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"U lupu di mala cuscenza comu òpira penza".
Il lupo di cattiva coscienza come opera pensa. Chi pensa male degli altri è perché egli stesso è abituato ad agire male.
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Si dice “arancino” o “arancina”? Ecco la risposta dell’Accademia della Crusca
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Si dice “arancino” o “arancina”? Ecco la risposta dell’Accademia della Crusca
La palla o il cono di riso siciliano farcito e fritto si chiama "arancino" o "arancina"? In estrema sintesi a Palermo e nella Sicilia occidentale si tende a usare "arancina", mentre a Catania e nella Sicilia orientale è più diffuso "arancino". Ma esiste una…
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Meteo, un martedì tra sole e nuvole su tutta la Sicilia: le PREVISIONI per domani
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Meteo, un martedì tra sole e nuvole su tutta la Sicilia: le PREVISIONI per domani
SICILIA – Una giornata “chiaro-scura” quella di domani in Sicilia, caratterizzata da tempo stabile e sole che potrebbero “darsi il cambio” con nubi sparse e cieli nuvolosi. La Protezione Civile regionale non ha diramato alcuna allerta meteo. Per il bollettino…
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☀️ Buongiorno ☕️
🗓 Martedì Maggiu
☀️ Brisci e 05:55
🌅 Scura e 19:55
🌔 Luna Calante 01%
⛪️ Santa Flavia
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🗞Videmu chi succidiu na vota di sti tempi.
🔸 Il 7 Maggio 1666 – Muore nel quarantaseiesimo anno della sua vita Guglielmo I, re di Sicilia, detto” il Malo” : incerto il luogo di nascita ( Palermo o Monreale ) nel 1131 e fu un sovrano normanno, discendente degli Altavilla. Fu Re di Sicilia dal 1154 al 1166. Fu figlio di Ruggero II e di Elvira di Castiglia.
🔸 Il 7 maggio 1572 – Ad uri 7 di notte l’Illustre signor Adriano Acquaviva, figlio del duca d’Atri, coggino carnale del marchese di Pescara, pigliao per forza, secondo dicono, sotto nome dell’Altezza del signor Giovanni d’Austria, una giovinetta vergine del monastero della Martorana, quali era figlia di un Geonesi chiamato Francesco Lavagna, et per nome postizio < il diavolo >. Et essendo stato il detto Acquaviva inframato per mezzo il signor Leonardo Riccobene, s’apprisintao a 20 detto ed ebbe 3 tratti di corda. Essendo negativo, li fu dato il termine straordinario e perché molto favoriva il detto Almaviva Monsignor di Ximera, nepote del cardinal Granuela vicerè di Napoli, detto Acquaviva fu scarcerato alli 6 Aprile: e detto Riccobene, avendo stato più mesi carcerato, ebbe la grazia.
🔸 Il 7 Maggio 1767, Sabato – Furono giustiziati in Mussumeli li due capi banditi Antonino Testalonga ed Antonino Romano, con altri tre loro consoci, due delli quali erano fratelli germani ( Figli degli stessi genitori ). Furono quindi trasportati a Palermo li loro teschi alli 9, giorno di Lunedì, e l’indomani furono condotti per tutta la città, accompagnati con continue scariche de’ moschetti da molti soldati dell’illustre principe della Trabia, Vicario generale. Al zelo ed alla diligenza di questo signore ed alla regolatezza del di lui comando devesi la estirpazione di quella cotanto facinorosa compagnia del nostro Regno, e la tranquillità che quindi si spera.
🔸 Il 7 Maggio 1782, Martedì – Regolamento vivceregio per le persone che tengono il lutto. Fu dalla marchesa di Santa Croce partecipato in istampa alla nobiltà, che inteso Sua Eccellenza il signor Vicerè che alcune dame nelle occorrenze Reali feste, come di parto della Regina ed altre, non lasciano di comparire vestite a lutto nei luoghi pubblici e ne’ teatri, con biglietto de’ 7 del corrente le dava in carico di avvertire le signore dame, che sotto la pena della Reale indignazione non si facciano vedere vestite a lutto ne’ pubblici luoghi e teatri in simil occasioni, giacchè volendo essi comparire, dovranno deporlo.
🔸 Il 7 maggio 1924 - "La strada nuova". All'inizio era un sentiero, utilizzato per trasportare a dorso di mulo i materiali per la costruzione del santuario su Monte Pellegrino intitolato a Santa Rosalia che aveva liberato la città da una grave pestilenza. La devozione dei cittadini e la necessità di rendere accessibile il luogo ai pellegrini indussero il Sindaco di allora a realizzare una strada sul tracciato preesistente che aveva un andamento a zig - zag e molto ripido. La strada completata nel 1650, dopo qualche tempo risultò inadeguata alle esigenze dei devoti. Venne, pertanto, progettata e costruita, tra il 1674 e il 1725, la cosiddetta "strada nuova ". Questa, rispetto alla vecchia, presentava un tracciato più comodo e agevole che, dal piano delle falde di Monte Pellegrino (l'attuale piazza Generale Cascino) arrivava alla spianata della grotta e furono adottati criteri di costruzione moderni.
📖 Proverbiu du jionnu
"Chiddu chi simìni ricogghi".
"Ciò che si semina si raccoglie" . Quel che si è fatto nella vita sarà ricompensato sia nel bene che nel male.
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🔸 Il 7 Maggio 1666 – Muore nel quarantaseiesimo anno della sua vita Guglielmo I, re di Sicilia, detto” il Malo” : incerto il luogo di nascita ( Palermo o Monreale ) nel 1131 e fu un sovrano normanno, discendente degli Altavilla. Fu Re di Sicilia dal 1154 al 1166. Fu figlio di Ruggero II e di Elvira di Castiglia.
🔸 Il 7 maggio 1572 – Ad uri 7 di notte l’Illustre signor Adriano Acquaviva, figlio del duca d’Atri, coggino carnale del marchese di Pescara, pigliao per forza, secondo dicono, sotto nome dell’Altezza del signor Giovanni d’Austria, una giovinetta vergine del monastero della Martorana, quali era figlia di un Geonesi chiamato Francesco Lavagna, et per nome postizio < il diavolo >. Et essendo stato il detto Acquaviva inframato per mezzo il signor Leonardo Riccobene, s’apprisintao a 20 detto ed ebbe 3 tratti di corda. Essendo negativo, li fu dato il termine straordinario e perché molto favoriva il detto Almaviva Monsignor di Ximera, nepote del cardinal Granuela vicerè di Napoli, detto Acquaviva fu scarcerato alli 6 Aprile: e detto Riccobene, avendo stato più mesi carcerato, ebbe la grazia.
🔸 Il 7 Maggio 1767, Sabato – Furono giustiziati in Mussumeli li due capi banditi Antonino Testalonga ed Antonino Romano, con altri tre loro consoci, due delli quali erano fratelli germani ( Figli degli stessi genitori ). Furono quindi trasportati a Palermo li loro teschi alli 9, giorno di Lunedì, e l’indomani furono condotti per tutta la città, accompagnati con continue scariche de’ moschetti da molti soldati dell’illustre principe della Trabia, Vicario generale. Al zelo ed alla diligenza di questo signore ed alla regolatezza del di lui comando devesi la estirpazione di quella cotanto facinorosa compagnia del nostro Regno, e la tranquillità che quindi si spera.
🔸 Il 7 Maggio 1782, Martedì – Regolamento vivceregio per le persone che tengono il lutto. Fu dalla marchesa di Santa Croce partecipato in istampa alla nobiltà, che inteso Sua Eccellenza il signor Vicerè che alcune dame nelle occorrenze Reali feste, come di parto della Regina ed altre, non lasciano di comparire vestite a lutto nei luoghi pubblici e ne’ teatri, con biglietto de’ 7 del corrente le dava in carico di avvertire le signore dame, che sotto la pena della Reale indignazione non si facciano vedere vestite a lutto ne’ pubblici luoghi e teatri in simil occasioni, giacchè volendo essi comparire, dovranno deporlo.
🔸 Il 7 maggio 1924 - "La strada nuova". All'inizio era un sentiero, utilizzato per trasportare a dorso di mulo i materiali per la costruzione del santuario su Monte Pellegrino intitolato a Santa Rosalia che aveva liberato la città da una grave pestilenza. La devozione dei cittadini e la necessità di rendere accessibile il luogo ai pellegrini indussero il Sindaco di allora a realizzare una strada sul tracciato preesistente che aveva un andamento a zig - zag e molto ripido. La strada completata nel 1650, dopo qualche tempo risultò inadeguata alle esigenze dei devoti. Venne, pertanto, progettata e costruita, tra il 1674 e il 1725, la cosiddetta "strada nuova ". Questa, rispetto alla vecchia, presentava un tracciato più comodo e agevole che, dal piano delle falde di Monte Pellegrino (l'attuale piazza Generale Cascino) arrivava alla spianata della grotta e furono adottati criteri di costruzione moderni.
📖 Proverbiu du jionnu
"Chiddu chi simìni ricogghi".
"Ciò che si semina si raccoglie" . Quel che si è fatto nella vita sarà ricompensato sia nel bene che nel male.
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SICILIA – Arriva l’ufficialità e il primo vero intervento sull’emergenza siccità in Sicilia.
Su proposta del ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, il Governo ha deliberato lo stato di emergenza nazionale per 12 mesi, in relazione alla situazione di grave deficit idrico in atto nel territorio della Regione Siciliana.
Stanziati 20 milioni di euro –
È stato anche deliberato un primo stanziamento di 20 milioni di euro per consentire alla Regione di far fronte all’attuazione degli immediati interventi.
Le province più colpite –
I territori maggiormente interessati sono le province di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Palermo e Trapani.
Sono stati registrati disagi più limitati in provincia di Messina, Catania, Ragusa e Siracusa.
💻 Fonte👈🏻
☀️#goodnewsmeteo
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È stato anche deliberato un primo stanziamento di 20 milioni di euro per consentire alla Regione di far fronte all’attuazione degli immediati interventi.
Le province più colpite –
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Gira il mondo ma si sente "paesano": chi è Paul, lu 'miricanu (che parla in siciliano)
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Gira il mondo ma si sente "paesano": chi è Paul, lu 'miricanu (che parla in siciliano)
Grazie alla sua professione di informatico lavora in smart working e trascorre ogni anno qualche mese nel paese dei suoi avi. Parla 7 lingue ma preferisce il siciliano
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Il 7 Maggio 1166 - MUORE A PALERMO GUGLIELMO I D'ALTAVILLA, DETTO IL MALO, RE DI SICILIA
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Passato forse ingiustamente alla storia con l'epiteto di “Malo”, per distinguerlo dal figlio omonimo”, Guglielmo I di Sicilia fu un sovrano più complesso di quanto la tradizione popolare ha lasciato intendere. Avendo avuto il pesante onere di succedere ad un gigante come Ruggero II, padre suo e del Regno di Sicilia, Guglielmo visse i suoi anni di regno subendo il difficile confronto con l'eredità paterna. Malgrado ciò, il giudizio storico sul secondo re siculo-normanno non può essere del tutto negativo.
Guglielmo nacque attorno al 1120 a Palermo. Era il quartogenito dell'allora conte di Sicilia Ruggero II e della moglie Elvira di Castiglia. Essendogli premorti i fratelli maggiori, Guglielmo divenne l'erede alla corona siciliana e, per volontà del padre, fu associato al trono già nel 1151. Alla morte di Ruggero II, avvenuta sul finire di febbraio del 1154, Guglielmo divenne re di Sicilia.
Particolarmente influenzato dalla cultura di corte, dove si univano influenze normanne ad altre bizantine ed islamiche, Guglielmo era al tempo stesso un abile guerriero ed un uomo incline al lusso ed alla vita tipica dei sovrani orientali. Al fine di condurre gli affari di Stato si avvalse della collaborazione di una serie di personaggi della corte palermitana, di cui il più importante fu nei primi anni l'ammiraglio Maione di Bari, abile uomo politico però inviso a parte della nobiltà normanna.
Gran parte della fama negativa di Guglielmo I si deve alla reazione alle grandi rivolte scoppiate durante il suo regno. In particolare, la rivolta filobizantina scoppiata in Puglia nel 1155, che condusse il re anche a decidere di far radere al suolo la città di Bari e, soprattutto, la rivolta capeggiata da Matteo Bonello in Sicilia tra il 1160 ed il 1161. Fu nel frangente di questa rivolta che il principale collaboratore di Guglielmo, l'ammiraglio Maione di Bari fu ucciso a Palermo il 10 novembre 1160. E fu ancora per mano del Bonello che Guglielmo fu fatto prigioniero presso il Palazzo Reale della capitale nel marzo 1161, nella stessa occasione nella quale rimase ucciso anche uno dei figlioletti del re. La rivolta, poi estesa al resto dell'isola, vide tra i protagonisti anche il futuro re di Sicilia Tancredi di Lecce, nipote dello stesso Guglielmo.
Sul versante internazionale la politica di Guglielmo ottenne risultati ambivalenti. Se da un lato sotto il suo governo la Sicilia perse il controllo dei territori africani conquistati da Ruggero II (il cosiddetto “Regno d'Africa”), dall'altro Guglielmo I riuscì a fronteggiare abilmente i due imperatori d'Occidente ed Oriente, Federico Barbarossa e Manuele Comneno, ponendo il Regno di Sicilia come lo Stato egemone dell'area italica. Con il Trattato di Benevento del 1156, inoltre, stabilì un'intesa diplomatica con il Papato dopo anni di diatribe che risalivano ai tempi di Ruggero II.
Sposato a Margherita di Navarra, Guglielmo avrà quattro figli maschi. A succedergli sarà il suo omonimo, passato alla storia come “il Buono”. Guglielmo il Malo, a cui si deve l'inizio dei lavori del sollazzo regio della Zisa a Palermo, morì nella capitale del Regno di Sicilia il 7 maggio 1166. Nel 1182, per volontà del figlio, le sue spoglie furono traslate nel Duomo di Monreale.
A proposito della sua morte, fu il suo maggior detrattore, il cronista Ugo Falcando, a registrare la reazione dei cittadini di Palermo: «si vestirono a lutto e per tre giorni indossarono lugubri vesti. Durante quei tre giorni le donne, sia nobili matrone sia donne saracene alle quali in particolare la morte del re aveva causato un dolore inimmaginabile, percorrevano in corteo notte e giorno le vie della città, vestite di sacco coi capelli disciolti; le precedeva una grande moltitudine di ancelle che cantava lugubri trenodie accompagnandosi con il suono dei tamburelli e tutta la città risuonava dei loro lamenti.»
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Guglielmo nacque attorno al 1120 a Palermo. Era il quartogenito dell'allora conte di Sicilia Ruggero II e della moglie Elvira di Castiglia. Essendogli premorti i fratelli maggiori, Guglielmo divenne l'erede alla corona siciliana e, per volontà del padre, fu associato al trono già nel 1151. Alla morte di Ruggero II, avvenuta sul finire di febbraio del 1154, Guglielmo divenne re di Sicilia.
Particolarmente influenzato dalla cultura di corte, dove si univano influenze normanne ad altre bizantine ed islamiche, Guglielmo era al tempo stesso un abile guerriero ed un uomo incline al lusso ed alla vita tipica dei sovrani orientali. Al fine di condurre gli affari di Stato si avvalse della collaborazione di una serie di personaggi della corte palermitana, di cui il più importante fu nei primi anni l'ammiraglio Maione di Bari, abile uomo politico però inviso a parte della nobiltà normanna.
Gran parte della fama negativa di Guglielmo I si deve alla reazione alle grandi rivolte scoppiate durante il suo regno. In particolare, la rivolta filobizantina scoppiata in Puglia nel 1155, che condusse il re anche a decidere di far radere al suolo la città di Bari e, soprattutto, la rivolta capeggiata da Matteo Bonello in Sicilia tra il 1160 ed il 1161. Fu nel frangente di questa rivolta che il principale collaboratore di Guglielmo, l'ammiraglio Maione di Bari fu ucciso a Palermo il 10 novembre 1160. E fu ancora per mano del Bonello che Guglielmo fu fatto prigioniero presso il Palazzo Reale della capitale nel marzo 1161, nella stessa occasione nella quale rimase ucciso anche uno dei figlioletti del re. La rivolta, poi estesa al resto dell'isola, vide tra i protagonisti anche il futuro re di Sicilia Tancredi di Lecce, nipote dello stesso Guglielmo.
Sul versante internazionale la politica di Guglielmo ottenne risultati ambivalenti. Se da un lato sotto il suo governo la Sicilia perse il controllo dei territori africani conquistati da Ruggero II (il cosiddetto “Regno d'Africa”), dall'altro Guglielmo I riuscì a fronteggiare abilmente i due imperatori d'Occidente ed Oriente, Federico Barbarossa e Manuele Comneno, ponendo il Regno di Sicilia come lo Stato egemone dell'area italica. Con il Trattato di Benevento del 1156, inoltre, stabilì un'intesa diplomatica con il Papato dopo anni di diatribe che risalivano ai tempi di Ruggero II.
Sposato a Margherita di Navarra, Guglielmo avrà quattro figli maschi. A succedergli sarà il suo omonimo, passato alla storia come “il Buono”. Guglielmo il Malo, a cui si deve l'inizio dei lavori del sollazzo regio della Zisa a Palermo, morì nella capitale del Regno di Sicilia il 7 maggio 1166. Nel 1182, per volontà del figlio, le sue spoglie furono traslate nel Duomo di Monreale.
A proposito della sua morte, fu il suo maggior detrattore, il cronista Ugo Falcando, a registrare la reazione dei cittadini di Palermo: «si vestirono a lutto e per tre giorni indossarono lugubri vesti. Durante quei tre giorni le donne, sia nobili matrone sia donne saracene alle quali in particolare la morte del re aveva causato un dolore inimmaginabile, percorrevano in corteo notte e giorno le vie della città, vestite di sacco coi capelli disciolti; le precedeva una grande moltitudine di ancelle che cantava lugubri trenodie accompagnandosi con il suono dei tamburelli e tutta la città risuonava dei loro lamenti.»
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L'epidemia più famosa della storia palermitana: la peste e le ossa della "Santuzza"
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