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"Sangu miu" lo diceva persino Dante: quello che non sai di un detto (non solo) siciliano
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📍Sperlinga
Sperlinga è annoverata tra i borghi più suggestivi d’Italia, trovandosi tra i Monti Nebrodi e le Madonie.
Il suo castello rappresenta un esempio singolare di architettura rupestre, parzialmente scavato nella roccia e probabilmente risalente a un’epoca anteriore alla presenza dei Siculi, tra il XII e l’VIII secolo a.C.
Una parte della fortezza è stata costruita intorno al 1080, integrandosi armoniosamente con il terreno roccioso circostante.
🎥 @damiano_verso
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Sperlinga è annoverata tra i borghi più suggestivi d’Italia, trovandosi tra i Monti Nebrodi e le Madonie.
Il suo castello rappresenta un esempio singolare di architettura rupestre, parzialmente scavato nella roccia e probabilmente risalente a un’epoca anteriore alla presenza dei Siculi, tra il XII e l’VIII secolo a.C.
Una parte della fortezza è stata costruita intorno al 1080, integrandosi armoniosamente con il terreno roccioso circostante.
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Il più grande Museo del mondo.
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Esistono in Sicilia centinaia e centinaia di "magazzini archeologici" impossibili da elencare. Sapete per esempio che nel "real albergo delle povere" di Palermo gli scantinati contengono una gran quantità di reperti provenienti da Himera, compresi quelli dell'epico esercito della battaglia di Himera.
I magazzini di Tindaris, poi, esplodono letteralmente (le porte si riescono a chiudere a malapena) di reperti nè classificati nè riassemblati. La quantità di vasellame e di elementi di statue, in questo sito, può riempire non un solo museo, ma almeno 20.
Dobbiamo anche dire che grazie a questi magazzini, una vasta quantità del nostro patrimonio è salvo dai mercenari, i tombaroli e i collezionisti fraudolenti.
Portare dentro a delle teche queste meraviglie della storia sarebbe un'immensa opera di riqualificazione che darebbe vita a musei, operatori, università, manodopera, lavoro.
Sarebbe il più grande museo reticolare del mondo.
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I magazzini di Tindaris, poi, esplodono letteralmente (le porte si riescono a chiudere a malapena) di reperti nè classificati nè riassemblati. La quantità di vasellame e di elementi di statue, in questo sito, può riempire non un solo museo, ma almeno 20.
Dobbiamo anche dire che grazie a questi magazzini, una vasta quantità del nostro patrimonio è salvo dai mercenari, i tombaroli e i collezionisti fraudolenti.
Portare dentro a delle teche queste meraviglie della storia sarebbe un'immensa opera di riqualificazione che darebbe vita a musei, operatori, università, manodopera, lavoro.
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Quando in Sicilia c'era il "pasticcio di sostanza": la ricetta (dei nobili) dimenticata
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Quando in Sicilia c'era il "pasticcio di sostanza": la ricetta (dei nobili) dimenticata
La ricetta in due versioni di una delle pietanze dell'800, che dopo aver goduto di grande successo per un certo periodo di tempo, è finita poi per scomparire Il pasticcio di sostanza Il pasticcio di sostanza – da non confondersi col pasticcio del Gattopardo…
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Sapevate che all'interno del giardino pubblico di #Taormina si possono ammirare anche le cosiddette “Victorian Follies”?
Sono costruzioni fantastiche dall’evidente influenza orientale, dove Lady Florence Trevelayan amava accogliere i suoi ospiti o appartarsi per dipingere.
📷 Pio Andrea Peri Photography
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QUANDO LA CASA DEI NONNI SI CHIUDE
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“Uno dei momenti più tristi della nostra vita é quando la porta della casa dei nonni si chiude per sempre. Una volta chiusa quella porta non ci saranno più i pomeriggi felici con zii, cugini, nipoti, genitori fratelli e sorelle. Ve lo ricordate? Non era necessario andare al ristorante la domenica. Si andava a casa dei nonni.
A Natale la nonna bucava l’ozono con le sue fritture mentre il nonno si dedicava all’arrosto facendo puntualmente bruciare la canna fumaria. La tavola era lunghissima e veniva apparecchiata nella stanza più grande. Adesso la casa è chiusa ed è rimasta soltanto la polvere. Un cartello vendesi. Nessuno la vuole quella casa. È vecchia. Va ristrutturata. Costa troppo. Ma che ne sapete di quanto vale la casa dei nonni. La casa dei nonni non ha un valore. E così passano gli anni. Non ci sono più regali da scartare. Frittate da mangiare. Verdure da pulire.
Quando la casa dei nonni si chiude ci ritroviamo adulti senza capire quando abbiamo smesso di essere bambini. Certo per i nonni saremo sempre piccoli e indifesi. Sempre. I nonni avevano sempre il caffè pronto. La pasta. Il vino. Le caramelle. Poi finisce tutto. Non ci sono più le canzoni. Non si fa più la pasta fatta in casa. La nonna non friggerà più le patatine e io non potrò più rubarle di nascosto dal forno. Siete andati via troppo presto porca miseria.
Io volevo fare la salsa ancora una volta. Il mirto. Le chiacchiere. E il liquore all’alloro. Io volevo ancora accatastare la legna con te nonno, anzi grazie per avermelo insegnato. E grazie per gli insegnamenti sulla vita. E sulla campagna. E sul giardinaggio.
Ora quando passo guardo quella casa e mi viene sempre l’abitudine di parcheggiare. E di buttare giù il campanello. E di sentire la nonna gridare che porco giuda non sono modi quelli. Scusa nonna. Non suonerò più il campanello. Al massimo quando mi capiterà di pensarvi di nuovo, come ora, canterò una canzone. Quella preferita dal nonno. Un amore così grande. ❤
"Tratto da: Viva gli anni '90"
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A Natale la nonna bucava l’ozono con le sue fritture mentre il nonno si dedicava all’arrosto facendo puntualmente bruciare la canna fumaria. La tavola era lunghissima e veniva apparecchiata nella stanza più grande. Adesso la casa è chiusa ed è rimasta soltanto la polvere. Un cartello vendesi. Nessuno la vuole quella casa. È vecchia. Va ristrutturata. Costa troppo. Ma che ne sapete di quanto vale la casa dei nonni. La casa dei nonni non ha un valore. E così passano gli anni. Non ci sono più regali da scartare. Frittate da mangiare. Verdure da pulire.
Quando la casa dei nonni si chiude ci ritroviamo adulti senza capire quando abbiamo smesso di essere bambini. Certo per i nonni saremo sempre piccoli e indifesi. Sempre. I nonni avevano sempre il caffè pronto. La pasta. Il vino. Le caramelle. Poi finisce tutto. Non ci sono più le canzoni. Non si fa più la pasta fatta in casa. La nonna non friggerà più le patatine e io non potrò più rubarle di nascosto dal forno. Siete andati via troppo presto porca miseria.
Io volevo fare la salsa ancora una volta. Il mirto. Le chiacchiere. E il liquore all’alloro. Io volevo ancora accatastare la legna con te nonno, anzi grazie per avermelo insegnato. E grazie per gli insegnamenti sulla vita. E sulla campagna. E sul giardinaggio.
Ora quando passo guardo quella casa e mi viene sempre l’abitudine di parcheggiare. E di buttare giù il campanello. E di sentire la nonna gridare che porco giuda non sono modi quelli. Scusa nonna. Non suonerò più il campanello. Al massimo quando mi capiterà di pensarvi di nuovo, come ora, canterò una canzone. Quella preferita dal nonno. Un amore così grande. ❤
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