♡ Sicilia Terra Mia ♡
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La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

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📍CASCATA DELLE DUE ROCCHE

Fra le più belle cascate a molti sconosciute, racchiuse in un piccolo paradiso naturalistico che conserva una dimensione ancora incantata: la CASCATA DELLE DUE ROCCHE, a CORLEONE, in provincia di Palermo.

Alta circa 12 metri, si trova a pochi passi dal centro storico in un contesto che per le sue caratteristiche morfologiche è chiamato Canyon e sul quale si possono ammirare anche i resti di un ACQUEDOTTO di origine medievale.

Inoltre ai piedi della cascata si trova un MULINO AD ACQUA.

Un luogo magico, dove si sente solo il fruscio costante dell’acqua che scorre ed il cinguettio degli uccellini.

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Ecco un’antica ricetta delle crespelle di San Giuseppe alla Messinese.

Mancano ormai pochissimi i giorni alla festa di San Giuseppe. Il 19 marzo è alle porte e, come ogni festa religiosa che si rispetti, porta con sé un carico di ricette tipiche da gustare proprio in quei giorni.

Il sapore delle tradizioni vi propone oggi le crespelle di San Giuseppe alla Messinese.

Sembra quasi di sentirlo già l’odore di fritto e lo sfrigolio delle padelle in azione per preparare montagne di crespelle da mangiare ben calde. L’uvetta è la star di questo dolce semplicissimo.

Pochi ingredienti e genuini, come vuole la tradizione più autentica.

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🫕Ingredienti:

🔸200g di farina
🔸10g di lievito di birra
🔸150g di acqua circa
🔸50g di uvetta
🔸Sale q.b.
🔸Zucchero q.b.

🥣Preparazione:

Preparare le crespelle è molto semplice. In una ciotola capiente versate 150 g di acqua tiepida. Sciogliete il lievito di birra aiutandovi con un cucchiaio di legno.

Aggiungete la farina a poco a poco, continuando a mescolare sempre col cucchiaio di legno. Dovete far incorporare la farina benissimo, in modo tale da non formare grumi. Proprio per questo motivo dovrete lavorare l’impasto molto energicamente.

È importante aggiungere la farina poco per volta. Aggiungete anche un pizzico di sale e continuate a mescolare. Se l’impasto risultasse troppo duro potete aggiungere ancora dell’acqua.

Alla fine dovrete ottenere un composto omogeneo, ma piuttosto molliccio.

Come potete capire dal video allegato, la consistenza sarà quella di una crema pasticcera ben compatta. Coprite con la pellicola trasparente e lasciate lievitare fino al raddoppio.

Nel frattempo mettete in ammollo l’uvetta. Quando l’impasto sarà lievitato aggiungete l’uva passa.

In un pentolino riscaldate abbondante olio di semi di arachidi. L’olio dovrà essere abbondante in quanto le crespelle dovranno essere totalmente immerse nell’olio bollente.

Aiutandovi con un cucchiaio versate l’impasto a cucchiaiate. Un cucchiaio corrisponderà ad una crespella.

A contatto con l’olio bollente le vostre crespelle si gonfieranno.

Fate dorare bene e togliete dal fuoco.

Dopo aver cucinato tutte le crespelle, cospargetele ad una ad una di zucchero semolato.

L’impasto non contiene zucchero appunto perché dopo le crespelle andranno tuffate nello zucchero.

Mangiate ben calde saranno ottime. 😋

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🫏 L’Asino per secoli è stato un protagonista fondamentale del mondo e della vita rurale ed è ancora oggi, in aree marginali, l’unico mezzo di trasporto e di supporto. In Sicilia l’asino #Ragusano è il frutto di incrocio con razze autoctone.

🏦 L’Istituto di Incremento Ippico di #Catania è riuscito a fissare dei caratteri peculiari e nel 1953 l’asino ragusano è stato riconosciuto ufficialmente ed è divenuta razza. L’asino ragusano ha un caratteristico mantello baio scuro con ventre “di biscia o di cervo”, muso grigio a peli rasati, criniera e coda nere, testa non pesante, profilo quasi rettilineo, fronte larga e piatta, occhi grandi cerchiati di pelo bianco, orecchie ben portate, dritte e di media lunghezza, groppa larga e arti robusti. Come la maggior parte delle razze locali di asini, oggi anche la ragusana è a rischio di estinzione: sono rimasti circa un migliaio di capi. L’asino è molto più longevo del cavallo: può raggiungere anche i 45 anni.

🥛 L’asino come animale da lavoro ormai è poco utilizzato, ma il suo latte, molto simile a quello umano e con caratteristiche ipoallergeniche è ricercato per i neonati che soffrono di problemi di intolleranze o che non si adattano al latte artificiale. Il 5-10% dei neonati, nei primi mesi di vita, presenta intolleranze al latte vaccino. In questi casi normalmente si propone in alternativa il latte di soia. Ma quello di asina ha un contenuto medio di caseina e albumine simile a quello del latte umano ed è gradevole, perché è ricco di lattosio (che favorisce anche l’assorbimento
intestinale del calcio, stimolando la mineralizzazione ossea nei primi mesi di vita).

Standard di razza - Asino Ragusano

1) AREA DI ORIGINE: i territori dei Comuni di Ragusa, #Modica, #Scicli e S.Croce Camerina (Regione Sicilia).

2) ATTITUDINE: soma, tiro e produzione mulina.

3) CARATTERI TIPICI: a) mantello: baio scuro, con ventre grigio chiaro esteso anteriormente e posteriormente alle facce interne degli arti fino ai due terzi dell’avambraccio e della coscia; focatura agli occhi, infarinatura del muso con peli rasati ben delimitato fin sopra le narici con sfumature focate; criniera e coda nere. b) conformazione: - testa: non pesante, con bella espressione, a profilo quasi rettilineo, con fronte larga e piatta, orecchie ben portate e di giusta lunghezza, occhi grandi a fior di testa - collo: ben attaccato alla testa ed alle spalle, muscoloso; - spalla: lievemente diritta e ben attaccata; - garrese: poco rilevato; - linea dorso-lombare: diritta; - lombi: larghi e bene attaccati; - groppa: larga; - petto: largo; - torace: ben attaccato; - arti: avambraccio muscoloso, stinco e pastoia di media lunghezza, garretti larghi; - articolazioni: ampie, robuste; - andature: normali; - appiombi: regolari - piede: ben conformato con unghia dura e nera. c) temperamento: nevrile ed energico.

4) DATI BIOMETRICI: (espressi in cm.)
Altezza al garrese: - Maschi 138 cm - Femmine 130 cm
Circonferenza toracica: - Maschi 150 cm - Femmine 142 cm
Circonferenza stinco: - Maschi 18 cm - Femmine 17 cm.

5) DIFETTI CHE COMPORTANO L’ESCLUSIONE DAL REGISTRO ANAGRAFICO: - Mantello: diverso da quello tipico, criniera grigia; - Balzane: zoccoli con unghie chiare, tenera o inclini a scheggiarsi; - Testa: muso nero, labbra cadenti; - Occhi: occhio porcino. - Taglia: marcatamente diversa dallo standard.

💻 INFO

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I fiumi Ciane e Anapo sono legati da una leggenda, che si ricollega al mito di Persefone e del suo rapimento ad opera di Ade.

Persefone, figlia di Zeus e di Demetra, dea della vegetazione e dell'agricoltura, era intenta a cogliere fiori insieme ad alcune ninfe presso le rive del lago Pergusa (vicino ad Enna). Improvvisamente, dal suo regno sotterraneo sbucò fuori Ade, innamorato della fanciulla, che per non perdere tempo in corteggiamenti e soprattutto per evitare di chiedere la mano di Persefone al fratello Zeus, decise di rapirla.

Fu la ninfa Ciane a reagire al rapimento aggrappandosi al cocchio di Ade nel tentativo disperato di trattenerlo. Il Dio incollerito, la percosse col suo scettro trasformandola in una doppia sorgente dalle acque color turchino (cyanos in Greco vuol dire appunto turchino).

Il giovane Anapo, innamorato della ninfa Ciane vistosi liquefare la fidanzata, si fece mutare anch'egli nel fiume che ancor oggi, al termine del suo percorso si unisce nelle acque al Ciane, per versasi nel Porto Grande di Siracusa.

Diodoro Siculo parlando del viaggio in Sicilia di Eracle racconta del suo arrivo a Siracusa, in cui per onorare Persefone e Ciane sacrificò un toro proprio alla fonte del fiume Ciane, ordinando ai cittadini di compiere ogni anno lo stesso gesto.

« Adunque Ercole avendo fatto il giro intorno alla Sicilia, siccome si è detto, ed arrivato alla città, che ora è de' Siracusani , ove intese quanto riguardava il ratto di Proserpina, offrì solenni voti alle dee, ed immolato in Ciane un bellissimo toro, insegnò agli abitanti come dovessero celebrare presso Ciane l'anniversario rito, e la festa solenne di tal sacrifizio.
Quindi voltosi nell'interno col suo armento, con gran battaglia conquise i Sicani, che gli si opponevano in molta forza, ed assaissimi ne uccise... »

Probabilmente dietro questo mito si nasconde l'antico ricordo di sacrifici umani compiuti presso la fonte dato che in questo passo l'allusione sembra evidente:
« ...raccontasi, che Plutone, dopo aver rapita Core, cioè la fanciulla, che così chiamano la figlia di Cerere, avendola portata sul suo carro sino a Siracusa, aperta la terra scese bensì con essa all'Orco, ma fece sorgere allora il fonte detto di Ciane, a cui ogni anno i Siracusani celebrano una solenne panegiri, nella quale privatamente si sacrificano vittime minori; ma pubblicamente i sacrifizj si celebrano col sommergere nel lago de' tori. E fu Ercole, che introdusse quest'uso, quando scorse tutta la Sicilia cogli armenti di Gerione. »

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