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📍Torre Faro, Messina
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Al di là dei pregiudizi e delle chiacchiere, le donne hanno sempre avuto un ruolo di primo piano nella storia della Sicilia. Gli esempi sono tanti: da Peppa ‘a cannunera, fino alle donne del Risorgimento e della Resistenza, passando per quelle impegnate nella lotta alla mafia
La Sicilia è donna. Donna come la leggenda che narra che abbia preso il nome da una giovinetta figlia di un re del Libano al quale era stato predetto che, compiuti sedici anni, la figlia sarebbe stata divorata da un terribile mostro. Per salvarla il padre la mise in una barca e la lasciò andare in balia delle onde che la portarono in un’isola meravigliosa.
La Sicilia è donna come le donne che nel 250 A.C. si tagliarono le lunghe trecce per costruire le corde degli archi che sconfissero i Cartaginesi che assediavano Palermo. E’ donna come Damarete di Agrigento, regina colta e bella, o come Costanza D’Altavilla e Costanza di Svevia, reggenti sagge al posto dei figli bambini per molti anni, o ancora come Cleopatra di Sicilia che vendicò la sua famiglia massacrando i suoi avversari e avvelenandosi pur di non cadere in mano ai nemici.
La Sicilia è donna come una delle più grandi donne della storia siciliana, Franca Florio, o come Nina Siciliana, la prima poetessa italiana vissuta nel XIII secolo e Mariannina Coffa che a dispetto di tutto e tutti continuò a scrivere per tutta la sua vita.
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La Sicilia è donna. Donna come la leggenda che narra che abbia preso il nome da una giovinetta figlia di un re del Libano al quale era stato predetto che, compiuti sedici anni, la figlia sarebbe stata divorata da un terribile mostro. Per salvarla il padre la mise in una barca e la lasciò andare in balia delle onde che la portarono in un’isola meravigliosa.
La Sicilia è donna come le donne che nel 250 A.C. si tagliarono le lunghe trecce per costruire le corde degli archi che sconfissero i Cartaginesi che assediavano Palermo. E’ donna come Damarete di Agrigento, regina colta e bella, o come Costanza D’Altavilla e Costanza di Svevia, reggenti sagge al posto dei figli bambini per molti anni, o ancora come Cleopatra di Sicilia che vendicò la sua famiglia massacrando i suoi avversari e avvelenandosi pur di non cadere in mano ai nemici.
La Sicilia è donna come una delle più grandi donne della storia siciliana, Franca Florio, o come Nina Siciliana, la prima poetessa italiana vissuta nel XIII secolo e Mariannina Coffa che a dispetto di tutto e tutti continuò a scrivere per tutta la sua vita.
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17 likes, 1 comments - sicil_iaterramia on August 26, 2023: "Al di là dei pregiudizi e delle chiacchiere, le donne hanno sempre avuto un ruolo di primo piano...
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Il carretto siciliano è tra gli elementi che connotano la nostra cultura, non soltanto per l’aspetto folkloristico che ha assunto oggi, ma per ciò che rappresenta per la tradizione siciliana.
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Il carretto che si vede ai giorni nostri è un residuo folkloristico di una tradizione che fino agli anni ’50 era alla base dell’economia siciliana. Ma la sua storia parte dai primi anni dell’800, quando il carretto era il mezzo di trasporto per eccellenza.
Le strade dell’isola non erano agevoli, quindi i commercianti, per far arrivare le loro merci in tutta l’isola, affidavano i prodotti ai carrettieri.
Il carretto è famoso anche per le sue decorazioni. Alla sua costruzione lavoravano maestranze di ogni genere, dal falegname al fabbro, dal pittore allo scultore. Ogni parte di esso ha delle particolari decorazioni che lo contraddistinguono, e che ne indicano anche l’area geografica di provenienza, ad esempio, la presenza del giallo e del rosso con decorazioni fitomorfe, indicano la provenienza dalla Sicilia occidentale, prugna e l’azzurro, con decorazioni antropomorfe, indicano la provenienza dalla Sicilia orientale.
La ruota è un elemento fondamentale, la cui costruzione richiede esperienza particolare, competenza e collaborazione. Il sapere, che viene gelosamente custodito, è tramandato da padre in figlio e ciò vale per fabbri, falegnami, scultori e pittori ovvero gli artigiani del carretto.
La parte che a noi è più visibile è la cassa. Questa è composta da sponde che possono essere trapezoidali o rettangolari, in base alla provincia da cui proviene il carretto. Negli scacchi delle sponde ritroviamo dipinte alcune scene tratte dalla storia dei Paladini di Francia, santi e scene di battaglie realmente combattute.
Il carretto siciliano spesso diveniva anche un mezzo di informazione per il popolo analfabeta, attraverso le immagini dipinte il popolo veniva a conoscenza dei fatti storici accaduti.
Oltre alle parti dipinte, di notevole pregio sono le parti scolpite. La parte che presenta le sculture più belle è la chiave di carretto. La chiave si trova sotto la cassa e, insieme alle mensole, regge il fondo di quest’ultima. Nelle chiavi spesso sono scolpiti santi, scene tratte dalla Storia dei Paladini di Francia e scene che raffigurano il momento in cui il carretto arriva in famiglia.
Molto importante è la decorazione de u pizzu, un riquadro di legno posto posteriormente al carretto, sotto la cassa. In questo riquadro spesso si ritrova scolpito San Giorgio che sconfigge il drago un modo per proteggere il carretto e carrettiere nei lunghi viaggi.
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Le strade dell’isola non erano agevoli, quindi i commercianti, per far arrivare le loro merci in tutta l’isola, affidavano i prodotti ai carrettieri.
Il carretto è famoso anche per le sue decorazioni. Alla sua costruzione lavoravano maestranze di ogni genere, dal falegname al fabbro, dal pittore allo scultore. Ogni parte di esso ha delle particolari decorazioni che lo contraddistinguono, e che ne indicano anche l’area geografica di provenienza, ad esempio, la presenza del giallo e del rosso con decorazioni fitomorfe, indicano la provenienza dalla Sicilia occidentale, prugna e l’azzurro, con decorazioni antropomorfe, indicano la provenienza dalla Sicilia orientale.
La ruota è un elemento fondamentale, la cui costruzione richiede esperienza particolare, competenza e collaborazione. Il sapere, che viene gelosamente custodito, è tramandato da padre in figlio e ciò vale per fabbri, falegnami, scultori e pittori ovvero gli artigiani del carretto.
La parte che a noi è più visibile è la cassa. Questa è composta da sponde che possono essere trapezoidali o rettangolari, in base alla provincia da cui proviene il carretto. Negli scacchi delle sponde ritroviamo dipinte alcune scene tratte dalla storia dei Paladini di Francia, santi e scene di battaglie realmente combattute.
Il carretto siciliano spesso diveniva anche un mezzo di informazione per il popolo analfabeta, attraverso le immagini dipinte il popolo veniva a conoscenza dei fatti storici accaduti.
Oltre alle parti dipinte, di notevole pregio sono le parti scolpite. La parte che presenta le sculture più belle è la chiave di carretto. La chiave si trova sotto la cassa e, insieme alle mensole, regge il fondo di quest’ultima. Nelle chiavi spesso sono scolpiti santi, scene tratte dalla Storia dei Paladini di Francia e scene che raffigurano il momento in cui il carretto arriva in famiglia.
Molto importante è la decorazione de u pizzu, un riquadro di legno posto posteriormente al carretto, sotto la cassa. In questo riquadro spesso si ritrova scolpito San Giorgio che sconfigge il drago un modo per proteggere il carretto e carrettiere nei lunghi viaggi.
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Le Saline Rosa di Trapani
Le Saline Rosa si trovano a Marsala, hanno questo colore perché all'interno di esse vive un batterio, innocuo per l'uomo, che da questo meraviglioso colore Rosato.
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"Lo Stretto di Messina Patrimonio dell’Umanità": la richiesta all'Unesco
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"Lo Stretto di Messina Patrimonio dell’Umanità": la richiesta all'Unesco
MESSINA. “Lo Stretto di Messina deve essere subito inserito nella World Heritage List Unesco come Patrimonio ambientale, paesaggistico, geologico e geomorfologico dell’Umanità. La Convenzione Unesco per il Patrimonio Mondiale stabilisce che beni culturali…
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🌤 Previsioni Mercoledì 6 Settembre
⛅️La giornata fin dal primo mattino vedrà la presenza di una nuvolosità a carattere irregolare ovunque risultando più compatta lungo il settore tirrenico e su buona parte della Sicilia centro orientale, dove non mancheranno le precipitazioni a carattere sparso di moderata intensità, mentre lungo il settore sud occidentale tra ovest agrigentino e trapanese potremmo avere qualche ampia schiarita e tempo più asciutto.
Qualche fenomeno più intenso in serata potrà toccare il medio e basso versante ionico, anche se i fenomeni più intensi rimarranno confinati a largo lungo il mar Ionio.
🌬Venti moderati con locali rinforzi, in prevalenza dai quadranti nord orientali.
🌊Mari generalmente mossi, specie il mar Tirreno ed il mar Ionio.
🌡Temperature senza grosse variazioni di rilievo.
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Qualche fenomeno più intenso in serata potrà toccare il medio e basso versante ionico, anche se i fenomeni più intensi rimarranno confinati a largo lungo il mar Ionio.
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"Chiù riccu è in terra, cu' meno disìa".
Più ricco è in terra, chi meno desidera. Non è ricco colui che possiede di più, ma colui che necessita meno.
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"Solo un siciliano può capire la Sicilia:
Parola di Andrea Camilleri"
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⚜#AndreaCamilleri6settembre2023
Parola di Andrea Camilleri"
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Andrea Camilleri nato a Porto Empedocle, 6 settembre 1925, morto a Roma, 17 luglio 2019.
E' stato uno scrittore, sceneggiatore, regista e drammaturgo italiano. Ha insegnato regia all'Accademia nazionale d'arte drammatica.
Le sue opere (oltre cento) sono state tradotte in almeno 120 lingue.
Scrive di lui Teresa Triscari: "La Sicilia c’era sempre in Camilleri, tesa e sottesa, soprattutto in quei grandi affreschi che sono i romanzi storici la cui cifra letteraria ha una valenza particolarissima che forse andrebbe riscoperta".
Preoccupato per l'eredità di pensiero che stiamo lasciando ai giovani, diceva:
“Stiamo perdendo la misura, il peso, il valore della parola. Le parole sono pietre… possono trasformarsi in pallottole. Bisogna far cessare questo vento dell’odio che si sente palpabile attorno a noi. Ma perché l’altro è diverso da me? L’altro non è altro che me stesso allo specchio. Stiamo educando una gioventù all’odio perché abbiamo perso il senso dei valori”.
Buon compleanno Maestro 🎂❤️
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E' stato uno scrittore, sceneggiatore, regista e drammaturgo italiano. Ha insegnato regia all'Accademia nazionale d'arte drammatica.
Le sue opere (oltre cento) sono state tradotte in almeno 120 lingue.
Scrive di lui Teresa Triscari: "La Sicilia c’era sempre in Camilleri, tesa e sottesa, soprattutto in quei grandi affreschi che sono i romanzi storici la cui cifra letteraria ha una valenza particolarissima che forse andrebbe riscoperta".
Preoccupato per l'eredità di pensiero che stiamo lasciando ai giovani, diceva:
“Stiamo perdendo la misura, il peso, il valore della parola. Le parole sono pietre… possono trasformarsi in pallottole. Bisogna far cessare questo vento dell’odio che si sente palpabile attorno a noi. Ma perché l’altro è diverso da me? L’altro non è altro che me stesso allo specchio. Stiamo educando una gioventù all’odio perché abbiamo perso il senso dei valori”.
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"L'Arcu o Futtinu" e quell'orologio che smise di rintoccare: storia e simboli di un'icona catanese
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"L'Arcu o Futtinu" e quell'orologio che smise di rintoccare: storia e simboli di un'icona catanese
Il monumento, costruito in pietra lavica e in bianco materiale lapideo di origine siracusana, è anche uno degli esemplari più rappresentativi del barocco Porta Garibaldi a Catania Lungo la via Garibaldi di Catania ci si addentra nella storica area urbana…
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