“Penitenziagite, penitenziagite!”. Riprodurre così in una miniserie tv “Il Nome della Rosa”, magica unione del romanzo colto e chilometrico di Umberto Eco con la centrata magniloquenza di un giallo storico cinematografico per grandi platee, è un’eresia a cui dovrebbe dare risposta direttamente l’inquisitore Bernardo Gui. Troppe, scontate e macroscopiche le differenze tra la matrice e […]