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Forwarded from 🦋🔱MARIANNA MAIOR (Marianna Maiorino-giornalista)
CEW DIFENDE IL
CIBO VERO E VIENE ACCUSATO DI DIFFONDERE DISINFORMAZIONE
🤔🤔🤔 mi ricorda qualcosa … e a voi?

La campagna è stata lanciata nel 2023 dal Center for the environment and welfare (Cew), gruppo guidato da Jack Hubbard, socio anche di Berman and Company, azienda di pubbliche relazioni americana che da tempo sostiene alcune organizzazioni no-profit che difendono gli interessi dell’industria alimentare. “Tutto ciò che facciamo è finalizzato a educare e informare i consumatori”, ha dichiarato Hubbard parlando dell'attività del Cew.
A ribattere Jessica Almy, vicepresidente delle politiche dell’organizzazione no-profit Good Food Institute, che promuove l’adozione di sostituti delle proteine animali, e che accusa il gruppo di diffondere disinformazione: “Credo che stia cercando di alimentare le paure verso un’alternativa chiara e sicura, (da efficaci e sicuri a chiari e sicuri è stato un attimo 😂😂😂) già presente nei menu di alcuni ristoranti negli Stati Uniti e a Singapore”.

🦋🔱 https://t.me/MariannaMaior
https://www.independent.ie/farming/news/its-pure-torture-for-everyone-involved-mcconalogue-says-level-of-tb-outbreaks-on-farms-is-unsustainable-and-hard-decisions-may-need-to-be-taken/a1208425593.html Un allevatore che conosco mi ha raccontato che i funzionari del dipartimento sono venuti a testare la sua mandria. Una delle sue mucche aveva la TBC, ma il vitello da latte non era positivo. Questo gli ha fatto suonare un campanello d'allarme. Ieri, durante una conversazione, ho appreso che la IVC Evidensia sta acquistando tutti gli ambulatori veterinari in Irlanda, offrendo cifre stupide e con la chiara intenzione di ottenere il monopolio di tutti gli ambulatori veterinari e della medicina in Irlanda. Mi ha fatto suonare un campanello d'allarme, ma non riuscivo a capire perché e ora lo so dopo aver letto questo articolo di oggi sull'Indo. Mi chiedo chi sia il gruppo di stakeholder della TBC che McConalogue cita nell'articolo. Stakeholder è un termine del WEF. Nestlé, di proprietà di Blackrock, ha aumentato la sua partecipazione in IVC Evidensia. Presto non avremo più carne bovina e tutto ciò che avremo sarà iniettato con MRNA e Dio solo sa cos'altro. L'Agenda 21 dell'ONU, il Codex Alimentarius, è in vigore e presto non avremo più i mezzi per nutrirci. McConalogue è un Quisling venduto di bassa lega. Il nostro Paese viene distrutto di minuto in minuto e ciò avviene su tutti i fronti: è impossibile stargli dietro.
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Ci sono novità nel calendario vaccinale per il 2024 e tra queste figura il nuovo vaccino contro il meningococco B, il più diffuso. Il preparato è stato appena omologato da Swissmedic. “Abbiamo in Svizzera cinque ceppi di meningococco che provocano malattie gravi”, spiega il pediatra Giacomo Nobile. “Fino all’anno scorso potevamo vaccinare per quattro di essi, adesso anche per il quinto, che da solo provoca circa il 40% dei casi negli ultimi anni in Svizzera”, precisa.

La somministrazione può avvenire dal terzo mese di vita. “La vaccinazione di recupero è consigliata fino ai 5 anni”, aggiunge la dottoressa Lisa Kottanattu, specialista in pediatria e malattie infantili dell’EOC. Vale poi “per la fascia di età degli adolescenti, dagli 11 ai 15, con recupero fino ai 20”.

Dal primo anno di vita si può procedere anche alla vaccinazione per gli altri quattro ceppi di meningococco. Per i neonati nel piano viene poi raccomandata la profilassi contro il rotavirus, che causa problemi gastrointestinali con possibili ricoveri per disidratazione.

Per quanto riguarda il vaccino contro il papillomavirus, che non riguarda più solo le ragazze da anni, ora la definizione di raccomandazione per i ragazzi è passata da “complementare” a di “base”. “È consigliato anche a loro perché il numero di tumori legati a questo virus è in aumento indipendentemente dal sesso”, spiega Kottanattu. Inoltre, “spesso non si è sintomatici, per cui una persona può non manifestare sintomi e trasmettere comunque il papillomavirus”.

Queste raccomandazioni vanno ad aggiungersi alla lista già esistente. Per spiegare come procedere, a marzo verrà pubblicata una proposta aggiornata di piano vaccinale.

https://www.rsi.ch/info/ticino-grigioni-e-insubria/Nel-piano-dei-vaccini-anche-quello-per-il-meningococco-B--2058172.html
Forwarded from ༺ALFA OMEGA CHANNEL༻
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FABBRICHE SENZA PERSONE. Una fabbrica cinese con una produzione automatica al 90%.

Il sogno di un globalista si sta avverando su larga scala...

🔗 t.me/alfaomegachannel
Forwarded from PRESSKIT
Nel 2019 Moderna ha chiesto un brevetto in cui si faceva riferimento al rilascio accidentale o intenzionale di un agente patogeno respiratorio

La denuncia arriva dal dott. David Martin. “Nella primavera del 2019, Moderna ha presentato quattro domande di brevetto che erano state precedentemente respinte. E in quelle domande di brevetto si faceva riferimento al rilascio accidentale o intenzionale di un agente patogeno respiratorio.

Ti siedi e ti chiedi: perché un’azienda che non ha mai realizzato un prodotto commerciale, mai, perché un’azienda che non ha mai avuto alcuna esperienza negli agenti patogeni respiratori dovrebbe modificare le domande di brevetto che sono state respinte per includere la dicitura “accidentale o intenzionale”? rilascio di agente patogeno respiratorio se qualcuno non si stava…

https://presskit.it/2024/02/03/nel-2019-moderna-chiesto-un-brevetto-cui-si-faceva-riferimento-al-rilascio-accidentale-intenzionale-un-agente-patogeno-respiratorio/
https://t.me/realwideawakemedia/1764

Filmati allarmanti dei resti scartati di un parco eolico nel Queensland, in Australia.

Contrariamente alla propaganda della truffa climatica rigurgitata dai fanatici di Net Zero e dall’industria delle energie “rinnovabili” da trilioni di dollari, le turbine eoliche non sono minimamente rinnovabili o “verdi”.

Non solo queste mostruosità sono una piaga per le campagne quando sono in funzione, uccidendo e mutilando centinaia di migliaia di pipistrelli e uccelli, ogni singolo anno, ma una volta che la loro vita lavorativa di soli 15-20 anni è terminata, non possono essere riciclati, quindi finiscono per essere abbandonati in natura o in discarica.

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Forwarded from Monica Elisa
"Nel mezzo di questi eventi, il deputato Scott Perry ha introdotto il “Defund Davos Act”. Inizialmente, sono rimasto scioccato nell’apprendere che noi, come contribuenti, stavamo finanziando il WEF. Tuttavia, ulteriori indagini hanno rivelato che dal 2013 abbiamo fornito al WEF almeno 60 milioni di dollari in finanziamenti dei contribuenti. 
Il nostro finanziamento al WEF è l’equivalente fiscale di una sbornia significativa: dolorosa, deplorevole e autoinflitta. Sebbene questa storia sia stata segnalata in precedenza, ho faticato a trovare una cronologia coerente o un retroscena dettagliato sugli sforzi per fermare questi finanziamenti. Conoscere i nostri contributi al WEF è stato come scoprire una società segreta nel tuo cortile: intrigante e inquietante. "


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@monicaelis

https://brownstone.org/articles/your-tax-dollars-for-davos/
Forwarded from ilDissonante (Carlo L°)
Media is too big
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IL PIANO:

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Eugenetica
Sterilizzazione
tramite
Vaccinazioni
Scie chimiche
Cibi tossici
Ecc.

Il pensiero del produttore cinematografico Foster Gamble


redazione
t.me/ilDissonante
Forwarded from La civetta bianca
GIARDINAGGIO URBANO SOTTO ATTACCO? SFATIAMO I MITI SUL SUO IMPATTO AMBIENTALE
Notizie allarmistiche diffondono falsità sull'impatto negativo degli orti urbani: alcuni sedicenti "esperti" del clima vorrebbero scoraggiarci dall'essere autosufficienti e coltivare cibo in città. Uno studio dell'Università del Michigan, pubblicato su Nature Cities, sostiene che il cibo "dal giardino alla tavola" in ambito urbano abbia un'impronta di carbonio maggiore rispetto all'agricoltura convenzionale. Ma è davvero così?

Analizziamo i fatti togliendo i titoli strillati dalla solita stampa di regime: lo studio citato ha monitorato le emissioni di CO2 in diversi tipi di orti urbani. I risultati mostrano che, mediamente, una porzione prodotta in fattorie classiche genera 0,07 kg di CO2, mentre in ambito urbano la cifra sale a 0,34 kg.

Ma c'è dell'altro: l'autore principale, Jake Hawes, precisa che il principale responsabile delle emissioni è l'infrastruttura: aiuole rialzate, serre, casette degli attrezzi - tutte strutture con un impatto ambientale legato alla loro costruzione.

Lo studio è stato condotto su 73 siti di urban farming in Europa, Stati Uniti e Regno Unito: sono state analizzate infrastrutture, irrigazione e materiali utilizzati. I ricercatori hanno inoltre individuato altri "fattori pericolosi" come compost mal gestito e input sintetici.

Ma non disperiamo! Il team sottolinea che la frutta è 8,6 volte più ecologica quando coltivata tradizionalmente, mentre le verdure 5,8 volte. Tuttavia, alcuni ortaggi hanno un'impronta di carbonio inferiore: pomodori e asparagi domestici sono più sostenibili rispetto a quelli convenzionali.

Hawes suggerisce: "I coltivatori urbani possono ridurre l'impatto concentrandosi su alimenti ad alto impatto di carbonio nell'agricoltura tradizionale, come pomodori in serra o asparagi importati da lontano."

Inoltre, due terzi dell'impronta di carbonio degli orti deriva dalle strutture stesse: i ricercatori consigliano di utilizzare materiali riciclati o di seconda mano, riducendo così le emissioni di oltre la metà.

Ma non finisce qui! L'articolo si scaglia contro chi demonizza anche le piante da interno, considerate fonte di emissioni per il trasporto, i vasi di plastica e i fertilizzanti sintetici.

Susan Pell, direttrice del Giardino Botanico degli Stati Uniti, rassicura gli appassionati: "Possiamo coltivare piante in vaso seguendo semplici accorgimenti per minimizzare l'impatto ambientale". Consiglia di acquistare piante locali, vasi e attrezzi durevoli in terracotta o ceramica, evitando torba e fertilizzanti chimici non sostenibili.

Infine, Pell sottolinea il valore intrinseco del giardinaggio: "Ogni piccolo gesto fa la differenza. Essere consapevoli in un'area della vita quotidiana ci aiuta ad esserlo anche in altre".

Quindi, continuiamo a coltivare! Sfatiamo i miti e difendiamo il nostro diritto a un'alimentazione più sana e sostenibile, anche in città.

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Forwarded from Martina Pastorelli
Media is too big
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La censura in arrivo (v. DSA e Trattato Pandemico) è sintomo di una crisi antropologica che manifesta l’eresia di ogni ideologia: l’intelletto unico che pensa per gli altri.

Mario Monti lo disse apertamente in tv: “bisogna trovare modalità meno democratiche nella somministrazione dell’informazione”.
LA FOLLIA DEL LIMITE A 30KM/H

Ridurre il limite di velocità aumenterà l'inquinamento e non avrà alcun effetto sugli incidenti.

1) QUALI CITTÀ STANNO ADERENDO?

Olbia già nel 2021 aveva imposto il limite a 30km/h, dove il comandate della polizia locale dichiarò che sono i cittadini stessi a segnalare coloro che superano il limite di velocità e ad esibire lo stesso zelo collaborazionista della farsa pandemica. La città che però è più discussa è Bologna, che con il programma Bologna città 30 ha esteso il limite dei 30km/h all'intera città, e adesso anche Gualtieri di Roma ha dichiarato di voler mettere il limite di 30km/h particolari zone definite "zone ambientali" e non solo vogliono abbassare la velocità, ma anche ridurre drasticamente i parcheggi disponibili e le dimensioni della carreggiata (1, 2).

2) LA SCHIFOSA PROPAGANDA MAINSTREAM

Il mainstream elogia questo pattume (1, 2, 3, 4) sostenendo che abbassare il limite di velocità aiuti i veicoli a consumare e inquinare meno e riduca il numero degli incidenti. La propaganda si basa sul report del comune di Bologna dove indicano che gli incidenti sono in calo rispetto al 2022. Nel report viene riportato che anche nel 2023 vi è stato un calo nella riduzione degli incidenti, dato che il 2022 è stato l'anno con più incidenti registrati a Bologna nell'ultimo decennio. Questo è un esempio di come mentire con la statistica: si presenta un effetto dovuto alla regressione verso la media come un genuino risultato dovuto ad un intervento del tutto inutile ed anzi dannoso. Quest'ultima si verifica quando per puro caso si ottengono delle misure ben al di sopra o al di sotto della media statistica. Siccome il trend non può durare per sempre, le future misure tenderanno ad assestarsi intorno alla media.
Citano anche un presunto studio di Polinomia SRL, che non è uno studio perché non è stato pubblicato su nessuna rivista scientifica. Infatti a pp. 15-16 vengono presentate due rette di regressione, ma non vengono riportati né i coefficienti beta, né gli intervalli di confidenza e nemmeno i p value, per cui l'indice r quadro riportato potrebbe anche essere non significativo. Poi però si scopre che la stessa azienda chiamata a valutare i costi-benefici del piano è la stessa che lo ha sviluppato e che il fine principale del piano è la riduzione del traffico.

3) RIDURRE IL LIMITE DI VELOCITÀ AUMENTA L'INQUINAMENTO

Questo studio a Oslo che analizza una politica che ha portato il limite da 80 km/h a 60 km/h non ha rilevato alcun miglioramento nella qualità dell'aria nei principali agenti inquinanti e ha riscontrato un danno economico netto di 3,8 milioni di dollari annui dovuto al rallentamento dei trasporti e alla riduzione delle ore in viaggio. Uno studio a Barcellona ha mostrato che ridurre il limite di velocità nelle aree metropolitane a 80km/h ha portato ad un aumento di NO e di particolato nell'aria. Uno studio condotto negli USA sui camion ha mostrato che se la velocità cala al di sotto dei 55km/h, le emissioni di NO e la presenza di particolato aumentano drasticamente. Uno studio condotto in Irlanda ha trovato che aumentando il limite di velocità da 30 km/h a 50 km/h la concentrazione di NO calerebbe del 3% e quella di particolato del 2%.

4) LA VELOCITÀ NON È LA CAUSA PRIMARIA DEGLI INCIDENTI

Secondo questo studio la velocità sarebbe causa solo del 15% degli incidenti. La causa principale (50%) sono gli errori relativi al calcolo del tempo e della distanza, come errori nel giudicare la lontananza di una macchina. In questo studio nella tabella 10 nelle strade di città la velocità non è nemmeno indicata tra le cause principali, ma sono presenti fattori come il non dare la precedenza e l'attraversamento pedonale fuori dalle strisce.

CONCLUSIONI

Il limite dei 30 km/h viene imposto dal sistema per scoraggiare la guida e ostacolare la mobilità privata. Il governo ha proposto una direttiva dove si chiede ai comuni di valutare strada per strada senza imporre restrizioni generalizzate, ma per com'è scritta è facilmente aggirabile.

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Forwarded from Giubbe Rosse
intanto gli effetti dell'agitazione dei contadini e dei blocchi stradali cominciano a farsi sentire:

SUPERMERCATI A BRUXELLES STAMATTINA

FONTE: Local Team

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Forwarded from Manuela Serantoni
‼️YouTube censura il video di Renate Holzeisen‼️
L’unica rappresentante eletta da un partito al di fuori del sistema al suo primo intervento in Consiglio viene CENSURATA dal social network.
Ancora oggi la voce che rifiuta la PROPAGANDA vuole essere oscurata.
Caricheremo il video su Rumble!
👆👆👆
Questa è la realtà, censura pure degli interventi parlamentari su YouTube! caricheremo il video su Rumble! E interverremo, perché è assolutamente impensabile che YouTube possa cancellare un video pubblicato sul sito del Consiglio Provinciale in merito al mio intervento da Consigliera in Consiglio Provinciale! Questa è la censura voluta da OMS, WEF, von der Leyen e i loro aiutanti! È per questo che sono scesa in politica: per la difesa della nostra libertà! Più che mai!
Fra poco il video con la traduzione in lingua italiana sarà disponibile su altra piattaforma!
Avv.DDr. Renate Holzeisen
Consigliera della Provincia Autonoma di Bolzano - VITA
👆👆👆👆👆👆👆ascoltate dal minuto 6,30…ALLUCINANTE!!! 👊🇮🇹