♡ Sicilia Terra Mia ♡
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La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

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IL SICILIANO DELLA SICILIA NOBILE

Francesco Maria Emanuele Gaetani, Marchese di Villabianca, nacque a #Palermo il 12 marzo 1720 da famiglia nobile originaria di Spagna trapiantatasi in Sicilia nel 1282 ai tempi del re Pietro d’Aragona.

👨‍👦Figlio di Benedetto Emanuele e di Cassandra Gaetani #Alliata, fu senatore di Palermo nel 1775-76 e commissario generale nel Regno di Sicilia.

👰Sposa a Palermo il 15 febbraio 1744 la nobildonna Zenobia Vanni e Zappino dei Marchesi di #Roccabianca.

Fu uno storico siciliano che sin da giovane si appassionò alla storia di Palermo e della Sicilia divenendo autore di un opera particolarmente apprezzata fra il 1754 e il 1755 che si articolava in 6 volumi dal titolo: Della Sicilia nobile.

📋La sua passione per la Storia della Sicilia lo portò a studiare con dedizione gli archivi pubblici e privati.
La mole di lavoro frutto dei sui studi, lo portarono a realizzare una enorme biblioteca personale.

⚰️Alla sua morte lasciò la sua raccolta di libri e manoscritti alla città di Palermo e oggi si trovano conservati presso la Biblioteca Comunale di Palermo e raccolti nei 25 volumi dei Diari palermitani (1743-1802) in parte pubblicati, a cura di Gioacchino Di Marzo, nella Biblioteca Storica e Letteraria di Sicilia.

📓Nei Diari palermitani si occupò di descrivere minuziosamente la storia degli avvenimenti di Palermo dal 1743 al 1802.
Da stimato uomo di cultura ricoprì numerosi pubblici incarichi: fu Governatore della Compagnia della Carità, più volte Governatore del Monte di Pietà e del Real Albergo dei Poveri, Rettore dell’Ospedale degli Incurabili, Priore del Consolato del Commercio, Senatore di Palermo e Commissario Generale di Sanità a #Partinico.
Nel 1779 Ferdinando III di Borbone gli conferì il titolo di Conte di #Belforte e fu insignito dell’elogio di “benemerito della patria”.

🖨️Negli anni 1754-59 diede alle stampe la sua opera principale, “La Sicilia Nobile”, di 5 volumi più appendice, frutto di un rilevante e rigoroso impegno di ricerca attorno alle città demaniali e alle terre baronali, alle magistrature dell’Isola, alle nobili famiglie, ai feudi e alle investiture.
Il successo che ebbe a livello europeo questa operazione lo indussero a pubblicare altre opere come le “Notizie storiche intorno agli antichi uffizi del regno di Sicilia”, nelle quali trattò della istituzione e della evoluzione delle principali magistrature pubbliche introdotte dai Normanni.
Fra le opere che meritano attenzione vi sono i 48 volumi di “Opuscoli palermitani” oltre ad una serie di operette minori come Palermo d’oggigiorno”.
Morì nel 1802 e il suo corpo si trova nel #Pantheon di S. Domenico a Palermo.

💻 Fonte

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📍Giardino Bellini

ll Giardino Bellini, noto ai catanesi come Villa Bellini, è il principale polmone verde del centro cittadino.

🌳All’interno dei suoi grandi spazi si svolgono manifestazioni musicali e sportive, e conserva un ampio patrimonio botanico.

🌴Con oltre 106 specie di alberi, arbusti e piante, è il luogo perfetto in cui rifugiarsi dal trambusto urbano.

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📍CASCATA DELLE DUE ROCCHE

Fra le più belle cascate a molti sconosciute, racchiuse in un piccolo paradiso naturalistico che conserva una dimensione ancora incantata: la CASCATA DELLE DUE ROCCHE, a CORLEONE, in provincia di Palermo.

Alta circa 12 metri, si trova a pochi passi dal centro storico in un contesto che per le sue caratteristiche morfologiche è chiamato Canyon e sul quale si possono ammirare anche i resti di un ACQUEDOTTO di origine medievale.

Inoltre ai piedi della cascata si trova un MULINO AD ACQUA.

Un luogo magico, dove si sente solo il fruscio costante dell’acqua che scorre ed il cinguettio degli uccellini.

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Ecco un’antica ricetta delle crespelle di San Giuseppe alla Messinese.

Mancano ormai pochissimi i giorni alla festa di San Giuseppe. Il 19 marzo è alle porte e, come ogni festa religiosa che si rispetti, porta con sé un carico di ricette tipiche da gustare proprio in quei giorni.

Il sapore delle tradizioni vi propone oggi le crespelle di San Giuseppe alla Messinese.

Sembra quasi di sentirlo già l’odore di fritto e lo sfrigolio delle padelle in azione per preparare montagne di crespelle da mangiare ben calde. L’uvetta è la star di questo dolce semplicissimo.

Pochi ingredienti e genuini, come vuole la tradizione più autentica.

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🫕Ingredienti:

🔸200g di farina
🔸10g di lievito di birra
🔸150g di acqua circa
🔸50g di uvetta
🔸Sale q.b.
🔸Zucchero q.b.

🥣Preparazione:

Preparare le crespelle è molto semplice. In una ciotola capiente versate 150 g di acqua tiepida. Sciogliete il lievito di birra aiutandovi con un cucchiaio di legno.

Aggiungete la farina a poco a poco, continuando a mescolare sempre col cucchiaio di legno. Dovete far incorporare la farina benissimo, in modo tale da non formare grumi. Proprio per questo motivo dovrete lavorare l’impasto molto energicamente.

È importante aggiungere la farina poco per volta. Aggiungete anche un pizzico di sale e continuate a mescolare. Se l’impasto risultasse troppo duro potete aggiungere ancora dell’acqua.

Alla fine dovrete ottenere un composto omogeneo, ma piuttosto molliccio.

Come potete capire dal video allegato, la consistenza sarà quella di una crema pasticcera ben compatta. Coprite con la pellicola trasparente e lasciate lievitare fino al raddoppio.

Nel frattempo mettete in ammollo l’uvetta. Quando l’impasto sarà lievitato aggiungete l’uva passa.

In un pentolino riscaldate abbondante olio di semi di arachidi. L’olio dovrà essere abbondante in quanto le crespelle dovranno essere totalmente immerse nell’olio bollente.

Aiutandovi con un cucchiaio versate l’impasto a cucchiaiate. Un cucchiaio corrisponderà ad una crespella.

A contatto con l’olio bollente le vostre crespelle si gonfieranno.

Fate dorare bene e togliete dal fuoco.

Dopo aver cucinato tutte le crespelle, cospargetele ad una ad una di zucchero semolato.

L’impasto non contiene zucchero appunto perché dopo le crespelle andranno tuffate nello zucchero.

Mangiate ben calde saranno ottime. 😋

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🫏 L’Asino per secoli è stato un protagonista fondamentale del mondo e della vita rurale ed è ancora oggi, in aree marginali, l’unico mezzo di trasporto e di supporto. In Sicilia l’asino #Ragusano è il frutto di incrocio con razze autoctone.

🏦 L’Istituto di Incremento Ippico di #Catania è riuscito a fissare dei caratteri peculiari e nel 1953 l’asino ragusano è stato riconosciuto ufficialmente ed è divenuta razza. L’asino ragusano ha un caratteristico mantello baio scuro con ventre “di biscia o di cervo”, muso grigio a peli rasati, criniera e coda nere, testa non pesante, profilo quasi rettilineo, fronte larga e piatta, occhi grandi cerchiati di pelo bianco, orecchie ben portate, dritte e di media lunghezza, groppa larga e arti robusti. Come la maggior parte delle razze locali di asini, oggi anche la ragusana è a rischio di estinzione: sono rimasti circa un migliaio di capi. L’asino è molto più longevo del cavallo: può raggiungere anche i 45 anni.

🥛 L’asino come animale da lavoro ormai è poco utilizzato, ma il suo latte, molto simile a quello umano e con caratteristiche ipoallergeniche è ricercato per i neonati che soffrono di problemi di intolleranze o che non si adattano al latte artificiale. Il 5-10% dei neonati, nei primi mesi di vita, presenta intolleranze al latte vaccino. In questi casi normalmente si propone in alternativa il latte di soia. Ma quello di asina ha un contenuto medio di caseina e albumine simile a quello del latte umano ed è gradevole, perché è ricco di lattosio (che favorisce anche l’assorbimento
intestinale del calcio, stimolando la mineralizzazione ossea nei primi mesi di vita).

Standard di razza - Asino Ragusano

1) AREA DI ORIGINE: i territori dei Comuni di Ragusa, #Modica, #Scicli e S.Croce Camerina (Regione Sicilia).

2) ATTITUDINE: soma, tiro e produzione mulina.

3) CARATTERI TIPICI: a) mantello: baio scuro, con ventre grigio chiaro esteso anteriormente e posteriormente alle facce interne degli arti fino ai due terzi dell’avambraccio e della coscia; focatura agli occhi, infarinatura del muso con peli rasati ben delimitato fin sopra le narici con sfumature focate; criniera e coda nere. b) conformazione: - testa: non pesante, con bella espressione, a profilo quasi rettilineo, con fronte larga e piatta, orecchie ben portate e di giusta lunghezza, occhi grandi a fior di testa - collo: ben attaccato alla testa ed alle spalle, muscoloso; - spalla: lievemente diritta e ben attaccata; - garrese: poco rilevato; - linea dorso-lombare: diritta; - lombi: larghi e bene attaccati; - groppa: larga; - petto: largo; - torace: ben attaccato; - arti: avambraccio muscoloso, stinco e pastoia di media lunghezza, garretti larghi; - articolazioni: ampie, robuste; - andature: normali; - appiombi: regolari - piede: ben conformato con unghia dura e nera. c) temperamento: nevrile ed energico.

4) DATI BIOMETRICI: (espressi in cm.)
Altezza al garrese: - Maschi 138 cm - Femmine 130 cm
Circonferenza toracica: - Maschi 150 cm - Femmine 142 cm
Circonferenza stinco: - Maschi 18 cm - Femmine 17 cm.

5) DIFETTI CHE COMPORTANO L’ESCLUSIONE DAL REGISTRO ANAGRAFICO: - Mantello: diverso da quello tipico, criniera grigia; - Balzane: zoccoli con unghie chiare, tenera o inclini a scheggiarsi; - Testa: muso nero, labbra cadenti; - Occhi: occhio porcino. - Taglia: marcatamente diversa dallo standard.

💻 INFO

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