L’universo è pronto a darti
quello che vuoi.
Dipende da quanto ritieni di meritare.
Passa questo scalino egoico
di voler stare nella mancanza,
di sentirti ancora una bambina ferita,
di provare solo insoddisfazione.
L’universo è pronto ad accoglierti
nella sua abbondanza di doni.
Dipende da quanto tu sei disponibile a ricevere.
Dipende da quanto tu sei pronta
a cambiare personaggio.
I miracoli sono la normalità
nei regni superiori.
𝓛𝓾𝓬𝓲𝓪 𝓖𝓸𝓵𝓭𝓸𝓷𝓲
@versoilsolereiki
quello che vuoi.
Dipende da quanto ritieni di meritare.
Passa questo scalino egoico
di voler stare nella mancanza,
di sentirti ancora una bambina ferita,
di provare solo insoddisfazione.
L’universo è pronto ad accoglierti
nella sua abbondanza di doni.
Dipende da quanto tu sei disponibile a ricevere.
Dipende da quanto tu sei pronta
a cambiare personaggio.
I miracoli sono la normalità
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𝓛𝓾𝓬𝓲𝓪 𝓖𝓸𝓵𝓭𝓸𝓷𝓲
@versoilsolereiki
Verso il Sole
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Questo Nome di Dio, il 55, unisce le sfere del pensiero e dell’azione, del mondo interiore e del mondo concreto. Crea un ponte tra la mente e il corpo, tra il mondo delle idee e la loro manifestazione tangibile.
Nella Cabala, l’energia del pensiero è potentissima. Ogni pensiero è una scintilla creativa, ma senza azione resta potenziale non espresso. Questo Nome ci aiuta a:
Tradurre le ispirazioni in realtà concreta
Superare l’inerzia mentale o la procrastinazione
Trovare il giusto momento e il giusto modo per agire
Allineare la volontà individuale con quella divina, affinché l’azione sia sacra, giusta, efficace
Quando mediti o visualizzi questo Nome, puoi immaginare una luce che scende dal cervello al cuore e poi alle mani, simboleggiando l’allineamento tra pensiero, emozione e azione. Ti aiuta a sentire che in realtà non c’è separazione tra ispirazione e manifestazione, se ti rendi canale consapevole del flusso divino.
👉 Domanda potente da farsi durante la meditazione:
“Quale idea dentro di me è pronta per diventare realtà?”
E ancora:
“Qual è il passo, anche piccolo, che posso compiere oggi per onorarla?”
Ripeti il Nome Mem-Beth-He in uno stato meditativo o cantato dolcemente, immaginando che le lettere brillino nel tuo cuore come stelle pronte a scendere sulla terra.
Questo Nome è un invito all’incarnazione. È il Nome dei visionari che decidono di agire. Dei sognatori che non si accontentano di immaginare, ma scendono nel corpo, nel tempo, nello spazio – e creano.
Non basta sapere chi sei. Devi osare diventarlo.
Questo Nome ti aiuta proprio in quel passaggio sacro, fragile e potente: dal pensiero all’azione.
Auguro a tutti una domenica dove possiate onorare anche solo con un piccolo gesto i vostri sogni, i vostri progetti, ciò che volete creare da tempo. Un abbraccio
Dott. Gian Piero Abbate
#72nomididio
@versoilsolereiki
Nella Cabala, l’energia del pensiero è potentissima. Ogni pensiero è una scintilla creativa, ma senza azione resta potenziale non espresso. Questo Nome ci aiuta a:
Tradurre le ispirazioni in realtà concreta
Superare l’inerzia mentale o la procrastinazione
Trovare il giusto momento e il giusto modo per agire
Allineare la volontà individuale con quella divina, affinché l’azione sia sacra, giusta, efficace
Quando mediti o visualizzi questo Nome, puoi immaginare una luce che scende dal cervello al cuore e poi alle mani, simboleggiando l’allineamento tra pensiero, emozione e azione. Ti aiuta a sentire che in realtà non c’è separazione tra ispirazione e manifestazione, se ti rendi canale consapevole del flusso divino.
👉 Domanda potente da farsi durante la meditazione:
“Quale idea dentro di me è pronta per diventare realtà?”
E ancora:
“Qual è il passo, anche piccolo, che posso compiere oggi per onorarla?”
Ripeti il Nome Mem-Beth-He in uno stato meditativo o cantato dolcemente, immaginando che le lettere brillino nel tuo cuore come stelle pronte a scendere sulla terra.
Questo Nome è un invito all’incarnazione. È il Nome dei visionari che decidono di agire. Dei sognatori che non si accontentano di immaginare, ma scendono nel corpo, nel tempo, nello spazio – e creano.
Non basta sapere chi sei. Devi osare diventarlo.
Questo Nome ti aiuta proprio in quel passaggio sacro, fragile e potente: dal pensiero all’azione.
Auguro a tutti una domenica dove possiate onorare anche solo con un piccolo gesto i vostri sogni, i vostri progetti, ciò che volete creare da tempo. Un abbraccio
Dott. Gian Piero Abbate
#72nomididio
@versoilsolereiki
Il mio spirito
si intreccia al respiro della terra,
accanto a me
cammina il mio animale guida
custode antico,
eco selvaggia del mio cuore
che ricorda chi sono.
✍Sciamanesimo & Canti Sacri
Buonanotte!✨✨💙✨✨
@versoilsolereiki
si intreccia al respiro della terra,
accanto a me
cammina il mio animale guida
custode antico,
eco selvaggia del mio cuore
che ricorda chi sono.
✍Sciamanesimo & Canti Sacri
Buonanotte!✨✨💙✨✨
@versoilsolereiki
Le nostre vite diventano belle non perché siamo perfetti.
Le nostre vite diventano belle perché mettiamo il cuore in tutto ciò che facciamo.
Non cercare mai la perfezione: non è realistica e non esiste.
~Jihad Bakkali~
Buongiorno!🌈✨🌞
@versoilsolereiki
Le nostre vite diventano belle perché mettiamo il cuore in tutto ciò che facciamo.
Non cercare mai la perfezione: non è realistica e non esiste.
~Jihad Bakkali~
Buongiorno!🌈✨🌞
@versoilsolereiki
Verso il Sole
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Vi ricordate queste parole di Socrate: «CONOSCI TE STESSO»? Pochi sanno che dietro il famosissimo motto di Socrate c’è un segreto.
Chi non conosce il greco antico non sa che questa esortazione è costruita con l’imperativo aoristo. L’aoristo non è né il presente né il passato ma indica qualcosa di più prezioso, di più raro: un momento, un’azione che si tende verso l’infinito. Che diventa «per sempre». Aoristo significa letteralmente «senza limiti», senza fine.
Perché? Perché mentre certe azioni sono destinate a finire, altre invece no. Non smettiamo mai di conoscere noi stessi, ecco cosa ci stava dicendo Socrate. «Ci sono uomini che sanno tutto, peccato che questo è tutto quello che sanno.» La conoscenza invece è imparare qualcosa ogni giorno. Non importa quanto sai o quanto credi di sapere, da qualche parte c’è qualcosa di incredibile che attende di essere conosciuto.
Lo stesso vale per crescere, per imparare, per diventare. Per amare. Non smettiamo mai di amare. Ecco, un giorno una mia alunna mi chiese: a che scopo studiare il greco antico? Ma vedete in questa lingua ci sono delle cose, come l’aoristo, che ci ricordano qualcosa che noi abbiamo perduto: l’eternità. L’aoristo è il modo verbale di chi non si accontenta dell’orizzonte ma cerca l’infinito.
Ma questa forma verbale indica anche qualcos’altro, di altrettanto prezioso: il «qui ed ora.». Nell’aoristo non c’è né un prima né un dopo ma solo l’adesso! Che si protrae all’infinito. Ecco perché Omero usa l’aoristo per descrivere il commovente addio tra Ettore e Andromaca. Perché quel momento è tanto intenso e l’amore che li unisce è tanto forte che trascende il tempo, che vince il tempo fino a diventare eterno. Vedete, i greci quando usavano l’aoristo volevano dirvi una cosa: io non vivo né nel mio passato, né nel mio futuro. Ma nell’adesso. Straordinario, no?
Guendalina Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X
@versoilsolereiki
Chi non conosce il greco antico non sa che questa esortazione è costruita con l’imperativo aoristo. L’aoristo non è né il presente né il passato ma indica qualcosa di più prezioso, di più raro: un momento, un’azione che si tende verso l’infinito. Che diventa «per sempre». Aoristo significa letteralmente «senza limiti», senza fine.
Perché? Perché mentre certe azioni sono destinate a finire, altre invece no. Non smettiamo mai di conoscere noi stessi, ecco cosa ci stava dicendo Socrate. «Ci sono uomini che sanno tutto, peccato che questo è tutto quello che sanno.» La conoscenza invece è imparare qualcosa ogni giorno. Non importa quanto sai o quanto credi di sapere, da qualche parte c’è qualcosa di incredibile che attende di essere conosciuto.
Lo stesso vale per crescere, per imparare, per diventare. Per amare. Non smettiamo mai di amare. Ecco, un giorno una mia alunna mi chiese: a che scopo studiare il greco antico? Ma vedete in questa lingua ci sono delle cose, come l’aoristo, che ci ricordano qualcosa che noi abbiamo perduto: l’eternità. L’aoristo è il modo verbale di chi non si accontenta dell’orizzonte ma cerca l’infinito.
Ma questa forma verbale indica anche qualcos’altro, di altrettanto prezioso: il «qui ed ora.». Nell’aoristo non c’è né un prima né un dopo ma solo l’adesso! Che si protrae all’infinito. Ecco perché Omero usa l’aoristo per descrivere il commovente addio tra Ettore e Andromaca. Perché quel momento è tanto intenso e l’amore che li unisce è tanto forte che trascende il tempo, che vince il tempo fino a diventare eterno. Vedete, i greci quando usavano l’aoristo volevano dirvi una cosa: io non vivo né nel mio passato, né nel mio futuro. Ma nell’adesso. Straordinario, no?
Guendalina Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X
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