Uriel Crua
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L'Uomo silenzioso nella stanza

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IL CANTO DELL'OBLIO
Uriel Crua

Quello che più colpì durante i primi vagiti delle restrizioni fu proprio la ricettività del corpo sociale. Tutti, come un sol uomo, uniti da quell'inebriante gregarismo, quell'inquietante senso di solidarietà e improvvisa unità di popolo. "Ce la faremo" gridavano dai balconi. Cantavano l'inno. Tutti stretti sotto il paternalistico comando di un capo di Governo apparentemente mite. "Due settimane", diceva. "Solo più due settimane".

L'organo intellettuale della Nazione, tutto proteso a normalizzare l'abominio che si stava consumando sotto i nostri talloni. Ogni singolo brano della rete più in vista, ogni singolo telegiornale, programma contenitore, varietà, influencer, a blasonare il buon italiano che dava il buon esempio.

Non il singolo uomo, ma la Collettività era impazzita, dilatandosi per fare entrare un liquore ipnotico e riprogrammante.

E se non facevi parte di quel grande abbraccio, occhi cerchiati di nero ti mostravano i canini in coro. Ringhiavano con la bava alla bocca. Il buon italiano che dava il buon esempio, ti avrebbe sbranato senza problemi. Sentendosi migliore, andandone fiero.

È successo davvero. È successo sotto i nostri occhi.

Ora che larga parte di quella possessione pare essere riassorbita nei recinti della carne, non dobbiamo credere che non esista più. È sempre lì. C'è sempre stata.

Guardatevi bene dal prossimo vostro, che anche se è tornato a sorridervi, nasconde ancora pezzi di carne dietro i canini. E al prossimo comando, non esiterà a sbranarvi.

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Una giornata storica per la "sicurezza di tutti".

Nessuno più gli crede, ma questi personaggi tirano dritto e scapito di ogni singola vita.

Anche della tua

Uriel

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PUNTI DI REALTÀ
Uriel Crua

Sì tengano a mente i seguenti assunti:

1 - Il Potere esiste, e viene costantemente esercitato e preservato.

2 - Il Potere non ama le popolazioni: il Potere le sfrutta e le dirige a solo ed esclusivo proprio vantaggio. Qualora un Potere si dimostrasse "buono", non sarebbe che per i propri interessi.

3 - Se esercitare un Male, anche feroce e disumano e blasfemo, dovesse servire al Potere per raggiungere un obiettivo o per preservarsi, il Potere non avrà scrupoli ad infliggere quel Male.

4 - Il Potere "può farlo": dispone di mezzi e risorse illimitate. Se non ve ne siete accorti, vi è letteralmente entrato in casa da anni.

5 - L'unica strada che le popolazioni possono intraprendere per affrancarsi dal Potere consiste nella disobbedienza pratica, ovverosia che si sostanzi tanto nella vita privata e domestica, quanto in quella collettiva e di rete. Se necessario, opporre la crudeltà alla crudeltà.

Tanto era da dire.

Uriel

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Ciò che si è PERSO è la sensazione di vivere in un mondo ordinato, armonico, che sia a tuo FAVORE e non CONTRO.

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"LUCE DAL TEMPO PASSATO"

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GOLEMZ
Uriel Crua

Al diavolo la consulente d'immagine della Schlein.
Al diavolo pure Trump e al diavolo Putin.
Il canto e il controcanto vogliono schierarci sulle orme già tracciate di una strategia stracotta e marsalata. Che siate dell'una o l'altra parte, c'è qualcuno che sibila per voi, che vi dice come pensarla, entro quali recinti pascolare.
Liberatevi di tutta questa melma.
Altrimenti non c'è traccia di luce
UN FORTE RICORDO
Uriel Crua

Guidavo furgoni e scaricavo merce di piombo, ma lo facevo con gran letizia. Avevo due bambini piccoli, poco più che batuffoli, e una smisurata, solida, fiducia nelle mie capacità. Ma ero - è così che si dice - povero.

La zona che per anni mi fu assegnata era quella dei ricchi, quella della collina bene di Torino: dalla Gran Madre in su, fino al Chierese.

Una mattina pioveva forte, come oggi, e faceva freddo. Ero sveglio dal buio, e i miei bambini dormivano. Un bacio dato piano, e poi in filiale a caricare il furgone. Erano le otto e mezza del mattino che ero già in giro, consegne veloci, sali e scendi, carica e scarica, suda e poi senti freddo.

In Via Moncalvo c'era un palazzo restaurato con i crismi più moderni: un portone antico, ma una volta entrato, ecco accoglienti loft con pergolati privati al piano terra, giardini e canne di bambù e pietre bianche ad aureolare aiuole zen.

Dovevo consegnare a questa donna orientale che mi accolse sotto al suo pergolato che grondava dolci gocce di pioggia, gocce che sbattevano contro grandi foglie verdi. Era pace e silenzio. Era un tazzone di caffè bollente, fumigante, posato sul tavolo in radica in giardino.

Ero io, sudato e impregnato di pioggia, che mi fermai a osservare quella fotografia di pace indulgente, di spensieratezza, di risveglio.

A distanza di dieci anni, dieci anni di lotte smisurate, sono ancora - è così che si dice - povero, ma eccomi sotto quelle gocce forti, circondato da fichi e melograni, eccomi sotto questa pioggia miracolosa, mentre le fronde del mio canneto mi danzano sopra, finalmente grate della mia grazia.

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VELOCEMENTE
Uriel Crua

Non importa che ci creda TU. Quel che importa è che ci credono loro, e che di conseguenza agiscono anche su di te.
L'Anticristo è l'antitesi del Corpo Mistico di Cristo, quindi la loro intenzione è sostituirsi al Corpo Mistico di Cristo implementando al suo posto un Corpo Meccanico, un Corpo Digitale, un Corpo al Silicio, inorganico e onnipresente.

Ecco spiegate facili le radici del transumanesimo.

A presto

Uriel

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FACEVAMO L'AMORE
Uriel Crua

Facevamo l'amore. Ogni gesto, ogni rossore, era una lingua: una lingua lenta e compiuta, una lingua da decifrare.

Facevamo l'amore con gli occhi, con gli odori. Facevamo l'amore senza fare niente, gomito a gomito su una panchina senza toccarci, senza parlare.

Facevamo l'amore con una risata sciocca e infinita, facevamo l'amore annusando le onde.

Mangiando una focaccia e bevendo una birra.

Leggendoci passi di libri antichi.

Facevamo l'amore fino a innamorarci, fino a prometterci.

Senza schermi, senza pozzi digitali.

Era il corpo, e tutto l'intorno che nessuno sa più.

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RIFLETTICI SU
Uriel Crua

È il 1999. Qualcuno ti dice cose come: tra circa vent'anni esisteranno dei telefoni portatili che saranno più veloci dei computer più potenti in circolazione: ci potrai pagare i conti e perfino lavorare. Tra vent'anni ci saranno monopattini elettrici in affitto per strada, e li metterai in moto con un comando a distanza e ti preleveranno i soldi del noleggio direttamente dal conto. Dei disperati ti consegneranno il cibo a casa, cibo prenotato col tuo telefono-telecomando. Loro guadagneranno un tot a consegna, e lavoreranno come pazzi per due spicci. Sarà la nuova schiavitù. Se cercherai un lavoro, anche se sarai più che qualificato, non otterrai un contratto superiore ai sei mesi, rinnovabile per altri sei mesi, e poi altri sei, e poi ancora: guai a fare arrabbiare il padrone vaneggiando di diritti, perché avrà facoltà di non rinnovarti quel contratto e tenerti al guinzaglio per anni. Se invece sarai tra i fortunati che un lavoro fisso lo hanno, il padrone potrà licenziarti anche senza giusta causa.

Tra vent'anni circa i governi di mezzo mondo riusciranno a fare credere a tutti che un raffreddore è così letale da doverli costringere in casa per mesi, pena multe e in alcuni casi il carcere. Non potrai vedere i tuoi parenti. Non potrai entrare in chiesa. Non potrai celebrare funerali. Ma potrai ordinare pizze col tuo telefono-telecomando e lo schiavo immigrato te le porterà fino al pianerottolo.

Tra vent'anni ai bambini sarà impedito di andare a scuola se non hanno uno "stato di salute" certificato dal governo. Poi ad alcuni verrà impedito, sempre se sprovvisti del certificato di salute, persino di andare al bar o di entrare in posta.

In alcuni comuni il certificato di salute sarà legato alle emissioni inquinanti della tua autovettura, e se non comprerai macchine nuove ogni due anni, non potrai circolare in alcune zone della tua città, ma potrai restare a casa a guardare tutti i film che vuoi grazie al tuo telefono-telecomando.

Solo tramite il tuo telefono-telecomando potrai accedere ad alcuni servizi essenziali come anagrafe, passaporto, previdenza.

Quasi tutti pagheranno attraverso il telefono-telecomando, e il contante pian piano sparirà fino a permettere ad alcuni governi di spegnere una protesta semplicemente spegnendo i conti-correnti dei manifestanti.

Ah. E ci sarà la terza guerra mondiale ma tutti saranno convinti di combattere in nome della pace.

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FA QUATTRO
Uriel Crua

Fai finta. Ogni anno muoiono mille persone di infarto, mille di incidente stradale, mille di cancro, mille di problemi respiratori e mille di influenza. È una cosa normale da sempre.

Ora fai finta che ti inventi un virus e sottoponi ciascuna di queste persone, prima del trapasso, a un tampone che dà, alla carlona, positività per un virus che ti sei inventato. Il tampone, naturalmente, DEVE dare quella positività. Poi dai delle direttive per cui quelli morti di infarto, se positivi, devono essere catalogati come morti per quel virus. Quelli di incidente, pure. Quelli di tumore, anche.

Poi vai in TV e dici a tutti che le statistiche mostrano chiaramente che quel virus sta facendo una mattanza, che dobbiamo rinunciare alle nostre libertà e ai nostri diritti per sconfiggerlo. Che dobbiamo denunciare chi non rispetta le regole, perché è un untore. Che dobbiamo abituarci a questa nuova normalità. Li devi terrorizzare.

Tutti ti ascoltano, perché tutti hanno paura. Una paura così matta da fargli sentire pure i sintomi addosso, come il malato immaginario. E quando sentono i sintomi, anche di un banale raffreddore, corrono al pronto soccorso perché hai anche vietato ai medici di base di visitare i pazienti. Così, i pronto soccorso si intasano, la situazione monta e fa il tuo gioco, e tu dici che bisogna fare presto, trovare un siero scientifico scientificissimo, e poi lo trovi. Dici a tutti di farlo e dopo dici pure che chi non lo fa è un assassino, quindi deve stare chiuso in casa come un sorcio, non merita di stare nel consesso sociale eccetera. Distribuisci a tutti una tesserina che dimostra che se ti sei immolato, sei un bravo cittadino che può entrare in posta e in banca e al bar e sui mezzi pubblici.

Nel frattempo, però, le persone cominciano a schiattare in quantità industriale, a tonnellate. E tu inizi a sudare. Ma poi no, no. Ti tranquillizzi.

Perché hai capito fin dal principio che nessuno, ma proprio nessuno, sa più fare due più due.

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ZELENSKY IN ITALIA
Uriel Crua

Quella marionetta imbolsita, quell'infame teatrante, quella briciola schizopatica, non è gradita alla stragrande maggioranza degli italiani. Né lui, né ciò che rappresenta.
L'Italia intera rifiuta questa guerra marcia: pur non comprendendone le ragioni, ne saggia le conseguenze. E sono acide, le conseguenze, sono amarissime.

Eppure egli è qui, a dettare e chiedere, a ruminare richieste di morte.

Questa è la vostra democrazia.

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UNA CONVERSAZIONE
Uriel Crua

Sveglio dalle tre del mattino, sono le tre del pomeriggio e torno dal turno massacrante coi mattoni sulle palpebre. Ho comprato le fragole per i miei bambini, e voglio accompagnarle con un gelato alla crema artigianale. Così, entro nella caffetteria dove fanno un gelato alla crema formidabile, giù in paese.
La signora ha molte primavere addosso, ma sorride sempre.
- La solita vaschetta - dico - grazie.
- Qui non ci sono schifezze - ride lei mentre curva la paletta nella vasca gialla. Poi si incupisce. Le campane del paese son tornate a suonare.
- Campane. Sempre queste campane - lamenta, senza distogliere lo sguardo dalla vaschetta gialla
- Che campane sono?
- A morto - risponde - Campane a morto. Suonano tutti i giorni. Capirei poi se fossero per settantenni, ottantenni. Ma sono tutti giovani, tutti giovani.
Io sollevo le spalle e metto mani al portafogli. Voglio che sia lei a parlare. Voglio vedere fin dove si spinge.
- Non so mica - dice - se questi vaccini han fatto così bene.
- Non lo so nemmeno io, signora.
- Muoiono giovani, tanti giovani. Anche bambini - riflette.
- Già - faccio - anche bambini.
- Io dopo la terza - confessa - non riuscivo a muovermi da qui a lì. In ambulatorio ho sentito un calore in faccia, e poi bruciori ovunque. Immediatamente, subito dopo la puntura. Dico al medico che qualcosa non andava, che stavo male, che mi sentivo bruciare. E lui sa cosa mi ha detto? Che era la menopausa. A me, che sono in menopausa da vent'anni e non mi sono mai sentita così! Da quel giorno son stata un mese paralizzata a letto. Poi, pian piano, mi sono ripresa. Ma non sono più quella di prima. Ho dolori ovunque, dolori mai avuti prima di quel giorno.
- Quanto le devo signora?
- Diciassette.
- Buona fortuna. A tutti voi.
Il gelato alla crema con fragole era davvero ottimo

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SIEDITI UN MOMENTO
Uriel Crua

Siediti qui. Da tranquillo.
La camomilla è ancora calda. Preferisci del Cognac?
Allora: lo so. Lo so. Sei terrorizzato. Nella tua vita ne hai viste di ogni: prima, dei tizi barbuti che con dei coltellini fanno crollare grattacieli e pentagono; poi guerre in posti lontani e attentati sotto casa; poi la nuova moneta miracolosa che però ti ha fatto perdere tutto, i governi lacrime e sangue e la crisi economica; poi l'emergenza morbillo, che prima non ti faceva mica paura il morbillo, però poi sì! Un terrore adamantino, un nucleo di puro strazio, tanto da dover infilare dodici siringhe in due chili e mezzo di creature. E l'hai fatto, l'hai fatto per paura. Lo so, lo so. Bevi un sorso, ecco la borsa dell'acqua calda. E poi arriva il patogeno mortale, e tutti ti dicono di tremare, di chiuderti in casa, di fasciarti col cellophane, di non fare l'amore. Ehi, calma. Calma. È passato. Non tremare. È passato. Poi - si capisce - arriva la guerra, e la benzina aumenta, e la pasta aumenta, e il tuo lavoro vacilla, e i tuoi cari contano su di te, solo su di te. E la siccità, e poi le alluvioni... Lo so, bevi un goccio, calma. No, smettila di tremare. Ascolta. Ascolta! Ehi! Su, ascolta.

È tutto falso.
Non è accaduto niente.
Era un brutto sogno a cui hai creduto. Certo, le conseguenze di quel sogno ci sono state eccome. Ma è un sogno che TU hai reso possibile.
Vedi: se tu smetti di crederci, quello smette di fare male.

Come lo so?

Facciamo così: il faldone con tutte le "prove" te lo tengo per dopo. Ma guardami: non ho avuto nessuna paura, e sono ancora qui. Non ho obbedito a nessuno fra quegli ordini, e sono ancora qui. Non tremo, non scatto. Non ho tic. Respiro.

Smetti di credere a quel brutto sogno, e fallo finire in fumo.

Su, bevi. Respira.
E svegliati.

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