!
Un ringraziamento speciale ai ragazzi di redazione Zenit, per la presentazione del loro nuovo quaderno tenutasi sabato sera presso la nostra sede.

Analizzando i continui cambiamenti che nel mondo si stanno verificando, si è parlato del ruolo che l'Europa dovrebbe avere per tornare ad essere non più spettatrice, ma protagonista.
Analisi, questa, svolta in modo assolutamente concreto e militante, senza perdersi in discorsi ideologici fini a sé stessi e portando a dei notevoli spunti di riflessione anche sulle scellerate politiche che l'Unione Europea ha attuato e sta attuando a discapito dell'Europa stessa.
L'Europa ritorni ad essere potenza liberandosi quindi dalle catene politiche ed ideologiche dell'UE e dall'influenza economico-politica delle grandi potenze extraeuropee.

Per ulteriori argomenti, consigliamo vivamente di comperare il loro nuovo quaderno, in cui, finalmente, si parla di Europa in modo oggettivo, adatto per essere letto soprattutto da persone al di fuori della nostra area.
Negli ultimi anni gli stati europei hanno subito un drastico calo della natalità. Nel 2022, in tutta Europa, sono nati circa 3,9 milioni di bambini, 540 mila in meno rispetto a dieci anni fa e 486 mila in meno rispetto a vent'anni fa.
Dati allarmanti, soprattutto se si pensa che a compensare i buchi della natalità sono gli immigrati residenti nel nostro continente.

Per molti politici e cittadini questo non viene affatto percepito come un problema: "Le migrazioni e le mescolanze di popoli in Europa ci sono sempre state e sempre ci saranno". Questa, la solita retorica fatalista con cui giustificano tutto. Ma la realtà è che direttamente o indirettamente le migrazioni, se di massa come ai nostri giorni, portano alla sostituzione e alla prevalenza di un popolo rispetto ad un altro, soprattutto se queste sono attuate da etnie prolifiche e che con la nostra storia e tradizione millenaria non hanno nulla a che spartire.
Un tema, quello della natalità, che andrebbe analizzato partendo da due considerazioni.

Innanzitutto, bisognerebbe che le classi dirigenti europee iniziassero concretamente ad incentivare la natalità attraverso una serie di politiche efficaci e di lungo termine, create appositamente per aiutare economicamente le famiglie.
L'incentivo alle nascite, però, non basta a risolvere il problema se i figli cresceranno in un nucleo familiare assente in cui madre e padre assumono un ruolo marginale, tralasciando di educare il figlio ai valori più alti della vita.

In secondo luogo, infatti, bisognerebbe concepire la famiglia come la cellula prima dello Stato, considerarla come nucleo essenziale e prioritario della vita dei cittadini. Questo sarà possibile solo con una nuova riforma scolastica, capace veramente di formare le menti dei giovani, i quali saranno i futuri genitori e la futura classe dirigente.
In particolare, va quindi assolutamente emarginata la folle ideologia woke dalle scuole, ma anche la concezione borghese della famiglia, quale agglomerato di persone slegate dalla comunità e unite solamente dal consumo di beni e dalla ricerca della fantomatica carriera lavorativa, con aspettative fanatiche che spesso i genitori riversano sui figli, soffocandoli e creando enormi danni.

Ciascuno di noi ha quindi il compito di riaffermare -e non difendere, visto che non c'è nulla di buono da salvare- la concezione organica e tradizionale della famiglia, in opposizione alle correnti individualiste volte all'egoismo, al consumismo e all'arrivismo. L'unico modo che potrà veramente cambiare il tragico destino a cui stiamo andando incontro, la volontà di ciascuno di noi.
"Esistere è combattere quello che mi nega"
In un mondo sempre più egoista, succube di sé stesso, in cui l’esistenza è ridotta a mera sopravvivenza biologica, noi abbiamo scelto il sacrificio e la lotta come direttrici per una vita autentica.
Combattere ciò che ci nega e limita.
Questo è l'importante esempio che Venner ha voluto lasciare a tutti noi Europei, immolandosi nella cattedrale di Notre Dame.
"Insorgo contro i veleni dell'anima".
Una guerra, quindi, in primis contro noi stessi, verso tutto ciò che ci conduce all'arrendevolezza o al deleterio disfattismo. Per poter così realmente combattere contro chi vorrebbe annientare la nostra comunità, la nostra patria e il nostro popolo.
In questo senso, il suo sacrificio non permette resa.