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Non lavorare “è diventata una scelta. Scelgono di rimanere a casa perché prendono gli stessi soldi”. Sono le parole di un’imprenditrice a Zona Bianca su Rete4.

Il nostro Giuliano Granato fa una semplice domanda: che contratto offre? Da parte dell'imprenditrice cala il silenzio. Eppure mica era una domanda difficile?

Se il reddito è competitivo coi salari è perché i salari sono troppo bassi.

Non bisogna eliminare il reddito, bisogna alzare i salari subito, a partire dall’introduzione di un #salariominimo di almeno 10€ l’ora!

#UnionePopolare #Uniamoci
Potrebbe chiamarsi Francesca, o Giulia oppure Maria. Potrebbe chiamarsi anche Antonio, Marco, Simone. Potrebbe essere un operaio, un’addetta alle pulizie, un facchino, una commessa.

Potrebbe essere chiunque del paese reale.

Perché nel paese reale, nel nostro mondo al di fuori delle ZTL e dei meeting di Comunione e Liberazione, di queste storie ne siamo pieni.

Storie di diritti negati, di possibilità precluse, di dignità calpestate. E, nonostante tutto questo, anche le colpe morali per essere poveri, per non essersi “impegnati” abbastanza, per non averci “creduto” abbastanza.

Anche per questo c’è bisogno di un #SalarioMinimo. Perché questa storia, o meglio queste storie, non possono essere tollerate. Il lavoro deve essere retribuito in maniera giusta e dignitosa.

E meno di 10€ l’ora non si può considerare una giusta e dignitosa retribuzione.

Torniamo a mettere al centro i diritti dei lavoratori e della lavoratrici. Imprenditori e imprenditrici onesti sono con noi, imprenditori e imprenditrici che vogliono lucrare sul nostro sudore e sulle nostre competenze se ne facciano una ragione e inizino a pagare il giusto.

#UnionePopolare #Uniamoci #elezioni2022
Sono bastate tre righe a Giorgia Meloni per ribadire che la posizione del governo sulla questione salariale è sostanzialmente quella di Confindustria. Il problema dei bassi salari, secondo la Presidente del Consiglio, non è l’assenza di un #salariominimo, ma le troppe tasse.

Il che, per certi versi, è anche vero: ma siamo sicuri che abbassando le tasse gli imprenditori destinino tutta la quota risparmiata ai salari? O, come tutti gli sgravi e i contratti capestro introdotti in questi anni, questo taglio delle tasse serve solo a diminuire, sottraendolo al gettito fiscale dello stato, il costo del lavoro e quindi fornire all’imprenditoria l’occasione per aumentare il margine di profitto?

L'idea di Meloni - in malafede o per ignoranza - è che magari questi profitti venissero reinvestiti, sempre in nome di quella teoria dello sgocciolamento alla quale ormai non credono più neanche i mercati, come ha dimostrato il caso inglese e la (ex) prima ministra Liz Truss.

Reinvestire i profitti è un tema fondamentale per risolvere uno dei problemi principali che nel nostro paese tiene ancorati i salari a minimi da fame: la scarsa produttività. Si lavora troppo, per salari bassissimi, e una produttività stagnante. Anche se cercano di farci credere il contrario ormai è stato ampiamente dimostrato che la scarsa produttività non dipende certo dal singolo lavoratore, e ha invece a che fare (molto) con il settore produttivo e con la struttura organizzativa industriale. In Italia la feroce deindustrializzazione ha lasciato una miriade di imprese che operano in settori a basso valore aggiunto.

Ancora, la bassa produttività, dipende da mancanza di investimenti, mancanza di politiche industriali a livello nazionale, ossessione per il profitto momentaneo invece della visione a lungo termine. L’introduzione di un salario minimo costringerebbe le imprese, non potendo più fare leva sull’abbassamento del costo del lavoro, ad innovare e innovarsi. Con evidenti ricadute benefiche per l'intero paese.

#UnionePopolare #Uniamoci
Salari addirittura più bassi di 30 anni fa, inflazione che tocca punte del 12%, precariato che ormai riguarda un’intera generazione costretta a scegliere tra salari da fame ed emigrazione, sia interna sia verso l’estero.

E nel frattempo il Governo, in linea con i predecessori, anche quelli ammantanti dall’aura del progressismo, continua a parlare di imprese, imprese e imprese. Risorse che, come al solito saranno senza condizioni e che, come al solito, verranno fagocitate dai colossi, spesso con sede legale all’estero, che non reinvestiranno assolutamente in ricerca e sviluppo o in aumento dei salari e delle tutele dei lavoratori.

Noi di Unione Popolare vogliamo invertire questo paradigma: si pensi prima ad alzare i salari dei lavoratori. Coloro che davvero creano ricchezza e contribuiscono ogni giorno al sostentamento del paese. Ci siano aiuti anche alle imprese, ma con discrezionalità e soprattutto legati ad ambiti specifici (ricerca e sviluppo, creazione di filiere ad alto valore aggiunto, aumento dei salari) non dati alla carlona e poi sperperati tra silenzi, connivenze e incapacità dei grandi manager.

#SalarioMinimo #Lavoro #UnionePopolare #Uniamoci