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Quando si pensa a Raffaello Sanzio in Sicilia, è inevitabile ricordare il celebre dipinto "Lo spasimo di Sicilia". Ma cosa direste se vi dicessi che potrebbe esserci un'altra traccia di Raffaello nel cuore di Palermo? 🎨✨
Nei magnifici saloni di Palazzo Comitini in via Maqueda, sede della Città Metropolitana di Palermo, proprio alle spalle della scrivania del sindaco è appeso un dipinto con Madonna e bambinobdi autore ignoto. Ma potrebbe avere "lo zampino" di Raffaello 🖌🔎
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#Palermo #sicilia #arte #arteitaliana #raffaello
Nei magnifici saloni di Palazzo Comitini in via Maqueda, sede della Città Metropolitana di Palermo, proprio alle spalle della scrivania del sindaco è appeso un dipinto con Madonna e bambinobdi autore ignoto. Ma potrebbe avere "lo zampino" di Raffaello 🖌🔎
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Anche One Piece si ispira alla Sicilia: quali sono i personaggi e i luoghi "rubati" all'Isola
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Anche One Piece si ispira alla Sicilia: quali sono i personaggi e i luoghi "rubati" all'Isola
Tra le tante idee, nel corso degli anni, ci sono alcuni personaggi e alcuni luoghi che si sono ispirati dichiaratamente ai nostri costumi e alla nostra regione. Ecco quali Una scena tratta dalla serie tv " One Piece" One Piece è l’ultima serie uscita su Netflix…
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📍Teatro Massimo Bellini Catania
🎥Regia e Fotografia di Renato
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📍 Castello Di Schisò
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Edrisi, geografo di Ruggero II, nel 1154 descriveva “Al Qusûs” – nome di origine araba che significa torace e da cui deriva l’attuale toponimo Schisò- come un attivo porto commerciale che esportava i prodotti agricoli dell’entroterra e funzionava da scalo nella rotta Messina-Catania.
Il Castello di Schisò, ubicato sopra un modesto rilievo formato da una colata lavica di età preistorica, era una costruzione militare che controllava l’accesso alla baia di Giardini Naxos.
La fase più antica del Castello risale all’epoca tardo medievale (secoli XIII-XIV) e di questo periodo rimangono due torri cilindriche a scarpata che fanno ipotizzare un complesso militare quadrangolare fortificato di tipo angioino con quattro torri circolari collegate fra loro da alte mura.
Nel ‘500 il complesso, in seguito agli attacchi pirateschi, venne rimaneggiato: oltre alla costruzione della torre quadrangolare con i beccatelli lavici e al nucleo residenziale oggi visibili dal lungomare, il castello incorporò al suo interno un impianto per la lavorazione della canna da zucchero che veniva prodotta nella zona.
Una terza e ultima fase costruttiva si ebbe alla fine dell ’800: quando la facciata che prospettava sul lungomare venne ingentilita da una serie di balconi secondo una tipologia adottata per i palazzi di civile abitazione.
Il primo proprietario di cui si ha notizia, fu nel 1582 don Cesare Statella, nobiluomo catanese; in seguito la proprietà passò prima ai De Spuches, marchesi di Schisò e Gaggi e dopo, verso la metà del 1800 , a Giovanni Conti, ricco borghese di Messina.
Il castello successivamente appartenne alla casata dei Lombardo Alonço fino agli inizi del 1900 quando passò alla famiglia Paladino che ancora oggi ne è proprietaria.
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Il Castello di Schisò, ubicato sopra un modesto rilievo formato da una colata lavica di età preistorica, era una costruzione militare che controllava l’accesso alla baia di Giardini Naxos.
La fase più antica del Castello risale all’epoca tardo medievale (secoli XIII-XIV) e di questo periodo rimangono due torri cilindriche a scarpata che fanno ipotizzare un complesso militare quadrangolare fortificato di tipo angioino con quattro torri circolari collegate fra loro da alte mura.
Nel ‘500 il complesso, in seguito agli attacchi pirateschi, venne rimaneggiato: oltre alla costruzione della torre quadrangolare con i beccatelli lavici e al nucleo residenziale oggi visibili dal lungomare, il castello incorporò al suo interno un impianto per la lavorazione della canna da zucchero che veniva prodotta nella zona.
Una terza e ultima fase costruttiva si ebbe alla fine dell ’800: quando la facciata che prospettava sul lungomare venne ingentilita da una serie di balconi secondo una tipologia adottata per i palazzi di civile abitazione.
Il primo proprietario di cui si ha notizia, fu nel 1582 don Cesare Statella, nobiluomo catanese; in seguito la proprietà passò prima ai De Spuches, marchesi di Schisò e Gaggi e dopo, verso la metà del 1800 , a Giovanni Conti, ricco borghese di Messina.
Il castello successivamente appartenne alla casata dei Lombardo Alonço fino agli inizi del 1900 quando passò alla famiglia Paladino che ancora oggi ne è proprietaria.
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🗞️ La classifica delle città italiane per ore di sole: Catania in pole
📖 E' stata stilata la classifica della media mensile delle ore di sole delle città italiane: la Sicilia è presente con Catania, Palermo e Messina
👉🏼 Commenti 👉🏼 Canale
👉🏼 Paesi Etnei 👉🏼 Fonte Cataniatoday
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CataniaToday
La classifica delle città italiane per ore di sole: Catania in pole
E' stata stilata la classifica della media mensile delle ore di sole delle città italiane: la Sicilia è presente con Catania, Palermo e Messina
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"Sangu miu" lo diceva persino Dante: quello che non sai di un detto (non solo) siciliano
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📍Sperlinga
Sperlinga è annoverata tra i borghi più suggestivi d’Italia, trovandosi tra i Monti Nebrodi e le Madonie.
Il suo castello rappresenta un esempio singolare di architettura rupestre, parzialmente scavato nella roccia e probabilmente risalente a un’epoca anteriore alla presenza dei Siculi, tra il XII e l’VIII secolo a.C.
Una parte della fortezza è stata costruita intorno al 1080, integrandosi armoniosamente con il terreno roccioso circostante.
🎥 @damiano_verso
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Sperlinga è annoverata tra i borghi più suggestivi d’Italia, trovandosi tra i Monti Nebrodi e le Madonie.
Il suo castello rappresenta un esempio singolare di architettura rupestre, parzialmente scavato nella roccia e probabilmente risalente a un’epoca anteriore alla presenza dei Siculi, tra il XII e l’VIII secolo a.C.
Una parte della fortezza è stata costruita intorno al 1080, integrandosi armoniosamente con il terreno roccioso circostante.
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