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LE NAZIONI UNITE HANNO ORDINATO AI GOVERNI DI TUTTO IL MONDO DI INIZIARE A RAZIONARE IN MODO DRASTICO L'APPROVVIGIONAMENTO ALIMENTARE PER COMBATTERE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO
Questa richiesta proviene dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO). Il capo della FAO, Qu Dongyu, è un ex funzionario del Partito Comunista Cinese che in passato ha ricoperto il ruolo di vice ministro dell'Agricoltura e degli Affari Rurali della Cina.

L'ONU, un organo non eletto e integralmente antidemocratico, chiede alle nazioni sovrane di imporre restrizioni decisive alle proprie industrie agricole, in particolare nella produzione di carne e latticini, per aderire agli obiettivi di "Net Zero" del World Economic Forum (WEF) per l'"Agenda 2030".

Domenica, la FAO ha infatti pubblicato un rapporto in cui chiede ai responsabili politici di modificare in modo significativo i mercati agricoli per allineare il sistema agricolo globale con l'agenda verde del WEF.

Mentre la FAO sostiene che la mossa mira a "salvare il pianeta" per "il bene comune", i dubbi ed i forti sospetti sono molteplici. Secondo Politico, ad es., il capo della FAO, Qu Dongyu, è stato più volte accusato di utilizzare la sua posizione presso l'istituzione globale per promuovere gli interessi specifici di Pechino.

COME PER LA GUERRA IN UCRAINA, IL COMPITO DEI GOVERNATORI EUROPEI È QUELLO DI SVOLGERE IL LAVORO SPORCO PER CONTO DI POTENZE STRANIERE (CINA IN TESTA), INDOSSANDO LA MASCHERA DA OCCIDENTALI.
L'articolo evidenzia che Dongyu abbia trascurato questioni come la carenza di cibo e le crisi della fame globale, concentrandosi invece sulla repressione delle industrie agricole dei paesi occidentali. Il rapporto della FAO sottolinea che "fornire cibo sano per tutti, oggi e domani, è cruciale; così come allineare la trasformazione dei sistemi agroalimentari con le azioni sul clima".

Il rapporto afferma inoltre che i sistemi agroalimentari dovrebbero affrontare le esigenze di sicurezza alimentare e nutrizionale, ma contengono anche numerose azioni allineate agli obiettivi di mitigazione, adattamento e resilienza. Suggerisce che l'agenda climatica potrebbe mobilitare finanziamenti climatici per sbloccare il potenziale di questi sistemi e guidarne la trasformazione.

Nel rapporto, scritto in neolingua, si sostiene che gli individui nei paesi più ricchi possano "beneficiare" di una riduzione del consumo di carne, poiché la FAO ritiene che migliorerà la salute dei cittadini e contribuirà alla lotta contro il cambiamento climatico. D'altra parte, si suppone che i paesi più poveri beneficino di un aumento del consumo di proteine.

Per allineare meglio l'agricoltura agli obiettivi climatici, il rapporto suggerisce inoltre di "aumentare la produttività e ridurre le emissioni di gas serra per unità di prodotto attraverso una migliore genetica del bestiame ben adattata alle condizioni climatiche attuali e future". Ma si dà il caso che l'Europa sia il continente più virtuoso in assoluto, Italia in testa.

Nel frattempo, un informatore dell'ONU afferma che i dirigenti dell'organizzazione sono consapevoli che Dongyu stia perseguendo l'agenda della Cina mentre sostiene pubblicamente di combattere il cambiamento climatico. "Nessuno lo prende davvero sul serio: non è lui, è la Cina", avrebbe dichiarato un ex funzionario dell'ONU a Politico, aggiungendo che secondo loro Dongyu non prenderebbe una sola decisione senza consultare prima Pechino. È inoltre un fatto che la Cina abbia già ampiamente sovvertito la leadership della FAO, piazzando suoi agenti nelle posizioni chiave dell'organizzazione.

La FAO insiste sul fatto che le nazioni dovrebbero attuare politiche per allontanarsi dall'uso di animali da allevamento di grandi dimensioni, come mucche e maiali, per la produzione di carne.

Leggi anche tu il rapporto FAO completo QUI DENTRO

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