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🏛 Agrigento, Archi di Pasqua di San Biagio Platani.
📌Perché visitare gli Archi di Pasqua di San Biagio Platani ?
📌 Sapete dove si svolge la più spettacolare festa di Pasqua in Sicilia?
📌Perché in questo paesino dell'entroterra Siciliano va in scena una manifestazione unica al mondo!
Amore, dedizione e passione, queste sono le caratteristiche che accomunano i volontari che realizzano gli Archi si Pasqua.
Architettura, pittura, artigianato e gastronomia si intrecciano in un'evento che appaga tutti e cinque i sensi.
📌Sapete quanto dura…
Quaranta Giorni Organizzati per venire a visitare il più grande evento di arte popolare collettiva del Mediterraneo.
📌Un'appuntamento da non perdere!
Ringraziamo Ignazio Catalano APH ed il suo Drone, per la realizzazione di questo meraviglioso video.
👉🏻🎥@ignazioaph
👉@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
🌅@cartolinesiciliaterramia
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📍San Biagio Platani
In Sicilia i colori non si limitano a finire negli occhi.. ti entrano dentro al cuore…
🎥 @sicilia_in_pillole
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💡@voglia_di_sapere
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Perché in Sicilia si mangia l’agnello pasquale?
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☀️ Buongiorno ☕️
🗓 Martedì 2 Aprile
☀️ Brisci e 06:41
🌅 Scura e 19:22
🌙 Ultimo Quarto 46%
⛪️ San Francesco di Paola
🎥 @lucatriptico
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🗞Videmu chi succidiu na vota di sti tempi.
🔸Il 2 Aprile 1577 – Uno spagnolo d’età d’anni 18, entrato nella chiesa del Monastero di Santa Chiara, pigliò il vaso del SS. Sacramento ed avendoci trovato da 20 particole, se le mangiò; onde miracolosamente confessò, che per tre giorni non potè mangiare, ed avendo vomitato, non ne vide segno. E fu appiccato.
🔸Il 2 Aprile 1611 - Don Pedro Giron prende possesso del Viceregno di Sicilia. Una volta giunto in Sicilia, il Viceré trovò una situazione disastrosa. Si rese conto che l’Isola non aveva una sufficiente flotta navale, che la delinquenza dilagava senza essere fronteggiata dalle istituzioni e che le casse del regno erano vuote. Dopo aver ispezionato Messina, Catania e Siracusa, ne fortificò le coste per fronteggiare le continue incursioni da parte dei turchi e contemporaneamente ampliò la flotta siciliana. Per contrastare la delinquenza, fece eseguire condanne esemplari e vietò la circolazione nelle città di uomini armati. Nonostante la sua giovane età, Don Pedro governò con fermezza in Sicilia e fronteggiò l’invasione turca con l’aiuto del capitano di origini siciliane Ottavio d’Aragona. Inoltre, il Banco pecuniario di Palermo (Banca) era da poco fallito e per poter far fronte alla richiesta di denaro dei creditori, che erano sia privati e sia pubblici, organizzò una raccolta di argento che mandò alla zecca di Messina per produrre nuova moneta.
🔸Il 2 Aprile 1612 – Comparendo una donna all’udienza in Palazzo, fu imbattuta (spinta) da un paggio dell’Auditore. Onde gridando, fu intesa da Sua Eccellenza, la quale condannò detto paggio a morte. E dopo essere andato in Cappella, la sera, a preghira del detto Auditore, lo liberò, a questo che pagasse 20 scudi alla donna.
🔸Il 2 Aprile 1612 - Venne inaugurata la chiesa dei Sett’Angeli. Nel luogo dove si trovava questo complesso monastico, originariamente pare avesse abitato Santa Ninfa e successivamente Santa Oliva. Già nel 1248 vi era stata edificata una piccola chiesa dedicata ai Sett’Angeli ma nel 1516 era diventata proprietà della Cattedrale e utilizzata come scuola di canto dei chierici della stessa.
🔸Il 2 Aprile 1787 - Così si espresse nei confronti della città di Palermo: <Non saprei descrivere con parole la luminosità vaporosa che fluttuava intorno alle coste quando arrivammo a Palermo in un pomeriggio stupendo. La purezza dei contorni, la soavità dell'insieme, il degradare dei toni, l'armonia del cielo, del mare, della terra… chi li ha visti una volta non li dimentica per tutta la vita>.
🔸Il 2 Aprile 1822 - Giuseppina Turrisi Colonna nacque a Palermo presso una nobile famiglia. La poetessa “patriota” occupa, tra le grandi donne dell'800 siciliano, un posto d'onore.
🔸Il 2 Aprile 2000 - Muore a Miami Tommaso Buscetta, detto "Don Masino" è stato un mafioso e uno dei primi collaboratori di giustizia.
📖 Proverbiu du jionnu
"A fimmina bedda è chidda ca di cori piaci".
👉🏻@sicilianewseinfo
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🔸Il 2 Aprile 1577 – Uno spagnolo d’età d’anni 18, entrato nella chiesa del Monastero di Santa Chiara, pigliò il vaso del SS. Sacramento ed avendoci trovato da 20 particole, se le mangiò; onde miracolosamente confessò, che per tre giorni non potè mangiare, ed avendo vomitato, non ne vide segno. E fu appiccato.
🔸Il 2 Aprile 1611 - Don Pedro Giron prende possesso del Viceregno di Sicilia. Una volta giunto in Sicilia, il Viceré trovò una situazione disastrosa. Si rese conto che l’Isola non aveva una sufficiente flotta navale, che la delinquenza dilagava senza essere fronteggiata dalle istituzioni e che le casse del regno erano vuote. Dopo aver ispezionato Messina, Catania e Siracusa, ne fortificò le coste per fronteggiare le continue incursioni da parte dei turchi e contemporaneamente ampliò la flotta siciliana. Per contrastare la delinquenza, fece eseguire condanne esemplari e vietò la circolazione nelle città di uomini armati. Nonostante la sua giovane età, Don Pedro governò con fermezza in Sicilia e fronteggiò l’invasione turca con l’aiuto del capitano di origini siciliane Ottavio d’Aragona. Inoltre, il Banco pecuniario di Palermo (Banca) era da poco fallito e per poter far fronte alla richiesta di denaro dei creditori, che erano sia privati e sia pubblici, organizzò una raccolta di argento che mandò alla zecca di Messina per produrre nuova moneta.
🔸Il 2 Aprile 1612 – Comparendo una donna all’udienza in Palazzo, fu imbattuta (spinta) da un paggio dell’Auditore. Onde gridando, fu intesa da Sua Eccellenza, la quale condannò detto paggio a morte. E dopo essere andato in Cappella, la sera, a preghira del detto Auditore, lo liberò, a questo che pagasse 20 scudi alla donna.
🔸Il 2 Aprile 1612 - Venne inaugurata la chiesa dei Sett’Angeli. Nel luogo dove si trovava questo complesso monastico, originariamente pare avesse abitato Santa Ninfa e successivamente Santa Oliva. Già nel 1248 vi era stata edificata una piccola chiesa dedicata ai Sett’Angeli ma nel 1516 era diventata proprietà della Cattedrale e utilizzata come scuola di canto dei chierici della stessa.
🔸Il 2 Aprile 1787 - Così si espresse nei confronti della città di Palermo: <Non saprei descrivere con parole la luminosità vaporosa che fluttuava intorno alle coste quando arrivammo a Palermo in un pomeriggio stupendo. La purezza dei contorni, la soavità dell'insieme, il degradare dei toni, l'armonia del cielo, del mare, della terra… chi li ha visti una volta non li dimentica per tutta la vita>.
🔸Il 2 Aprile 1822 - Giuseppina Turrisi Colonna nacque a Palermo presso una nobile famiglia. La poetessa “patriota” occupa, tra le grandi donne dell'800 siciliano, un posto d'onore.
🔸Il 2 Aprile 2000 - Muore a Miami Tommaso Buscetta, detto "Don Masino" è stato un mafioso e uno dei primi collaboratori di giustizia.
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Il 2 Aprile del 1822 Nasce a Palermo Giuseppina Turrisi Colonna Poetessa Patriota.
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✍🏻 LA POETESSA PATRIOTA
Tra le grandi donne dell'ottocento siciliano un posto d'onore è occupato dalla poetessa e traduttrice Giuseppina Turrisi Colonna, che con le sue liriche cariche d'amor patrio sognò di essere la Giovanna d'Arco siciliana. Come la “Pulzella d'Orléans”, anche la poetessa palermitana trovò la morte quando era ancora giovane, poco dopo lo scoppio dei moti rivoluzionari del 1848.
Giuseppina Turrisi Colonna nacque a #Palermo il 2 aprile 1822 presso una famiglia della nobiltà locale, crescendo in un ambiente culturalmente assai sofisticato. La sorella maggiore, Anna, diverrà un'apprezzata pittrice, mentre Giuseppina sin dalla tenera età si abituò a trascorrere il tempo sui libri, componendo commedie poi recitate in casa insieme ai fratelli. Di carattere timido e solitario, Giuseppina fu istruita dapprima dalla colta madre, Rosalia Colonna Romano, e poi frequentò l'esclusivo istituto “Revillon”. Ebbe, inoltre, due precettori d'eccezione: l'abate toscano Giuseppe Borghi e lo scrittore e patriota palermitano Francesco Paolo Perez, il cui insegnamento era basato sul metodo socratico.
Grazie ai suoi maestri Giuseppina riuscì ad acquisire vastissima padronanza dell'italiano scritto, cosa non scontata in un'epoca in cui nell'isola era ancora il siciliano a costituire la lingua “nazionale”, al di là dei contesti ufficiali. Nei tanti anni dedicati allo studio ed alla lettura, la Turrisi Colonna si appassionò a scrittori e poeti come Giacomo Leopardi, Alessandro Manzoni e l'inglese Lord Byron, a cui in seguito dedicò alcuni suoi componimenti poetici.
Nel 1837, quando aveva solo quindici anni, Giuseppina assistette alla terribile epidemia di colera che colpì la #Sicilia mietendo migliaia di vittime e provocando, soprattutto nella parte orientale dell'Isola, episodi insurrezionali repressi nel sangue dall'esercito borbonico. Questa esperienza ebbe un'influenza notevole sulla produzione poetica della Turrisi Colonna.
Quattro anni dopo, nel 1841, all'età di diciannove anni, Giuseppina diede alle stampe la sua prima raccolta di poesie, non priva di riferimenti all'epidemia del 1837. Con l'uscita del suo primo volume, il nome della poetessa iniziò ad essere noto oltre i confini stessi dell'isola. Due anni dopo, nell'ode “Alle donne siciliane”, il ricordo dell'epidemia affiorò nuovamente, con la poetessa dedita ad incitare le sue compatriote a rifare grande la Sicilia:
«No, benché il tempo muta
La fortuna dei regni e delle genti,
Non han foglia perduta
Le tue belle corone, o Patria mia!
Fra lance, e spade, e riversati busti.
Deh sì lieto per noi rifulga il sole;
Deh, come il cor desia,
In noi l'ardire dei Sicani Eroi,
L'antica tempra si rifonda in noi!»
Secondo vari biografi all'inizio degli anni quaranta andrebbe collocata la nascita della storia d'amore tra la Turrisi Colonna ed il principe e grecista palermitano Giuseppe De Spuches. I due, tuttavia, convoleranno a nozze solo il 29 aprile 1847, dopo che la poetessa - tra le altre cose - aveva soggiornato a #Firenze nel 1846. Divenuta principessa di Galati in virtù del matrimonio con De Spuches, la poetessa fece in tempo a vedere i palermitani insorgere il 12 gennaio 1848, ma la sua personale tragedia era purtroppo alle porte.
Subito dopo lo scoppio dei moti rivoluzionari, incinta e malata di fegato, Giuseppina si trasferì col marito nella villa paterna di #Castelbuono, portando a termine una difficile gravidanza il 14 febbraio. Poche ore dopo il parto, tuttavia, la bambina data alla luce morì. Tre giorni dopo, il 17 febbraio 1848, a poco più di un mese di distanza dal compimento dei ventisei anni, Giuseppina Turrisi Colonna venne colta da aneurisma e morì. Fu sepolta nel convento palermitano delle “Cappuccinelle”.
Il marito, oltre a dedicarle cinque elegie latine, volle renderle omaggio commissionando un monumento al celebre scultore Valerio Villareale. Posto nel “pantheon dei siciliani illustri”, presso la Chiesa di San Domenico a Palermo, il monumento reca la seguente iscrizione:
👉🏻@sicilianewseinfo
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Tra le grandi donne dell'ottocento siciliano un posto d'onore è occupato dalla poetessa e traduttrice Giuseppina Turrisi Colonna, che con le sue liriche cariche d'amor patrio sognò di essere la Giovanna d'Arco siciliana. Come la “Pulzella d'Orléans”, anche la poetessa palermitana trovò la morte quando era ancora giovane, poco dopo lo scoppio dei moti rivoluzionari del 1848.
Giuseppina Turrisi Colonna nacque a #Palermo il 2 aprile 1822 presso una famiglia della nobiltà locale, crescendo in un ambiente culturalmente assai sofisticato. La sorella maggiore, Anna, diverrà un'apprezzata pittrice, mentre Giuseppina sin dalla tenera età si abituò a trascorrere il tempo sui libri, componendo commedie poi recitate in casa insieme ai fratelli. Di carattere timido e solitario, Giuseppina fu istruita dapprima dalla colta madre, Rosalia Colonna Romano, e poi frequentò l'esclusivo istituto “Revillon”. Ebbe, inoltre, due precettori d'eccezione: l'abate toscano Giuseppe Borghi e lo scrittore e patriota palermitano Francesco Paolo Perez, il cui insegnamento era basato sul metodo socratico.
Grazie ai suoi maestri Giuseppina riuscì ad acquisire vastissima padronanza dell'italiano scritto, cosa non scontata in un'epoca in cui nell'isola era ancora il siciliano a costituire la lingua “nazionale”, al di là dei contesti ufficiali. Nei tanti anni dedicati allo studio ed alla lettura, la Turrisi Colonna si appassionò a scrittori e poeti come Giacomo Leopardi, Alessandro Manzoni e l'inglese Lord Byron, a cui in seguito dedicò alcuni suoi componimenti poetici.
Nel 1837, quando aveva solo quindici anni, Giuseppina assistette alla terribile epidemia di colera che colpì la #Sicilia mietendo migliaia di vittime e provocando, soprattutto nella parte orientale dell'Isola, episodi insurrezionali repressi nel sangue dall'esercito borbonico. Questa esperienza ebbe un'influenza notevole sulla produzione poetica della Turrisi Colonna.
Quattro anni dopo, nel 1841, all'età di diciannove anni, Giuseppina diede alle stampe la sua prima raccolta di poesie, non priva di riferimenti all'epidemia del 1837. Con l'uscita del suo primo volume, il nome della poetessa iniziò ad essere noto oltre i confini stessi dell'isola. Due anni dopo, nell'ode “Alle donne siciliane”, il ricordo dell'epidemia affiorò nuovamente, con la poetessa dedita ad incitare le sue compatriote a rifare grande la Sicilia:
«No, benché il tempo muta
La fortuna dei regni e delle genti,
Non han foglia perduta
Le tue belle corone, o Patria mia!
Fra lance, e spade, e riversati busti.
Deh sì lieto per noi rifulga il sole;
Deh, come il cor desia,
In noi l'ardire dei Sicani Eroi,
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Secondo vari biografi all'inizio degli anni quaranta andrebbe collocata la nascita della storia d'amore tra la Turrisi Colonna ed il principe e grecista palermitano Giuseppe De Spuches. I due, tuttavia, convoleranno a nozze solo il 29 aprile 1847, dopo che la poetessa - tra le altre cose - aveva soggiornato a #Firenze nel 1846. Divenuta principessa di Galati in virtù del matrimonio con De Spuches, la poetessa fece in tempo a vedere i palermitani insorgere il 12 gennaio 1848, ma la sua personale tragedia era purtroppo alle porte.
Subito dopo lo scoppio dei moti rivoluzionari, incinta e malata di fegato, Giuseppina si trasferì col marito nella villa paterna di #Castelbuono, portando a termine una difficile gravidanza il 14 febbraio. Poche ore dopo il parto, tuttavia, la bambina data alla luce morì. Tre giorni dopo, il 17 febbraio 1848, a poco più di un mese di distanza dal compimento dei ventisei anni, Giuseppina Turrisi Colonna venne colta da aneurisma e morì. Fu sepolta nel convento palermitano delle “Cappuccinelle”.
Il marito, oltre a dedicarle cinque elegie latine, volle renderle omaggio commissionando un monumento al celebre scultore Valerio Villareale. Posto nel “pantheon dei siciliani illustri”, presso la Chiesa di San Domenico a Palermo, il monumento reca la seguente iscrizione:
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«Alla memoria di Giuseppina Turrisi Colonna, Principessa di Galati. Angelo di sembianze e di core. Prodigio d'intelletto per letterario sapere, per poetica fantasia, che nel fiore degli anni, rapita alle speranze della patria e dei suoi, vivrà negli inspirati suoi carmi e nella luce delle sue virtù. Giuseppe De Spuches, Principe di Galati, consorte dolentissimo».
Nella sua canzone “Alla Patria”, Giuseppina Turrisi Colonna, come una novella Giovanna d'Arco, aveva scritto:
«Ma sol la Patria spira
I più fervidi carmi al petto mio!
Non trastul, ma di Dio
Voce i carmi saran, saran divina
Mission fra le genti,
E le sicane menti
Guidar di Gloria nel cammin desio
Come al trionfo del natio Paese
Guidò gli eroi la Vergine Francese!
Bello, azzurro, è il tuo cielo,
O mia Sicilia, eterna Primavera»
<<Giuseppina Turrisi>>
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Nella sua canzone “Alla Patria”, Giuseppina Turrisi Colonna, come una novella Giovanna d'Arco, aveva scritto:
«Ma sol la Patria spira
I più fervidi carmi al petto mio!
Non trastul, ma di Dio
Voce i carmi saran, saran divina
Mission fra le genti,
E le sicane menti
Guidar di Gloria nel cammin desio
Come al trionfo del natio Paese
Guidò gli eroi la Vergine Francese!
Bello, azzurro, è il tuo cielo,
O mia Sicilia, eterna Primavera»
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La "Schiena dell'asino" come non l'avete mai vista - #ETNA
(ruota il telefono e guarda a schermo intero)
La "schiena dell'asino sull'Etna" è una particolare formazione geologica presente sul versante orientale dell'Etna.
Si tratta di una cresta rocciosa e affilata che si estende lungo il cratere centrale del vulcano. Questa formazione ha preso il nome di "schiena dell'asino" per la sua somiglianza con la schiena di un asino. La zona è un punto di riferimento per gli escursionisti e gli amanti della natura che visitano l'Etna.
👉🏻@paesietnei
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Si tratta di una cresta rocciosa e affilata che si estende lungo il cratere centrale del vulcano. Questa formazione ha preso il nome di "schiena dell'asino" per la sua somiglianza con la schiena di un asino. La zona è un punto di riferimento per gli escursionisti e gli amanti della natura che visitano l'Etna.
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Rischiava l'estinzione ma è più forte di tutti: il cavallo simbolo della Sicilia per millenni
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Telegraph
Rischiava l'estinzione ma è più forte di tutti: il cavallo simbolo della Sicilia per millenni
Più muscoloso delle altre razze, con una costituzione forte, seppur si mantiene agile. È molto affidabile e può anche essere impiegato nell’equitazione. La storia Il cavallo endemico siciliano Per millenni è stato considerato uno dei simboli stessi della…
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