♡ Sicilia Terra Mia ♡
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La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

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Tìndari
É una frazione di Patti, comune italiano della città metropolitana di Messina, in Sicilia.Gli abitanti sono detti tindàridi, tindaroti, tindaritani, tindaridei (in omaggio ai Dioscurifigli di Tindaro); in siciliano tinnaroti.

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La città (in greco antico: Τύνδαρις, Týndaris) venne fondata da Dionisio I di Siracusa nel 396 a.C. come colonia di mercenari siracusaniche avevano partecipato alla guerra contro Cartagine, nel territorio della città sicula di Abacaenum (Tripi), e prese il nome di Tyndaris, in onore di Tindaro, re di Sparta e sposo di Leda, padre putativo di Elena e dei Dioscuri, Castore e Polluce.

Durante la prima guerra punica, sotto il controllo di Gerone II di Siracusa, fu base navale cartaginese, e nelle sue acque si combatté nel 257 a.C. la battaglia di Tindari, nella quale la flotta romana, guidata dal console Aulo Atilio Calatino, mise in fuga quella cartaginese.

Con Siracusa passò in seguito nell'orbita romana e fu base navale di Sesto Pompeo. Presa da Augusto nel 36 a.C., che vi dedusse la colonia romana di Colonia Augusta Tyndaritanorum, una delle cinque della Sicilia, Cicerone la citò come nobilissima civitas.

Nel I secolo d.C. subì le conseguenze di una grande frana, mentre nel IV secolo fu soggetta a due distruttivi terremoti

Sede vescovile, venne conquistata dai Bizantini nel 535 e cadde nell'836, nelle mani degli Arabi dai quali venne distrutta.

Vi rimase il santuario dedicato alla Madonna Nera di Tindari, progressivamente ingrandito, che ospita una Maria con il Bambino scolpita in legno, considerata apportatrice di grazie e miracolosa.

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Mazzarona Siracusa e il suo tramonto.

Ogni cosa ha la bellezza, ma non tutti la vedono.

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"Cu’ arrobba pi manciari, nun fa piccatu"
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Chi ruba per mangiare, non fa peccato.

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Secondo la tradizione, nell’anno 42 d.Cla Madonna consegnò una Lettera agli ambasciatori messinesi Girolamo Origgiano, Marcello Benefacite, Centurione Mulè e Ottavio Brizio, scritta il 3 giugno di suo pugno e con la quale benedisse la città di Messina divenendone Patrona.

Una Lettera che la Vergine legò con alcuni suoi capelli e consegnò agli ambasciatori messinesi che, informati dalla predicazione di Paolo Apostolo nel Villaggio messinese di Briga Marina dove era approdato, si erano recati a renderle omaggio in Palestina e ne avevano ricevuto, oltre al prezioso manoscritto, la Sua perpetua protezione della città.

L’8 settembre dello stesso anno l’ambasceria ritornò a Messina, recando il prezioso chirografo della Madonna il cui originale, purtroppo, è andato perduto. In virtù di questa devozione, molti messinesi hanno il nome di Letterio e Letteria, “Lillo” e “Lilla” e festeggiano il loro onomastico il 3 giugno.

In tale giorno si svolge la processione del fercolo per le vie cittadine e per l’occasione, il dipinto che raffigura la Madonna della Lettera col Bambino sull’altare maggiore della Cattedrale viene ricoperto, soltanto quel giorno, dalla preziosa Manta d’oro, opera di Innocenzo Mangani del 1666, conservata nel Tesoro del Duomo.

LO SAPEVI CHE?

Nella seconda cappella di destra della chiesa di San Pietro in Montorio a Roma c’è un affresco raffigurante la Madonna della Lettera, molto venerato, opera di Niccolò Circignani detto il Pomarancio (1516-1596) che in origine si trovava in un’edicola muraria fiancheggiante la strada che conduceva al Gianicolo.

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