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La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

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Il Castello di Roccavaldina (ME)

In un paese di circa 1000 abitanti situato a metà strada tra Messina e Milazzo prende vita il Castello di Roccavaldina, la testimonianza storico-architettonica più importante e significativa di Roccavaldina.

Si tratta di una maestosa costruzione sorta inizialmente come struttura difensiva e successivamente ampliata ed adibita a residenza principesca della nobile famiglia dei Prinicipi Valdina.

Il Castello presenta una facciata tipica normanno-sveva con configurazione medioevale di due torri fortificate e merlature guelfe ed un grandioso portale a sesto acuto. Da qui si apre un prezioso loggiato rinascimentale a cinque arcate attributo a Camillo Camilliani o a Jacopo Del Duca, entrambi discepoli di Michelangelo e un monumentale scalone di accesso di marmo della rinomata, ma ormai estinta cava di Billiemi.

Il Castello è unico nel suo genere in quanto l’unico castello di stile fiorentino della Sicilia. Sugli architravi in marmo delle porte e delle finestre si alternano una pigna ed una conchiglia in uno stile simil-barocco esuberante che anticipa il mondo siciliano del seicento. Sul lato nord del castello una merlatura ghibellina a sorpresa, in contrasto con la merlatura anteriore guelfa.

Oggi il Castello di Roccavaldina è la dimora privata degli ultimi discendenti di questa antica famiglia nobiliare che si prodigano per far conoscere questo capolavoro storico-architettonico, rendendolo fruibile alla comunità e occasionalmente aprendo le sue porte ad eventi e cerimonie per poter conseguire una ottimale valorizzazione del bene stesso.

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🗞Videmu chi succidiu na vota di sti tempi.

🔸1296 del 25 marzo ascendeva al trono di Sicilia, venendo incoronato presso la Cattedrale di Palermo, il campione delle guerre del Vespro Federico III.

🔸1848 del 25 Marzo invece riapriva i battenti dopo trentatré anni il Parlamento Siciliano, decretando la rinascita del Regno di Sicilia dopo la rivoluzione del 12 gennaio.

SCOMPARSI OGGI

🔸1938 del 25 Marzo scomparve il Fisico e Matematico Ettore Majorana. Lavorò con Enrico Fermi insieme ai ragazzi di via Panisperna alle ricerche sull'atomo.

📖 Proverbiu du jionnu

"U sceccu chi mancia ficara si leva u viziu quannu mori".

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📍Palermo

La Lettera di Adelasia, il documento cartaceo più antico d’Europa, si trova in Sicilia. Per essere precisi, è conservata con grande cura presso l’Archivio di Stato di Palermo

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Il documento cartaceo più antico d’Europa si trova in Sicilia.

Si tratta di una lettera scritta il 25 marzo 1109 dalla contessa Adelasia ed è scritta in greco e arabo.
La contessa Adelasia e suo marito Ruggero erano molto legati all'abbazia di San Filippo di Fragalà o di Demenna a Frazzanò, sui monti Nebrodi. In questa abbazia, vi era una comunità religiosa di antica tradizione devota a San Filippo d'Agira.

L'abate Gregorio, nel 1090, si era rivolto alla coppia per chiedere il loro intervento per la ricostruzione dell'Abbazia che era stata semidistrutta dagli arabi.

I coniugi non solo si adoperarono per trovare i fondi per la ricostruzione, ma cercarono anche di trovare protezione per la struttura e i monaci che la animavano. La lettera scritta in inchiostro di colore nero, si trova oggi nell’Archivio di Stato di Palermo dove fu trasferita nel 1877 in coincidenza della soppressione dei monasteri messinesi che fu ordinata da una legge del 1866. La particolarità della lettera è proprio l’uso della carta che non veniva usata per documenti ufficiali per i quali si usava la più nobile pergamena. La peculiarità del documento consiste nel fatto che la carta che divenne di uso ordinario giunse nella penisola solo nel 1264 come documentati da atti notarili conservati nell’Archivio Storico di Matelica.

Dall’analisi della carta infatti non si tratta di carta di fattura fabrianese come quella più comunemente conosciuta in altri documenti analoghi. Dalle caratteristiche del composto della cellulosa è probabile che la carta utilizzata da Adelasia provenisse da paesi orientali. La lettera di Adelasia prima di giungere all’attuale esposizione nell’Archivio di Stato di Palermo transitò per l’Ospedale Grande di Palermo. Che tale carta provenisse dalla cartiere musulmane è avvalorata dal fatto che questo tipo di matrice cartacea era usata in Sicilia dalla cancelleria normanna negli atti di natura transitoria come i mandati.

Nel 1996 la lettera originale di Adelasia è stata oggetto di restauro presso il Centro di Foto riproduzione Legatoria e Restauro degli Archivi di Stato, a Roma. Il restauro è stato particolarmente impegnativo per gli interventi che lo stesso ha subito nel XVI secolo, quando il documento, per il suo mantenimento, fu adeso ad un foglio di pergamena. L’adesione alla pergamena ha danneggiato gravemente il documento per la risposta diversa dei due materiali (carta -pergamena) all’umidità e alla temperatura provocando strappi, bolle e favorito l’azione delle tarme.

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Grotte Saracene e i Labirinti Sotterranei di
Rometta (ME), un piccolo borgo delle meraviglie.

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La particolarità di questo borgo siciliano è che sorge su un “acrocoro”, ossia da tutte le parti la sua struttura è composta solo da pareti scoscese di 100 metri di dislivelloc

Un luogo magico che a tratti sembra quasi incantato in cui, in un pizzo di montagna a 563 metri dal livello dal mare, storia arte e cultura si mescolano creando un scenario quasi surreale.

È la “Sicilia delle meraviglie” quella terra che, al suo interno, nasconde e custodisce delle piccole realtà gioiello di imparagonabile bellezza ma che sono anche delle importantissime testimonianze urbanistiche e architettoniche della presenza di culture e tradizioni diverse sull’Isola.

Stiamo parlando di Borgo Rometta, una piccola frazione abitata in provincia di Messina che si affaccia sul Golfo di Milazzo, in cui l’egemonia culturale dei popoli conquistatori del passato si respira ancora oggi passeggiando tra i suoi vicoli: utilizzato anche come punto strategico d’avamposto militare grazie alla sua vista a 360 gradi sul territorio circostante, questo borgo però nei suoi sotterranei cela dei labirinti ipogei di inestimabile bellezza e valore.

Alle falde della collina di Rometta, infatti, si trovano delle antichissime grotte saracene che si snodano a girare lungo tutti attorno al perimetro del borgo, che risalgono intorno al 1400 D.C.

Impropriamente vengono chiamate grotte saracene ma, a detta degli studiosi, questa grande cavità naturale molto probabilmente è una laura bizantina, ossia un luogo di culto a metà fra l’eremitaggio e il cenobitismo in cui i religiosi vivevano da soli ma mangiavano e pregava di slivelloc

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