♡ Sicilia Terra Mia ♡
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La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

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📌 C’è un angolo di Sicilia, nell’entroterra, sui Monti Iblei, che fa parte de I Borghi più Belli d’Italia che oggi ci strizza l’occhiolino.

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Si chiama Buccheri e si trova nel Siracusano a 987 metri di altezza.

II mito racconta del pastore Dafni che qui pascolava i suoi armenti e quelli degli dei, al suono del flauto. Nel territorio si insediarono nel corso dei secoli Siculi, Romani, Bizantini ed Arabi. Furono i Normanni a colonizzare queste terre e a edificare il castello sul colle.

Le sue incantevoli stradine lastricate, i suoi antichi palazzi, raccontano un passato ricco di storia e cultura. Uliveti e vigneti incorniciano paesaggi mozzafiato, regalando emozioni uniche e tradizioni enogastronomiche. L’Olio extravergine di oliva con “Monocultivar Tonda Iblea”, olio fruttato che, nel 2015 decreta Buccheri “Capitale Mondiale dell’Olio Extravergine di qualità”.

📍 Il Borgo recentemente è stato premiato anche come “Miglior Destinazione Culinaria nel Mondo”. Per i buongustai un alternarsi di sapori intensi e ricercati, dai salumi alle olive, i funghi, la salsiccia e poi ancora pani co pipi, pani cu l’uovu, l’uliva nera e l’uliva a puddascedda, tutti piatti della tradizione agroalimentare. Buccheri è anche il paese delle Niviere, strettamente legate agli usi ed ai costumi degli abitanti fino alla seconda metà del 900.

La bellezza dell’architettura religiosa è espressa dalle sue antiche e scenografiche Chiese.

👉 Per gli amanti del trekking e degli sport outdoor, desiderosi di esplorare luoghi nascosti e incontaminati, le “Gole della Stretta”, meraviglia geocarsica.

Buccheri rappresenta un luogo autentico, capace di affascinare i suoi innumerevoli ospiti con tutte le sue svariate e interessanti sfaccettature.

Lo conoscevate già?

🤝 Comune di Buccheri
Alessandro Caiazzo

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Euno 

Euno fu lo schiavo siciliano che guidò la prima guerra servile che scoppiò in Sicilia nella città di Enna nel 136 a.C.

Monumento a Euno, Enna, Castello di Lombardia.

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La rivolta esplose nelle terre del possidente Damofilo che, favorendo i Romani, cercava di ottenere la cittadinanza romana per sfruttare meglio gli schiavi; Euno era ridotto in schiavitù nei suoi possedimenti, nei pressi di Enna; Damofilo fu ucciso, ed Euno fu proclamato Re:organizzò la sua corte sul modello di quelle delle monarchie ellenistiche, si fece chiamare Antioco, nome comune nella dinastia siriana dei Seleucidi, e coniò anche monete con la sua effigie e altre figure. Rimase comunque un personaggio ambiguo, tra il ciarlatano e il profeta, legittimando la propria regalità mediante presunti contatti con la dea siriaca Atagartis che gli sarebbe apparsa in sogno.

L'insurrezione si estese e il mandriano Cleone, dopo aver sollevato i siciliani ridotti in schiavitù nella zona di Agrigento, riconobbe Euno come re. L'esercito ribelle espugnò Morgantina (presso Aidone) e Taormina e continuò ad aumentare, arrivando, sembra, a contare 200.000 uomini. La guerra di liberazione degli schiavi fu totale: sconfissero più volte le legioni romane, fino al 133/132 a.C. e buttarono a mare i rinforzi inviati da Roma; quando la guerra in Lusitania fu sospesa il console Publio Rupilio fu inviato in Sicilia e gli ex schiavi siciliani accorsero a Messina per difendere la porta della Sicilia.

Ottomila ribelli morirono nella battaglia dello stretto per cercare di impedire l'ingresso in città dei Romani che, quando vi entrarono, crocifissero altre 8.000 persone. A Taormina Pisone non riuscì a superare le difese naturali della città. Rupilio, dopo aver assediato la popolazione sino alla fame, promise loro la salvezza dopo la resa. Non fu di parola: dopo essere entrato in città fece precipitare tutti i cittadini dalla rupe. Ad Enna fu compiuta la più grande strage che la Sicilia ricordi: 20.000 cittadini furono trucidati dentro le mura dopo una strenua resistenza.

Euno fu catturato e rinchiuso in carcere a Morgantina dove morì in prigionia.

«Duemila anni prima che Abramo Lincoln liberasse l’infelice turba dei negri, l’umile schiavo Euno, da questa sicana fortezza, arditamente lanciava il grido di libertà per i suoi compagni d’avventura, il diritto affermando di ogni uomo a nascere libero ed anche a liberamente morire»
(Epigrafe della statua di Euno, eretta a Enna nel 1960 e collocata nel piazzale antistante il Castello di Lombardia)

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🗻Per noi Siciliani, l’Etna rappresenta molto più di un semplice vulcano. È un punto di riferimento che permea la nostra cultura e la nostra identità.

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🏔️Come gli antichi guardavano la luna e le stelle, noi guardiamo con ammirazione e rispetto verso la madre Etna. Da sempre, è stata protagonista dei racconti più epici, musa per artisti, ispirazione per poeti e fonte di miti e leggende.

🌋La sua maestosità e imponenza ci incantano e ci riempiono di orgoglio, mentre la sua attività vulcanica ci ricorda la forza e la potenza della natura. Ogni eruzione è un evento che attira l’attenzione di tutto il mondo, e noi siciliani siamo fortunati ad averla come sfondo nella nostra vita quotidiana.

🔥L’Etna è un vero e proprio tesoro che ci regala paesaggi mozzafiato, con i suoi crateri fumanti, i suoi fiumi di lava e le sue colate che si estendono fino al mare. È un luogo magico, dove la terra sembra prendere vita.

📽️Per noi, content creator e travel blogger, l’Etna rappresenta una fonte inesauribile di ispirazione e un luogo privilegiato per creare contenuti unici e indimenticabili.

🧗‍♀️Hai mai sognato di visitare l’Etna e vivere un’esperienza unica sulla sua maestosa cima?

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La prima Luna a falcetto tramonta sulla basilica di San Giuliano di Caltagirone, città facente parte del Val di Noto insignito del riconoscimento di “sito patrimonio dell’umanità”.

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Da parte dell’Unesco per l’unicità del suo stile architettonico ovvero il barocco siciliano.

La chiesa ha origini tardo medievali ma è stata oggetto di significativi interventi di ripristino a causa dei terremoti che hanno devastato la Sicilia orientale con particolar riferimento a quello avvenuto nel 1693.

Inserita nel contesto del centro storico, la chiesa si eleva in tutta la sua bellezza grazie al campanile alto 48 mt e la cupola rivestita di maioliche per le quali la città di Caltagirone è famosa.

È stato emozionante assistere al tramonto della Luna sull’abitato cittadino seguendola nella sua lenta discesa finché non si è quasi magicamente incastrata perfettamente tra i due elementi architettonici.

Sulla destra invece spicca il campanile della chiesa del Gesù.

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“Uno dei momenti più tristi della nostra vita é quando la porta della casa dei nonni si chiude per sempre. Una volta chiusa quella porta non ci saranno più i pomeriggi felici con zii, cugini, nipoti, genitori fratelli e sorelle. Ve lo ricordate? Non era necessario andare al ristorante la domenica. Si andava a casa dei nonni.

A Natale la nonna bucava l’ozono con le sue fritture mentre il nonno si dedicava all’arrosto facendo puntualmente bruciare la canna fumaria. La tavola era lunghissima e veniva apparecchiata nella stanza più grande. Adesso la casa è chiusa ed è rimasta soltanto la polvere. Un cartello vendesi. Nessuno la vuole quella casa. È vecchia. Va ristrutturata. Costa troppo. Ma che ne sapete di quanto vale la casa dei nonni. La casa dei nonni non ha un valore. E così passano gli anni. Non ci sono più regali da scartare. Frittate da mangiare. Verdure da pulire.

Quando la casa dei nonni si chiude ci ritroviamo adulti senza capire quando abbiamo smesso di essere bambini. Certo per i nonni saremo sempre piccoli e indifesi. Sempre. I nonni avevano sempre il caffè pronto. La pasta. Il vino. Le caramelle. Poi finisce tutto. Non ci sono più le canzoni. Non si fa più la pasta fatta in casa. La nonna non friggerà più le patatine e io non potrò più rubarle di nascosto dal forno. Siete andati via troppo presto porca miseria.

Io volevo fare la salsa ancora una volta. Il mirto. Le chiacchiere. E il liquore all’alloro. Io volevo ancora accatastare la legna con te nonno, anzi grazie per avermelo insegnato. E grazie per gli insegnamenti sulla vita. E sulla campagna. E sul giardinaggio.

Ora quando passo guardo quella casa e mi viene sempre l’abitudine di parcheggiare. E di buttare giù il campanello. E di sentire la nonna gridare che porco giuda non sono modi quelli. Scusa nonna. Non suonerò più il campanello. Al massimo quando mi capiterà di pensarvi di nuovo, come ora, canterò una canzone. Quella preferita dal nonno. Un amore così grande.

"Tratto da: Viva gli anni '90"

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