Unione Popolare
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NEL 2023 SAREMO (QUASI) TUTTE/I PIÙ POVERE/I

Si parla in media di 2435 euro di rincaro annuo per ciascuna famiglia (senza considerare il caro bollette!)

Il 2023 sarà un anno drammatico per le tasche delle Italiane e degli Italiani. Il costo della vita, infatti, aumenterà in modo spropositato, a partire dalla mobilità. Solo il carburante graverà circa 366 euro in più l’anno su ciascuna famiglia. I pedaggi autostradali, già costosissimi, sono aumentati del 2% dal primo gennaio. Ma anche i costi dei biglietti di autobus e metropolitane subiranno un’impennata. Un esempio? Il biglietto di una corsa a Roma passerà da 1.50 a 2 euro!

Avete capito bene: il peso della crisi economica ricadrà indistintamente sui consumatori, indipendentemente dal reddito pro capite. Ovviamente l’impatto su chi è ricco sarà minimo o nullo, mentre su chi già oggi fatica a rimanere a galla sarà devastante. In più, il governo Meloni ha eliminato qualsiasi tipo di salvagente che garantiva un minimo di sicurezza nel mare di precarietà e povertà in cui versa ormai parte del Paese.

ll rischio immediato di questa situazione drammatica è che i cittadini più in difficoltà si trovino soggiogati per disperazione dalla criminalità organizzata, che li adescherà promettendo di aiutarli nel fronteggiare l'impennata del costo della vita.

Di fronte a questa crisi economica, il Governo Meloni ha mostrato tutta la sua inadeguatezza e la sua insensibilità nei confronti dei bisogni e delle esigenze del popolo italiano.
Unione Popolare nel suo programma ha inserito tra i principali punti il contrasto all’autonomia differenziata. Una secessione dei ricchi che, per favorire pochi centri di potere del Nord e un regionalismo malato e inefficiente, peggiorerà ancora di più le condizioni materiali e potenziali del Sud e anche di quella parte di Nord che non fa riferimento ai suddetti centri di potere.

Unione Popolare è da sempre per un’autonomia dei Sindaci, delle comunità locali, non per un tentativo dei ricchi di continuare, contravvenendo ai nostri principi costituzionali, a drenare risorse materiali e umane dal resto del Paese, continuando a perorare un modello di Paese profondamente diseguale, nel quale a buona parte dei cittadini sono negati i più basilari diritti costituzionali.

Dalla Riforma del Titolo V della Costituzione (2001) in poi, il Mezzogiorno ha sofferto una sistematica esclusione dall’Agenda politica. Secondo dati Svimez (Rapporto 2022), nel periodo 2007-2021 gli investimenti industriali meridionali sono crollati, in termini reali, di quasi il 36% (-11% nel resto del Paese, nel medesimo periodo). Nel 2041,il Mezzogiorno perderà il 27% degli studenti universitari: è in atto la desertificazione universitaria del Sud, specialmente nelle sedi più piccole e periferiche. Negli ultimi vent’anni, circa 1,2 milioni di giovani hanno lasciato il Mezzogiorno.

Di fronte a questi problemi il Governo Meloni continua, in linea con i governi precedenti, a sostenere la deriva secessionista dei pochi centri di potere che beneficiano di un sistema diseguale e che traggono profitto, sia a livello materiale che umano, dalla grandissime emigrazione interna qualificata e da altre storture come ad esempio il “turismo sanitario”.
Per questo come Unione Popolare abbiamo deciso di sostenere le istanze della CARTA DI Venosa, un documento prodotto dal mondo meridionalista in cui si chiede al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di fermare questo palese attacco alla Costituzione e al diritto, per tutti i cittadini che si trovano sul nostro territorio nazionale, di avere gli stessi diritti sostanziali.

Per questo vi invitiamo a sottoscrivere la Carta di Venosa. Un primo punto fermo nel contrasto alla secessione dei ricchi. Un primo passo di un percorso politico che, come Unione Popolare e assieme al mondo meridionalista, vogliamo intraprendere per creare condizioni di effettiva uguaglianza tra tutte le zone del paese. Con un Sud che possa finalmente, anche tramite la vera autonomia dei Sindaci e delle comunità locali, e tramite un ritrovato protagonismo dello Stato, tornare a essere protagonista, assieme ai suoi cittadini che potranno finalmente tornare ad avere diritti sostanziali e non più solo formali.

Link alla petizione 👉 https://bit.ly/3GGFTCp
L’ULTIMA VERGOGNA DELLO SCUOLA-LAVORO: SE MUORI DA STAGISTA NON HAI DIRITTO AL RISARCIMENTO
Ricordate Giuliano De Seta, ragazzo appena maggiorenne, morto mentre era costretto ad adempiere ai suoi “doveri” per quell’aberrazione dello scuola-lavoro?
Ebbene, oltre la tragedia per la famiglia di Giuliano rischia di esserci anche la beffa. Perché secondo le nostre leggi lo “status” di stagista non ti dà diritto automaticamente al risarcimento. Quest'ultimo è previsto in linea teorica solo se lo stagista è anche capofamiglia. Ma visto che Giuliano era ancora studente, non potendo essere capofamiglia, il risarcimento nemmeno gli spetterebbe.
Un’assurdità che oltre al farci gridare allo scandalo deve farci anche riflettere sulle storture di un sistema, sia per quanto riguarda l' alternanza scuola-lavoro che per quanto riguarda le morti sul lavoro, che oltre a mettere a rischio la vita di tantissimi lavoratori (1006 vittime da gennaio a novembre 2022!) obbliga ragazzi nemmeno o poco più che maggiorenni a sottoporsi agli stessi rischi. Tutto questo per fornire, in modo mascherato e dietro l’illusione della “gavetta”, manodopera gratuita a un tessuto industriale che, non investendo in ricerca e sviluppo e incapace di essere ad alto valore aggiunto, ha nell’abbassamento della quota salari e nei tagli in sicurezza sul lavoro l’unica leva per mantenere la sua quota di profitto.
Con la beffa finale, perché se sei in fabbrica per lo scuola-lavoro, quindi se sei costretto a fare lo stagista, proprio la tua condizione di stagista obbligato dall'alternanza scuola-lavoro non ti permette nemmeno di far ottenere un (per nulla consolatorio) risarcimento alla tua famiglia.
#alternanzascuolalavoro #UnionePopolare #Uniamoci
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Brambilla, dopo aver detto una serie infinita di offese e fesserie contro il Sud Italia (arrivando a lodare il turismo sanitario al nord!) ammonisce al direttore di Svimez Luca Bianchi ‘non fare il meridionale con me! Non fare il terrone con me’.

Evidentemente non è abituato a confrontarsi con due meridionali insieme, come Bianchi e de Magistris.

Ha fatto bene il nostro portavoce a definirlo senza mezzi termini per quello che è: un razzista.

I cittadini e le cittadine del Mezzogiorno hanno sopportato fin troppo questa retorica anti meridionale.

#Sud #UnionePopolare #Mezzogiorno
Quanto sta accadendo in questo momento in Brasile è una palese violazione della democrazia e della volontà degli elettori. Esprimiamo la massima solidarietà ai cittadini brasiliani e al legittimo presidente eletto Lula.

Come Unione Popolare chiediamo l'immediata presa di posizione e condanna da parte del governo italiano e dell'Unione Europea per isolare a livello internazionale questo tentativo di sovvertire la volontà del popolo brasiliano.

Link post Fb: http://bit.ly/3WWKvdk
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Bisogna condannare fermamente quanto avvenuto in Brasile. Sono avvenimenti le cui immagini ricordano un certo golpismo e una certa propensione al sovvertimento dell’esito democratico quando questo non aggrada qualcuno.

Non dimentichiamoci poi che in Brasile Lula, a cui deve andare tutta la nostra solidarietà, è un personaggio scomodo, un uomo che ha già pagato il suo essersi opposto a un certo tipo di sistema. E le immagini di ieri sono emblematiche.

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Lavora sodo, contribuisci alla “crescita” della “grande famiglia” che è l’impresa dove lavori e certamente l’imprenditore ti ricompenserà. Poi esiste il mondo reale. Certo, esempi, soprattutto nella piccola impresa, di premi dati ai lavoratori ci sono stati e ci saranno. Ma rappresentano l’eccezione. La regola, nel capitalismo predatorio di oggi, soprattutto se parliamo di grandi aziende e multinazionali, è spremere, spremere, spremere. Privatizzare il profitto e socializzare le perdite.

Così capita che Amazon faccia registrare un profitto di 414 miliardi di euro. Ma al contempo vada a “punire” con il licenziamento chi concretamente ha creato quei 414 miliardi di euro di profitto: i lavoratori.

Così Jeff Bezos, mentre gareggia con Elon Musk per lo scettro di uomo più ricco al mondo, ha deciso che coloro che fattivamente creano la sua ricchezza sono di troppo. E se l’amichetto ne licenzia 3700 da Twitter, lui vuole essere anche in questo il primo e ne licenzierà, secondo alcune stime, ben 18mila. Anche in Europa e in Italia.

Con buona pace di chi, gridando ai miracoli del liberismo e di questa globalizzazione, ha spalancato le porte, steso tappeti rossi e creato un impianto legale e fiscali su misura per questi signori. Perché creano ricchezza, dicevano. Forse si sono dimenticati di dire che la ricchezza la tengono per loro, ma chi concretamente gliela crea questa ricchezza, i lavoratori, appena non servono più sono messi alla porta… senza nemmeno un grazie.

#Amazon #UnionePopolare #Uniamoci
Il Senato della Repubblica ha appena espresso il proprio sostegno all'invio di ulteriori armamenti in Ucraina, ma noi crediamo che questa scelta alimenterà solo il conflitto e allontanerà dal portare una vera pace.

Ci hanno detto che inviare armi all'Ucraina era necessario per consentire agli ucraini di resistere all'avanzata russa e arrivare quanto prima possibile ai negoziati di pace. Tuttavia, nonostante abbiamo continuato a fornire armi, e anche se sono stati inviati miliardi di dollari in aiuti militari, la guerra, dopo quasi un anno, non è ancora finita.

L’invio di armi non è una risposta, l'unica vera soluzione è una soluzione diplomatica, che sembra purtroppo assente dal dibattito attuale.

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Giorgia Meloni mente. Oggi in un video trasmesso sui suoi canali ha negato di aver promesso il taglio delle accise durante la campagna elettorale, ma nel suo programma c'era proprio la promessa di tagliare tutte le accise sulla benzina. Guardare per credere.

Questo governo è sempre più incapace di affrontare l'enorme crisi che il Paese sta vivendo.

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ABBASSATE GLI AFFITTI E ALZATE I SALARI

Gli affitti nelle città italiane hanno ormai raggiunto cifre ridicole. Visto che nessuno ne parla, vi diamo noi un po’ di dati: 1853€ per un bilocale a Milano (cifra ben al di sopra di uno stipendio medio!) che si aggiudica tristemente il quarto posto in Europa per caro affitti. Anche Roma non scherza, visto che registra un aumento del 20% rispetto al 2014. Eppure siamo l’unico Paese europeo in cui i salari non hanno fatto altro che diminuire negli anni.

Oggi chi ha il privilegio di studiare (perché ormai di privilegio si tratta!) o lavorare in una grande città e non ha una casa di proprietà, è costretto a pagare cifre altissime per una stanza di pochi metri quadrati, a cui bisogna aggiungere le varie spese di bollette da capogiro.

Per questa situazione fuori controllo possiamo ringraziare le liberalizzazioni e agevolazioni che i vari governi hanno concesso ai proprietari di casa. Un esempio? Il regime fiscale sulle locazioni brevi (cioè sugli Airbnb) prevede per chi possiede fino a QUATTRO CASE una tassazione al 21%. Pensate che l’aliquota Irpef sul reddito fino a 15000 euro è del 23%. Cioè le imposte sugli immobili sono più basse di quelle su lavoro a basso livello di reddito.

La proprietà, insomma, in certi casi diventa vero e proprio abuso a danno di chi ha meno.

Per questi motivi pretendiamo che gli affitti siano abbassati e regolamentati una volta per tutte.

#affitti #casapertutti #Uniamoci #UnionePopolare
Se fosse confermata la notizia della nomina di Sultan Ahmed Al Jaber, amministratore delegato della Abu Dhabi National Oil Company e ministro dell’industria e della tecnologia negli Emirati Arabi, come Presidente della COP28, significherebbe che i vertici globali sul clima sono ormai completamente controllati dai grandi inquinatori. Sarebbe la prima volta che il leader di una società privata guidi una Cop.

Non c'è nessuna motivazione valida per dare a coloro che sono responsabili della produzione dei combustibili fossili, uno dei principali fattori di origine del riscaldamento globale, le chiavi della conferenza sui cambiamenti climatici più importante al mondo. Quanto potrà essere imparziale il capo di una compagnia petrolifera durante i negoziati che avranno come obiettivo la messa al bando di carbone, petrolio e gas?

L'anno scorso c'erano 636 lobbysti dei combustibili fossili alla COP27, più di qualsiasi altra delegazione nazionale ad eccezione degli Emirati Arabi Uniti. Ciò dimostra l'eccessiva influenza che queste industrie hanno sull'azione climatica internazionale. Per garantire un domani sicuro e sostenibile, dobbiamo rapidamente abbandonare i combustibili fossili e non mettere i dirigenti petroliferi a capo del futuro del nostro pianeta.

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Complimenti alla magistratura di Palermo, in particolare alla Procura della Repubblica, e ai carabinieri del ROS per l’arresto del boss mafioso Matteo Messina Denaro, il più pericoloso latitante da oltre trent’anni. Finalmente una bellissima notizia nel contrasto alle mafie.

Luigi de Magistris

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UNIONE POPOLARE C’È

Siamo riuscite/i anche stavolta a raccogliere le firme necessarie per presentare la nostra lista alle regionali sia nel Lazio che in Lombardia. Un immenso grazie alle nostre candidate, Mara Ghidorzi e Rosa Rinaldi, a chi ha lavorato intensamente affinché questo obiettivo fosse raggiunto, e anche a chi ha deciso di dare fiducia a Unione Popolare con una firma.

Unione Popolare non poteva che presentarsi sola anche questa volta, poiché l’alternativa avrebbe implicato una rinuncia alle nostre promesse e ai nostri obiettivi.

Ci batteremo affinché i cittadini e le cittadine non si sentano più numeri ininfluenti abbandonati dall’amministrazione di turno, bensì attivi e attive protagonisti/e della cosa pubblica.

Le nostre proposte:
🟣sanità pubblica, territoriale e accessibile a tutti,
🟣trasporto pubblico efficiente e accessibile a tutti,
🟣reale rivoluzione verde,
🟣lotta senza quartiere a tutte le mafie,
🟣diritti sociali e civili per tutte/i

Un altro mondo è possibile. Uniamoci per costruirlo.

#Sanità #UnionePopolare #Lazio2023 #Lombardia2023 #Uniamoci
CARO GOVERNO, QUANDO CI OCCUPIAMO DEI PROBLEMI DEL PAESE?

L’Istat conferma la stima preliminare sull’inflazione di dicembre: 11,6%! (12,3% il dato armonizzato per criteri europei).

In Italia i prezzi sono saliti dello 0,3% rispetto a novembre. Questo si traduce con il fatto che al momento siamo uno dei paesi europei con il carovita più marcato. In Germania l’inflazione è al 9,6%, in Francia al 5,9%, in Spagna al 5,8%.

Il dato riferito a tutto il 2022 è impietoso: 8,1%. Si tratta dell'incremento più forte dal 1985.

Il Governo Meloni, invece di spaccare il paese con l'autonomia differenziata e pensare al presidenzialismo, che misure concrete ha in mente per venire incontro ai bisogni reali del Paese?

#Inflazione #CaroPrezzi