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News dal mondo finanziario e dai mercati.
I post non sono consigli di investimento.
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Nell’Eurozona l’inflazione si è confermata in rallentamento al 9,2% annuale a dicembre e a -0,4% mensile.
La #BCE potrebbe valutare aumenti dei tassi di minore entità rispetto a quanto previsto.

Con questi rumors, il #Btp decennale rende il 3,7%, in calo rispetto ai giorni scorsi.
Anche lo #spread scende sotto i 180 punti.

#EURUSD si attesta a 1,082 mentre #USDJPY è in lieve rialzo a 128,5 dopo la conferma di politica monetaria accomodante della Bank of Japan, che manterrà i tassi negativi e non abbandonerà il controllo della curva dei rendimenti.

Fra le materie prime il petrolio avanza per il nono giorno consecutivo, con il #Brent in area 87,5 dollari, complici le aspettative di ripresa della domanda cinese.

Il presidente della #Fed di St. Louis James Bullard ha affermato che il costo del denaro dovrà aumentare ulteriormente per garantire che le pressioni inflazionistiche si riducano. “Siamo quasi in una zona che potremmo definire restrittiva, ma non ci siamo ancora del tutto”, ha dichiarato Bullard.
Prevalenza di chiusure positive per le #borseeuropee con 🇫🇷#Parigi (+0,34%) che nella prima parte della seduta ha toccato il nuovo massimo storico oltre i 7.400 punti base.

🇮🇹#Milano ha guadagnato lo 0,44%, mentre lo #spread ha chiuso a 181 punti e il rendimento dei #Btp a dieci anni si è portato al 4,52%.

🇺🇸#WallStreet in leggero guadagno in attesa del presidente della Fed #Powell che porterà la sua testimonianza sulla politica monetaria al Congresso (domani e mercoledì).

In settimana usciranno dati sul mercato del lavoro negli Stati Uniti. Su quanto dirà Powell si respira un certo ottimismo, visto che a trascinare la borsa di New York sono i titoli delle megacap, sensibili ai tassi.

#EURUSD si attesta a 1,068, #USDJPY a 135.94, mentre fra le materie prime il petrolio (#Brent) si mantiene sopra gli 85 dollari al barile.
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🇪🇺Chiusura verde per la maggior parte delle #borseeuropee.
Le parole più morbide sui tassi del presidente della #FED hanno permesso un recupero dei listini europei.

Il cambio #EURUSD si mantiene in area 1,055 e il #USDJPY oscilla intorno a quota 137, dopo il rafforzamento di ieri del biglietto verde per via dei toni restrittivi di Powell.

Fra le materie prime, petrolio (#Brent) in calo a circa 82,4 dollari al barile per via del dollaro più forte e dei timori legati agli effetti economici di un ulteriore inasprimento della politica monetaria.

🇺🇸Davanti alla commissione Finanze della Camera degli Stati Uniti, #Powell ha detto che "nessuna decisione è stata presa sul rialzo dei tassi d'interesse di marzo. Non siamo su un percorso prestabilito, saremo guidati dai prossimi dati".

Thomas Barkin, Fed di #Richmond, ha rimarcato che la banca centrale deve continuare ad aumentare i tassi perché l’inflazione rimane troppo elevata, pur senza esprimere un’opinione sull’entità del prossimo ritocco.

Gli analisti di #Citigroup e di #GoldmanSachs puntano ora ad una stretta da 50 punti base a marzo e ad un tasso terminale fra il 5,5% e il 5,7%.

Il mercato del #lavoro Usa resta forte: secondo l'agenzia Adp a febbraio sono stati creati più posti di lavoro del previsto, cruciale sarà il dato sulla disoccupazione di febbraio, in agenda per venerdì.

Infine, si segnala la decisione sui tassi da parte della 🇨🇦Banca del #Canada, che ha lasciato invariato il costo del denaro come da attese.
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Seduta nera per le 🇪🇺borse europee e in particolare per 🇮🇹#PiazzaAffari, trascinata dalle vendite sui titoli bancari.
#Bper (-9,5%), #Unicredit (-9%), Banco #Bpm (-8,1%) e #BancaMediolanum (-7,8%).

Nel settore oil continua la svendita di #Saipem -7,29%. Intercettano i favori degli investitori titoli considerati difensivi come le utility, #Italgas +1,05%, #Snam +0,57%, #Terna +0,61%.

Il sell-off sulle banche è stato accompagnato da un ritorno degli acquisti sull’obbligazionario, che ha spinto al ribasso i rendimenti dei titoli di Stato.

Fra i Treasury statunitensi, il #biennale scende al 4,13% e il #decennale si ridimensiona al 3,51%.
Lo #spread Btp-Bund si amplia a oltre 190 punti base, con il #rendimento del titolo italiano in discesa al 4,19%.

Sul Forex, il cambio #EURUSD risale oltre 1,07 #USDJPY si deprezza a 133.
Materie prime, il petrolio #Brent scivola a 80,6 dollari al barile e il #gold supera i 1.910 dollari l’oncia.
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Le #Borseeuropee registrano rialzi e chiudono poco sotto i massimi di seduta.

Volatilità elevata oggi dove gli indici hanno seguito l'andamento di #Ubs, dopo il salvataggio di Credit Suisse (-55% il titolo a Zurigo): la prima banca elvetica, che comprerà CS per 3 miliardi di franchi (0,76 franchi per azione), come stabilito dall'accordo del we è partita in calo di 9 punti, è arrivata a perderne 12, quindi ha girato in positivo (+5,5%) terminando in aumento di circa un punto.

Ottimismo anche per #PiazzaAffari, con le banche che hanno avuto le performance migliori (Banco #Bpm +3,85%, #IntesaSanpaolo +3,74%, #Unicredit +2,44%), insieme alle utility :#A2a +5,71%, #Hera +3,38%, #Italgas +3,53%

Il gas naturale è sceso sotto quota 40 euro al megawattora, cosa che non succedeva dal gennaio del 2022.

#EURUSD a 1,072
#USDJPY a 131,60

Spread in calo a 187 punti, dopo avere toccato i 200 in avvio, con il rendimento decennale a 3,97%.


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Nuovo rialzo per le #Borseeuropee che recuperano terreno e chiudono un’altra seduta brillante, dopo la schiarita di ieri a seguito della soluzione #Ubs (+12,38%) per #CreditSuisse (+6,78%).

A 🇺🇸Wall Street rimbalza First Republic Bank (+46,6%), mentre cresce l’attesa per quanto deciderà la Fed domani, al termine della sua riunione di politica monetaria.

Il mercato scommette su un rialzo di 25 pb, ma una parte di investitori crede che #Powell si prenderà una pausa di riflessione.
Prima della crisi bancaria si stimava un nuovo intervento di 50 pb.

Il clima generale e l’attesa di una Fed più soft pesa sul #dollaro. L’indice del biglietto verde è in perdita anche oggi.

#EURUSD a 1.07
#USDJPY a 132.51


In rialzo il petrolio, con #Brent al momento in progresso del 2% circa.

La ritrovata propensione al rischio danneggia il #GOLD che scambia a 1940 dollari l’oncia.


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In calo le principali #Borseeuropee, dopo che il dato deludente sul commercio cinese ha riacceso i timori sulla domanda globale.
#Parigi penalizzata (-0,6%), complici le vendite sul comparto lusso viste le fiacche prospettive della ripresa cinese.

Fra gli investitori cresce l'attesa per il dato sull'#inflazione 🇺🇸statunitense, in agenda domani, mercoledì 9 maggio.

#PiazzaAffari:
Banco #BPM (+7,55%), #BPER (+3,90%), #Unipol (+1,64%) e #Stellantis (+0,82%).

#Fineco -5,72%, #Prysmian  -2,31%, #Saipem  -2,12%.


#EURUSD  sotto quota 1.1
#USDJPY 135.14
Fra le materie prime il petrolio (#Brent) buca al ribasso i 76 dollari al barile.

"Ci vorrà del tempo prima che l'inflazione torni al 2%".
Lo ha detto John #Williams, presidente della #Fed di New York, aggiungendo di non aspettarsi un'inflazione in linea con l'obiettivo della Banca centrale statunitense prima di due anni.
Nell'ultima riunione, la Fed ha alzato i tassi d'interesse di 25 punti base al 5%-5,25% per contrastare l'inflazione.
🇪🇺I mercati europei oggi chiudono in rialzo, con la convinzione che la fine della stretta monetaria da parte della #Bce sia vicina, grazie anche ad una netta frenata dell'inflazione.

🇮🇹Per l’Italia è crescita zero nel terzo trimestre, rispetto al secondo. L’Istat conferma che la crescita acquisita per l’intero 2023 resta a +0,7% come già nel secondo trimestre.

-.-.-.-.-
Sul mercato valutario, il #dollaro si sta rafforzando e l’#euro tratta in ribasso per un cambio sotto 1,06.

#UsdJpy è tornato prepotentemente sopra 150.00
e lo #yen tocca un minimo da 15 anni contro la moneta unica.

🇯🇵 A pesare sulla divisa nipponica sono le decisioni della #BoJ, che ha scelto di lasciare invariato il tasso di interesse a breve termine al -0,1%, mentre quello dei rendimenti dei titoli decennali è stato fissato intorno allo 0%.

🇨🇳#Pmi manifatturiero cinese è uscito in calo a 49.5 contro il 50.2 del mese di settembre, e sotto alle previsioni del mercato che erano per una stabilizzazione sopra la fatidica quota di 50.
La ripresa economica rimane fragile ed è necessario un maggiore sostegno politico.


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📊📊LA GIORNATA

Europa chiude in rialzo la prima seduta della settimana con 🇮🇹Piazza Affari che segna un progresso dell’1,48%, a 28.925 punti base.

🇺🇸Wall Street ancora incerta (Nasdaq -0,18%), mentre si attendono i dati sull’inflazione di domani e mercoledì l’incontro, a San Francisco, tra il presidente Usa Joe Biden e il presidente della Repubblica Popolare cinese Xi Jinping.

Per ciò che concerne la 🇪🇺 #Bce, secondo la banca d'affari Morgan Stanley, a giugno 2024 arriverà il primo taglio dei tassi di interesse di 25 pb per poi proseguire con una discesa a ritmo sostenuto fino al 2% nel settembre 2025, convinti che, con i tassi al 4%, la banca centrale europea abbia raggiunto il picco.

Goldman Sachs prevede nel 2024 un’inflazione al 2,6% su base annua, più bassa di quanto stimato precedentemente e si aspetta un primo taglio dei tassi di riferimento nel terzo trimestre dell’anno che verrà (quando il tasso dovrebbe scendere al 3,5%).

▶️ Ancora debole la moneta giapponese:
#EURJPY a 162,18, ai massimi da quindici anni.
#USDJPY a 151,63, al top da oltre trent'anni.



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Le borse asiatiche hanno avuto, in chiusura di settimana di contrattazioni, una giornata contrastata.

🇨🇳 I listini cinesi accusano i ribassi del settore immobiliare, il quale ha registrato alcune prese di profitto dopo una settimana forte sulle aspettative di un maggiore sostegno da parte delle autorità.

🇯🇵Borsa di Tokyo in primo piano dopo la pubblicazione di dati poco confortanti arrivati dal fronte macro.

Sale al 3.3% l’#inflazione in Giappone su base annua ad ottobre, rispetto al 3% del mese di settembre, facendo segnare il valore più alto dal mese di Luglio.
Cresciuta ugualmente anche l’inflazione #core, a +2.9% su base annua e +0.7% su base mensile.

📊Lo Jpy  invariato con #USDJPY sopra 149.00, ma nel trading range delle ultime sedute, compreso tra 148.60 e 149.75, in attesa di qualche decisione della #Boj.

➡️ Il dato CPI potrebbe decretare la fine del Qqe ?
Aumentano le ragioni affinché la Boj attui dei cambiamenti nella politica monetaria.