♡ Sicilia Terra Mia ♡
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La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

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"Pani schittu, cala rittu rittu"

Pane asciutto cala giù dritto. Non c’è cibo di re più gustoso del pane.

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Gruppo di Popolani con indosso L' Antico Copricapo Siciliano chiamato "Mèusa" - Taormina foto di fine 800' di Wilhelm von Gloeden

Mèusa= antico berretto, provvisto di una lunga falda posteriore, portato da pastori e contadini, dalla forma della milza.

Camilleri impiega ‘mèusa’ sia nel significato di ‘milza’ (“interiora d’agnello bollite e cosparse di caciocavallo, la cosiddetta mèusa” ( dal libro Il Cane di Terracotta, 192)

Sia in quello di ‘copricapo’ “Una mèusa (copricapo a forma di milza)”

(dal libro La scomparsa di Pato', 7)
(dal Libro Il cane di Terracotta,192.)

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Dal 29 Agosto al 1 Settembre 1953, evento verificatosi a Siracusa da un'effigie mariana in gesso smaltato scaturirono lacrime, risultate in seguito di tipo umano.

Dal 29 Agosto al 1 Settembre ricorre il 69°anniversario della Lacrimazione della madonnina delle Lacrime di Siracusa.

Madonna delle Lacrime è l'appellativo con cui i cattolici venerano Maria, in seguito a un evento verificatosi a Siracusa nel 1953, dal 29 agosto al 1º settembre: da un'effigie mariana in gesso smaltato scaturirono lacrime, risultate in seguito lacrime umane.

La lacrimazione avvenne a Siracusa dal 29 agosto al 1º settembre 1953, in via degli Orti di San Giorgio al n. 11, nell'abitazione di due giovani coniugi, Angelo Iannuso e Antonina Lucia Giusto. Antonina, in attesa del primo figlio, aveva una gravidanza difficile, con ricorrenti abbassamenti della vista: verso le tre di notte del 29 agosto la vista scomparve del tutto, per poi tornare normale alle 8.30 del mattino, quando vide lacrime scendere sul viso di una Madonnina in gesso, posta a capo del letto. Il mezzo busto in gesso smaltato (cm. 29x22), montato su di un supporto di vetro opalino nero (cm. 39x33), raffigurante la Madonna che mostra il proprio Cuore Immacolato, era un regalo ricevuto per le nozze, celebrate il 21 marzo di quell'anno.

La lacrimazione si ripeté almeno 58 volte e la notizia si divulgò rapidamente rendendo casa Iannuso meta di incessante pellegrinaggio.

Le Guarigioni Fisiche:
Le guarigioni fisiche ritenute straordinarie dalla Commissione medica, appositamente istituita, furono circa 300 (fino a metà novembre del 1953).

Il riconoscimento da parte della Chiesa cattolica:
L'episcopato della Sicilia, presieduto dal cardinale Ernesto Ruffini, il 13 dicembre 1953 ha dichiarato miracolosa la lacrimazione.

Il Santuario e l'elevazione a Basilica:
Progettato nel 1957 e iniziato nel 1966, il santuario della Madonna delle Lacrime venne inaugurato da Giovanni Paolo II il 6 novembre 1994. Nella parte superiore del tempio superiore, presso l'altare centrale, è custodita l'effigie mariana protagonista dell'evento: il quadretto, prima di essere custodito nel santuario costruito successivamente, rimase esposto fino al 1968 alla venerazione dei fedeli in piazza Euripide.

Nel 2002 Giovanni Paolo II lo ha elevato alla dignità di basilica minore.

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#Accaddeoggi #Siracusa #Sicilia
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📍Trecastagni

La Chiesa di San Nicola di Bari

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La Chiesa di San Nicola di Bari è situata nel comune di Trecastagni, in provincia di Catania, sull'isola italiana della Sicilia.

La chiesa fu edificata nel XIV secolo come cappella privata del castello dei Paternò- Castello, una famiglia nobile siciliana. Nel corso dei secoli subì diverse ristrutturazioni e ampliamenti, assumendo l'aspetto attuale.

L'edificio presenta uno stile architettonico gotico e barocco, con una facciata imponente e una torre campanaria accanto. L'interno è caratterizzato da affreschi, decorazioni in stucco e altari riccamente decorati.

La chiesa di San Nicola è conosciuta per ospitare un'icona raffigurante San Nicola di Bari, patrono dei marinai, che è oggetto di grande devozione. La statua è stata donata alla chiesa nel 1744 e viene portata in processione durante la festa di San Nicola.

Questa chiesa storica è un importante punto di riferimento nel comune di Trecastagni, sia da un punto di vista religioso che culturale.

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È facile essere felici in Sicilia, ma è un’operazione che richiede un adattamento biologico oltre che culturale: bisogna imparare a vivere il tempo alla maniera siciliana.
(Odissea siciliana – Francine Prose)

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La Sicilia è, sì, arancini-cannoli-mare-sole, ma è anche così tante altre cose che non so davvero da dove iniziare. È Storia. Architettura. Matematica. Musica.

Panchine al sole, palme di dieci metri, città eleganti, porticcioli pieni di barche di legno dipinto. E poi terra, fichi d’india, dialetto, Montalbano, Archimede, Falcone e Borsellino.

È un attico pieno di luce con un terrazzo che vede il mare. Ma soprattutto la vera Sicilia è nel sorriso delle persone che ti accolgono come se fossi in famiglia, come se fossi tornato a casa.

E per me andare in Sicilia è un po’ come tornare a casa, quando non ci sono mi manca, come se fosse una persona vera. In Sicilia si vive a un altro ritmo. All’inizio quasi mi irritava. La gente apre i negozi quando si sveglia, non per forza ad un orario preciso.

Le indicazioni stradali sono poche e fatte male perché tanto “uno la strada per andare dove deve andare la sa”. Poi piano piano ti accorgi che a vivere con lentezza si vive bene.

È il ritmo naturale della vita.

Quando te ne vai dalla Sicilia, quando l’aereo decolla, non stai lasciando un luogo, stai lasciando un modo di vivere. Un modo di vivere che ti ha fatto più felice.

E vuoi subito ritornare.

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Al di là dei pregiudizi e delle chiacchiere, le donne hanno sempre avuto un ruolo di primo piano nella storia della Sicilia. Gli esempi sono tanti: da Peppa ‘a cannunera, fino alle donne del Risorgimento e della Resistenza, passando per quelle impegnate nella lotta alla mafia

La Sicilia è donna. Donna come la leggenda che narra che abbia preso il nome da una giovinetta figlia di un re del Libano al quale era stato predetto che, compiuti sedici anni, la figlia sarebbe stata divorata da un terribile mostro. Per salvarla il padre la mise in una barca e la lasciò andare in balia delle onde che la portarono in un’isola meravigliosa.

La Sicilia è donna come le donne che nel 250 A.C. si tagliarono le lunghe trecce per costruire le corde degli archi che sconfissero i Cartaginesi che assediavano Palermo. E’ donna come Damarete di Agrigento, regina colta e bella, o come Costanza D’Altavilla e Costanza di Svevia, reggenti sagge al posto dei figli bambini per molti anni, o ancora come Cleopatra di Sicilia che vendicò la sua famiglia massacrando i suoi avversari e avvelenandosi pur di non cadere in mano ai nemici.

La Sicilia è donna come una delle più grandi donne della storia siciliana, Franca Florio, o come Nina Siciliana, la prima poetessa italiana vissuta nel XIII secolo e Mariannina Coffa che a dispetto di tutto e tutti continuò a scrivere per tutta la sua vita.

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