Euno
Euno fu lo schiavo siciliano che guidò la prima guerra servile che scoppiò in Sicilia nella città di Enna nel 136 a.C.
Monumento a Euno, Enna, Castello di Lombardia.
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La rivolta esplose nelle terre del possidente Damofilo che, favorendo i Romani, cercava di ottenere la cittadinanza romana per sfruttare meglio gli schiavi; Euno era ridotto in schiavitù nei suoi possedimenti, nei pressi di Enna; Damofilo fu ucciso, ed Euno fu proclamato Re:organizzò la sua corte sul modello di quelle delle monarchie ellenistiche, si fece chiamare Antioco, nome comune nella dinastia siriana dei Seleucidi, e coniò anche monete con la sua effigie e altre figure. Rimase comunque un personaggio ambiguo, tra il ciarlatano e il profeta, legittimando la propria regalità mediante presunti contatti con la dea siriaca Atagartis che gli sarebbe apparsa in sogno.
L'insurrezione si estese e il mandriano Cleone, dopo aver sollevato i siciliani ridotti in schiavitù nella zona di Agrigento, riconobbe Euno come re. L'esercito ribelle espugnò Morgantina (presso Aidone) e Taormina e continuò ad aumentare, arrivando, sembra, a contare 200.000 uomini. La guerra di liberazione degli schiavi fu totale: sconfissero più volte le legioni romane, fino al 133/132 a.C. e buttarono a mare i rinforzi inviati da Roma; quando la guerra in Lusitania fu sospesa il console Publio Rupilio fu inviato in Sicilia e gli ex schiavi siciliani accorsero a Messina per difendere la porta della Sicilia.
Ottomila ribelli morirono nella battaglia dello stretto per cercare di impedire l'ingresso in città dei Romani che, quando vi entrarono, crocifissero altre 8.000 persone. A Taormina Pisone non riuscì a superare le difese naturali della città. Rupilio, dopo aver assediato la popolazione sino alla fame, promise loro la salvezza dopo la resa. Non fu di parola: dopo essere entrato in città fece precipitare tutti i cittadini dalla rupe. Ad Enna fu compiuta la più grande strage che la Sicilia ricordi: 20.000 cittadini furono trucidati dentro le mura dopo una strenua resistenza.
Euno fu catturato e rinchiuso in carcere a Morgantina dove morì in prigionia.
«Duemila anni prima che Abramo Lincoln liberasse l’infelice turba dei negri, l’umile schiavo Euno, da questa sicana fortezza, arditamente lanciava il grido di libertà per i suoi compagni d’avventura, il diritto affermando di ogni uomo a nascere libero ed anche a liberamente morire»
(Epigrafe della statua di Euno, eretta a Enna nel 1960 e collocata nel piazzale antistante il Castello di Lombardia)
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L'insurrezione si estese e il mandriano Cleone, dopo aver sollevato i siciliani ridotti in schiavitù nella zona di Agrigento, riconobbe Euno come re. L'esercito ribelle espugnò Morgantina (presso Aidone) e Taormina e continuò ad aumentare, arrivando, sembra, a contare 200.000 uomini. La guerra di liberazione degli schiavi fu totale: sconfissero più volte le legioni romane, fino al 133/132 a.C. e buttarono a mare i rinforzi inviati da Roma; quando la guerra in Lusitania fu sospesa il console Publio Rupilio fu inviato in Sicilia e gli ex schiavi siciliani accorsero a Messina per difendere la porta della Sicilia.
Ottomila ribelli morirono nella battaglia dello stretto per cercare di impedire l'ingresso in città dei Romani che, quando vi entrarono, crocifissero altre 8.000 persone. A Taormina Pisone non riuscì a superare le difese naturali della città. Rupilio, dopo aver assediato la popolazione sino alla fame, promise loro la salvezza dopo la resa. Non fu di parola: dopo essere entrato in città fece precipitare tutti i cittadini dalla rupe. Ad Enna fu compiuta la più grande strage che la Sicilia ricordi: 20.000 cittadini furono trucidati dentro le mura dopo una strenua resistenza.
Euno fu catturato e rinchiuso in carcere a Morgantina dove morì in prigionia.
«Duemila anni prima che Abramo Lincoln liberasse l’infelice turba dei negri, l’umile schiavo Euno, da questa sicana fortezza, arditamente lanciava il grido di libertà per i suoi compagni d’avventura, il diritto affermando di ogni uomo a nascere libero ed anche a liberamente morire»
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Wikipedia
Castello di Lombardia
Il castello di Lombardia, edificio simbolo della città di Enna, è un'imponente fortezza che si erge sul punto più elevato della città.
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Esperienza di vita con i delfini 🐬 e Lillo 🛩️
Volando intorno alle Isole Eolie in Sicilia possiamo trovare animali selvatici e realizzare un sogno 😍
Non salteresti dall'aereo e nuoteresti con loro?
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Alla scoperta della garitta sul mare nel borgo di Santa Tecla
Grazie a 🎥@salvoat per questo video meraviglioso😍
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Santa Tecla
Santa Tecla è un piccolo borgo marinaro, nei pressi di Acireale, all’interno della meravigliosa Riviera dei Limoni o dei Ciclopi, a cui appartengono anche Aci Castello e Aci Trezza.
Sormontata dalla maestosa Timpa, la frazione si distende sul mar Ionio, su di una compatta e frastagliata scogliera di roccia di origine vulcanica, che dà vita al Golfo di Santa Tecla, segnalato nelle antiche mappe come “Sinus S.Theclae“. Essa è immersa fra agrumeti, arbusti e piante tipici della macchia mediterranea, ulivi e mandorli.
La costa ionica catanese presenta paesaggi particolari, suggestivi e unici nelle sue componenti.
Vi è capitato di scorgere fra gli scogli lavici, castelli, torri, fortezze e garitte? Oggi vi facciamo conoscere la garitta di Scalo Pennisi di Santa Tecla, frazione dell’antica Aquilia, l’odierna Acireale, che ha ancora tanto da dirci sulla nostra storia.
Le garitte spagnole
Si tratta di costruzioni molto diffuse in età medievale e moderna.
La garitta di vedetta veniva costruita con lo scopo di proteggere una sentinella e consentirgli la difesa dell’area, oltre che offrirgli un’ampia visuale sull’orizzonte.
In alcuni casi era dotata di feritoie che permettevano ad un balestriere di colpire il nemico, rimanendo al riparo. Durante il periodo della dominazione spagnola, soprattutto lungo le coste siciliane, vennero costruite garitte in abbondanza; ad oggi se ne contano oltre duecento. Esse costituivano il sistema difensivo, di avvistamento e di comunicazione lungo tutta la fascia costiera del Regno di Sicilia.
Tra di loro, le varie postazioni comunicavano grazie ai segnali luminosi, detti fani, e a quelli di fumo. Molte di queste costruzioni sono un patrimonio storico-culturale sostanzialmente sconosciuto al pubblico, affascinato dal connubio fra storia, cronache, leggende e mito.
Una delle più belle garitte si trova a Santa Tecla.
Post del 18/04/2023
👉🏻https://t.me/sicil_iaterramia/7498
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PS : Copi i miei post e poi scrivi: #copiapurequesto sei un mito 🤣
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Santa Tecla è un piccolo borgo marinaro, nei pressi di Acireale, all’interno della meravigliosa Riviera dei Limoni o dei Ciclopi, a cui appartengono anche Aci Castello e Aci Trezza.
Sormontata dalla maestosa Timpa, la frazione si distende sul mar Ionio, su di una compatta e frastagliata scogliera di roccia di origine vulcanica, che dà vita al Golfo di Santa Tecla, segnalato nelle antiche mappe come “Sinus S.Theclae“. Essa è immersa fra agrumeti, arbusti e piante tipici della macchia mediterranea, ulivi e mandorli.
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Vi è capitato di scorgere fra gli scogli lavici, castelli, torri, fortezze e garitte? Oggi vi facciamo conoscere la garitta di Scalo Pennisi di Santa Tecla, frazione dell’antica Aquilia, l’odierna Acireale, che ha ancora tanto da dirci sulla nostra storia.
Le garitte spagnole
Si tratta di costruzioni molto diffuse in età medievale e moderna.
La garitta di vedetta veniva costruita con lo scopo di proteggere una sentinella e consentirgli la difesa dell’area, oltre che offrirgli un’ampia visuale sull’orizzonte.
In alcuni casi era dotata di feritoie che permettevano ad un balestriere di colpire il nemico, rimanendo al riparo. Durante il periodo della dominazione spagnola, soprattutto lungo le coste siciliane, vennero costruite garitte in abbondanza; ad oggi se ne contano oltre duecento. Esse costituivano il sistema difensivo, di avvistamento e di comunicazione lungo tutta la fascia costiera del Regno di Sicilia.
Tra di loro, le varie postazioni comunicavano grazie ai segnali luminosi, detti fani, e a quelli di fumo. Molte di queste costruzioni sono un patrimonio storico-culturale sostanzialmente sconosciuto al pubblico, affascinato dal connubio fra storia, cronache, leggende e mito.
Una delle più belle garitte si trova a Santa Tecla.
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♡ Sicilia Terra Mia ♡
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📍Messina
Tra Eclettismo e Déco: La Galleria Vittorio Emanuele III.
Progettata dall’architetto Camillo Puglisi Allegra e finanziata dalla Società Generale Elettrica della Sicilia per dare adeguata sede ai propri uffici e creare un importante polo residenziale e commerciale nel cuore della città, in pieno centro storico, fu inaugurata il 13 agosto 1929.
All’interno si articola in 3 bracci confluenti, al centro, in un esagono chiuso da una volta a vetrata e con tre ingressi.
Tutte le volte a botte hanno dei lucernai a vetri colorati; il pavimento è realizzato con tesserine a mosaico.
🎥 @sandrogarrubbo_socialmedita
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All’interno si articola in 3 bracci confluenti, al centro, in un esagono chiuso da una volta a vetrata e con tre ingressi.
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🗞🌋Etna trekking all'albero secolare di Piano Bello
At @paesietneiPaesi Etnei News
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Etna trekking all'albero secolare di Piano Bello
Soft trekking rilassante fuori dai circuito di massa tra natura, pace e condivisione, a due passo da Milo. Avrete come scenario un bosco incantato, il centenario albero “Ilice di Carrinu” ed il sentiero di Piano Bello, nel territorio di Milo, all'interno…
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La Baia di Cornino è inserita in un'interessantissimo tratto di costa.
Si trova proprio alle pendici del Monte Cofano, regno di una strepitosa riserva naturale.
Poco distante c'è anche la Grotta Mangiapane, un micro Borgo rurale scavato nella pietra, proprio nel cuore della montagna.
Un luogo ricco di fascino e bellezza.
Video realizzato da👇🏻
👉🏻🎥@mezzotono
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Forwarded from 📷 ♡ Cartoline di Sicilia Terra Mia ♡ ☀️ (👑🇶 🇺 🇪 🇪 🇳👑)
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📍Palermo
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Cefalù: spiagge, cosa vedere e hotel consigliati - Sicilia.info
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Cefalù: spiagge, cosa vedere e hotel consigliati - Sicilia.info
Un delizioso borgo bagnato da acque azzurre e sovrastato da una rocca: è Cefalù, una perla della Sicilia. Facile da raggiungere e da amare perdutamente! Cefalù è una deliziosa cittadina normanna adagiata sulle rive di un mare azzurrissimo e dominata da una…
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📍Castiglione di Sicilia
Grazie mille a 🎥 @christian.chiari82 per aver condiviso questo video meraviglioso con noi❤️
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Il borgo con la sua posizione da cui domina la Valle dell’Alcantara e il Parco dell’Etna, affonda le sue origini nell'età del bronzo.
A dominare l'intero abitato è il Castello di Lauria, in cima ad un’altura a mo’ di roccaforte. Ma non solo, la cittadina pullula di monumenti e opere d’arte, in modo particolare di chiese come la seicentesca Chiesa di Sant'Antonio Abate e la Basilica della Madonna della Catena.
Ubicato su di una collina situata sul versante nord dell’Etna, in mezzo alla Valle del fiume Alcantara, Castigghiuni (in siciliano) affonda le sue origini nell’età del bronzo. Si racconta che quando arrivarono i Greci in Sicilia (nel 750 a.c. circa), risalendo proprio questa valle si ritrovarono di fronte il villaggio dei castiglionesi: Castel Leone.
Vi costruirono la rocca, scavata all’interno della roccia, e oggi chiamata Castello di Lauria, dall’ultimo feudatario che occupò la città): un punto d’avvistamento fortificato a controllo dell’unica via d’accesso dell’entroterra siciliano.
Nel Duecento sotto la dominazione normanna, arrivò al suo massimo splendore, con la costruzione delle mura e del Cannizzo (U' Cannizzo), una torre di vedetta posta ad una delle estremità del borgo, che si racconta sia stata addirittura spaccata in due da un fulmine.
Ancora oggi è possibile ammirarla nella sua suggestiva posizione e cornice: grotte di arenaria sotto di essa, il borgo alle sue spalle. Da qui si domina tutta la valle dell’Alcantara.
Oltre alla rocca e al Cannizzo, merita una visita la Chiesa di Santa Domenica, nei pressi di Castiglione, forse la più importante cuba bizantina presente in Sicilia (VII sec. circa).
Testimonianza delle varie culture che si avvicendarono nel dominio della città (non solo greci e normanni, ma anche romani, arabi e svevi) si riflettono ancora oggi nelle tradizioni locali, che non mancano di affascinare il visitatore.
Le tradizioni locali si materializzano attraverso le numerose sagre e feste locali che animano Castiglione e tutta la Valle Alcantara.
Come la Festa della Madonna della Catena, che si celebra la prima domenica di maggio. In prossimità del 10 agosto si svolge la tradizionale sagra gastronomica con degustazione dei prodotti tipici del luogo, tra cui alcuni vini unici al mondo, come il Nerello Mascalese e il Carricante.
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A dominare l'intero abitato è il Castello di Lauria, in cima ad un’altura a mo’ di roccaforte. Ma non solo, la cittadina pullula di monumenti e opere d’arte, in modo particolare di chiese come la seicentesca Chiesa di Sant'Antonio Abate e la Basilica della Madonna della Catena.
Ubicato su di una collina situata sul versante nord dell’Etna, in mezzo alla Valle del fiume Alcantara, Castigghiuni (in siciliano) affonda le sue origini nell’età del bronzo. Si racconta che quando arrivarono i Greci in Sicilia (nel 750 a.c. circa), risalendo proprio questa valle si ritrovarono di fronte il villaggio dei castiglionesi: Castel Leone.
Vi costruirono la rocca, scavata all’interno della roccia, e oggi chiamata Castello di Lauria, dall’ultimo feudatario che occupò la città): un punto d’avvistamento fortificato a controllo dell’unica via d’accesso dell’entroterra siciliano.
Nel Duecento sotto la dominazione normanna, arrivò al suo massimo splendore, con la costruzione delle mura e del Cannizzo (U' Cannizzo), una torre di vedetta posta ad una delle estremità del borgo, che si racconta sia stata addirittura spaccata in due da un fulmine.
Ancora oggi è possibile ammirarla nella sua suggestiva posizione e cornice: grotte di arenaria sotto di essa, il borgo alle sue spalle. Da qui si domina tutta la valle dell’Alcantara.
Oltre alla rocca e al Cannizzo, merita una visita la Chiesa di Santa Domenica, nei pressi di Castiglione, forse la più importante cuba bizantina presente in Sicilia (VII sec. circa).
Testimonianza delle varie culture che si avvicendarono nel dominio della città (non solo greci e normanni, ma anche romani, arabi e svevi) si riflettono ancora oggi nelle tradizioni locali, che non mancano di affascinare il visitatore.
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Come la Festa della Madonna della Catena, che si celebra la prima domenica di maggio. In prossimità del 10 agosto si svolge la tradizionale sagra gastronomica con degustazione dei prodotti tipici del luogo, tra cui alcuni vini unici al mondo, come il Nerello Mascalese e il Carricante.
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