Uriel Crua
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L'Uomo silenzioso nella stanza

Leggi il libro "CRONISTORIA ITALIANA DELLA DERIVA"

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Dal canale IL DISCRIMINE

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NON FATE FINTA DI NIENTE E LEGGETE
"Giovanni, 50 anni in perfetta salute, una sera tornando a casa si sente un po' stanco. Si misura la febbre: 40. Prende una tachipirina e va a letto. La mattina misura di nuovo: sempre 40. Ma sta bene. Continua con la Tachipirina. Dopo 2 giorni stessa situazione, sta bene ma la febbre non scende. Seppur controvoglia, fa il tampone e risulta positivo. Vista la febbre, dicono, meglio un ricovero. Arriva in ospedale con le sue gambe, continuando a stare bene. Saturimetria: dicono che c'è poco ossigeno, lo mettono in una stanza con altri tre con le maschere per l'ossigeno, gliene mettono una anche a lui. Lui dice che respira bene e non ha bisogno, i sanitari gli mettono una flebo, dicendogli che quello è il loro lavoro.
>>>Gli tolgono il telefono<<<
Dopo la flebo si sente debole e stanco, chiede perché e un'infermiera, l'unica con cui avrà un rapporto "normale", gli dice che lo hanno sedato. Iniziano a girargli i coglioni e appena arriva il medico di turno chiede il perchè del sedativo. Il medico risponde che quello è il loro lavoro, che deve stare calmo. Chiede di vedere la moglie e gli dicono che non è possibile.
>>>Chiede il telefono ma non glielo danno<<<
Settimo giorno, sempre più debole, sempre più solo. Nel frattempo due suoi compagni di stanza crepano. L'ottavo giorno, arrivano due energumeni, lo sedano e sostituiscono la maschera ad ossigeno con un facciale. Inizia una terribile esperienza, col facciale si sente poco e si appanna. Glielo tolgono, pochi minuti e solo per mangiare. Non bisogna essere medici per sapere che l'ossigeno continuato brucia gli alveoli. Rivede l'infermiera che gli sussurra di andarsene da lì se no lo ammazzano. Non ha contatti col mondo da 10 giorni, la moglie ha provato a vederli ma è stata respinta. Non ha i numeri telefonici degli amici, è sola. Giovanni si arrabbia, si strappa il casco, lo lancia addosso ad un infermiere, si toglie la flebo e inizia ad urlare che lo stanno ammazzando e che se ne vuole andare. Chiamano il primario del reparto che lo minaccia di intubarlo, Giovanni alza la voce con le ultime energie che gli restano, è alto e grosso, chiede i vestiti. Li ottiene si veste, e se ne va. Nell'androne chiama la moglie che corre a prenderlo. Prima di uscire saluta il terzo compagno di stanza che piange e gli chiede cosa fare: "strappati il casco e vattene, se no ti ammazzano come gli altri".
Quando è entrato in ospedale e in perfette condizioni, a parte la febbre, pesava 92 kg, dopo 10 giorni non ha recuperato completamente la sua precedente situazione fisica. Quanti Giovanni sono morti da soli in ospedale?".

A.L.
A VOLTE RIGURGITANO
Uriel Crua

Quest'uomo veniva invitato nei canali della "controinformazione", poi un giorno cambia idea e parte a razzo sul mainstream.
Canta canzoncine e dispensa consigli in cucina.
Odia i fanatici novacse, anche quando dicono quello che dice lui.
Talvolta, quando si guarda allo specchio, un sosia gli appare da dietro, foderandolo con un ghigno gelido.

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OBLIATI
Uriel Crua

Qui ci sono i lampi e tu non li vedi, amico mio. Sento fracasso nei cieli affogati e neri, guardo scellerarsi le nuvole forti.
E tu balli e canti e ridi.
Gocce grosse mi esplodono sugli zigomi, cadono di sbieco sibilandomi addosso.
E tu deridi i miei sensi, perché hai scordato i tuoi.
Allora entro in casa, lascio la porta aperta per permetterti di entrare.
Ma tu danzi e canti e ridi, là fuori.
Lascio la porta aperta, per farti entrare. E comincia a scassarsi la grandine sui muri.
Tu non entri, e danzi e canti e ridi.
Lascio la porta aperta ancora per un po'.

Poi la porta la chiudo.

Ora la porta è chiusa.

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Una lacerante visione del mondo, attraverso l'accostamento di scatti agli antipodi.

Bravo il fotografo turco Uğur Gallenkuş

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VEDI CHE È SEMPLICE
Uriel Crua

A nutrirsi di pattume pop, di letture "scorrevoli", di musica "leggera", si diventa superficiali e incapaci di analisi.
E così ci si sente rimbrottare, a distanza di quattro anni (sì, sono quattro anni), che intorno ai fatti della farsemia "ognuno ha le sue opinioni e vanno rispettate senza usare un linguaggio violento".
Dunque: chi ha subito intrusioni alla libertà personale, anche la più semplice passeggiata; chi ha visto mutilato un pezzo di infanzia ai propri figli; chi ha perso il lavoro; chi non poteva salire su un autobus; chi ha visto sfarinarsi i genitori dentro i reparti; chi non poteva entrare in posta; chi non poteva nemmeno sedersi in un bar a bere un caffè. Ecco: tutti questi, se osano lamentarsi e mettere in guardia, sono "violenti" e non "rispettano le opinioni degli altri".
È tutto un orrore, ma la loro mediocrità è quanto di più pericoloso possa esserci.

t.me/urielcrua

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LA LEGGENDA DI URIEL
Uriel Crua

Uriel Crua lucra sulla pandemia, vende un sacco di libri e si arricchisce sulle spalle di poveri gonzi e allocchi.

Uriel Crua è un narcisista patologico a caccia di like.

Uriel Crua è uno snob che odia le cose del popolo, meglio non fidarsi di lui perché è anche violento e arrogante.

Uriel Crua non svela il suo vero nome e non ci mette la FACCIA perché è un vigliaccone.

Ah. Dorme tre ore per notte e ha fondato un Fight Club.

t.me/urielcrua
VENTITRENTA
Uriel Crua

Tra i nobili obiettivi imposti coercitivamente dalla Agenda 2030 abbiamo:
Eliminare la povertà;
Dare a tutti una casa;
Eliminare la fame nel mondo.

Bisogna vedere come farlo:

Eliminare la povertà si traduce nel concetto di reddito universale, un obolo mensile a scadenza che impone solo l'acquisto di certi prodotti e castra il risparmio privato. Se non fai quello che dicono, tagliano i fondi di sopravvivenza.

Dare una casa a tutti significa espropriazione e inibizione della proprietà: se non fai quello che dicono, smetti di poter abitare una casa non tua.

Eliminare la fame nel mondo significa implementare turbocoltivazioni OGM che non producono semenza fertile, costringendo a dipendere da grosse multinazionali dell'agroalimentare. Per non parlare delle carni sintetiche e dei grilli fritti.

Nel frattempo, mentre questi nobili obiettivi vengono così declinati, gli sbarchi di immigrati clandestini aumentano a dismisura, la benzina raggiunge picchi indecenti, la classe media è sempre più povera, i linciaggi e l'odio sociale schizzano vertiginosamente, le gang di quartiere scorazzano e danneggiano.

Ma andrà tutto bene.

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PANE E GUERRA
Uriel Crua

Giovedì ero sotto quegli aerei, in piena città. In un parco.

I caccia si gettavano in picchiata sopra i tetti. Le persone sorridevano indicandoli ai propri figli.

Io me ne sono andato. Dicevo: attenzione, non è normale.

Oggi quegli aerei hanno bruciato un bambino di nove anni.

Hanno ucciso una bambina di cinque.

Per un circo.

Per un circo del cazzo.

No. Non è normale fare esercitazioni di caccia in pieno centro città.

No. Non è normale che le persone, indifferenti, continuassero a chiacchierare con una formazione di aerei a quaranta metri sopra il vuoto dei loro crani.

Ma per la "sicurezza" indossano dieci mascherine e si lavano le mani quaranta volte al giorno.
SIAMO BESTIARIO NEL TROGOLO
Uriel Crua

Vinacce pressate, acqua e zucchero, venduti per "vino"; "Pink Slime", ovvero un macinato di scarti d'ossa, denti e corna, autorizzato come additivo per carni nella grande distribuzione; olio di semi, betacarotene e clorofilla, mischiati e venduti come "olio extravergine d'oliva".

E tanta altra fanghiglia industriale rimestata nei trogoli del marketing, del packaging, e poi distribuita sugli scaffali.

Siamo considerati un bestiario da ingozzare di veleni, di inganni.

Aver perso la percezione del Gusto, della Bellezza, dell'Autenticità, è uno dei sintomi più gravi del decadimento suppurante entro cui ci hanno immersi.

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Il diavolo sta nei dettagli.

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PERCHÉ POI MUORI
Uriel Crua

Quando apri gli occhi, di mattina, la prima cosa è il bacio ai tuoi figli.

La sera, prima di coricarti, l'ultima cosa sono i loro occhi tracolmi di miracoli.

Ogni volta che puoi, è il loro abbraccio stretto sul tuo.

Ogni volta che puoi, è una carezza alla tua donna.

E sempre, sempre, volersi liberare dal giogo di chi e cosa queste benedizioni te le vuol scippare via.

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Buon inizio di giornata a tutti.

Per qualcuno potrebbe essere un utile ascolto 😁

https://youtu.be/O52jAYa4Pm8?si=kbxWESgGO6c7y7AJ
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Tu pensi di stare impazzendo.

Poi c'è chi impazzisce per davvero.

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Fonte: AdnKronos

"Medici": fatevi una domanda, e datevi una risposta.

Ma fatelo in fretta.

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IL LAVORO
Uriel Crua

Il lavoro salariato è una stortura dell'Umano organica al sistema.
È una menzogna contronaturale così tanto radicata nelle midolla del Corpo Collettivo, che osare offenderlo procura sismi d'ira e polarizzazioni come poche altre faccende.
Spesso, per qualificare una persona, si dice: "Era un gran lavoratore". Frase, questa, che parafrasata potrebbe significare: "Era un individuo placido, tiepido, squisitamente avvezzo alla fedeltà e alla servitù".
La parola che per tutti squilla con i toni della libertà, deriva da "labor" che significa “pena” “sforzo” “fatica” “sofferenza” e ogni attività penosa.
L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, ossia sulla pena, sullo sforzo, sulla fatica, sulla sofferenza, e su ogni attività penosa.

A scuola, per incitare i ragazzi a impegnarsi, si dice: "Lavora!".

Al suono della campanella poi si va a mangiare, come in fabbrica.

O si esce dall'istituto, come in fabbrica.

Il lavoro salariato è una penosa e indecente forma di prostituzione ricattatoria: il tuo corpo, la tua mente, una porzione maledettamente considerevole della tua vita, in cambio di poco denaro. Appena quel giusto che ti contenti, che slacci qualche vizietto oltre il pane.

Adoro i perdigiorno picareschi, o i geni assoluti, o i Santi, o i grandi che del proprio destino con coerenza portano a termine la tessitura.

Il lavoro salariato, quel porco ricatto sotto al cui stivale i più restano schiacciati, è un'istituzione morale antiumana da condannare e demolire.

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DELIRIUM EH MA IO
Uriel Crua

Punturina nignolina, io resistoh no brutta e cattiva, il grinpassino io lo prendo col tamponcino tiè gne gne, e poi mangio il panino seduto al calduccio nella pausa pranzo, la pizza ogni tanto solo eh, ma sono resistenteh e poi prendo l'autobus e il trenino, eh ma io c'ho famiglia e il lavoro e chi mi mantiene gne gne, gne gne, gne gne, siamo risvegliati noi!1!1!

È stato un trabocco d'italianismo in purezza.

È stata una folgore di meta analisi sociologica.

È stata una fonda ninnananna a strati.

Ci fosse stato uno, uno che avesse COMANDATO di disobbedire.

Palle mosce.

t.me/urielcrua