Grotte Saracene e i Labirinti Sotterranei di
Rometta (ME), un piccolo borgo delle meraviglie.
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La particolarità di questo borgo siciliano è che sorge su un “acrocoro”, ossia da tutte le parti la sua struttura è composta solo da pareti scoscese di 100 metri di dislivelloc
Un luogo magico che a tratti sembra quasi incantato in cui, in un pizzo di montagna a 563 metri dal livello dal mare, storia arte e cultura si mescolano creando un scenario quasi surreale.
È la “Sicilia delle meraviglie” quella terra che, al suo interno, nasconde e custodisce delle piccole realtà gioiello di imparagonabile bellezza ma che sono anche delle importantissime testimonianze urbanistiche e architettoniche della presenza di culture e tradizioni diverse sull’Isola.
Stiamo parlando di Borgo Rometta, una piccola frazione abitata in provincia di Messina che si affaccia sul Golfo di Milazzo, in cui l’egemonia culturale dei popoli conquistatori del passato si respira ancora oggi passeggiando tra i suoi vicoli: utilizzato anche come punto strategico d’avamposto militare grazie alla sua vista a 360 gradi sul territorio circostante, questo borgo però nei suoi sotterranei cela dei labirinti ipogei di inestimabile bellezza e valore.
Alle falde della collina di Rometta, infatti, si trovano delle antichissime grotte saracene che si snodano a girare lungo tutti attorno al perimetro del borgo, che risalgono intorno al 1400 D.C.
Impropriamente vengono chiamate grotte saracene ma, a detta degli studiosi, questa grande cavità naturale molto probabilmente è una laura bizantina, ossia un luogo di culto a metà fra l’eremitaggio e il cenobitismo in cui i religiosi vivevano da soli ma mangiavano e pregava di slivelloc
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Stiamo parlando di Borgo Rometta, una piccola frazione abitata in provincia di Messina che si affaccia sul Golfo di Milazzo, in cui l’egemonia culturale dei popoli conquistatori del passato si respira ancora oggi passeggiando tra i suoi vicoli: utilizzato anche come punto strategico d’avamposto militare grazie alla sua vista a 360 gradi sul territorio circostante, questo borgo però nei suoi sotterranei cela dei labirinti ipogei di inestimabile bellezza e valore.
Alle falde della collina di Rometta, infatti, si trovano delle antichissime grotte saracene che si snodano a girare lungo tutti attorno al perimetro del borgo, che risalgono intorno al 1400 D.C.
Impropriamente vengono chiamate grotte saracene ma, a detta degli studiosi, questa grande cavità naturale molto probabilmente è una laura bizantina, ossia un luogo di culto a metà fra l’eremitaggio e il cenobitismo in cui i religiosi vivevano da soli ma mangiavano e pregava di slivelloc
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Il simbolo della Sicilia: il significato della trinacria e della triscele.
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Uno del simboli più conosciuti che si rifanno alla #Sicilia è quello della #trinacria, antico nome che si rifà alla forma triangolare con cui veniva definita l'Isola al tempo dei Greci e che si rifà ad un antico simbolo di derivazione orientale chiamato #triscele. Entrambi rappresentano le 3 gambe (o spirali) unite al centro da un punto comune.
In Sicilia ufficialmente apparve sulle monete 📷 della greca #Siracusa nel IIIsec a.C ai tempi di Agatocle, ma il simbolo della triscele era diffuso nell'Isola già da alcuni secoli prima. Infatti, sono diversi i ritrovamenti ceramici di produzione gelese datati tra il VII e il VI sec a.C e tra questi c'è il vaso 📷 (dinos) recuperato sulla collinetta di Castellazzo di Palma di Montechiaro (AG), raffigurante una #triscele con le tre gambe senza il volto.
I greci, dopo, aggiunsero al simbolo il Gorgoneion mostro mitologico con dei serpenti per capelli e i Romani li sostituirono con le spighe di grano 📷 per indicare la fertilità di quella terra.
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In Sicilia ufficialmente apparve sulle monete 📷 della greca #Siracusa nel IIIsec a.C ai tempi di Agatocle, ma il simbolo della triscele era diffuso nell'Isola già da alcuni secoli prima. Infatti, sono diversi i ritrovamenti ceramici di produzione gelese datati tra il VII e il VI sec a.C e tra questi c'è il vaso 📷 (dinos) recuperato sulla collinetta di Castellazzo di Palma di Montechiaro (AG), raffigurante una #triscele con le tre gambe senza il volto.
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Sicilia Preziosa
Il simbolo della Sicilia: il significato della trinacria e della triscele - Sicilia Preziosa
Le origini, la storia e il significato della trinacria e della triscele, il simbolo della Sicilia presente sull'isola prima della dominazione dei Greci.
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Il Borgo Cunziria: Il Borgo Fantasma di Giovanni Verga.
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Il Borgo Cunziria UN: il Borgo Fantasma di Giovanni Verga. Si trova a Vizzini (CT)
“A Cunziria” (La Conceria) è un antico borgo artigiano sette-ottocentesco sviluppatosi al di fuori del tessuto urbano di Vizzini, suggestiva cittadina in provincia di Catania, nei pressi del torrente Masera.
Deve il suo nome alla fiorente attività che vi si svolse fino agli anni ’20 del ‘900 (la concia delle pelli) e la sua fama alla novella Cavalleria Rusticana dello scrittore verista Giovanni Verga. Proprio fra le sue collinette e i suoi fichi d’India, infatti, si consuma il duello d’onore tra Turiddu Macca e compare Alfio.
Affascinante e pittoresco esemplare d’archeologia industriale ottocentesca, la Cunziria ospitava un centinaio di persone che lavoravano e risiedevano nelle caratteristiche abitazioni di Contrada Masera: circa 40 piccole case-bottega, alcune a più piani ed edificate su più livelli tra la valle e la collina per favorire la seccatura delle pelli lavorate, più la chiesetta di Sant’Eligio, della quale rimane oggi solo la struttura.
Sviluppatasi nei pressi de “A Funtana” (la Fontana), la Cunziria era il luogo più idoneo per l’attività di conciatura del cuoio: ampi spazi esposti al sole, abbondanza di tannino estratto dalle numerose piante di sommacco lì presenti e una sorgente d’acqua, il torrente Masera per l’appunto, che raggiungeva l’interno delle botteghe degli artigiani tramite un ingegnoso sistema di canalizzazione e vasche di raccolta ancora oggi ben visibili Abbandonato in seguito alla rivoluzione industriale, ai mutamenti economici e ai conflitti mondiali, questo antico borgo ormai disabitato è divenuto presto luogo di deposito abusivo per agricoltori e allevatori.
Oggi proprietà della provincia di Catania in comodato d’uso gratuito al Comune di Vizzini, è in restauro ai fini della valorizzazione storico-letteraria del Patrimonio Verghiano per consentirne una più adeguata fruizione turistica, culturale e commerciale.
Pietra bianca, muri a secco neri e grigi, vialetti che si inerpicano attorno alla collina, piante di sommacco, profumo di zagara. Questi i luoghi in cui visse Giovanni Verga e nei quali ambientò le sue novelle.
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“A Cunziria” (La Conceria) è un antico borgo artigiano sette-ottocentesco sviluppatosi al di fuori del tessuto urbano di Vizzini, suggestiva cittadina in provincia di Catania, nei pressi del torrente Masera.
Deve il suo nome alla fiorente attività che vi si svolse fino agli anni ’20 del ‘900 (la concia delle pelli) e la sua fama alla novella Cavalleria Rusticana dello scrittore verista Giovanni Verga. Proprio fra le sue collinette e i suoi fichi d’India, infatti, si consuma il duello d’onore tra Turiddu Macca e compare Alfio.
Affascinante e pittoresco esemplare d’archeologia industriale ottocentesca, la Cunziria ospitava un centinaio di persone che lavoravano e risiedevano nelle caratteristiche abitazioni di Contrada Masera: circa 40 piccole case-bottega, alcune a più piani ed edificate su più livelli tra la valle e la collina per favorire la seccatura delle pelli lavorate, più la chiesetta di Sant’Eligio, della quale rimane oggi solo la struttura.
Sviluppatasi nei pressi de “A Funtana” (la Fontana), la Cunziria era il luogo più idoneo per l’attività di conciatura del cuoio: ampi spazi esposti al sole, abbondanza di tannino estratto dalle numerose piante di sommacco lì presenti e una sorgente d’acqua, il torrente Masera per l’appunto, che raggiungeva l’interno delle botteghe degli artigiani tramite un ingegnoso sistema di canalizzazione e vasche di raccolta ancora oggi ben visibili Abbandonato in seguito alla rivoluzione industriale, ai mutamenti economici e ai conflitti mondiali, questo antico borgo ormai disabitato è divenuto presto luogo di deposito abusivo per agricoltori e allevatori.
Oggi proprietà della provincia di Catania in comodato d’uso gratuito al Comune di Vizzini, è in restauro ai fini della valorizzazione storico-letteraria del Patrimonio Verghiano per consentirne una più adeguata fruizione turistica, culturale e commerciale.
Pietra bianca, muri a secco neri e grigi, vialetti che si inerpicano attorno alla collina, piante di sommacco, profumo di zagara. Questi i luoghi in cui visse Giovanni Verga e nei quali ambientò le sue novelle.
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La ‘Torre di Scrigno’ inglobata dentro Palazzo Conte Federico.
È la parte più antica del palazzo, una torre arabo-normanna del XII secolo.
Era posta sopra le mura a difesa della città e ne costituiva anche l’accesso con la porta di Busuemi che lambiva uno dei bracci di mare che allora si inserivano nella città.
Oggi nella torre è possibile ammirare due bellissime finestre: una bifora normanna e una finestra aragonese dove troviamo gli stemmi autentici della Città di Palermo, degli Svevi e degli Aragonesi che la governarono.
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#palermo #palermomedievale #palazzocontefederico
È la parte più antica del palazzo, una torre arabo-normanna del XII secolo.
Era posta sopra le mura a difesa della città e ne costituiva anche l’accesso con la porta di Busuemi che lambiva uno dei bracci di mare che allora si inserivano nella città.
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