L'Etna ci riprova nuovamente.
Terra, fuoco, ghiaccio.
Nelle foto vediamo l'attività stromboliana che ci regala scenari incredibili 🌋
Appena dopo una settimana di tregua, dopo l'episodio parossistico del 12 novembre, il Cratere di Sud-Est ha ripreso la sua attività eruttiva.
Ecco come si presentava lo scenario il 23 Novembre ed il 24 illuminato dalla luce della luna e reso ancora più magico dalla neve fresca degli ultimi giorni.
Video e foto realizati da 👉🏻🎥@etnawalk📷
Post di👉🏻 @sicil-iaterramia
✍🏻@sicilianewseinfo
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🌅@cartolinesiciliaterramia
🌋#Etna 🌋#Stromboli
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Appena dopo una settimana di tregua, dopo l'episodio parossistico del 12 novembre, il Cratere di Sud-Est ha ripreso la sua attività eruttiva.
Ecco come si presentava lo scenario il 23 Novembre ed il 24 illuminato dalla luce della luna e reso ancora più magico dalla neve fresca degli ultimi giorni.
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📍 SS120 - La Strada dei Quattro Parchi.
Lo sapevi che in Sicilia c’è una strada che attraversa tutti i parchi naturali della regione? 🌳
🚙 Questo percorso di 215 km, noto come “La Strada dei Quattro Parchi,” ti condurrà attraverso il Parco Fluviale dell’Alcantara, il Parco dell’Etna, il Parco dei Nebrodi e il Parco delle Madonie.
Lungo la strada, potrai scoprire alcuni dei borghi più belli d’Italia, come Nicosia, Petralia Soprana e Gangi.
🏰 E se sei un appassionato di automobilismo, ti interesserà sapere che la SS120 si intreccia con la leggendaria Targa Florio, la corsa automobilistica più antica del mondo. 🏎️
🎥 @adventures_onthe_road
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Lungo la strada, potrai scoprire alcuni dei borghi più belli d’Italia, come Nicosia, Petralia Soprana e Gangi.
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In Sicilia esiste una "presenza" dimenticata: è un vecchio gigante che spicca nel verde
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In Sicilia esiste una "presenza" dimenticata: è un vecchio gigante che spicca nel verde
Questa costruzione, immersa nel silenzio di un paesaggio bucolico e in parte nell'oblio storico, un tempo fu "occhi e orecchie" dei cittadini di una città siciliana Torre Targetta (Siracusa) - foto di Antonio Randazzo Immersa nel silenzio di un paesaggio…
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Iris fritta: nascita, storia e ricetta di un emblema della colazione a Palermo
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Iris fritta: nascita, storia e ricetta di un emblema della colazione a Palermo
È senz’altro capace di dare uno sprint in più alle mattinate più pesanti e faticose dei palermitani, uno dei pezzi più amati della loro colazione, la giusta energia per affrontare l’intera giornata. In molti bar e pasticcerie serve arrivare puntuali, se volete…
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ACCADDE OGGI
L’AMARO CASO DELLA BARONESSA DI CARINI
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Addì 4 Dicembre 1563 - Viene uccisa Laura Lanza, figlia di Cesare, principe di Trabia.
La leggenda racconta che fu un frate del vicino convento ad informare Don Cesare ed il marito della baronessa che assieme prepararono l’assassinio. Fu preparato l’agguato e quando la spia si accorse che i due amanti stavano insieme, avvertì don Cesare Lanza, che corse nella stessa notte a Carini, accompagnato da una sua compagnia di cavalieri, e fatto circondare il castello, per evitare qualsiasi fuga dell’amante di sua figlia, vi irruppe all’improvviso, e sorpresili a letto, li uccise.
Si narra che Donna Laura Lanza a soli 14 anni andò sposa, per volere del padre, al barone di Carini Vincenzo La Grua, delusa dalla vita matrimoniale e dai continui abbandoni del marito impegnato nella cura della sua proprietà, la baronessa si innamora di Ludovico Vernagallo, e ne diventa l'amante.
Si racconta che ancora oggi, il fantasma di Donna Laura, si aggiri ancora senza pace nel castello. Storicamente, si sa che era noto a tutti la grande tenerezza di Laura per Ludovico Vernagallo, il casato dei La Grua aveva prevalso in quanto più ricco e potente. Esistono dei documenti dai quali risulta che il Viceré di Sicilia, informa, all'epoca, la Corte di Spagna che Cesare Lanza, barone di Trabia e conte di Mussomeli, ha ucciso la figlia Laura e Ludovico Vernagallo.
Questo documento avvalora l'atto di morte della baronessa, redatto il 4 Dicembre 1563 e si conserva nell'archivio della Chiesa Madre di Carini insieme a quello di Ludovico Vernagallo. Non esiste, invece, alcuna prova che tra Laura Lanza e Ludovico Vernagallo ci fosse qualcosa di diverso dall'amicizia. Ma nonostante la riservatezza d’obbligo, la notizia si divulgò lo stesso ed il "caso" della baronessa di Carini divenne di dominio pubblico.
Il Viceré immediatamente adottò per don Cesare Lanza ed il barone di Carini i provvedimenti previsti dalla legge: furono banditi ed i loro beni vennero sequestrati. Don Cesare Lanza si rivolse a re Filippo II, spiegò i motivi che lo avevano portato assieme al genero a trucidare i due amanti ed avvalendosi delle norme, in quel tempo in vigore, sulla flagranza dell’adulterio, chiese il perdono che gli fu accordato. Don Cesare Lanza riebbe i suoi beni; come scrisse il Dentici,"l’aristocrazia del tempo era al di sopra delle leggi e della giustizia".
Anche il barone di Carini, marito di Laura, fu assolto con formula piena, e visse indebitato sino alla sua morte, dopo avere portato al Monte dei Pegni gli ultimi gioielli della sua famiglia.
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La leggenda racconta che fu un frate del vicino convento ad informare Don Cesare ed il marito della baronessa che assieme prepararono l’assassinio. Fu preparato l’agguato e quando la spia si accorse che i due amanti stavano insieme, avvertì don Cesare Lanza, che corse nella stessa notte a Carini, accompagnato da una sua compagnia di cavalieri, e fatto circondare il castello, per evitare qualsiasi fuga dell’amante di sua figlia, vi irruppe all’improvviso, e sorpresili a letto, li uccise.
Si narra che Donna Laura Lanza a soli 14 anni andò sposa, per volere del padre, al barone di Carini Vincenzo La Grua, delusa dalla vita matrimoniale e dai continui abbandoni del marito impegnato nella cura della sua proprietà, la baronessa si innamora di Ludovico Vernagallo, e ne diventa l'amante.
Si racconta che ancora oggi, il fantasma di Donna Laura, si aggiri ancora senza pace nel castello. Storicamente, si sa che era noto a tutti la grande tenerezza di Laura per Ludovico Vernagallo, il casato dei La Grua aveva prevalso in quanto più ricco e potente. Esistono dei documenti dai quali risulta che il Viceré di Sicilia, informa, all'epoca, la Corte di Spagna che Cesare Lanza, barone di Trabia e conte di Mussomeli, ha ucciso la figlia Laura e Ludovico Vernagallo.
Questo documento avvalora l'atto di morte della baronessa, redatto il 4 Dicembre 1563 e si conserva nell'archivio della Chiesa Madre di Carini insieme a quello di Ludovico Vernagallo. Non esiste, invece, alcuna prova che tra Laura Lanza e Ludovico Vernagallo ci fosse qualcosa di diverso dall'amicizia. Ma nonostante la riservatezza d’obbligo, la notizia si divulgò lo stesso ed il "caso" della baronessa di Carini divenne di dominio pubblico.
Il Viceré immediatamente adottò per don Cesare Lanza ed il barone di Carini i provvedimenti previsti dalla legge: furono banditi ed i loro beni vennero sequestrati. Don Cesare Lanza si rivolse a re Filippo II, spiegò i motivi che lo avevano portato assieme al genero a trucidare i due amanti ed avvalendosi delle norme, in quel tempo in vigore, sulla flagranza dell’adulterio, chiese il perdono che gli fu accordato. Don Cesare Lanza riebbe i suoi beni; come scrisse il Dentici,"l’aristocrazia del tempo era al di sopra delle leggi e della giustizia".
Anche il barone di Carini, marito di Laura, fu assolto con formula piena, e visse indebitato sino alla sua morte, dopo avere portato al Monte dei Pegni gli ultimi gioielli della sua famiglia.
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Ti vitti, Cucù, Sette e mezzo e Cavadduzzo: in Sicilia se non giochi a carte non è Natale
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Ti vitti, Cucù, Sette e mezzo e Cavadduzzo: in Sicilia se non giochi a carte non è Natale
Nel periodo delle feste, dal 7 dicembre all'Epifania, riunirsi tra amici e parenti per lunghe notti di giocate è una vera e propria tradizione per ogni famiglia siciliana Carte siciliane «Mi sto da piatto» e l'asso che arriva sempre quando il tuo rivale di…
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LA CUCCÌA SICILIANA CON LA RICOTTA
Ricetta dolce palermitana
Non so se avete mai assaggiato la ‘cuccìa siciliana’ di Santa Lucia. Si tratta di un tipico dolce siciliano, e in particolare palermitano, a base di ricotta e grano cotto, con il quale si celebra tradizionalmente il 13 dicembre, la festa di Santa Lucia.
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Ricetta dolce palermitana
Non so se avete mai assaggiato la ‘cuccìa siciliana’ di Santa Lucia. Si tratta di un tipico dolce siciliano, e in particolare palermitano, a base di ricotta e grano cotto, con il quale si celebra tradizionalmente il 13 dicembre, la festa di Santa Lucia.
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La preparazione è semplicissima, La cuccìa è un dolce senza uova, senza burro né olio e senza cottura.
Delizioso e veloce da preparare.
In Sicilia adoriamo la ricotta di pecora, che è molto più cremosa e saporita di quella vaccina. Moltissimi sono i DOLCI CON LA RICOTTA siciliani, ma la cuccìa è sicuramente tra quelli meno conosciuti. Soprattutto se paragonata alla CASSATA SICILIANA o ai CANNOLI SICILIANI, La cuccìa è un dolce al cucchiaio palermitano molto semplice: la ricetta prevede l’uso di ricotta, zucchero, canditi, cioccolato, grano cotto e cannella. Tutto mescolato in un amalgama aromatico, saporito, dalla morbidezza stupefacente, che ovviamente nel gusto ricorda quello della cassata siciliana.
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Delizioso e veloce da preparare.
In Sicilia adoriamo la ricotta di pecora, che è molto più cremosa e saporita di quella vaccina. Moltissimi sono i DOLCI CON LA RICOTTA siciliani, ma la cuccìa è sicuramente tra quelli meno conosciuti. Soprattutto se paragonata alla CASSATA SICILIANA o ai CANNOLI SICILIANI, La cuccìa è un dolce al cucchiaio palermitano molto semplice: la ricetta prevede l’uso di ricotta, zucchero, canditi, cioccolato, grano cotto e cannella. Tutto mescolato in un amalgama aromatico, saporito, dalla morbidezza stupefacente, che ovviamente nel gusto ricorda quello della cassata siciliana.
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LA STORIA DELLA CUCCIA PALERMITANA
Esistono però anche alcune varianti della ricetta della cuccìa, come quelle con la crema pasticcera, al cioccolato o con la ‘crema bianca’ ovvero fatta senza uova.
La cuccìa viene preparata e mangiata tradizionalmente nel palermitano e nel siracusano il 13 dicembre, festa di Santa Lucia. Mentre in altri luoghi della Sicilia, il 13 dicembre si prepara sempre una ricetta con il grano cotto ma salata, ad esempio una minestra con ceci o verdure. Ora, perché il 13 dicembre in Sicilia si consuma il grano cotto?
Tutto si riferisce al 13 dicembre del 1946, quando a Palermo, colpita da una gravissima carestia, sbarcò finalmente una nave carica di grano. La fame dei palermitani era tale che non riuscirono ad attendere che il grano venisse macinato e trasformato in pane: lo lessarono così com’era e lo mangiarono subito. Così, il 13 dicembre a Palermo si evitano i cibi a base di farina e si mangiano cuccìa con grano cotto, ARANCINE (che sono fatte con il riso), PANELLE DI FARINA DI CECI e panini di Santa Lucia, fatti con la farina di mais.
La tradizione vuole che si prepari la Cuccìa con il grano secco, ma visto che si trova raramente potete usare quello precotto, opportunamente trattato.
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Tutto si riferisce al 13 dicembre del 1946, quando a Palermo, colpita da una gravissima carestia, sbarcò finalmente una nave carica di grano. La fame dei palermitani era tale che non riuscirono ad attendere che il grano venisse macinato e trasformato in pane: lo lessarono così com’era e lo mangiarono subito. Così, il 13 dicembre a Palermo si evitano i cibi a base di farina e si mangiano cuccìa con grano cotto, ARANCINE (che sono fatte con il riso), PANELLE DI FARINA DI CECI e panini di Santa Lucia, fatti con la farina di mais.
La tradizione vuole che si prepari la Cuccìa con il grano secco, ma visto che si trova raramente potete usare quello precotto, opportunamente trattato.
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LA CUCCÍA, un dolce siciliano tipico del 13 dicembre, giorno di Santa Lucia.
Un goloso mix di ricotta, cioccolato, canditi, grano, zucchero, cannella e scorza di arancia. Senza cottura, senza uova e senza burro né olio.
Perfetto anche per Natale.
A Palermo la cuccía è dolce, mentre in altre parti della Sicilia diventa un piatto salato. È strabuona e semplicissima
INGREDIENTI
500 grammi di ricotta di pecora freschissima
350 grammi di grano precotto per pastiera (o 300 grammi di grano secco)
latte intero, quanto basta
180 grammi di zucchero a velo
la scorza grattugiata di un arancia biologica
70 grammi di cioccolato fondente al 70%
30 grammi di arance, ciliegie, zuccata, cedro canditi
un pizzico di cannella
una presa di sale
pistacchi di Bronte, quanto basta
Ricetta👇🏻
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Un goloso mix di ricotta, cioccolato, canditi, grano, zucchero, cannella e scorza di arancia. Senza cottura, senza uova e senza burro né olio.
Perfetto anche per Natale.
A Palermo la cuccía è dolce, mentre in altre parti della Sicilia diventa un piatto salato. È strabuona e semplicissima
INGREDIENTI
500 grammi di ricotta di pecora freschissima
350 grammi di grano precotto per pastiera (o 300 grammi di grano secco)
latte intero, quanto basta
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